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<strong>Gennaio</strong><br />
<strong>2012</strong><br />
Redazione e amministrazione, via Guido Gozzano, 60 - 95024 Acireale(CT) Sped. A.P. Art. 2 comma 20 D.L. 662/96 D.C.B. Sicilia Prov. Ct<br />
Anno VII n°55 inchiostromensile@carthago.it<br />
edizioni<br />
CI SARÀ DAVVERO LA FINE DEL MONDO?<br />
Udite, udite mancano solo 350 giorni alla fine di questo<br />
bel Pianeta e di come lo conosciamo oggi. Finalmente<br />
sembra che noi esseri umani non siamo gli<br />
unici colpevoli di questa enorme catastrofe.<br />
Anno <strong>2012</strong>, questo sconosciuto incubo. Tra miti, credenze, esoterismo,<br />
magia, extrasensoriale e riti di vario genere, la fine del<br />
Globo è già stata predetta diverse volte, in diverse epoche, da<br />
personaggi eclettici, popoli ancestrali e innumerevoli santoni.<br />
Le profezie che tutto questo(allargando le braccia in senso<br />
ampio e rotatorio, con sguardo sconfitto?), così come lo conosciamo,<br />
avrà termine, tra paura, morte e dolore, rappresenta il<br />
sogno di un uomo scontento, che prova a gettare panico tra i<br />
comuni mortali, per abbracciarne il controllo, ma stavolta non<br />
si tratta solo di questo. I Maya, antica civiltà sudamericana,<br />
predicono una serie di catastrofi naturali e umane prima del<br />
<strong>2012</strong>. In effetti da dieci anni, la Terra, ha conosciuto un numero<br />
significativo di sismi, tsunami e di altre tragedie. Senza contare<br />
poi, le conseguenze del riscaldamento climatico e le guerre.<br />
L’accumulo di disgrazie accadute durante il primo decennio<br />
del 2000 annunciano il disastro totale che avrà, come suo epilogo,<br />
la fine dei tempi? Secondo i Maya, noi stiamo vivendo nel<br />
quinto mondo o Sole. Finendo questo periodo, così come sono<br />
terminati i precedenti, si potranno verificare cataclismi planetari.<br />
Il 21 Dicembre <strong>2012</strong>, che segna la fine del loro calendario,<br />
ovvero il completamento del quinto mondo, si preannuncia<br />
con una serie di terribili eventi, che vanno dai tremiti della terra<br />
alla distruzione ambientale, passando per il caos sociale. Per<br />
Carlos Barrios, storico e antropologo guatemalteco, il calendario<br />
Maya segnala che noi stiamo vivendo un periodo di transizione<br />
che è cominciato nel 1987. E ciò significherebbe, non la<br />
fine del mondo, ma il completamento d’un mondo per i Maya.<br />
Barrios ha studiato il calendario presso una vecchia tribù Maya<br />
del Guatemala, (Mams), ed ha interrogato più di seicento persone<br />
per decifrarlo. Potrà accadere di tutto, grandi mutazioni e<br />
variazioni energetiche. Secondo la giornalista Silvie Simon,<br />
questo periodo transitorio corrisponde alla scomparsa progressiva<br />
del mondo materialista. La società continuerà ma in altro<br />
modo rispetto a quello consueto.<br />
A partire da quella data avremo l’opportunità di essere più sensibili<br />
e attenti ai problemi umani. Il riallineamento polare con il<br />
centro della nostra galassia segnerà la fine di questo periodo e<br />
l’inizio della rinascita che condurrebbe ad una nuova era di<br />
saggezza. Ma i Maya non sono stati i soli a presagire la fine di<br />
un ciclo nel <strong>2012</strong>, anche gli Hopis e gli Irochesi e perfino i cavalieri<br />
templari nella figura di Jehan de Vézelay, preconizzano<br />
una “sacra sollevazione”.<br />
Ogni anno, a novembre, gli Hopi eseguono una cerimonia<br />
chiamata wuwuchim, in una grotta sotterranea chiamata kiva,<br />
dove inscenano il processo della nascita e durante la quale "gli<br />
iniziati sperimentano una rinascita spirituale". Nel pavimento<br />
del kiva c'è un foro che simboleggia la precedente emersione<br />
nel Quarto Mondo. Una scala che conduce all'esterno del kiva<br />
Paolo Zerbo<br />
rappresenta la prossima transizione tra il Quarto e il Quinto<br />
Mondo. Il rito comprende una cerimonia del Nuovo Fuoco e<br />
culmina a mezzanotte, con la costellazione delle Pleiadi alta nel<br />
cielo. La cerimonia è un derivato diretto della cerimonia del<br />
Nuovo Fuoco dei Toltechi (e poi degli Aztechi).<br />
Il <strong>2012</strong> corrisponde quindi all'inizio di un'età dell'oro chiamata<br />
Taripay pacha, in cui verrà l'unificazione del mondo superiore,<br />
del mondo inferiore e del mondo di tutti i giorni. Il termine<br />
pacha equivale a quello di Pachamama, il nome della madre<br />
terra. Secondo i Q'eros, Taripay pacha sarà "l'epoca in cui ci<br />
ritroveremo di nuovo". Willaru Huayta, un messaggero spirituale<br />
dei Quechua del Perù, sostiene che nel 2013 un grande<br />
asteroide magnetico passerà vicino alla Terra e solo chi avrà<br />
vinto il proprio ego potrà sopravvivere. Questa versione più<br />
catastrofica riecheggia nelle parole dello sciamano zulù Credo<br />
Muttwa, secondo cui nell'anno del toro rosso (<strong>2012</strong>) ritornerà<br />
una stella con una lunga coda, chiamata Mu-sho-sho-no-no.<br />
L'ultimo suo passaggio provocò un diluvio e rovesciò il<br />
mondo, così che il sole "sorgeva a sud e calava a nord". Per gli<br />
Irochesi dell’America del Nord, la fine sarà vicina quando le<br />
piante inizieranno a deperire, le acque diventeranno non potabili<br />
e il suolo non sarà più fertile. Nel 1799, in un’epoca in cui<br />
sono stati privati delle loro terre, Ganyahdiyok, uno dei loro<br />
profeti, ebbe una visione di futuri rischi ecologici. Un grande<br />
vento, così dice, spazzerà la terra e la pulirà per portarla al suo<br />
stato originale. Edgar Cayce, celebre medico-guaritore americano<br />
ha datato una catastrofe della Terra intorno al <strong>2012</strong>. Conosciuto<br />
sotto il nome di profeta addormentato, l’uomo dettava le<br />
sue previsioni e i suoi trattamenti medici in stato di trance. Al<br />
suo risveglio, non conservava alcuna memoria di ciò che aveva<br />
detto. Fra le sue profezie, avrebbe annunciato il crollo di Wall<br />
Street, che si è verificato nel 1929. La maggior parte delle altre<br />
visioni di Cayce evocava cataclismi naturali che si sarebbero<br />
verificati intorno all’anno 2000.<br />
Nel 1929, rivelò:” Da qui a cento anni circa, una serie di terremoti<br />
in Giappone modificheranno la geografia dell’Europa, si<br />
alzerà l’oceano, nella regione delle Azzorre, e le rovine di<br />
Atlantide saranno scoperte ed esplorate”. Nel 1936, si vide lui<br />
stesso resuscitare nel 2100, sorvolando gli Stati Uniti ad una<br />
velocità supersonica per atterrare nella città di New York devastata.<br />
Nel suo libro di profezie, Jean de Vézelay prevede l’Apocalisse<br />
all’inizio del terzo millennio. Verso il 1099, questo cavaliere<br />
Templare, chiamato anche Jean di Gerusalemme, elabora<br />
un ritratto estremamente preciso della società attuale e del<br />
nostro pianeta. Predice che si verificherà la catastrofe mille anni<br />
dopo l’anno mille. « Quando comincerà l’anno mille che verrà<br />
dopo l’anno mille, la terra sarà nuda e sterile, l’aria diventerà<br />
bollente e l’acqua sarà fetida, la vita si appassirà poiché l’uomo<br />
esaurirà la ricchezza del mondo.[…] Quando comincerà l’anno<br />
mille che viene dopo il mille, le malattie dell’acqua, del cielo e<br />
della terra colpiranno l’uomo e lo minacceranno. Avrà timore<br />
del suo futuro ma sarà troppo tardi per porre rimedio. […] La
2<br />
Dentro e fuori il pianeta<br />
terra tremerà in molti luoghi e le città crolleranno.<br />
Le metropoli e le rive saranno seppellite<br />
e i continenti spariranno». Le Georgia<br />
Guidestones sono uno dei monumenti più<br />
discussi ed enigmatici della storia moderna.<br />
E' composto da 6 pietre di granito, alcune<br />
delle quali riportano un messaggio che indica<br />
10 consigli, in otto lingue moderne e 4 antiche,<br />
su come l'umanità debba sopravvivere<br />
dopo un'apocalisse. Considerata la Stonenghe<br />
Americana, le Georgia Guidestone (che<br />
tradotto significa "Le Pietre Guida della Georgia")<br />
si trovano nella Contea di Elbert, in<br />
Georgia, USA. Il monumento è alto circa 6<br />
metri, per un peso complessivo di oltre 100<br />
tonnellate, ed è strutturato in questo modo:<br />
una pietra sta al centro, come un pilastro, e<br />
quattro le "ruotano" attorno, allineate astronomicamente.<br />
Una pietra è invece posta sulla cima, poggiando<br />
sul pilastro centrale e sulle 4 pietre a raggiera.<br />
un giorno di giugno 1979, un uomo che<br />
si fece chiamare Robert C. Christian entrò<br />
negli uffici della Elberton Granite Finishing,<br />
un'azienda che lavora il granito, dicendo di<br />
rappresentare un "piccolo gruppo di leali<br />
americani" che stavano pianificando l'installazione<br />
di un complesso di pietra insolitamente<br />
grande. Elberton, sede della Elberton Granite<br />
Finishing, è conosciuta come la capitale mondiale<br />
del granito, dato che pare che le cave<br />
locali producano il miglior granito del<br />
mondo. Non appena Christian iniziò a descrivere<br />
l'opera che voleva commissionare alla<br />
Elberton Granite, Joe Fendley, presidente<br />
della compagnia, sgranò gli occhi e si mise ad<br />
ascoltare: non solo quell'uomo stava chiedendo<br />
delle pietre più grandi di qualunque altra<br />
mai estratta nella contea, ma voleva tagliarle,<br />
levigarle, ed assemblarle in una sorta di enor-<br />
L’inchiostro mensile<br />
Quando comincerà l’anno mille<br />
che verrà dopo l’anno mille,<br />
la terra sarà nuda e sterile,<br />
l’aria diventerà bollente<br />
e l’acqua sarà fetida,<br />
la vita si appassirà poiché<br />
l’uomo esaurirà la ricchezza del mondo<br />
me meccanismo astronomico. Alla richiesta di<br />
un perchè, Christian spiegò che la struttura<br />
sarebbe servita da bussola, calendario ed orologio,<br />
e che avrebbe riportato una serie di<br />
linee guida in otto differenti linguaggi. Sarebbe<br />
stata in grado di resistere a quasi tutti gli<br />
eventi catastrofici, in modo tale che gli individui<br />
che sarebbero sopravvissuti avrebbero<br />
avuto una guida per ristabilire al meglio la<br />
civiltà. Fendley tentò di scoraggiare l'uomo,<br />
dicendo che ci sarebbe voluto tempo e molto,<br />
molto denaro. Ma l'uomo si limitò a chiedere<br />
quanto tempo sarebbe stato necessario. Christian<br />
poi rivelò che il suo nome era in realtà<br />
uno pseudonimo, e che il gruppo dietro al<br />
progetto aveva pianificato l'opera da almeno<br />
20 anni, volendo però rimanere anonimo per<br />
sempre. Tant'è che il pagamento dell'opera<br />
avvenne attraverso il trasferimento di fondi<br />
da differenti banche, con l'intento (dichiarato)<br />
di far rimanere anonimi i finanziatori del<br />
monumento. Lanciato sul mercato nel 1997 da<br />
due americani, George Ure, un analista finanziario,<br />
e Cliff High, un programmatore finanziario,<br />
il software visionario è stato concepito<br />
all’inizio per prevedere i mercati in borsa.<br />
Instancabilmente, migliaia di micro-robot<br />
sondano il web alla ricerca d’informazioni.<br />
Alcune settimane prima dell’ 11 settembre<br />
2001, i programmatori sono messi in allarme<br />
dal software a causa di un possibile evento<br />
tragico per gli americani. Da quel giorno il<br />
software visionario avrebbe predetto l’interruzione<br />
di corrente sulla costa degli Stati<br />
Uniti nel 2003, lo tsunami del dicembre 2004<br />
ed i danni dell’ uragano Katrina nel 2005.<br />
L’ultima relazione del software, datata gen-<br />
naio 2011, evoca per il <strong>2012</strong> un’energia sconosciuta<br />
che arriverà improvvisamente dallo<br />
spazio. Volete sopravvivere alla fine del<br />
mondo? Rifugiatevi a Bugarach. I bene informati<br />
dicono che questo piccolo paesino<br />
abbarbicato tra le montagne della Francia<br />
sudorientale sarà risparmiato dall'Apocalisse.<br />
Tuttavia, le ragioni per cui Bugarach<br />
dovrebbe scampare alla fine del mondo non<br />
sono ben chiare. La corrente di pensiero più<br />
"scientifica" sostiene che dal Pech, la montagna<br />
che sovrasta il paese, si sprigiona un<br />
anomalo magnetismo che, addirittura, impedirebbe<br />
il sorvolo aereo (fatto smentito dall'Aviazione<br />
Civile). Non si capisce tuttavia<br />
come le insolite caratteristiche magnetiche di<br />
questa cima alta 1231 metri riuscirebbero a<br />
preservare Bugarach dalla distruzione. Per i<br />
sostenitori della teoria aliena, invece, il Pech<br />
altro non sarebbe che una base extraterrestre<br />
dove sono parcheggiati da tempi immemori<br />
degli UFO o dove, comunque, potrebbero<br />
atterrare per soccorrere la popolazione dalla<br />
distruzione della Terra. Quindi una struttura<br />
a elevata tecnologia celata agli occhi degli<br />
uomini, un po' come in Goldrake. I mistici,<br />
da parte loro, sono in difficoltà e in aperto<br />
conflitto interno, perché ci sarebbe la corsa a<br />
individuare nel Pech, di volta in volta, il<br />
sepolcro di Cristo, la tomba di Maria Maddalena,<br />
l'Arca dell'Alleanza e, addirittura, il<br />
tesoro dei Templari, che però gli abitanti<br />
della vicina Rennes-le-Chateau rivendicano<br />
con autorevolezza. Infine pochi, ma comunque<br />
presenti, sono convinti che da Bugarach<br />
si accederebbe alla “quinta dimensione”.<br />
Qualunque sia la verità, se una verità si cela<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
tra tutte queste credenze, Bugarach oggi è<br />
un grazioso paesino di montagna dove i<br />
prezzi dei terreni edificabili e delle case<br />
sono improvvisamente schizzati alle stelle e<br />
il turismo è diventato un affare da viaggio<br />
organizzato. Una notorietà che un po' preoccupa<br />
il pragmatico sindaco del paese,<br />
Jean-Pierre Delord: "per il dicembre del ‘12<br />
potrebbero arrivare 10 mila persone. Ma qui<br />
ci sono in tutto 30 posti letto". Insomma, se<br />
Bugarach si salverà dalla fine del mondo,<br />
non è detto che riesca a uscire indenne dall'apocalittica<br />
invasione di turisti, curiosi e<br />
creduloni che arriveranno da ogni angolo<br />
del pianeta. Esistono altri luoghi come il<br />
Doomsday Titanik buncher in Germania, o il<br />
Cheyenenne Mountain nel Colorado(USA),<br />
o ancora una vecchia fortezza Maya dello<br />
Yucatán di nome “La de los Aguilas” dove<br />
circa 38 nuclei familiari hanno eretto ville e<br />
fortificazioni dove potersi salvare. In California<br />
a soli 50.000 dollari una società propone<br />
hotel di lusso sotterranei con sconti<br />
per i minori di 16 anni fino al 50%, con<br />
ambienti autosufficienti per un soggiorno<br />
“apocalittico”. In Svizzera i rifugi antinucleari<br />
sono quasi un obbligo per la popolazione<br />
delle zone altamente abitate e molti<br />
privati dispongono di un riparo sotto la loro<br />
casa completi di vivande per circa un anno.<br />
Noi possiamo sempre rifugiarci nei cunicoli<br />
che si snodano sotto i nostri piedi, infatti<br />
sotto la città di Catania, che immaginiamo<br />
solidamente appoggiata su una robusta<br />
base di lava, si aprono cavità naturali e artificiali<br />
da brivido. All’interno del terreno,<br />
composto non solo di roccia ma anche di<br />
sabbia e argilla, vi sono numerose gallerie,<br />
lunghe chilometri pozzi, vasti ipogei,<br />
vasche, corsi d’acqua.<br />
inchiostro in inchiostro out<br />
Inchiostro IN è una piattaforma culturale snella, giovane ed elegante, per una<br />
città e una provincia vivace che hanno voglia di crescere e di comunicare. La<br />
scelta del nome è stata determinata da una serie di ragioni: IN è il prefisso di<br />
interessante, intrigante, intelligente, intollerante alle umane volgarità. Nata<br />
per dare voce e spazio a quelle tematiche, quegli argomenti, quelle passioni che<br />
finora non avevano canali di comunicazione. Un modo nuovo di vivere e vedere<br />
le città, città, intese come territori e prolifiche province, e chi le abita. Un modo<br />
originale per conoscerne i talenti e le attività nascoste, per condividerne gli interessi.<br />
Inchiostro IN, parla di cultura, turismo, realtà associative e dà spazio<br />
ad eventi di buona qualità. Niente spazio alla politica, niente spazio alla cronaca,<br />
niente spazio ai gossip, ma solo spazio all’arte, alla musica, alla letteratura,<br />
a tutto ciò che avviene di positivo tra le persone che hanno scoperto che<br />
l’energia, la capacità creativa ed inventiva sono forze che non possono essere né<br />
comprate, né vendute, né tassate. E poi ancora è lo spazio e il tempo dove divertirsi,<br />
informarsi, sentirsi belli e pensare allo shopping, al ballo, al cinema,<br />
al teatro, alla lettura: ed è proprio a quest’ultima che Inchiostro IN farà riferimento.<br />
Inchiostro IN è una testata che fa parte di <strong>Carthago</strong> Edizioni che<br />
è una giovane casa editrice. Ha già sfornato talenti provenienti da varie parti<br />
della Sicilia promuovendoli in varie manifestazioni: in maniera classica nelle<br />
librerie più importanti, nelle associazioni culturali e in maniera provocatoria<br />
nei pub della Movida cittadina e nei teatri. A questo scopo alcune pagine, sia<br />
cartacee che on line, di Inchiostro IN saranno interamente dedicate alla pubblicazione<br />
di stralci dei romanzi, racconti, saggi, già pubblicati e sia alla<br />
pubblicazione di inedita narrativa che è arrivata e che arriverà alla nostra<br />
redazione, soprattutto dovuta al passaparola: perché Inchiostro IN è un mondo<br />
dove il lettore è protagonista.<br />
L’Inchiostro OUT è una piattaforma innovativa dove si parlerà di politica,<br />
lavoro, formazione, università, in generale della società in cambiamento.<br />
Si chiama così perché si legge AUT e in siciliano sta per Auttamento cioè<br />
le cose necessarie ma che ci disturbano. Si chiama così perché in latino esiste<br />
l’allocuzione AUT-AUT, cioè o questo o quello, quando si parla di decisioni<br />
importanti, per esempio essere seguiti da un sindacato, da un avvocato, da<br />
un commercialista, da un medico, da uno psicologo, da un professore, da<br />
un giornalista, da una libero filosofo e pensatore : vari professionisti al top<br />
di ogni settore della vita sociale. Questi professionisti di ogni settore risponderanno<br />
alle domande dei lettori dopo averli aggiornati su quanto c’è di<br />
buono o di cattivo nelle leggi italiane, siciliane e comunali, i lettori potranno<br />
prendere una decisione che riguarda fatti piccoli e grandi della loro vita.<br />
Anche in questo caso l’Inchiostro OUT si porrà come chiaro intermediario<br />
sia nella parte cartacea sia on line, completamente gratis per costruire una<br />
società che più ci aggrada senza burocrazie che ci facciano perdere delle ottime<br />
occasioni di crescita. Ancora una volta crediamo nella forza di volontà,<br />
nelle creatività e nella disciplina, attività che non possono essere né strumentalizzate<br />
e quindi né vendute né acquistate, né tassate, ma soltanto<br />
espresse in una parola: NEGOZIATE.<br />
Anche l’Inchiostro OUT è una testata pubblicata da <strong>Carthago</strong> Edizioni<br />
che crede ed onora e lavora per una limpida società del Baratto ovvero della<br />
negoziazione e rinegoziazione affinché il circolo vizioso di solitudine,orgoglio,<br />
soprusi e quant’altro possa essere trasformato in un ordine di fratellanza<br />
e quindi in un circolo virtuoso.
