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• Il PGT è arrivato a conclusione 

 

• Sirmione Servizi: 

qua l’acqua costa meno 

 

• L’unione dei Comuni 

per i servizi sociali 

 

• Il profumo del tartufo 

inebria il lago 

 

• Anno nuovo 

colline nuove 

 

 

 

 

 

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LA CRISI... BEN VENGA 

Facendo le pulizie di fine anno mi è capitato fra le mani uno scritto di 

Albert Einstein che già nel secolo scorso aveva individuato il sistema 

per sconfiggere la crisi e quindi voglio rendervi partecipi di come il 

famoso scienziato avesse già previsto il futuro. 

È mai possibile che ai nostri giorni ci propinino ancora modelli a 

cui dare fiducia quando il sistema ha prodotto tutto quello che, autolesionisticamente, 

andiamo vedendo, ascoltando e subendo sulla 

nostra pelle? Tutto per un’invidia incancrenita o, peggio ancora, per 

opportunità demenziale dove chi si pone non è in grado di dire con 

parole comprensibili a tutti i mortali che: 

1 - per crescere bisogna eliminare e ridurre il debito pubblico; 

2 - dare flessibilità in entrata e in uscita ai lavoratori; 

3 - ridurre le tasse alle imprese e ai cittadini e contrastare l’evasione 

e l’illegalità; 

4 - dimezzare i parlamentari, i loro incassi e gli sprechi pubblici; 

5 - dare il potere a chi lo merita; 

6 - rileggere attentamente quando scritto da Einstein qui a fianco, 

soprattutto le ultime righe e riflettere... 

E invece cosa abbiamo? 215 simboli di nuovi partiti. La cosa fa 

sorridere? Mica tanto... 

Max 

 

01 Editoriale 

03 Lettere al direttore 

04 Osservatorio: 

Anno nuovo, politica vecchia 

Ci siamo. Il P.G.T. è arrivato a conclusione 

Droghe: malefico pericolo sociale 

Addizzionale comunale IRPEF 

09 Turismo, il 2012 chiude in positivo 

10 Storia: La mitica Città di Benaco 

12 La vita di S. Angela nei libri 

di una grande scrittrice 

14 Cultura: Pietro Cantù il grande mosaicista 

16 Nuova opera poetica di Mario Arduino 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

20 Prima il nord, prima il Garda 

23 La capitale del Garda amica della bicicletta 

25 Le pagine di DESENZANO 

33 Le pagine di SIRMIONE 

39 Le pagine della VALTENESI 

51 Le pagine di SALÒ 

55 Le pagine dell’ALTO MANTOVANO 

66 Info comm. Sapori genuini 

della tradizione bresciana 

67 Rubrica. Dalla parte della tua salute 

68 Rubrica. Servizi utili per la casa 

70 Rubrica. Qui Area assicurazione 

71 Portobelloblu 

 

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Lettere al direttore 

 

Egregio direttore, 

Dal primo gennaio 2013 trova applicazione 

la nuova tassa sui rifiuti e sui servizi 

(definita con la sigla TARES), che 

dovrà essere corrisposta da tutti i soggetti 

che, a qualsiasi titolo, utilizzeranno un 

bene immobile (locale o area scoperta) 

a qualsiasi uso adibito e suscettibile di 

produrre rifiuti urbani. La nuova tassa è 

in sostituzione delle precedenti TARSU 

e TIA, rispettivamente: tassa rifiuti solidi 

urbani e tassa igiene ambientale, che non 

venivano applicate in contemporanea, 

bensì alternativamente, nel senso che i 

Comuni applicavano l’una o l’altra, a seconda 

che si fossero o meno adeguati al 

succedersi nel tempo della normativa ad 

esse inerenti. 

E’ già stato scritto che la nuova tassa sarà 

più onerosa per i contribuenti, rispetto alle 

due tasse precedenti, per la maggiorazione 

di 0,30 euro al metro quadrato, con la 

possibilità di elevazione sino a 0,40 con 

deliberazione consiliare, per assicurare 

un introito aggiuntivo destinato alla copertura 

“dei costi relativi ai servizi indivisibili” 

dei Comuni. La maggiorazione 

potrà essere graduata in ragione della tipologia 

dell’immobile e della zona ove è 

ubicato. Mentre, ai fini del calcolo della 

tassa si considera la superficie calpestabile 

già in precedenza dichiarata per la 

TARSU e la TIA e ciò “fino ad attuazione 

delle disposizioni sull’aggiornamento e 

allineamento dei dati catastali”. Il Comune 

con regolamento potrà prevedere 

(nota positiva) riduzioni tariffarie, nella 

misura massima del 30% per alcune fattispecie 

previste dalla legge istitutiva della 

TARES: a) abitazioni con un unico occupante, 

b) abitazioni tenute a disposizione 

per uso stagionale od altro uso limitato 

e discontinuo, c) abitazioni occupate da 

soggetti che risiedono o abbiano dimora, 

per più di sei mesi all’anno, all’estero, d) 

fabbricati rurali ad uso abitativo. 

Ora, però, come succede troppo spesso, 

a causa di norme legislative che vengono 

poste per la stessa materia in tempi diversi 

e senza coordinamento, va rilevato 

che l’applicazione della TARES creerà 

problemi di non facile soluzione, qualora 

non intervenga un chiarimento legislativo 

su aspetti controversi. 

Infatti, sulla base dell’articolo 34, comma 

23, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 

179 (così detto decreto sviluppo 2.0), 

come integrato dalla legge di conversione 

n. 221 del 2012, la “determinazione delle 

tariffe all’utenza” della nuova tassa viene 

attribuita (insieme ad altre funzioni di gestione) 

“unicamente” (questo è il termine 

usato dalla legge e, quindi, senza possibilità 

di deroga) agli “enti di governo degli 

ambiti o bacini territoriali ottimali e omogenei”. 

Senonchè, la norma richiamata 

risulta in netto contrasto con la disciplina 

istitutiva della TARES (articolo 14, comma 

23, del decreto-legge 201 del 2011, 

il così detto decreto salva Italia) secondo 

la quale la competenza a determinare le 

tariffe è attribuita al Consiglio comunale, 

che vi deve provvedere entro il termine 

fissato per l’approvazione del bilancio di 

previsione. Quindi, ci si trova in presenza 

di due norme che attribuiscono in tempi 

diversi ad organi diversi la competenza a 

determinare le tariffe. 

Successivamente, è pure intervenuta in 

materia la legge di stabilità per l’anno 

2013 (24 dicembre 2012, n. 228) con 

l’articolo unico, comma 387, ma per 

aspetti non inerenti alla determinazione 

delle tariffe, bensì relativamente al servizio 

di gestione del tributo, consentendone 

l’affidamento sino al 31 dicembre 

2013 ai soggetti gestori delle precedenti 

due tasse per l’anno 2012. 

Purtroppo, si tratta di un problema di rilevante 

portata, qualora si consideri che 

l’approvazione delle tariffe della TARES 

costituisce il passaggio essenziale per la 

sua applicazione e che l’adozione della 

deliberazione da parte di un organo (tra i 

due sopracitati) che fosse ritenuto incompetente 

potrebbe esporre a ricorsi proprio 

per incompetenza dell’organo deliberante 

(sia pure relativa e non assoluta poiché si 

è in presenza di organi che operano nello 

stesso ordine di poteri). 

Al tempo attuale (gennaio 2013), con 

il Parlamento sciolto, è improbabile un 

tempestivo intervento legislativo, a meno 

che l’ANCI (Associazione nazionale dei 

Comuni italiani) solleciti al Governo un 

intervento tramite decreto-legge, che può 

comunque essere convertito in legge, 

anche a Camere sciolte. In caso diverso, 

vale a dire rimanendo la normativa, almeno 

per ora, così come è stata posta, si 

potrebbe fare ricorso al principio secondo 

il quale: la legge successiva deroga alla 

legge precedente ossia abroga parzialmente 

il contenuto della legge più antica. 

In tal caso, la competenza a deliberare le 

tariffe TARSU sarebbe attribuita agli enti 

di governo degli ambiti o bacini territoriali 

ottimali, magari previa intesa con 

le amministrazioni comunali, in quanto 

il decreto-legge “sviluppo 2” dell’anno 

2012 è di data più recente del decretolegge 

“cresci Italia” del dicembre 2011. 

A queste acrobazie obbliga una legislazione 

farraginosa e per altro in materia 

delicata quale è quella tributaria. Tant’è 

che questa situazione ha già portato a rinviare 

il pagamento della prima rata della 

TARES da gennaio ad aprile 2013, con 

la possibilità per il Comune di deliberare 

una scadenza successiva. E nel caso 

in cui le tariffe non fossero determinate 

sarà possibile corrispondere acconti da 

calcolarsi sulla base dell’importo versato 

nell’anno precedente per TARSU o TIA. 

Ciò potrà di certo accadere poiché le 

tariffe per l’applicazione della TARES 

dovranno essere deliberate entro il termine 

per l’approvazione del bilancio di 

previsione, che, per l’anno 2013, è stato 

differito al 30 giugno 2013 dal comma 

381 dell’articolo unico della legge 

di stabilità sopra richiamata. Mentre, in 

via normale (o come si dice in termini 

tecnici, a regime), il versamento andrà 

effettuato in quattro rate trimestrali, con 

scadenza gennaio, aprile, luglio e ottobre 

e dal 2014 sarà possibile effettuare il versamento 

totale in un’unica soluzione con 

scadenza a giugno. 

In conclusione, il legislatore dovrà al più 

presto porre in modo organico la normativa 

sulla TARES per risolvere almeno i 

problemi di maggiore rilievo che sorgono 

in virtù di norme disseminate in modo 

scoordinato in più testi di legge e che, 

se irrisolti potranno dar vita a copioso 

contenzioso. Ed anche, sia pure in via subordinata, 

nel rispetto, troppe volte mancato, 

della guida alla redazione dei testi 

normativi, redatta il 2 maggio 2001 dalla 

Presidenza del Consiglio dei Ministri, secondo 

la quale le disposizioni legislative 

avrebbero dovuto uniformarsi a criteri di 

chiarezza, sinteticità, precisione e univocità, 

tanto per ricordare i più importanti! 

È fuori di dubbio che testi di legge rispettosi 

di detti criteri renderebbero molto 

più agevole e sicuro il compito degli 

operatori chiamati ad applicarli, in molti 

casi oggi pressoché impossibile, sarebbero 

fonte di un numero molto contenuto di 

ricorsi giurisdizionali e, pertanto, di maggiore 

tutela dei cittadini-contribuenti. 

Esterino Caleffi 


Ho salutato l’anno 

horribilis 2012 senza 

aver ascoltato il 

sermone quirinalizio, 

che, leggendolo 

dopo, ho trovato 

ripetitivo rispetto agli altri anni. Mi 

sarei aspettato che il Presidente si 

scusasse con i cittadini italiani per 

il “pacco regalo” che ha propinato 

loro tredici mesi prima, mettendo 

alla guida del Paese il prof. Monti: 

90 miliardi di debito pubblico 

in più, un milione di disoccupati in 

più, una valanga di tasse insopportabile 

per tutti. Tutti numeri sufficientemente 

eloquenti per chiedere 

scusa. 

Poi ha iniziato a parlare il professore, 

mostrando una sicumera nei 

suoi propositi che quasi quasi ci 

crede pure lui: ha esordito che le 

tasse sono troppe, nascondendo 

che altre sono in arrivo, ma, udite: 

dice anche di voler abbassare di un 

punto la pressione fiscale... se questo 

non è prendere per i fondelli gli 

italiani, cosa è? 

