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Assedio di pace Assedio di pace - Missio

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Poste Italiane S.p.A. – sped. abb. post. – D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Roma<br />

Anno XIV - Gennaio 2011 - Numero 1<br />

DOSSIER<br />

<strong>Asse<strong>di</strong>o</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>pace</strong>


S<br />

1<br />

2<br />

4<br />

10<br />

14<br />

22<br />

24<br />

26<br />

27<br />

32<br />

33<br />

34<br />

35<br />

36<br />

omm r<br />

a io<br />

E<strong>di</strong>toriale<br />

Pace è farsi capire<br />

Kabàka, l’amico dotto<br />

La SPERANZA è l’ultima a morire e la prima a nascere<br />

Giramondo<br />

Viaggio in…<br />

Cuba<br />

Dossier<br />

<strong>Asse<strong>di</strong>o</strong> <strong>di</strong> <strong>pace</strong><br />

Il libro <strong>di</strong> tutti gli apostoli<br />

Il segno del missionario<br />

Dove è nata la missione<br />

L’ospedale della Provvidenza<br />

Passi <strong>di</strong> oggi…<br />

Perle speciali del Sud del mondo<br />

… sulle orme <strong>di</strong> ieri<br />

Leonella Sgorbati<br />

Click alla parola<br />

Fuorisacco<br />

Entra! C’è posto per tutti<br />

Mama Mukasi<br />

La lingua non è un ostacolo<br />

Scaffale<br />

Nei sogni <strong>di</strong> un piccolo palestinese<br />

Un mondo <strong>di</strong> quiz<br />

All’interno<br />

PIANETA POIM<br />

Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi <strong>Missio</strong>nari<br />

Reg. Tribunale <strong>di</strong> Roma n. 171/97 del 21/03/97<br />

E<strong>di</strong>tore: Associazione Amici della Propaganda <strong>Missio</strong>naria<br />

Presidente: Giovanni Attilio Cesena<br />

La rivista è promossa dalla Fondazione <strong>Missio</strong> (organismo pastorale della CEI)<br />

Direttore responsabile: Giulio Albanese<br />

Redazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia. Segreteria: Emanuela Picchierini.<br />

Hanno collaborato: Marco Benedettelli (pag. 4-5,7,8-9), Eleonora Borgia (pag. I-IV).<br />

Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Sergio De Simone (pag. 36-37), Doriano Strologo (copertina), Cristiano Crescenzi (pag. 27-30).<br />

Foto: AF/PP.OO.MM., Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, AFP, Wikipe<strong>di</strong>a, Comboni Press, AFP/Hossaini, AFP/Sanogo, Elio Pozzi, Giulio Albanese.<br />

Progetto grafico e impaginazione: Alberto Sottile.<br />

Redazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502624-678; e-mail: ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Ufficio abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: abbonamenti@operemissionarie.it<br />

Abbonamento annuo: in<strong>di</strong>viduale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su ccp n. 85134625 intestato a IL PONTE D’ORO oppure con bonifico bancario intestato<br />

a IL PONTE D'ORO, cod. IBAN IT 18 J 07601 03200 000085134625<br />

Stampa: Abilgraph - Via Pietro Ottoboni,11 - 00159 Roma<br />

Mensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa <strong>Missio</strong>naria Italiana.<br />

Chiuso in tipografia nel mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 2011.


Cari Amici,<br />

E<strong>di</strong> to r<br />

r<br />

Ed to ia<br />

ia<br />

le<br />

E<strong>di</strong> to r<br />

l<br />

e<br />

ia E<strong>di</strong> tor<br />

le<br />

ia E<strong>di</strong> tor<br />

il mese <strong>di</strong> gennaio è de<strong>di</strong>cato tra<strong>di</strong>zionalmente al valore della <strong>pace</strong>. Per comprendere<br />

meglio <strong>di</strong> cosa si tratta, eccovi un’antica storia del Me<strong>di</strong>o Oriente che mi raccontò tanti<br />

anni fa un anziano missionario.<br />

Tre viandanti erano in viaggio nel deserto da molti giorni. Sebbene seguissero piste con<br />

destinazioni <strong>di</strong>verse, s’incontrarono una sera in un’oasi <strong>di</strong> palme, con una sorgente d’acqua<br />

pura e zampillante. Lì piantarono le loro tende e i cammelli trovarono finalmente refrigerio.<br />

Sebbene fossero saggi ed eru<strong>di</strong>ti, questi signori parlavano tre lingue <strong>di</strong>verse e dunque non<br />

riuscivano a comunicare. La <strong>di</strong>scussione attorno al fuoco degenerò al punto tale che abbandonarono<br />

il luogo <strong>di</strong> ritrovo e si ritirarono a dormire. Uno <strong>di</strong> loro<br />

però, il più anziano, non riuscendo a prendere sonno, chiamò il<br />

più eru<strong>di</strong>to dei suoi servi che conosceva tutte lingue parlate nelle<br />

città limitrofe al deserto. E fu proprio lui a portare agli altri<br />

due viandanti l’augurio <strong>di</strong> una “mistica <strong>pace</strong>”. A quel punto,<br />

sotto il cielo stellato, in quell’oasi sperduta circondata<br />

dalle dune <strong>di</strong> sabbia, tornò la concor<strong>di</strong>a a cui tutti<br />

bramavano.<br />

Insomma, amici miei, per volersi bene e vivere<br />

in <strong>pace</strong> è importante farsi capire. Questo vale in<br />

famiglia, a scuola e con gli amici. Ma anche gli<br />

adulti, quelli che a volte fanno le guerre in giro<br />

per il mondo, devono fare lo stesso. A noi tutti<br />

il compito <strong>di</strong> dare sempre il buon esempio.<br />

Abuna<br />

le<br />

Pace è<br />

farsi capire<br />

ia<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 1<br />

le


MISSIONE FA RIMA CON EDUCAZIONE<br />

2<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Kabààkaa Kabbààkka<br />

Un uomo si era perso nel deserto. Esaurita la<br />

scorta <strong>di</strong> viveri e <strong>di</strong> acqua, si trascinava<br />

penosamente sulle ghiaie roventi.<br />

Improvvisamente vide davanti a sé delle palme<br />

e udì un gorgoglio d'acqua. Ancora più<br />

sconfortato pensò: "Questo è un miraggio.<br />

La mia fantasia mi proietta davanti i desideri<br />

profon<strong>di</strong> del mio subconscio. Nella realtà<br />

non c'è assolutamente niente". Senza più<br />

speranza, vaneggiando, si abbandonò esanime<br />

al suolo.<br />

Poco tempo dopo, lo trovarono due beduini.<br />

Il poveretto era ormai morto. "Ci capisci<br />

qualcosa?", <strong>di</strong>sse il primo. "Così vicino<br />

all'oasi, con l'acqua a due passi e i datteri<br />

che quasi gli cadevano in bocca! Com'è possibile?".<br />

Scuotendo il capo, l'altro <strong>di</strong>sse:<br />

"Era un uomo moderno".<br />

(da “Piccole storie per l'anima” <strong>di</strong> Bruno Ferrero,<br />

e<strong>di</strong>zioni ElleDiCi)<br />

Se quell’uomo avesse avuto speranza, non<br />

sarebbe morto. Speranza nell’ottimismo,<br />

nella salvezza, nella gioia, anche nell’impossibile.<br />

Il proverbio che recita: “La speranza<br />

è l’ultima a morire” è davvero saggio:<br />

non si può mai smettere <strong>di</strong> sperare, neanche<br />

quando sembra che non ci sia più nessun<br />

motivo per farlo.<br />

Senza speranza niente esiste, perché essa è<br />

il fondamento <strong>di</strong> qualunque gesto: spera in<br />

una pronta guarigione chi è malato, spera<br />

Kabààkka Kabbààkka Kabbààkaa Kabbààka<br />

L’amico dotto<br />

La SPERANZA SPERANZA è l’ultima l’ultima<br />

a morire morire e la prima prima<br />

a nascere<br />

a nascere Nella crescita dei ragazzi “non pos-<br />

sono mancare la contemplazione<br />

della croce <strong>di</strong> Gesù, il confronto con<br />

le domande suscitate dalla sofferenza<br />

e dal dolore, l’esperienza dell’accompagnamento<br />

delle persone<br />

nei passaggi più <strong>di</strong>fficili, la testimonianza<br />

della prossimità, così da<br />

costruire un vero e proprio cammino<br />

<strong>di</strong> educazione alla speranza”.<br />

(dagli Orientamenti pastorali dell’Episcopato<br />

italiano per il decennio 2010-2020, n. 54)<br />

in un domani migliore chi è triste o in <strong>di</strong>fficoltà,<br />

spera nel bel tempo chi è sotto un<br />

temporale, spera in un buon raccolto chi<br />

semina i campi, spera in un mondo miglio-


C’È SPERANZA<br />

re chi si rimbocca le maniche e aiuta<br />

chi ha bisogno, spera nella realizzazione<br />

del Regno <strong>di</strong> Gesù chi<br />

insegna il Vangelo, sia nei luoghi<br />

<strong>di</strong> missione che nelle nostre città.<br />

Ma speranzosi si <strong>di</strong>venta, non si nasce: sin<br />

da bambini si impara a guardare con occhi<br />

positivi a ciò può succedere e in questo l’esempio<br />

dei gran<strong>di</strong> è fondamentale.<br />

E tu ti consideri un ragazzo <strong>di</strong> speranza?<br />

>>>><br />

GIOCO<br />

Per ogni foto, trova tre motivi per cui avere speranza. Scrivili nello spazio apposito<br />

e confrontati con i tuoi amici, educatori, genitori, fratelli, catechisti…<br />

FRANTUMI<br />

1<br />

2<br />

3<br />

MIRAGGIO<br />

1<br />

2<br />

3<br />

NEVICATA<br />

1<br />

2<br />

3<br />

VOLARE<br />

1<br />

2<br />

3<br />

Kabàka, l’amico dotto, ti aspetta<br />

anche nelle pagine successive<br />

per parlarti <strong>di</strong>:<br />

MELANINA, ASSISTENZA CONSOLARE,<br />

APARTHEID, TOPONOMASTICA, EMBARGO,<br />

CASTRO, CULTURA COMUNISTA,<br />

MITOLOGIA, NONVIOLENZA, MAHATMA,<br />

BOICOTTAGGIO… E ALTRO.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 3<br />

MISSIONE FA RIMA CON EDUCAZIONE


ALBINI TANZANIA<br />

TANZANIA<br />

4<br />

È un<br />

o<br />

nd<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Gir am o<br />

Gir am o<br />

o<br />

grande risultato per quegli albini<br />

africani perseguitati da millenni in tut-<br />

to il loro continente, a causa <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>scriminazione che affonda le<br />

ra<strong>di</strong>ci nella super-<br />

Sono detti<br />

così gli<br />

affetti da albinismo,<br />

stranezza genetica<br />

(ovvero relativa ai<br />

geni, cioè ai miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

informazioni contenute<br />

nel patrimonio <strong>di</strong><br />

ogni essere vivente)<br />

che consiste nell’essere<br />

privi <strong>di</strong> pigmenti che<br />

colorano pelle, occhi,<br />

capelli. Chi è albino ha i<br />

capelli bianchi (anche<br />

se è un bambino) e la<br />

pelle chiarissima<br />

(anche se è un africano).<br />

Ma l’albinismo colpisce<br />

non solo la specie<br />

umana: esistono<br />

anche animali albini e<br />

persino esemplari<br />

vegetali.<br />

IN QUESTO<br />

NUMERO TI<br />

ACCOMPAGNO IN:<br />

stizione popolare.<br />

Per la prima volta nella<br />

storia del Paese, un<br />

albino è stato eletto,<br />

su volontà popolare,<br />

nel parlamento della<br />

Tanzania. Il suo nome è<br />

Salum Khalfani Bar'wani.<br />

“Questa è una vittoria<br />

non solo mia, ma <strong>di</strong><br />

tutti gli albini <strong>di</strong> questo<br />

Paese”, ha<br />

commentato il<br />

neo-deputato. In<br />

Africa, essere<br />

africani ma avere la<br />

pelle bianca a causa<br />

della mancanza <strong>di</strong><br />

melanina dovuta ad<br />

un’anomalia ere<strong>di</strong>taria,<br />

nd<br />

o<br />

nd<br />

BOLIVIA<br />

o<br />

ITALIA<br />

Gir am o<br />

SIRIA<br />

SUD AFRICA<br />

IRAN<br />

TANZANIA<br />

nd Gir am<br />

o<br />

COREA<br />

DEL<br />

NORD<br />

Il riscatto riscatto degli degli africani africani<br />

con la pelle pelle bianca bianca<br />

CILE<br />

MELANINA<br />

Nei tessuti biologici (come pelle, capelli, peli, iride<br />

dell’occhio, ma anche membrane vegetali) ci sono pigmenti,<br />

detti melanine, che definiscono il colore. Se per qualche<br />

anomalia essi sono assenti, siamo in presenza <strong>di</strong> albinismo.