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
teatrovita<br />
di Francesco Mazzullo<br />
NEL <strong>2012</strong> CI SALVERÀ<br />
IL TEATRO<br />
Ben ritrovati nel <strong>2012</strong>, l’anno con più<br />
profezie di fine del mondo, apocalisse e<br />
giorno del giudizio, ma la loro credibilità e<br />
IL CONCETTO DI<br />
RAZZA COME MITO<br />
Riflessione di un Senegalese<br />
d’adozione<br />
di Salvatore Rizzo<br />
Anch’io mi sento un senegalese; anzi, lo<br />
sono. Perché dal lato opposto, dal lato<br />
di chi tale non si sente – integrato di quei<br />
diritti Umani in quanto anche senegalese -,<br />
vi è la più bieca cecità. Una cecità che riporta<br />
all’oscurantismo di ogni tempo, dove il<br />
processo civile, ogni conquista di crescita,<br />
risulta essere pari ad un mero conato gutturale.<br />
Ma è così che bisogna leggere la nostra<br />
contemporaneità? Me lo chiedo retoricamente<br />
perché la risposta, purtroppo, la<br />
conosco. I nostri connazionali del Nord,<br />
non tutti ma un numero, pure alto, invocano<br />
da tempo una secessione. C’è sempre un<br />
Sud che si trova più a Sud. Per questo mi<br />
sento, anzi sono, un senegalese o rom di<br />
qualsiasi Sud. Per rispondere, con provocazione,<br />
a quest’atteggiamento. Come si può<br />
pretendere che queste persone, extracomunitari,<br />
si aprano alla nostra comunità sociale<br />
con buona disposizione d’animo, quando si<br />
vedono assassinati fratelli per il solo colore<br />
della pelle, quando si bruciano le baracche<br />
in cui vivono per una strampalata bugia che<br />
viene messa in circolazione, e così via? Se le<br />
risposte di queste persone poi sono altre e<br />
possono, comprensibilmente, non piacere,<br />
di che stupirsi? Quello che si dovrebbe<br />
mettere in discussione, e qui non mancherò<br />
di suscitar polemiche, è il concetto stesso di<br />
veridicità è ancora tutta da dimostrare.<br />
Come quella dei Maya e tanti altri!<br />
I fisici sono giunti alla conclusione che<br />
tutte le loro teorie sui fenomeni naturali,<br />
comprese le “leggi” formulate, sono creazioni<br />
della mente dell’uomo; proprietà<br />
della nostra mappa concettuale della realtà,<br />
più che proprietà della realtà stessa. A<br />
questo punto, visto che da qualche anno<br />
qualcuno crede nella possibilità che il 21<br />
dicembre <strong>2012</strong> debba avvenire un evento<br />
apocalittico che potrebbe distruggere il<br />
nostro Pianeta, e che alcune deduzioni<br />
scientifiche apparentemente corrette poi si<br />
sono dimostrate imprecise o addirittura<br />
errate, intanto io vi metto in salvo… e in<br />
questa rubrica non vi ripropongo i complessi<br />
calcoli che hanno portato i Maya a predire<br />
la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, ma<br />
piuttosto come affrontare questa malefica<br />
predizione attraverso il “fare teatro”.<br />
Negli ultimi anni un errore fatale ci ha<br />
impoverito e danneggiato, rendendoci in<br />
un certo senso dei menomati, mancanti di<br />
qualcosa nel nostro “vivere”: il senso della<br />
“religiosità”, intesa come meraviglia, stupore<br />
e rispetto verso tutto ciò che non<br />
siamo in grado di comprendere. Anziché<br />
rendere omaggio al mistero, anche attraverso<br />
il silenzio, spendiamo fiumi di parole<br />
nel vano tentativo di spiegare e dimostrare<br />
razza. Questo, è un dogma, tra i tanti. Questi<br />
assiomi sono stati presi a fondamento di<br />
una filosofia politica inumana e brutale, che<br />
ha già provocato la morte o l’annullamento<br />
sociale di milioni di esseri umani innocenti<br />
(si pensi solo ai 6 milioni di ebrei sterminati<br />
dal nazismo, ai popoli amerindi, eccetera).<br />
Analizzando scientificamente e cercando di<br />
comprendere la natura della teoria della<br />
razza, essa perde ogni validità, sia sul piano<br />
sociale che mentale. Chiarisco il concetto!<br />
Indubbiamente, per quanto riguarda i tratti<br />
fisici e somatici, esistono molte differenze,<br />
ma queste differenze dimostrano solo che<br />
l’uomo è una creatura assai variabile,<br />
costantemente soggetta ad un processo di<br />
mutazione. Tali variazioni, nei denti, nei<br />
muscoli, nella conformazione del cranio o<br />
di quella corporea, sono, secondo me, inin-<br />
L’inchiostro mensile<br />
ciò che forse non è dimostrabile. Litighiamo,<br />
ci odiamo, facciamo guerre per portare<br />
avanti le nostre personali e ristrette visioni,<br />
avendo purtroppo perso la capacità di<br />
cogliere ciò che ci accomuna, che solo nel<br />
silenzio può essere anche colto, mentre<br />
attraverso le parole scorgiamo solo ciò che<br />
ci divide.<br />
Tutto ciò si può riconquistare affrontando<br />
le proprie paure con il “fare teatro”, perché<br />
il “teatro” è uno specchio con cui guardarsi<br />
dal di fuori e capirsi, insomma è il luogo<br />
dell'autoanalisi e della salvezza. Diventare<br />
attori, in generale è un sogno, prima ancora<br />
di essere un'ambizione. Un sogno perché<br />
recitare deve venire dal cuore, sentirlo davvero<br />
all'interno di se stessi. Fare l'attore è<br />
un mestiere molto impegnativo, che richiede<br />
sacrifici, studio e tanta preparazione.<br />
Senza dubbio occorre una buona dose di<br />
talento, la predisposizione a recitare ed<br />
esprimere se stessi. Non è però, tutto, per<br />
cui la capacità di concentrazione, la determinazione,<br />
la dialettica, la cultura e la predisposizione<br />
intellettuale sono elementi<br />
imprescindibili se si vuole iniziare un percorso<br />
formativo di recitazione, prima ancora<br />
di lanciarsi nelle prime esperienze lavorative<br />
e affrontare i casting. Per diventare<br />
attori di successo, il talento quindi, non è<br />
sufficiente da solo: è sulla scena che vanno<br />
FIORIRà L'ASPIDISTRA<br />
• Disbrigo pratiche comunali,•<br />
• Richieste autorizzazioni per insegne,<br />
tende, fari, tavoli bar •<br />
• Licenze • Autorizzazioni sanitarie •<br />
• Consulenza amministrativa •<br />
Detti lavori si eseguono su Catania e paesi limitrofi<br />
fluenti a sostegno della teoria dell’evoluzione.<br />
In una stessa nazione è possibile constatare<br />
differenze locali nella frequenza di tali<br />
caratteristiche. Ciò si evince e non si può<br />
negare. Ma io, non lo nego! Nego invece che<br />
dette diversità possano essere biologicamente<br />
così importanti da giustificare discriminazioni<br />
sociali di qualsiasi genere e atti<br />
di violenza gratuiti. Nessuno dei popoli<br />
socialmente evoluti del genere umano è<br />
privo di mescolanze e nessun membro di<br />
gruppo etnico è puro. Molti si sono congiunti<br />
nonostante le differenze e sono frutto<br />
di discendenze complesse. Altresì non sussiste<br />
nessuna giustificazione alla pretesa fittizia<br />
che un gruppo sia in qualche modo<br />
superiore ad un altro. In queste filosofie<br />
politiche discriminanti è sempre prevalsa,<br />
ed ancora è così, la tendenza a sottolineare<br />
Agenzia IPA - via Gabriele D’Annunzio, 76 - Catania<br />
Tel. 095 431569 - Mobile. 347 0379800<br />
Dentro e fuori il pianeta<br />
esteriorizzate le proprie capacità di interpretazione<br />
e immedesimazione di ruoli,<br />
scenari, relazioni, emozioni e sentimenti.<br />
Recitare significa calarsi in un personaggio<br />
dimenticandosi di essere se stessi, dimenticandosi<br />
del pubblico. Essere attori è una<br />
sfida con se stessi e le proprie capacità, per<br />
offrire al pubblico emozioni nuove e gradite,<br />
gratificanti sia per se stessi, che per chi<br />
guarda, ascolta e ammira. È fondamentale<br />
rivolgersi ad una buona e qualificata scuola<br />
di recitazione. Attori non ci si improvvisa!<br />
Non so spiegare come, ma io “vedo” la<br />
messa in scena ancor prima della realizzazione.<br />
I miei spettacoli partono sempre da<br />
immagini, e come regista faccio il possibile<br />
perché gli attori le realizzino. Se tutto<br />
ciò non si verifica occorre guardarsi dentro,<br />
stare calmi con le rivoluzioni e pensare<br />
alla nostra evoluzione personale; il<br />
vagare al buio in cerca di una luce, di una<br />
speranza, è qualcosa su cui vi consiglio di<br />
riflettere quotidianamente. In questa<br />
società in frantumi, in preda alla confusione<br />
e all’idea di una prossima fine del<br />
mondo, acquista un significato ancora più<br />
importante. Se volete provare una lezione<br />
gratuita e capire cosa s’intende per “fare<br />
teatro” e come affrontare la paura del<br />
futuro, non vi resta che telefonare al<br />
340.5721135 – 392.0044319.<br />
le differenze per trovare, nell’esaltazione<br />
di queste, un argomento contro l’uguaglianza.<br />
A motivo di ciò, le differenze, che<br />
a buon uso linguistico significa scarto,<br />
sono ancora oggi, sottolineate in modo più<br />
che esagerato. Si strumentalizzano così al<br />
fine di esaltare il mito della razza. La realtà<br />
oggettiva dimostra che queste differenze<br />
costituiscono la prova dell’unità fondamentale<br />
del genere umano, della sua forza<br />
e della sua proprietà devota alla ricostruzione.<br />
Uguaglianza nella diversità: «riconoscere<br />
il simile nel dissimile, trovandovi<br />
motivo di crescita soggettiva e sociale<br />
insieme» (Adorno). Molti di noi si compiacciono<br />
nel ritenere che siano i popoli<br />
primitivi a credere nei miti, mentre noi ce<br />
ne siamo completamente liberati,(vedi<br />
Facebook). Non ci rendiamo conto che noi<br />
stessi, (noi come esseri umani), condividiamo<br />
con tutti gli uomini di ogni tempo e<br />
luogo la facoltà di creare miti e che ognuno<br />
di noi possiede la chiave del destino,<br />
derivata dal patrimonio tradizionale della<br />
società in cui viviamo. Nei tempi antichi<br />
credevamo nella magia, negli esorcismi,<br />
nelle forze soprannaturali buone o cattive,<br />
ed ancora in tempi recenti credevamo<br />
nella stregoneria. Forse oggi la razza rappresenta<br />
la stregoneria del nostro tempo;<br />
il mezzo attraverso il quale possiamo esorcizzare<br />
i demoni. E’ il mito del giorno<br />
d’oggi; il mito, forse, più pericoloso che<br />
l’uomo abbia mai creato. Prendendo le<br />
distanze da questo attuale mito, io senegalese<br />
d’adozione, concludo dicendo che di<br />
nero c’è solo la bestia nera dell’ignoranza.<br />
Ma va cercata dentro di noi, non al di<br />
fuori. Al di fuori del sistema solare e quindi<br />
dalla fine del mondo il significato di<br />
razza avrebbe senso?<br />
PIZZERIA E PANE CONDITO DAL 1952<br />
Scillichenti - via Provinciale per Riposto n°76 (angolo piazza chiesa)<br />
3
4<br />
Dentro e fuori il pianeta<br />
Fino alla fine del mondo<br />
Rubrica di storia segreta liberamente<br />
legata alle varie distruzioni che ha subito Catania<br />
L'escatologia (dal Greco antico ἔσχατος,<br />
éskhatos=ultimo) è, nelle dottrine filosofiche<br />
e religiose, la riflessione che si interroga<br />
sul destino ultimo dell'essere umano e<br />
dell'universo. L'escatologia non è una disciplina<br />
del tutto astratta, perché tali aspettative<br />
ultime dell'uomo (di solito legate alla vita<br />
oltre la morte) possono influenzare in modo<br />
significativo la sua visione del mondo e il<br />
suo comportamento quotidiano. In pratica<br />
l'escatologia è strettamente correlata con la<br />
visione della morte e dell'eventuale aldilà<br />
nelle varie civiltà. Fin dall'antichità è presente<br />
la ricerca di un fine ultimo al di là della<br />
morte, con diversi miti e culti dell'oltretomba,<br />
rintracciabili già presso gli antichi Egizi<br />
o presso gli Etruschi. Tali raffigurazioni<br />
rituali tendevano a vedere in modo abbastanza<br />
cupo la vita oltre la vita. L'escatologia<br />
nel senso più comune è correlata alle grandi<br />
religioni monoteistiche, ma in senso più<br />
ampio anche a talune interpretazioni di dottrine<br />
del tutto laiche come il marxismo o il<br />
transumanesimo. L'escatologia, già presente<br />
nell'Antico Testamento e quindi nel pensiero<br />
ebraico, viene reinterpretata nel Nuovo<br />
Testamento. Nel pensiero cristiano l'escatologia<br />
- trattata in vario modo in più libri<br />
biblici - è stata lungamente dibattuta. In termini<br />
semplificati, l'escatologia cristiana ha a<br />
Mentre gli astrologi di tutto il<br />
mondo non sanno che pesci prendere<br />
con le previsioni catastrofiche che<br />
aleggiano sul <strong>2012</strong>, gli Incas hanno deciso<br />
di prendere in mano la situazione.<br />
A Lima si sono, infatti, radunati sciamani<br />
andini da mezzo Perù che hanno<br />
dato vita ad un rituale per scongiurare<br />
la fine del mondo.<br />
La notte del 31 dicembre di quello che<br />
ormai è l'anno passato il rituale è stato<br />
compiuto utilizzando bacche dei<br />
di Susanna Basile<br />
che vedere con la resurrezione dei morti, la<br />
vita eterna, il giorno del giudizio e l'Aldilà.<br />
La (prima) venuta di Cristo (il Redentore)<br />
viene vista come un fondamentale evento<br />
escatologico, che ridà la speranza ai cristiani.<br />
Una seconda venuta di Cristo dovrebbe<br />
significare l'instaurazione definitiva del<br />
Regno di Dio. Escatologico potrebbe essere<br />
il passaggio in un’altra dimensione diversa<br />
dalla nostra che dovrebbe essere la terza.<br />
Altezza, larghezza e profondità, che rappresentano<br />
lo spazio rapportato al tempo che<br />
rappresenta la quarta dimensione. Ora come<br />
tutti voi ben sapete noi a Catania viviamo in<br />
una dimensione fortemente escatologica.<br />
Catania è stata sepolta ben nove volte dalla<br />