È vero, siamo in campagna elet- 

L’Osservatorio 

 

 

torale, ma c’è un limite anche alle 

promesse fatte da una persona che 

in 13 mesi non ha saputo fare altro 

che inventarsi nuove tasse. Successivamente 

alla radio invita i capi 

dei maggiori partiti a tagliare le ali 

alle frange estreme. Avete capito? Il 

professore non vuole essere né criticato 

né disturbato. Il personaggio 

non sopporta le critiche e ha la presunzione 

di essere il migliore, ma 

dopo aver criticato in modo poco 

elegante l’ex ministro Renato Brunetta 

ha proprio toccato il fondo. 

Mi ricordo un anno fa cosa scrivevano 

i giornali di lui: un uomo educato, 

sobrio che, finalmente, presenta 

bene il nostro Paese all’estero. Ormai 

è sotto gli occhi di tutti che per 

essere benvoluto in Europa bisogna 

essere proni davanti alla Cancelliera 

Merkel o al presidente Hollande, 

se invece un nostro politico risponde 

picche alle loro richieste allora 

diventa impresentabile e deriso dai 

capi di governo europei, imputato 

di non condividere le loro politiche 

di rigore a senso unico. 

Gli effetti di queste scellerate po- 

 

In questo periodo di feste ho fatto anch’io 

quello che hanno fatto in molti: 

sono andato in Piazza della Scala a 

Milano per vedere alcune mostre che 

stanno suscitando molto interesse. 

Uscito dalla Galleria sono stato favorevolmente 

colpito dalla quantità di 

gente che disciplinatamente formava 

le file per conquistarsi gli ingressi. Si 

erano formate file lunghissime che attraversavano 

addirittura tutta la Piazza. 

Mi sono immediatamente sentito felice, 

contento di essere in quel luogo ed 

assistere allo spettacolo promosso da 

persone che, così credo, in quel momento 

non avevano per la testa i frastuoni 

dei nostri politici che si inven- 

tano di notte quello che devono dire il 

giorno per tentare di dire qualcosa di 

nuovo, senza accorgersi che invece 

ripetono sempre le stesse cose che si 

perdono poi negli interessi più vaghi. 

Mi sono sentito felice al sapere che 

molta gente cerca ancora nei valori 

reali dell’arte, della cultura, il piacere 

di vivere, di vivere bene. 

Mi sono immediatamente accodato ad 

una delle lunghe file che attraversavano 

la Piazza e pazientemente ho aspettato 

il mio turno per entrare. Non mi è 

sembrato poi un percorso tanto difficile 

da sopportare. La “bella” gente che 

con me faceva la coda per entrare a vedere 

la bella scultura “Amore e Psiche” 

litiche scelte saranno ancora più 

pesanti nel corso del 2013. Non 

voglio essere l’uccello del malaugurio, 

ma purtroppo lo scenario 

nazionale non lascia spazio ai miracoli 

auspicati. Personalmente la 

luce in fondo al tunnel non la vedo, 

anche per il fatto che senza la diminuzione 

della pressione fiscale la 

nostra economia non ripartirà e noi 

tutti diventeremo più poveri. 

Mettetevi nei panni di un artigiano 

o di un commerciante che deve 

adempiere a tutte le misure fiscali 

che gli competono... se questi poveri 

tartassati vedono che le spese 

dello Stato non diminuiscono, a 

cominciare dal Quirinale, e sono 

costretti a chiudere le loro attività, 

possono essere contenti costoro che 

contribuiscono a mantenere questo 

Stato così com’è. 

Lo Stato cosa farà? Probabilmente 

dovrà fallire, mentre invece dovrebbe, 

attraverso i politici, far sì che ci 

siano meno entrate e meno spese. 

Bisogna invertire la rotta, perché il 

Re è nudo e assieme a lui tutti noi. 

Buon anno, cari lettori 

del Canova o per entrare a visitare le 

nuove Gallerie d’Italia mi faceva sentire 

in buona compagnia. Osservavo 

questa gente per la sua disciplina e per 

il parlare in modo educato. Mi piaceva 

perché immaginavo cosa potevano 

pensare in quel momento che stavano 

andando a vedere una grande opera, 

tutta italiana che, nel mondo, non ha 

eguali e una grande collezione dei nostri 

maggiori artisti. 

Non è la prima volta che mi capita di 

provare certe emozioni. Di servirmi 

della cultura per rigenerarmi. Di sentirmi 

contento di essere Italiano. 

P.G.R. 


L’iter Comunale di 

approvazione dell’importantestrumento 

urbanistico, 

che per i prossimi 

anni avrà il compito 

di regolamentare lo sviluppo 

insediativo della Città, è stato adottato 

in via definitiva dal Consiglio 

Comunale. Documento che ha avuto 

una lunga gestazione per l’apporto 

di due Amministrazioni fra loro 

in netta contrapposizione sul modo 

di intendere l’uso del territorio. La 

prima immaginando si potesse edificare 

in zone esterne al perimetro 

già edificato della Città, praticamente 

in zone agricole incontaminate, 

la seconda, al contrario, pensando 

di edificare solo all’interno 

del perimetro già compromesso, 

abolendo quindi ogni nuova area di 

espansione al di fuori di questo: si 

ritiene che all’interno della Città ci 

sia ancora una quantità sufficiente 

di aree edificabili adatte a soddisfare 

le esigenze abitative dei prossimi 

anni. Non pochi.. 

E qui, mi sembra, abbiano ragione. 

Da tempo scrivo che non è possibile 

vietare ad alcuno di venire ad 

abitare a Desenzano, se lo desidera. 

Ho sempre aggiunto, però, che per 

questo non è necessario ingrandire 

i contorni dell’edificato esistente, 

occupando aree che ancora appartengono 

al paesaggio incontaminato. 

L’attuale Amministrazione, in precedenza 

alla opposizione, aveva in 

occasione della allora approvazione 

del P.G.T. in Consiglio Comunale 

annunciato che qualora, dopo 

le elezioni, che si sarebbero tenute 


 

 

 

dopo poco tempo, fosse andata in 

maggioranza, avrebbe proceduto 

alla revoca di quelle aree edificabili 

di nuova espansione, non ritenute 

necessarie per lo sviluppo ordinato 

della Città. 

Le promesse fatte sono state mantenute. 

Sembra anche che sulla 

soluzione adottata di alleggerire il 

nuovo P.G.T. dalle eccessive aree 

di espansione siano d’accordo un 

po’ tutti. Infatti, anche le attuali 

minoranze in Consiglio Comunale 

hanno votato i provvedimenti di 

revoca come proposto dalla nuova 

maggioranza. 

Ottima decisione. 

Mi sembra questo, infatti, un segnale 

sulla volontà di collaborare alla 

definizione territoriale della Città, 

senza contrapposizioni preconcette. 

Dimostrando di aver capito che il 

bene di tutti passa attraverso quello 

dettato dal buon senso comune e 

non attraverso l’uso egoistico delle 

possibilità speculative dei più forti. 

La dimensione delle nuove aree 

edificabili messe a disposizione dal 

P.G.T. era indubbiamente il pro- 

blema che maggiormente poteva 

interessare coloro che seguono da 

vicino lo sviluppo della Città. Spero 

vivamente che questo spirito di 

collaborazione possa proseguire 

anche in altre occasioni. Non c’è 

più nessuno ormai che si possa appropriare 

in forma esclusiva di ciò 

che serve a migliorare la qualità 

della vita dei Desenzanesi e degli 

ospiti che ci vengono a trovare. 

A questo punto, con lo stesso spirito, 

concentriamoci sul modo di migliorare 

sempre la Città, di completarla 

al meglio in ogni suo servizio 

per creare, anche possibilmente, 

maggior lavoro per tutti. 

In occasione della approvazione 

comunale del P.G.T. sono rimasto 

colpito dal fatto che in Consiglio 

Comunale non ci fosse praticamente 

nessuno ad assistere ai lavori della 

importante seduta: cinque o sei 

persone in tutto. 

Peccato. Perché molti hanno perso 

l’occasione di assistere a quello che 

potrebbe essere un modo diverso di 

affrontare l’urbanistica a Desenzano: 

che risponda alla necessità reale 

di costruire prescindendo dal luogo 

dove questo potrebbe verificarsi. 

Forse l’urbanistica sta finalmente 

uscendo dalle stanze degli affari, 

dalle stanze dei bottoni si diceva 

una volta. Forse siamo sulla strada 

giusta per dedicarci a “tempo 

pieno” a migliorare la nostra Città 

in ogni sua parte, senza rincorrere 

coloro che costruiscono all’infuori 

della necessità di tutti. 

Speriamo solo che questo assenteismo 

non sia la disaffezione dei 

Cittadini allo svolgersi della trattazione 

della cosa pubblica. 


Si può dire che 

l’uomo ha sempre 

cercato “artificiali 

beatitudini”, indagando 

tra foglie e 

fiori che fossero in 

grado di soddisfare i suoi desideri. 

C’era pure da combattere il dolore, 

e la panacea (pianta medicinale delle 

Ombrellifere, dell’Asia orientale 

-Heracleum sphondylium) ricercata 

dagli alchimisti, stava in quello che 

la natura poteva offrire. 

Pure di recente, su queste pagine, 

abbiamo detto qualcosa delle 

preoccupazioni date dalla droga in 

generale sul nostro lago, regione 

con residenze variegate, una popolazione 

in continuo movimento 

mossa dal turismo di massa a carattere 

internazionale. 

Si diceva appunto che nei primi 

anni Venti del secolo scorso i giornali 

mettevano in risalto il carattere 

allarmante, anche se di nicchia, che 

assumeva l’uso delle droghe dette 

stupefacenti, con la cronaca quasi 

quotidiana che svelava tutta una organizzazione 

di mercanti e di utenti 

del venefico prodotto, di fronte alla 

quale ogni tentativo di repressione 

ed ogni forma risanatrice, si dimostravano 

assolutamente inadeguate. 

Veniva posto in evidenza che era 

un segno del tempo, droga: uno dei 

tanti prodotti fatali della buffa sentimentalità 

moderna, ondeggiante 

fra il volere e il non volere. 


 

 

 

 

 

 

Il commento era che il fiume della 

vita si era fatto turbolento e vorticoso 

in un’epoca di transizione, 

che non rispecchiava più “il placido 

riso delle stelle e lo sfavillare 

dei cieli vasti e luminosi: l’uomo 

ha paura dei vortici ed è stanco di 

questo errare affannoso e si aggrappa 

a le rive, tenta soste ristoratrici, 

si procura illusori asili, si ostina a 

sfuggire il necessario dolore e non 

sa più volere e non sa compiere 

nessuno sforzo verso la bellezza 

serena”. Così si diceva quasi cento 

anni fa. Ricordiamo che questo 

commento fu stampato su di un 

giornale del 1921 a firma del dottor 

N. Latronico, il quale ricordava che 

cento anni prima, intorno al 1830, 

in Francia era diffusissimo e libero 

l’uso di droghe che rispondevano 

allo stesso bisogno di creare sataniche 

gioie illusorie, alla stessa suggestione 

di usurpare quella felicità 

spirituale che la vita nega ai deboli 

ed a coloro che non sanno essere i 

dominatori della loro vita interiore. 

Nel 1921 ricorreva il centenario 

della nascita di Charles Baudelaire 

(1821-1867), definito allora “il 

tremendo poeta” che seppe fissare 

in pagine meravigliose il dramma 

spirituale dei suoi contemporanei, 

mangiatori di haschisch e ricercatori 

ossessionati dei paradisi artificiali. 

A seguire il dottor Latronico si ritorna 

alla memoria storica indican- 

te che intorno al 1840 sorse nell’albergo 

Pimodan di Parigi, il famoso 

“Club dei mangiatori di haschisch” 

che fu frequentato assiduamente dai 

maggiori artisti e letterati dell’epoca. 

