scarica - Caricamento sito Rockit.it in corso... - Rockit

GlI
sbanDaTI
hannO
vInTO
riprendere la strada di casa, ognuno col suo
viaggio, ognuno diverso, come si dice in questi
casi, e nessuno si curò più del nostro Arturo
che era candidamente crollato con la faccia sul
pavimento dietro l'organo della chiesa, pronto
ad incoronare Carlo Magno se si fosse presentato
in quel momento.
Il giorno seguente si celebrava il matrimonio
della figlia del notaio con un avvocato di
Messina per cui tutta la crème del paese era in
prima fila con vestiti di prima scelta, profumi
costosi, e tutti gli inchini e le riverenze del
caso. Il matrimonio era celebrato dal vescovo e
parecchie autorità presenziavano alla cerimonia,
trasognando il banchetto e pregustando
alleanze fruttuose.
Ovviamente la sposa fremente aveva scelto
l'Ave Maria di Gounod come momento solenne
per l'inanellamento del suo sogno, per sancire
al meglio il destino della famiglia, per il bene
del paese e dell'Umanità intera.
Così, da Parma era arrivato un tenore quotato,
da Verona il Maestro d'Organo ed il Coro delle
Giovani Voci bianche direttamente da Pesaro.
La cerimonia si svolse senza particolari picchi
emotivi fino a che la tensione crebbe sulle
prime note che incoronano quel brano ed il
tenore partì assieme alle prime lacrime delle
vecchie zie.
"Ave Maria, gratia plena", la sposa si controllò
il vestito, "Dominus tecum", lo sposo si voltò
verso di lei e le sorrise come d'obbligo, "Benedicta
tu in mulieribus" il vescovo ed il notaio
si guardarono con complicità, "et benedictus,
fructus ventris tui", il parroco di compresenza
alla cerimonia col vescovo scambiò il rumore
che proveniva da dietro l'organo per la traversa
che la sera prima gli avversari avevano
preso durante la partita e sorrise, "JESUS"….
RUbRIChe Gli Sbandati Hanno Vinto
foto di
vInCenT GOMMa
www.flickr.com/portamivia
Lo spettacolo fu impagabile per tutti i paesani
che lo videro.
Arturo con passo pesantissimo si mosse da
dietro l'organo, con la bottiglia di vino vuota
ancora stretta tra le mani, e caracollò, nessuno
poteva garantire su come facesse a stare in
piedi, fino ad appoggiarsi al tabernacolo dietro
al vescovo, al parroco ed al diacono.
E lì, davanti a tutte le autorità, con quanto fiato
ebbe in gola e con un falsetto mirabolante
attaccò:
"Sancta Maria, Saaaancta Mariaaaaa, MAA-
AA-AARIA-AAAA!!!!"
"Ora pro nobis, nobis peccatoribus"
Il quotato tenore, avvinto dal fervore mistico e
incurante dell'inconveniente, soprattutto alla
luce della lauta paga, continuò con il duetto
"Nunc et in hora, in hora mortis nostrae",
"AMEN! AMEN!".
Il tripudio fu così grande che le vecchie zie fecero
partire un applauso scrosciante, mentre
i notabili restarono di stucco e gli officianti
ricominciarono la funzione, ignari che Arturo,
con passo ormai più che pesante, dopo
la performance, si dirigeva verso la sposa per
baciarla.
Fu così che Papa Arturo benedisse il matrimonio
ed uscì dalla chiesa ancora prima che gli
astanti potessero riprendersi.
Ci volle del tempo perché ritrovasse la strada
di casa: era ormai mezzogiorno, l'assistente
sociale lo attendeva con il cestino per il pranzo.
Arturo la scambiò per Napoleone e le disse
che non benediva matrimoni e regni nello
stesso giorno, ma lei non capì.
Arturo prese ciò che gli spettava ed entrò in
casa.
Si stese sul letto e dormì
Quel giorno non aveva fame.
ROCKIT mag 49 MI AMI 2012 - 47