am o<br />

nd Gir nd am o<br />

o<br />

BOLIVIA – CILE<br />

Più vicini vicini<br />

senza senza<br />

mine mine<br />

Ora che quel muro <strong>di</strong> esplosivo<br />

non c’è più, i due Stati sono più<br />

vicini. Dopo cinque anni <strong>di</strong> lavoro,<br />

infatti, le 23mila mine che insi<strong>di</strong>avano<br />

il confine fra Boliva e Cile sono<br />

state finalmente estratte dal terreno. Le<br />

bombe erano state piazzate durante la <strong>di</strong>ttatura<br />

cilena del generale Augusto Pinochet,<br />

all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso,<br />

per blindare i confini dello Stato. Dopo quest’operazione<br />

<strong>di</strong> bonifica, il Cile spera <strong>di</strong> riuscire<br />

ad attivare un identico programma <strong>di</strong><br />

sminamento anche in altre zone del Paese,<br />

come in Magallanes e in Antartica. In queste<br />

regioni al confine con l’Argentina, infatti, è<br />

alto il numero <strong>di</strong> mine antiuomo e anticarro<br />

sepolte sotto terra 40 anni fa e tuttora insi<strong>di</strong>osissime.<br />

Ci vorranno degli anni per stanarle<br />

tutte. Questa ere<strong>di</strong>tà dei decenni passati<br />

ha chiuso ai cileni <strong>di</strong> oggi gli orizzonti<br />

è considerato segno <strong>di</strong> sventura. Per questo<br />

gli albini sono sempre stati perseguitati.<br />

L’elezione <strong>di</strong> Salum, voluta dal popolo, è un<br />

evento <strong>di</strong> grande rilevanza storica. Salum è<br />

il secondo albino a sedere nel parlamento<br />

della Tanzania: due anni fa, infatti, un altro<br />

uomo africano con occhi e pelle chiari <strong>di</strong><br />

nome Al-Shymaa Kway-Geer, venne portato<br />

in parlamento dal Presidente, che in Tanza-<br />

o<br />

e la possibilità <strong>di</strong> comunicare liberamente.<br />

Il governo della Bolivia intanto ha <strong>di</strong>chiarato<br />

tutta la sua sod<strong>di</strong>sfazione per l’impegno<br />

<strong>di</strong>mostrato dal Cile: “Stiamo organizzando<br />

un incontro fra ministri della Difesa e capi<br />

dell’esercito nella zona <strong>di</strong> frontiera dove è<br />

stato realizzato il programma <strong>di</strong> sminamento.<br />

Questi eventi stanno delineando un’epoca<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stensione nelle relazioni fra i due<br />

nostri Paesi”, ha commentato l’ambasciatore<br />

boliviano in Cile.<br />

nia ha il potere <strong>di</strong> nominare <strong>di</strong>eci deputati<br />

non eletti, nell’ambito della campagna<br />

allora lanciata dal governo contro la <strong>di</strong>scriminazione<br />

degli albini. Ora però sono stati<br />

<strong>di</strong>rettamente gli elettori a votare Salum<br />

Khalfani Bar'wani. Un risultato che è una<br />

vittoria contro la <strong>di</strong>scriminazione sulla<br />

base del colore della pelle, o<strong>di</strong>osa a tutte le<br />

latitu<strong>di</strong>ni del mondo.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 5


AHMADINEJAD<br />

IRAN<br />

6<br />

È conosciuto<br />

Gir am o<br />

nd<br />

o<br />

Gir am o<br />

nd<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

o<br />

come il più esperto blogger<br />

in Iran. Si chiama Hossein Derakh-<br />

shan, ha 35 anni e doppia citta<strong>di</strong>nanza iraniana-canadese.<br />

Un giovane normale, come<br />

ce ne sono a bizzeffe nel mondo. Eppure il<br />

regime <strong>di</strong> Ahma<strong>di</strong>nejad l’ha arrestato e<br />

condannato a 19 anni <strong>di</strong> prigione con l’accusa<br />

<strong>di</strong> “collaborazionismo con gli Stati<br />

nemici, creazione <strong>di</strong> propaganda contro il<br />

regime islamico, insulti a santità religiose<br />

e propaganda per la creazione <strong>di</strong> gruppi<br />

anti-rivoluzionari”. Ma Hossein non ha fatto<br />

nulla <strong>di</strong> male. Ha solo insegnato ai suoi<br />

concitta<strong>di</strong>ni iraniani a mettersi in rete con<br />

il mondo, costruendo ponti tra la comunità<br />

persiana e le comunità <strong>di</strong> lingua inglese,<br />

sia in Iran che in Canada, la sua<br />

seconda patria. Inoltre<br />

Dal 2005 la<br />

Repubblica<br />

iraniana è<br />

guidata da Mahmud<br />

Ahma<strong>di</strong>nejad, che ha<br />

trasformato l’Iran in un<br />

vero e proprio regime.<br />

Con la sua presidenza,<br />

sono stati cancellati<br />

molti <strong>di</strong>ritti e libertà<br />

personali <strong>di</strong> tanti citta<strong>di</strong>ni<br />

iraniani. Ahma<strong>di</strong>nejad<br />

pre<strong>di</strong>ca inoltre la<br />

cancellazione dello<br />

Stato d’Israele e nega<br />

l’Olocausto degli ebrei<br />

durante la Seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

ha viaggiato in <strong>di</strong>versi<br />

Paesi del mondo, tra<br />

Gir am o<br />

nd Gir am o<br />

o<br />

nd Gir am on<br />

Un citta<strong>di</strong>no che si trova su territorio straniero ed è in <strong>di</strong>fficoltà (a vari livelli, sia perché accusato<br />

<strong>di</strong> qualche reato, sia perché in pericolo o altro) può rivolgersi al consolato del proprio<br />

Paese presente nella nazione in cui si trova: visto che Hossein è sia citta<strong>di</strong>no iraniano che citta<strong>di</strong>no<br />

canadese, in Iran ha <strong>di</strong>ritto ad essere assistito dal consolato del Canada.<br />

cui Israele, scrivendo sul suo blog che quel<br />

viaggio aveva lo scopo <strong>di</strong> “umanizzare<br />

Israele per gli iraniani e mostrare loro che<br />

non è quello che la macchina <strong>di</strong> propaganda<br />

islamica afferma e cioè che gli israeliani<br />

sono assetati <strong>di</strong> sangue musulmano… e<br />

per <strong>di</strong>mostrare ad Israele che l’iraniano<br />

me<strong>di</strong>o non penserebbe mai <strong>di</strong> fare un danno<br />

a Israele. Voglio che vedano che gli iraniani<br />

non assomigliano ad Ahma<strong>di</strong>nejad”.<br />

Proprio per il suo desiderio <strong>di</strong> libertà, Hossein<br />

è stato arrestato due anni fa nell’abitazione<br />

della sua famiglia, mentre si trovava<br />

in visita in Iran ma, nonostante la doppia<br />

nazionalità, gli è stata negata l’assistenza<br />

consolare. Il mondo sa che questo<br />

arresto non è giusto: chissà se la forza della<br />

parola <strong>di</strong> tutti i blogger del mondo riuscirà<br />

a spezzare le sbarre della cella <strong>di</strong> Hossein.<br />

o<br />

ASSISTENZA CONSOLARE<br />

In carcere carcere per un blog


o<br />

nd<br />

o<br />

COREA DEL NORD<br />

Solo con il permesso permesso<br />

del governo<br />

governo<br />

E ra<br />

da ben 60 anni che non avevano più<br />

la possibilità <strong>di</strong> incontrarsi e <strong>di</strong> guardarsi<br />

negli occhi. Tutto per colpa della cortina<br />

che <strong>di</strong>vide i loro due Paesi, la Corea del Sud<br />

e la Corea del Nord, una volta uniti e poi<br />

spezzati dalla guerra del 1950–1953. Ma<br />

finalmente un centinaio <strong>di</strong> persone della<br />

Corea del Nord hanno ottenuto l’autorizzazione<br />

del regime per varcare la frontiera ed<br />

incontrare un<br />

gruppo <strong>di</strong> loro<br />

parenti sul<br />

monte Kumgang.<br />

Tra questi,<br />

c’era un<br />

uomo <strong>di</strong> 96 anni,<br />

Kim Hae-jung, che<br />

finalmente è riuscito<br />

a riabbracciare<br />

sua figlia, Woo<br />

Jeong-hae, lasciata bambina 60 anni fa e<br />

ritrovata ormai donna matura: “Non ti ho<br />

mai <strong>di</strong>menticata, ti ho sempre vista nei miei<br />

sogni”, le ha sussurrato commosso, dopo<br />

lunghissimi decenni <strong>di</strong> attesa. La riunione è<br />

durata tutto il fine settimana e ha coinvolto<br />

97 nuclei familiari. Ma sono ben 80mila i<br />

nord-coreani che hanno chiesto <strong>di</strong> poter<br />

rivedere i loro parenti lontani. Di questi solo<br />

403 sono stati selezionati dal governo <strong>di</strong><br />

Pyongyang per poter partecipare ai futuri<br />

incontri. Hanno tra i 12 e i 96 anni, sono<br />

dunque bisnonni e nipotini che non hanno<br />

mai avuto la possibilità <strong>di</strong> conoscersi e<br />

scambiarsi affetto reciproco. Gli incontri,<br />

organizzati dalla Croce Rossa, sono davvero<br />

eccezionali, vista la forte tensione fra le due<br />

ITALIA<br />

Uno Stra<strong>di</strong>vari Stra<strong>di</strong>vari<br />

per il Mozambico<br />

Mozambico<br />

Il maestro è uno dei più famosi violinisti in Italia<br />

e nel mondo. I violini che suona sono unici<br />

sulla faccia della Terra: tutti Stra<strong>di</strong>vari originali, il<br />

cui valore oscilla tra uno e otto milioni <strong>di</strong> euro,<br />

preziosissimi per la corposità del suono che<br />

nessun liutaio dal ‘700 ad oggi è mai riuscito a<br />

riprodurre. Il maestro Matteo Fedeli, conosciuto<br />

in tutto il mondo come “l’uomo degli Stra<strong>di</strong>vari”,<br />

gira l’Italia per dare a tutti l’opportunità <strong>di</strong><br />

ascoltare il magico e irripetibile suono <strong>di</strong> questi<br />

magnifici strumenti, ma unisce l’arte musicale<br />

con il sostegno all’attività umanitaria: con il progetto<br />

“Uno Stra<strong>di</strong>vari per la Gente” fa suonare<br />

il violino della solidarietà per il Mozambico,<br />

dove l’associazione “O Viveiro” cerca <strong>di</strong> aiutare<br />

generazioni <strong>di</strong> bambine, assicurando loro un’istruzione,<br />

un avviamento al lavoro e un futuro<br />

<strong>di</strong> donne, mogli e madri. I fon<strong>di</strong> raccolti dal maestro<br />

Fedeli serviranno per terminare la costruzione<br />

nella città <strong>di</strong> Tete <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> accoglienza<br />

per bambine orfane in età scolare, finanziando<br />

anche la costruzione <strong>di</strong> piccole case <strong>di</strong><br />

tipo familiare, dove si possa ricreare per le<br />

bambine una situazione paragonabile a quella<br />

che hanno perso. È proprio vero che anche la<br />

musica – se si vuole - può portare la <strong>pace</strong>.<br />

Coree. È dello scorso novembre la notizia <strong>di</strong><br />

un bombardamento <strong>di</strong> un’isola del Sud ad<br />

opera della Corea del Nord, episo<strong>di</strong>o che ha<br />

innescato un’escalation militare. Ma questo<br />

è solo l’ennesimo atto <strong>di</strong> una lunga ostilità,<br />

dove a farne le spese sono soprattutto le<br />

famiglie e i loro legami spezzati.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 7


SIRIA<br />

A bordo bordo <strong>di</strong> un<br />

bus culturale culturale<br />

8<br />

Chi l’ha detto che sugli autobus ci si<br />

sale solo per spostarsi? In Siria, nelle<br />

città più famose per il loro patrimonio<br />

artistico, si sale sugli autobus anche per<br />

imparare qualcosa <strong>di</strong> nuovo. Tutto è iniziato<br />

a Palmyra nello scorso autunno:<br />

nell’antichità in quest’oasi sostavano le<br />

carovane <strong>di</strong> viaggiatori e mercanti che<br />

attraversavano il deserto della Siria sulle<br />

rotte tra l’Occidente (con Roma e le<br />

principali città dell’Impero romano) e la<br />

Mesopotamia, la Persia, fino all’In<strong>di</strong>a e<br />

alla Cina. Oggi Palmyra è uno dei più ricchi<br />

siti archeologici, dove templi, archi,<br />

car<strong>di</strong>, decumani, acquedotti e capitelli<br />

asse<strong>di</strong>ano i visitatori ovunque si spostino.<br />

È proprio da qui che è partito un<br />

pullman tutto speciale: il Cultural Bus<br />

della mostra multime<strong>di</strong>ale “Youth and<br />

Heritage”, un’itinerante raccolta del<br />

patrimonio orale del Paese, tramandato<br />

<strong>di</strong> generazione in generazione e raccontato<br />

per la prima volta dai giovani locali.<br />

Un posto in prima fila è stato riservato<br />

ai bambini che si sono <strong>di</strong>vertiti con<br />

due cartoni animati inventati ad hoc per<br />

accompagnare alla scoperta delle rovine<br />

e dei monumenti attraverso la saggezza<br />

dei nonni e un fantasioso viaggio dentro<br />

volantini turistici. Il singolare autobus ha<br />

viaggiato a lungo tra le vie romane del<br />

sito archeologico e poi si è <strong>di</strong>retto verso<br />

altre città della Siria, fino a concludere<br />

il suo tour a Damasco, alla scoperta<br />

<strong>di</strong> una civiltà trimillenaria.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