Il poeta e romanziere Théophile 

Gautier (1811-1872), che partecipò 

a parecchie riunioni, descrisse 

l’ambiente e l’esperienza delle sue 

allucinazioni in un interessante articolo 

pubblicato sulla Revue des 

Deux Mondes: “Vi si mangiava 

l’haschisch o dawamesk, decorazione 

di cannabis indica”. 

A una di quelle riunioni partecipò 

pure Balzac. Gli fu presentato il 

dawamesk – il grande teorico della 

volontà lo esaminò con curiosità 

quasi infantile lo fiutò e poi lo restituì 

senza toccarlo. 

Nei “Paradisi artificiali” Baudelaire 

ha fissato, con una precisione 

di dettaglio davvero stupefacente 

in un artista che non fece alcuna 

esperienza personale della droga, 

tutte le ripercussioni fisiche e spirituali 

che l’uso dell’haschisch può 

determinare. “La droga – spiegava 

il dottor Latronico – non suscita 

impressioni nuove ma sviluppa 

enormemente le disposizioni particolari 

dell’individuo. È come una 

lente che ingrandisce senza limiti 

le sensazioni e le immagini. Tutto 

si accentua smisuratamente, tutto 

si deforma; la visione delle cose si 

irradia di scintillamenti innumerevoli”. 


Secondo l’autore dei “Fiori del 

male”, anche l’haschisch annienta 

la volontà ed avvolge le sue vittime 

in una tediosa noncuranza per 

la quale lo spirito diventa incapace 

del più lieve sforzo. 

A visitare vecchie carte si apprende 

che nel 1921 si denunciava che 

quello era il tempo della cocaina. I 

Italia fu il medico antropologo Paolo 

Mantegazza (1881-1910), autore 

della Fisiologia del piacere, che 

fece conoscere la coca come una 

foglia benefica che, in dosi moderate, 

determinava un eccitamento artificiale 

del sistema nervoso e dava 

un senso di sollievo e di resistenza 

agli organismi affaticati. Il popolare 

igienista “sensualista” - come lo 

definì il Papini – non pensava certo 

che la polvere estratta da quelle foglie, 

sarebbe stata dopo pochi anni 

un malefico veleno sociale. 

L’epidemia cocainica dei primi anni 

del secolo scorso ebbe le sue prime 

vittime a Parigi e precisamente a 

Montmartre, a “La butte”. In Italia 

serpeggiava già da tempo, specie 

nelle grandi città, dove fu subito 

una fonte di loschi guadagni per gli 

speculatori che mettevano all’opera 

spacciatori, e di intossicazione e 

di degerazione per tanta gente, soprattutti 

giovani. 

Spesso la vittima diventa irascibile, 

impulsiva, violenta. Denuncia 

disturbi della circolazione e del 

respiro, stati ansiosi, angosciosi. E 

allora il bisogno cresce, la “presina” 

si ripete, si ripete ancora, non 

basta togliere il tormento, non basta 

a dare l’ebrezza, la gioia. Da pochi 

centigrammi si sale fino a due, 

tre, dieci grammi al giorno. E così 

il cocainomane si dà affannosamente, 

disperatamente alla ricerca 

della polvere fatale e si abbandona 

nelle spire voraci degli spacciatori, 

spesso anch’essi vittime. Le conse- 


Nelle fotografie: 

In basso i poeti Charles Baudelair e Théophile Gautier 

A destra il medico antropologo Paolo Mantegazza 

guenze? La vittima abdica alla propria 

volontà. L’uomo cessa - ogni 

giorno un poco – di essere uomo. 

Perde l’appetito ed il sonno e l’intelligenza, 

la memoria, la volontà, 

i sentimenti decadono e si annulla 

lentamente. 

Cent’anni fa si diceva, sembrano 

parole profetiche: “Questa nuova 

epidemia è, dunque, un pericolo 

sociale da cui la società deve con 

ogni mezzo difendersi”. Già allora 

si diceva che la coscienza collettiva 

era priva di un centro ideale, 

di un contenuto profondo, scettica 

fino all’assurdo, egoista fino al patologico. 

Oggi cosa si potrebbe dire dopo 

quelle drammatiche avvisaglie? 

Si potrebbe dire che allora erano 

perlopiù persone della media e 

alta borghesia a cercare paradisi 

artificiali, la gente comune doveva 

sudare parecchio per procurarsi il 

pane quotidiano. Ma da quel primo 

fremito l’onda delle sostanze stupefacenti 

iniziò a gonfiare canali 

che sarebbero giunti a classi sociali 

a quei tempi impensabili. Il “proibito” 

riesce ad organizzare e ad 

amalgamare forze le più disparate: 

produzione, trasporto, rifornimento, 

spaccio, e il denaro che giunge 

ad affari “legali”, investimenti che 

non lasciano odori. La lotta, nonostante 

gli sforzi delle istituzioni, 

sembra si sia fatta impari, e non 

si parla più di grammi ma di quintali 

di sostanze stupefacenti, una 

pioggia che ormai sta scendendo 

su ogni strato sociale, visti i flussi 

internazionali che a reticolo passano 

e si fermano nel nostro Paese. A 

noi forse è rimasto soltanto il sentimento 

dell’accettazione poiché la 

globalizzazione e le correnti migratorie 

fatte salve quelle onestamente 

operose, stanno qui stravolgendo 

tradizioni, costumi, famiglie, spirito 

comunitario. 

A sperare nella pioggia dopo tanta 

siccità una volta con le rogazioni ci 

si rivolgeva al buon Dio. E oggi per 

tanta aridità che tocca tutti noi? 


Come è noto, ai sensi dell’art. 67, comma 

1, lettera m) del T.U.I.R., sono redditi 

diversi, se non appartengono ad altre 

categorie reddituali, “le indennità di 

trasferta, i rimborsi forfetari di spesa, i 

premi e i compensi erogati ai direttori 

artistici ed ai collaboratori tecnici per 

prestazioni di natura non professionale 

da parte di cori, bande musicali e filodrammatiche 

che perseguono finalità 

dilettantistiche, e quelli erogati nell’esercizio 

diretto di attività sportive 

dilettantistiche dal CONI, dalle Federazioni 

sportive nazionali, dall’Unione 

Nazionale per l’Incremento delle 

Razze Equine (UNIRE), dagli enti di 

promozione sportiva e da qualunque 

organismo, comunque denominato, 

che persegua finalità sportive dilettantistiche 

e che da essi sia riconosciuto. 

Tale disposizione si applica anche ai 

rapporti di collaborazione coordinata e 

continuativa di carattere amministrativo-gestionale 

di natura non professionale 

resi in favore di società e associazioni 

sportive dilettantistiche.”. 

Ai sensi del successivo art. 69, comma 

2, del T.U.I.R., le indennità, i rimborsi 

forfetari, i premi e i compensi di cui 

alla lettera m) del comma 1 dell’articolo 

67 non concorrono a formare il 

reddito per un importo non superiore 

complessivamente nel periodo di imposta 

a 7.500 euro. 

Infine, ai sensi dell’art. 25, comma 1, 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

della legge 13 maggio 1999, n. 133 e 

successive modificazioni ed integrazioni, 

sulla parte imponibile dei suddetti 

redditi (quindi sulla parte che 

eccede l’importo di euro 7.500,00 annui), 

le società e gli enti eroganti operano, 

con obbligo di rivalsa, una ritenuta 

IRPEF fissa del 23%, maggiorata 

delle addizionali di compartecipazione 

all’imposta sul reddito delle persone 

fisiche. 

L’aliquota di compartecipazione dell’addizionale 

regionale IRPEF, prima 

fissata pari allo 0,90%, è stata da ultimo 

elevata all’1,23% dall’art. 28 del 

D.L. 201/2011 con decorrenza dall’anno 

di imposta 2011. 

Invece, l’aliquota di compartecipazione 

dell’addizionale comunale non è mai 

stata stabilita perché i relativi decreti di 

attuazione non sono mai stati emanati. 

Pertanto, le società e le associazioni 

sportive dilettantistiche non avevano 

mai applicato la ritenuta a titolo di addizionale 

comunale all’IRPEF. 

Recentemente è intervenuta la Risoluzione 

n. 106 dell’11 dicembre 2012 

dell’Agenzia delle Entrate, la quale ha 

precisato che: 

1) la ritenuta fiscale a titolo di addizionale 

regionale deve essere calcolata 

con l’aliquota fissata dalla Regione di 

residenza del beneficiario dell’emolumento 

(e non più con l’aliquota base 

stabilita dalla legge); 

2) la ritenuta fiscale a titolo di addizionale 

comunale deve essere applicata anche 

in assenza dei relativi decreti di attuazione 

e deve essere calcolata con l’aliquota 

fissata dal Comune di residenza del beneficiario 

dell’emolumento. 

Tali nuove e diverse interpretazioni 

dovrebbero trovare applicazione con 

decorrenza dall’anno 2012: si pone 

quindi il problema di come effettuare i 

conguagli sui compensi corrisposti durante 

l’anno 2012 ma prima dell’11 dicembre 

2012, data di emanazione della 

Risoluzione n. 106. 

C’è comunque da considerare che il 

modello 770 semplificato, nel quale 

le società e le associazioni sportive 

dilettantistiche devono indicare i redditi 

diversi corrisposti ai collaboratori 

sportivi nell’anno di riferimento, ha 

sempre previsto solo la casella per le 

ritenute fiscali Irpef e per l’addizionale 

regionale, mai invece la casella 

per l’addizionale comunale. Inoltre, la 

prima bozza del modello 770/2013 per 

l’anno 2012 non è variata rispetto agli 

anni precedenti. 

Riteniamo che sarebbe quindi opportuno 

che l’Agenzia delle Entrate chiarisse 

le modalità ed i termini di effettuazione 

e versamento delle maggiori 

ritenute fiscali richieste, nonché che 

fosse modificato il modello 770/2013 

semplificato in modo da comprendere 

una casella per l’indicazione delle ritenute 

fiscali operate a titolo di addizionale 

comunale all’IRPEF. 

Per completezza di argomento ricordiamo 

che, ai sensi dell’art. 69, comma 

2, ultimo periodo del T.U.I.R., non 

concorrono in ogni caso a formare il 

reddito, qualunque sia l’importo, i rimborsi 

di spese documentate relativa al 

vitto, all’alloggio, al viaggio e al trasporto 

sostenute in occasione di prestazioni 

effettuate fuori dal territorio 

comunale. 


Tra tanti dati negativi che hanno segnato 

il 2012, anno di profonda crisi 

dei consumi, il turismo bresciano va 

invece controcorrente, e per fortuna. 

Bene le località turistiche montane 

che si sono affollate di sciatori nei 

giorni di fine anno. 

Chiude in positivo anche il lago di 

Garda dove Sirmione, Desenzano e 

Limone hanno retto bene ai colpi della 

recessione. 

La penisola cara al poeta Catullo, forte 

delle stazioni termali aperte tutto 

l’anno, di passeggiate piacevoli sul 

lungolago e del bel centro storico curato, 

oltre che di una posizione geografica 

unica, ha chiuso, secondo dati 

ancora provvisori, con un totale di 1 

milione e 155mila turisti (+6%, nel 

2011 furono 1,09milioni) di cui circa 

il 30% italiani e il 70% stranieri. 

A proposito di terme, è questo un settore 

a cui guarda con attenzione l’assessore 

provinciale al Turismo, Silvia 

Razzi: “Il nostro territorio ha tutte le 

potenzialità per puntare al settore termale, 

l’unico in grado di attirare turisti 

tutto l’anno, tra cui anche molti 

giovani, che vogliono trovare luoghi 

di relax per sfuggire allo stress della 

quotidianità”. 