sua fondazione e per nove si è risollevata<br />
dalla sue ceneri. Certo la morfologia della<br />
città è cambiata in questi duemila anni ma<br />
quello che abbiamo sotto i nostri piedi è<br />
ancora conservato benissimo, per cui Catania<br />
potrebbe essere considerata una novella<br />
Terra Cava. La Terra Cava come espressione<br />
di teoria della Terra cava è raccolto in un<br />
filone di diverse teorie formulate da pensatori<br />
in varie epoche storiche, secondo cui il<br />
pianeta Terra sarebbe cavo al proprio interno.<br />
Secondo alcune di queste teorie, sotto la<br />
superficie terrestre vi sarebbero altre superfici<br />
concentriche, che potrebbero a loro volta<br />
Gli Incas<br />
ci salveranno ?<br />
di Salvo Cavallaro<br />
boschi, petali di fiori delle Ande e<br />
foglie di coca delle foreste.<br />
Secondo gli sciamani diretti discendenti<br />
del nobile popolo Incas si sarebbe<br />
sconfitta cosí la cosiddetta maledizione<br />
Maya.<br />
I risultati si sapranno peró solo dopo il<br />
21.12.<strong>2012</strong> giorno fatidico della fine del<br />
mondo annunciata così dagli studi<br />
delle ere del popolo Maya. Il tifo è tutto<br />
per gli Incas.<br />
Chi vivrà vedrà.<br />
L’inchiostro mensile<br />
essere abitate o abitabili. Oggi la teoria della<br />
Terra cava trova un certo seguito presso<br />
alcuni sostenitori di teorie del complotto.<br />
Una delle prime fonti del mito dei regni sotterranei<br />
è Il Dio fumoso (The Smokey God<br />
or A Voyage to the Inner World, 1908), di<br />
Willis George Emerson, pretesa autobiografia<br />
di un marinaio norvegese chiamato Olaf<br />
Jansen. Emerson racconta di come Jansen<br />
abbia navigato all'interno della Terra attraverso<br />
un'apertura presso il Polo Nord. Per<br />
due anni sarebbe vissuto con gli abitanti di<br />
questo regno il cui mondo sarebbe illuminato<br />
da un "Sole centrale fumoso". Il padre<br />
sarebbe rimasto ucciso durante il ritorno, il<br />
figlio ricoverato come pazzo. Il resoconto<br />
sarebbe stato dato dal figlio, che dopo la<br />
dimissione dal sanatorio si sarebbe stabilito<br />
in California, e che novantenne avrebbe<br />
deciso di rendere pubblica la vicenda. Malgrado<br />
nel racconto di Emerson non si faccia<br />
il nome di Agarthi, esso vi è stato associato<br />
in opere successive. Shambhala "la Minore",<br />
una delle colonie di Agarthi, era la sede<br />
del governo del regno. Mentre Shambhala<br />
consiste in un continente interno, le altre<br />
colonie satelliti sono degli agglomerati più<br />
piccoli situati all'interno della crosta terrestre<br />
o dentro le montagne. I cataclismi e le<br />
guerre avvenute sulla superficie spinsero il<br />
Il Bene del Male<br />
di Matteo Licari<br />
Vedo Nudo<br />
Viviamo in un contesto sociale sempre<br />
più artificioso, privo di autenticità.<br />
Amo vedere il nudo, il nudo dell'anima<br />
intendo e amo mostrarmi nudo nello stesso<br />
senso. Siamo l'unica specie vivente che<br />
vive il proprio tempo non nuda; e questa<br />
"copertura" non si ferma al corpo - con<br />
tutte le sue degenerazioni dettate dal<br />
superfluo e dal consumo - ma investe gravemente<br />
l'anima, sicché (senza accorgercene)<br />
viviamo una vita artificiale, tesa<br />
sempre a recitare la parte di qualcun'altro<br />
che non siamo noi per quell'altro che non<br />
è nemmeno lui. Terribile! Conseguenza<br />
mortale è l'atrofia dell'anima, la sua incapacità<br />
di essere come è, la disumanizzazione<br />
della vita e del tempo psichico fino<br />
allo stordimento, al ridicolo, all'istupidimento<br />
per i più, che - deboli e incapaci di<br />
capire - tormentano le persone più sensibili<br />
e quelli che faticosamente cercano di<br />
vivere secondo natura. Mi capita spessissimo<br />
di sentire, da parte di giovani donne,<br />
che non si trovano più "i veri uomini"! E’<br />
una banalità pericolosa, perché separa ciò<br />
che in natura è complementare. Si potrebbe<br />
obiettare che, simmetricamente, non ci<br />
sono più "le vere donne". Anche questa,<br />
banalizzazione di un disagio che è unisex<br />
e che parte dalla diseducazione emotiva in<br />
cui ci ha trascinati la civiltà capitalistica<br />
attuale, per cui il consumo del sentimento<br />
è parte del consumo planetario delle<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
popolo di Agarthi a stabilirsi sottoterra. E<br />
come si chiama la santa protettrice di Catania:<br />
Agathae.<br />
Non ultimo: l’esistenza di Agarthi è stata<br />
considerata seriamente da numerosi europei,<br />
come, ad esempio per citarne alcuni, i<br />
seguaci della teosofia di Madame Blavatsky,<br />
la veggente fondatrice della Società Teosofica<br />
Internazionale, che sosteneva di essere in<br />
contatto telepatico con gli antichi "Maestri<br />
della Fratellanza Bianca", i sopravvissuti di<br />
una razza eletta vissuta tra Tibet e Nepal, i<br />
quali si sarebbero rifugiati in seguito a una<br />
spaventosa catastrofe nelle viscere della<br />
terra, dove avrebbero fondato la mitica<br />
Agarthi. Dalle dottrine esoteriche della Blavatsky<br />
trasse ispirazione, tra gli altri, anche<br />
la Società Thule, la società segreta di estrema<br />
destra che costituì il nucleo originale del<br />
Partito nazista di Hitler, benché non abbiano<br />
mai avuto le due organizzazioni né un contatto<br />
né un sodalizio reciproco. Tutte queste<br />
società hanno avuto in Catania nel corso<br />
degli ultimi centocinquanta anni un riferimento<br />
specifico come luogo eletto per la<br />
presenza dell’Etna dell’ascensione e quindi<br />
del passaggio di dimensione che accadrà il<br />
23 dicembre <strong>2012</strong>. ma questo è solo l’inizio<br />
del nostro viaggio esoterico sulle sorti della<br />
nostra terra nell’ambito del <strong>2012</strong>.<br />
merci. Discorso lungo, lunghissimo, ma la<br />
crisi del singolo passa da lì, viene da lì. Per<br />
questo, a volte, si resta incantati di fronte<br />
al soffio di autenticità strappato ad una<br />
occupazione che aliena da se stessi, dalla<br />
propria creatività. In quelle specialissime<br />
persone che si chiamano donne, oltre gli<br />
occhi, "oltre le gambe c'è di più". Galeotto<br />
magari il silenzio, si percepisce quasi sempre<br />
il fascino discreto dell'enigma animico<br />
che travolge e appaga, che aiuta ad amare<br />
il mondo e quello che contiene, anche in<br />
solitudine; che pesa e tanto, e richiede<br />
tempo ed esercizio per renderlo fruttifero<br />
e onusto di gloria. La fine del mondo;<br />
tanto per rimanere in tema con il presente<br />
numero del giornale.
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
Il calendario Maya del Codice di Dresda e<br />
alcune iscrizioni in pietra in città come<br />
Palenque e Tikal ( Messico), si presume<br />
indichino nel 21 Dicembre <strong>2012</strong> la data<br />
apocalittica della fine del Mondo. Si dovrebbe<br />
verificare un evento di proporzioni planetarie<br />
capace di provocare una radicale trasformazione<br />
dell’umanità. Catastrofe naturale o<br />
cambiamento spirituale? Questi sono i due<br />
versanti su cui si poggiano le interpretazioni<br />
della Profezia dei Maya. Dal punto di vista<br />
astronomico però, un dato è certo: quest’anno<br />
cambierà la costellazione visibile dalla Terra<br />
in corrispondenza del sorgere del Sole nel<br />
giorno dell’equinozio di primavera: in parole<br />
povere, finisce un’era, quella dei Pesci ed inizia<br />
un’altra denominata dell’ Acquario. Questo<br />
mutamento si verifica ogni 2160 anni.<br />
Negli anni ’80 lo studioso J.M. Jenkins ipotizzò<br />
una correlazione tra questo fenomeno del<br />
<strong>2012</strong> e le previsioni dei Maya. L’antico popolo,<br />
Animula Vagula Blandula<br />
ANCHE SE I MAYA SBAGLIANO<br />
Giovanni Iozzia<br />
Animula, vagula blandula… povero<br />
Anticristo. Se i Maya hanno ragione che<br />
figura che ci fa. Lungo la storia del cristianesimo<br />
la figura dell'anticristo, l'oppositore<br />
umano di Gesù, ha avuto un<br />
ruolo di primo piano per oltre 2000 anni.<br />
Era il terrore di tutti perché il suo arrivo<br />
avrebbe anticipato la fine del mondo. Sic<br />
transit gloria mundi! Adesso sono arrivati<br />
i Maya, la cui civiltà è finita poco<br />
dopo l’anno 1000 dell’Era Cristiana.<br />
Costoro sottrarranno la fine del mondo<br />
all’Anticristo? Eppure questo evento<br />
definitivo sarebbe già dovuto arrivare<br />
lasciò ai posteri un<br />
insieme di calendari<br />
tra i quali<br />
uno, chiamato”<br />
Lungo Computo”<br />
che, calcola<br />
il tempo trascorso<br />
dalla<br />
creazione. Esso<br />
è il quarto in<br />
ordine di tempo<br />
poiché, secondo<br />
alcune leggende,<br />
gli Dei avrebbero<br />
distrutto le tre precedenti<br />
creazioni ritenendole<br />
fallimentari. La terza fu<br />
distrutta al termine di un periodo<br />
che dovrebbe corrispondere al <strong>2012</strong>…<br />
sarà vero? Cosa ci aspetta? Tempeste solari?<br />
Diluvi universali? Terremoti? E se il cambia-<br />
nell’anno 1000 e poi, ancora, nel 1260, nel<br />
1836, 1999, nel 2011. Senza tenere conto<br />
che Isacco Newton avrebbe pensato al<br />
2060. Per gli Ebrei, invece, avverrà, nel<br />
2240; mentre sarà un asteroide a chiudere<br />
la partita del 2880, battendo Nostradamus<br />
le cui profezie si fermano all’anno<br />
3797. Ergo, come diceva uno che il cervello<br />
lo faceva funzionare, la fine del<br />
mondo non sarà certamente il 21 dicembre<br />
<strong>2012</strong> ma è anche vero che il povero<br />
anticristo, un tempo terrore delle popolazioni,<br />
è veramente decaduto è scaduto.<br />
Animula, vagula, blandula… è proprio il<br />
caso di dirlo.<br />
L’inchiostro mensile<br />
Chi vivrà vedrà.<br />
di Laura Maiorana<br />
mento fosse spirituale?<br />
Secondo le teorie<br />
New Age all’era<br />
dell’ Acquario<br />
corrisponderebbe<br />
un periodo di<br />
pace, profonda<br />
evoluzione delle<br />
coscienze, caratterizzatodall’amore<br />
per l’ambiente,<br />
democrazia,<br />
fratellanza. Ad avvalorare<br />
tale tesi un riferimento<br />
epigrafico sul<br />
Monumento 6 del sito<br />
archeologico Tortuguero che<br />
fa riferimento ad un avvenimento<br />
che dovrebbe coinvolgere: Bolon Yokte,<br />
misteriosa divinità Maya della guerra e della<br />
creazione. Sarà vero? Ci sia o meno la fine di<br />
Il villano & la dottoressa<br />
Rubrica a cura di Cornelia de Pretis<br />
Psicoterapeuta Psicocorporea Sessuologa<br />
e.mail del 21.12.11<br />
Carissima dottoressa mi spiace dirle che<br />
ho provato a scriverle per puro diletto.<br />
Da come ben si evince dal mio, è vero,<br />
colorito linguaggio io non sono il villico<br />
di cui sopra e mi pregio di scriverle di un<br />
mio problema che fors’anche potrebbe<br />
essere legato alla sua disciplina di sessuologia<br />
perché la mia esimia moglie si<br />
esprimerebbe così: “tu caro hai solo<br />
paura di morire!”. Non faccio altro che<br />
pensare alla fine del mondo. Per questo<br />
motivo il mio caro compagno d’avventure,<br />
l’aso di mazze, lo stampafanciulli, si<br />
rifiuta di fare l’alza bandiera. Mia moglie<br />
poverina si veste da crocerossina, visto<br />
che sono un ex combattente e cerca di<br />
ricrearmi l’atmosfera di un ospedale da<br />
campo. Ma niente “lui” non ne vuole<br />
sapere. Io non ho paura della fine del<br />
mondo ma mi creda dottoressa vorrei al<br />
contrario che succedesse così la finiamo<br />
con questa porcheria di vita. Attendo tre-<br />
Dentro e fuori il pianeta<br />
5<br />
questo Mondo nel <strong>2012</strong>, è chiaro che l’attuale<br />
situazione storico-politica ed economica<br />
induce a riflettere su quanto eticamente validi<br />
siano i valori su cui si basa la società in cui<br />
viviamo. Gli stravolgimenti politici che hanno<br />
interessato l’Africa settentrionale lo scorso<br />
anno testimoniano, insieme ad altri, la necessità<br />
di un’evoluzione verso il bene oggettivo,<br />
non condiviso tra pochi ma, diffuso tra molti.<br />
La presunta imminente distruzione del Pianeta<br />
dovrebbe indurre noi ad interrogarci su<br />
cosa sarebbe giusto spazzare via. Cosa c’è di<br />
malsano e corrotto?La voglia di cambiamento<br />
potrebbe sfociare in una tempesta destinata a<br />
colpire o corpi fisici o entità astratte come, i<br />
famigerati e non meglio definiti “ Mercati”. In<br />
entrambi i casi a rimetterci saranno gli uomini<br />
nelle vesti di naufraghi o utilizzatori finali,<br />
comunque stremati. Bisogna capire chi riuscirà<br />
a farcela e quindi come ci si possa salvare…<br />
“ Ai tecnici l’ardua sentenza…”?!<br />
pidante una soluzione sennò penso di<br />
porre fine alla fine prima che finisca.<br />
Suo Alvise Cadamosto<br />
e.mail del 25.12.11<br />
Caro Alvise le ho risposto il prima possibile<br />
mi creda, a parte che non ho capito<br />
quanti anni ha? l’ex combattente di cosa,<br />
della seconda guerra mondiale? dovrebbe<br />
avere almeno 92 anni ed avere paura<br />
della fine del mondo alla sua età aspettando<br />
l’alza bandiera ci fa ben sperare<br />
per tutti noi ancora impuberi bipedi. E’<br />
vero affannarsi per vivere nel migliore dei<br />
modi possibili è cosa solo di noi esseri<br />
umani. Ci sono altri esseri tra cielo e terra<br />
di cui noi non disponiamo nemmeno le<br />
loro coordinate. Si affidi alle cure della<br />
crocerossina vedrà che scoprirà altri orizzonti:<br />
si chiamano punto p e si trovano<br />
nella prostata. Vedrà che da lì il mondo le<br />
apparrà molto più chiaro e retto. Mi faccia<br />
sapere.