SUD AFRICA<br />

Quando Quando la<br />

<strong>di</strong>ce tutto<br />

tutto<br />

Cambiare il nome<br />

<strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong><br />

villaggi e città. Ridare<br />

a loro il titolo che<br />

avevano prima dell’epoca<br />

coloniale e dell’apartheid.<br />

Succede<br />

in Sud Africa, dove<br />

una commissione speciale<br />

sta vagliando la<br />

toponomastica <strong>di</strong> 850<br />

centri, tra borghi,<br />

città e villaggi. Ci<br />

sono località chiamate<br />

in lingua afrikaans,<br />

Con questa parola<br />

si in<strong>di</strong>cava la politica<br />

<strong>di</strong> segregazione<br />

razziale – cioè <strong>di</strong> separazione<br />

obbligata tra<br />

etnie e relativa <strong>di</strong>scriminazione<br />

– messa in atto<br />

dal governo sudafricano<br />

<strong>di</strong> etnia bianca dal 1948<br />

al 1990 ai danni dell’etnia<br />

nera.<br />

L’apartheid è stato definito<br />

un “crimine contro l’umanità”<br />

dalle Nazioni<br />

Unite ed è tra quelli perseguibili<br />

dalla Corte<br />

penale internazionale.<br />

la lingua dei coloni boeri, e località che<br />

conservano gli antichi nomi africani. Da<br />

qualche anno, a suon <strong>di</strong> carte bollate i<br />

residenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi centri si contendono<br />

il nome del luogo dove abitano. Decine<br />

<strong>di</strong> città sono ritornate ad essere chiamate<br />

col nome originario, quello che avevano<br />

prima dell’apartheid: nome spesso<br />

de<strong>di</strong>cato a un personaggio africano, che<br />

poi la cultura dominante dei coloni ha<br />

voluto mettere da parte. Ma spesso<br />

raggiungere un accordo è davvero<br />

TOPONOMASTICA<br />

L’insieme dei nomi <strong>di</strong> un preciso luogo geografico e lo<br />

stu<strong>di</strong>o storico e linguistico delle loro origini si chiama<br />

toponomastica.<br />

APARTHEID


Gir am o<br />

Gir am o<br />

Gir am o<br />

nd Gir am o<br />

o<br />

nd<br />

toponomastica<br />

toponomastica<br />

<strong>di</strong> un luogo<br />

luogo<br />

<strong>di</strong>fficile. È da più <strong>di</strong><br />

un secolo, per<br />

esempio, che si<br />

<strong>di</strong>scute sulla possibilità<br />

<strong>di</strong> chiamare<br />

una citta<strong>di</strong>na col<br />

nome originale <strong>di</strong><br />

Re Makhado, il<br />

Leone del Nord, un<br />

antico capo tribù<br />

africano che abitava<br />

quelle zone,<br />

oppure <strong>di</strong> lasciarla<br />

intitolata a Louis<br />

Trichardt, capo <strong>di</strong><br />

un gruppo <strong>di</strong> Voorktrekker,<br />

i boeri che<br />

colonizzarono anni fa quel centro abitato.<br />

In alcuni casi si è giunti ad un compromesso.<br />

Come per Pretoria, un tempo città<br />

simbolo del potere afrikaans. Negli ultimi<br />

anni ci sono state <strong>di</strong>scussioni e sedute<br />

nd<br />

o<br />

o<br />

Gir am o<br />

nd<br />

nd<br />

interminabili per cambiarne il nome in<br />

Tshwane. Infine è stato deciso <strong>di</strong> continuare<br />

a chiamarla Pretoria, ma <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care<br />

il nome <strong>di</strong> Tshwane all’area metropolitana<br />

che la include.<br />

o<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 9<br />

o


Viagg i in…<br />

Viagg i in…<br />

M alù<br />

o<br />

o<br />

Viagg i in…<br />

o Viagg i in…<br />

e Manuel sono due ragazzi<br />

cubani che vivono a Regla, un quartiere<br />

al <strong>di</strong> là della baia dell’Avana. Sono<br />

amici da quando erano compagni sui banchi<br />

<strong>di</strong> scuola alle primarie e ora che sono<br />

adolescenti si vedono spesso per andare<br />

10<br />

Cuba<br />

o Viagg i in…<br />

L’isola isolata<br />

Cuba è la più grande isola del<br />

Mar dei Caraibi, la prima<br />

avvistata nel 1492 da Colombo<br />

durante il suo viaggio che lo<br />

porta alla scoperta dell’America.<br />

Da allora su <strong>di</strong> essa viene<br />

riven<strong>di</strong>cata la dominazione<br />

spagnola, che dura fino al 1902<br />

quando Cuba <strong>di</strong>venta un<br />

protettorato degli Stati Uniti<br />

d’America. Altre vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

portano alla <strong>di</strong>ttatura <strong>di</strong> Batista<br />

e poi alla rivoluzione socialista<br />

<strong>di</strong> Fidel Castro, che dal 1959<br />

governa il Paese. Da quasi 50<br />

anni l’isola vive sotto embargo<br />

degli Usa, sottomessa al<br />

regime comunista che limita i<br />

<strong>di</strong>ritti e le libertà in<strong>di</strong>viduali. I<br />

bambini, però, sono considerati<br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> serie A.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

È il blocco<br />

<strong>di</strong> scambi<br />

commerciali deciso<br />

da uno o più Stati<br />

nei confronti <strong>di</strong> un altro<br />

Stato, in genere<br />

per gravi <strong>di</strong>ssensi politici.<br />

In tal modo il<br />

Paese che subisce<br />

l’embargo è tagliato<br />

fuori da ogni commercio<br />

ed è fortemente<br />

penalizzato<br />

nell’economia e nello<br />

sviluppo.<br />

o Viagg io in…<br />

EMBARGO<br />

insieme in giro per la città.<br />

A Cuba vivono mille avventure<br />

e spesso si <strong>di</strong>vertono<br />

a seguire gruppi <strong>di</strong> turisti<br />

capitanati da guide che<br />

parlano inglese, francese o<br />

tedesco. Manuel ha lasciato<br />

gli stu<strong>di</strong> per aiutare la<br />

mamma rimasta vedova.<br />

Ama molto il suo lavoro <strong>di</strong><br />

meccanico, gli piace<br />

smontare i motori e trafficare<br />

con i pezzi <strong>di</strong> ricam-<br />

bio: a Cuba non c’è molto mercato <strong>di</strong> macchine<br />

nuove e quelle vecchie restano in<br />

giro fino all’ultimo sospiro dello scappamento.<br />

Manuel si trova bene col proprietario<br />

dell’officina e sa che il mestiere che sta


imparando gli darà da mangiare per il resto<br />

della vita. Dopo la fine della scuola, Malù<br />

passa spesso a trovarlo: Manuel vuole sempre<br />

sapere come sono andate le lezioni e a<br />

che punto sono i programmi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Anche a lui in realtà sarebbe piaciuto molto<br />

continuare a stu<strong>di</strong>are, ma chissà se in<br />

futuro ci sarà occasione per riprendere i<br />

libri in mano?<br />

L’importanza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

A Cuba si dà molta rilevanza al fatto che i<br />

bambini possano stu<strong>di</strong>are. Qui il tasso ufficiale<br />

<strong>di</strong> analfabetismo della popolazione è<br />

solo dello 0,2%, <strong>di</strong> gran lunga inferiore a<br />

quello dei Paesi dell’America Latina, che si<br />

aggira intorno all’11,7%. L’educazione primaria<br />

dei bambini cubani è del 100% (nel<br />

resto del continente latinoamericano è del<br />

A sinistra: L’Avana (Cuba) - Cattedrale <strong>di</strong> San Cristòbal.<br />

A fianco: Cartelloni <strong>di</strong> propaganda del regime <strong>di</strong> Castro<br />

lungo la strada per Guantanamo.<br />

Sopra: L’Avana - Fortificazioni al Castello del faro.<br />

92%) e anche per<br />

la scuola secondaria<br />

Cuba si<br />

attesta sul 99%,<br />

quasi il doppio del<br />

resto del continente<br />

(52%). A riprova degli<br />

investimenti del governo<br />

<strong>di</strong> Fidel prima e poi<br />

<strong>di</strong> Raoul Castro, sul<br />

benessere e la formazione<br />

dei bambini, vale<br />

la pena citare ancora un<br />

dato: in America Latina<br />

il 12% della popolazio-<br />

ne è analfabeta, ossia ci sono 42 milioni <strong>di</strong><br />

analfabeti e 110 milioni <strong>di</strong> giovani che non<br />

sono riusciti a completare l’educazione <strong>di</strong><br />

base. Nessuno <strong>di</strong> loro è cubano.<br />

Citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> serie A<br />

Fidel Castro è<br />

il principale<br />

protagonista della<br />

rivoluzione socialista<br />

del 1959 a Cuba,<br />

che ebbe come conseguenza<br />

la destituzione<br />

del <strong>di</strong>ttatore<br />

Batista e l’instaurazione<br />

del regime comunista.<br />

Da quell’anno<br />

Fidel è stato a capo<br />

del governo dell’isola<br />

fino al febbraio 2008,<br />

quando – ormai vecchio<br />

e malato – è stato<br />

sostituito dal fratello<br />

Raul.<br />

Nell’isola caraibica i bambini sono considerati<br />

citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> serie A e, malgrado le sanzioni<br />

americane continuino da quasi 50<br />

CASTRO<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 11


12<br />

o<br />

Viagg i in…<br />

Viagg i in…<br />

o<br />

Viagg i in…<br />

o o Viagg io in…<br />

Viagg i in…<br />

anni, il tasso <strong>di</strong> mortalità infantile è bassissimo:<br />

solo il 6,2% (pari a quello della<br />

Svezia), contro il 32% del resto dell’America<br />

Latina. Tutto questo è ancora più importante<br />

se si pensa alla non facile situazione<br />

economica dell’isola colpita da ben tre uragani<br />

nel 2008. I danni lasciati dalla furia<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

delle tempeste sono stati riparati solo in<br />

parte a causa della paralisi <strong>di</strong> molti progetti<br />

che nel 2009 si sono arenati per la mancanza<br />

<strong>di</strong> fon<strong>di</strong>. Malgrado gli evidenti limiti<br />

dell’economia cubana, Malù e Manuel guardano<br />

con ottimismo al loro futuro. La<br />

ragazzina ha le idee chiare: “Voglio stu<strong>di</strong>are<br />

per fare la maestra: mi piacciono i bambini<br />

e da grande vorrei somigliare alla<br />

nostra maestra Maria. Ti ricor<strong>di</strong> Manuel<br />

come era buona e quanta pazienza aveva<br />

nel ripeterci le cose che non riuscivamo ad<br />

imparare?”. Manuel sorride perché il più<br />

<strong>di</strong>scolo della classe era proprio lui, sempre<br />

lì a scarabocchiare su un foglio profili <strong>di</strong><br />

auto potenti o <strong>di</strong> motociclette impennate<br />

in frenata. Adesso il suo sogno l’ha già in<br />

parte realizzato come appren<strong>di</strong>sta meccanico,<br />

ma in futuro spera <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare un<br />

famoso pilota <strong>di</strong> Formula1. “Pensa – <strong>di</strong>ce<br />

Manuel a Malù - al mio nome scritto grande<br />

quanto una casa. E poi io i motori li sento<br />

parlare! Non mi ve<strong>di</strong> anche tu vincitore <strong>di</strong><br />

una, cento gare, sorridere ai fotografi con<br />

la medaglia al collo e una bottiglia da stappare<br />

in mano?”.


CULTURA COMUNISTA<br />

La zavorra del regime<br />

Sogni <strong>di</strong> un ragazzo <strong>di</strong> 14 anni, non proprio<br />

tipici <strong>di</strong> un figlio della cultura comunista<br />

imposta dallo Stato<br />

Da oltre 50 anni<br />

Cuba vive sotto<br />

un regime<br />

comunista che,<br />

anche se negli ultimi<br />

anni si sta un po’ indebolendo,<br />

si fonda sul<br />

contenimento della<br />

libertà <strong>di</strong> opinione ed<br />

espressione <strong>di</strong> idee<br />

politiche <strong>di</strong>verse da<br />

quelle ufficiali, sulla<br />

limitazione della proprietà<br />

privata, sulla<br />

denigrazione dei miti<br />

occidentali <strong>di</strong> successo<br />

e ricchezza.<br />

rivoluzionario <strong>di</strong> Fidel<br />

Castro. A Cuba si sperimenta<br />

l’hombre nuevo,<br />

l’uomo nuovo, ca<strong>pace</strong><br />

<strong>di</strong> costruire una società<br />

dove tutti hanno il<br />

<strong>di</strong>ritto alla salute, all’istruzione,<br />

al cibo. Ma i<br />

risultati sono <strong>di</strong>scutibili<br />

e non tutti i giovani<br />

che hanno stu<strong>di</strong>ato<br />

possono vivere <strong>di</strong> agricoltura.<br />

La coltivazione<br />

della canna da zucchero<br />

è ancora ai primi<br />

posti delle voci dell’economia cubana, che<br />

insieme al turismo è la maggiore fonte <strong>di</strong><br />

introiti. Nei <strong>di</strong>scorsi dei due ragazzi torna<br />

spesso il desiderio <strong>di</strong> viaggiare, <strong>di</strong> conoscere<br />

coetanei <strong>di</strong> altri Paesi, <strong>di</strong> possedere un<br />

computer e molte altre delle cose che sono<br />

in cima alla lista dei desideri degli adolescenti<br />

del “villaggio globale”. Il fatto che<br />

Cuba sia un’isola rimasta tagliata fuori per<br />

tanti anni dai processi mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> sviluppo<br />

tecnologico non significa che le giovani<br />

generazioni non siano interessate dai<br />

videogiochi o dagli spazi infiniti della<br />

navigazione nel web, dalle mode musicali e<br />

dell’abbigliamento. Nel loro futuro Cuba<br />

sarà un’isola certamente meno “isolata”.<br />

L’ISOLA DI FIDEL<br />

Cuba è una Repubblica socialista con un<br />

congresso popolare e un solo partito: il Partito<br />

comunista <strong>di</strong> Cuba, fondato da Fidel<br />

Castro. Lo Stato, l’economia e la società<br />

sono controllati. Le negazioni delle libertà a<br />

Cuba sono state criticate più volte dalle<br />

Nazioni Unite: il problema del rispetto dei<br />

<strong>di</strong>ritti umani è ancora molto presente sull’isola.<br />

Circa metà dei cubani sono mulatti e meticci,<br />

un terzo è bianco (<strong>di</strong> origine spagnola),<br />

il 10% è nero. Molti non professano alcuna<br />

religione, circa il 40%, invece, è cristiano.<br />

L’economia cubana è decaduta a causa dell’embargo<br />

commerciale imposto dagli Stati<br />

Uniti d’America nel 1962 e tuttora in vigore.<br />

L’agricoltura gioca un ruolo principale con<br />

una predominanza <strong>di</strong> coltivazione della canna<br />

da zucchero. In corrispondenza, anche<br />

l’industria per la raffinazione dello zucchero<br />

è importante.<br />

I bambini costituiscono circa la terza parte<br />

della popolazione cubana: sono loro gli unici<br />

a ricevere attenzioni e trattamenti “privilegiati”.<br />

Nonostante le <strong>di</strong>fficili con<strong>di</strong>zioni<br />

economiche attraversate dall’isola, si è<br />

scrupolosi riguardo l’alimentazione e la<br />

nutrizione dei bambini da zero a sette anni<br />

<strong>di</strong> età e la loro istruzione <strong>di</strong> base.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 13