Da Sirmione restano parecchio distanziate 

Limone e Desenzano, pur 

segnando un trend positivo di presenze. 

Nei primi nove mesi del 2012, 

rispetto all’anno precedente, Desenzano 

ha visto 666.300 (+1,85%) di 

presenze, mentre Limone ne ha re- 

gistrato 840.300 (+2,40%). Dati che 

indicano che il turismo sul Garda non 

soffre, come invece sta accadendo a 

molti altri settori. 

Vero è che sono le presenze straniere 

(i tedeschi restano i più affezionati al 

Benaco) a tenere più alta l’asticella, 

e che aumentano, rispetto agli anni 

precedenti, le presenze nelle strutture 

extra alberghiere, segno di una riduzione 

del budget di spesa. 

Per Desenzano c’è sempre un nodo 

che potrebbe riservare grandi sorprese: 

il termalismo. Ma per ora tutto 

tace. 

Salò si attesta su dati di pareggio. Il 

che, considerata la situazione generale, 

è comunque un segno positivo. 


Ma dove si troverebbe la mitica città 

di Benaco che si dice sprofondata nel 

lago in tempi assai remoti? Si può ricordare 

che in ogni tempo c’è stato 

chi ha spiato tra le fessure della storia 

cercando di far luce sull’affascinante 

argomento. In tanti si sono cimentati 

nella ricerca, nelle osservazioni intese 

a vedere sul fondo del lago i resti di 

una città di epoca preromana, etrusca 

o forse più antica. Indizi e ragioni che 

potessero accantonare la leggenda e 

procedere verso l’ipotesi vera dell’esistenza 

della Città di Benaco, che un 

tempo sarebbe sorta sulla riva del lago 

tra Maderno e Toscolano. In vari tempi 

sono stati esibiti, assieme a racconti 

fantastici, reperti archeologici: colonne, 

are, frammenti di mosaici, statue, 

metalli, utensili e altro materiale vario, 

quando ancora non era stata scoperta la 

villa romana coeva a quella di Desenzano. 

La villa si trovava proprio sulla 

riva del lago e, come quella di Desenzano 

e di altre simili costruzioni, anche a 

seguito di eventi tellurici, alluvioni, frane, 

incendi, rovinò su sé stessa e sotto 

le rovine finì pure la memoria della sua 

esistenza. Nel Cinquecento si narrò che 

erano visibili, in favorevoli condizioni 

di lago, grandiosi ruderi di una città 

sommersa. Sulla riva del lago e a poca 

profondità furono rinvenuti materiali 

lapidei ed ecco rafforzarsi l’idea della 

città sprofondata, mentre le ipotesi più 

accreditate parlano di materiale finito 

nel lago e appartenente alla predetta 

villa romana dei Noni-Arii. 

Infatti qui non mancano testimonianze 

di quell’epoca come quella murata su 

di una parete del campanile della chiesa 

dei SS. Pietro e Paolo, lapide dedicata 

dai benacensi a Marc’Aurelio, e un’architrave 

con la scritta: “Augustis Laribus”; 

sotto a quest’ultima si trovano 

due lapidi in onore di Settimio Severo e 

Claudio II detto il Gotico. Tra la chiesa 

ed il lago sorge il santuario della Ma- 

donna del Benaco, sul luogo dove nel 

I secolo a.C. era stato eretto un tempio 

per il culto di Giove Ammone, ricordato 

pure da Marin Sanuto nel suo Itinerario 

per la Terraferma veneziana nel 1483. 

Altre volte abbiamo qui affrontato questo 

tema chiedendo, in ultima ratio, 

perché non scendere sul fondo del lago 

nella zona in cui giacerebbero i fantomatici 

resti? Oggi l’opportuna tecnologia 

non manca, e ben sappiamo che 

30 anni or sono Jacques Piccard scese 

fino a 350 metri sul fondo del lago. Altri 

sommozzatori cercarono le fantasiose 

casse contenenti – si disse – carte e 

ori di Mussolini, per non parlare delle 

ricerche di storici navigli finiti nei fondali 

del lago. 

Forse per la Città di Benaco ancora 

si ama solo fantasticare. Non si vuole 

mandare in frantumi un mito, e piuttosto 

di cercar chiarezza ci si immerge 

nella mitologia, magari ci si interroga 

sull’origine del nome Benaco. Ed ecco 

l’ipotesi che nel IV-V secolo a.C., gli 

Etruschi fossero presenti su quasi tutto 

il nostro lago. Si sarebbe trattato di 

 

Veduta di Nago - Torbole dal M. Baldo 

In queste acque sarebbe sprofondata la mitica Città di Benaco? La moderna denominazione 

deriverebbe da “Terra di Naco” = Beni - Aco = Benaco. Foto di Renzo Bertasi 

dal volume AZZURRO GARDA - Euroteam Brescia 1989 - Testi di Tullio Ferro 

una tribù discesa da Aco, mitico capo 

di quella gente, il quale avrebbe organizzato 

la Città di Benaco, dalle voci 

etrusche Beni-Aco, con il significato di 

“figli di Aco”. C’è poi un’altra ipotesi: 

Benek deriverebbe dai Cenomani che 

così avrebbero chiamato il promontorio 

di Sirmione. 

Infine, la denominazione la si vorrebbe 

prepotentemente tedesca, col gotico 

Warda-Garda: itinerario fortificato, 

sito di guardia. Altri hanno tirato per il 

manto il dio Varuna, dal quale Warda e 

quindi Garda. Nel tempo poi sono state 

fatte altre ipotesi a dir poco fantasiose, 

come quella di uno studioso inglese secondo 

cui la cittadina di Garda avrebbe 

perso il nome di Gardesanna, figlia del 

re Agolante. La notizia la fornisce l’ingegnere-geografo 

francese dell’Armée 

d’Italie, Jean Jacques Germain Pelet 

(1777-1858), nel suo manoscritto-relazione 

“Monte Baldo 7/bre 1803”, scoperto 

di recente dai professori Mario 

Del Corso e Silvino Salgaro. 

E non è finita poiché si narra che su antiche 

carte, che noi non abbiamo visto, 


starebbe scritto che il nome Benaco sarebbe 

stato “cavato da Bona-Acqua, e 

ancor meglio da Bellaco”. 

Il poeta bresciano Cesare Arici con questi 

versi interpretò la leggenda: “Movendo 

/ A remi lenti ancor, se il guardo 

adima / Vede sommerse il pescator le 

moli / Laggiù divelte e i massi, e capovolte 

/ Giura veder le case e l’ardue 

torri / E i culmini sossopra e le ruine / 

De gli sparsi edifici”. 

Il famoso storico ed epigrafista tedesco 

Theodor Mommsen nei suoi studi di dialettologia, 

cronologia, epigrafia, che convergono 

nel “Corpus Inscriptionem Latinarum” 

e in “Inscriptiones urbis Brixiae 

et agri brixiani”, parla della lapide dei 

popoli wardagatenses, popoli chiamati 

generalmente “Gentes Benacenses” 

in questo territorio designato anche col 

nome di “Finibus Gardensibus”. 

Comunque i latini denominarono Benacus 

questo lago. Poi sorsero le dispute 

“politiche” tra Verona e lacustri, fatto 

evidenziato pure da Bongianni Grattarolo 

che scrisse: “questo nome (vale a 

dire Lago di Garda) è nome bastardo 

impostogli arbitrariamente da’ Veronesi, 

per usurparsi il dominio del lago”. 

Se la questione dipendesse dal nome 

– ebbe a scrivere uno storico del Settecento 

– sarebbe a noi favorevole (favorevole 

ai benacensi) mentre gli stessi 

moderni critici veronesi “trattano di 

favole la Città di Benaco, che un tem- 

Cippo funerario del Seviro Augustale Sesto Letilio Firmino 

(I-II secolo d.C.) - Museo Archeologico di Salò 

po si volle sommersa fin dal principio 

dell’Era Cristiana per un terremoto o 

diluvio ignoto a tutta l’antichità, egualmente 

che la città medesima, deriverebbe 

dalla moderna denominazione della 

Terra di Naco (vale a dire Nago) posta 

alle radici del Monte Peneo nel territorio 

indubitato di Sua Maestà (leggi 

imperatore d’Austria poiché si tratta 

– come scrive il poeta Nicolò d’Arco 

– dell’aprica Penede: monte Penede del 

Garda trentino. 

Allora si potrebbe dire che sul Garda di 

città sepolte ce ne sarebbero due: Benaco, 

presso Toscolano, e Naco presso 

l’attuale riva di Nago-Torbole. 

Il Carducci, infatti, nella sua ode a Sirmione 

scrive: “cantando una saga d’antiche 

cittadi sepolte”, vale a dire che 

più di una città sarebbe sprofondata nel 

lago di Garda. 

Durante la citata “Missione Piccard”, 

settembre 1981, non si è parlato di “cittadi 

sepolte”, invece sono state compiute 

ricerche con particolare riferimento 

allo studio dei sedimenti lacustri. Dal 

punto di vista palinologico sono state 

studiate complessivamente “carote” 

per un totale di 12 livelli. Le analisi 

polliniche eseguite su vari campioni 

hanno evidenziato che nel livello più 

profondo (sia della zona di Castello 

di Brenzone che di Peschiera), c’è una 

certa confusione. Associazioni forestali 

di ambienti climaticamente ben defi- 

 

Iscrizione latina su lapide rinvenuta a Toscolano e dai Benacensi dedicata 

a Cesare Marco Aurelio (tra il 268 e il 270) - da BENACENSIA 

a cura di G.B. Pighi - Verona 1966 

nibili, si trovano infatti mescolate con 

altre di clima ben diverso. E’ stato trovato 

il polline di mais insieme ad entità 

forestali fredde, corrispondenti ad un 

periodo di circa 12mila anni fa. Il mais, 

come si sa, fu importato in Italia dopo 

la scoperta dell’America, e precisamente 

nel XVI secolo, ed è certo che la 

prima regione italiana che ha introdotto 

e coltivato il mais è stata proprio il 

Veneto, grazie agli scambi commerciali 

che aveva la Serenissima. Altro aspetto 

messo in evidenza dalle analisi è stata 

la presenza di pollini di piante che sono 

scomparse durante l’Era Quaternaria a 

causa di un alternarsi di periodi freddi e 

di periodi più temperati, fenomeni ben 

più accentuati di quelli che si registrano 

oggi. 

Insomma, questo profondo archivio 

conserva ormai da parecchi millenni la 

storia naturalistica sviluppatasi intorno 

a queste rive, sulle colline e montagne 

che rinserrano questo bacino. 

Nel 1981 evidentemente la “Missione 

Piccard” aveva altri scopi, in primis 

conoscere lo stato di salute delle acque 

del lago di Garda. Quello di cercare 

“antiche cittadi sepolte” fu lasciato 

alla mitologia e alla poesia, magari ad 

esploratori di fondali dotati di moderne 

tecnologie in grado di scoprire e quindi 

di poter gridare: “Sul fondo del lago 

abbiamo trovato la mitica città di Benaco!”. 


Sant’Angela Merici, una donna 

straordinaria che ha saputo far rivivere 

umilmente, ma non senza una profonda 

preparazione, lo spirito evangelico 

primitivo rivolto alla carità e alle 

opere sociali. A contatto con lo spirito 

di Frate Francesco, ella si formò ad 

una spiritualità essenziale e robusta e 

a quella formazione ispirò poi tutto il 

suo cammino psicologico nelle opere 

di amore per il prossimo e tutta la sua 

presenza apostolica. 

Le sue esperienze sono fatte nel mondo 

e con una intuizione inspiegabile 

sul piano umano introduce un discorso 

innovatore, concepisce ed attua 

l’apostolato in una forma senza precedenti, 

rivoluzionaria e destinata 

ad affermarsi ovunque e nel tempo. 

