02.06.2013 Views

Coltivazione del colza - PABS

Coltivazione del colza - PABS

Coltivazione del colza - PABS

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Progetto realizzato nell’ambito <strong>del</strong>le azioni di ricerca <strong>del</strong> Piano Bieticolo Saccarifero (<strong>PABS</strong>)<br />

REALIZZATO DA CRA CIN DI OSIMO EDITO DA CIA SERVICE S.R.L.


______________________________________________________________ MORFOLOGIA<br />

Definizione: la Brassica napus L. subsp olearia appartiene alla famiglia <strong>del</strong>le Cruciferae; può<br />

presentare tipi:<br />

a. “biennali” o “autunnali”, quando la pianta fiorisce solo dopo il<br />

periodo invernale (induzione a fiore da parte <strong>del</strong>le basse<br />

temperature), con conseguente semina in autunno;<br />

b. “annuali” o “primaverili”, quando la pianta, non necessitando<br />

<strong>del</strong> periodo invernale per l’induzione a fiore, può essere<br />

seminata indifferentemente in autunno o in primavera.<br />

Apparato radicale: fittonante, sviluppato nei primi 35-40 cm. di<br />

profondità<br />

Fusto: eretto, più o meno ramificato, alto fino a 1,5 m.<br />

Foglie: di colore verde glauco (ricoperte di pruina), semplici e con disposizione alterna. Sulla stessa<br />

pianta sono presenti due tipi di foglie: quelle basali (picciolate, con lobo terminale molto grande) e<br />

quelle superiori (sessili, intere, oblunghe).<br />

Infiorescenza: terminale a grappolo; porta fino a 300 fiori.<br />

Fiore: presenta 4 sepali liberi, 4 petali liberi di colore giallo, 4+2 stami, ovario contenente fino a 20<br />

ovuli<br />

Fioritura: scalare, può durare fino a 35-40 giorni<br />

Fecondazione: prevalentemente autogama (circa 30% di fecondazione incrociata favorita dagli insetti<br />

e dal vento)<br />

Frutto: è una siliqua di forma allungata, terminante con un piccolo rostro; porta da 12 a 15 semi.<br />

Seme:<br />

• piccolo, sferico, con diametro di 2 mm circa e peso di 3,5-5,5 mg; il tegumento è di colore<br />

variabile da rosso-bruno fino a nero<br />

• contenuto: 30-50 % di olio avente varia composizione acidica; 21-24 % di proteine; 4-5 % di<br />

zuccheri; 7-11 % di fibra; fino a 1 % di tioglucosinolati


_____________________________________________________ ESIGENZE AMBIENTALI<br />

Il <strong>colza</strong>, avendo una “stasi vegetativa” intorno a 0 °C, si presta nel nostro territorio ad essere coltivata<br />

con ciclo autunno-primaverile. Si rileva infatti che la coltura può sopportare senza problemi<br />

abbassamenti di temperatura fino a meno 10-12 °C, purché in assenza di copertura nevosa e con<br />

pianta ben sviluppata.<br />

Il <strong>colza</strong> teme invece le alte temperature durante la fioritura (specie se accompagnate da siccità),<br />

poiché causano una riduzione <strong>del</strong>la percentuale di allegagione e/o una caduta <strong>del</strong>le silique appena<br />

formate; condizioni non infrequenti nelle Marche in caso di adozione <strong>del</strong> ciclo primaverile.<br />

Dal punto di vista geopedologico si adatta bene a varie tipologie di terreni, salvo quelli torbosi e<br />

sabbiosi (con scarsa capacità di ritenzione per l’acqua). Mostra altresì una buona tolleranza a livello<br />

di pH e salinità, mentre soffre i ristagni idrici.<br />

______________________________________________________ TECNICA COLTURALE<br />

Avvicendamento<br />

Occorre programmare una rotazione di medio-lungo periodo tra una coltura di <strong>colza</strong> e la successiva<br />

(intervallo di almeno 4 anni), allo scopo di evitare problemi di ordine agronomico e parassitario.<br />

Il <strong>colza</strong> non deve seguire, né precedere:<br />

• barbabietola da zucchero, in quanto condivide con essa il nematode Heterodera schachtii;<br />

• girasole e soia, con le quali condivide il parassita fungino Sclerotinia sclerotiorum<br />

Una buona precessione può essere quella con il frumento.