Dossier Dossier<br />

14<br />

Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier Dossier<br />

Dossier<br />

Nel mese in corso si celebra la<br />

Giornata mon<strong>di</strong>ale della Pace (1 gennaio)<br />

e si conclude il Decennio internazionale<br />

per una cultura <strong>di</strong> Pace e<br />

Nonviolenza per le bambine e i<br />

bambini del mondo (2001-2010). Due<br />

motivi in più per iniziare l’anno celebrando<br />

la <strong>pace</strong>: perché non si deve<br />

dare per scontata, perché in molti<br />

luoghi del pianeta è ancora assente,<br />

perché dov’è è silenziosa, perché<br />

tutti la vogliono ma non tutti sono<br />

<strong>di</strong>sposti a costruirla, perché la <strong>pace</strong><br />

si impara, perché la <strong>pace</strong> al più presto<br />

possa asse<strong>di</strong>are il mondo.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

<strong>Asse<strong>di</strong>o</strong><br />

A sse<strong>di</strong>are<br />

è un’arte. Significa circondare<br />

l’obiettivo, isolarlo, farlo capitolare,<br />

indurlo alla resa. In genere si<br />

parla <strong>di</strong> asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una città o <strong>di</strong> un’area nemica,<br />

attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> eserciti e armi.<br />

Sin dall’antichità la storia racconta degli<br />

asse<strong>di</strong>, tanto da giustificare l’esistenza <strong>di</strong><br />

un termine che ne definisce l’arte: la poliorcetica<br />

è, infatti, una parola <strong>di</strong> derivazione<br />

greca che descrive la tecnica dell’asse<strong>di</strong>are<br />

ed espugnare le città fortificate.<br />

Non ti sarà <strong>di</strong>fficile ricordare il più famoso<br />

asse<strong>di</strong>o della storia: è quello della città <strong>di</strong><br />

Troia ad opera <strong>di</strong> Ulisse, personaggio della


<strong>di</strong> <strong>pace</strong><br />

MITOLOGIA<br />

La raccolta dei<br />

miti e delle<br />

leggende<br />

relativi a dei,<br />

eroi, culti,<br />

pratiche religiose,<br />

origine del mondo e<br />

dei popoli si chiama<br />

mitologia. Essa viene<br />

raccontata in forma<br />

poetica o letteraria.<br />

mitologia greca originario<br />

<strong>di</strong> Itaca, che per<br />

espugnare la città <strong>di</strong><br />

Troia dopo 10 anni <strong>di</strong> asse<strong>di</strong>o<br />

ha l’idea <strong>di</strong> costruire<br />

un gigantesco<br />

cavallo <strong>di</strong> legno, al cui<br />

interno si nascondono i<br />

più valorosi guerrieri<br />

greci. Con un inganno si<br />

fa credere ai troiani che l’asse<strong>di</strong>o è finito: i<br />

greci fingono <strong>di</strong> ritirarsi, mentre il cavallo –<br />

apparentemente abbandonato sulla spiaggia<br />

– viene fatto entrare nella città con un<br />

espe<strong>di</strong>ente. Arrivata la notte<br />

i soldati greci escono dal<br />

nascon<strong>di</strong>glio, aprono le porte<br />

delle mura <strong>di</strong> Troia al loro<br />

esercito e conquistano la città<br />

nemica, incen<strong>di</strong>andola e<br />

costringendola alla resa.<br />

Sembra una storia <strong>di</strong>vertente,<br />

innocua, sen-<br />

zaconseguenze. Invece<br />

Quinto Smirneo,<br />

che descrive i giorni<br />

della guerra <strong>di</strong> Troia,<br />

descrive così quel<br />

grande massacro:<br />

Il sangue scorreva in<br />

torrenti, faceva marcire<br />

il terreno, era quello<br />

Autore greco<br />

nato a Smirne<br />

tra il III e il IV<br />

secolo, ha scritto<br />

la Postomerica, che narra<br />

gli avvenimenti intercorsi<br />

tra quelli narrati da Omero<br />

nelle famose Iliade e<br />

O<strong>di</strong>ssea.<br />

dei troiani e dei suoi alleati stranieri morti.<br />

Gli uomini giacevano repressi nella amara<br />

morte, tutta la città da su e giù era bagnata<br />

del loro sangue.<br />

Sono proprio questi i terribili effetti della<br />

guerra <strong>di</strong> Troia. Gli stessi <strong>di</strong> una qualunque<br />

altra guerra combattuta: sangue, feriti,<br />

morti, <strong>di</strong>sperazione, massacri. Nell’antichità<br />

come adesso. È per questo che l’arte dell’asse<strong>di</strong>o<br />

in cui esercitarsi non deve essere quella<br />

della guerra, ma quella della <strong>pace</strong>.<br />

QUINTO SMIRNEO<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 15


NONVIOLENZA<br />

MAHATMA<br />

Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier D<br />

Dossier<br />

La nonviolenza<br />

16<br />

Con questa<br />

parola si<br />

traduce letteralmente<br />

il termine<br />

sanscrito (l’antica lingua<br />

da cui derivano<br />

quelle parlate oggi in<br />

In<strong>di</strong>a) “ahimsa”: composto<br />

dal prefisso privativo<br />

“a-” e dalla parola<br />

“himsa” che significa<br />

danno, violenza. Letteralmente<br />

ahimsa può<br />

essere tradotto con<br />

“assenza del desiderio<br />

<strong>di</strong> nuocere” o “volontà<br />

<strong>di</strong> non fare danno a<br />

nessuno”.<br />

In sanscrito mahatma<br />

significa “grande anima”.<br />

Fu questo l’appellativo<br />

dato a Gandhi<br />

dal poeta e filosofo<br />

in<strong>di</strong>ano Tagore, poi<br />

rimastogli.<br />

L a<br />

<strong>pace</strong> si impara.<br />

Come? Esercitando<br />

la nonviolenza e prendendo<br />

esempio dai tanti<br />

uomini e donne che<br />

nei secoli – ma anche<br />

oggi – hanno de<strong>di</strong>cato<br />

la vita a costruire la <strong>pace</strong>.<br />

Essa non è automatica,<br />

non nasce da sola,<br />

né si realizza “a costo<br />

zero”. La <strong>pace</strong> è una<br />

scelta, una <strong>di</strong>rezione da<br />

percorrere, che non può<br />

fare a meno della giustizia<br />

e della verità, come<br />

insegna Giovanni Paolo<br />

II nel suo famoso messaggio<br />

per la Giornata<br />

mon<strong>di</strong>ale della Pace del<br />

2002: “Non c’è <strong>pace</strong><br />

senza giustizia, non c’è<br />

giustizia senza perdo-<br />

no”. Tra i maestri <strong>di</strong> <strong>pace</strong>, spiccano due<br />

esempi per eccellenza <strong>di</strong> nonviolenza: il<br />

mahatma Gandhi e Martin Luther King.<br />

Gandhi<br />

Quando Mohandas Karamchand Gandhi viene<br />

al mondo è il 1869 e l’In<strong>di</strong>a – il suo Paese<br />

– è sotto dominazione britannica. Stu<strong>di</strong>a<br />

in Inghilterra come avvocato, rientra in In<strong>di</strong>a<br />

ma presto si trasferisce in Sud Africa, dove<br />

scopre che i suoi connazionali vengono<br />

trattati come schiavi. Nel Paese africano, in-<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

e<br />

oo e<br />

fatti, il razzismo è molto <strong>di</strong>ffuso, tanto che<br />

egli stesso si trova coinvolto in prima persona<br />

in alcuni episo<strong>di</strong> che costituiranno un<br />

punto <strong>di</strong> svolta della sua vita. Uno <strong>di</strong> questi<br />

accade durante un viaggio in treno, quando<br />

viene obbligato a scendere perché non accetta<br />

<strong>di</strong> passare dal vagone <strong>di</strong> prima classe<br />

(per il quale ha il biglietto) a quello <strong>di</strong> terza<br />

classe: non trova il motivo per cui non<br />

possa continuare a stare lì. È così che Gandhi<br />

capisce <strong>di</strong> doversi impegnare nella lotta<br />

contro i soprusi, scegliendo la resistenza<br />

nonviolenta.<br />

Nel 1914 ritorna in In<strong>di</strong>a e mette a punto alcune<br />

tecniche <strong>di</strong> lotta<br />

pacifica per l’in<strong>di</strong>pendenza<br />

del suo<br />

Paese dalla dominazionebritannica:promuove<br />

la nonviolenza<br />

come<br />

rifiuto <strong>di</strong> in


BOICOTTAGGIO<br />

Azione<br />

in<strong>di</strong>viduale<br />

o collettiva<br />

con lo scopo<br />

<strong>di</strong> ostacolare<br />

la ven<strong>di</strong>ta dei<br />

prodotti <strong>di</strong> un’azienda<br />

o <strong>di</strong> uno Stato, colpevoli<br />

<strong>di</strong> tenere comportamenti<br />

scorretti o <strong>di</strong><br />

violare i <strong>di</strong>ritti fondamentali<br />

dell’uomo.<br />

tolleranza e <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>visione<br />

tra etnie o religioni<br />

<strong>di</strong>verse. Tra i suoi strumenti<br />

<strong>di</strong> lotta nonviolenta<br />

c’è il boicottaggio<br />

dei prodotti inglesi.<br />

Gandhi viene ucciso per<br />

mano <strong>di</strong> un indù fanatico<br />

il 30 gennaio 1948, sei<br />

mesi dopo la <strong>di</strong>chiarazione<br />

d’in<strong>di</strong>pendenza dell’In<strong>di</strong>a.<br />

Martin Luther King<br />

Il 15 gennaio 1929 nasce ad Atlanta, Stati<br />

Uniti d’America, il più grande leader degli<br />

americani <strong>di</strong> origine africana: Martin Luther<br />

King. Sin da quando è bambino scopre che<br />

avere la pelle nera significa non poter godere<br />

dei <strong>di</strong>ritti dei bianchi: ha cinque anni<br />

quando la madre <strong>di</strong> un amico proibisce al figlio<br />

<strong>di</strong> giocare col piccolo Martin perché<br />

“negro”; ha otto anni quando scopre che la<br />

sua cantante preferita, Bessie Smith, muore<br />

<strong>di</strong>ssanguata in uno scontro automobilistico<br />

perché rifiutata dagli ospedali per bianchi <strong>di</strong><br />

Atlanta.<br />

Dopo gli stu<strong>di</strong> in teologia, <strong>di</strong>venta pastore<br />

protestante <strong>di</strong> Montgomery, in Alabama, e<br />

inizia ad impegnarsi attivamente per i <strong>di</strong>ritti<br />

dei neri d’America e per l’abolizione delle<br />

<strong>di</strong>scriminazioni a cui sono costretti. Nel<br />

1957 fonda un movimento che si batte per i<br />

<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutte le minoranze e si basa sulla<br />

pratica della nonviolenza, imparata da Gandhi.<br />

Durante la marcia su Washington nel<br />

1963 King pronuncia il suo <strong>di</strong>scorso più famoso:<br />

Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse col-<br />

line della Georgia i<br />

figli <strong>di</strong> coloro che<br />

un tempo furono<br />

schiavi e i figli <strong>di</strong><br />

coloro che un<br />

tempo possedettero<br />

schiavi,<br />

sapranno sedere<br />

insieme al tavolo<br />

della fratellanza.<br />

Io ho un sogno, che i miei<br />

quattro figli piccoli vivranno<br />

un giorno in una nazione<br />

nella quale non saranno giu<strong>di</strong>cati per il colore<br />

della loro pelle, ma per le qualità del loro<br />

carattere. Ho un sogno, oggi!<br />

Nel 1964 King riceve il Premio Nobel per la<br />

<strong>pace</strong>, ma quattro anni più tar<strong>di</strong> viene ucciso<br />

con un colpo <strong>di</strong> pistola mentre è impegnato<br />

nella lotta pacifica per assicurare i <strong>di</strong>ritti<br />

a tutti gli uomini, senza <strong>di</strong>stinzioni.<br />

UN LIBRO-GIOCO-FUMETTO<br />

Dieci situazioni <strong>di</strong><br />

vita quoti<strong>di</strong>ana, proprio<br />

quelle che ognuno<br />

si trova ad affrontare<br />

ogni giorno: rapporti<br />

<strong>di</strong> buon vicinato,<br />

gelosia delle proprie<br />

cose, litigi<br />

tra amici, ecc.<br />

ecc. Cosa fare?<br />

Come reagire?<br />

Sai scegliere l’al-<br />

10 occasioni per<br />

<strong>di</strong>ventare nonviolenti<br />

EMI - E<strong>di</strong>trice missionaria italiana<br />

Pagg. 167<br />

€ 12,00<br />

ternativa della nonviolenza?<br />

Prova a giocare insieme ai protagonisti<br />

delle storie <strong>di</strong> “10 occasioni per <strong>di</strong>ventare<br />

nonviolenti” dell’E<strong>di</strong>trice missionaria italiana,<br />

a cura del Comitato italiano Decennio<br />

2001-2010 per una cultura <strong>di</strong> Nonviolenza<br />

e <strong>di</strong> Pace per i bambini del mondo.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 17


