01.06.2013 Views

Metodi e strumenti dell'approccio qualitativo alla valutazione della ...

Metodi e strumenti dell'approccio qualitativo alla valutazione della ...

Metodi e strumenti dell'approccio qualitativo alla valutazione della ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Workshop<br />

METODI E STRUMENTI PER UN<br />

APPROCCIO INTEGRATO ALLA VALUTAZIONE<br />

DELLA<br />

QUALITA’ PERCEPITA<br />

NELLE AZIENDE SANITARIE<br />

Modena 6 Maggio 2002


Le Aziende Sanitarie e le Aziende Ospedaliere sono impegnate ormai da tempo in percorsi di<br />

<strong>valutazione</strong> e miglioramento <strong>della</strong> qualità dei servizi e delle prestazioni sociali e sanitarie.<br />

In particolare la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita si inserisce all’interno di un sistema di<br />

welfare che riconosce ai cittadini il diritto ad essere protagonisti nel processo di cura.<br />

La <strong>valutazione</strong> ed il gradimento espresso dai fruitori dei servizi sanitari incide sulla qualità<br />

complessiva dei servizi a due livelli:<br />

A livello individuale migliora il livello di compliance fra paziente ed operatore.<br />

A livello comunitario favorisce la partecipazione dei cittadini alle scelte in campo<br />

sanitario.<br />

La rilevazione <strong>della</strong> qualità percepita richiede l’utilizzo di metodi e <strong>strumenti</strong> “qualitativi” e<br />

“quantitativi” accreditati scientificamente.<br />

Il Sistema Qualità dell’Azienda USL di Modena insieme all’Agenzia Sanitaria Regionale<br />

dell’Emilia-Romagna hanno promosso questo evento in cui docenti universitari, ricercatori ed<br />

esperti delle tecniche di ricerca sociale portano la loro esperienza ed il loro contributo circa le<br />

metodologie e le tecniche utilizzate per le rilevazioni di qualità percepita in ambito sanitario.<br />

Il Sistema Qualità dell’Azienda USL di Modena a partire d<strong>alla</strong> costruzione <strong>della</strong> prima Carta<br />

dei servizi aziendali, ha attivato diversi percorsi di collaborazione e confronto con i cittadini e i<br />

loro rappresentanti.<br />

In questo ambito ha trovato espressione la realizzazione di diverse esperienze di rilevazione<br />

<strong>della</strong> “qualità percepita” con l’utilizzo di tecniche e <strong>strumenti</strong> di tipo quantitativo e <strong>qualitativo</strong>.<br />

Tra le esperienze piu’ recentemente realizzate si segnalano i focus group condotti con i<br />

partecipanti ad un percorso nascita seguiti da un servizio di Salute donna territoriale e le<br />

interviste semi strutturate realizzate con operatori, pazienti, volontari e famigliari di un<br />

reparto post-acuzie e riabilitazione estensiva di un ospedale aziendale, per la realizzazione di<br />

un progetto di miglioramento <strong>della</strong> qualità dell’assistenza erogata.<br />

Per quanto riguarda le piu’ recenti indagini compiute con l’utilizzo di tecniche quantitative<br />

appare opportuno segnalare quelle realizzate attraverso la somministrazione di questionari<br />

agli utenti dei servizi ambulatoriali del Dipartimento di Medicina Riabilitativa e la piu’ recente<br />

esperienza di <strong>valutazione</strong> del gradimento e soddisfazione che ha coinvolto 7.273 pazienti<br />

diabetici seguiti dai Centri Diabetologici e dai Medici di Medicina Generale <strong>della</strong> provincia di<br />

Modena.<br />

E’ inoltre da segnalare la ricerca in corso coordinata d<strong>alla</strong> Prof.A. Becchi “La qualità <strong>della</strong> vita<br />

percepita nei pazienti sottoposti ad intervento di angioplastica coronarica” inserita nel<br />

programma ministeriale “ Percezione di qualità e risultato delle cure: costituzione di una rete<br />

integrata di osservatori regionali”.<br />

INDICE<br />

La Responsabile del<br />

Sistema Qualità<br />

dell’Azienda USL di Modena<br />

Dr.ssa Francesca Novaco<br />

2


Percezione di qualità e risultato delle cure: costituzione di una rete integrata di<br />

osservatori regionali anno 2000.<br />

Renata Cinotti - Agenzia sanitaria Regionale<br />

Qualità percepita:significato, sistema valoriale, soggetti ed ambienti di<br />

riferimento<br />

Piera Poletti – CEREF Centro di ricerca e formazione Padova<br />

La relazione fra cittadini e servizio sanitario regionale. Problemi e proposte<br />

operative<br />

Maria Augusta Nicoli Agenzia Sanitaria Regionale<br />

<strong>Metodi</strong> e <strong>strumenti</strong> dell’approccio <strong>qualitativo</strong> <strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità<br />

percepita.<br />

Leonardo Altieri- Dipartimento di sociologia; Facoltà di scienze politiche Università di Bologna<br />

<strong>Metodi</strong> e <strong>strumenti</strong> dell’approccio quantitativo <strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità<br />

percepita.<br />

Alberto Franci - Mario Corsi - Statistica sociale Libera Università degli studi di Urbino<br />

La <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita nel Servizio di Pronto Soccorso del Canton<br />

Ticino. Il metodo SEQUS<br />

Anna De Benedetti Ufficio Qualità Ospedale Cantonale di Lugano Svizzera<br />

La <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita nell’esperienza scozzese.<br />

Pat Straw Picker Programme Director Lothian University Hospitals NHS Trust Scozia<br />

3


Percezione di qualità e risultato delle cure:<br />

costituzione di una rete integrata di osservatori<br />

regionali anno 2000.<br />

Renata Cinotti<br />

Agenzia Sanitaria Regionale<br />

Descrizione del progetto<br />

La logica del superamento da parte delle strutture sanitarie <strong>della</strong> autoreferenzialità comporta l’utilizzo<br />

di <strong>strumenti</strong> idonei a supportare una nuova cultura dei servizi sanitari basata sulla conoscenza e<br />

risposta ai bisogni dei cittadini<br />

In particolare è necessario utilizzare in via sistematica e continuativa <strong>strumenti</strong> per la <strong>valutazione</strong><br />

<strong>della</strong> soddisfazione dei cittadini, ma anche del risultato dell’intervento sanitario così come percepito<br />

dall’utente.<br />

In quest’ottica si è definito il progetto di costituzione di una rete permanente di osservatori regionali<br />

integrati che consentano la rilevazione periodica e continuativa <strong>della</strong> percezione <strong>della</strong> qualità dei<br />

servizi sanitari da parte dei cittadini – utenti e la rilevazione di alcune misure di soddisfazione e<br />

outcome in riferimento ai servizi forniti per patologie/condizioni selezionate.<br />

Scenario<br />

La “voce” degli utenti del servizio sanitario, si organizza e si esprime in molteplici modi. In forma<br />

personale attraverso il reclamo, il suggerimento, l’encomio, la donazione o attraverso comportamenti<br />

che documentano la disaffezione (la scelta di strutture sanitarie diverse da quelle di riferimento<br />

“naturale”, la litigiosità). Si manifesta anche in forma collettiva, attraverso la partecipazione ad<br />

organismi politici di rappresentanza dei cittadini ad associazioni. Le modalità con cui tale contributo<br />

viene porto sono molteplici, in relazione alle finalità per le quali esso viene offerto. Nell’ambito del<br />

SSN si delineano approcci frammentati, parziali e non sistematici <strong>alla</strong> rilevazione <strong>della</strong> “voce” degli<br />

utenti, poiché manca in definitiva una cornice di riferimento, che consenta la lettura integrata delle<br />

informazioni e il loro utilizzo a fini gestionali.<br />

Criticità<br />

Gli ambiti esplorati e gli <strong>strumenti</strong> finora adottati a livello nazionale per la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> Qualità<br />