Preparazione <strong>del</strong> terreno<br />

La preparazione di un buon letto di semina è condizione indispensabile per ottenere nascite<br />

tempestive e uniformi <strong>del</strong> <strong>colza</strong>. A tal fine si<br />

consiglia di lavorare il terreno subito dopo la<br />

raccolta <strong>del</strong>la precedente coltura, evitando la<br />

creazione di una zollosità eccessiva, molto difficile<br />

poi da eliminare nel corso <strong>del</strong>l’estate.<br />

Di fondamentale importanza è la cura prestata alla<br />

sistemazione idraulico-agraria dei terreni. I ristagni<br />

di acqua favoriscono infatti gli attacchi fungini alle<br />

radici, riducendo la resistenza <strong>del</strong>la pianta specie alle basse temperature invernali, e nel contempo<br />

non consentendo alle radici stesse di espandersi e/o di penetrare maggiormente nel terreno saturo di<br />

acqua.<br />

Lavorazioni meccaniche<br />

Si consiglia di eseguire le seguenti lavorazioni meccaniche <strong>del</strong> terreno:<br />

a. trinciatura o asportazione <strong>del</strong>la paglia entro 2-3 giorni dalla raccolta <strong>del</strong> frumento<br />

b. aratura, con profondità media di 25/30 cm., da eseguire subito dopo, senza attendere l’eccessiva<br />

disidratazione <strong>del</strong> terreno. In alternativa, soprattutto con terreno secco, si può procedere<br />

mediante scarificatura, utilizzando lo specifico strumento ed un successivo passaggio in croce<br />

con l’estirpatore<br />

c. erpicatura a fine Agosto – primi di Settembre<br />

d. ulteriore erpicatura subito prima <strong>del</strong>la semina, in modo da affinare il terreno e renderlo così<br />

pronto ad accogliere i piccoli semi di <strong>colza</strong><br />

e. rullatura successiva alla semina, se le condizioni <strong>del</strong><br />

terreno lo consentono, al fine di favorire<br />

un’emergenza uniforme <strong>del</strong>le piantine<br />

f. sarchiatura da attuarsi alla crescita <strong>del</strong>la pianta, come<br />

valida alternativa al diserbo chimico, soprattutto<br />

nell’agricoltura biologica e qualora la semina sia<br />

avvenuta con distanze tra le file di almeno 45 cm.


Se adottato il sistema di lavorazione “minimum tillage”, si dovrà procedere, subito dopo<br />

l’asportazione <strong>del</strong>la paglia, con lavorazioni meccaniche leggere (profondità di 10-15 cm), utilizzando<br />

erpice a dischi, zappatrice, estirpatore. È questo un tipo di lavorazione non indicato per terreni<br />

contenenti meno <strong>del</strong> 20% di argille rigonfiabili.<br />

Sulla base <strong>del</strong>le prove eseguite è sconsigliata nel <strong>colza</strong> la semina su sodo, in quanto non consente la<br />

piena germinabilità <strong>del</strong> seme, e comunque richiede sia una preliminare pulizia <strong>del</strong> terreno dalle<br />

malerbe, sia successivi interventi di estirpatura ed erpicatura<br />

Semina<br />

Epoca semina: è estremamente importante in quanto si deve consentire alle piantine di raggiungere<br />

uno stadio di sviluppo tale (6-8 foglie e 7-8 mm di diametro al colletto <strong>del</strong>la radice, oppure 4 foglie e<br />

fittone lungo 7-8 cm) da sopportare senza problemi il sopraggiungere dei primi rigori invernali.<br />

Nelle Marche tale obiettivo si raggiunge qualora la semina venga effettuata tra la fine di Settembre e<br />

la prima metà di Ottobre<br />

Densità seme: occorre che alla raccolta si possa contare su 30-40 piante/m 2 , per cui si suggerisce di<br />

utilizzare 3-4 kg/ha di seme<br />

Sesto di impianto: la distanza tra le file ha scarsa o nulla influenza nella produzione <strong>del</strong> <strong>colza</strong>,<br />

essendo questa pianta dotata di una certa “plasticità”, che le permette di regolare il proprio<br />

accrescimento in funzione <strong>del</strong>lo spazio a disposizione.<br />

Tecnica di semina: questa avviene in genere a file continue, distanti tra loro 15-20 cm, utilizzando<br />

una seminatrice da grano, possibilmente con distribuzione pneumatica, oppure a 45 cm, con distanza<br />

interfilare di 2-2,5 cm., utilizzando una<br />

seminatrice di precisione (molto valida si è<br />

dimostrata quella per insalata).<br />

Profondità: seme va interrato a 1,5-2 cm (si può<br />

arrivare fino a 3 cm in condizione di terreno<br />

asciutto e non predisposto alla formazione di<br />

crosta), in modo da consentire emergenze<br />

precoci, rapide ed omogenee <strong>del</strong>le piantine di<br />

<strong>colza</strong>.