I Romanzi di <strong>Carthago</strong><br />
La casa editrice <strong>Carthago</strong> nasce dall’idea e dalla collaborazione di esperti nell’ambito<br />
della comunicazione, della cultura e dell’imprenditoria. La mission principale perseguita,<br />
è quella della raccolta di informazioni di valore letterario, visivo e fotografico/virtuale.<br />
La collocazione nell’ambito editoriale, e cioè la mission e la vision di <strong>Carthago</strong> Edizioni,<br />
sono le memorie culturali. Memorie culturali di ogni paese, di ogni genere di etnia, compreso<br />
le condizioni ambientali e climatiche dei paesi di provenienza.<br />
Il logo di <strong>Carthago</strong> ha una sua specificità: il nome è quello dei romani cartaginesi:<br />
carthago delenda est. La bambolina in simbiosi con la O è la raffigurazione della dea<br />
Tanit, protettrice delle immigrazioni, delle migrazioni, delle emigrazioni, nell’ambito<br />
culturale, che comprende: la didattica, l’informatica, l’editing, il marketing, di ogni<br />
qual si voglia azione quotidiana della vita. Ergonomicamente parlando la carthago<br />
edizioni aggiusta e riequilibra conflitti dispersi, dando un luogo alle condizioni culturali<br />
della memoria.<br />
Da febbraio<br />
in tutte le librerie<br />
Mondadori<br />
di Catania<br />
Al rientro a casa, dopo il congedo,<br />
non sembrava più la<br />
stessa persona. C’era qualcosa<br />
in lui di strano e indecifrabile.<br />
Passava ore e ore chiuso nella sua<br />
stanza e quando lo si chiamava per<br />
comunicargli qualcosa o per mangiare,<br />
spesso rispondeva che non voleva<br />
essere disturbato, o di lasciargli<br />
qualcosa sul tavolo da pranzo; sarebbe<br />
uscito dalla sua camera<br />
quando poteva. Forse era davanti al<br />
computer o leggeva o era immerso<br />
nei suoi pensieri. Diventava sempre<br />
più difficile stanarlo dalla sua stanza,<br />
che era diventata per lui un vero e<br />
proprio nascondiglio.<br />
www.carthago.it<br />
info@carthago.it<br />
carthago
<strong>Gennaio</strong> <strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
Recensioni<br />
Alessandro Ambrosio<br />
HOTEL PRIMA<br />
a cura della redazione<br />
Hotel Prima di Alessandro Ambrosio<br />
(<strong>Carthago</strong>, 2011) è un romanzo che ti<br />
lascia senza fiato. Non è indicato per lettori<br />
che hanno necessità di essere rassicurati da<br />
una prosa scontata basata su una logica soggetto-predicato-<br />
complemento. Non è indicato<br />
per lettori serali che hanno bisogno di una<br />
lettura rilassante per conciliare il sonno. Non<br />
è indicato per lettori minorenni incalliti che<br />
sono alla ricerca di una trionfale storia<br />
Recensioni<br />
Salvo Cavallaro<br />
MA DI COSA STIAMO<br />
ANCORA PARLANDO<br />
Paolo Zerbo<br />
a cosa certa è che, se mi guardo allo<br />
«Lspecchio, non vedo un uomo che ha<br />
raggiunto la felicità, il benessere e la serenità<br />
perché le sue opere sono state apprezzate. Il<br />
successo professionale non mi ha garantito<br />
niente di tutto ciò. Mi ha semplicemente permesso<br />
– ed è una cosa molto importante – di<br />
poter lavorare in totale libertà e indipendenza».<br />
Questo aforisma di Pedro Almodovar,<br />
citato nell’introduzione del libro da parte<br />
dell’eclettica ma “pungente” Susanna Basile,<br />
anticipa, tra un linguaggio aulico e una riflessione<br />
attenta, la natura propria dell’Autore, di<br />
quello che vuole essere e di quello che vuole<br />
rappresentare nel rapporto olistico tra il proprio<br />
corpo e le emozioni che lo stimolano. Il<br />
libro nella sua essenza, delinea di fatto, la<br />
Salvo Cavallaro<br />
Si è svolta ad Acireale dal 16 al 31<br />
di Dicembre la mostra “Ricord…<br />
Aci” organizzata dall’associazione<br />
giovanile culturale-ricrea-<br />
Anno VII numero 54<br />
Editore<br />
<strong>Carthago</strong><br />
Direttore editoriale<br />
Giovanni Iozzia<br />
Direttore responsabile<br />
Alfio Nicolosi<br />
d’amore. E’ indicato per i lettori che vogliono<br />
ancora sorprendersi di una letteratura giocata<br />
su un magistrale non-sense di periodi ellittici<br />
e senza tempo. Una storia improbabile,<br />
un incontro tra personaggi inesistenti che<br />
creano la loro trama intrecciando le loro vite:<br />
un maestro di musica sordo che continua a<br />
comporre ed eseguire la sua sinfonia ogni<br />
giorno per non perdere la strada del ritorno;<br />
una bellissima donna sordomuta che gli si<br />
affida in una comunicazione di ansimanti<br />
confidenze; un “mungitore di latte” addetto<br />
ad una macchina che munge latte artefice del<br />
loro incontro; altri personaggi che si incontrano<br />
in una piattaforma dimensionale al<br />
solo scopo di amarsi e complottare un attentato<br />
per distruggere le soffocanti maglie del<br />
potere in un medioriente che potrebbe essere<br />
solo una fugace parte dell’emisfero destro.<br />
Eh sì! Il tempo e lo spazio in Alessandro<br />
natura propria di Salvo Cavallaro, dei suoi<br />
pensieri, della vita sociale e di ciò che è consueto,<br />
ma non banale. Certo fa parte di una<br />
categoria di trentenni che più o meno trovano<br />
difficoltà a trovare strade nei percorsi tortuosi<br />
della società odierna, ma si difende a spada<br />
tratta insieme ai suoi coetanei tra folklore e<br />
“qualunquismo Cosmico”. Il Cavallaro è e lo<br />
sa. Egli non vuole allontanarsi dai canoni<br />
comportamentali dei suoi amici e come tale ne<br />
viene “rapito” coscientemente, senza però<br />
distrarre l’attenzione. Un gran dono, quindi,<br />
quello di raccontare, in parole semplici, quasi<br />
colloquiali alcune vicende che lo hanno “colpito”.<br />
Italo Calvino aveva pensato il titolo del<br />
suo seminario in inglese, dove la parola<br />
“lightness” offre sicuramente molte più possibilità,<br />
anche nell'utilizzo corrente, dell'italiana<br />
"leggerezza". Difatti, raramente associamo<br />
"leggerezza" a leggiadria, levità, a chiarezza,<br />
splendore, intuizione, sospensione o a ironia.<br />
Ci arrestiamo velocemente (e la velocità<br />
in questo caso senza dubbio una sintomatica<br />
vendetta del vocabolario) a superficialità -<br />
senza nemmeno approfondire. La "limitatezza<br />
di peso" (leggero), quando non è presa,<br />
afferrata alla lettera, esprime un’ idea di tollerabilità<br />
(o di tolleranza) che quasi sempre si<br />
trasforma in un'idea di facilità che, a sua volta,<br />
cede subito il passo alla piacevolezza (e sem-<br />
tiva “L’Impulso” di Acireale che<br />
ha proposto un progetto incentrato<br />
su Cartoline dal Novecento,<br />
articolato in più giornate, dedicate<br />
alla divulgazione e conoscenza<br />
di immagini caratteristi-<br />
Registrato presso il Tribunale di Catania al n°13 del 18 aprile 2006<br />
Design e impaginazione<br />
Occhiocarnivoro<br />
Editing<br />
Susanna Basile<br />
Stampa<br />
LITOCON s.r.l<br />
c.da Torre Allegra<br />
Catania<br />
Redazione e amministrazione<br />
via Guido Gozzano, 60<br />
95024 Acireale (CT)<br />
Tiratura 10000<br />
inchiostromensile@carthago.it<br />
L’inchiostro mensile<br />
Ambrosio è collassato e tutti i personaggi<br />
agiscono all’unisono e sono presenti contemporaneamente<br />
in qualsiasi parte del libro.<br />
Entrare nella sua scrittura è pericoloso perché<br />
viene voglia di sospendere tutte le attività<br />
quotidiane per dedicarsi completamente a<br />
lui. E’ la paura di non poter più riprendere il<br />
discorso dello scrittore che non ti lascia spazio<br />
e tempo alla critica e al distacco. Tra<br />
Kafka e Joice, Ambrosio, lascia un’impronta<br />
che non si dimentica facilmente. L’uomo<br />
Ambrosio, speriamo progenitore di una specie<br />
umana è un portatore effimero dell’eleganza<br />
maschia, un dandy dei nostri tempi tra<br />
il gusto dei modi e l’eleganza dei gesti. Indefinibile<br />
dilemma tra un Burberrys ed un Hermes<br />
ecco lo sciame che emana la specie<br />
Ambrosio imperturbabile sul suo campo di<br />
battaglia che è il risultato della sua trama<br />
invischiante.<br />
pre in negativo alla non funzionale "assenza<br />
di gravità", d'impegno). Per l'artista la relazione<br />
con il proprio luogo d'origine si esprime<br />
quasi sempre con un senso di perdita, di<br />
smarrimento. La sua cartografia rivela sia il<br />
tentativo di una ricostruzione, di un riconoscimento<br />
che di una deliberata utopia. Relazioni<br />
sociali, nozioni come territorio, comunità ma<br />
anche concetti come cultura e cose essenziali e<br />
realmente quotidiane come il cibo, la birra e le<br />
frasi “fatte”, divengono elementi di una azione<br />
continua di spostamento e di ricollocazione.<br />
Il contrario di leggerezza, non a caso, ha<br />
valore soltanto negativo: la pesantezza è volgare,<br />
inerte, opaca, fa male anche alla salute (il<br />
nuovo cibo è "leggero"). Lo stile pesante è<br />
involuto, ricco di inutili parole. L'universo,<br />
riconosce lo stesso Calvino, è governato dalla<br />
pesantezza del vivere. Quindi la leggerezza<br />
appartiene a un altrove che non è di questo<br />
mondo, un mondo che può essere accettato in<br />
modo più sereno e in un destino, quello di<br />
Ivano, nell’ultima storia che può inevitabilmente<br />
essere “inevitabile”. Un libro quindi,<br />
soffice, senza nessuna pretesa se non quella di<br />
intrattenere e divertire il lettore al “bistrot”,<br />
un lettore tranquillo ma intriso di quell’ironia<br />
fugace che gli permette di “viaggiare” per<br />
un’ora e mezza, serenamente, sorseggiando se<br />
vuole, un buon calice di vino rosso dell’Etna.<br />
Acireale antica in mostra<br />
ph Giovanni Di Pietro<br />
che della città di Acireale e delle<br />
sue frazioni, come apparivano<br />
decenni fa.<br />
Il messaggio era in primo luogo<br />
quello di diffondere, soprattutto<br />
tra i più giovani, un’immagine<br />
della città che molti non hanno<br />
mai conosciuto. Con una mostra<br />
finemente curata e puntualmente<br />
guidata si è inteso, inoltre, stimolare<br />
i visitatori tutti e le Istituzioni<br />
partecipanti alla Mostra a programmare<br />
la valorizzazione, il<br />
ripristino e il recupero di luoghi<br />
– simbolo un tempo fiorenti, oggi<br />
testimoni di incuria e trascuratezza<br />
nell’avvicendarsi delle<br />
varie amministrazioni politiche.<br />
Un’ area dell’esposizione è stata<br />
interamente dedicata al passaggio<br />
della Seconda Guerra Mondiale<br />
per le vie della città: soldati,<br />
barricate, carri armati che<br />
attraversano le vie barocche.<br />
La Mostra si compone di un allestimento<br />
di circa un centinaio di<br />
foto, collocate su supporto (pannelli<br />
o altro…), accompagnate da<br />
didascalie esplicative e suddivise<br />
secondo diversi percorsi tematici:<br />
Fascismo e Guerra Mondiale,<br />
Centro storico, Feste e tradizioni,<br />
Parchi e collegi, Terme ed economia,<br />
Frazioni e panorama, infine<br />
un’importante sezione dedicata<br />
al ritrovamento di documenti<br />
attestanti la deportazione della<br />
famiglia Takoni, ebrei acesi,<br />
verso un campo di concentramento<br />
nel Lazio.<br />
Il progetto dell’associazione<br />
Impulso si rivolge a tutto il territorio<br />
acese e dell’hinterland, alla<br />
cittadinanza tutta e mira a coinvolgere<br />
in particolare le Scuole di<br />
ogni grado, gli Universitari Acesi<br />
e i Centri di Cultura della città. Il<br />
lavoro davvero bello e utile<br />
dell’associazione però come<br />
molto spesso accade non ha<br />
incontrato la collaborazione adeguata<br />
da parte delle autorità che<br />
ne hanno limitato la fruizione ai<br />
soli pomeriggi dei giorni non<br />
festivi, impedendo così la visita a<br />
chi lavora e ai turisti che vengono<br />
a visitare la città.<br />
Si auspica, invece, che una<br />
mostra del genere, possa non<br />
solo essere prolungata, ma trovi<br />
una collocazione stabile all’interno<br />
della città, che sia fruibile<br />
soprattutto nei giorni di festa,<br />
così da ampliare l’offerta turistica<br />
di una città che ormai appare<br />
sempre più in decadimento.<br />
La cosa che più è saltata agli<br />
occhi ai visitatori è stato l’amaro<br />
confronto su quello che Acireale<br />
era e su quello che è diventata, e<br />
sul lento ed apparentemente inesorabile<br />
declino a cui è destinata.<br />
7
8 Scuola & Pensiero<br />
Liceo classico RuGGeRo SettIMo<br />
L’inchiostro mensile<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
Continua il percorso profondo dell’Inchiostro Mensile segnato sul territorio di Caltanissetta. In primo piano l’impegno volenteroso e lungimirante della Prof.ssa M. Perriera e della<br />
Preside M.L. Sedita. Appare sempre brillante l’idea di coinvolgere i ragazzi, legando gli elaborati a una testata vera. Ciò, rimane motivo per vera collaborazione tra forze, soprattutto<br />
giovani. Anche gli ex studenti, ora universitari impegnati in vari campi, collaborano. Splendido!<br />
MEGLIO IL GRIGIO.<br />
UNA RILETTURA<br />
DI TERENZIO<br />
di Alice Russo<br />
II D<br />
160 a.C. 2010, nulla è cambiato<br />
sotto il profilo del conflitto<br />
generazionale, la "lotta<br />
continua" e, purtroppo, "I<br />
giovani moderni hanno tutto<br />
tranne qualcosa, e quel qualcosa<br />
è l'essenziale" (R. Kennedy).<br />
Essi tendono a volere,<br />
a pretendere troppo, creando<br />
nei genitori il "dilemma" di<br />
come ci si debba comportare<br />
con i figli. Il Pater familias<br />
che, severo e rigoroso, è<br />
pronto a formare i figli come<br />
buoni membri della società?<br />
oppure il padre "amico", che<br />
cerca le modalità educative<br />
più adeguate per uno sviluppo<br />
armonico della personalità<br />
giovanile? Un padre dal<br />
sorriso dolce e astuto, che<br />
ama troppo la propria libertà,<br />
se “gaio e leggero” (Saba),<br />
può danneggiare un bambino,<br />
“diventandone l'assassino<br />
" (Saba)? Difficili quesiti.<br />
Si rischia di diventare eccessivamente<br />
severi, soffocando<br />
la personalità e i desideri di<br />
un ragazzo, o fin troppo<br />
comprensivi. Essere padre<br />
significa raffinare la propria<br />
sensibilità, comprendere i<br />
propri figli, rispettare le loro<br />
opinioni e la reciproca<br />
humanitas.<br />
Decisa la voce della nuova<br />
pedagogia, secondo la quale<br />
genitori e figli devono trovare<br />
un terreno d'intesa su cui<br />
confrontarsi; i problemi non<br />
possono essere risolti<br />
mediante il ricorso a rigide<br />
dottrine, ma solo grazie<br />
all'esercizio di un relativismo<br />
etico. "Non è giusto stabilire<br />
a priori quali siano le<br />
azioni consentite a una persona,<br />
esse vanno giudicate,<br />
di volta in volta, in dipendenza<br />
dal carattere del soggetto<br />
stesso" (Terenzio).<br />
"Non si deve contrastare,<br />
insomma, la natura dell'uomo"<br />
(Cicerone), ogni giovane<br />
ha il diritto di compiere<br />
scelte autonome, senza il<br />
timore di essere punito.<br />
Oggi la distanza tra padri e<br />
figli tipica della società<br />
arcaica appare quasi del<br />
tutto accorciata, però la<br />
maggiore confidenza non<br />
sempre equivale a una maggiore<br />
comprensione. Non<br />
esiste un modo migliore di<br />
un altro per educare i figli.<br />
Tra il bianco del genitore<br />
buono e comprensivo o il<br />
nero del padre-padrone<br />
severo e autoritario è preferibile<br />
il grigio!<br />
LA PIOGGIA.<br />
LE MIE LACRIME<br />
di Alessia Fiorino<br />
I D<br />
Io e la mia stanza. Ci siamo<br />
solo noi, oggi. Distesa sul letto,<br />
vago tra i mille pensieri che<br />
invadono la mia mente. Penso.<br />
Piccola in balia della mia<br />
inquietudine. Abbraccio il<br />
cuscino, ma non riesco a consolarmi.<br />
Sembra un incubo.<br />
Ferisce, annienta. Ormai sono<br />
senza forze, speranze, voglia<br />
di andare avanti, urla silenziose,<br />
metafora di un’angoscia<br />
senza frontiere. Oggi io non ci<br />
sono per nessuno, neanche<br />
per mia madre che continua a<br />