Percepita e del risultato delle cure (Carta dei Servizi, Indicatori di Qualità d<strong>alla</strong> parte degli utenti….)<br />

non sempre hanno condotto a risultati soddisfacenti in termini di qualità,di tempestività e<br />

comparabilità dell’informazione raccolta nei diversi contesti territoriali e di coinvolgimento “effettivo”<br />

dei cittadini nel miglioramento dei servizi sanitari erogati. Il progetto si inserisce in questo contesto e<br />

si propone di apportare modifiche rispetto <strong>alla</strong> situazione attuale, con particolare riferimento agli<br />

<strong>strumenti</strong> per la misurazione dello stato di salute percepito prima e dopo l’utilizzo di servizi e agli<br />

<strong>strumenti</strong> <strong>della</strong> “partecipazione” al livello di erogazione dei servizi, in quanto altre iniziative regionali<br />

presidiano la “programmazione negoziata” (Piani per la Salute). Si propone inoltre di rendere possibili<br />

confronti e logiche di rete tra i partner progettuali.<br />

Progetto<br />

Unità Operative partecipanti sono: Emilia-Romagna (Agenzia Sanitaria Regionale), Toscana (Dip.to<br />

Diritto <strong>alla</strong> salute e Politiche Solidarietà), Marche (Agenzia Regionale Sanitaria), Liguria (Dip.to Sanità<br />

e Servizi Sociali), Lombardia (Dir.Generale Sanità, Serv. Pianificazione e sviluppo), Azienda<br />

Ospedaliera di Padova (Ufficio Relazioni con il Pubblico), Università di Bologna (Scuola di<br />

Specializzazione in Sociologia Sanitaria).<br />

4


Il Progetto si pone l’obiettivo generale di costituire una rete permanente di osservatori regionali<br />

integrati che consentano la rilevazione periodica e continuativa <strong>della</strong> percezione <strong>della</strong> qualità dei<br />

servizi sanitari da parte dei cittadini – utenti e la rilevazione di alcune misure di soddisfazione e<br />

outcome in riferimento ai servizi forniti per patologie/condizioni selezionate. Il programma si articola<br />

in tre fasi:<br />

• Fase 1: studio di fattibilità e individuazione dei settori di interesse<br />

Valutazione e analisi comparata degli <strong>strumenti</strong> adottati nelle diverse realtà regionali<br />

relativamente <strong>alla</strong> qualità percepita e <strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità delle cure, per individuare<br />

punti di forza e di debolezza;<br />

Individuazione degli <strong>strumenti</strong> di indagine quantitativa e qualitativa da proporre per un<br />

maggiore coinvolgimento degli operatori e dei cittadini nella programmazione e nel<br />

miglioramento delle prestazioni dei servizi;<br />

Definizione di un modello di osservatorio regionale sulla qualità percepita da attivare nelle<br />

diverse unità operative regionali e individuare i flussi di collegamento.<br />

• Fase 2: percorso di sperimentazione integrata a livello intra-regionale<br />

Adottare in via sperimentale nelle Aziende Sanitarie metodi e <strong>strumenti</strong> individuati nella prima<br />

fase;<br />

Supportare tale sperimentazione anche tramite la formazione necessaria;<br />

Realizzare periodiche valutazioni sui risultati <strong>della</strong> sperimentazione, coinvolgendo i cittadiniutenti.<br />

• Fase 3: <strong>valutazione</strong> finale<br />

Verificare l’impatto del progetto.<br />

Stato di avanzamento del progetto<br />

Conclusa l’Indagine esplorativa e l’analisi dei bisogni informativi/formativi che ha portato <strong>alla</strong><br />

individuazione delle aree di debolezza nei vari contesti territoriali, e definito un modello generale e<br />

condiviso di ‘osservatorio’ <strong>della</strong> qualità percepita, attualmente è in corso la seconda fase che comporta<br />

lo sviluppo nelle UU.OO. partecipanti al programma lo sviluppo e l’utilizzo sperimentale degli <strong>strumenti</strong><br />

e dei metodi che facilitano l’ascolto dei cittadini al livello di erogazione dei servizi. Si riporta di seguito<br />

schematicamente quanto è in corso.<br />

Attività in corso nelle UU.OO. partecipanti al Programma<br />

Liguria Riprogettazione terza parte <strong>della</strong> CdS e suo monitoraggio con il contributo dei cittadini<br />

Definizione di una serie di <strong>strumenti</strong> per la rilevazione <strong>della</strong> qp secondo una<br />

metodologia integrata quali – quantitativa<br />

Toscana Sviluppo del tema CdS ( indicatori comuni; informazione e comunicazione pubblica ;<br />

sviluppo delle carte dei servizi in rete: utilizzo di altri mezzi e <strong>strumenti</strong> comunicativi<br />

Sviluppo del filone indagini di soddisfazione ( presidio di ricovero; area ambulatoriale)<br />

Consolidamento del flusso informativo CdS.<br />

Azienda<br />

Ospedaliera<br />

di Padova<br />

Iniziative formative per operatori di front line o altri operatori interessati<br />

Introduzione di <strong>strumenti</strong> qualitativi per la rilevazione <strong>della</strong> qualità percepita<br />

Revisione dei percorsi dei reclami; introduzione di modalità di gestione che<br />

semplifichino la procedura e sviluppino la cultura dell’ascolto; riflessione sul ciclo<br />

qualità reclami.<br />

Marche Sviluppo di una classificazione e realizzazione del sistema di gestione dei reclami:<br />

regolamento di pubblica tutela.<br />

Lombardia Sviluppo e adozione di uno strumento per la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita del<br />

ricovero ospedaliero;<br />

Prosecuzione e completamento del progetto CdS on line;<br />

sviluppo e miglioramento <strong>della</strong> reportistica sui reclami.<br />

5


Emilia -<br />

Romagna<br />

Sviluppo e monitoraggio dell’utilizzo di <strong>strumenti</strong> quantitativi e qualitativi per la<br />

<strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita in diverse situazioni (ricovero ospedaliero, anziani,<br />

dializzati, cittadini stranieri);<br />

Approccio agli <strong>strumenti</strong> per la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita nella <strong>valutazione</strong> del<br />

risultato delle cure.<br />

Realizzazione del sistema informativo regionale sui reclami<br />

Sviluppo di iniziative migliorative <strong>della</strong> partecipazione/comunicazione dei cittadini negli<br />

organismi istituzionali al livello <strong>della</strong> erogazione dei servizi.<br />

Formazione di operatori addetti all’utilizzo di <strong>strumenti</strong> quali – quantitativi.<br />

Revisione e sviluppo del set di indicatori ‘ex articolo 14’<br />

Obiettivi generali<br />

Lo sviluppo <strong>della</strong> cultura degli <strong>strumenti</strong> di rilevazione <strong>della</strong> percezione <strong>della</strong> qualità dei servizi sanitari<br />

e dell’esito delle cure su patologie/condizioni selezionate, integrando le diffuse metodologie<br />

quantitative con l’utilizzo di metodologie qualitative;<br />

La sperimentazione delle modalità strutturate di utilizzo di tali <strong>strumenti</strong>, al fine di coinvolgere i<br />

cittadini-utenti (panel, focus-group, questionari di <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita) per definire<br />

preferenze, valutazioni qualitative, progettazione;<br />

La costituzione di un osservatorio regionale <strong>della</strong> qualità percepita, integrato in una rete permanente<br />

di osservatori regionali.<br />

Criteri e indicatori per la verifica dei risultati raggiunti<br />

Repertorio di <strong>strumenti</strong> congrui per la <strong>valutazione</strong> di diverse dimensioni soggettive e strutturali<br />

implicate nella percezione <strong>della</strong> qualità dei servizi sanitari;<br />

Definizione del modello di osservatorio regionale nei diversi aspetti organizzativi, funzionali e<br />

informativi implicati;<br />

Relazioni metodologiche relative <strong>alla</strong> sperimentazione delle modalità di utilizzo degli <strong>strumenti</strong><br />

individuati.<br />

Innovatività<br />

A tutt’oggi le attività progettuali, per quanto fragili, costituiscono un riferimento significativo a livello<br />

nazionale, come testimoniato dalle numerose richieste di materiali e d<strong>alla</strong> frequentazione del sito<br />

internet dedicato (accessi e scaricamenti mensili contando solo quelli con accesso dal sito <strong>della</strong> ASR<br />

