Preleva il libro - Consulta delle professioni Valle d'Aosta

CAPITOLO IV – IL CASO ITALIANO
l’Associazione nazionale forense (Anf), l’Unione camere penali
italiane (Ucpi) etc.
In conclusione, come sostenuto da Proia, i consigli
dell’ordine, non essendo libere associazioni di rappresentanza di
interessi ma enti dotati di poteri di autogoverno ed auto amministrazione
su soggetti obbligatoriamente iscritti, non sono abilitati
a manifestare la volontà dei singoli professionisti in contesti e
ambiti diversi da quelli tassativamente previsti dalle leggi.
La distinzione tra associazioni datoriali e sindacati dei
dipendenti
Un’altra ambiguità che ha caratterizzato molto
l’associazionismo professionale del Novecento, e che si è venuta
chiarendo solo negli ultimi anni, è la sovrapposizione tra rappresentanza
datoriale e rappresentanza sindacale. Questa ambiguità
è sicuramente collegata all’idea del libero professionista come
lavoratore autonomo indipendente, che tuttavia può organizzarsi
come impresa, che è al centro della legislazione del Novecento.
Ma probabilmente, come sostiene Malatesta, essa è anche un derivato
del modello del “professionista gentiluomo”ereditato
dall’Ottocento e basato sul “canone del bene pubblico”, considerato
come terza via tra l’impresa capitalistica e il lavoro dipendente.
«L’idealtipo del professionista gentiluomo era un individuo
educato, che frequentava la buona società ed era capace di mantenere
il giusto equilibrio tra onore ed utile» (Malatesta, 2006).
Alla fine del Novecento, questo modello verrebbe sostituito da
quello del “professionista mercante” con il canone del declino
(Malatesta, 2006).
Infatti per alcuni decenni, sino agli anni ottanta, molte associazioni
professionali si muovono sia in difesa degli interessi del
219