bussare a quella porta bianca,<br />
che fisso da ore. Grazie,<br />
mamma. So che vorresti aiutarmi,<br />
ma non puoi, né tu né<br />
nessun altro. Da bambina mi<br />
parlavi dell'amicizia, dell'amore,<br />
dei "per sempre", dei<br />
"felici e contenti" su cui sono<br />
costruite favole irrealizzabili,<br />
chimere. Me le leggevi la sera,<br />
mi facevano affondare nella<br />
serenità. Crescendo, ho imparato<br />
a scriverne anch’io nei<br />
miei diari segreti. E vorrei leggerle<br />
ai miei figli, vorrei che<br />
imparassero dai miei errori,<br />
vorrei far comprendere loro<br />
che la vita, purtroppo, riserva<br />
spesso tante amarezze. Fuori<br />
piove. Il tempo sembra capirmi.<br />
Scosto la tenda ed esco in<br />
balcone. Alzo le braccia al<br />
cielo, quasi volessi abbracciare<br />
le stelle. La pioggia mi bagna,<br />
incurante di chi cerca il sole<br />
nel proprio cuore. Fradicia,<br />
piango. Nervosa, vorrei urlare.<br />
Mi sento ferita, confusa e<br />
triste, per causa sua. Amica<br />
mia, io non ti dimenticherò<br />
mai. Troverò nuovi amici,<br />
nuovi svaghi, nuove abitudini,<br />
tutto sarà straordinario,<br />
ma, intanto, “sto viaggiando<br />
sulla corsia sbagliata” (Zsa<br />
Zsa Gabor), mi sento affranta,<br />
nonostante, in parte, io ne sia<br />
responsabile. Avevo dato troppo<br />
peso ai nostri "Per sempre<br />
insieme. Anzi di più, perchè<br />
per sempre è troppo poco".<br />
Vado a cambiarmi i vestiti<br />
grondanti di amarezza, mi infilo<br />
sotto le coperte. Buonanotte<br />
mondo. Buonanotte stupide<br />
favole. Buonanotte anche a te.<br />
POTENZIALE<br />
DINAMITARDO<br />
di Costanza Milisenna<br />
III D<br />
La crescita e lo sviluppo di un<br />
essere umano avvengono, solitamente,<br />
secondo l’idea di un<br />
modello da seguire o imitare.<br />
E, se, invece, il giovane agisse<br />
per diversificarsi, allontanan-<br />
dosi proprio da quel punto di<br />
partenza? È corretto chiedersi<br />
se questo avvenga perché vi<br />
sono sbagliati esempi, o se,<br />
comunque, il desiderio di visibilità<br />
o la paura dell’ombra<br />
agiscano a favore e non, nello<br />
sviluppo di un ragazzo? Uniformarsi<br />
rende, di certo, parte<br />
di quello stesso gruppo, ma<br />
diversificarsi permette, allo<br />
stesso modo, di avere un ruolo<br />
e un immagine assestante. E’<br />
più semplice l’uno o l’altro<br />
atteggiamento? Coprendo un<br />
arco di età che va dai 17 ai 22<br />
anni, è possibile porre sotto<br />
osservazione quasi lo stesso<br />
stile di vita, sviluppato in<br />
momenti diversi; vi appare<br />
disinteresse, allontanamento,<br />
rancore e quasi disprezzo, ma<br />
questo nei confronti di cosa?<br />
Di quanto è diverso dallo<br />
svago, dal divertimento, dalla<br />
perdizione - se cosi è definibile<br />
- dalla regola e dal limite.<br />
Secondo questa linea, è probabile<br />
che questi “sommersi”<br />
(Primo Levi) cadano in precipizi<br />
dominati da droghe, alcool,<br />
di gesti sconsiderati e di atti<br />
dimostrativi. Forse, ma gli<br />
strani treni, quasi mezzi di<br />
fuga rapidi e, apparentemente,<br />
indolori, permettono di “naufragar<br />
in questo mare” (Leopardi)<br />
e di annullare ogni rigore<br />
logico e, con esso, ogni pensiero<br />
triste. ”Andare via” …<br />
scalare le montagne, ammirarne<br />
la cima, fantasticare, ma<br />
quali mezzi e capacità sono<br />
necessari per adempiere a questo<br />
dovere e quali difficoltà lo<br />
accompagnano. Giovani. Per<br />
quanto siano detti “diversi”,<br />
hanno in sé tante idee, altrettanti<br />
principi e doveri che, di<br />
certo, non rispecchiano quelli<br />
ovvi per la maggior parte dei<br />
genitori o educatori. Giovani.<br />
Spesso si illuminano di una<br />
luce sfavillante, ma che li<br />
mostra sotto un punto di vista<br />
obiettivamente lontano dai<br />
modelli o dalle regole morali<br />
costituite. Giovani. Piccoli<br />
uomini, Animi ancora ribelli,<br />
difficili da domare, magari con<br />
poca voglia o consapevolezza<br />
per usufruirne. giovani. potenziale<br />
dinamitardo. Versano<br />
lacrime per poco ma, quando<br />
sorridono, hanno la spregiudicatezza<br />
di sorridere alla vita<br />
stessa.<br />
FACCIA A FACCIA<br />
CON LA REALTÀ<br />
di Simona Di Marca<br />
III D<br />
Sms ed e-mail sono sistemi<br />
veloci, pratici, efficienti, ormai<br />
signoreggiano. La lettera è<br />
finita, appartiene a tempi<br />
remoti, ma il fascino che da<br />
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ACI S FILIPPo (Ct)<br />
essa promana è rimasto inalterato<br />
anche fra i più infervorati<br />
detrattori. Trasmettere le<br />
proprie emozioni è sempre<br />
stato difficile, spesso non vi si<br />
riesce interamente, ma il profumo<br />
rimasto sulla carta è<br />
indelebile segno che fa tuffare<br />
nell’esotismo spaziale e temporale.<br />
Insignificanti i particolari<br />
ma fortemente pregnanti,<br />
sfumature, anche involontarie,<br />
di innegabile seduzione<br />
che la rendono un mezzo validissimo<br />
e incantevole per<br />
comunicare. Dettagli di vita,<br />
emozioni, parole prendono<br />
vita in una grafia incerta,<br />
occhi commossi, innamorati,<br />
furiosi si traducono nel solco<br />
di una lacrima che increspa la<br />
carta. Un foglio bianco si<br />
riempie di segni, interpretazione<br />
dell’anima, miracolo di<br />
idee, forziere di pathos. L’ansia<br />
nella fremente attesa della<br />
risposta, la fibrillazione all’arrivo<br />
per leggerla subito, il<br />
cuore che sembra scoppiare,<br />
una mina brilla nell’anima. Al<br />
ripescare la vecchia corrispondenza,<br />
riaffiorano alla mente,<br />
con la nitidezza di un tempo,<br />
tanti ricordi, trepidazioni<br />
rivissute come nuove…. Gli<br />
sms e le e-mail sono senza<br />
dubbio comodi strumenti di<br />
partecipazione emotiva, contengono<br />
anch’essi sentimenti,<br />
parole che sgorgano dallo spirito<br />
come un fiume in piena,<br />
ma mancano della fisicità<br />
delle lettere, non stimolano<br />
tutti e cinque i sensi. Tutto<br />
avviene rapidamente, un click<br />
e via. Niente, però, potrà mai<br />
eguagliare l’importanza della<br />
sinergia da corto circuito nel<br />
contatto diretto, vicendevoli<br />
carezze, occhi negli occhi,<br />
mani nelle mani, senza possibilità<br />
di nascondersi dietro un<br />
foglio o un cellulare, tra mille<br />
circonlocuzioni, faccia a faccia<br />
con la realtà.<br />
A DIALOGARE<br />
SI IMPARA DIALOGANDO<br />
di Giuliana Drago<br />
III D<br />
Eccoci, trasformati nei modi<br />
di vivere, nelle relazioni interpersonali,<br />
nella mentalità,<br />
nella cultura. Televisione, cellulare,<br />
radio, sms, msn, face<br />
book i nuovi “superokei”.<br />
Una nuova, impressionante,<br />
iperbolica solitudine si profila<br />
all’orizzonte delle nuove<br />
generazioni. E la Chiesa? E’<br />
ancora possibile un dialogo<br />
tra i giovani e il Cristianesimo?<br />
O finalmente si cerca un<br />
dialogo? Dov’è finito quel<br />
salutare spazio tutto nostro in<br />
cui “parlavamo” con Dio e ne<br />
traevamo grande conforto? E,<br />
soprattutto, riusciamo a ritagliarci<br />
ancora tali momenti<br />
preziosi? Sì, certamente, e uno<br />
speciale “evviva” spetta alla<br />
scuola, supportata dall’art.9.2.<br />
legge n.121, secondo cui “la<br />
Repubblica italiana, … tenendo<br />
conto che i principi del<br />
Cattolicesimo fanno parte del<br />
patrimonio storico del popolo<br />
italiano, … continuerà ad assicurare<br />
… l’ insegnamento<br />
della religione cattolica”. Cosa<br />
ci si aspetta realmente dalle<br />
istituzioni ecclesiastiche?<br />
Hanno esse un ruolo realmente<br />
propositivo? Spesso, infatti,<br />
nell’adolescenza, più che Dio,<br />
è in discussione l’autorità religiosa<br />
con verità apodittiche<br />
ormai anacronistiche. Sicuramente<br />
il dialogo è possibile, a<br />
patto che venga rimodulato;<br />
non i giovani verso la Chiesa,<br />
ma la Chiesa verso i giovani e,<br />
prima di tutto, attraverso l’ora<br />
del “nostro ossimòro virtuale”,<br />
Padre Alessandro, il<br />
quale, tra il serio e il faceto, tra<br />
uno scappellotto e una carezza,<br />
ci sostiene nelle nostre doffocoli<br />
battaglie. Con lui scandagliamo<br />
temi diversificati,<br />
prediligendo i problemi sociali,<br />
interpretando le norme<br />
sull’aborto, l’uso degli anticoncezionali,<br />
il sesso prima<br />
del matrimonio … Egli ci<br />
aiuta a contare le teste senza<br />
romperle, con l’avvento di<br />
una nuova forma di democrazia<br />
che, da parte delle istituzioni<br />
ecclesiastiche, faccia<br />
“sentire”, tra tanta aridità, il<br />
sorriso, la stretta di mano, il<br />
conforto “sub umbra alarum<br />
suarum”. Crescere con la<br />
Chiesa e nella Chiesa, nel<br />
pieno rispetto delle nostre<br />
metamorfosi, dei nostri interessi,<br />
delle nostre distrazioni.<br />
Per troppo tempo la “voce di<br />
Roma” è giunta alle nostre<br />
orecchie smorzata, senza feed<br />
beack, persino il 90 % degli<br />
scout, l’ archetipo dei “bravi<br />
ragazzi di chiesa ”, ne rifiuta i<br />
diktat. Come tutti gli altri<br />
ragazzi senza cappello e scarponi.<br />
A dialogare, d’altronde,<br />
si impara dialogando.<br />
ELETTROMATICA<br />
E TRADIZIONE<br />
di Federica Falzone<br />
Universitaria<br />
Modernizzarsi, ma non rendere<br />
antico tutto quello che non si<br />
usa più. Rancore, rabbia,<br />
paura, gioia, speranze, illusioni.<br />
L´uomo sente il bisogno di<br />
trasmettere le proprie sensazioni,<br />
più "per inclinazione<br />
dell´anima che per riflessione<br />
sull´utilità che esse potrebbero<br />
avere" (Cicerone). Se intense, le<br />
parole non basteranno per<br />
descriverle, la recusatio è conseguenza<br />
dell’excessus mentis.<br />
Che fare? Come garantirsi rapporti<br />
di reciproca fiducia? Far<br />
danzare infiniti pensieri su un<br />
foglio bianco? Eternare suggestioni<br />
su una tela? Cogliere al<br />
volo impressioni “tuffandosi”<br />
in un sms? Poche parole,<br />
poche pennellate bastano per<br />
toccare le corde dei cuori.<br />
Nella disputa lettere-sms, in<br />
particolare, nessun vincitore,<br />
quando si sente il bisogno di<br />
scrivere all'improvviso, l’importante<br />
è esprimere, confrontarsi,<br />
condividere le emozioni.<br />
Che gran frutto verrebbe dalla<br />
buona fortuna e che conforto<br />
nella cattiva se non ci fosse<br />
qualcuno con cui condividerla?.<br />
Non importa con quali<br />
canali si costruirà un codice<br />
comune, sarà la sensibilità di<br />
ciascuno a orientare la scelta.<br />
La volontà di comprendersi e<br />
amarsi deve essere alla base<br />
della vita, ma i ritmi frenetici,<br />
spesso, consentono soltanto<br />
veloci sms, tutto semplice e<br />
immediato: "ritardo", invio e il<br />
destinatario ne è subito a conoscenza,<br />
mille anni luce dagli<br />
ambasciatori che veicolavano<br />
le informazioni!!! Un brevissimo<br />
messaggio dal telefonino<br />
sa catturare l´ironia, la felicità,<br />
le lacrime amare, l’incanto dei<br />
sensi; altrettanto efficace un’email,<br />
magari arricchita da cuoricini,<br />
faccine che sorridono,<br />
piangono, esprimono gioia,<br />
comunicano tristezza, o, ancora,<br />
internet, il colosso da cui<br />
scaricare bellissime massime<br />
che accendono l’animo di chi<br />
le riceve. Dov’è finita, allora, la<br />
magica lettera che innamorati,<br />
amici, genitori e figli si scambiavano<br />
per dialogare, scrutando<br />
i segni grafici che manifestavano<br />
la voce del cuore?<br />
Nessun voltafaccia clamoroso<br />
contro di essa, soltanto un<br />
“arrivederci all’estate prossima,<br />
in riva al mare”, o la sera<br />
prima di andare a dormire o la<br />
mattina in treno, quando il<br />
tempo a disposizione sarà più<br />
magnanimo, con il gusto di<br />
scegliere la carta e il colore dell'inchiostro,<br />
richiudere la busta<br />
con dentro un bel fiore essiccato<br />
e sigillarla con le proprie iniziali.<br />
Le onde magnetiche trasporteranno<br />
all'istante la notizia<br />
del primo bacio, delle pene<br />
segrete, della prima “calia”,<br />
della prima sigaretta, del<br />
primo “bicchierino”, le riflessioni<br />
giungeranno con la lettera<br />
successiva. Il connubio delle<br />
due forze in simbiosi, elettromatica<br />
e tradizione, potrà<br />
“uccidere” il “mostro” della<br />
solitudine. E’ questo l’obiettivo<br />
prioritario, il come lo si raggiunga<br />
non importa.<br />
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se Londra è vile<br />
Da più di 3 mesi, esattamente<br />
dal 16 ottobre, in una delle piazze<br />
storiche di Londra, dove si<br />
affaccia la nota cattedrale di<br />
St. Paul, un variegato ed eterogeneo gruppo<br />
di persone ha iniziato una singolare manifestazione.<br />
Questo movimento è conosciuto con<br />
il nome improprio “OccupyLSX” – dove la<br />
sigla sta per London Stock Exchange, la<br />
borsa di Londra (nome improprio in quanto<br />
tale edificio è situato in un'altra piazza) – e<br />
ha avuto tra i suoi padrini un nome eccellente<br />
come quello di Julian Assange. Il noto giornalista<br />
e hacker svedese ha improvvisato un<br />
controverso e a tratti surreale discorso alla<br />
folla manifestante. Controverso poiché è<br />
stato interrotto dalla polizia, e surreale in<br />
quanto molte persone indossavano la bianca<br />
maschera con il sorriso beffardo del volto<br />
tratto dal film “V per vendetta” e ripetevano<br />
in coro ciò che egli scandiva ad alta voce.<br />
La data non è casuale:è il giorno successivo<br />
a quel 15 ottobre scelto come giornata mondiale<br />
per protestare contro la crisi globale<br />
finanziaria. Inizialmente lo scopo del movimento<br />
OccupyLSX era proprio di occupare<br />
la piazza dinnanzi alla Borsa di Londra. Per<br />
varie ragioni tuttavia la manifestazione senza<br />
fine ha traslocato nella sede attuale, adottando<br />
il secondo nome di “Occupy London”.<br />
Questo articolo non ha la pretesa di analizzare<br />
tale fenomeno. Penne illustri o meno,<br />
voci autorevoli e non, si prestano ogni giorno<br />
a commentare l'evolversi di questa situazione,<br />
suscitando un dibattito che è difficilmente sintetizzabile<br />
in questa sede. Tuttavia, descrivendo<br />
in modo sommario (sic!) quanto appena introdotto,<br />
vorrei provare a rispondere a una<br />
domanda che mi è stata rivolta da un caro<br />
amico, il quale mosso dalla curiosità antropologica<br />
sulla viltà e sulla vilitudine, mi ha chiesto<br />
in modo assai spontaneo e naturale di soddisfare<br />
il suo dubbio, espresso nella seguente<br />
forma: non ho ancora capito se Londra è vile.<br />
La prima cosa che mi ha colpito arrivando in<br />
St. Paul square, poche settimane fa, è la<br />
location: accanto a un pezzo di storia che racconta<br />
Londra, la Cattedrale appunto, ce n'è<br />
uno, la piazza colma di tende da campeggio,<br />
un palco e gazebo multiformi, dove la futura<br />
storia di questa città viene scritta day by day.<br />
Uno degli slogan più ricorrenti dei manifestanti<br />
è: we are the 99 percent, che rende pienamente<br />
l'idea di un movimento che vuole<br />
dirsi globale e che protesta contro quel presunto<br />
1% rappresentato dai poteri dell'economia<br />
mondiale, le banche e le potenti multinazionali<br />
in primis. Ovunque, tra una tenda e<br />
l'altra, su qualunque superficie disponibile, è<br />
appeso un poster con uno slogan, un'immagine<br />
oppure una locandina che promuove gli<br />
eventi organizzati. Inoltre la mia attenzione è<br />
stata attratta da una singolare scenografia:<br />
un grosso tappeto quadrato che riproduce le<br />
caselle del gioco da tavolo “Monopoli”, in<br />
mezzo il volto affranto e impoverito di Mr.<br />
Monopoly, il quale tende il proprio cappello,<br />
aspettando di ricevere l'elemosina. Tale icona<br />
emblematica è accompagnata dal poster con<br />