<strong>della</strong> Emilia – Romagna).<br />

Trasferibilità<br />

I materiali prodotti sono messi a disposizione (sito Internet) del sistema sanitario nazionale.<br />

Struttura sanitaria proponente: Agenzia Sanitaria Regione Emilia-Romagna<br />

Unità organizzativa: “Area Accreditamento”<br />

Indirizzo: viale A. Moro 38 - 40127 Bologna<br />

Sito web: http://www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/dirsettori/set2/qp/index.htm<br />

Referente del progetto: Dott.ssa Renata Cinotti<br />

Funzione: Responsabile Area<br />

Telefono: 051/283595<br />

Fax: 051/283715<br />

E-mail: asr_qualita@asr.regione.emilia-romagna.it<br />

6


Qualità percepita:significato, sistema valoriale,<br />

soggetti ed ambienti di riferimento<br />

Piera Poletti<br />

CEREF Centro di ricerca e formazione Padova<br />

Nella relazione viene proposto un modello di analisi e sviluppo <strong>della</strong> qualità percepita, una delle<br />

dimensioni <strong>della</strong> qualità, con quelle tecnico-professionale ed organizzativo-manageriale,<br />

identificate d<strong>alla</strong> normativa nazionale, che si articola sugli assi descritti nel seguito.<br />

Assi del modello<br />

- valori individuali e collettivi esplicitati, ma soprattutto applicati nelle scelte e nelle azioni<br />

- analisi delle componenti che possono concorrere <strong>alla</strong> definizione <strong>della</strong> "percezione <strong>della</strong><br />

qualità" in un determinato contesto e momento storico<br />

- percezione considerata un prodotto multidimensionale di tutti gli stakeholders e che va quindi<br />

accertata presso tutti, perche' comunque essa influenza le scelte ed i comportamenti dei singoli<br />

soggetti e di conseguenza il sistema<br />

- accertamento delle prospettive e conseguente azione di miglioramento integrata tra i fruitori dei<br />

servizi, il gruppo di sostegno familiare e sociale, il volontariato, la comunità (cittadini, forze<br />

sociali), i professionisti, la dirigenza <strong>della</strong> azienda sanitaria<br />

- accertamento <strong>della</strong> qualità percepita in tutti gli ambiti operativi delle aziende sanitarie (spesso<br />

la centralità è sui servizi per acuti)<br />

- finalità di continua ricerca ed implementazione di strategie per un sistema salute-servizi<br />

sempre più aderente alle esigenze dei singolo e <strong>della</strong> comunità, condiviso e partecipato,<br />

coerente con uno sviluppo sostenibile ma che persegue anche il contemporaneo sviluppo di<br />

una consapevolezza sociale diffusa dei valore "salute"<br />

- qualità percepita come strumento di intervento consapevole nei rapporti professionali e sul<br />

sistema, non solo dovere normativo o “giudizio di soddisfazione/gradimento"<br />

- azienda sanitaria come insieme di occasioni di conoscenza dei servizi, dei professionisti, di<br />

ruoli e responsabilità, per la educazione <strong>alla</strong> salute e ad un uso appropriato dei servizi stessi<br />

- approccio metodologico aperto ai diversi metodi e <strong>strumenti</strong> di analisi e sviluppo disponibili e<br />

quando possibile ed utile di integrazione degli stessi.<br />

Ambiti di approfondimento e sviluppo<br />

Sembra utile richiamare alcuni ambiti che nella qualità percepita richiedono impegno di<br />

approfondimento, ricerca, sperimentazione, formazione:<br />

- utilizzo di conoscenze delle diverse discipline per analizzare e comprendere i fenomeni<br />

considerati; ciò richiede forte collaborazione ínterdisciplinare<br />

- metodologie di analisi <strong>della</strong> percezione, con <strong>valutazione</strong> differenziale e di impatto rispetto ai<br />

diversi soggetti coinvolti<br />

- metodologie di progettazione ed implementazione dei cambiamento, coerenti con i risultati<br />

delle indagini sulla qualità percepita<br />

- <strong>valutazione</strong> delle metodologie impiegate nelle indagini di soddisfazione e gradimento, secondo<br />

criteri di validità, ma anche costo-efficacia ed impatto dei loro impiego<br />

- metodi di coinvolgimento di tutti i soggetti<br />

- -metodologie di <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> partecipazione<br />

Poletti P., Il rapporto medico paziente: dinamiche e prospettive, «Quaderni di etica e medicina", 7, 2000, pp.<br />

11-22<br />

Poletti P., Patient as partner, Tassegna di Patologia dell'Apparato Respiratorio", 1511, 2000, pp. 5-9<br />

Mambelli P., Poletti P., L'esperienza <strong>della</strong> Provincia Autonoma di Bolzano nella soddisfazione dei pazienti, in<br />

Atti Azienda sanitaria - Fabriano (in stampa)<br />

7


La relazione fra cittadini e servizio sanitario<br />

regionale. Problemi e proposte operative<br />

La relazione fra cittadini e Servizio<br />

regionale:problemi e proposte<br />

Workshop “<strong>Metodi</strong> e <strong>strumenti</strong> per un<br />

integrato <strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> i <strong>della</strong> qualità<br />

nelle aziende it<br />

Modena, 6 maggio<br />

Maria it i Augusta ” Nicoli,Agenzia 2002 Sanitaria<br />

R i l<br />

Maria Augusta Nicoli<br />

Agenzia Sanitaria regionale<br />

I nuovi orientamenti in campo<br />

sanitario: i livelli essenziali di assistenza<br />

• I recenti orientamenti legislativi sanciscono obiettivi di<br />

politica sanitaria improntati al rafforzamento e <strong>alla</strong><br />

traducibilità operativa dei principi di universalità e di<br />

globalità delle garanzie offerte al Ssn.<br />

• In particolare con l’Accordo Conferenza Stato Regioni del<br />

novembre 2001 viene introdotta l’applicazione dei livelli<br />

essenziali di assistenza, non assunti come “minimi” ma<br />

“essenziali”, affermando il carattere di necessità ed<br />

appropriatezza dell’offerta rispetto alle esigenze di<br />

ciascuno (Taroni,2000).<br />

8


I nuovi orientamenti in campo<br />

sanitario: i piani per la salute<br />

• Un Piano per la salute (PPS) può essere definito come “un piano<br />

poliennale di azione elaborato e realizzato da una pluralità di<br />

attori, coordinati dal governo locale, che impegnano risorse<br />

umane e materiali allo scopo di migliorare la salute <strong>della</strong><br />

popolazione anche attraverso il miglioramento <strong>della</strong> assistenza<br />

