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Mattacchine - Numero 7 - C.O.E.S. onlus - Coesonlus.it

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sapevano niente e infatti gli impiegati si sono rifiutati di ricevere la documentazione. I gen<strong>it</strong>ori, di conseguenza,<br />

sono andati ai Centri a protestare. I responsabili dei Centri si sono messi in contatto con gli uffici<br />

dei Municipi e del Comune, ricevendo risposte surreali e talvolta arroganti e disarmanti.<br />

R<strong>it</strong>orniamo alla lettera della nostra mamma: una donna dinamica, ancora in forze, senza il mar<strong>it</strong>o che è<br />

deceduto, ma con un altro figlio che le dà sostegno. È una donna che si informa e partecipa anche ad ogni<br />

occasione di confronto, eppure… è rimasta disorientata, piena di incertezza, di diffidenza, di paura e di<br />

angoscia per quello che potrà succedere a lei e al suo figlio-creatura!<br />

Il punto è questo: una delicatissima operazione di riorganizzazione dei Servizi Socio-San<strong>it</strong>ari (che non può<br />

riguardare solo l'attuale Governo Nazionale e Regionale) è stata gest<strong>it</strong>a malissimo, con grande superficial<strong>it</strong>à<br />

e incompetenza. Ora però, alcuni mesi di caos, grazie ai responsabili dei Centri di Riabil<strong>it</strong>azione, la<br />

Regione e i Comuni stanno ponendo qualche rimedio, come quello di obbligare gli uffici dei Municipi ad<br />

accettare la documentazione presentata dalle famiglie, rilasciando una ricevuta e attivandosi ad organizzare<br />

un servizio con personale dedicato. Rimangono comunque grandi incertezze e difficoltà.<br />

Ora la documentazione presentata dalle famiglie viene accettata dai Municipi, ma ancora non sanno se e<br />

quanto dovranno pagare. Nel frattempo, da luglio 2010, i Centri di riabil<strong>it</strong>azione non sanno a chi fatturare<br />

la quota sociale del 30% a carico del paziente e/o del Comune di residenza. Alcuni Centri hanno già comunicato<br />

ai pazienti e alle loro famiglie che intanto dovranno pagare loro, per poi essere eventualmente rimborsati<br />

dal Comune della quota, totale o parziale, spettante agli stessi.<br />

Presumibilmente tutti i Centri presenteranno la fattura ai pazienti e ai loro familiari i quali si irr<strong>it</strong>eranno<br />

alquanto e giustamente. E non pagheranno! Così i Centri si troveranno, non si sa per quanto tempo, con<br />

entrate ulteriormente ridotte (oltre ai tagli degli ultimi tempi) e con grandi difficoltà a pagare gli stipendi<br />

agli operatori e ad assicurare la continu<strong>it</strong>à dei servizi.<br />

Lo sconforto che pervade le persone con disabil<strong>it</strong>à e i loro familiari è il risultato di una v<strong>it</strong>a vissuta nell'incertezza.<br />

Per avere il riconoscimento di alcuni dei loro dir<strong>it</strong>ti vi sono voluti decine di anni. Ora da ormai<br />

molti anni si assiste a un r<strong>it</strong>orno indietro.<br />

Non vi è il solo problema di elevare il tetto del redd<strong>it</strong>o ISEE (come rivendicato dall'onorevole Ileana<br />

Argentin e dal suo gruppo pol<strong>it</strong>ico) per chiedere la compartecipazione, ma occorre invertire la rotta intrapresa<br />

negli ultimi anni, che ha visto penalizzati proprio le parti più deboli e meno protette, in quanto non<br />

hanno alcun peso pol<strong>it</strong>ico e non sono organizzate, perché quasi sempre prive di forze personali e perché<br />

intrappolate nel loro disagio materiale e morale.<br />

I c<strong>it</strong>tadini osp<strong>it</strong>ati nei Centri diurni e/o residenziali, sono portatori di gravi disabil<strong>it</strong>à psichiche e/o fisiche e<br />

le loro famiglie sono provate logorate da una v<strong>it</strong>a difficile, che ha trovato sostegno e conforto nella solidarietà<br />

di organizzazioni dei disabili, di persone impegnate nella pol<strong>it</strong>ica, di amministratori sensibili e nell'assistenza<br />

ricevuta nei entri di Riabil<strong>it</strong>azione e/o con l'assistenza domiciliare. Questi c<strong>it</strong>tadini e i loro familiari,<br />

hanno bisogno di certezze per il futuro. Non solo… vogliono mantenere quello che hanno e recuperare<br />

quanto perduto negli ultimi anni. I familiari delle persone con gravi disabil<strong>it</strong>à psichiche e fisiche che vivono<br />

in famiglia, vogliono sapere dove andranno a finire i loro congiunti quando i gen<strong>it</strong>ori, ormai quasi sopra i<br />

70 anni, avranno anche loro bisogno di assistenza assidua. Chiedono intanto aiuto per delle giornate di<br />

respiro, di recupero delle forze o, per occuparsi della loro salute, quasi sempre trascurata. Chiedono dunque<br />

qualche week-end di sollievo e chiedono qualche settimana l'anno di osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à residenziale, non chiedono<br />

solo quindi il soggiorno estivo, che invece è quasi spar<strong>it</strong>o a causa di enormi difficoltà economiche e<br />

organizzative dei Centri.<br />

Questo tempo di caos e di incertezza può essere l'occasione per convincere gli attuali governanti che la<br />

pol<strong>it</strong>ica dei servizi in favore dei c<strong>it</strong>tadini con gravi disabil<strong>it</strong>à, va concertata con tutte le forze pol<strong>it</strong>iche e i<br />

rappresentanti delle varie categorie coinvolte.<br />

Pietro Gaballo<br />

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