Come annuncia il parroco Don Gianni 

Pasetto, la Santa desenzanese (1474- 

1540) sarà ricordata con una solenne 

celebrazione della Messa, sabato 26 

gennaio, alle ore 18.30, in Duomo. 

Concelebreranno i parroci di Desenzano 

e i sacerdoti che hanno prestato 

servizio nella Basilica di S. Maria 

Maddalena o cooperato negli anni 

passati. L’omelia sarà tenuta dal professor 

Ezio Bolis, docente di teologia 

presso il Seminario di Bergamo. 

Tra gli studiosi della vita e delle opere 

di Sant’Angela Merici, ricordiamo 

il premio Nobel per la letteratura nel 

1928, la norvegese Sigrid Undset 

(1882-1949). La grande scrittrice 

straniera nei suoi testi esprime tutta la 

sua ammirazione per la grande santa 

italiana. 

L’opera della Undset va vista anche 

alla luce degli avvenimenti del Quattro-Cinquecento 

quando operò Angela 

Merici, con la teologia in crisi 

perché diventa un ragionare capzioso, 

una disquisizione filosofica che aveva 

perso i contatti con la Bibbia e con 

i Padri della Chiesa. 

Nel capitolo iniziale dedicato a “La 

donna e la cultura”, la Undset affronta 

l’argomento su “giudizi affatto contrari 

si raccolgono su questo problema 

della letteratura del Medio Evo. 

La maggior parte degli storici si avvicinano 

a questa materia abbondante 

con un preconcetto, e trovano perciò 

facilmente negli scritti teologici di 

tanti nemici delle donne, del Medio 

Evo o del tempo più antico, una conferma 

della loro opinione. Là ci appare 

la donna come un essere inferiore, 

 


incostante, lasciva, contenziosa, anti-intellettuale”. 

Un pensiero, quello della Undset, che nonostante tanti 

passi in avanti, denuncia situazioni ancora precarie incontrate 

dalla donna nella vita di oggi con episodi giornalmente 

riscontrabili. La scrittrice norvegese fa tesoro 

degli insegnamenti di Angela e nei suoi scritti si riferisce 

pure ad episodi che la gente da sempre ricorda sul 

Garda, e che poi faranno parte dell’iconografia dedicata 

alla Santa. Quindi procede con il “Profilo storico” esaminando 

l’evolversi degli avvenimenti che avevano accompagnato 

la vita di Angela, “Fino a quando la bufera 

del Rinascimento e della Riforma fu passata, gli antichi 

ordini convocarono i loro veterani. Molti di essi vennero 

da quel tempo riformati dalle fondamenta. Accanto ad 

essi però erano necessarie forme più libere e ci sono nelle 

idee di Sant’Angela dei germi vitali che non vennero ancora 

sviluppati”. 

Questo in estrema sintesi il contributo del premio Nobel 

Sigrid Undset alla conoscenza internazionale di Sant’Angela 

Merici, la quale aveva fondato la Compagnia delle 

Orsoline e aveva lottato contro la degradazione della 

donna in un tempo estremamente difficile. 

Anche per questo contributo, che risale al 1931, si parlerà 

poi del discorso innovatore, rivoluzionario di Angela 

Merici, di un apostolato senza precedenti esercitato pure 

nella Città di Brescia dedita ad ogni opera di pietà e di 

carità, riuscendo ad impegnare la nobiltà in opere di apostolato 

religioso e di servizio sociale; e mettere a disposizione 

della Chiesa l’entusiasmo e l’amore di tante altre 

donne votate al soccorso diretto dell’umanità dolorante. 

In questi giorni i Desenzanesi ricordano la loro illustre 

concittadina, dal cui esempio potrebbero ulteriormente 

impegnarsi anche per affrontare e risolvere “situazioni di 

bisogno nascoste”, poiché c’è gente che non chiede ma 

che andrebbe aiutata con la dovuta discrezione insita nel 

vero dono, come appunto operava Sant’Angela, aspetto 

ben evidenziato nei suoi “Ricordi” e nella “Regola”. 

 

S. Angela Merici - Scultura di Peter Kostner 

Chiesa parrocchiale di S. Angela Merici in Desenzano d.G. 

Nella pagina a sinistra: 

Monumento a S. Angela Merici 

Opera di Sante Callegari (1782) P.za Malvezzi 


Sappiamo che qui ci sono personaggi 

ai quali non piacciono le nostre cronache, 

le nostre ricerche, e ci guardano 

dall’alto della loro sapienza, 

giudicandoci ricercatori disattenti 

che hanno l’ardire di invadere il loro 

campo. I veri storici, a loro giudizio, 

sono quelli che possono esibire un 

bel diploma alla parete. Soltanto loro, 

che hanno la patente, sono autorizzati 

a scrivere di storia e di scienza, 

raccolti in circoli esclusivi, dove non 

possono mettere piede dei dilettanti 

ché potrebbero inquinare l’ambiente. 

Se poi un cronista ha l’ardire di dar 

vita ad un testo – libro con tanto di 

copertina - gli tolgono il saluto, se 

questo l’avesse prima onorato. Essi 

scrivano pure i loro importanti libri e 

a noi ci sia lasciata almeno la libertà 

di essere dei modesti cronisti. A giudicarci 

saranno i lettori, soprattutto 

quelli senza titoli accademici, quelli 

che non danno la patente di cui sopra. 

Ciò detto ci chiediamo se con i nostri 

scritti abbiamo offeso qualcuno, se 

abbiamo confuso le idee ai nostri lettori 

male informandoli sulle vicende 

di questa regione. 

Chi ha mai dato un volto a tanti personaggi 

benacensi meritevoli di essere 

ricordati? Piaccia o meno in tal senso 

AREA BLU crediamo che qualcosa 

abbia fatto. 

Intanto, per continuare nel nostro disturbo, 

oggi ricordiamo un altro personaggio 

qui dimenticato, anche se 

scomparso da qualche anno. 

Parliamo di PIETRO CANTÙ (1916- 

2008) un poeta della materia, del segno, 

dell’energia vitale. Di lui ricordiamo 

il viso illuminato, roseo, occhi 

pungenti da bambino vivace, curioso, 

portamento elegante e giovanile (il 

tempo gli aveva girato intorno senza 

sfiorarlo). Non scopriamo nulla 

dicendo che si trattava di un artista 

tra i più apprezzati nel contesto internazionale, 

perchè lo hanno già detto 

in molti, perchè lo dicono le sue innumerevoli 

opere per grandi chiese, 

moschee, piazze, teatri, musei, collocate 

in tutti i continenti. 

Incontrammo Pietro Cantù al lavoro 

nel suo studio gardesano di Desenzano. 

Personalmente posso dire di averlo 

visto tracciare delle linee preparatorie 

per un mosaico. La sua figura 

si stagliava sullo spazio aereo della 

balconata al cospetto del lago. Un 

pulviscolo verde-pallido degli ulivi, 

 

scheggiato qua e là da sottili lamine 

di luce, filtrava la penisola di Sirmione 

che appariva leggera (si può dire?) 

come un’anima. 

Non osavo proferire parola tanto l’atmosfera 

di quel momento mi incuteva 

soggezione, rispetto per la “creazione” 

alla quale stavo assistendo. Guardai 

allora alle pareti dello studio. Che 

gradevole sorpresa! Gli ori, gli azzurri, 

i rosa, il verde-acqua, le mezzetinte: 

un concerto tonale che mi ricordava 

la musicalità visiva di antichi testi 

su pergamena. 

Poi il maestro mi salutò con una for- 


te stretta di mano, una mano abituata 

a decisioni immediate, sicure. Parlammo 

di musica, di cavalli, di città 

lontane come miraggi, di personalità 

esotiche, di donne-fiori, insomma di 

pagine di una vita, la sua, dai vasti 

orizzonti, dalle grandi superfici per 

i suoi affascinanti racconti-mosaico. 

Come su di una scena sospesa nello 

spazio, apparvero altri personaggi, artisti 

suoi amici con i quali ha collaborato, 

interpretato, inventato, tradotto: 

da Arturo Martini a Lucio Fontana ad 

Aligi Sassu. Preso in tanto esuberante 

spazio vitale, fui affascinato, confuso. 

Bastò, allora, che riguardassi il 

raffinato e prezioso gioco compositivo 

delle pietre musive perchè lo stordimento 

svanisse. Mi accostai, poi, ai 

piccoli dipinti, ai disegni, agli eleganti 

schizzi preparatori, agli “strappi”, 

alle sculture, che preannunciavano 

altre incantevoli favole per il tempo 

a venire. 

Durante successivi incontri, mi sorpresi 

a porre meditata attenzione ai 

suoi silenzi, ai gesti che le sue mani 

tracciavano nell’aria: forme, profili, 

ritmi. Ascoltavo i suoi estri taciuti, 

vedevo la sua capacità di rappresentarli 

nello spazio di un niente. Era 

questo il gioco di un artista che non 

ha mai innalzato vessilli di parole, 

bensì monumentali realizzazioni che 

si possono ammirare in giro per il 

mondo. Cantù era qui sulle rive del 

Garda forse per spiare grandi e luminosi 

spazi, profili che soltanto l’artista 

sa vedere, ai quali carpire segreti 

impulsi poetici, per forme-racconto 

da donare a tutti coloro che lo avevano 

compreso. 

Pietro Cantù collaborò con Arturo 

Martini per l’opera “Figliol Prodigo” 

m.1,50 x 1,30, – Lucio Fontana per la 

“Grande Medusa” in oro e bianco m. 

2 x 2,30, - Aligi Sassu per i pannelli 

figurativi “Concilio”, - Lino Saltini 

per “Girandola n.7” m.3,20 x 2. 

L’autorevole critico d’arte Luciano 

Budigna, dopo aver visitato lo studio 

milanese di Pietro Cantù, nell’aprile 

del 1973 ebbe a scrivere: “Uno spettacolo 

straordinario, davvero indimenti- 

cabile; una manifestazione dell’energia 

vitale allo stato puro nella quale 

bruciano senza scorie le componenti 

“civili” della ragione, della cultura, 

dell’esperienza, nella tensione di un 

moto vorticoso delle strutture e degli 

spazi (...). Cantù, per chi ancora non 

lo sapesse, è uno dei più prestigiosi 

mosaicisti del mondo”. Budigna concludeva: 

“È a queste precise, severe 

facoltà poetiche, assai più che alle pur 

spesso amabili suggestioni di eleganza 

e di preziosità insite nel suo modus 

In alto 

Cavallo - strappi su cartone 

Opera di Pietro Cantù 

(collezione privata) 

 

A lato 

Visione astratta. Opera di Pietro Cantù 

operandi, che si affida l’impegno artistico 

di Pietro Cantù: un impegno che 

ha, intera, la misura della sua vita, del 

suo destino”. 

Di Pietro Catù, friulano: milanese e 

desenzanese di adozione, ricordiamo 

alcune altre opere: Pannelli decorativi 

residenza Esterhazy (Zurigo) – Cupola 

e pannelli decorativi residenza Harilela 

(Hong Kong) – Ritratto Fatma 

Ginna (India) – Progettazione ed esecuzione 

del più grande lampadario del 

mondo, 5 tonn. - la decorazione della 

moschea di Amman e della moschea 

del Centro Islamico di Ginevra. 

A Desenzano di Pietro Cantù si trovano 

opere presso collezioni private, 

gelosamente custodite da amici di 

questo artista, che oggi riposa nel nostro 

cimitero, ricordato da una semplice 

lapide. 