sanitaria”. Esso richiede quindi il coinvolgimento più vasto<br />

possibile, il rafforzamento delle alleanze esistenti e la creazione<br />

di nuove. Il PPS costituisce il Patto locale di solidarietà per la<br />

salute.<br />

Il processo in corso e il punto di<br />

vista del cittadino<br />

Sistema formale<br />

dei servizi<br />

Criteri di<br />

selettività<br />

Patti di solidarietà<br />

accesso Rete di<br />

per la salute<br />

sostegno<br />

Il cittadino<br />

Sistema<br />

informale<br />

9


Quali variabili in gioco?<br />

• Per il governo dei processi in corso ci si riferisce a<br />

quel complesso intreccio di variabili, non solo<br />

cliniche, non solo epidemiologiche e non solo<br />

economiche, che rientrano nella domanda di salute<br />

quale costruzione sociale di percorsi collettivi,<br />

frutto di scambi e rielaborazioni che scaturiscono<br />

tra l’incontro di sistemi formali di intervento/cura<br />

e sistemi informali, tra il professionista e il<br />

cittadino, tra il singolo e il suo contesto culturale e<br />

valoriale di riferimento<br />

La necessità di nuove relazioni<br />

Gli utenti sono consumatori efficienti o cittadini<br />

attivi?<br />

• Il coinvolgimento attivo degli utenti e dei carer<br />

nella relazione di produzione e ricezione dei<br />

servizi<br />

• Utenti e carer come risorse per la pianificazione, il<br />

managment e la <strong>valutazione</strong> dei servizi locali (La<br />

progettazione dialogica)<br />

10


Relazioni di partnership<br />

• Se le relazioni di apprendimento sono basate sul<br />

convincimento che non tutta la competenza e il<br />

sapere necessari si trovano all’interno di una<br />

stessa entità (persona,organizzazione ecc) le<br />

relazioni di partnership si basano sul<br />

convincimento che il modo migliore per far<br />

risaltare l’expertise e il sapere degli utenti e dei<br />

carer familiari, oltre che quello degli operatori,<br />

consiste nel trovare modi per lavorare insieme<br />

(Barnes,1999)<br />

Le decisioni collettive: tra<br />

dissensi e consensi<br />

• Di fronte al venir meno <strong>della</strong> tradizione e<br />

all’impossibilità di trovare nella scienza l’unico<br />

orientamento utile per le decisioni collettive, non<br />

si può prescindere dal consenso.<br />

• Il consenso esplora i diversi punti di vista e le<br />

diverse possibilità in discussione, li argina e li<br />

orienta verso un’intesa riconosciuta da tutti<br />

(Moscovici, Doise, 1992)<br />

11


Collegamenti tra i progetti e le aree<br />

dell’Agenzia sanitaria regionale<br />

“Cosa dicono i cittadini,<br />

i professionisti,<br />

gli amministratori”<br />

I livelli essenziali di<br />

assistenza<br />

Area salute<br />

Area governo clinico L’accesso ai servizi:<br />

priorità, appropriatezza<br />

equità<br />

Selettività e piani per<br />

la salute: integrazione tra<br />

sistemi formali di cura e<br />

processi di presa in carico<br />

comunitaria<br />

Area qualità<br />

percepita<br />

Area sociale<br />

Cosa dicono i cittadini, i professionisti e gli<br />

amministratori sulla prioritarizzazione dei<br />

servizi sanitari (Bowling,1993)<br />

Variabili<br />

sociodemografiche<br />

Atteggiamenti<br />

verso i<br />

trattamenti<br />

Ordine<br />

priorità dei<br />

trattamenti<br />

Ordine di<br />

priorità<br />

Items dei servizi<br />

“qualità <strong>della</strong><br />

vita”<br />

Allocazione<br />

risorse<br />

“criterio gravità”<br />

12


Cosa dicono i cittadini, gli amministratori e i<br />

professionisti (Domenighetti, Maggi;2001)<br />

Priorità e razionamento<br />

la qualità <strong>della</strong> vita futura<br />

cure palliative vs<br />

trapianto<br />

Limitazione delle risorse<br />

priorità di trattamento<br />

e priorità di finanziamento<br />

in funzione del trattamento<br />

Chi sono<br />

i cittadini<br />

che aspettano<br />

Criteri di priorità:età,<br />

qualità vita futura;<br />

responsabilità<br />

individuale<br />

Utilità individuale vs<br />

utilità sociale<br />

Equità vs<br />

efficienza/efficacia<br />

clinica<br />

Il tempo di attesa: variabili<br />

strutturali/organizzative<br />

Modalità<br />

organizzative<br />

Risorse attivate<br />

Accesso:<br />

tempo di<br />

attesa<br />

territorio<br />

Per quale<br />

problema<br />

13


Il tempo di attesa: variabili soggettive<br />

(<strong>valutazione</strong> propri stato di salute e decisione<br />

di richiesta di cure)<br />

Chi è il<br />

paziente<br />

Valutazione<br />

soggettiva<br />

Accesso:<br />

tempo di attesa<br />

Grado di soddisfazione e<br />

percezione del tempo di attesa<br />

Fase 1<br />

richiesta e<br />

prenotazione<br />

Fase 2<br />

prenotazione e<br />

appuntamento<br />

soddisfazione<br />

Fase 4<br />

Ritiro esito<br />

e consegna<br />

Fase 3<br />

tempo di<br />

attesa in<br />

ambulatorio<br />

14


La comunità locale come ambito di<br />

partecipazione: lo sviluppo di comunità<br />

• Coinvolgimento:soggetti in genere toccati<br />

emotivamente da un evento e assumono la<br />

propensione a fare qualcosa<br />

• Partecipazione: implica un esercizio di potere, la<br />

possibilità reale di decidere, di controllare<br />

• Creazione di connessioni che sono le premesse<br />

per il coinvolgimento e la partecipazione (Martini<br />

e Sequi,1998)<br />

Comunità come bacino di utenza<br />

vs come attore sociale<br />

• Bisogno/problema<br />

• riceve/consuma<br />

• popolazione come utenza<br />

• il centro è il servizio<br />

• potere come potere<br />

d’acquisto<br />

• dipendenza/passività<br />

• non responsabilità<br />

• identità eterodefinita<br />

• Risorsa/capacità<br />

• agisce/partecipa<br />

• popolazione come insieme<br />

di cittadini attivi<br />

• il centro è la comunità<br />

• potere come potere di<br />

produzione<br />

• autonomia/autodetermi.<br />

• responsabilità<br />

• identità autodefinita<br />

15


<strong>Metodi</strong> e <strong>strumenti</strong> dell’approccio <strong>qualitativo</strong><br />

<strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita<br />

1. <strong>Metodi</strong> qualitativi <strong>della</strong> ricerca sociologica<br />

Leonardo Altieri<br />

Dipartimento di sociologia<br />

Facoltà di scienze politiche<br />

Università di Bologna<br />

Le competenze metodologiche <strong>della</strong> sociologia si prestano in modo eccellente agli studi valutativi:<br />

l’integrazione di vari approcci, metodi e tecniche, la capacità di lettura <strong>della</strong> complessità delle<br />

situazioni e delle relazioni, la predisposizione all’interconnessione e <strong>alla</strong> messa in comunicazione dei<br />

vari attori sociali che entrano in gioco nei sistemi dei servizi sono elementi forti che danno a questa<br />

disciplina un ruolo non sostituibile nella <strong>valutazione</strong>. In particolare le metodologie e le tecniche<br />

proprie <strong>della</strong> ricerca sociologica sono da valorizzare negli studi valutativi.<br />

Non ci dilungheremo qui nell’esporre in dettaglio questi metodi 1. Ci limiteremo ad alcune<br />

considerazioni pertinenti alcune tecniche specifiche utilizzabili in <strong>valutazione</strong>, limitandoci a quelle<br />

cosidette “qualitative”.<br />

Si intende che occorrerebbe per lo meno accennare al dibattito “<strong>qualitativo</strong>/quantitativo”, all’opinabilità <strong>della</strong><br />

contrapposizione fra i due termini, al fatto che il dato quantitativo non è qualcosa di “oggettivo”, “neutrale” e<br />

perciò “scientifico” a differenza del <strong>qualitativo</strong>, nascendo il dato quantitativo da qualcosa che è sempre<br />

<strong>qualitativo</strong> (come per es. la domanda di un questionario). Ci limitiamo qui ad accennare al problema.<br />