la scritta che suona pressappoco così: “Una<br />
grande ricchezza senza un gran lavoro è un<br />
furto alla vita. Il commercio immorale è<br />
oppressione. La politica senza principi adeguati<br />
è la via del malcontento”. Su un<br />
palco allestito con assi di legno, dotato di<br />
microfono e ripreso da computer portatili<br />
che trasmettono in streaming le immagini e<br />
le voci della piazza, si alterna chiunque<br />
abbia voglia di far sentire la propria voce.<br />
Quando ero lì ho provato ad ascoltare individui<br />
che recitavano poesie accompagnati da<br />
una chitarra, dubbi personaggi alcolizzati<br />
che tentavano di incitare la folla – con<br />
altrettanti dubbi risultati – ma anche<br />
nomi più o meno noti che volevano condividere<br />
il loro pensiero.<br />
Accanto a questo spaccato contemporaneo –<br />
LonDRA<br />
Lorenzo Bottai<br />
e a tratti estemporaneo – c'è una comunità<br />
eterogenea che s'interroga su quello che<br />
accade quotidianamente in questa piazza. È<br />
tutt'altro che raro leggere le opinioni di chi,<br />
direttamente o indirettamente, viene coinvolto<br />
da questa vicenda. L'episodio che maggiormente<br />
mi ha indotto alla riflessione è<br />
avvenuto tra il 21 ottobre e il primo giorno<br />
di novembre. In quel periodo veniva discussa<br />
la possibilità da un punto di vista legale,<br />
di forzare i manifestanti a sgombrare la<br />
piazza. Gli interlocutori principali, oltre ad<br />
alcuni rappresentanti di Occupy London,<br />
erano i potenti prelati che curano gli interessi<br />
della Cattedrale (tra cui gli introiti provenienti<br />
dalle visite al complesso storico e<br />
artistico) e i rappresentanti della municipa-<br />
lità dove è situata la Cattedrale, la City of<br />
London Corporation. Infatti poco dopo l'inizio<br />
dell'occupazione, il decano della Cattedrale,<br />
The Right Reverend – Il Giusto<br />
Reverendo è l'appellativo canonico del decano<br />
– Graeme Paul Knowles, aveva ponderato<br />
la decisione di chiudere il complesso<br />
cattedratico per varie ragioni, in primis<br />
quelle di ordine logistico: come facevano le<br />
persone interessate a visitare la chiesa a<br />
entrare attraverso una piazza occupata da<br />
150 tende circa? Tale vicenda è proseguita<br />
con un dibattito interno, attentamente ripreso<br />
dai media, tra il Decano e il Canon<br />
Chancellor Gilles Fraser: quest'ultimo<br />
sembrava non voler ostacolare le ragioni dei<br />
manifestanti, mentre il primo intendeva for-<br />
9<br />
zare gli occupanti a sgombrare il sito antistante<br />
la Cattedrale. Come riportato su The<br />
Gurdian del 27 ottobre 2011, il reverendo<br />
Fraser rassegna le dimissioni dal proprio<br />
incarico, annunciando per mezzo di Twitter,<br />
un messaggio che sintetizza i motivi della<br />
sua scelta: è preoccupato che la polizia debba<br />
forzare gli anti-capitalisti a sgombrare il<br />
sito, qualora la situazione potrebbe degeneri<br />
in modo violento. Il Canon Chancellor non<br />
vuole assumersi la responsabilità di tale<br />
gesto che, dal suo punto di vista, significa<br />
una possibile aggressione alla popolazione<br />
occupante esercitata in nome della comunità di<br />
St. Paul. Qualche giorno dopo, l'1 novembre,<br />
è il turno de The Right Reverend Knowles<br />
che si solleva dall'incarico di Decano, a seguito<br />
delle proteste scatenate dalla sua decisione<br />
di voler sgombrare con l'aiuto della polizia e<br />
del braccio della legge i manifestanti anticapitalisti.<br />
Ad oggi la Cattedrale è aperta al pubblico e<br />
nella piazza antistante ci sono ancora i<br />
“campeggiatori” contro il sistema capitalistico.<br />
Tuttavia la vicenda appena riportata<br />
vuole essere un emblema di quanto sia multiforme<br />
e contraddittoria la città di Londra.<br />
Una metropoli cosmopolita che ospita più di<br />
8 milioni di persone non può dirsi vile. Parimenti,<br />
un immenso tessuto urbano abitato<br />
da una moltitudine di individui di ogni nazionalità,<br />
non può che dirsi vile. Pertanto se<br />
volessi dare una risposta al caro amico per<br />
soddisfare la sua legittima curiosità antropologica,<br />
potrei dirgli: per capire Londra<br />
bisogna essere disposti a comprendere ed<br />
accettare ciò che, a prima vista, può sembrare<br />
logicamente contraddittorio. Ad uno sguardo<br />
più profondo, è possibile vedere che la vita in<br />
questa metropoli è un mix eterogeneo e<br />
variegato: la vilitudine si manifesta piuttosto<br />
nei passanti e nei turisti che attraversano<br />
St. Paul square per entrare nella Cattedrale;<br />
perché essi non si curano dei manifestanti,<br />
e restano indifferenti ai motivi che li portano<br />
a vivere a oltranza accampati in una<br />
piazza in segno di protesta. Proseguendo ad<br />
un livello maggiore di complessità, può<br />
essere considerato vile il gesto di un prete<br />
che, per scrollarsi la responsabilità di un<br />
gesto potenzialmente violento, declina ogni<br />
responsabilità che il suo ruolo può avere.<br />
Allo stesso grado di complessità, in modo<br />
analogo ma con diversi risultati, è difficile<br />
accusare di viltà il Decano Knowles: le sue<br />
dimissioni non appaiono come un gesto<br />
codardo; senza esprimere giudizi di valore se<br />
sia giusto o meno, mi sembra che The Right<br />
Reverend sia stato tutt'altro che pusillanime,<br />
nel voler sostenere le proprie ragioni.<br />
Infine, per quanto riguarda tutte quelle persone<br />
che pacificamente sostengono l'ingiustizia<br />
di un sistema basato sulla ricchezza delle<br />
banche e delle multinazionali, come fare a<br />
definirli vili?<br />
Per concludere, caro amico, hai capito che<br />
definire Londra con un aggettivo è troppo<br />
riduttivo per la multiforme grandezza e la<br />
variegata complessità degli individui che la<br />
costituiscono?
10 eventi<br />
L’inchiostro mensile<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
L’Altalena delle meraviglie<br />
con i vantaggi della nostra<br />
punto vendita uomo<br />
Teatro delle Nevi<br />
s<br />
’è avuta, l’altra sera al Teatro Grotta<br />
Smeralda di Acicastello, ancora una<br />
prova della straordinaria vitalità<br />
artistica del gruppo teatrale Teatro delle<br />
Nevi che oltre a produrre in proprio spettacoli<br />
di riconosciuto valore nel panorama<br />
teatrale siciliano, procura di cercare ove<br />
presenti e di valorizzare le esperienze di<br />
compagnie d’attori e di artisti che meritano<br />
d’essere conosciuti da un pubblico più<br />
vasto. E’ il caso della “Nuova Compagnia<br />
del Teatro Instabile” di Bronte che, con la<br />
direzione Artistica di Francesca Ferro, ha<br />
portato sulla scena L’Altalena di Nino Martoglio<br />
nella versione divenuta ormai classica<br />
che il padre della regista, il grande e<br />
indimenticato attore catanese Turi Ferro, ha<br />
consegnato alla storia della drammaturgia.<br />
La storia di Neli e del suo contrastato<br />
amore per Aitina, di suo fratello Mariddu<br />
vile e carogna, e dei personaggi minori che<br />
minori poi non sono (Pitirru e Ninu, Don<br />
Ignazio, l’avventore, tanto per citarne alcuni)<br />
è la storia di un tempo - la fine del XIX<br />
secolo - e di una città, Catania. Come accade<br />
a tutti i capolavori, è in parte storia passata,<br />
inattuale e in parte eterna come eterno<br />
è il sentire dell’uomo, sempre uguale da<br />
quando è comparso sulla terra. Amore,<br />
odio, miseria morale, generosità d’animo<br />
indossano l’abito del tempo e del luogo ma<br />
sono sempre identici a se stessi a tutte le<br />
latitudini. L’Altalena è di questi sentimenti<br />
un geniale quanto chiaro affresco che testimonia<br />
di un mondo che è e che sarà. Non è<br />
facile rappresentare a Catania, nella su<br />
ACIREALE - Corso Sicilia, 47<br />
Matteo Licari<br />
patria, l’Altalena: a suo modo è un gesto di<br />
coraggio. Ci si rivolge ad un pubblico che<br />
non solo conosce la storia, ma che ne ha<br />
visto numerose versioni, alcune “superbe”;<br />
tra le più recenti quelle interpretate da<br />
autentici beniamini del pubblico catanese:<br />
Tuccio Musumeci, Pippo Patavina, Gilberto<br />
Idonea, Enrico Guarneri, e quelle classiche,<br />
fisse nella mente dei fortunati che le hanno<br />
viste, Carlo Mangiù e Turi Ferro. Ci si<br />
immette in un campo in cui si opera con lo<br />
svantaggio del sicuro confronto che, alla<br />
fine dello spettacolo, lo scrosciare continuo<br />
degli applausi ha reso lieto e vincente.<br />
L’edizione proposta dalla Compagnia<br />
Instabile ha diverse note di pregio che<br />
mette conto di riferire. La regia, innanzi<br />
tutto: sobria intelligente, efficace, mossa<br />
quanto basta e tesa ad esaltare tanto lo sforzo<br />
corale degli attori che le loro singole performances;<br />
il collettivo degli artisti impegnati,<br />
Domenico Maio, Teresa Portaro,<br />
Dario Daquino, Giuseppe Di Bella, Giuseppe<br />
Fallico, Valeria Maio, Giovanni Giudice<br />
e Rossella Spanò ha dato davvero l’impressione<br />
di vivere la storia e di divertirsi<br />
anch’esso nel rappresentarla. Ben curate le<br />
scene e accattivanti i costumi, una menzione<br />
a parte meritano le musiche curate dal<br />
gruppo “I scantati ra stilla” di cui fa parte<br />
anche lo stesso Dario Daquino. Una rappresentazione<br />
che, nello spirito delle<br />
nostre più antiche e nobili tradizioni, ha<br />
regalato allo spettatore il tempo quieto e<br />
allegro che s’aspettava di trascorrere. Missione<br />
compiuta.
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
Prima di arrivare al fatidico<br />
“sì lo voglio”, sono tanti gli<br />
impegni per una coppia:<br />
pensare alla cerimonia, al ricevimento,<br />
alle bomboniere e a tutta una<br />
serie infinita di piccole-grandi cose<br />
che spesso mettono in confusione i<br />
futuri sposi, soprattutto là dove si<br />
hanno poco tempo e poche idee.<br />
Niente paura! C’è la Fiera Sposa<br />
<strong>2012</strong> di Barbara Mirabella, in programma<br />
a Le Ciminiere di Catania<br />
dal 4 al 12 febbraio <strong>2012</strong>. Perché<br />
“Sposami!”? E’ il secondo evento<br />
di maggiore eco in Italia nel settore<br />
nuziale; richiama ogni anno<br />
oltre 25.000 visitatori in procinto<br />
di fare il grande passo ed è<br />
un’agenda ricca di appuntamenti<br />
imperdibili per tutti i futuri<br />
sposi”.<br />
Protagonista della rassegna sarà<br />
naturalmente la cerimonia nuziale<br />
in ogni suo aspetto e componente:<br />
wedding e flowers designers, stilisti<br />
e atelier ricercati, riviste<br />
all’avanguardia, tour operator,<br />
articoli di alta artigianalità, catering<br />
ed esclusive ville per ricevimenti,<br />
bomboniere; queste e tante<br />
altre idee, belle ed originali, saranno<br />
le protagoniste di questo importante<br />
tour dedicato al matrimonio<br />
L’inchiostro mensile<br />
Fiera della sposa <strong>2012</strong><br />
Le Ciminiere, 4/12 febbraio, Catania<br />
Il più grande “Wedding planner in fiera”. 200 aziende leader per un matrimonio perfetto<br />
che vuole dettare le più attuali<br />
regole del luxury wedding style,<br />
tra proposte, iniziative e speciali<br />
offerte ideate dagli espositori in<br />
esclusiva ai visitatori di “Sposa”.<br />
Poi c’è il capitolo “Eventi” e concorsi<br />
a premi, un utile momento<br />
di incontro fra le aziende e i futuri<br />
a cura della redazione<br />
sposi che hanno un’opportunità<br />
unica di vedere all’opera i migliori<br />
operatori del settore wedding.<br />
Per l’edizione <strong>2012</strong> sono previsti,<br />
corsi e approfondimenti con esperti<br />
di bon ton, galateo e cucina; laboratori<br />
di bellezza con i migliori<br />
make-up & hair stylist; incontri con<br />
contatti:<br />
347 2782555<br />
esperti e psicologi, per una consulenza<br />
su leggi e tematiche legate<br />
alla coppia e naturalmente le sfilate,<br />
il momento di spettacolo tra i<br />
più attesi, specialmente dalle<br />
donne!<br />
A proposito dei concorsi a premi,<br />
ecco che cosa ha pensato l’organiz-<br />
eventi<br />
11<br />
zatrice di “Sposa”:<br />
TI SPOSERÒ PERCHÉ, il gioco<br />
dedicato alle frasi d’amore, scelte<br />
per l’originalità ed il romanticismo.<br />
WEDDING PHOTO GAL-<br />
LERY – Portfolio da un matrimonio:<br />
una grande mostra in cui i<br />
maestri della fotografia siciliana<br />
interpretano un “SI”. INTERVI-<br />
STA DI COPPIA, un simpatico<br />
momento dedicato al ‘confronto’<br />
di coppia per scoprire se durerà<br />
‘tutta la vita’. WEDDING CAKE<br />
SHOW: l’insolita sfilata delle<br />
Wedding cakes, regine della<br />
festa. E poi c’è la novità assoluta<br />
dell’edizione <strong>2012</strong>, il 1° Wedding<br />
Design Awards, riservato alle<br />
aziende espositrici di “Sposa”,<br />
che premierà il design e la creatività<br />
degli stand, per ogni singola<br />
categoria. Contribuiranno a<br />
decretare i vincitori del 1° Wedding<br />
Design Awards, la “giuria<br />
popolare”, rappresentata da ogni<br />
visitatore che all’ingresso del<br />
Salone riceverà un apposito coupon<br />
per apporre il proprio voto.<br />
In palio fantastici premi messi in<br />
palio dalle Aziende di “Sposa”.<br />
Non resta, dunque, che scaricare<br />
l’invito omaggio andando sul sito:<br />
www.sposamiexpo.it"
12 opinioni<br />
nino Gulisano<br />
Il XXI secolo, rappresenta<br />
il secolo della “globalizzazione”<br />
economica.<br />
Una domanda è d’obbligo:<br />
ha più senso parlare<br />
della questione meridionale<br />
Italiana? La globalizzazione<br />
economica ha spostato il<br />
centro della produzione e<br />
dello sviluppo economico in<br />
oriente (Cina, India, Giappone)<br />
riportando il Mediterraneo<br />
al centro dei grandi<br />
flussi commerciali tra il Sud<br />
ed il Nord del Mondo.<br />
La ricollocazione della produzione<br />
nell’Est asiatico e la<br />
centralità che il Mediterraneo<br />
ha assunto nei flussi<br />
commerciali ha fatto emergere<br />
la questione dei Meridioni<br />
del sud del Mondo.<br />
Quindi è più corretto discutere<br />
della questione del<br />
meridione come del sud del<br />
Mondo e dei Mezzogiorni<br />
dell’Europa (Sud della Francia,<br />
Spagna, Grecia Cipro) e<br />
le aree del Mediterraneo(<br />
Magreb e Turchia). Proporre<br />
la questione meridionale<br />
con le categorie del passato<br />
o con la lettura che ne hanno<br />
dato, positiva per l’epoca,<br />
Salvemini, Rossi Doria e lo<br />
stesso Saraceno, non ha<br />
alcun senso. Parliamo di<br />
aria fritta. Nelle condizioni<br />
date una questione da porre<br />
con forza è che la questione<br />
Meridionale deve divenire<br />
questione politica del Mezzogiorno,<br />
superando le stesse<br />
connotazioni regionali,<br />
come una nuova “Magna<br />
Grecia” . Solo in quest’ottica,<br />
si può riportare il Mezzogiorno<br />
d’Italia e la Sicilia<br />
Giovanni D'Agata<br />
Allarme furti: lo<br />
Sportello dei<br />
Diritti allerta gli<br />
a u t o m o b i l i s t i<br />
contro il rischio di diventare<br />
bersaglio del'ultimo<br />
trend in fatto di furti, quello<br />
della benzina e del gasolio<br />
dai serbatoi di carburante.<br />
A rischio anche i convertitori<br />
catalitici delle marmitte<br />
rubati per il loro contenuto<br />
di metallo tra cu<br />
l’oro<br />
La crisi e gli aumenti del<br />
prezzo del carburante<br />
hanno reso particolarmente<br />
L’inchiostro mensile<br />
Note sulla questione meridionale<br />
I problemi aperti<br />
al centro di una nuova<br />
opportunità di sviluppo.<br />
Nel nuovo scenario dell’economia<br />
mondiale il<br />
Mezzogiorno e la Sicilia, in<br />
particolare, possono svolgere<br />
il ruolo di piattaforma di<br />
questi nuovi flussi siano essi<br />
commerciali, siano immateriali<br />
o informatici che attraversano<br />
il Mediterraneo. La<br />
primavera democratica dei<br />
paesi del Nord Africa (<br />
Magreb) è una nuova<br />
opportunità che va colta ed<br />