4<br />

5<br />

2<br />

DON LORENZO MILANI<br />

NELSON MANDELA<br />

18<br />

Dossier<br />

Dossier<br />

Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier Dossier<br />

Dossier<br />

C'è chi educa, senza<br />

nascondere l'assurdo<br />

ch'è nel mondo,<br />

cercando d'essere franco<br />

all'altro come a sé,<br />

sognando gli altri come<br />

ora non sono.<br />

Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande:<br />

"I CARE". È il motto intraducibile dei giovani<br />

americani migliori: "Me ne importa, mi sta a cuore".<br />

È il contrario esatto del motto fascista: "Me ne frego".<br />

Usate la vostra<br />

libertà per<br />

promuovere la<br />

nostra.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Maestri della nonviolenza<br />

Gli uomini e le donne che nel mondo hanno scelto ed<br />

esercitato la nonviolenza nella loro vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

sono moltissimi. Di seguito eccone alcuni: ad ogni personaggio<br />

prova ad assegnare la giusta frase (contrassegnata<br />

da un numero). Poi cerca informazioni, per<br />

scoprire chi sono e cosa hanno fatto.<br />

ALDO CAPITINI<br />

MADRE TERESA DI CALCUTTA<br />

AUNG SAN SUU KYI<br />

1<br />

Io non <strong>di</strong>co: fra poco o molto tempo<br />

avremo una società che sarà<br />

perfettamente nonviolenta... a me<br />

importa l'impiego <strong>di</strong> questa mia<br />

modestissima vita, <strong>di</strong> queste ore o <strong>di</strong><br />

questi pochi giorni.<br />

3<br />

(Segue a pagina 19)<br />

6<br />

Sono una piccola matita<br />

nelle mani <strong>di</strong> Dio.<br />

DANILO DOLCI<br />

Nessuno è nato schiavo, né<br />

signore, né per vivere in<br />

miseria, ma tutti siamo nati<br />

per essere fratelli.<br />

SOLUZIONI<br />

Danilo Dolci – 4<br />

Madre Teresa <strong>di</strong> Calcutta – 6<br />

Nelson Mandela – 3<br />

Aung San Suu Kyi – 2<br />

Don Lorenzo Milani – 5<br />

Aldo Capitini – 1


n.1<br />

Gennaio<br />

2011<br />

Cari Ragazzi <strong>Missio</strong>nari,<br />

eccoci alla Giornata <strong>Missio</strong>naria dei Ragazzi (GMR)<br />

dal tema “Entra! C’è posto per tutti”. In alcune <strong>di</strong>ocesi<br />

viene ancora celebrata il 6 gennaio, come decise il<br />

Papa Pio XII nel 1950, che voleva <strong>di</strong>ffondere in tutto il<br />

mondo l’Opera dei Ragazzi <strong>Missio</strong>nari.<br />

In molte <strong>di</strong>ocesi viene celebrata in altri giorni del<br />

mese, magari in concomitanza con la festa della Pace:<br />

sapete bene che il 1° gennaio si celebra la Giornata<br />

Mon<strong>di</strong>ale per la Pace e che gennaio è il mese della Pace,<br />

vero?<br />

In qualunque data festeggiate la GMR vi invitiamo a renderci<br />

partecipi <strong>di</strong> questo evento. In che modo? Non è certo<br />

facile prender parte a tutte le feste dei Ragazzi <strong>Missio</strong>nari<br />

d’Italia! Il modo più semplice è quello <strong>di</strong> leggere le vostre<br />

esperienze.<br />

Scriveteci una lettera oppure una e-mail in cui raccontate<br />

come avete celebrato la Giornata <strong>Missio</strong>naria dei Ragazzi,<br />

oppure le altre attività che svolgete in gruppo. Ricordate <strong>di</strong><br />

allegare anche una o più foto.<br />

Ogni mese, su queste pagine de Il Ponte d’Oro, troverete pubblicate le vostre lettere.<br />

Vi aspettiamo!<br />

Il Segretariato POIM<br />

AAA CERCASI NOTIZIE DAI<br />

RAGAZZI MISSIONARI<br />

Mondo RM aspetta vostre notizie sotto<br />

forma <strong>di</strong> racconti, testimonianze,<br />

foto <strong>di</strong>gitali o cartacee, poesie, articoli, altro…<br />

Il materiale deve essere inviato a:<br />

Pontificia Opera Infanzia <strong>Missio</strong>naria<br />

Via Aurelia, 796<br />

00165 Roma<br />

Oppure a: poim@operemissionarie.it<br />

I


Il concorso, condotto dalla parrocchia Sant’Agostino <strong>di</strong> Andria e<br />

patrocinato da Comune <strong>di</strong> Andria, Regione Puglia, Provincia BT e<br />

Ufficio missionario della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Andria, è volto alla annuale raccolta<br />

fon<strong>di</strong> destinata alla Pontificia Opera Infanzia <strong>Missio</strong>naria - Ragazzi<br />

<strong>Missio</strong>nari.<br />

INIZIATIVA<br />

Il premio si articola in tre sezioni: quella letteraria (poesia singola, racconto, giornalino/dossier,<br />

intervista); quella <strong>di</strong> arte figurativa (<strong>di</strong>segni, fumetti, <strong>di</strong>pinti, sculture,<br />

lavori multime<strong>di</strong>ali, graphic design, fotografia, manifesti, pagine web, cortometraggi,<br />

premio speciale murales); quella artistica (teatro, musica, danza).<br />

PARTECIPANTI<br />

• Ragazzi da 6 a 18 anni<br />

• Adulti e giovani<br />

La partecipazione è consentita a singoli, gruppi, classi, gruppi parrocchiali, scuole,<br />

scuole <strong>di</strong> ballo, scuole <strong>di</strong> musica, gruppi teatrali, famiglie, ecc.<br />

II<br />

III E<strong>di</strong>zione E<strong>di</strong>zione<br />

“ENTRA C’È POSTO PER TUTTI”


Premio artistico-letterario nazionale<br />

Infanzia <strong>Missio</strong>naria 2010-2011<br />

REGOLAMENTO<br />

• Ogni lavoro dovrà essere consegnato entro il 2 aprile 2011 a mano o via posta (in<br />

quest’ultimo caso farà fede il timbro postale).<br />

• I vincitori saranno invitati a riprodurre la propria rappresentazione dal vivo, ciò non<br />

esclude che anche i non vincitori abbiano la possibilità <strong>di</strong> esibirsi nel corso della<br />

serata finale del concorso.<br />

• È consentita la partecipazione a non più <strong>di</strong> due sezioni contemporaneamente.<br />

• I lavori presentati non saranno restituiti. Gli organizzatori avranno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere,<br />

riprodurre, pubblicare e stampare gli elaborati dei concorrenti.<br />

• La partecipazione al concorso è gratuita.<br />

PREMIAZIONE<br />

La premiazione si svolgerà durante la serata-spettacolo conclusivo il 14 maggio<br />

2011 con ospiti noti e testimonial sportivi. Luogo e orario dell’evento ed eventuali<br />

variazioni al bando saranno comunicati tempestivamente a tutti i partecipanti dalla<br />

segreteria del Premio.<br />

Scarica il bando completo dal sito www.poim.it oppure <strong>di</strong>rettamente<br />

da www.premioartisticoletterariopoim.it con aggiornamenti<br />

e notizie riguardanti premiazione, data, ora, luogo e la eventuale<br />

pubblicazione del materiale pervenuto.<br />

III


Parrocchia<br />

San Giovanni Battista<br />

Siniscola (NU)<br />

Caro Ponte d’Oro,<br />

in occasione del Congresso eucaristico<br />

<strong>di</strong>ocesano che è stato celebrato a<br />

Nuoro il 19 settembre scorso, noi<br />

RAGAZZI MISSIONARI, insieme a tanti<br />

altri ragazzi <strong>di</strong> altri gruppi ecclesiali,<br />

abbiamo partecipato ad una giornata<br />

in<strong>di</strong>menticabile sia perché abbiamo<br />

fatto amicizia con tanti ragazzi, sia perché il<br />

culmine è stata la Celebrazione eucaristica<br />

presieduta dal nostro Vescovo.<br />

Con Gesù, nostro grande amico, abbiamo<br />

spezzato il Pane e ci siamo nutriti del suo<br />

Corpo e con il pensiero siamo andati lontano,<br />

nelle terre <strong>di</strong> missione, dove molti bambini<br />

hanno fame e non conoscono ancora Gesù.<br />

Abbiamo pregato molto per loro e ci siamo<br />

impegnati a con<strong>di</strong>videre sempre ciò che<br />

abbiamo, ad essere generosi, a risparmiare e a<br />

non sprecare niente per aiutare i missionari.<br />

Abbiamo preparato un cartellone che rappresenta Gesù Eucaristia, come vedete nella foto.<br />

Un abbraccio a tutti voi e a tutti i bambini del mondo, <strong>di</strong> un mondo a colori, ricco <strong>di</strong> bontà,<br />

<strong>pace</strong>, fraternità, festa per tutti.<br />

I Ragazzi <strong>Missio</strong>nari <strong>di</strong> Siniscola e i responsabili<br />

IV<br />

Notizie Notizie da…<br />

da…<br />

PIANETA POIM è a cura della Pontificia Opera Infanzia <strong>Missio</strong>naria<br />

Via Aurelia, 796 - 00165 Roma<br />

Tel. 06/66502644 - 646; fax 06/66410314; e-mail: poim@operemissionarie.it<br />

Per offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - Roma


Gennaio (e non solo) per la <strong>pace</strong><br />

Sono mille i motivi per definire<br />

gennaio “il mese della <strong>pace</strong>”.<br />

Innanzitutto il primo giorno dell’anno<br />

è la Giornata mon<strong>di</strong>ale della<br />

Pace: celebrata per la prima volta<br />

da Papa Paolo VI nel 1968, questa<br />

ricorrenza prevede l’invio ai<br />

capi delle nazioni e a tutti gli uomini<br />

<strong>di</strong> buona volontà <strong>di</strong> un messaggio<br />

sul tema della <strong>pace</strong>. Scritto<br />

dal Santo Padre, ogni anno il<br />

testo approfon<strong>di</strong>sce un aspetto<br />

legato al Bene più importante del<br />

mondo. “Libertà religiosa, via della<br />

<strong>pace</strong>” è il titolo scelto per il 2011: oggi<br />

sono molte le aree del mondo in cui donne e<br />

uomini non possono professare liberamente<br />

la propria fede. “È inconcepibile – ha detto<br />

Papa Benedetto nel suo <strong>di</strong>scorso alle Nazioni<br />

Unite del 18 aprile 2008 – che dei credenti<br />

debbano sopprimere una parte <strong>di</strong> se<br />

stessi, la loro fede, per essere citta<strong>di</strong>ni attivi;<br />

non dovrebbe mai essere necessario rin-<br />

Sopra:<br />

Candele accese in una chiesa <strong>di</strong> Betlemme: gli arabi cristiani<br />

sono i <strong>di</strong>scendenti dei primi <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù e minoranza in<br />