Ricordando comunque che l’informazione quantitativa/statistica si presta soprattutto al campo <strong>della</strong> “conferma”<br />

e <strong>della</strong> “verifica” (di ipotesi già formulate e fondate su conoscenze già note); l’informazione qualitativa si presta<br />

particolarmente al campo dell’ “esplorazione” e dell’ “approfondimento”.<br />

Le interviste non strutturate soprattutto hanno grandi capacità di penetrazione, approfondimento,<br />

flessibilità ed adesione <strong>alla</strong> soggettività del singolo operatore o utente e <strong>alla</strong> specificità del singolo<br />

caso; vanno cioè oltre i noti limiti dei questionari standardizzati. Sono particolarmente opportune per<br />

quegli utenti che hanno difficoltà di lettura e scrittura. Ottengono spesso un maggior livello di<br />

collaborazione e di credibilità da parte dell’intervistato. Sul versante dei limiti, non si può negare che<br />

esse siano particolarmente invasive, soprattutto in questi campi in cui l’oggetto tocca sfere delicate,<br />

intime, sofferte del privato delle persone. E, soprattutto, spesso non producono dati trattabili<br />

statisticamente e quindi non sono in grado di misurare fenomeni, giudizi su prestazioni, soddisfazione<br />

dei pazienti.<br />

L’osservazione, intesa come tecnica specifica di rilevazione sul campo, va rivalorizzata per le notevoli<br />

potenzialità che offre (nelle sue articolazioni di partecipante, quasi-partecipante o solo diretta) 2. Essa<br />

deve essere mirata su oggetti specifici, pianificata (per es. per osservare diversi operatori <strong>della</strong> stessa<br />

professionalità al lavoro), condotta sistematicamente (per ridurre l’effetto di eventi casuali),<br />

prolungata nel tempo (anche per ridurre, attraverso l’abitudine, la distorsione provocata fra operatori<br />

e utenti d<strong>alla</strong> presenza artificiosa dell’estraneo osservatore). Essa presenta notevoli svantaggi sia per i<br />

costi (soprattutto temporali) sia per l’impossibilità di osservare eventi imprevedibili (per es. l’arrivo al<br />

servizio di Pronto Soccorso di determinate patologie), ma soprattutto per la forte invasività che la<br />

caratterizza e per l’artificiosità delle situazioni che crea quando la presenza dell’osservatore non sia<br />

dissimulata. Nel campo <strong>della</strong> <strong>valutazione</strong> dei servizi, essa si presta particolarmente laddove la<br />

prestazione assistenziale sia di tipo collettivo: case protette per anziani, centri diurni per handicappati,<br />

centri di aggregazione giovanile, ecc., dove cioè è proponibile la presenza dell’osservatore. In tali tipi<br />

di servizi spesso la stessa costruzione di utili indicatori circa la relazione fra operatore e utente può<br />

1 perché oggetto di specifici capitoli in questo stesso volume.<br />

2 Cfr. il capitolo sull’osservazione nel presente volume.<br />

16


nascere dall’osservazione sul campo. 3Similmente l’uso in <strong>valutazione</strong> degli standard professionali può<br />

richiedere l’osservazione diretta sul campo, dove il valutatore effettua dal vivo la comparazione fra<br />

prestazione osservata e comportamento standard.<br />

I metodi visuali non sono una protesi dell’osservazione, ma hanno loro propri codici e veicoli: d<strong>alla</strong><br />

fotostimolo, alle immagini autoprodotte, <strong>alla</strong> raccolta di immagini (fotografiche o videoregistrate) da<br />

parte del ricercatore, di cui poi si farà l’analisi del contenuto e un montaggio tematico finale (con<br />

eventuale restituzione).<br />

2. Giudizi di esperti e tecniche di gruppo<br />

Raggruppiamo qui metodi e tecniche che riguardano attività di <strong>valutazione</strong> messe in atto sia da “pari”<br />

(cioè appartenenti <strong>alla</strong> stessa categoria professionale dei valutati) esperti che intervengono<br />

dall’esterno, sia da operatori che si autovalutano internamente al servizio. Si differenziano gli attori<br />

<strong>della</strong> <strong>valutazione</strong>. Ma qui vengono praticate specifiche tecniche di lavoro, basate fondamentalmente<br />

su metodologie di gruppo.<br />

a) I gruppi focalizzati 4 (abitualmente chiamati focus group) consistono in interviste rivolte a gruppi<br />

omogenei di un numero limitato di persone (di norma da sette a dodici), la cui attenzione è mirata su<br />

un argomento specifico che viene sviscerato in profondità. Un moderatore dirige la discussione e cura<br />

che ogni partecipante possa esprimere liberamente la propria opinione (per es. sui problemi aperti nel<br />

servizio). Il gruppo dovrebbe essere orientato all’ascolto e al contraddittorio aperto. L’aspettativa sta<br />

nella capacità esplorativa e nelle potenzialità comunicative del piccolo gruppo. L’obbiettivo è<br />

l’elaborazione collettiva di analisi e/o indicazioni operative, su cui occorre verificare in una certa<br />

misura il consenso. I problemi aperti sono vari:<br />

il tipo di composizione dei gruppi (naturali o artificiali)<br />

la consistenza numerica del gruppo<br />

il ruolo forte e/o debole del moderatore/conduttore<br />

la formalizzazione o meno del consenso<br />

la concentrazione dei temi da approfondire<br />

b) La tecnica dei gruppi Delphi 5 ha l’obbiettivo di produrre idee creative e attendibili e di elaborare<br />

informazioni utili al processo valutativo e decisionale. Viene usata dunque come supporto ad altre<br />

attività valutative. Si basa su un processo strutturato che raccoglie e approfondisce informazioni dal<br />

patrimonio conoscitivo di un gruppo di esperti. Essi sono consultati attraverso una serie di questionari,<br />

interv<strong>alla</strong>ti da feedback di verifica sulle opinioni espresse. I questionari (trasmessi anche per via<br />

telematica) sono formulati con lo scopo di approfondire risposte individuali al problema posto,<br />

aiutando gli esperti ad affinare progressivamente il loro punto di vista, mano a mano che il gruppo<br />

progredisce nella riflessione. Infatti le risposte al primo questionario vengono analizzate, sintetizzate<br />

e utilizzate per costruire il secondo. E così via, finché il ricercatore non ritenga che si sia raggiunto un<br />

soddisfacente livello di approfondimento e di convergenza.<br />

c) I gruppi nominali di esperti (fondati sulla procedura chiamata NGT, nominal group technique)<br />

consistono nell’aggregazione di individui con uno specifico obbiettivo conoscitivo, valutativo o<br />

decisionale [Bertin 1995, 189], dove le normali dinamiche di gruppo sono evitate strutturando e<br />

riducendo al minimo la comunicazione verbale fra i partecipanti. Anche qui il numero di esperti<br />

coinvolti va da sette a dodici, per favorire la penetrazione nel tema ed evitare i rischi <strong>della</strong> dispersione.<br />

Gli esperti vengono riuniti attorno ad un tavolo, ma la comunicazione non è libera, ma imperniata su<br />

un processo strutturato. Il confronto avviene prima per iscritto e poi si chiede a tutti di reagire alle<br />

cose scritte, ma dissimulando l’identità di ciascun autore: si commenta cioè, durante la riunione, si<br />

approfondisce e si discute di quanto gli altri hanno scritto, ma senza sapere a chi va addebitato<br />

3<br />

cfr. il saggio di A. Robertson, <strong>Metodi</strong> e disegni per la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità nei servizi socio-sanitari, in Bertin<br />

[1995].<br />

4<br />

cfr. L. Bovina, I focus group. Storia, applicabilità, tecnica, in Altieri et. al. [1998].<br />

5<br />

cfr: E. Ziglio, La tecnica Delphi. Applicazione alle politiche sociali, in Altieri et al. [1998].<br />

17


ciascun pezzo, ciò, evidentemente per non farsi influenzare dall’autore (o da precedenti relazioni con<br />

l’autore) e per centrare l’attenzione solo sui contenuti.<br />

d) Il gruppo creativo (che usa la tecnica cosiddetta del brain storming) è particolarmente utile nella<br />

fasi iniziali degli studi valutativi, quando ancora si devono mettere a fuoco gli aspetti su cui<br />

concentrare lo studio, i nodi problematici, ma anche i criteri su cui fondare la <strong>valutazione</strong>. Il gruppo si<br />

riunisce con lo scopo di produrre liberamente, con il massimo <strong>della</strong> creatività, idee, elaborazioni,<br />

opinioni sul tema generale <strong>della</strong> <strong>valutazione</strong>. Ogni partecipante ha il compito di concentrarsi, riflettere<br />

e esprimere con sempre maggiore definizione la propria posizione. Non può però interloquire con gli<br />

altri, discutere, obiettare, chiedere. Userà ovviamente gli interventi degli altri come stimolo indiretto,<br />

ma deve concentrarsi esclusivamente su se stesso per elaborare in continuazione idee. Il lavoro di<br />

gruppo è guidato da un ricercatore che proporrà alcuni temi di discussione (con domande del tipo:<br />