offerta all’Europa come elemento<br />
di sviluppo di tutto il<br />
sistema dell’economia continentale<br />
europea e italiana.<br />
La questione del meridione<br />
italiano non può essere<br />
posta in un’ottica solo italiana<br />
e in termini di rivendicazionismo<br />
o di richiesta di<br />
risorse straordinarie, ma va<br />
posta in un’ottica completamente<br />
nuova. Bisogna<br />
modificare la categoria del<br />
sistema italiano in una categoria<br />
della creazione della<br />
messa in rete dei meridioni<br />
europei che si faccia carico<br />
di dotare il Mezzogiorno<br />
d’Italia di tutte quelle infra-<br />
strutture materiali (dall’alta<br />
velocità interregionale e<br />
regionale, al corridoio Berlino<br />
- Palermo, all’utilizzo,<br />
non più procrastinabile, dell’aeroporto<br />
di Comiso) ad<br />
asset immateriali ( sviluppo<br />
dalle reti informatiche alla<br />
cablazione dei territori, ad<br />
investimenti per un centro<br />
di ricerca sulle nuove tecnologie<br />
della comunicazione e<br />
dei materiali, all’istituzione<br />
della Università delle lingue<br />
asiatiche e arabe di Ragusa,<br />
all’uso dei beni culturali e<br />
ambientali) che ne favori-<br />
scono l’attrattività degli<br />
investimenti e quindi la crescita<br />
economica e l’occupazione.<br />
La rete dei meridioni<br />
europei deve favorire un<br />
progetto euro mediterraneo<br />
capace di interfacciarsi unitariamente<br />
con i Paesi del<br />
Magreb e la stessa Turchia.<br />
Lo sviluppo del Mezzogiorno<br />
e la rete dei meridioni<br />
europei rappresentano l’elemento<br />
di opportunità che il<br />
sistema Italia ed Europa<br />
hanno per inserirsi in un<br />
sistema di sviluppo dell’economia<br />
mondiale rap-<br />
Allarme furti, ultimo trend<br />
quello del carburante e delle marmitte<br />
appetibili benzina e gasolio.<br />
Ignoti tagliano o strappano<br />
il tubo del serbatoio<br />
del carburante delle auto,<br />
creando non pochi danni,<br />
per rubare qualche goccio<br />
di benzina mentre i convertitori<br />
catalitici delle marmitte<br />
vengono sottratti per<br />
il loro contenuto di metallo<br />
tra cui l’oro. Per i cittadini<br />
questo fenomeno rappresenta<br />
un nuovo duro colpo<br />
per le loro tasche già in<br />
crisi. Lo denuncia Giovanni<br />
D’Agata, componente del<br />
Dipartimento Tematico<br />
Nazionale "Tutela del Consumatore"<br />
di Italia dei Valo-<br />
email: dittatrovatogiuseppe@hotmail.it<br />
www.dittatrovatogiuseppe.it<br />
ri e fondatore dello "Sportello<br />
dei Diritti", che parla<br />
di fenomeni che ormai si<br />
ripetono con frequenze preoccupanti<br />
nonostante l’impegno<br />
delle forze dell’ordi-<br />
ne. L’Italia detiene oggi il<br />
costo benzina/litro più<br />
caro d’Europa: 1,740 per<br />
litro in media mentre il<br />
gasolio è arrivato a 1,70<br />
euro con punte sino a 1,705<br />
euro a litro, con un’incipiente<br />
crisi internazionale<br />
in Medio Oriente – basti<br />
ricordare la minaccia iraniana<br />
per la chiusura alle<br />
petroliere dello strategico<br />
stretto di Hormuz - che<br />
potrebbe far schizzare i<br />
prezzi ancor più in alto,<br />
(secondo stime a 150 dollari<br />
al barile a fronte dei 100 di<br />
media nel corso del 2011)<br />
con conseguenze catastrofi-<br />
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<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
presentato dalla centralità<br />
della produzione mondiale<br />
dei Paesi dell’Oriente.<br />
Se le categorie di lettura<br />
della questione meridionale<br />
e del Mezzogiorno italiano<br />
si sono modificate anche la<br />
metodologia di analisi e<br />
delle possibili soluzioni va<br />
modificata.<br />
Discutere di Mezzogiorno e<br />
di questione meridionale<br />
significa confrontarsi con<br />
una realtà complessa che<br />
non appartiene all’Italia, ma<br />
all’Europa. Se le categorie<br />
del mercato capitalistico si<br />
sono trasformate da luogo<br />
di produzione e ridistribuzione<br />
di beni in luogo di servizi<br />
finanziari, anche la questione<br />
Meridionale non può<br />
essere letta solo con la categoria<br />
del mercato di produzione<br />
di beni, ma deve confrontarsi<br />
con un sistema di<br />
mercato di servizi finanziari<br />
globali e non controllabili<br />
con norme di carattere<br />
nazionale.<br />
La proposta di un Convegno<br />
nazionale sulla questione<br />
meridionale italiana del PSI<br />
deve confrontarsi con questa<br />
nuova chiave di lettura.<br />
Il socialismo ha una sua<br />
caratterizzazione cosmopolita<br />
e internazionale e quindi,<br />
capace di dare una lettura<br />
e anche una proposta<br />
della questione meridionale<br />
in un’ottica europea e non<br />
solamente nazionale.<br />
La proposta più logica è che<br />
il Convegno sulla questione<br />
meridionale italiana diventi<br />
questione dei meridioni dell’Europa<br />
per interfacciarsi<br />
con un progetto Euro mediterraneo. <br />
che per l’economie come la<br />
nostra che dipendono a<br />
livello energetico quasi<br />
totalmente dagli idrocarburi.<br />
Ora se in Italia non verranno<br />
introdotte misure atte a<br />
calmierare il prezzo dei carburanti<br />
la conseguenza sarà<br />
anche la concreta possibilità<br />
di aumenti dei furti di<br />
benzina e diesel. A meno<br />
che i prezzi dei carburanti<br />
non scendano drasticamente,<br />
nel <strong>2012</strong> troveremo più<br />
persone che svegliandosi<br />
troveranno i serbatoi vuoti<br />
e le loro automobili immobilizzate.<br />
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<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
L’inchiostro mensile<br />
Fiumefreddo<br />
Banche<br />
Sulla crisi economica e finanziaria della nostra epoca vogliamo dare uno spazio sul nostro giornale pubblicando<br />
una riflessione di Gianfranco Ragonese fondatore e primo presidente della Cassa Rurale San Marco di<br />
Calatabiano aperta al pubblico nel 1984 oggi si chiama Banca di Credito cooperativo San Marco di Calatabiano<br />
con nove sportelli operativi.<br />
Gianfranco Ragonese<br />
Lo psicoanalista Russel A. Lockhart ha<br />
detto; “ il denaro è la più potente forza di<br />
trasformazione, la più pratica e la più reale<br />
“. Lo si può trasformare in qualsiasi cosa,<br />
alla lettera il denaro simboleggia tutto.<br />
Parecchi secoli prima di Cristo, gli antichi<br />
greci, nel tempio di Giunone, già battevano<br />
moneta. La quasi totalità di uomini e donne<br />
non possiedono denaro ( capitali per<br />
meglio dire ) o non ne possiedono in misura<br />
sufficiente a soddisfare i propri bisogni o i<br />
propri sogni. Ma tutti quanti abbiamo sogni<br />
e desideri. Allora ? Ed ecco che il credito, in<br />
alternativa, simboleggia la speranza, l’opportunità<br />
di cambiare il destino di ognuno<br />
di noi. Avere accesso al credito significa<br />
poter orientare il proprio destino come si<br />
desidera. Il denaro prestato, pertanto,<br />
diventa importante se non estremamente<br />
essenziale ma…….<br />
questa possibilità di accesso al credito, al<br />
momento, è funzionale sotto il profilo etico,<br />
tecnico, di disponibilità, sociale anche ? A<br />
questo interrogativo può corrispondere<br />
Rita Patanè<br />
Morti bianche o omicidi bianchi, così da qualche<br />
anno a questa parte vengono definite le<br />
morti causate da incidenti sul lavoro, dove<br />
l'aggettivo “bianco” è usato per indicare l'assenza<br />
di un assassino, di una mano direttamente<br />
responsabile dell'omicidio. Ma è poi<br />
veramente così?<br />
Quello che segue è il risultato di una chiaccherata<br />
con una vittima in vita di un omicidio<br />
sul lavoro, il figlio di un operaio, Pippo Marchese,<br />
morto in seguito ad un assurdo incidente<br />
il 18 aprile 2011.<br />
Se la sente di parlare dell'incidente che ha<br />
spento ingiustamente la vita di suo padre?<br />
Non è mai facile parlare delle cose più intime<br />
perché c’è sempre il pudore che le copre e le<br />
protegge: è il segno della preziosità di queste.<br />
E tuttavia esistono eventi che quasi<br />
maieuticamente tirano fuori il verbo e richiamano<br />
la parola. Ecco, parlare di un genitore<br />
che muore forse può essere inscritto in questo<br />
ambiente mentale.<br />
Oggi dar voce a questo dolore cosa significa<br />
per lei?<br />
Quanto più la morte è repentina e violenta,<br />
ingiusta, provocata da terzi e da fattori<br />
innaturali, tanto più la parola richiama il suo<br />
diritto di esserci, di attivarsi, risarcire,<br />
allontanare le ombre del non detto e la tetra<br />
oscurità dell’insabbiamento e del complice<br />
silenzio.<br />
è corretto dire che il sentimento di atroce sofferenza<br />
si è trasformato oggi in desiderio di<br />
giustizia, anche se il tormento non troverà,<br />
certo, mai pace?<br />
Quando quella non lontana mattina di primavera<br />
il nostro parroco ci ha portato la notizia<br />
della morte di mio padre, le reazioni di disperazione<br />
iniziale hanno presto lasciato il posto<br />
alla incredulità che stordisce, all’intontimento,<br />
alla vana attesa del ritorno. La sua morte,<br />
le cui modalità non lasciano tregua al dolore,<br />
risulta ancor più un tranello di un destino<br />
beffardo. Ma chi mi conosce sa bene che non<br />
amo parlare di “destino” quando responsabilità<br />
ben precise, o meglio responsabili con un<br />
nome e un cognome, hanno determinato<br />
l’evento. Parlo di “beffa” poiché il nostro<br />
papà aveva consacrato la sua vita al lavoro:<br />
su noi pesa l’obbligo di testimoniare l’empito,<br />
il trasporto per la professione, che lo ha portato<br />
tante volte a condividerci, magari attorno<br />
alla tavola, le soddisfazioni dei lavori realizzati,<br />
le fatiche, e soprattutto le amarezze per<br />
certi atteggiamenti ingrati che l’hanno ferito.<br />
Tutto ciò fino alle lacrime. In questi mesi ho<br />
usato una immagine credo efficace per dare<br />
l’idea di questo tradimento: è come se uno dei<br />
un’unica corale risposta decisamente negativa.<br />
Una problematica più o meno costante<br />
nel tempo sulla quale ci sarebbe parecchio<br />
da dibattere ma esplosa inaspettatamente<br />
(?), almeno nella<br />
sua dimensione, a livello<br />
mondiale nella recente stagione<br />
2008/09. aggravandosi<br />
sempre di più fino<br />
ai nostri giorni. Ma per<br />
conoscere le cause che<br />
hanno determinato l’attuale<br />
crisi finanziaria<br />
mondiale, definita la<br />
più grave dopo quella<br />
del 1929, è necessario<br />
sapere; la legge bancaria<br />
del 1936 autorizzava le<br />
banche ad esercitare solamente<br />
la funzione del credito,<br />
per spiegarlo con semplici<br />
parole non potevano possedere<br />
partecipazioni aziendali e beni immobili<br />
né svolgere funzioni prettamente speculative.<br />
L’ultima legge bancaria del 1993, sov-<br />
vertendo la precedente, ha permesso alle<br />
banche di intraprendere attività finanziarie<br />
e speculative. Questi banchieri dell’era<br />
2000, figli di papà benestanti, con<br />
titoli di lauree (?) di prestigiose<br />
università, ingenui o incapaci<br />
alcuni, troppo furbi e spregiudicati<br />
altri, hanno<br />
dirottato la forza, il potere<br />
dei capitali non più a<br />
sostegno dell’industria,<br />
delle attività economiche<br />
piccole e medie che<br />
producono ricchezza<br />
diretta e indotta ma si<br />
sono gettati nelle speculazioni<br />
che socialmente<br />
non producono un bel<br />
niente. Sono stati tutti<br />
furbi, o si sono creduti tali,<br />
abili solamente a falsificare<br />
bilanci e ad imbrogliarsi uno con<br />
l’altro fino a far crollare rovinosamente<br />
questo truffaldino edificio, con le conseguenze<br />
che sono sotto gli occhi di tutti<br />
un uomo speciale: uno di noi<br />
due amanti proprio nel<br />
momento culminante<br />
dell’amplesso pugnalasse<br />
l’altro. Al Nostro<br />
è stato infilzato un coltello<br />
dal grande amato:<br />
il lavoro.<br />
Lei da voce a quanti<br />
sono stati colpiti da<br />
una tragedia sul lavoro<br />
perché legati alla vittima.<br />
Cosa si sente di<br />
dire in merito?<br />
Nostro padre è l’ennesima<br />
vittima sacrificata<br />
sull’altare della insicurezza,<br />
della superficialità,<br />
delle distrazioni e<br />
della incultura in cui<br />
viviamo. Se si ponesse per un attimo mente al<br />
valore della singola vita e del suo mondo<br />
relazionale che ne viene a soffrire sicuramente,<br />
si ordinerebbe il modus operandi, si guarderebbe<br />
ad una scala di valori in cui l’uomo<br />
occupa il vertice. Il lavoro è per l’uomo non al<br />
contrario. Sa qual è la mia rabbia? Il fatto che<br />
stiamo parlando di una società in cui ci si<br />
strapperebbero le vesti se solo si ammazzasse<br />
un gatto (com’è giusto!) ma si sorvola dall’alto<br />
su un sacrificio umano, senza neanche<br />
troppe manifestazioni di lutto. Non ci sono<br />
tricolori né silenzi, non messaggi ufficiali<br />
delle istituzioni, non si proclamano lutti cittadini,<br />
non si suonano silenzi per la vita di un<br />
operaio.<br />
“Destino” è un'inappropiata consolazione.<br />
Cosa cerca oggi, insieme a sua madre e suo<br />
fratello, oblìo o vendetta?<br />
Capisce perché parlare di “destino”, di “fatalità”,<br />
come troppi frettolosamente liquidano<br />
la questione, ci ferisce e ci sembra riduzionistico?<br />
Noi non abbiamo bisogno di soluzioni<br />
a buon mercato, né del contentino che sarebbe<br />
meglio dare ai cavalli… Vorremmo solo<br />
luce su questa morte perché essa diventi più<br />
accettabile, come dire…più digeribile – se<br />
mai potesse esserlo. Attualmente viviamo<br />
una improvvisa ed inspiegabile “uscita di<br />
scena” e capisce che due ragazzi di 25 e 18<br />
anni hanno urgenza di sapere perché il padre<br />
è uscito di casa integerrimo ed è tornato dopo<br />
cinque giorni in una fredda bara e perché<br />
devono farne a meno per tutta la vita.<br />
Nessuno pensa che dietro a quella morte c’è<br />
una famiglia distrutta, ci sono depressioni,<br />
lacrime, progetti sfumati, sacrifici apparentemente<br />
perduti, adolescenti disorientati,<br />
madri e mogli private del bene più prezioso<br />
senza un motivo. Mio padre non è solo la vittima<br />
numero 152 di quest’anno nefasto per le<br />
morti sul lavoro (checché ne possano far crede-<br />
re i media, che diffondono<br />
i dati esaltanti<br />
dell’Inail relativi al<br />
2010); mio padre, come<br />
ogni operaio, è storia,<br />
microstoria senza la<br />
quale oggi non sarebbe<br />
stato possibile vedere e<br />
usufruire di costruzioni,<br />
strade, ponti, scuole…<br />
Se dovesse scegliere un<br />
aggettivo per suo<br />
padre, quale sceglierebbe?<br />
A lui ho attribuito sempre<br />
l’aggettivo di<br />
“magnanimo”, nell’accezione<br />
dantesca. Di<br />
questa importanza e imprescindibilità della<br />
professione edile egli era sempre al corrente e<br />
con un pizzico di orgoglio ne ha sempre<br />
menato vanto. Non ha mai desiderato fare<br />
altro: era muratore, lo era nel nucleo più profondo<br />
della sua personalità, non ha mai guardato<br />
con invidia o sensi di inferiorità ad altri.<br />
Io mi sento di dire che è stato perfettamente<br />
aderente alla sua realtà ed in ciò ha trovato la<br />
gioia.<br />
Se dovesse parlare di un episodio un po' meno<br />
piacevole invece?<br />
Mi piace raccontare di un periodo di particolare<br />
sofferenza che lo ha devastato: a soli 23<br />
anni è stato vittima di un imbroglio relativamente<br />
all’acquisto della casa. Immaginate un<br />
po’ voi un giovane poco più che ventenne, un<br />
operaio appena convolato a nozze…<br />
Eppure è così… Dopo aver finito di pagare con<br />
i frutti del suo sudore e del suo sangue un<br />
modesto appartamento si è ritrovato circa<br />
vent’anni dopo in un’asta pubblica dove proprio<br />
la nostra casa era in vendita. Gli sono stati<br />