Me<strong>di</strong>o Oriente.<br />

Sotto:<br />

Donne irachene piangono davanti ai propri cari uccisi.<br />

È il gruppo terroristico guidato da Osama Bin Laden, autore<br />

<strong>di</strong> molti attentati nel mondo, tra cui quello drammatico<br />

alle Torri gemelle <strong>di</strong> New York dell’11 settembre 2001. Al<br />

Qaeda prevede il reclutamento e l’addestramento <strong>di</strong> giovani<br />

fondamentalisti ed ha come obiettivo quello <strong>di</strong> seminare panico,<br />

terrore e morte in Occidente o tra i cristiani degli Stati a maggioranza<br />

musulmana.<br />

negare Dio per poter godere dei propri <strong>di</strong>ritti”.<br />

Eppure recentemente in Iraq si viene uccisi<br />

solo perché si è cristiani. Come è accaduto<br />

lo scorso 31 ottobre, quando Al Qaeda ha<br />

assaltato la cattedrale siro-cattolica <strong>di</strong> Baghdad<br />

durante la celebrazione della Messa<br />

uccidendo 60 persone.<br />

AL QAEDA<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 19


SIRO-CATTOLICI<br />

20<br />

Dossier<br />

Dossier<br />

Dossier Dossier<br />

Dossier Dossier Dossier<br />

Dossier<br />

Musulmani e cristiani<br />

insieme contro il terrore<br />

All’interno della<br />

Chiesa cattolica,<br />

soprattutto in<br />

Me<strong>di</strong>o Oriente, esistono<br />

vari tipi <strong>di</strong> riti:<br />

sono forme <strong>di</strong> liturgie<br />

<strong>di</strong>verse da quella latina<br />

(cioè quella praticata in<br />

Occidente e comunemente<br />

usata nelle nostre<br />

chiese). Il siro-cattolico<br />

è uno dei riti orientali.<br />

In risposta al massacro<br />

che i cristiani siro-cattolici<br />

<strong>di</strong> Baghdad hanno subito,<br />

a Betlemme si è celebrata<br />

una Messa <strong>di</strong> suffragio<br />

per le vittime e per<br />

pregare per chi ha commesso<br />

questa strage. Dopo<br />

la celebrazione, tutti<br />

si sono riversati nella<br />

piazza della Basilica della<br />

Natività per manifestare il proprio “no” alla<br />

violenza e alla persecuzione dei cristiani:<br />

tante candele accese illuminavano la notte e<br />

cartelloni scritti nelle <strong>di</strong>verse lingue mostravano<br />

con decisione la posizione dei cristiani<br />

<strong>di</strong> fronte a un tale massacro.<br />

Un gruppetto <strong>di</strong> giovani ascoltava in <strong>di</strong>sparte.<br />

Ognuno aveva un foglio in mano, scritto<br />

in arabo. Si vedeva che i cartelli erano stati<br />

preparati frettolosamente, quasi per rime<strong>di</strong>are<br />

ad un ritardo non voluto. Alcuni dei cristia-<br />

Nella foto:<br />

Betlemme – Chiesa e moschea sono l’una<br />

<strong>di</strong> fronte all’altra nella piazza della Natività:<br />

nella città <strong>di</strong> Gesù la convivenza tra<br />

cristiani e musulmani è pacifica e<br />

collaborativa.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

ni presenti hanno chiesto il perché dello<br />

stare in <strong>di</strong>sparte e si sono sentiti rispondere:<br />

“Noi non siamo cristiani, siamo<br />

musulmani. Ma volevamo unirci alla<br />

vostra manifestazione e preghiera per<br />

<strong>di</strong>mostrare che anche noi siamo decisamente<br />

contro ogni atto <strong>di</strong> violenza<br />

contro i cristiani. Siamo convinti –<br />

hanno aggiunto – che la <strong>pace</strong> in questa<br />

terra sarà possibile solo se le religioni<br />

si metteranno insieme per costruire un<br />

mondo fondato sulla giustizia, l’uguaglianza<br />

e il rispetto”. I cristiani hanno<br />

strinto loro le mani in segno <strong>di</strong> unione<br />

e fratellanza e i giovani musulmani<br />

hanno risposto: “Grazie a voi, soprattutto<br />

per aver pregato per i responsabili<br />

dell’atto terroristico: è segno <strong>di</strong> perdono<br />

e <strong>di</strong> amore”.<br />

In comunione con<br />

il popolo sud-sudanese<br />

Il mese <strong>di</strong> gennaio 2011 vede un altro appuntamento<br />

fondamentale per la <strong>pace</strong>: il referendum<br />

per l’autodeterminazione del popolo<br />

sud-sudanese, in programma per il 9 gennaio.<br />

La consultazione popolare rientra nell’accordo<br />

<strong>di</strong> <strong>pace</strong> che ha messo fine a lunghi anni <strong>di</strong><br />

guerra tra il Nord e il Sud del Paese. “Il risultato<br />

– <strong>di</strong>ce padre Daniele Moschetti, missionario<br />

a Mapuor<strong>di</strong>t – sembra scontato: vittoria per la<br />

secessione. Tutti, dai<br />

bambini agli anziani,<br />

sembrano ormai orientati<br />

a rompere questa<br />

catena che hanno sempre<br />

sentito con il Nord<br />

Sudan. È un liberarsi da<br />

ingiustizie e soprusi. Lo<br />

Il principio <strong>di</strong><br />

autodeterminazione<br />

<strong>di</strong><br />

un popolo consiste<br />

nel suo <strong>di</strong>ritto a decidere<br />

autonomamente<br />

per il proprio futuro e<br />

nello scegliere la forma<br />

politica da dare al proprio<br />

Stato.<br />

AUTODETERMINAZIONE


Nella foto:<br />

Mentre nel Sud Sudan vivono etnie <strong>di</strong> pelle nera e <strong>di</strong><br />

religione cristiana o tra<strong>di</strong>zionale, il Nord Sudan è abitato da<br />

arabi musulmani.<br />

SUDAN<br />

Un Paese grande<br />

quanto un continente<br />

Il Sudan è grande circa otto volte l’Italia<br />

ed è così variegato da ogni punto <strong>di</strong><br />

vista da poter rappresentare l’intero<br />

continente nero. Le zone aride del Nord<br />

sono abitate da arabi musulmani. Nelle<br />

foreste tropicali del Sud vivono invece<br />

etnie <strong>di</strong> pelle nera e <strong>di</strong> religione cristiana<br />

o tra<strong>di</strong>zionale. Fino al 2005 una<br />

sanguinosa guerra è stata combattuta<br />

tra Nord e Sud del Paese. Il referendum<br />

per l’autodeterminazione del<br />

popolo sud-sudanese è un momento <strong>di</strong><br />

democrazia molto importante, per una<br />

nazione dove solo nell’aprile 2009 si<br />

sono svolte le prime elezioni dopo quasi<br />

25 anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatura.<br />

PREGHIERA<br />

PER UN REFERENDUM<br />

DI PACE IN SUDAN<br />

Santa Giuseppina Bakhita, figlia del Sudan,<br />

invochiamo la tua potenza perché tu venga<br />

nelle nostre famiglie del Sud Sudan.<br />

Per favore, aiutaci a costruire<br />

la <strong>pace</strong> tra <strong>di</strong> noi.<br />

Che tutti possano fare qualcosa<br />

per la nostra libertà nel Sud Sudan.<br />

Dacci il vero amore che ci porti alla<br />

non-violenza al momento del referendum.<br />

Padre dell’Africa, san Daniele Comboni,<br />

“tu sei la sorgente della <strong>pace</strong> in Sudan”.<br />

Possa il tuo spirito continuare<br />

a proteggerci dal male<br />

che ci tiene lontani dalla <strong>pace</strong> in Sudan.<br />

Dacci la saggezza e il coraggio <strong>di</strong> scegliere<br />

il nostro futuro per il Nuovo Sudan.<br />

Signore Gesù, che hai detto:<br />

“Vi lascio la <strong>pace</strong>”,<br />

possa tu darci la <strong>pace</strong><br />

al momento del referendum,<br />

anche con l’aiuto dei fratelli e sorelle<br />

della comunità internazionale,<br />

come me<strong>di</strong>atori <strong>di</strong> <strong>pace</strong>.<br />

Dai a loro la conoscenza e la saggezza<br />

<strong>di</strong> rimuovere tutti gli ostacoli<br />

che impe<strong>di</strong>scono la <strong>pace</strong> in Sudan.<br />

Amen.<br />

Peter Mangar (Mapuor<strong>di</strong>t)<br />

percepisci da come la gente ne parla, ne <strong>di</strong>scute,<br />

ne gioisce e ne soffre, pensando a questo<br />

momento storico che sta arrivando nel ricordo<br />

<strong>di</strong> due milioni e mezzo <strong>di</strong> vite uccise in 21 anni<br />

<strong>di</strong> guerra. E le ferite sono ancora aperte”.<br />

Tutti sperano e pregano per la <strong>pace</strong>: dall’Italia<br />

e dal mondo uniamoci ai sud-sudanesi con le<br />

invocazioni che arrivano da Mapuor<strong>di</strong>t.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 21


22<br />

DALLA PAROLA DI DIO<br />

IL SEGNO SEGNO DEL DEL<br />

MISSIONARIO<br />

MISSIONARIO<br />

INVIA INVIA IL RACCONTO<br />

RACCONTO<br />

DELLA DELLA TUA TUA ESPERIENZA<br />

ESPERIENZA<br />

QUOTIDIANA QUOTIDIANA NEL NEL<br />

“LASCIARE “LASCIARE UN SEGNO” SEGNO” A:<br />

IL PONTE PONTE D’ORO D’ORO<br />

VIA AURELIA AURELIA 796 796 – 00165 00165 ROMA ROMA<br />

OPPURE OPPURE A:<br />

ILPONTEDORO@OPEREMISSIONARIE.IT<br />

ILPONTEDORO@OPEREMISSIONARIE.IT<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

C<br />

hi ha mai visto una pietra su cui restano impresse<br />

delle impronte? Nessuno! Lo sanno tutti che<br />

le orme restano solo sulla sabbia, sul cemento<br />

ancora liquido o su materiali simili… Eppure su una roccia<br />

che si trova a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, sembra<br />

che vi siano rimaste delle impronte <strong>di</strong> piede.<br />

La tra<strong>di</strong>zione dei cristiani gerosolimitani narra che<br />

Gesù sia asceso al cielo proprio da questo luogo,<br />

ancora oggi visitabile e considerato sacro.<br />

Attualmente la pietra è custo<strong>di</strong>ta all’interno <strong>di</strong><br />

un tempietto, che nei secoli è <strong>di</strong>ventato una<br />

moschea, luogo sacro per i musulmani (che<br />

anche se non credono in Gesù Figlio <strong>di</strong> Dio,<br />

lo venerano come il profeta che ha preparato<br />

la venuta <strong>di</strong> Maometto).<br />

Dopo la morte, Gesù era risorto ed era<br />

apparso più volte ai suoi apostoli, per<br />

le strade <strong>di</strong> Palestina, sedendo a tavola<br />

con loro e parlando del Regno <strong>di</strong> Dio.<br />

Nei 40 giorni dopo la risurrezione <strong>di</strong><br />

Gesù, gli Un<strong>di</strong>ci avevano imparato a<br />

riconoscere il loro Maestro risorto ed<br />

erano pronti a testimoniare la fede. Così<br />

Gesù, trovandosi con i suoi apostoli sulla


sommità del Monte degli Ulivi, consegnò<br />

loro queste parole: “Avrete forza dallo Spirito<br />

Santo che scenderà su <strong>di</strong> voi e mi sarete<br />

testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea<br />

e la Samaria e fino agli estremi confini<br />

della terra”.<br />

Nel pronunciare queste parole fu elevato in<br />

alto sotto gli occhi degli Un<strong>di</strong>ci e una nube lo<br />

avvolse, facendolo scomparire agli occhi dei<br />

suoi. Allora apparvero due uomini in bianche<br />

vesti e <strong>di</strong>ssero: “Uomini <strong>di</strong> Galilea, perché<br />

state a guardare il cielo? Questo Gesù,<br />

che è stato assunto fino al cielo, tornerà un<br />

giorno allo stesso modo in cui l’avete visto<br />

andare in cielo”. Gli apostoli si meravigliarono<br />

dell’accaduto, ma non restarono con le<br />

mani in mano. Gesù aveva parlato loro ben<br />

chiaro su cosa fare: essere suoi testimoni<br />

ovunque, da Gerusalemme alle regioni più<br />

prossime, fino agli estremi confini della terra.<br />

In altre parole li aveva chiamati ad essere<br />

missionari.<br />

(confronta Atti degli Apostoli,<br />

capitolo 1, versetti 1-11)<br />

Lascio un segno quando…<br />

1 2 3<br />

Subisco un torto e:<br />

a. mi ven<strong>di</strong>co<br />

b. ignoro chi me lo ha<br />

fatto<br />

c. rispondo con un<br />

gesto <strong>di</strong> cortesia<br />

È il compleanno<br />

<strong>di</strong> un mio amico:<br />

a. gli regalo il Vangelo<br />

b. gli regalo l’abbonamento<br />

a “Il Ponte<br />

d’Oro”<br />

c. gli regalo la ricarica<br />

del telefonino<br />

Non sono missionari solo gli apostoli<br />

<strong>di</strong> Gesù. Lo sono anche tutti i<br />

fedeli nel Signore, tutti coloro che<br />

sono stati battezzati ed hanno<br />

imparato a conoscere la vita e la<br />

Parola del loro Maestro. Quin<strong>di</strong> lo<br />

sei anche tu!<br />

Cosa fare? Prova a “lasciare il tuo<br />

segno” ogni giorno, nei luoghi che<br />

frequenti e nelle situazioni che ti<br />

capitano. Lasciare un segno significa<br />

far vedere che da lì è passato<br />

un amico <strong>di</strong> Gesù, qualcuno che<br />

ne conosce gli insegnamenti, li ha<br />

fatti propri e li vuole suggerire<br />

anche agli altri. Lasciare un segno<br />

significa scegliere la cosa meno<br />

ovvia, quella che fa il bene <strong>di</strong> tutti,<br />

anche se è più faticosa. Lasciare un<br />

segno significa essere riconoscibili<br />

come <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Gesù.<br />

Scelgo <strong>di</strong> agire così perchè mi ricordo<br />

<strong>di</strong> quell’insegnamento <strong>di</strong> Gesù in cui:<br />

ALLA VITA QUOTIDIANA<br />

Lasciare un segno<br />

La nonna<br />

mi regala 50€:<br />

a. li metto da parte<br />

b. ho gli hamburger<br />

pagati per un<br />

mese!<br />

c. ne do una parte a<br />

chi ha bisogno<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 23


Dove è<br />

24<br />

Dove è<br />

a<br />

a<br />

nat o l m e<br />

a<br />

Dove è<br />

s si<br />

i n<br />

nat o l m e<br />

a<br />

s si<br />

i n<br />

a<br />

nat o l m e<br />

a<br />

NELLA TERRA DI GESÙ<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Dove è<br />