“che cosa significa efficacia nel vostro servizio?”, “quali sono i punti critici?”, ecc.) e registrerà (per lo<br />

più manualmente) quanto viene prodotto. Al termine ci si aspetta di avere un’ampia panoramica di<br />

criteri di <strong>valutazione</strong>, di nodi problematici, di definizioni di risultati attesi e aspettative. Il ricercatore<br />

potrà, all’interno di questi, dopo averli classificati, selezionare ed utilizzare quelli che hanno ricevuto il<br />

maggior consenso o comunque quelli più convincenti.<br />

e) I gruppi ispettivi prevedono non tanto un lavoro di gruppo, quanto procedure che implicano<br />

l’intervento, volontariamente richiesto dagli operatori di una struttura, di una commissione molto<br />

ristretta di esperti di pari ed omogenea collocazione professionale, all’interno di una struttura di<br />

servizio per valutarne la qualità. Si tratta di una prassi sostenuta d<strong>alla</strong> metodologia di VRQ (verifica e<br />

revisione <strong>della</strong> qualità delle prestazioni e dell’assistenza sanitaria, detta anche quality assurance). Gli<br />

esperti, tramite osservazione sul campo, colloqui con i colleghi che li hanno invitati, compilazione di<br />

protocolli, hanno il compito di giudicare la corrispondenza del comportamento professionale<br />

osservato con standard o linee-guida. Lo scopo è accreditare il servizio ispezionato, dare indicazioni o<br />

norme di qualità per un successivo miglioramento delle prestazioni.<br />

f) I gruppi di verifica fra pari (peer review) si costituiscono invece fra professionisti ed operatori interni<br />

a un servizio e sono sedi di auto<strong>valutazione</strong> [Giustetto, Bert 1984]. Il gruppo dunque spesso non è<br />

nominale o artificiale, ma preesistente. Al suo interno avvengono tipiche dinamiche di gruppo. Non<br />

esiste una guida esterna. I membri hanno lo scopo di dotarsi di criteri e procedure di auto<strong>valutazione</strong>;<br />

ritengono la <strong>valutazione</strong> elemento interno <strong>alla</strong> propria professionalità; sono di norma avvezzi a<br />

lavorare in équipe. L’obbiettivo operativo è il miglioramento del livello <strong>qualitativo</strong> delle prestazioni<br />

individuali e collettive.<br />

3. Verso un approccio negoziale e multidimensionale<br />

In campo valutativo si possono rintracciare anche altri approcci che vanno nella direzione di integrare<br />

tecniche di natura diversa 6. Ad esempio, lo stesso Patton [1980], fautore dei metodi qualitativi nella<br />

<strong>valutazione</strong>, opta per il cosiddetto paradigm of choice (paradigma <strong>della</strong> scelta), in base al quale<br />

metodi diversi sono appropriati per situazioni diverse. L’approccio valutativo di Patton, denominato<br />

Utilisation-Focused Approach (approccio mirato sull’utilizzo), contempla infatti una metodologia<br />

flessibile, che richiede da parte del ricercatore il sapere utilizzare l’analisi dei dati quantitativi, l’analisi<br />

costi-benefici e costi-efficacia, i disegni sperimentali, la “misurazione” qualitativa tramite osservazione<br />

partecipante, colloqui in profondità ecc. Permane tuttavia qui il criterio fondamentale<br />

dell’adeguatezza del metodo <strong>alla</strong> situazione.<br />

Vi sono anche altri autori, fra cui Marsh, Hughes, Hirst, Fine e Akabas [in Conner 1981] che hanno<br />

condotto ricerche attraverso un mix di metodi a seconda delle diverse componenti del programma da<br />

valutare (<strong>valutazione</strong> di processo, <strong>valutazione</strong> degli esiti, ecc.). Lo stesso Smith [1981] propone un<br />

tipo di <strong>valutazione</strong> “pluralistica”, mettendo in luce i presupposti errati dell’impostazione tradizionale<br />

<strong>della</strong> ricerca valutativa, tra cui, in particolare, l’eccessiva fiducia nel modello sperimentale, il fatto di<br />

6 A partire dagli anni ‘80, il dibattito quali-quantitativo, tipico degli anni ‘60 e ‘70, nel settore <strong>della</strong> <strong>valutazione</strong> sembra<br />

affievolirsi, quantomeno in parte e soprattutto nel contesto statunitense, di fronte <strong>alla</strong> tendenza a promuovere metodi di<br />

indagine che si possano avvalere di tecniche differenti in base <strong>alla</strong> situazione ed all’oggetto di analisi.<br />

18


itenere la pianificazione un processo fortemente razionale, la non presa in considerazione nell’ambito<br />

delle organizzazioni di concorrenza e conflitti, ecc..<br />

Oggi, all’interno di una concezione <strong>della</strong> <strong>valutazione</strong> come attività di negoziazione e di messa in<br />

comunicazione di prospettive diverse da parte di molteplici attori, si vanno affermando valutazioni<br />

multicriteri che operano attraverso tecniche di indagine sia quali che quantitative. L’approccio<br />

multicriteri, di cui Robertson [1984] è uno dei principali fautori, è stato pensato in funzione <strong>della</strong><br />

combinazione di diverse strategie di <strong>valutazione</strong> (la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> soddisfazione dei clienti, la<br />

<strong>valutazione</strong> tramite giudizio degli esperti sull’efficacia del programma, l’auto<strong>valutazione</strong> relativa agli<br />

aspetti di input, ecc.) che richiedono l’utilizzo di indicatori costruiti su informazioni di natura differente.<br />

Questa sembra la strada convincente per un’attività valutativa all’altezza dei compiti che le si<br />

pongono quando opera su programmi che intervengono su e dentro sistemi sociali complessi.<br />

Bibliografia<br />

L. Altieri (1987) La ricerca valutativa negli interventi sociali, in Guidicini P. (a cura di), Nuovo manuale<br />

<strong>della</strong> Ricerca sociale, Angeli, Milano, pp. 657- 682;<br />

L. Altieri (1992) Il ruolo <strong>della</strong> ricerca valutativa nell'attività di un Ser.T., in Sois- USL 39, Meridiana<br />

tossicodipendenza, Tossicodipendenze. Conoscenze e pratiche sociologiche nella tutela <strong>della</strong> salute e<br />

nella prevenzione delle forme di tossicodipendenza, Cesena, pp. 43-55;<br />

M. C. Alkin (a cura di) (1990), Debates on evaluation, Sage, London-Beverly Hills;<br />

L. Altieri (1996) La <strong>valutazione</strong> dal punto di vista del servizio e dal punto di vista degli utenti<br />

nell'attività di un Ser.T., in J. Fagioli, P. Ugolini (a cura di), Tossicodipendenze e pratica sociologica.<br />

Prevenzione, <strong>valutazione</strong>, sistema informativo e osservatorio, Angeli, Milano, pp. 157-176;<br />

L. Altieri (1997) Valutazione <strong>della</strong> qualità, qualità <strong>della</strong> <strong>valutazione</strong>. Problemi metodologici <strong>della</strong><br />

ricerca valutativa in sanità, in L. Altieri, L. Luison (1997);<br />

L. Altieri, L. Luison (a cura di) (1997) Qualità <strong>della</strong> vita e <strong>strumenti</strong> sociologici: problemi di analisi,<br />

metodi di ricerca, atti del convegno Ais sezione Metodologia-Sois, Perugia, 24-25 maggio 1994,<br />

Angeli, Milano;<br />

L. Altieri et al. (1988) Valutazione 1988 (selezione d<strong>alla</strong> Rassegna Italiana di Valutazione), ed. Giada,<br />

