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<strong>Ar<strong>gen</strong>tovivo</strong> - <strong>gen</strong>naio/<strong>feb</strong>braio 20<strong>06</strong><br />
non capiterà». Ma sapevo solo io quale<br />
preoccupazione si agitava dentro di me.<br />
Ma io, lo ripeto, sono di natura e di ragione<br />
ottimista. E nel messaggio di fine<br />
anno, il 31 dicembre del ‘92, pochi mesi<br />
dopo la mia elezione, dissi: «Certamente<br />
l’Italia risorgerà!». L’ho gridato con la<br />
forza di tutto l’amore per la mia Patria,<br />
l’ho gridato con quasi una disperazione<br />
di volontà, nonostante la situazione<br />
oggettivamente drammatica. Terminati<br />
i sette anni (lo dico con serenità, senza<br />
assumermene merito, rivendicando solo<br />
l’aver cercato di impedire che la situazione<br />
precipitasse) andando all’estero,<br />
ho riscontrato una situazione di grande<br />
stima per l’Italia, risorta, valida, forte.<br />
Preferisco morire ottimista che sentirmi<br />
già morto per il mio pessimismo. Dunque<br />
spero tanto che tutti, anche chi non reagisce<br />
per ora in modo adeguato, possano,<br />
poco alla volta, con l’esperienza, i consigli,<br />
la buona volontà, cercare di difendere<br />
ciò che di buono è stato fatto. E una cosa<br />
da difendere, lo ripeto ancora una volta,<br />
è la parte dei diritti fondamentali della<br />
nostra Costituzione.<br />
Anche attraverso il ricorso al referendum<br />
costituzionale confermativo?<br />
Sarebbe sempre auspicabile arrivare a<br />
modifiche costituzionali condivise, anche<br />
perché ho sempre pensato che chi<br />
fa una legge ha il desiderio che rimanga,<br />
soprattutto se si tratta di una legge costituzionale.<br />
Ma di fronte a maggioranze<br />
che impongono la loro visione con la sola<br />
forza dei numeri, il cittadino può e deve<br />
4<br />
Rubrica L’intervento<br />
farsi sentire con il referendum costituzionale.<br />
C’è però un pericolo: che si crei<br />
una situazione di assoluta sintesi politica<br />
sulle varie cose che si votano. Perché<br />
posso avere un pensiero sulla devolution<br />
e un altro pensiero su altri mutamenti. Il<br />
referendum mi dice: o tutto prendere o<br />
tutto lasciare, che è un discorso iniquo.<br />
Un discorso inintelli<strong>gen</strong>te. Una volta<br />
dissi: abbiamo tolto il delitto passionale<br />
dal codice penale e abbiamo lasciato il<br />
delitto passionale nel referendum. Il referendum<br />
- l’ho ricordato prima - è l’unica<br />
volta che si verifica l’esercizio diretto da<br />
parte del popolo della sua sovranità. Ma<br />
quante volte si va a votare con approssimazione?<br />
Abbiamo avuto anche cinque,<br />
sei, sette, dieci referendum abrogativi<br />
insieme, purtroppo autorizzati... ed era<br />
incostituzionale come concezione. Si<br />
voleva usare il referendum perché non<br />
si riusciva a cambiare delle norme attraverso<br />
la procedura parlamentare. E<br />
questo non è ammissibile. Però si è verificato.<br />
Quante volte ci si è basati solo sul<br />
quesito più importante? Se su quello si<br />
esprimeva il No allora si invitava a votare<br />
tutti No. Si esprimeva il Sì? E allora tutti<br />
Sì. Cioè l’inconsapevolezza totale. Se su<br />
un referendum costituzionale si dovesse<br />
dire: «Per carità... si turba il governo del<br />
Paese... non avremo la maggioranza... si<br />
gioca l’avvenire dell’Italia...», immagina<br />
che tipo di condizionamento si produrrebbe?<br />
Eppure il voto anche su un solo<br />
punto della Costituzione non tollera slogan<br />
pubblicitari o elettorali. Attenzione<br />
dunque. Mille volte attenzione, quando si<br />
vota la Costituzione. Lo dico sillabando:<br />
la CO-STI-TU-ZIO-NE. E una Costituzione<br />
sbagliata compromette l’oggi e il domani.<br />
Bisogna pensarci ed essere ben responsabili<br />
quando sono in gioco le regole. Nessuno<br />
può stare a casa a dormire, come se la<br />
cosa riguardasse altri. E nessuno quando<br />
va a votare in segreto può essere servo. I<br />
servi, che sono tanti, cerchino di sentirsi<br />
liberi almeno allo scrutinio segreto.<br />
Nelle sue parole abbiamo rivissuto la<br />
passione, l’amore, l’orgoglio che furono<br />
alla base del lavoro dei padri costituenti.<br />
Adesso, per concludere questa<br />
nostra conversazione, le chiedo: immagini<br />
di consegnare con le sue mani una<br />
copia della Costituzione a un giovane, a<br />
un cittadino italiano; cosa gli direbbe?<br />
Gli direi questo: qui ci sono le regole perché<br />
un popolo possa convivere nella pace<br />
e nella serenità, in modo costruttivo, collaborativo,<br />
solidale. Ci sono le regole per<br />
vivere liberi, lavorando e lottando per la<br />
giustizia. Ci sono le regole per mantenere<br />
viva la pace, al proprio interno e nei rapporti<br />
con gli altri popoli. In una parola,<br />
in questa Costituzione ci sono scritte tutte<br />
le regole della democrazia. Studiala.<br />
Amala. Difendila.<br />
Tratto dal libro<br />
“La mia Costituzione. Dalla Costituente<br />
ai tentativi di riforma”<br />
Intervista di Guido Dell’Aquila<br />
a Oscar Luigi Scalfaro<br />
(2005, Passigli Editori)