Scelta varietale: si possono trovare in commercio una molteplice tipologia di seme di <strong>colza</strong>,<br />

distinguibile in:<br />

a. varietà invernali (più indicate per il nostro territorio) e varietà primaverili;<br />

b. linee pure, associazioni varietali (di solito costituite da un miscuglio di sementi contenenti per<br />

80% una linea maschiosterile e per la restante porzione un’impollinante), veri e propri ibridi;<br />

c. a seconda <strong>del</strong>la composizione acidica <strong>del</strong>l’olio: varietà di tipo “0” (con assenza di acido erucico);<br />

varietà di tipo “00” (con assenza di acido euricico e basso contenuto di glucosinolati); varietà ad<br />

alto contenuto di acido erucico (superiore a 60%); varietà alto oleico.<br />

Le varietà disponibili derivano comunque da un lavoro di<br />

selezione e miglioramento genetico eseguito all’estero (in<br />

particolare Francia, Germania, Spagna), mentre sarebbe<br />

quanto mai importante individuare varietà maggiormente<br />

adatte all’ambiente di coltivazione marchigiano per<br />

conseguire risultati produttivi ottimali.<br />

In base ai risultati <strong>del</strong>le prove condotte nella nostra<br />

Regione nell’annata 2008-2009 si consiglia di seminare le<br />

varietà Alpaga, Pulsar, Excalibur, Hybristar, Hornet, Acrobate, Facile, Lioness, PR 46 W 14.<br />

Concimazione<br />

Il <strong>colza</strong>, pur essendo una coltura da rinnovo, necessita di un certo sostegno nutrizionale a base di:<br />

a. concimazione azotata: 150-200 kg/ha, da somministrare in 2-3 frazioni, di cui: 30-40 unità in<br />

prossimità <strong>del</strong>la semina; 30-50%, detratta la quantità già distribuita, tra Gennaio e i primi di<br />

Febbraio; restante 70-50% nella seconda metà di Marzo;<br />

b. concimazione fosfatica: 40-80 kg/ha in terreni poveri di fosforo assimilabile; 0 in quelli ben<br />

dotati;<br />

c. concimazione potassica: 40-60 kg/ha in caso di scarsa dotazione di potassio; 0 in terreni con<br />

dotazione medio-buona;<br />

d. concimazione solfatica: non oltre 75 kg/ha in caso di accertate carenze di zolfo.<br />

Da tenere presente che i concimi fosfo-potassici vanno interrati in concomitanza dei lavori<br />

preparatori, o complementari <strong>del</strong> terreno


Controllo <strong>del</strong>le infestanti<br />

Operazione indispensabile da eseguire nelle prime fasi <strong>del</strong> ciclo ed alla ripresa vegetativa, quando il<br />

<strong>colza</strong> si mostra più sensibile alla competizione con le erbe infestanti.<br />

Il diserbo può essere di tipo:<br />

• chimico: impiegando in pre-semina trifluralin (da interrare con l’ultima erpicatura preparatoria);<br />

in pre-emergenza (cioè alla comparsa <strong>del</strong>le prime piantine infestanti) metazachlor; in post-<br />

emergenza tardiva (cioè a fine inverno quando le temperature superano i 10°C) clopyralid o vari<br />

monocotiledonicidi quali: propaquizafop, fluazifop-p-butyle, ciclossidim, quizalofop-etile<br />

• meccanico: effettuata una sarchiatura, in aggiunta ad un intervento chimico in pre-emergenza<br />

Controllo dei parassiti<br />

La coltura <strong>del</strong> <strong>colza</strong> è sensibile agli attacchi parassitari, specialmente negli stadi di maggiore sviluppo<br />

<strong>del</strong>la pianta; non sempre però la loro azione è tale da giustificare un intervento fitosanitario, per cui<br />

si dovranno eseguire attenti rilievi sulla pianta, in modo da accertare tempestivamente l’arrivo <strong>del</strong><br />

parassita e seguirne la crescita di popolazione fino all’eventuale superamento <strong>del</strong>la soglia di<br />

intervento (quando cioè il danno economico procurato supera il costo di intervento). Solo in questa<br />

circostanza si procederà ad eseguire il trattamento antiparassitario utilizzando:


FITOFAGI Soglia di intervento Antiparassitario<br />

Altica<br />

(Psylliodes chrysocefala)<br />

Meligete<br />

(Meligethes aeneus)<br />

Punteruolo <strong>del</strong>l’apice<br />

(Ceuthorrynchus picitarsis)<br />

Punteruolo <strong>del</strong>le silique<br />

(Ceuthorrynchus assimilis)<br />

Afide ceroso<br />

(Brevicoryne brassicae)<br />

30% di piante erose (adulti)<br />

70% (larve)<br />

1/pianta in bottone;<br />

2-3/pianta con bottone aperto<br />

piretroidi: alphamethrin, <strong>del</strong>tamethrin, fenvalerate,<br />

cypermetryn<br />

esteri fosforici<br />

piretroidi<br />

alle prime comparse piretroidi (adulti);<br />

1 ogni 2 piante piretroidi (adulti);<br />

2 colonie/m 2 ai bordi<br />

Limacce (Deroceras spp.) presenza massiccia metaldeide, methiocarb<br />

CRITTOGAME<br />

Alternaria<br />

(Alternaria brassicae)<br />

Sclerotinia<br />

(Sclerotinia sclerotiorum)<br />

Cilindrosporiosi<br />

(Cilindrosporium concentricum)<br />

Ernia <strong>del</strong> cavolo<br />

(Plasmodiophora brassicae)<br />

Botritis<br />

(Botrytis cinerea)<br />

Soglia di intervento e/o<br />

condizioni predisponenti<br />

estensione notevole su foglie,<br />

inizio su silique<br />

precessioni colturali (girasole,<br />

pisello, soia)<br />

fortemente attaccate<br />

alle prime macchie su foglie<br />

contenuto idrico > 45% c.i.c<br />

tempo freddo e umido alla<br />

caduta dei petali<br />

piretroidi, clororganici, carbammati: pyrimicarb,<br />

endosulfan + thyomethon<br />

azotorganici<br />

Antiparassitario<br />

azotorganici triazoli (difeconazolo, tetraconazolo)<br />

azotorganici<br />

rotazioni lunghe (5 anni), sistemazioni idrauliche<br />

preferire varietà a taglia bassa resistenti<br />

all’allettamento


Raccolta<br />

Al fine di evitare un successivo intervento di essiccazione artificiale (necessario per facilitare l’estrazione e<br />

raffinazione <strong>del</strong>l’olio), con conseguente incremento dei costi, occorre raccogliere il <strong>colza</strong> quando l’umidità dei<br />

semi scende sotto il 15%; a questo stadio lo stelo si presenta ancora verde chiaro nella parte inferiore, mentre le<br />

silique e le ramificazioni superiori sono completamente secche, ed i semi hanno acquisito il tipico colore nero.<br />

Di norma il <strong>colza</strong> viene raccolto impiegando la mietitrebbiatrice da frumento, equipaggiata con una barra di<br />

taglio verticale, ed adottando i seguenti accorgimenti:<br />

• tenere l’aspo il più alto e arretrato possibile, in modo da non toccare le silique. Se ciò risulta<br />

impossibile, regolare la rotazione <strong>del</strong>l’aspo, affinché la sua velocità periferica sia uguale a quella di<br />

avanzamento <strong>del</strong>la macchina e tenere i denti rivolti in avanti;<br />

• ridurre la velocità di avanzamento <strong>del</strong>la macchina (circa 2/3 di quella usata nel frumento) e la velocità<br />

di rotazione <strong>del</strong> battitore;<br />

• tagliare gli steli il più in alto possibile, per limitare la massa vegetale “assorbita” dalla macchina ed<br />

alleggerire così il lavoro <strong>del</strong> battitore e dei crivelli<br />

(migliore pulitura dei semi);<br />

• scegliere e regolare bene i crivelli per evitare<br />

perdite di semi e allontanare il più possibile le<br />

impurità (crivello inferiore registrato ad<br />

un’apertura di ¼, o dotato di fori di 3-5 mm di<br />

diametro);<br />

• regolare la ventilazione in funzione <strong>del</strong>le condizioni<br />

di raccolta (in genere al minimo).<br />

Allo scopo di ridurre le perdite per sgranatura alla raccolta, in zone particolarmente ventose o soggette a<br />

temporali estivi e con fittezza <strong>del</strong>la coltura superiore a 40-50 piante/m 2 (distanza tra le file inferiore a 35 cm), è<br />

possibile effettuare la raccolta in 2 distinti momenti:<br />

1. un primo passaggio con falcia-andanatrice, quando le silique virano al giallo e i semi dei frutti più<br />

bassi mostrano un colore marrone scuro (umidità compresa tra 25 e 35%). Il taglio va eseguito ad<br />

un’altezza non inferiore a 50 cm. per favorire l’arieggiamento <strong>del</strong>l’andana e l’essiccamento <strong>del</strong>le<br />

silique<br />

2. dopo 1-2 settimane, quando l’umidità dei semi è scesa a 8-9%, si procede mediante mietitrebbiatrice,<br />

dotata di pick-up alla ripresa <strong>del</strong>l’andana.<br />

Le rese <strong>del</strong> <strong>colza</strong> nel territorio <strong>del</strong>la Regione Marche si aggirano intorno ai 30 q.li/ha.<br />

Il <strong>colza</strong> al momento <strong>del</strong>la vendita dovrebbe possedere: umidità inferiore a 9%; impurità inferiore a 5%;<br />

contenuto in olio maggiore di 38%; glucosinolati inferiori a 18 µmoli/g di farina disoleata.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!