s si<br />

«Se avrete fede pari a un granellino<br />

<strong>di</strong> senapa, potrete <strong>di</strong>re a questo<br />

monte: spòstati da qui a là,<br />

ed esso si sposterà, e niente vi<br />

sarà impossibile». (Mt 17, 20)<br />

a<br />

nat o l m e<br />

a<br />

i n<br />

Quando tutto sembra impossibile,<br />

quando la speranza è scomparsa,<br />

quando né ragione, né intelletto umano<br />

sanno trovare una soluzione... un cristiano<br />

non si arrende: sa che c’è la<br />

preghiera, che rende tutto possibile,<br />

anche spostare le montagne. Le suore<br />

del Caritas Baby Hospital sono donne<br />

<strong>di</strong> grande fede e sanno che pregare è<br />

l’unica cosa da fare perché <strong>pace</strong>, giustizia<br />

e speranza tornino ad abitare<br />

nella terra <strong>di</strong> Gesù.<br />

S<br />

ulle pareti c’è Pluto con un osso in<br />

bocca o un delfino che spicca un salto,<br />

negli ambulatori campeggiano lettini a forma<br />

<strong>di</strong> ippopotamo o <strong>di</strong> tartaruga. Si presenta<br />

così la nuova ala del Caritas Baby Hospital<br />

<strong>di</strong> Betlemme, l’unico ospedale pe<strong>di</strong>atrico<br />

della Cisgiordania, che dal 1978 accoglie<br />

migliaia <strong>di</strong> bambini palestinesi. Da un anno<br />

l’ampliamento della struttura ha permesso<br />

<strong>di</strong> incrementare il numero degli ambulatori<br />

me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>sponibili. Così oggi si contano an-<br />

s si<br />

i n<br />

Dove è<br />

a<br />

nat o l m e<br />

a<br />

s si<br />

i n<br />

L’ospedale<br />

della Provvidenza<br />

Sopra:<br />

Betlemme - L’ospedale Caritas Baby Hospital durante i lavori <strong>di</strong><br />

ampliamento, ultimati circa un anno fa.<br />

nualmente 4mila ricoveri per 82 posti letto<br />

e 30mila accessi ambulatoriali.<br />

Il servizio che questa struttura offre alle famiglie<br />

palestinesi è molto prezioso: le cinque<br />

suore elisabettine che lo gestiscono si<br />

preoccupano anche <strong>di</strong> insegnare alle giovani<br />

madri gli elementari principi <strong>di</strong> educazione<br />

sanitaria. Il personale me<strong>di</strong>co e infermieristico<br />

è tutto locale, metà cristiano e<br />

CISGIORDANIA<br />

Insieme alla Striscia <strong>di</strong> Gaza, la regione della Cisgiordania<br />

costituisce la totalità dei Territori palestinesi. Dal 1967<br />

essi sono occupati da Israele: la Palestina, infatti, non è ancora<br />

uno Stato e i suoi territori sono tuttora sotto il controllo militare<br />

israeliano.


OCCUPAZIONE<br />

Quando un<br />

esercito <strong>di</strong> uno<br />

Stato invade i territori <strong>di</strong><br />

un altro popolo e vi si<br />

stabilisce militarmente,<br />

detenendone il controllo,<br />

si parla <strong>di</strong> occupazione.<br />

Dal 1967 nei Territori<br />

palestinesi c’è l’occupazione<br />

israeliana, in<br />

seguito alla Guerra dei<br />

Sei Giorni combattuta<br />

tra Israele, da una parte,<br />

ed Egitto, Siria e Giordania,<br />

dall’altra. L’occupazione<br />

militare in Palestina<br />

da oltre 40 anni ha<br />

comportato gravi conseguenze<br />

sulla vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

della popolazione:<br />

<strong>di</strong>soccupazione<br />

altissima, impossibilità a<br />

muoversi liberamente,<br />

crisi economica, mancanza<br />

<strong>di</strong> prospettive per<br />

i giovani, tensioni sociali<br />

e politiche, violenze. La<br />

costruzione <strong>di</strong> una barriera<br />

che isola totalmente<br />

i Territori palestinesi<br />

dallo Stato <strong>di</strong> Israele ha<br />

peggiorato le con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> vita della popolazione.<br />

metà musulmano. È bello<br />

vedere che i colleghi<br />

si vengono incontro vicendevolmente,accollandosi<br />

anche doppi turni<br />

in ospedale pur <strong>di</strong><br />

permettere agli altri <strong>di</strong><br />

trascorrere a casa le loro<br />

principali feste religiose:<br />

così è capitato che<br />

nelle festività natalizie<br />

appena trascorse, infer-<br />

mieri e me<strong>di</strong>ci musulmani abbiano lavorato<br />

il doppio per lasciare che i loro colleghi cristiani<br />

trascorressero a casa il Natale. La<br />

stessa cosa accade, a parti invertite, quando<br />

a festeggiare sono i musulmani.<br />

Il Caritas Baby Hospital è “l’ospedale della<br />

Provvidenza”, come lo definisce suor Donatella<br />

Lessio: “Non riceviamo nessun finanziamento<br />

pubblico. Viviamo esclusivamente<br />

<strong>di</strong> offerte che, grazie a Dio, ci permettono<br />

<strong>di</strong> andare avanti. Per i ricoveri è previsto il<br />

pagamento <strong>di</strong> una minima retta, ma lo scor-<br />

A sinistra:<br />

Un papà e il suo bambino nella sala d’attesa<br />

dell’ospedale.<br />

Sopra:<br />

Negli ambulatori del Caritas Baby Hospital<br />

ci sono simpatici lettini a forma <strong>di</strong> ippopotami<br />

e <strong>di</strong> altri animali.<br />

so anno il 98% delle famiglie non ha pagato<br />

niente, perché impossibilitato. In questo<br />

caso siamo noi ad accollarci tutte le spese”.<br />

Rispetto a qualche anno fa povertà e <strong>di</strong>soccupazione<br />

in Palestina sono aumentate, a<br />

causa dell’occupazione sempre più dura che<br />

Israele impone sulla Cisgiordania. A pochi<br />

metri dalla recinzione dell’ospedale passa<br />

quel muro alto otto metri che tiene isolati i<br />

Territori palestinesi ed ha pesanti conseguenze<br />

anche sulla salute dei piccoli: fino<br />

al 2000 molti neonati che necessitavano un<br />

intervento chirurgico potevano raggiungere<br />

gli ospedali <strong>di</strong> Gerusalemme; con la costruzione<br />

della barriera e l’impossibilità <strong>di</strong> oltrepassarla<br />

– se non con permessi speciali<br />

concessi dalle autorità israeliane – capita<br />

che le malattie si aggravino più velocemente<br />

dei tempi <strong>di</strong> rilascio delle autorizzazioni<br />

e i piccoli pazienti muoiano. Ma le suore elisabettine<br />

non si danno per vinte: “Prima o<br />

poi questo mostro <strong>di</strong> cemento dovrà crollare:<br />

la preghiera è l’unica nostra arma per<br />

farlo venir giù”.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 25


Pas si i<br />

Lo sapevi? Nel Sud del mondo c’è un grande<br />

pullulare <strong>di</strong> perle: le incontri ad ogni<br />

piè sospinto! Sono perle speciali, abbastanza<br />

rare da noi ed hanno riflessi che solo un<br />

cuore libero e attento è ca<strong>pace</strong> <strong>di</strong> cogliere.<br />

Nel mio peregrinare in Cile, in quella stretta<br />

fascia <strong>di</strong> terra lunga tre volte l’Italia e larga<br />

circa 200 Km, posta tra l’Oceano Pacifico e<br />

l’Argentina e sorvegliata dalla Cor<strong>di</strong>gliera<br />

delle Ande, ne ho raccolte più <strong>di</strong> una manciata.<br />

Ce n’è una limpida come l’acqua fresca. Me<br />

l’ha regalata Nataly. Chiu<strong>di</strong> gli occhi per vedere<br />

quello che ho visto io.<br />

Era un’afosa giornata <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre (là le stagioni<br />

sono al contrario rispetto alle nostre)<br />

e attraversavo il centro in terra battuta della<br />

poblaciòn (cioè, quartiere) “La Estrella<br />

sur”. Il mio vestito bianco era appiccicato <strong>di</strong><br />

polvere delle camminate sulle strade sterrate.<br />

Gocce <strong>di</strong> sudore mi imperlavano il volto…<br />

Improvvisamente sbuca, da non so dove,<br />

una bimbetta scalza e mi offre un bicchiere<br />

d’acqua: ficcando i miei occhi nei suoi<br />

e sorseggiando il suo dono mi sono sentita<br />

rinascere! Pensai che <strong>di</strong>etro quella bimba ci<br />

doveva essere una mamma: valeva la pena<br />

seguirla per incontrarne la famiglia e far conoscere<br />

Colui che mi aveva inviato ad annunciare<br />

il suo amore.<br />

26<br />

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MISSIONARIA IN CILE<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Pas si i<br />

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Perle speciali del<br />

Sud del mondo<br />

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d …<br />

Qualche tempo dopo incontro un uomo. Si<br />

avvicina barcollando: si tratta <strong>di</strong> vino, troppo<br />

in verità. “Ho bevuto, ho bevuto molto e<br />

adesso mia moglie mi caccia <strong>di</strong> casa. Voglio<br />

guarire”. Lo ascolto e gli suggerisco <strong>di</strong> parlare<br />

con il sacerdote, assicurandolo che la<br />

moglie avrebbe continuato a volergli bene.<br />

Come avrebbe potuto essere altrimenti, se<br />

sua moglie era la mamma <strong>di</strong> Nataly?<br />

Quell’uomo è guarito, oggi non beve più. È<br />

<strong>di</strong>ventato il sagrestano della parrocchia <strong>di</strong><br />

Santa Maria del Sur. Sta in questo - e in tanto<br />

altro - la bellezza delle perle del Sud del<br />

mondo.<br />

Suor Valeria Vaja


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Sceneggiatura e <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Cristiano Crescenzi<br />

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La Somalia non trova <strong>pace</strong><br />

Nella violenza che da anni regna nell’area del Corno d’Africa, la<br />

guerra civile in Somalia risale al 1991. Gli attacchi contro i cristiani<br />

iniziano con l’assassinio <strong>di</strong> monsignor Salvatore Colombo, vescovo<br />

francescano <strong>di</strong> Moga<strong>di</strong>scio: era il 1989. Da allora una lunga lista<br />

<strong>di</strong> vittime, tra cui suor Leonella Sgorbati nel settembre 2006.<br />

Le Corti islamiche<br />

Dal 2006 il potere delle Corti islamiche cresce.<br />

Con esse trova spazio anche la sharia (ve<strong>di</strong><br />

sotto), in un Paese dove il cristianesimo è considerato<br />

una religione straniera, importata<br />

dall’Italia e dalla Gran Bretagna (i colonizzatori<br />

della Somalia) e dall’Etiopia, storico nemico<br />

dei somali e Stato confinante.<br />

La sharia<br />

Quando la legge religiosa dell’islam <strong>di</strong>venta legge civile dello Stato e viene applicata per<br />

tutti i citta<strong>di</strong>ni, anche se <strong>di</strong> altra religione, si parla <strong>di</strong> fondamentalismo islamico. Esso<br />

sfocia quasi sempre nella sharia, ovvero<br />

nell’applicazione <strong>di</strong> regole violente,<br />

nella privazione <strong>di</strong> ogni tipo <strong>di</strong> libertà<br />

per le donne, nella pena <strong>di</strong> morte per<br />

atti ritenuti contrari alla legge islamica.<br />

In alto: Suor Leonella Sgorbati, missionaria uccisa in<br />

Somalia nel settembre 2006.<br />

Sopra: Scene <strong>di</strong> violenza per le strade <strong>di</strong> Moga<strong>di</strong>scio.<br />

A sinistra: Moga<strong>di</strong>sco (Somalia) – Lo scheletro <strong>di</strong> quella<br />

che fu la cattedrale cattolica della capitale.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

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Assisi - Piazza Inferiore <strong>di</strong> San Francesco.