sottratti molti anni di serenità e molta salute per<br />
quest’occasione e, quanto più ora che la sua vita<br />
si è mostrata una parabola troppo breve, la rabbia<br />
aumenta per l’inganno di cui l’hanno reso<br />
oggetto e perché quegli anni avrebbero potuto<br />
esser sereni per lui; è la rabbia di chi ha perso il<br />
padre nel fiore dell’esistenza, di chi lo ha perso<br />
per cause umane, di chi non ha potuto dirgli un<br />
ultimo “grazie” per la gratuità con cui ha lottato<br />
a nostro favore.<br />
Suo padre prima che un gran lavoratore era<br />
un padre, un marito, un amico ed un uomo<br />
profondamente attaccato alla sua famiglia.<br />
E' corretto definirlo<br />
anche così?<br />
Si, mio padre oggi può a buon diritto essere<br />
additato come modello per quanti vogliono<br />
costruire una famiglia, non mi sento di peccare<br />
di presunzione o esibire virtù per una san-<br />
13<br />
con innumerevoli fallimenti e milioni di<br />
licenziamenti e disoccupati., in tutto il<br />
mondo. Questi signori rimarranno ancora<br />
ai loro posti, non saranno loro a pagare<br />
anche grazie ad una politica correa,<br />
miope ed ignorante. In tutto il mondo<br />
centinaia di milioni di persone pagano e<br />
pagheranno le conseguenze di questi<br />
misfatti. Non avremo mai giustizia di<br />
ciò che la società ha subito e non avremo<br />
nemmeno protezione per il futuro.<br />
L’unica soluzione è avere la volontà, la<br />
capacità e la determinazione di poterci<br />
emancipare, di diventare adulti consapevoli,<br />
protagonisti e artefici dei nostri<br />
destini, riappropriandoci delle leve del<br />
potere politico votando ponderatamente<br />
e non per ruffiane aspettative che si trasformano<br />
dopo in cocenti delusioni e<br />
principalmente appropriandoci delle leve<br />
della gestione dei capitali, in parole semplici<br />
fondando noi stessi banche locali.<br />
P.S. Gianfranco Ragonese in questi ultimi<br />
anni si è fatto promotore per la costituzione<br />
e fondazione di banche locali.<br />
tificazione post mortem, come dire canonizzato<br />
solo perché morto e violentemente: no!<br />
Niente di tutto ciò. Bisogna chiedere ai vicini<br />
e a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo per<br />
scoprire la reale dimensione dell’uomo, dell’amico,<br />
del padre. Mi piace raccontarvi un<br />
aneddoto che può sembrare banale: è stato<br />
costretto per diversi anni a lavorare distante<br />
da casa, in territorio di Cefalù e Termini Imerese<br />
e, come era ovvio, alla squadra di operai<br />
era stata predisposta una dimora sul luogo.<br />
Bene, mio padre ha scelto volontariamente di<br />
fare ritorno a casa ogni sera, non ha temuto di<br />
affrontare la fatica di un viaggio solitario in<br />
strade piuttosto insidiose peraltro, ogni giorno!,<br />
solo per darci la sua presenza di padre, il<br />
suo sostegno di marito. In tempi in cui la<br />
famiglia soffre lo sfilacciamento e la crisi di<br />
identità, quando i genitori si adoperano a cercare<br />
“parcheggi” per i bambini per non sentirsi<br />
soffocati dalle loro esigenze, non crediamo<br />
che questa presenza costante, forte, desiderata<br />
sia un esempio cui guardare? Un<br />
uomo che ha preferito l’ordinarietà di una<br />
pizza in casa alle notti brave a cui oggi tanti<br />
cinquantenni si danno, la semplicità di una<br />
passeggiata ai grandi viaggi, non vi sembra<br />
un modello in controtendenza? Io credo che<br />
abbiamo bisogno di tanta normalità ed essenzialità<br />
nelle nostre case per recuperare l’identità<br />
vera della famiglia. Lo diciamo da giovani<br />
orgogliosi di aver avuto una famiglia, anzi<br />
una Famiglia, che ci ha saputi introdurre<br />
nella grande famiglia umana. Mio padre ha<br />
seminato e la sua semina è stata fondamentalmente<br />
in una direzione: nella disponibilità<br />
totale agli altri, fossero stati la famiglia, la<br />
ditta (a cui ha dato 27 anni ininterrotti di<br />
fedeltà), il condominio in cui risiediamo, gli<br />
amici e i vicini di casa, gli sconosciuti che<br />
spesso facevano breccia nel suo cuore nobile.<br />
Si chiude qui questa chiaccherata insieme,<br />
ma spero che non finisca, insieme alla chiusura<br />
di questa intervista, l'attenzione ad un<br />
tema importante e purtroppo sempre più<br />
attuale qual'è quello delle morti bianche. In<br />
conclusione qual'è il grido di speranza che lei<br />
e la sua famiglia sentite di poter ancora lanciare<br />
nonostante una perdita ed una ferita<br />
che mai potrà<br />
avere risarcimento e rimarginazione?<br />
La nostra speranza è che la sensibilità comune<br />
rimanga desta rispetto a queste evitabili<br />
tragedie, che non si seppellisca assieme ad un<br />
corpo sfregiato la memoria di una storia<br />
interrotta prematuramente ed ingiustamente,<br />
la memoria di un fiumefreddese onesto che<br />
ha dato se stesso per la causa del lavoro a<br />
fronte di tanti che la mattina si alzano con<br />
l’unico intento di delinquere, anche nel<br />
nostro paese!
14 trecastagni - Pedara<br />
Rita Salemi<br />
Carmelo nicolosi<br />
PEDARA- Venti ragazzi, animati dalle più<br />
belle intenzioni per risolvere alcuni dei problemi<br />
della comunità in cui risiedono, hanno<br />
fatto il loro debutto di “politici” in erba<br />
nell’aula consiliare del Comune di Pedara.<br />
Tutti insieme formano il Consiglio comunale<br />
dei ragazzi, e fra di loro hanno scelto il<br />
baby sindaco, Enrica Distefano di seconda<br />
media, e i suoi collaboratori più stretti. La<br />
cerimonia di insediamento si è svolta alla<br />
presenza degli amministratori “anziani”: il<br />
sindaco Anthony Barbagallo, il presidente<br />
del Consiglio comunale Alfio Cristaudo, il<br />
vicesindaco Giuseppe Rizzo, l’assessore<br />
Domenico Scirè e i consiglieri comunali<br />
Antonio Fallica, Davide Russo, Leo Laudani<br />
e Mario Laudani. Presente anche il preside<br />
del Comprensivo di Pedara “S. Casella”,<br />
Fernando Razza, accompagnato da alcuni<br />
insegnanti e da diversi compagni degli studenti<br />
eletti.<br />
Questi i venti rappresentanti del popolo dei<br />
ragazzi. Enrica Distefano (baby sindaco),<br />
Emanuele Grande, Simone Longo, Rachele<br />
Torrisi, Lucia Porto, Giuseppe Artino, Serena<br />
Patti, Antonio Laudani, Nadia Manazer,<br />
Emanuele Riviera, Giusy Laudani, Sebastiano<br />
Pappalardo, Francesca Campanella, Sara<br />
Pandolfo, Virginia Brown, Damiano Russo,<br />
Giuseppe Cristaldi, Flavia Monaco e Viviana<br />
Condorelli.<br />
La difesa dell’ambiente e le strutture sportive<br />
fra gli argomenti più segnalati negli interventi<br />
dei ragazzi.<br />
L’inchiostro mensile<br />
<strong>Gennaio</strong> <strong>2012</strong> - anno VII n°55<br />
Ricercatori americani visitano lo zio Pippo Mirabella<br />
110 anni a Pedara<br />
PEDARA- Un gruppo di ricercatori americani<br />
ha fatto visita a Pedara al centenario<br />
Giuseppe Mirabella di 110 anni. Il gruppo<br />
di medici e genetisti, che sono arrivati in<br />
Italia, stanno girando l’Europa e il mondo,<br />
portando avanti una ricerca mondiale<br />
volta al fine di scoprire, tramite lo studio<br />
del Dna, il segreto della longevità e l’immunità<br />
alle principali malattie quali il cancro,<br />
l’infarto, il diabete, l’alzheimer etc. Gli<br />
studiosi sono guidati dal dr. George<br />
Church, medico di fama mondiale, che collabora<br />
con la Harvard Medical School del<br />
Massachusets, e che è uno dei maggiori<br />
genetisti degli Stati Uniti.<br />
Il gruppo di ricercatori americani, tra i quali<br />
il dr. James Clement, sta incontrando e visitando<br />
tramite le informazioni pubbliche trovate<br />
su internet, le persone che abbiano<br />
compiuto più di 106 anni. Lo scopo dell’incontro<br />
con il dr. Clement e il suo staff, è quello<br />
di poter prelevare dal paziente alcune<br />
gocce di sangue (come per il test della glicemia)<br />
o un campione di saliva o un campione<br />
di capelli per ricavarne il DNA.<br />
Grazie agli articoli pubblicati sulla stampa<br />
locale e nazionale, che hanno messo in evidenza<br />
le ottime condizioni di salute dello zio<br />
Pippo Mirabella, il dr. Clement ha contattato<br />
i familiari del sig. Mirabella e ha chiesto di<br />
poter organizzare la visita con l’arzillo centenario<br />
catanese, evidenziando che, essendoci<br />
in Italia solo due individui di sesso maschile<br />
con più di 110 anni, il contributo dello zio<br />
Pippo sarà fondamentale ai fini della ricerca<br />
sulle malattie genetiche.<br />
Davanti a tale richiesta lo zio Pippo e tutti i<br />
familiare e amici che lo assistono sono stati<br />
entusiasti di accogliere i medici americani<br />
consapevoli di poter dare un contributo,<br />
seppur piccolo, alla ricerca per migliorare le<br />
condizioni della salute umana.<br />
La visita è stata tra le più cordiali e il dr. Clement<br />
si è stupito per le ottime condizioni di<br />
salute e di lucidità della zio Pippo, che si è<br />
sottoposto volentieri al prelievo del sangue,<br />
nonostante fino a pochi giorni addietro si sia<br />
rifiutato pure di sottoporsi al vaccino antiinfluenzale.<br />
Numerose, sono state inoltre, le<br />
domande che ha posto il dr. Clement, per<br />
capire le abitudini di vita e il segreto del<br />
benessere dello zio Pippo, che si è fatto capire<br />
a gesti e non si sottratto alle foto, e tramite<br />
la nipote ha compilato un breve questionario<br />
medico.<br />
A far da cornice all’incontro con i ricercatori<br />
americani, c’erano la nipote Pina Mariani di<br />
85 anni, padre Raffaele Landolfo, l’analista<br />
dr. Alfio Zappalà, l’amico Alfio Trovato, e<br />
l’addetto stampa del comune di Pedara Alfio<br />
Nicolosi, che hanno offerto ai presenti le tipiche<br />
paste di mandorla e un buon caffè che lo<br />
stesso zio Pippo ha gustato insieme ai medici<br />
americani.<br />
Tra un anno i risultati dell’importante ricerca<br />
che ha avuto lo zio Pippo tra i protagonisti.<br />
Nuovo Baby sindaco e Consiglio dei ragazzi insediati<br />
Rinnovati i contratti dei lavorati precari<br />
del comune di trecastagni<br />
Carmelo nicolosi<br />
Buone notizie per i 28 lavoratori<br />
precari del Comune<br />
di Trecastagni, che da ormai<br />
da diversi anni lavorano<br />
nell’Ente senza un contratto<br />
definitivo. La Giunta ha<br />
dato il via alla delibera<br />
riguardante i precari in<br />
forza al Comune per la prosecuzione<br />
del contratto –<br />
come previsto da una circolare<br />
regionale - per altri cinque<br />
anni.<br />
«Quello appena approvato<br />
è un atto dovuto nei confronti<br />
di questi lavoratori.<br />
Ringrazio il presidente del<br />
Consiglio e i consiglieri che,<br />
con senso di responsabilità,<br />
hanno contribuito al raggiungimento<br />
di questo<br />
obiettivo – ha commentato<br />
soddisfatto il sindaco Pippo<br />
Messina - Sono altri piccoli<br />
passi - continua il sindaco<br />
Messina - che facciamo<br />
verso la fine di un precariato<br />
cronico all’interno del<br />
nostro comune. Abbiamo<br />
fatto il possibile per dare<br />
garanzie a questi lavoratori<br />
che con serietà operano<br />
all’interno del comune di<br />
Trecastagni già da molti<br />
anni. Purtroppo ci vorrà un<br />
percorso più lungo per la<br />
stabilizzazione che, al<br />
momento, non è possibile, e<br />
per la quale è necessario un<br />
intervento normativo della<br />
Regione siciliana che consenta<br />
la deroga alle restrizioni<br />
legislative che le<br />
recenti norme sul contenimento<br />
della spesa hanno<br />
imposto ai Comuni. Voglio<br />
comunque tranquillizzare i<br />
diretti interessati e le loro<br />
famiglie che non lascerò<br />
nulla di intentato. Questa<br />
prosecuzione ritengo sia<br />
importante; nel contempo,<br />
da qui a cinque anni speriamo<br />
in tempi migliori e in<br />
una auspicata stabilizzazione».<br />
«Il loro lavoro è indispensabile<br />
per l’erogazione<br />
dei servizi alla cittadinanza<br />
e per questo abbiamo<br />
dato il nostro contributo<br />
per la prosecuzione dei contratti<br />
dei lavoratori precari»,<br />
dice il presidente del Consiglio<br />
comunale Armando<br />
Sorbello.<br />
«Siamo felici. Questi cinque<br />
anni - dicono all’unisono i<br />
lavoratori - significano un<br />
futuro più sereno per noi e<br />
per le nostri famiglie».<br />
Attivato servizio<br />
di Mailing list Newsletter<br />
del comune di Pedara<br />
Carmelo nicolosi<br />
Nasce per i residenti della cittadina<br />
etnea, ma anche per i<br />
turisti e tutti coloro che sono<br />
interessati ad essere informati,<br />
un altro interessante mezzo di<br />
informazione che porta l’ente<br />
all’avanguardia con i tempi.<br />
Questo servizio, servirà per<br />
fare conoscere istantaneamente<br />
ai cittadini – che si dovranno<br />
registrare con un indirizzo<br />
mail - notizie relative alla città<br />
e alle attività comunali come:<br />
avvisi, ordinanze sindacali,<br />
comunicazioni, ma anche<br />
sponsorizzazioni di eventi,<br />
concerti, manifestazioni, fiere,<br />
convegni organizzati o patrocinati<br />
dal Comune di Pedara.<br />
La proposta è partita dal consigliere<br />
comunale Carmelo<br />
Mazzella, e dopo un lavoro<br />
svolto in collaborazione con<br />
l’amministrazione comunale<br />
retta dal sindaco Anthony<br />
Barbagallo, il sito del comune<br />
di Pedara ha attivato adesso il<br />
servizio di newsletter.<br />
Vendita di sansa esausta<br />
e nocciolino di sansa
Auguriamo ai nostri clienti e amici, e a chi continua ad onorarci<br />
di fiducia e simpatia uno straordinario e strepitoso <strong>2012</strong><br />
Non è più l’uomo che prende possesso dell’oggetto ma è la rivincita della materia sull’uomo<br />
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Un vecchio oggetto<br />
Dedicato alla curiosità che sorprende, al fascino<br />
delle cose straordinarie, alla passione di ciò che<br />
è unico e raro, a chi ama ricordare attraverso gli<br />
stimoli, a chi regala per la gioia di dare, a chi<br />
comprende oltre la semplice apparenza, a chi sa<br />
scegliere le buone occasioni, al sapere, alla musica,<br />
alla poesia, all’arte, ai voli pindarici, ai<br />
sogni futuri.<br />
Una vecchia radio dalle manopole mancanti, un lampadario con i vetrini colorati, un vaso da fiori incollato alla meglio, un libro sgualcito, una<br />
stampa sbiadita, una vecchia cartolina viaggiata sono parte del mondo delle cose che insieme a noi vivono la quotidianità della nostra esistenza.<br />
Come noi invecchiano talvolta bene, altre volte male. Come noi vanno in Paradiso o all’Inferno. In Paradiso in qualche vetrina di antiquariato<br />
o bancarella di rigattiere o all’Inferno in una pubblica discarica. Se un oggetto non viene seppellito nel cimitero dell’immondizia può rinascere<br />
a nuova vita. Certamente non alla vita utilitaristica d’un tempo ma ad una completamente nuova, esibendo le sue ferite e le sue mutilazioni con<br />
un aspetto talora anche commovente. Preso tra le mani da chi prima non aveva mai conosciuto a volte riesce a rievocare immagini di vita<br />
vissuta tante e tante volte e spesso con una segreta e forte emozionalità. L’oggetto preso in possesso non racconta più una sola storia dai precisi<br />
contorni ma tante e tante fiabe fantasiose. Allora non è più l’uomo che prende possesso dell’oggetto ma è la rivincita della materia sull’uomo.<br />
L’oggetto perde la sua intrinseca reale conformazione e fa fluttuare l’uomo in una, cento, mille rappresentazioni dove l’oggetto diviene l’eroe<br />
protagonista. Se gli oggetti usati, vecchi non possedessero questa magica e misteriosa potenza di nostalgiche rievocazioni, di emozioni, talora<br />
fino a un’estasi sublime, non si comprenderebbero affatto la voglia ed il piacere di rovistare tra i banchi dei mercatini dell’usato o nei negozi<br />
di rigattiere alla ricerca del caro e particolare oggetto.<br />
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