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Sei sul fiume che ti ha visto crescere, è il tramonto,
l'estate è alle porte e tutto sta per cominciare.
Hai una canna da pesca in mano e cammini lungo
la sponda cercando di fare il meno rumore possibile.
L'aria è satura, i moscerini si raggruppano in
piccoli sciami, la superficie dell'acqua è immobile,
il silenzio intatto, rotto soltanto qua a lè dalle
piccole bollate o dai salti dei pesci. I tuoi nervi il
tuo cervello i tuoi occhi sono una cosa sola con
il tuo istinto, sei concentrato, certo, ma in modo
naturale, senza ansia, senza scadenze, senza ritmi
inumani dettati da altri, senza nessuno spreco
di energie o tensioni soprattutto, sei tu la tua
canna da pesca e il fiume davanti, e nessun'altro.
Apri l'archetto del mulinello, con il dito indice
tieni il filo, bilanci la canna all'indietro, e lanci.
L'esca tocca l'acqua con delicatezza, fai scattare
l'archetto e inizi un lento recupero, dando piccoli
strappi con il cimino della canna. In questo preciso
momento se ti scorresse clorofilla al posto
di sangue nelle vene nessuno avrebbe niente da
ridire, sei la natura, sei l'essere umano allo stadio
più primordiale che ci sia. Continui a recuperare
filo. La scarica di adrenalina del pesce che
abbocca è più potente di qualsiasi gratificazione
professionale (seconda solo a un orgasmo come si
deve, se vogliamo dirla tutta).
O ancora. Quando mi inviti a cena, ed è tutta la
settimana che pensi a cosa mi preparerai, a mettere
insieme un menù che abbia un senso profondo
con quello che mi vuoi raccontare, perchè
hai voglia di sorprendermi ma soprattutto di
sorprenderti e di divertirti, di dimostrare a te
stessa che se vuoi > puoi. Altro che quello che la
gente crede di te. E ti scappa un sorriso, e quindi
trovare le ricette, comprare gli ingredienti giusti,
prendersi il proprio tempo e cucinare con cura e
amore. Li senti i nervi che si calmano? Lo senti il
rumore di fondo che si allontana e lascia spazio
alla quiete? Le tensioni che si sciolgono come la
farina nell'acqua, gli scazzi di giorni inutili che si
disfano sotto le tue dita e si impastano alla voglia
che hai di.
O ancora, tu che sei l'amore mio che non muore,
che non hai un balcone da far strabordare
di piante-fiori-frutta-verdura e comunque hai
EDITORIALE
è questo quello che siamo
ROCKIT mag 49 MI AMI 2012 - 04
di
sTEfAnO fIz bOTTuRA
fiz@rockit.it
riempito tutti i davanzali delle finestre di ogni
tipo di piante-fiori-frutta-verdura. Perchè io
non lo so cosa ci fai alle piante con quelle mani,
ma la casa è sempre verde da quando ci sei tu. La
cura e l'attenzione che ci metti, quanto lasci tutto
alle spalle tutto fuori dalla porta quando sei con
loro, il silenzio in cui ti perdi, tutte le volte che ti
scopro che ci parli, che sembra che parli da sola
e a me viene da ridere, che io proprio non riesco
a starci dietro così, e allora penso ma dove hai
imparato? Chi ti ha insegnato? Quando e come
hai capito che ti faceva stare così bene riempire (e
mantenere) verde ogni angolo assolato della casa
disponibile? :-)
O ancora, quando disegni, che sia raccontare una
storia a fumetti o semplicemente ripercorrere
mentalmente la ragazza più bella che hai conosciuto
ultimamente. Il rumore delle matite sulla
carta, la consistenza, la fatica dello stendere il
colore che sembra facile ma non lo è. Tu, da solo
nella stanza, la musica che serve solo da ulteriore
barriera al tuo silenzio, che è un silenzio gremito
di presenze, altrochè, è come tuffarsi dentro,
una trance, un rapimento, un'estasi nei momenti
in cui davvero riesci a lasciarti andare e sei completamente
concentrato e preso da quello che stai
facendo. Non saprei descriverlo diversamente se
non con il termine 'abbandono' (come solo un orgasmo
come si deve, ritorniamo li?).
Sto parlando di cose pratiche, situazioni reali,
momenti spesi così, con naturalezza. Senza
chiedere/pretendere niente in cambio da nessuno.
Potete chiamarli 'hobby' per sminuirli o
cercargli/dargli un valore commerciale, o 'passatempi',
io preferisco chiamarle piccole arti del
vivere quotidiano.
Come si impara? Come si inizia? Chi ci insegna?
Posto che siamo esperienza, siamo la grazia del
saper vivere facendo soprattutto ciò che ci piace,
che ci fa stare bene, in cui possiamo 'abbandonarci'.
Non nasciamo sapendo quali sono i
nostri desideri/attitudini, ma le scopriamo, per
caso (leggendo o vedendo o vivendo qualcosa),
o perchè qualcuno, appunto, ce le insegna (an-
che lì, per caso o c
gli scambi, le slidi
mo un curioso mix
casualità&ricerca, t
mo stati curiosi ce
non basta, servono
dove trovarsi dava
il MI AMI, ad esem
nato, è e vuole esser
ne per.
(tra parentesi: c'è
sempre piaciuta mo
Accendiamo le micc
tille, seminiamo ne
Esperienze Immagi
Su tutti i livelli, se
nessuno.
E non è insegnare
concetti astratti, n
stemi, non c'è il giu
ma modi personali
sute le cose, non ci
modello dell'intelle
trasmissione per fa
un cazzo e accresce
danni che ha fatto r
vo anche in rete ci s
se non fosse di per
come detto fin quidere
solo per vivere
Impara l'arte e non
Ma diffondila, cond
ni e saperi a tutti i
"nasce imparato", e
sono partiti dal non
so e da lì è iniziato
all'inizio sembri stu
moda, fuori gioco.
degli altri se stai fac
Se sei tu il primo
frenare gli istinti,
un sano 'ma chi caz
delle esperienze e d
(senza pudore, cred
provaci un pò, vedr