Per le Edizioni Universum 

è appena uscito un agile volume 

dal titolo “I POETI 

D’UN TEMPO ED ALTRE 

POESIE” di Mario Arduino, 

un’opera in cui è manifestato 

uno stato d’animo di rara 

forza e bellezza. Leggiamo 

la lirica SUFFICIT: “Lamentavo 

un tempo / il mio oscuro 

destino / di scrittore e poeta. / 

L’andare degli anni mi ha poi 

insegnato / che stolto è cercare 

/ l’approvazione altrui: / 

sufficit ad abundatiam / il non 

piacere a sé stessi”. 

Il silenzioso e schivo poeta 

sirmionese di rarefatta introspezione, 

di vasta cultura e di 

profonda sensibilità, in quest’opera 

si pone a tu per tu con 

la vita. Egli ci porta a guardare 

in noi stessi, alle nostre esperienze 

per un’autocoscienza 

che può provocare sorpresa e 

stupore. 

Arduino nell’ultima lirica 

ci offre questa meditazione: 

“Per tanti anni / ho galleggiato 

/ come un sughero / nel 

lago agitato / dell’esistenza. / 

Adesso che l’acqua / appare 

tranquilla, / mi preparo senza 

timore / a nuove tempeste”. 

Spesso, leggendo certi poeti, 

ci si imbatte in versi ostici, 

surrealisti, caramboleschi 

difficili da comprendere. Con 

tutta la disponibilità di porsi 

in attenta ascoltazione, il pensiero 

rimane fermo come un 

orologio fermo. 

I versi del nostro amico ci portano 

a scoprire verità riflesse 

nell’intimo specchio di ognuno 

di noi, e ce lo dice sussurrandoci: 

“E quanto ci affligge 

/ ha peso maggiore / di una 

nube leggera”. 

Dopo la lettura andrebbe detto 

ben vengano questi doni poetici, 

perchè ci possono far vol- 

tar la pagina dove sta scritto di 

potente sicurezza esistenziale. 

Mario Arduino ci dice: “Sere- 

 

 

 

Sirmione. Foto “datata” durante un’intervista al poeta e 

scrittore Mario Arduino, autore del volume appena dato alle 

stampe “I POETI D’UN TEMPO ED ALTRE POESIE” 

namente vivo / e senza timore 

/ aspetto”. 


Un riconoscimento importante quello ricevuto dal 

presidente del Comitato Colline Moreniche, Emilio 

Crosato, il 27 dicembre al Vittoriale, nel Galà del 

Garda, dove sono stati consegnati gli Oscar 2012 a 

personaggi del mondo dello sport, cultura, giornalismo, 

associazionismo, imprenditoria che hanno operato 

per la valorizzazione e la promozione del territorio 

gardesano. 

“Un segno – rimarca Gabriele Lovisetto, segretario 

del comitato – che non solo ci gratifica, ma indica la 

nuova sensibilità nei confronti di chi opera per la tutela 

del territorio. Segno che quanto abbiamo fatto 

ha lasciato una traccia significativa, e se ieri la tutela 

dell’ambiente era un tema di pochi, oggi è invece un 

argomento dal quale non si può più prescindere”. 

 

 

Se ne sono andati l’una pochi giorni di distanza dall’altro: 

non ha retto al dolore, troppo grande dopo una 

vita vissuta insieme. E’ morta così, colta da un infarto 

il 20 dicembre, quattro giorni dopo la scomparsa 

del marito, Italia Vaniglio, moglie del pioniere di radio 

e tv Febo Conti. I due si erano sposati nel 1953 e 

dopo decenni di matrimonio e un temporaneo allontanamento 

erano tornati a vivere insieme nella casa di 

Desenzano del Garda. 

Un amore d’altri tempi, che ha saputo attraversare i 

momenti più difficili. Lei, cantante diventata famosa 

negli anni Quaranta con brani come “Ho un sassolino 

nella scarpa” e “Mamma voglio anch’io un fidanzato”, 

dopo le nozze si era ritirata a vita privata, 

dedicandosi alla famiglia e sostenendo i successi di 

Febo. 

Febo e Italia sono stati cremati insieme. Le ceneri 

verranno sparse nelle acque brasiliane, vicino alla località 

dove i due avevano casa. 

Anche Giulietta Masina, moriva cinque mesi dopo 

la scomparsa dell’inseparabile Federico Fellini, così 

come Sandra Mondaini, attrice e conduttrice televisiva, 

si spegneva, all’età di 79 anni, dopo la morte 

del compagno di vita e lavoro, Raimondo Vianello, 

stroncata dal dolore. 

 

 




“Il ruolo della Provincia è di coordinamento 

al fine di risolvere, in tempi 

brevi, le diverse problematiche, quelle 

relative allo sviluppo che gravano, 

in particolare in questo periodo di 

crisi, sui cittadini e sulle aziende che 

sono in sofferenza ormai da parecchio 

tempo”. 

Questo in sintesi quanto affermano 

Silvia Razzi, assessore al Turismo e 

alla Cultura della provincia di Brescia, 

e Fabio Venturi, assessore all’Ambiente 

Caccia-Pesca della provincia 

di Verona. Entrambi pongono 

gli accenti sui temi fondamentali per 

una crescita del Nord che per troppi 

anni è stato considerato motore trainante 

dell’economia senza il giusto 

riconoscimento di un’azione federalista, 

come invece avvenuto in nazioni 

come la Germania, la Svizzera etc. 

Quindi europeisti di una futura macroregione 

meritocratica e sussidiaria 

ad uno sviluppo possibile. 

Turismo- Cultura e Ambiente: due 

facce della stessa moneta che, se spese 

con l’oculatezza e la capacità dei 

due assessori, porteranno al successo 

la Regione del Garda. 

Il primo passo: le acque 

Dice Fabio Venturi: “Stiamo lavorando 

in sintonia con la provincia di Brescia 

per la gestione dei reflui e delle 

fognature. Oltre a Peschiera sono in 

programma ulteriori depuratori nell’area 

bresciana per dividere i flussi: 

si pensa ad un nuovo collettore che 

dovrà garantire un miglioramento 

della depurazione e dell’intero servizio. 

La qualità delle acque, per quanto 

riguarda l’aspetto balneabile, con 

i nuovi collettori darà grossi risulta- 

ti, in una situazione già buona, salvo 

alcune eccezioni, anche se si dovrà 

ragionare bene con la navigabilità e 

porci l’obiettivo di un’altissima qualità”. 

Il secondo passo riguarda l’enogastronomia 

e la cultura. Dice Silvia 

Razzi: ”Con le associazioni di categoria 

si sta lavorando per dare maggiore 

sviluppo ad un settore un po’ 

dimenticato. Settore che può far vivere 

il lago tutto l’anno, soprattutto se 


abbinato alla cultura. Stiamo infatti studiando con 

l’Arena di Verona progetti per coordinare le attività 

spettacolo - culturali che nessuno ha mai realizzato 

fino ad ora. Ci sono in atto scambi di notevole interesse, 

oltre al lago per la valorizzazione dei nostri 

siti archeologici, unicità e risorsa culturale che tutti 

ci invidiano e di cui non riusciamo a far tesoro mai 

abbastanza”. 

COSA PENSATE DELLE FONTI TERMALI. 

Venturi. E’ un settore che dà lavoro, che dà sviluppo 

economico. Il fatto che siano stati aperti nuovissmi 

impianti è un ottimo segnale che dobbiamo 

tenere nella dovuta considerazione. 

Razzi. E’ un settore fondamentale, un modello di 

vita-vacanza importante a cui stiamo guardando 

con attenzione, perchè rappresenta un momento di 

relax allo stress e quindi va sostenuto. 

E L’AEROPORTO DI MONTICHIARI? 

Venturi. Se facciamo sistema vinciamo, diversamente 

no. Quindi dobbiamo lavorare insieme. 

L’aeroporto del Garda è un sistema che deve funzionare, 

ma è il Governo che deve darci l’ok, darci 

la concessione. Se si pensa che per l’aeroporto 

di Verona transitano milioni di persone che in un 

modo o nell’altro sostano sul nostro territorio è 

segno che dev’essere un obiettivo da raggiungere. 

Chi ci vuole dividere sbaglia. 

E LA MACROREGIONE? 

Razzi. E’ giunto il momento di creare una macroregione, 

è questo un obiettivo al quale dobbiamo 

guardare, senza campanilismi. Per risollevarci dalla 

crisi - le aziende che hanno chiuso devono farci 

riflettere – serve il lavoro. Ma bisogna fare in modo 

che tutte le categorie – artigiani, operatori turistici, 

professionisti - credano ad un progetto comune, 

che dimentichino le diversità, le divisioni. 

Venturi. L’obiettivo della macroregione è una bellissima 

idea ma non credo che potremo realizzarla, 

se non riusciamo a fare sintesi. Se invece riuscissimo 

a fare sistema, avere le risorse, allora si possono 

aprire nuove opportunità di sviluppo. E’ questa 

la nostra preoccupazione: cercare di unire le forze, 

fare squadra per superare le divisioni. 

COSA RAPPRESENTA IL SINDACO FLAVIO 

TOSI PER LA POLITICA? 

Razzi. Il rilancio di una politica nuova. Tosi è la 

figura politica nuova, rappresenta il cambiamento. 

Venturi. La lista Tosi per il Garda rappresenta il 

nuovo. Significa unire le parti buone, le persone 

brave, e ce ne sono tante, che operano sul territorio 

per un obiettivo comune. Il che significa unire tutte 

le categorie per un comune obiettivo. E’ questo la 

sfida per il 2013, per il territorio gardesano. 



Una lunga stretta di mano ha dato il via ufficiale alla 

Granfondo Internazionale Colnago – Città di Desenzano 

del Garda, che ha visto protagonisti il cavalier Ernesto 

Colnago e le istituzioni della cittadina gardesana, rappresentate 

dal sindaco Rosa Leso, dall’Assessore al Bilancio 

ed al Turismo Valentino Righetti e dall’Assessore alla 

Cultura Antonella Soccini, nell’incontro del 23 dicembre 

a palazzo Todeschini che annunciava la corsa ciclistica 

del 23 settembre prossimo. 

La stretta di mano è il segno tangibile della nascita di un 

rapporto speciale tra il marchio che ha fatto la storia del 

ciclismo moderno e una cittadina che punta a far conoscere 

le proprie eccellenze al di fuori dei confini nazionali, 

grazie anche alla spinta che Colnago può dare. 

“Siamo orgogliosi e felici di questo connubio - le parole 

del sindaco Rosa Leso - che siamo certi consentirà alla 

manifestazione di fare un ulteriore salto di qualità. La 

Granfondo Colnago è una grande occasione per Desenzano 

di farsi conoscere in tutto il mondo, e siamo certi che la 

città come sempre si dimostrerà pronta ad accogliere tutti 

coloro che ne prenderanno parte”. 

“Desenzano del Garda è più che mai città amica della 

bicicletta”, ricorda l’assessore Valentino Righetti, che non 

manca non di sottolineare il grande lavoro svolto dall’organizzazione 

in tutti questi anni. Una città amica della bicicletta, 

ma che attraverso le due ruote può farsi conoscere 

più nel profondo: “Lo sport è aggregazione, è attività 

fisica, ma è anche e soprattutto cultura, ed questo evento 

può diventare davvero il mezzo ideale per far conoscere 

a tutto il mondo tutto quello che Desenzano sa offrire”, 

queste le parole dell’assessore Antonella Soccini. 

Quale miglior augurio per dare il via ufficiale alla granfondo 

se non le parole del Cavalier Ernesto Colnago? 

“Ormai sono quasi un desenzanese, visto che frequento 

questa città ed il Garda da oltre trent’anni. Ho viaggiato 

tanto, portando in tutto mondo, da Miami fino a Tokyo, 

il marchio Colnago, ma poter collaborare con Desenzano 

nell’intento di fare crescere ancora di più questa manifestazione, 

per me è ancora di più un motivo di orgoglio.”. 