GIORNATA MISSIONARIA DEI RAGAZZI<br />

Entra!<br />

C’è posto per tutti<br />

Dal 1843 i Ragazzi <strong>Missio</strong>nari<br />

sono fedeli ad uno slogan: “I<br />

bambini aiutano i bambini”. In ogni<br />

parte del mondo, ogni anno,<br />

migliaia <strong>di</strong> ragazzi si impegnano in<br />

prima persona con la preghiera, i<br />

gesti <strong>di</strong> solidarietà, l’annuncio<br />

per costruire un Pianeta più bello.<br />

Rispondono concretamente alle<br />

richieste che arrivano a Roma da<br />

tutti i missionari del mondo:<br />

domande <strong>di</strong> aiuto per progetti <strong>di</strong><br />

solidarietà che riguardano i bam-<br />

Identikit Identikit del Ragazzo Ragazzo<br />

<strong>Missio</strong>nario <strong>Missio</strong>nario<br />

Negli occhi: sguardo<br />

attento per conoscere<br />

la realtà dei Paesi più<br />

bisognosi<br />

Sulla bocca: parole per<br />

annunciare il Vangelo <strong>di</strong><br />

Gesù ovunque<br />

Nella braccia: voglia<br />

<strong>di</strong> costruire il Regno<br />

<strong>di</strong> Dio ogni giorno<br />

bini bisognosi. I Ragazzi <strong>Missio</strong>nari<br />

<strong>di</strong> tutta la Chiesa rispondono<br />

con gesti <strong>di</strong> fraternità e finanziano<br />

i progetti attraverso il Fondo<br />

universale <strong>di</strong> solidarietà.<br />

Quest’anno si celebra la 60esima<br />

Giornata <strong>Missio</strong>naria dei Ragazzi<br />

dal titolo: “Entra! C’è posto per<br />

tutti”. È un invito a tutti i bambini<br />

che amano Gesù e il suo messaggio<br />

evangelico. Se ti riconosci in<br />

questo identikit, anche tu sei uno<br />

<strong>di</strong> loro.<br />

In testa: idee per <strong>di</strong>ffondere<br />

nei propri ambienti messaggi<br />

<strong>di</strong> <strong>pace</strong>, gioia, solidarietà.<br />

Nelle orecchie: ascolto<br />

delle richieste <strong>di</strong> aiuto<br />

provenienti dalle varie<br />

parti del mondo<br />

Nel cuore: preghiera<br />

quoti<strong>di</strong>ana al<br />

Signore per un<br />

mondo più giusto<br />

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34<br />

Cara Mama Mukasi,<br />

Mam<br />

Cari Watoto Watakatifu,<br />

siete davvero dei Bambini Santi!<br />

a M k<br />

Mam<br />

Grazie a voi perché, anche se la lingua è<br />

<strong>di</strong>versa e le <strong>di</strong>stanze sono lunghe, quanto<br />

avete scritto fa sentire tutti i lettori de “Il<br />

Ponte d’Oro” – ovunque essi siano - una<br />

vera e propria famiglia. Buona missione!<br />

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LA PAROLA AI LETTORI<br />

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Mam<br />

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La lingua non<br />

èunostacolo<br />

siamo i ragazzi missionari del centro <strong>di</strong> Bunju, un Centro <strong>di</strong> animazione missionaria, aperto<br />

da poco più <strong>di</strong> due anni nell'arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Dar es Salam grazie alle missionarie della<br />

Consolata. Da qualche mese suor Arelis, la nostra animatrice, utilizza “Il Ponte d’Oro” traducendolo<br />

<strong>di</strong> numero in numero nella nostra lingua locale, il kiswahili. Qui in Tanzania,<br />

infatti, non abbiamo nessuna rivista missionaria per bambini. “Il Ponte d’Oro” ci piace<br />

molto perché ci fa conoscere altri popoli, culture, stili <strong>di</strong> vita in maniera <strong>di</strong>vertente.<br />

Rinnoviamo il nostro grazie <strong>di</strong> cuore per la vostra bellissima rivista e preghiamo che possiate<br />

sempre più crescere e <strong>di</strong>ffondervi anche in altre lingue.<br />

I Watoto Watakatifu<br />

(Bambini Santi)<br />

Mama Mukasi<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

Tanzania – Le attività dei ragazzi missionari del centro<br />

<strong>di</strong> Bunju, che in kiswahili si chiamano Watoto Watakatifu<br />

(Bambini Santi).<br />

SCRIVI A MAMA MUKASI<br />

0<br />

una e-mail all’in<strong>di</strong>rizzo:<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

o una lettera da spe<strong>di</strong>re a:<br />

Il Ponte d’Oro – Mama Mukasi<br />

C/O <strong>Missio</strong> – PP.OO.MM.<br />

Via Aurelia, 796 – 00165 Roma<br />

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LIBRI<br />

“M<br />

Sca ff ale<br />

Sca ff ale<br />

ajd, sorri<strong>di</strong> al sole tutto il giorno e<br />

la notte la luna ti porterà bei sogni”.<br />

La nonna <strong>di</strong>ce spesso così al nipote, Majd,<br />

un nome <strong>di</strong> cui il ragazzino va molto fiero<br />

perché è uno dei 99 nomi <strong>di</strong> Allah e significa<br />

“il glorioso”. Vive in Cisgiordania con la<br />

sua famiglia e siccome è ghiotto <strong>di</strong> gomme<br />

da masticare, cattura piccoli uccelli con la<br />

rete per andare a venderli al mercato e comprare<br />

i chewing gum. Alcuni giorni però la<br />

mamma non lo fa uscire perché fuori c’è tensione<br />

e stare chiuso in casa <strong>di</strong>venta un’occasione<br />

per sognare. Il libro “Majd il glorioso”<br />

<strong>di</strong> Antonio Pingue, con le illustrazioni <strong>di</strong><br />

Giulia Moroni, della Sinnos e<strong>di</strong>trice, è un romanzo<br />

breve in cui la forza dell’infanzia si<br />

misura con la paura e la guerra che da troppi<br />

anni sta martoriando questa<br />

regione del Me<strong>di</strong>o<br />

Oriente. Dalla vita quoti<strong>di</strong>ana<br />

ai sogni, la<br />

mente <strong>di</strong> Majd è popolata<br />

<strong>di</strong> immagini<br />

purtroppo familiari<br />

come i carri armati<br />

e i posti <strong>di</strong> blocco.<br />

Un rullo <strong>di</strong> tamburi<br />

annuncia l’avvicinarsi<br />

dei cingoli <strong>di</strong><br />

un gigante verde “ma<br />

un verde a macchie, come<br />

se il pittore dei carri<br />

armati fosse imbecille”,<br />

Sca ff ale<br />

Sca ff ale<br />

Nei sogni <strong>di</strong> un<br />

piccolo palestinese<br />

Majd il glorioso<br />

<strong>di</strong> Antonino Pingue<br />

Illustrazioni <strong>di</strong> Giulia Moroni<br />

Sinnos E<strong>di</strong>trice<br />

Pagg. 58<br />

Nelle librerie più fornite o sul<br />

sito www.sinnose<strong>di</strong>trice.org<br />

€ 11,50<br />

osserva Majd. Dall’interno esce un soldato,<br />

ma le sue parole sono coperte dal rumore e<br />

non si riesce a capire nulla. Majd si muove<br />

nel suo villaggio deserto, come chi cerca <strong>di</strong><br />

orientarsi in mezzo ad un paesaggio messo<br />

a soqquadro e nemmeno l’incontro con Salam,<br />

il vigile urbano che gli ricorda che un<br />

bambino non può girare con il coprifuoco,<br />

gli fa ritrovare la via <strong>di</strong> casa. Così Majd corre<br />

fin tanto che non arriva in una terra deserta,<br />

delimitata da un alto e lungo muro <strong>di</strong><br />

cemento.<br />

“La mia terra è sparita. È finita: al suo posto<br />

c’è un muro” è il pensiero <strong>di</strong> un ragazzino<br />

che con i suoi occhi legge i gran<strong>di</strong> drammi<br />

della storia. Conservando dentro la voglia<br />

<strong>di</strong> sognare.<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 35


Un mo d<br />

Un mo d<br />

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Antica Cina<br />

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Riesci ad in<strong>di</strong>viduare i <strong>di</strong>eci piccoli particolari che rendono <strong>di</strong>fferenti queste due<br />

scenette apparentemente uguali?<br />

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Un feroce cetaceo<br />

Questo grosso e vorace cetaceo riesce<br />

a mettere in <strong>di</strong>fficoltà animali marini<br />

<strong>di</strong> mole considerevole. È armato <strong>di</strong> formidabili<br />

denti e per la sua ferocia è<br />

considerato uno degli animali più crudeli.<br />

Anche il suo nome ricorda un<br />

essere fiabesco che a tutti incuteva<br />

terrore. Sai <strong>di</strong>re come si chiama?<br />

Il baobab<br />

Orizzontali:<br />

2. L’inizio della primavera; 4. In ogni vettura<br />

sono in<strong>di</strong>spensabili, specialmente in <strong>di</strong>scesa;<br />

6. Il verbo del musicista; 8. Ven<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> quaderni,<br />

fogli e matite; 9. Proibito, interdetto;<br />

10. Il verbo dei coraggiosi; 11. Le 24 sorelle<br />

<strong>di</strong> una giornata.<br />

Verticali:<br />

1. Assicurarsi per tempo un posto in treno o<br />

a teatro; 2. Sporto in avanti, teso verso qualcosa;<br />

3. Inspirare vapori o liqui<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali;<br />

4. Il romano Camillo che contrastò i Galli;<br />

5. Arrabbiate; 6. Mezza Savona; 7. Pari… in<br />

felino.<br />

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A cura <strong>di</strong> Sergio De Simone<br />

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L’ingran<strong>di</strong>mento<br />

Osserva i segni che appaiono in ogni quadrato del<br />

<strong>di</strong>segno piccolo e trasferiscili, ingrandendoli, sui corrispondenti<br />

quadrati dello schema <strong>di</strong> destra lasciandoti<br />

aiutare da quelli già tracciati.<br />

Sistema nel casellario i numeri qui sopra allineati<br />

in modo tale che, alla fine, ogni fila <strong>di</strong><br />

caselle (orizzontali e verticali) <strong>di</strong>a come somma<br />

il numero 14.<br />

SOLUZIONI<br />

I due pastori<br />

Mentre controlla il gregge, uno dei due pastori<br />

domanda all’altro: “Sai <strong>di</strong>rmi se mangiano più le<br />

pecore bianche o quelle nere?”. Tu sai rispondere a<br />

questa domanda?<br />

ANTICA CINA: Le <strong>di</strong>fferenze sono: il sottogola del cappello, il colletto e<br />

le scarpe del portatore, la sommità del parasole del passeggero, il <strong>di</strong>segno<br />

sul suo petto, il bordo delle maniche del suo vestito, il ventaglio, la<br />

parte alta dell’e<strong>di</strong>ficio centrale sullo sfondo, il lume a sinistra, la porta<br />

della pagoda a sinistra. UN FEROCE CETACEO: Si tratta <strong>di</strong> un’orca. IL<br />

BAOBAB: Ve<strong>di</strong> soluzione a lato. QUADRATO MAGICO: Ve<strong>di</strong> soluzione a<br />

lato. I DUE PASTORI: Mangiano <strong>di</strong> più le pecore bianche, poiché esse<br />

sono in maggior numero rispetto alle altre. Chi ha fatto la domanda<br />

intendeva infatti parlare del complesso delle pecore… visto che il colore<br />

del manto non influisce certo sull’appetito!<br />

ilpontedoro@operemissionarie.it 37


CONCORSO CONCORSO CONCORSO CONCORSO CONCORSO<br />

CONCORSO<br />

SCADENZA SCADENZA<br />

31 31 GENNAIO GENNAIO 2011 2011<br />

“IL PRESEPE PRESEPE DI OGGI”<br />

COME POTREBBE ESSERE REALIZZATO UN PRESEPE<br />

SE GESÙ NASCESSE AI NOSTRI GIORNI?<br />

Innanzitutto bisogna scegliere un particolare luogo del mondo. Magari la foresta<br />

amazzonica o il deserto del Sahara o la metropoli <strong>di</strong> New York o la Betlemme <strong>di</strong><br />

oggi…<br />

Identificato il luogo dove ambientare la nascita <strong>di</strong> Gesù, chie<strong>di</strong>ti:<br />

- Se Gesù nascesse oggi in questo particolare ambiente, dove sceglierebbe <strong>di</strong><br />

nascere? cosa ci sarebbe intorno a lui?<br />

- In quale paesaggio si collocherebbe la Sacra Famiglia? Chi andrebbe a farle visita?<br />

Dopo aver risposto a queste domande, realizza il presepe ambientato ai nostri<br />

giorni utilizzando materiale <strong>di</strong> vario tipo e tanta fantasia. Puoi mettere al lavoro<br />

tutta la famiglia, il gruppo <strong>di</strong> catechismo, gli amici, ecc.<br />

Realizzato il presepe, fotografalo sia nella sua completezza, sia mettendo<br />

in evidenza i vari particolari. Spe<strong>di</strong>sci le foto alla Redazione: il presepe<br />

considerato più bello verrà premiato con un omaggio a sorpresa.<br />

Il materiale fotografico deve essere spe<strong>di</strong>to entro il 31 gennaio 2011 a:<br />

IL PONTE D’ORO - <strong>Missio</strong><br />

Via Aurelia 796<br />

00165 Roma<br />

oppure a ilpontedoro@operemissionarie.it<br />

REGOLAMENTO<br />

1. Il vincitore del concorso verrà scelto sulla base del materiale fotografico spe<strong>di</strong>to<br />

entro il 31 gennaio 2011 (farà fede il timbro postale).<br />

2. Verrà premiato il presepe che meglio mette in evidenza gli aspetti caratteristici<br />

della società e del luogo in cui è stato ambientato, raffigurandoli il più fedelmente<br />

possibile.<br />

3. Un’attenzione particolare verrà data a quel presepe che maggiormente esprime<br />

il significato del Natale: Gesù nasce tra gli ultimi, i semplici, i poveri e porta<br />

la Pace.<br />

Presepe (fuori concorso) ambientato<br />

nella Betlemme <strong>di</strong> oggi.

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