Perugia;<br />

L. Altieri (2001) A quali condizioni la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita dai cittadini influisce<br />

positivamente sulla qualità dei professionisti e delle organizzazioni?, in QA, vol. 12, n. 1, marzo 2001,<br />

pp. 3-12;<br />

L. Altieri (2002) Verso una <strong>valutazione</strong> come negoziazione in un pluralismo di valori/interessi in C.<br />

Cipolla, G. Giarelli, L. Altieri (a cura di), Valutare la qualità in sanità. Approcci, metodologie e <strong>strumenti</strong>,<br />

Angeli, Milano, pp. 95-126;<br />

F. P. Arcuri (a cura di) (1993) L'organizzazione ospedaliera tra complessità e creatività, Angeli,<br />

Milano;<br />

A. Ardigò (1979) "La partecipazione nel servizio sanitario nazionale", in La Ricerca Sociale, n. 20, VIII,<br />

pp. 7-43;<br />

A. Ardigò (1997) Sociologia e salute. Lineamenti di Sociologia sanitaria, Angeli, Milano;<br />

A. Ardigò (1991) Una matrice di concetti per la sociologia sanitaria e cinque modelli di sistema<br />

sanitario, paper presentato <strong>alla</strong> Scuola di Specializzazione in Sociologia Sanitaria, Bologna;<br />

A. Ardigò (1994a) Il quality assessment dei servizi e delle prestazioni sanitarie come misura <strong>della</strong><br />

soddisfazione dei consumatori. Un approccio concettuale generale, dispense per la Scuola di<br />

Specializzazione in Sociologia Sanitaria, Bologna;<br />

L. Bernardi L., F. Ongaro Bertol (1985) Azione sociale e <strong>valutazione</strong>, Ministero degli Interni, Direzione<br />

Generale Servizi civili, Roma;<br />

L. Bernardi , T. Tripodi (1981) <strong>Metodi</strong> di <strong>valutazione</strong> di programmi sociali, Fondazione Zancan, Padova;<br />

G. Bert, G. Giustetto (1984) Criteri e obbiettivi di <strong>valutazione</strong> nelle USL, La Nuova Italia Scientifica,<br />

Roma;<br />

G. Bertin (1989) Decidere nel pubblico. Tecniche di decisione e <strong>valutazione</strong> nella gestione dei servizi<br />

pubblici, Etas Libri, Milano;<br />

G. Bertin (a cura di) (1995) Valutazione e sapere sociologico. <strong>Metodi</strong> e tecniche di gestione dei<br />

processi decisionali, Angeli, Milano;<br />

C. Bezzi, M. Palumbo (a cura di) (1998) Strategie di <strong>valutazione</strong>. materiali di lavoro, Gramma, Perugia;<br />

19


A. Browne A., A. Wildavsky (1987) What Should Evaluation Mean to Implementation?, in D. J. Palumbo<br />

ed., The Politics of Program Evaluation, Sage, London, pp. 146-172;<br />

H. T. Chen , P. H. Rossi (1981) Multi-goal, Theory Driven Approach to Evaluation: a Model Linking Basic<br />

and Applied Social Science, in H. E. Freeman,<br />

C. Cipolla (1988) Teoria <strong>della</strong> metodologia sociologica, Angeli, Milano;<br />

C. Cipolla, G. Giarelli, L. Altieri (a cura di) (2002), Valutare la qualità in sanità. Approcci, metodologie e<br />

<strong>strumenti</strong>, Angeli, Milano;<br />

I. Colozzi (a cura di) (1989) L'ospedale fra istanze di efficienza e di umanizzazione, Angeli, Milano;<br />

A. Donabedian (1989) La qualità dell'assistenza sanitaria, La Nuova Italia Scientifica, Roma;<br />

V. Gerri (1992) Verso la <strong>valutazione</strong> comprensiva. Gli sviluppi metodologici dell’evaluation research<br />

nella letteratura anglosassone e oltre, tesi di laurea in Scienze Politiche, relatore L. Altieri, A. A. 1991-<br />

92, Bologna;<br />

M. Giuli (1993) Qualità e produttività dei servizi, Isedi, Torino;<br />

P. H. Glasser (1972) La ricerca valutativa, Fondazione Zancan, Padova;<br />

S. Grabe (1986) Manuale di <strong>valutazione</strong>, numero monografico di Quale Sviluppo, trimestrale ASAL, n.<br />

2, Roma;<br />

E. G. Guba, Y. S. Lincoln (1989) Fourth Generation Evaluation, Sage, London;<br />

W. W. Holland (a cura) (1985) La <strong>valutazione</strong> dell'assistenza sanitaria. Teorie, metodi, applicazioni,<br />

La Nuova Italia Scientifica, Roma;<br />

L. Mazza (1995) La soddisfazione dei pazienti. Una ricerca valutativa sull'ospedale di Imola,<br />

tesi di laurea, relatore L. Altieri, Scienze Politiche, Bologna;<br />

P.L. Morosini, F. Perraro, E. Barboni, L. Del Fabbro (a cura di) (1992) Introduzione <strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong><br />

<strong>della</strong> qualità dell’assistenza ospedaliera. Definizioni, metodi, pratica, numero monografico di QA<br />

(quality assurance), rivista <strong>della</strong> Società Italiana di V.R.Q., n. 3, 1992;<br />

D. J. Palumbo (edited by) (1988) The Politics of Program Evaluation, Sage, London, Yearbooks in<br />

Politics and Public Policy, vol. 15;<br />

M. Q. Patton (1980) Qualitative Evaluation Methods, Sage, London;<br />

M. Q. Patton (1987) Creative Evaluation, Sage, London;<br />

P. H. Rossi, H. E. Freeman (1989) Evaluation. A Systematic Approach, Sage, London;<br />

P. H. Rossi, H. E. Freeman, S. R. Wright (1979) Evaluation: A Systematic Approach, Sage, London;<br />

C. Ruta (1993) Sanità e management. Razionalizzazione strutturale e produttiva, controllo dei costi e<br />

del finanziamento, umanizzazione e qualità totale, Etas Libri, Milano;<br />

L. Rutman (1984) Evaluation Research Methods: a basic guide, Sage, London;<br />

E. A. Suchman (1967) Evaluation research, Russel Sage Foundation, New York;<br />

D. L. Stufflebeam, W. J. Webster (1981) An Analysis of Alternative Approaches to Evaluation, in H. E.<br />

Freeman, M. A. Solomon (eds), Evaluation Studies Review Annual, vol. 6, Sage, London, pp. 70-85;<br />

H. Vuori (1983) Verifica e revisione di qualità nei servizi sanitari, Edimedica Due, Genova;<br />

Y. S. Wholey (1979) Evaluation: Promise and Performance, The Urban Institute, Washington.<br />

20


<strong>Metodi</strong> e <strong>strumenti</strong> dell’approccio <strong>qualitativo</strong><br />

<strong>alla</strong> <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita.<br />

Alberto Franci - Mario Corsi<br />

Statistica sociale<br />

Libera Università degli Studi di Urbino<br />

La qualità ed il suo continuo miglioramento, assumono nei servizi socio-sanitari particolare rilievo e<br />

richiedono quindi di essere valutati per rispondere alle esigenze di chi governa, gestisce e controlla i<br />

servizi, di chi ne progetta o ne implementa lo sviluppo organizzativo e professionale, di chi valorizza la<br />

partecipazione sociale. Stimolata a livello istituzionale d<strong>alla</strong> nuova normativa di sviluppo del SSN e da<br />

quella dei servizi sociali (L. 328 del 2000), è andata progressivamente crescendo anche nel nostro<br />