Sante Bonomo è il nuovo 

presidente dell’Ente Vini 

Bresciani, storica istituzione 

del panorama vitivinicolo 

provinciale: l’attuale leader 

del Consorzio Valtènesi 

succede a Cesare Materossi 

e guiderà l’organismo per il 

prossimo triennio. Rinnovate 

anche le altre cariche del consiglio di amministrazione: 

il ruolo di vicepresidenti è stato assunto da 

Maria Grazia Marinelli, in rappresentanza del Consorzio 

Montenetto, e da Michelangelo Scarpari per 

il Consorzio Botticino. I nuovi consiglieri sono Paolo 

Pasini (Consorzio Valtènesi - Garda Classico), 

Giovanni Avanzi (Provveditoria vini Novelli Bresciani), 

Mario Chiappini (Consorzio Valcamonica), 

Elisabetta Bontempi (Consorzio Cellatica), Luca 

Formentini (San Martino della Battaglia) e Marisa 

Mauri in rappresentanza della Camera di Commercio 

di Brescia. Il presidente uscente Materossi assume 

la carica di revisore dei conti insieme a Claudio 

Franzoni e Mario Danesi. 

Il neopresidente ha indicato nel consolidamento della 

vitivinicoltura bresciana attraverso il rilancio delle 

diverse Denominazioni d’Origine l’obbiettivo 

prioritario del suo mandato. 

 

 

Milleseicento sono stati gli interventi del Vigili del 

fuoco di Salò e Desenzano nel 2012. 

Un lavoro sul territorio che va dagli incendi agli incidenti 

stradali, dagli eventi calamitosi ai soccorsi 

alla persona. Per interventi nelle acque hanno avuto 

l’aiuto della Guardia Costiera e delle altre forze istituzionali 

delegate alla protezione e alla sicurezza. 

L’attività dei Vigili del fuoco di Salò copre un’area 

che comprende 30 comuni, che va da Limone a Padenghe, 

da Bagolino a Nuvolera. 

La sede di Rivoltella invece ha competenza sul territorio 

che include Desenzano, Lonato, Sirmione, Padenghe 

e Pozzolengo. 


UN PRESEPE CHE SI RINNOVA OGNI 

ANNO QUELLO ALL’ISTITUTO DEI PA- 

DRI ROGAZIONISTI DI DESENZANO 

DEL GARDA. DISSEMINATO SU 3.500 MQ, 

RAPPRESENTA UNA RARITÀ DI SUGGE- 

STIONI, DI RICOSTRUZIONI SCENICHE 

DELLA NATIVITÀ. 

REALIZZATO SOTTO LA GUIDA CREA- 

TIVA DI BEPPE ROSSI, DAGLI “AMICI 

DEL PRESEPE” E GLI AMICI EX AL- 

LIEVI DELLA SCUOLA, HA RISCOSSO 

COME SEMPRE UN GRANDE SUCCES- 

SO, OLTRE 5.000 I VISITATORI. 


’agire urbanistico è uno dei compiti più 

impegnativi di una comunità, perché si 

deve svolgere nel rispetto dei diritti privati 

e nella ricerca del bene comune; nel 

comprendere le esigenze della società e 

nel cercare di tradurle nella costruzione 

della città dell’uomo. 

Dare a un Piano di Governo del Territorio una “possibilità” 

significa ragionare sullo scenario dello spazio fisico 

e sulle conseguenze, ambientali, sociali ed economiche 

delle scelte che si fanno. 

La redazione di un piano, cioè, richiede una condivisione 

della volontà stessa di pianificare, ovvero di prefigurare 

uno scenario futuro possibile per una comunità insediata 

in un territorio. 

Consapevole di tutto ciò l’Amministrazione Leso con il 

pieno sostengo del Partito Democratico, nel Consiglio 

Comunale del 19-20-21 dicembre 2012, ha adempiuto 

alla promessa fatta in campagna elettorale di metter mano 

al PGT licenziato dalla Giunta Anelli e all’appuntamento 

è arrivata dopo un approfondito lavoro fatto, oltre che 

dall’Assessorato all’Urbanistica con gli uffici preposti e 

la Commissione Urbanistica, attraverso incontri ripetuti 

tra l’Amministrazione e il Partito Democratico, e alcuni 

incontri con la Cittadinanza. 

È stato un lavoro NON per andare CONTRO qualcuno, 

ma per andare A FAVORE di molti, spereremmo di tutti, 

salvando ciò che era condivisibile del lavoro già svolto ed 

eliminando ciò che insieme abbiamo ritenuto superato o 

sbagliato. 

PERCHÈ ABBIAMO REVOCATO IL PGT ANELLI 

1. Perché le esigenze ambientali lo impongono. 

Per lungo tempo sviluppo urbano è stato sinonimo di 

ampliamento delle aree urbanizzate. Lo sviluppo è stato 

comunemente associato alla crescita fisica, nelle diverse 

forme da essa assunte. 

Se oggi si intravvede una qualche possibilità di rilancio 

del senso dell’agire urbanistico, se si intravvede ancora 

oggi un’utilità del Piano Generale, essa risiede in buona 

parte nella necessità di affrontare le sfide ambientali e le 

esigenze di tutela. 

Bisogna essere consapevoli che la sopravvivenza dell’umanità 

dipende dalla capacità dell’uomo di prendersi 

cura non solo di se stesso, ma anche della natura e della 

Terra e che non è possibile credere che la crescita espo- 

 

 

 

 

nenziale possa continuare indefinitamente in un mondo 

finito. 

Per noi un valore irrinunciabile è il bene comune, che 

NON coincide con la somma degli interessi privati; in 

questa prospettiva il suolo è una risorsa comune nel mercato, 

un bene ambientale. 

2. Perché le condizioni del mercato lo impongono. 

È ormai chiaro che se le trasformazioni urbane dovessero 

“pagare” i reali costi di infrastrutturazione, la manutenzione 

delle reti nel tempo, la monetizzazione di alcuni 

impatti ambientali, il contributo di costruzione dovrebbe 

essere elevato oltre il limite di sostenibilità economica 

delle trasformazioni stesse. 

Per chi inoltre deve sopportare altri oneri economici, 

come le imprese, ciò non è sostenibile. 

Allora possiamo solo puntare sul recupero, che – incentivato 

anche dall’azione politica – potrà almeno depennare 

dal conto economico i costi delle reti ove esistenti, accollandosene 

la sola manutenzione. 

Se ciò non venisse fatto, tutti i cittadini, anche coloro i 

quali non avrebbero nessun beneficio da operazioni edilizie, 

dovrebbero pagare tariffe sempre più elevate per gestire 

i servizi tecnologici urbani. 

3. Perché le esigenze di equità sociale lo impongono. 

La praticabilità di tali obiettivi dipende dalla possibilità di 

controllo della rendita urbana, dal ripensamento della finanziarizzazione 

del processo di trasformazione dei suoli, 

dal sostegno ai processi di riqualificazione. 

In generale tuttavia si deve superare la dicotomia “mercato-governance”. 

Non per sminuire l’indispensabile ruolo pubblico nella 

definizione e nel perseguimento di obiettivi comuni e del 

bene comune, ma perché lo stesso sistema democratico 

implica che i valori comuni e le scelte siano condivise, 

pena il prevalere del più forte. 

Serviva un piano che non rinunciasse a definire delle invarianti, 

dei temi qui ed ora assoluti (ambientali, paesaggistici, 

economici, sociali), e che in quella cornice controllasse 

e mitigasse le disfunzioni degli interventi privati. 

4. Perché il principio di sussidiarietà lo impone. 

Le scelte devono essere fatte il più vicino possibile a dove 

generano i loro effetti: per questo il PGT viene approvato 

dal Comune e questo è un principio importante della Legge 

urbanistica regionale. 

Questo si traduce nella volontà di determinare localmente 

la destinazione dei suoli, di partecipare anche al processo 


decisionale relativo ad infrastrutture di livello sovranazionale, 

senza tuttavia perdere di vista il bene comune. 

Una sussidiarietà non sganciata dalla responsabilità e radicata 

– per fare l’esempio del tracciato della TAV - in 

una seria valutazione delle implicazioni che i sistemi di 

trasporto hanno sullo sviluppo economico. 

QUALI SONO STATE LE LINEE CHE HANNO GUI- 

DATO LA NOSTRA MODIFICA DEL PGT DI ANELLI 

1) Il programma del sindaco Leso e della sua maggioranza; 

2) Il parere vincolante della Regione Lombardia, sulle 

scelte di Piano e rispetto all’impatto paesistico, NON 

compiutamente ed esaustivamente contro dedotto il primo 

di maggio, è stato completamente riesaminato; 

3) Le tante osservazioni presentate da singoli cittadini, associazioni 

e partiti; 

4) Le osservazioni pervenute dall’ufficio tecnico e fatte 

proprie dalla giunta; 

5) Un senso dell’agire urbanistico che vuole essere svincolato 

da interessi di parte, per andare nella direzione di 

un disegno urbano vivibile per tutti; 

 

AMBITI di TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE / 

PROGRAMMI INTEGRATI di INTERVENTO 

Il P.G.T. di Anelli prevedeva 236.430 m 3 di edificabilità 

in zona agricola. 

Quello da noi approvato ha ridotto quella volumetria di 

circa 105.000 m 3 , oltre all’eliminazione dei circa 94.000 

m3 dei PII Grezze e Tassere. 

Il Consiglio Comunale ha infatti cancellato questi ultimi 

come ambiti di trasformazione all’interno del PGT da cui 

sono spariti. Bisognerà poi attendere il corso della giustizia 

amministrativa ordinaria per sapere se questi due PII 

resteranno in vita o verranno definitivamente azzerati. 

Dunque quasi un totale azzeramento delle nuove previsioni 

e la sola riconferma degli ambiti già previsti dal Piano 

regolatore del 2006. 

AMBITI di TRASFORMAZIONE a DESTINAZIO- 

NE prevalentemente PRODUTTIVA 

Il PGT di Anelli prevedeva quattro SUAP per un totale di 

86.894 mq, mentre il Piano delle Regole prevedeva otto 

SUAP per un totale di 60.989 mq, quindi 147.883 mq in 

tutto. 

Era inoltre previsto un SUAP in viale Motta (area di proprietà 

dei Rogazionisti), la cui superficie é di 40.940 mq, 

di cui però non veniva indicata la superficie utilizzabile di 

trasformazione, ma solo la destinazione: alberghiera. 

Il Consiglio Comunale ha accolto la proposta della Giunta, 

per cui tutte le previsioni di SUAP sono state eliminate. 

Il Partito democratico esprime la propria soddisfazione 

per il risultato ottenuto con la revoca/annullamento del 

PGT della precedente Amministrazione e con l’approva- 

 

zione dell’attuale PGT da parte del Consiglio comunale 

del 19/20/21 dicembre 2012. Approvazione, vale sottolinearlo, 

avvenuta senza alcun voto contrario ma con 10 voti 

favorevoli (maggioranza) e 5 astensioni (minoranza). 

Il PGT approvato non è né il PGT dell’amministrazione 

Leso né del Partito Democratico, ma il risultato primo è 

stato ottenuto e i numeri parlano chiaro: il terreno agricolo 

è stato salvaguardato, le nuove previsioni di nuove 

insediamenti sono INFERIORI al residuo del precedente 

PRG. 

Partendo da questo presupposto, sosterremo l’Amministrazione 

Leso anche in una successiva e necessaria variante 

al PGT, ora appena approvato nei termini previsti 

dalla legge 12 - 2005. 

