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Brevissima Relazione della Distruzione delle Indie - Nativi Americani

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Presagi aztechi <strong>della</strong> conquista del Messico, Las Casas http://www.mexicoart.it/Ita/azttest.htm#casas<br />

più dormono su certe reti appese, che nella lingua dell'isola Spagnola si chiamano amache. Sono<br />

d'intendimento chiaro, libero e vivace, capaci di apprendere docilmente ogni buon insegnamento.<br />

Hanno dunque grandissima attitudine a ricevere la nostra santa fede cattolica e ad acquisire costumi<br />

virtuosi: nessun popolo creato da Dio nel mondo ha meno impedimenti a percorrere questa via. Non<br />

appena cominciano ad avere notizia <strong>delle</strong> cose <strong>della</strong> fede si fanno così importuni per sapeme di più e<br />

per praticare i sacramenti <strong>della</strong> chiesa e il culto divino, che a dire il vero occorre che i religiosi, per<br />

sopportarli, sian stati segnatamente provvisti da Dio del dono <strong>della</strong> pazienza. Infine, in tanti anni ho<br />

sentito dire più volte da vari spagnoli, laici, i quali non potevano negare la bontà che in quelle genti si<br />

manifesta: " Veramente questo sarebbe stato il popolo più felice del mondo, se solo avesse<br />

conosciuto Dio ". Tra questi agnelli mansueti, dotati dal loro Creatore e Fattore di tutte le qualità di<br />

cui sono andato parlando entrarono gli spagnoli, non appena ebbero notizia <strong>della</strong> loro esistenza,<br />

come lupi, come tigri e leoni crudelissimi che fossero stati tenuti affamati per diversi giorni. Altro<br />

non han fatto da quarant'anni a questa parte (e oggi ancora continuano a fare) che straziarli,<br />

ammazzarli, tribolarli, affliggerli, tormentarli e distruggerli con crudeltà straordinarie,<br />

inusitate e sempre nuove, di cui non si è mai saputo, né udito né letto prima. Alcune di queste<br />

atrocità riferirò più avanti: per ora basti dire che sono state tali che dei tre milioni di anime dell'isola<br />

Spagnola, che noi abbiamo veduto, non ne restano più di duecento. E l'isola di Cuba, estesa quasi<br />

quanto il tratto che separa Valladolid da Roma, è oggi interamente spopolata. Quanto a San Juan (<br />

Porto Rico ) e alla Giamaica, grandi e un tempo felici assai, incantevoli, sono tutte e due devastate.<br />

Le isole Lucaie, situate poco tratto a nord <strong>della</strong> Spagnola e di Cuba, insieme a quelle che chiamavano<br />

dei Giganti e ad altre di varia estensione, sono più di sessanta. La peggiore di tutte è più fertile e<br />

ridente dei giardini del re a Siviglia: sono le terre più salutevoli al mondo. V'erano in esse oltre<br />

cinquecentomila indiani, e oggi non vi si trova più creatura vivente. Li hanno fatti perire<br />

tutti, fino all'ultimo, traendoli in servitù sull'isola Spagnola perché vi prendessero il posto dei nativi,<br />

che stavan loro morendo di stenti a uno a uno. Dopo tale vendemmia una nave andò attorno per tre<br />

anni a cercar gente in quei mari, perché un buon cristiano s'era mosso a pietà di quanti vi si potessero<br />

ancora trovare, e voleva convertirli e guadagnarli a Cristo. Non furono rinvenuti che undici indiani: li<br />

ho visti io. Più di trenta altre isole nei dintorni di San Juan sono spopolate e perdute per la stessa<br />

ragione. Tutte queste isole avranno insieme più di duemila leghe di costa, e sono ora interamente<br />

abbandonate e deserte. Circa la grande Terra Ferma abbiamo sicura notizia che gli spagnoli con le<br />

loro crudeltà e le loro opere nefande, hanno spopolato e devastato tutte quelle spiagge un giorno<br />

affollate di uomini razionali. Veran colà oltre dieci regni più grandi dell'intera Spagna, ivi compresi il<br />

Portogallo e l'Aragona, ed estendentisi per un tratto due volte maggiore <strong>della</strong> distanza tra Siviglia e<br />

Gerusalemme, che sono più di duemila leghe: oggi è tutto nella più completa desolazione. Più di<br />

dodici milioni di anime, uomini donne e bambini, son morti nel corso di questi quarant'anni per la<br />

tirannia e le opere infernali dei cristiani, ingiustamente e iniquamente. La valutazione è certissima e<br />

veridica; ma in realtà io credo, e non penso di ingannarmi, che ne sian periti più di quindici milioni.<br />

Due sono state, generalmente discorrendo, le principali maniere con cui quelli che si sono recati<br />

laggiù e che si chiamano cristiani hanno estirpato e spazzato dalla faccia <strong>della</strong> terra tante infelici<br />

nazioni. In primo luogo vi son state le guerre ingiuste, crudeli, sanguinose e tiranniche. Hanno<br />

ammazzato quanti potevano bramare la libertà, sospirarla o anche solo pensarvi, oppure concepire il<br />

disegno di sottrarsi ai tormenti che pativano, vale a dire i signori del luogo e gli uomini: che da<br />

sempre le guerre non lasciano in vita che i giovani e le donne. Poi hanno continuato a uccidere<br />

opprimendo i superstiti con la più dura, la più orribile e acerba servitù cui uomini o bestie sian mai<br />

stasti costretti. A queste due forme di tirannia infernale si riducono a guisa di compendio, subordinate<br />

quasi a un unico genere, tutte le altre differenti maniere di distruggere quelle genti, che variano<br />

all'infinito.<br />

Non da altro mossi i cristiani hanno ammazzato e distrutto tante e tali anime, in numero incalcolabile,<br />

non da altro guidati che dalla sfrenata brama dell'oro, dal Desiderio di empirsi di ricchezze e di<br />

elevarsi ad alte posizioni, affatto sproporzionate alla qualità <strong>delle</strong> loro persone. Sospinti da una<br />

cupidigia e da un'ambizione tali da non trovar confronto sulla faccia <strong>della</strong> terra, ritrovandosi in<br />

contrade così prospere e ricche, abitate da genti tanto umili, tanto pazienti e facili da soggiogare, essi<br />

7 di 10 27/09/2010 14.05

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