Paese, l'attenzione per le dimensioni soggettive <strong>della</strong> qualità socio-sanitaria, per gli aspetti<br />

concernenti l'umanizzazione, la personalizzazione, il diritto all'informazione, il comfort dei processi<br />

assistenziali.<br />

È apprezzabile lo sforzo che molte Aziende Sanitarie Locali, Ospedaliere, alcuni Servizi-Sociali stanno<br />

facendo per misurare i livelli di soddisfazione degli utenti per l'assistenza ricevuta. Il gradimento<br />

dell'utenza può essere perciò visto come un'opportunità per tutti i servizi socio-sanitari di consultarsi<br />

con la propria utenza sull'esperienza vissuta e sui programmi intrapresi dai vari servizi sociali e<br />

sanitari.<br />

Dar voce agli utenti al termine <strong>della</strong> fruizione del servizio, significa analizzare criticamente i punti<br />

deboli ed i punti forti di tutti gli aspetti che compongono la vita e l'organizzazione dei servizi sociosanitari.<br />

Tuttavia quasi mai c'è piena consapevolezza delle implicazioni concettuali metodologiche e<br />

strumentali collegate con la misurazione di un fenomeno così complesso come quello <strong>della</strong><br />

soddisfazione nei rapporti con le strutture ed i processi di cura e di assistenza. Validità ed affidabilità<br />

non sono controllabili. L'utilizzo delle conoscenze prodotte non si traduce quasi mai in uno stimolo al<br />

cambiamento delle caratteristiche di orientamento al cittadino di strutture e di processi assistenziali.<br />

Di seguito viene presentata una bibliografia di riferimento in cui vengono affrontati in maniera<br />

sistematica e rigorosa alcuni problemi fondamentali dello sviluppo <strong>della</strong> qualità percepita.<br />

TESTI DI RIFERIMENTO<br />

A.Franci, M.Corsi, La qualità soggettiva nelle residenze per anziani Edizioni Summa Padova 1997.<br />

A.Franci, M.Corsi, Verso l'Assstenza domiciliare integrata. Una proposta di metodo di <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong><br />

qualità percepita Edizioni Summa Padova 1998.<br />

A.Franci, M.Corsi, La <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita in ambito ospedaliero. Problemi metodologici<br />

ed aspetti applicativi Edizioni Summa Padova 2001.<br />

21


La <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita nel<br />

Servizio di Pronto Soccorso del Canton Ticino.<br />

Il metodo SEQUS<br />

Anna De Benedetti<br />

Ufficio Qualità Ospedale Cantonale di Lugano<br />

Svizzera<br />

La dottoressa Anna De Benedetti presenta l’esperienza del Canton Ticino (Svizzera), effettuata con l’utilizzo del<br />

questionario SEQUS. Tale strumento costituisce un sistema di informazione per valutare la qualità dei servizi e la<br />

soddisfazione dei pazienti, i cui obiettivi sono:<br />

– identificare le resistenze e le debolezze dei servizi, così come vengono percepite dagli utenti<br />

– valutare l’efficacia di misure correttive rivolte <strong>alla</strong> risoluzione dei problemi identificati.<br />

Si presenta di seguito una selezione/ricostruzione dei lucidi mostrati, non disponendo del file.<br />

22


Dott.ssa Anna De Benedetti Modena, maggio 2002<br />

Risultati Pronto Soccorso<br />

Partecipazione<br />

Campione<br />

1500<br />

Esclusi<br />

25<br />

Non rintracciabili<br />

30<br />

Totale ritorni<br />

902<br />

Nessuna risposta<br />

543<br />

Questionari utilizzabili<br />

881<br />

Questionari non utilizz<br />

21<br />

Dott.ssa Anna De Benedetti Modena, maggio 2002<br />

Risultati Day-Surgery<br />

Partecipazione<br />

Campione<br />

237<br />

Esclusi<br />

2<br />

Non rintracciabili<br />

3<br />

Totale ritorni<br />

175<br />

Nessuna risposta<br />

57<br />

Questionari utilizzabili<br />

174<br />

Questionari non utilizz<br />

1<br />

25


La <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità percepita<br />

nell’esperienza scozzese.<br />

Pat Straw<br />

Picker Programme Director<br />

Lothian University Hospitals NHS Trust Scozia<br />

Il Picker Institute’s Inpatient Questionnaire è uno degli <strong>strumenti</strong>, insieme all’Outpatient, posseduti<br />

dal Picker Institute, una società senza scopo di lucro affiliata al CareGroup, Inc., che dal 1987<br />

svolge indagini in, ed in collaborazione con, ospedali, cliniche e servizi di assistenza sanitaria,<br />

vantando a tutt’oggi interviste a più di 400.000 pazienti in più di 500 servizi. La finalità perseguita<br />

d<strong>alla</strong> società è di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria attraverso gli occhi del paziente, in<br />

quanto sono loro stessi che in prima persona hanno vissuto l’esperienza sanitaria.<br />

Il Picker Institute, infatti, attraverso le sue ricerche, cerca: di individuare i bisogni e le<br />

preoccupazioni dei pazienti dal loro punto di vista; di aiutare i professionisti sanitari a identificare le<br />

questioni più rilevanti per i pazienti, a valutare le loro azioni organizzative e a stabilire le priorità per<br />

migliorare la qualità dei loro servizi; di aiutare i professionisti sanitari a sviluppare un approccio<br />

centrato sul paziente nel fornire le cure, in quanto questo rende l’esperienza di assistenza sanitaria<br />

più umana ed accresce la soddisfazione del paziente.<br />

La qualità degli <strong>strumenti</strong> e <strong>della</strong> metodologia utilizzata dal Picker Institute è riconosciuta, tra gli<br />

altri, dall’American Hospital Association; d<strong>alla</strong> Joint Commission on the Accreditation of Hospitals<br />

and Health Care Organizations; dall’Agency for Health Care Policy Research in the U.S.<br />

Department of Health and Human Services; dal National Health Service of the United Kingdom. Gli<br />

<strong>strumenti</strong> sono quindi basati su una rigorosa metodologia di ricerca e sono ampiamente validati<br />

scientificamente. Nello specifico del Picker Institute’s Inpatient Questionnaire, le dimensioni <strong>della</strong><br />

cura del paziente indagate sono quelle che gli stessi pazienti hanno riconosciuto come importanti,:<br />

il “Rispetto per le preferenze, valori e bisogni del paziente”, il “Benessere fisico”, il “Coinvolgimento<br />

di familiari e amici”, la “Continuità delle cure e ritorno a casa”, il “Coordinamento delle cure”,<br />

“Informazioni ed educazione” e il “Sostegno emotivo”.<br />

Per quanto riguarda la metodologia utilizzata, l’intero questionario viene costruito attraverso la<br />

realizzazione di alcuni focus group centrati sui contenuti e sulla formulazione delle domande,<br />

realizzati al di fuori <strong>della</strong> struttura sanitaria e con moderatori autonomi, sia rispetto al Servizio<br />

Sanitario che al Picker Institute, con pazienti selezionati casualmente. Dimensioni indagate e<br />

formulazione verbale sono dunque proposte dai pazienti e non dai ricercatori, né dal personale<br />

medico-sanitario. La prima bozza di questionario così costruita è poi sottoposta ad un’ulteriore<br />

confronto, sulla cui base viene elaborata la versione definitiva. Caratteristica <strong>della</strong> formulazione<br />

delle domande del Picker Institute’s Questionnaires è l’attenzione ai fatti accaduti, e non al grado<br />

di soddisfazione per le prestazioni sanitarie ricevute, sia in contesto di ricovero che di prestazione<br />

ambulatoriale. In questo modo vengono eliminati i fattori di distorsione tipici dei giudizi.<br />

Per quanto riguarda la modalità di somministrazione dello strumento, questa viene effettuata dopo<br />

3 settimane dall’episodio di cura, attraverso la modalità postale. Le risposte vengono inoltre<br />

inserite elettronicamente nella banca dati, cosa che consente l’elaborazione dei dati in un arco<br />

temporale di massimo un mese dopo la ricezione dell’ultimo questionario. Lo strumento consente,<br />

quindi, l’utilizzo immediato delle informazioni ricavate per la realizzazione di azioni volte al<br />

miglioramento.<br />

N.B. Si presenta di seguito una selezione dei lucidi mostrati, non disponendo del file.<br />

26

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!