IL PGUAP: UN PIANO DA SCOPRIRE? LA VAS ... - Sentieri urbani
IL PGUAP: UN PIANO DA SCOPRIRE? LA VAS ... - Sentieri urbani
IL PGUAP: UN PIANO DA SCOPRIRE? LA VAS ... - Sentieri urbani
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Territorio&Paesaggio<br />
Alpi è medio-piccola, il parametro demografico è<br />
significativo dei bacini di riferimento, ovvero della<br />
difficoltà di quadrare i costi dell’offerta di servizi<br />
che giocoforza nelle area montana sono più<br />
elevati che in pianura, a fronte invece di bacini<br />
di utenza decisamente inferiori. Il numero degli<br />
abitanti in contesti <strong>urbani</strong> alpini difficilmente supera<br />
i 100 mila abitanti; la maggior parte delle<br />
unità insediative conta tra i 20 e i 50 mila abitanti;<br />
tranne che nel caso lombardo evidentemente<br />
condizionato dal fungo d’influenza milanese;<br />
i sistemi insediativi più interni nelle valli alpine<br />
risultano regolati da logiche endogene,<br />
d’area. La globalizzazione continentale e la riduzione<br />
nella percezione delle distanze, frutto della<br />
diffusione dell’automobile, rende la vita in periferia<br />
simile a quella in città; ne consegue un modello<br />
di vita sostanzialmente urbano vissuto anche<br />
nelle località più marginali. I limiti e le difficoltà<br />
tipici della montagna non sono più percepiti<br />
nella vita comune, ne deriva un modello insediativo<br />
“della dispersione”, l’antica parsimonia<br />
nel consumo di territorio lascia spazio al modello<br />
“padano”; al virtuosismo dei paesi storici si<br />
contrappone lo spreco edilizio della modernità,<br />
in un proliferare di macchie abitate con debole<br />
struttura urbana ed elevati costi di gestione.<br />
La rincorsa all’appezzamento di terreno edificabile,<br />
ufficialmente per i figli o i famigliari, è la logica<br />
imperante nella redazione dei Piani Regolatori,<br />
i quali sono ancora oggi prevalentemente<br />
dei semplici programmi di fabbricazione. Va poi<br />
tenuto presente poi come la dotazione individuale<br />
di terreno edificabile (valore immobiliare) è<br />
fonte di speculazione edilizia, generalmente realizzata<br />
attraverso la vendita del bene che nelle aree<br />
turistiche ed urbane pregiate mantiene un<br />
valore finanziario maggiore che non con gli investimenti<br />
azionari. Dobbiamo considerare che ciò<br />
comporta costi per il soddisfacimento del bisogno<br />
“casa” di chi ha bisogno di entità esorbitan-<br />
te, al limite della inaccessibilità. Infine dobbiamo<br />
tenere presente che il fenomeno dello spopolamento<br />
della montagna è in buona parte finito,<br />
vi è una ripresa generalizzata della crescita<br />
demografica con esodo dalle più alte quote (ma<br />
non nei centri turistici) a favore dei centri di valle,<br />
meglio serviti di servizi e con una decente dimensione<br />
di comunità.<br />
Il consumo di suolo in Trentino evidenza come<br />
l’insediamento si disperde su oltre il 5% del territorio<br />
provinciale ed in particolare nei fondovalle<br />
con una concentrazione abitativa al di sotto dei<br />
500 metri di quota (la parte di territorio più comoda<br />
da abitare) che registra picchi di oltre<br />
550 abitanti per chilometro quadrato, mentre<br />
in Alto Adige l’<strong>urbani</strong>zzato si concentra su appena<br />
il 2,85% del territorio provinciale. È interessante<br />
osservare come la struttura insediativa<br />
delle città alpine italiane sia omogenea, ovvero<br />
interessate dalla dispersione come dal loro estendersi<br />
in un arcipelago di nuclei. Seppur nei<br />
fondovalle spaziosi e ampi, le città alpine fanno i<br />
conti con la morfologia dei luoghi e le asperità,<br />
nonché con le aree soggette ai pericoli naturali<br />
(aree a rischio): frane, alluvioni, ecc: Gaia è viva<br />
in montagna con più evidenza che non in pianura.<br />
Qui, a causa delle particolari condizioni orografiche,<br />
il clima peggiora: d’inverno per<br />
l’inversione termica e le concentrazioni di inquinanti<br />
e d’estate per l’ozono. I territori alpini diventano<br />
così luoghi di contraddizione, dal mito<br />
dell’aria pura alla realtà di inquinamenti simili alla<br />
periferia milanese.<br />
Le città alpine come modello di un equilibrio<br />
dentro la rigenerazione: “verso l’impatto zero”<br />
La sfida futura dello spazio alpino, e dei sistemi<br />
insediativi alpini in particolare, è rafforzare e salvaguardare<br />
le proprie caratteristiche, con attenzione<br />
a porre le condizioni per uscire dalla omologazione<br />
del modello di vita metropolitano, non-<br />
<strong>Sentieri</strong> Urbani / 5<br />
Le Pale di San Martino<br />
viste dal Passo Rolle