Il Partito Democratico ringrazia altresì per la positiva 

attenzione nei confronti delle proprie numerose osservazioni 

presentate che hanno registrato il pressoché totale 

accoglimento, contributo che ha contribuito in maniera 

sostanziale alla modifica del Piano. 

Ci preme sottolineare il positivo e costruttivo atteggiamento 

espresso dai gruppi consiliari di minoranza durante 

tutto il percorso di revisione del PGT (consulta urbanistica, 

seconda Commissione, Consiglio Comunale). 

Risultato politicamente importante? Sicuramente! ma 

soprattutto risultato fondamentale per il Buon Governo 

della Città! Cosa non facile di questi tempi, ma possibile 

quando l’obiettivo condiviso da maggioranza e minoranza 

si sposta dagli interessi particolari a quelli generali 

della comunità con uno sguardo rivolto al futuro. 

Partito Democratico 

Circolo di Desenzano del Garda 






Una scena del presepe in Duomo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SCORSO SI È CHIUSO CON UNA IMPENNA- 

TA DI POLEMICHE SUI VERTICI DELLA SIRMIONE 

SERVIZI, SOCIETÀ MUNICIPALIZZATA PER IL 60% 

IN MANO AL COMUNE. LE CRITICHE DELLE MINO- 

RANZE CONSIGLIARI E DELL’AVV. LORENZO CIN- 

QUEPALMI (SEGUITISSIMO IL SUO SITO TEMPO- 

MODERNO.IT) SI ERANO FOCALIZZATE SUL SUO 

DIRETTORE GENERALE. IL 2013 INVECE SI È APER- 

TO CON UNA CONFERENZA STAMPA IN CUI I VER- 

TICI DELLA SOCIETÀ HANNO PRESENTATO I DATI 

DI UN’AZIENDA SANA MA NON PROPRIO NOTA A 

TUTTI I CITTADINI. I NUMERI, CHE RIPORTIAMO 

NELLA PAGINA SEGUENTE, PARLEREBBERO CHIA- 

RO: GLI AUMENTI DI TARIFFA PER I RIFIUTI QUA 

SONO SCONOSCIUTI E L’ACQUA COSTA MENO CHE 

ALTROVE. 

a cura di Enrico Grazioli e Mauro Carrozza 

L’ANNO

Sono molti i sirmionesi che 

conoscono in modo solo parziale 

le competenze la struttura 

e le attività della Sirmione 

Servizi srl, di cui negli ultimi 

tempi si è parlato soprattutto 

per le polemiche politiche rivolte 

alla sua dirigenza. Partecipata 

al 60% dal Comune 

ed al 40% da Garda Uno, la 

società gestisce, tra le altre 

cose, uno degli impianti di 

potabilizzazione dell’acqua 

tra i più avanzati ed ecologici 

d’Europa. 

“Nelle scorse settimane – rileva 

il presidente del cda Antonio 

Cristini Bosio – si è 

parlato molto della società in 

chiave politica. Non intendiamo 

minimamente entrare nel 

merito di quanto detto e scritto, 

in quanto riteniamo non ci 

competa. Tuttavia non possiamo 

non rilevare come anche 

in questo caso praticamente 

nulla sia stato evidenziato in 

merito alla qualità dei servizi 

prestati e neppure alla scelta 

di mantenere da anni estremamente 

contenute le tariffe 

dell’acqua potabile ed addirittura 

bloccate quelle della 

nettezza urbana. Eppure sono 

certamente queste le questioni 

di primario interesse per i 

cittadini”. 

Negli ultimi anni, innanzitutto, 

le tariffe non sono cresciute. 

L’erogazione dell’acqua potabile 

ha una costo di circa il 35 

% in meno rispetto alle tariffe 

deliberate dall’Ato di Brescia 

ed applicate nello stesso bacino 

territoriale di Sirmione. 

“La nostra tariffa media reale 

– spiega Cristini Bosio - è infatti 

pari a circa 0,80 euro al 

 

 

 

 

 

 

A sinistra Antonio Cristini Bosisio – Presidente Consiglio di Amministrazione 

e a destra Daniele Fasolo – direttore generale 

mc, mentre quella di bacino è 

di 1,22 euro. In parole povere 

per una famiglia residente di 

tre persone questo si tramuta 

in un risparmio medio di circa 

100 euro l’anno”. 

La tariffa della nettezza urbana 

da noi è bloccata ormai 

da 5 anni, mentre nello stesso 

periodo a livello nazionale gli 

incrementi registrati sono stati 

assai significativi. Il risultato 

è stato raggiunto grazie a 

un’attenta gestione organizzativa, 

oculati investimenti e 

ottimizzazione delle spese. A 

tutto ciò si sono poi aggiunti 

i ricavi dalla vendita dei materiali 

raccolti ed il significativo 

contenimento della morosità. 

I risultati hanno quindi consentito 

di non gravare sulle 

famiglie con nuovi aumenti 

tariffari in un’Italia dove di 

media, stando a un’analisi 

dell’Ufficio studi della Cgia 

di Mestre che ha analizzato 

i prezzi nel decennio 2002- 

2012, la bolletta dell’acqua è 

aumentata del 69,8%, quella 

del gas del 56,7%, quelle relative 

alla raccolta rifiuti del 

54,5%. 

“Per noi il rapporto diretto con 

i cittadini – spiega il Direttore 

generale Daniele Fasolo - è 

davvero essenziale; prova ne 

sia che finora non abbiamo 

mai preso in considerazione 

l’utilizzo di call center o simili, 

come avviene invece ormai 

normalmente per la quasi totalità 

degli altri servizi pubblici. 

Gli utenti di Sirmione Servizi 

possono contattare telefonicamente 

i nostri operatori tutti 

i giorni dal lunedi al sabato 

mattina; il che vuol dire confrontarsi 

con una persona che 

conosce nel concreto i loro 

problemi ed ottenere subito 

quelle risposte e quel riscontro 

che difficilmente un call 

center potrà mai dare”. 

“Fin dalla nascita della società 

– dice Fasolo - è in funzione 

uno sportello aperto al pubblico 

per 22 ore settimanali, dal 

lunedì al sabato; per situazioni 

urgenti o di emergenza è comunque 

sempre garantita la 

reperibilità 24 ore al giorno 

per tutti i giorni della settimana. 

Sono scelte impegnative e 

costose, che abbiamo deciso 

di sostenere per essere davvero 

vicini ed utili ai nostri 

utenti”.A fronte di tutte queste 

scelte a favore dei cittadini, il 

bilancio della società si è sempre 

chiuso con un margine positivo. 

Sirmione Servizi, parlando di 

numeri, ogni anno eroga quasi 

1,7 milioni di metri cubi d’acqua 

potabile, pescata dal lago 

a 50 metri di profondità e potabilizzata 

attraverso un innovativo 

processo di ozonizzazione 

all’impianto in piazzale 

Montebaldo. Il servizio igiene 

urbana e in mano alla società 

dal 2006, quando la raccolta 

differenziata era al 27%, attestatosi 

alla fine del 2011 al 

46%: l’obiettivo di quest’anno 

è di superare quota 50%. 

In 12 mesi a Sirmione si 

producono 8.700.00 kg di rifiuti, 

di cui quasi 4.500.000 

indirizzati al termoutilizzatore, 

mentre le altre frazioni 

di rifiuto prendono ognuna 

la propria direzione verso lo 

smaltimento. “A tal proposito 

va sottolineato che purtroppo 

scontiamo le difficoltà di 

tutti i comuni ad alta densità 

turistica. Prova ne sia il fatto 

che nel periodo compreso da 

gennaio ad aprile del 2012 la 

soglia di raccolta differenziata 

aveva raggiunto il 55%”. 


Gente di Sirmione 

In 60 righe e 4 domande la 

presentazione di un personaggio 

sirmionese e, suo 

tramite, della realtà a cui fa 

riferimento. Il primo numero 

di questa nuova rubrica 

è dedicato alla Pro Loco di 

Sirmione ed al suo presidente 

Luigi Sansoni. 

**** 

1) Per cominciare una breve 

descrizione della Pro Loco. 

Quando è nata e come è 

strutturata? 

Nel 2007 un gruppo di persone 

legate da amicizia e dal comune 

intento di mettersi in gioco 

per promuovere e valorizzare 

ancor più il proprio territorio 

hanno dato vita alla Pro Loco 

di Sirmione. 

Dall’ottobre del 2010 la guida 

dell’associazione è retta 

dal Presidente Luigi Sansoni. 

Fanno parte del direttivo Stefania 

Erindetti, Egle Alberton, 

Roberta Turisci, Riccardo 

Genovesi, Giovanni Todesco, 

Nino Apicella e Fabio Barelli. 

Attualmente i soci iscritti sono 

112. 

Numerose sono state le iniziative 

intraprese, sempre 

crescenti di anno in anno. Il 

nostro punto di forza è di essere 

riusciti a coinvolgere 

nelle nostre iniziative diverse 

associazioni già presenti sul 

territorio, come, ad esempio, 

il gruppo Alpini, la Polisportiva, 

l’Oratorio San Giovanni 

Bosco, creando così sinergia e 

comunione d’intenti. 

2) Qual è il più importante 

progetto della Pro Loco per 

il 2013? 

Con il direttivo abbiamo già 

pianificato una serie di iniziative, 

che spaziano dallo sport, 

alla cultura, alla musica, al 

folklore. Difficile dire quale 

sia la più importante in assoluto. 

Un occhio particolare andrà 

alla nostra partecipazione al 

campionato indetto dalla Lega 

Bisse. L’attività della Bissa Ca’ 

da Mosto nel 2013 sarà infatti 

potenziata e sarà acquistata 

una seconda imbarcazione da 

utilizzare per gli allenamenti. 

Si sta inoltre lavorando per la 

formazione di un equipaggio 

tutto femminile. 

3) Qual è il più importante 

progetto personale di Luigi 

Sansoni per il 2013? 

Si tratta di un’iniziativa culturale 

già avviata nel 2010 e che 

tanto interesse ha suscitato a 

Sirmione. 

Per l’estate 2013 verrà ripro- 

 

 

 

 

 

posto il servizio di “accoglienza 

turistica” non solo per gli 

ospiti che soggiornano negli 

alberghi, ma rivolto anche a 

tutti i residenti che desiderano 

approfondire le proprie conoscenze 

storiche e architettoniche 

di Sirmione. 

Il servizio sarà svolto gratuitamente, 

anche in lingua inglese, 

dagli studenti di Sirmione 

ai quali sarà poi rilasciato un 

attestato che servirà per l’acquisizione 

di crediti formativi 

scolastici. 

4) Sirmione è una penisola 

felice. Se Lei fosse Sindaco 

per un giorno quale iniziativa 

vorrebbe attuare e quale 

problema vorrebbe invece 

eliminare? 

E’ difficile dire cosa farei io se 

fossi Sindaco, perché ritengo 

che Sirmione sia già ben governata. 

Volendo comunque fare il 

gioco dei ruoli e assumere 

per un giorno il ruolo di Sindaco 

proporrei la creazione 

di un Centro di Aggregazione 

Giovanile. Farei ristrutturare 

l’edificio che si trova in riva al 

lago a Punta Gro’ ed un tempo 

sede dei Volontari del Garda 

per farlo diventare luogo di incontro 

gestito autonomamente 

dai giovani. Luogo attrezzato 

per il tempo libero con sala di 

ascolto della musica, bar, giochi 

collettivi e adibito in particolare 

alla pratica degli sport 

acquatici; ai giovani verrebbe 

data la possibilità di imparare 

ad andare con le bisse, nonché 

si provvederebbe all’acquisto 

di canoe. Altre discipline sportive 

sarebbero attuate su suggerimento 

dei giovani stessi. 

Vorrei invece risolvere il problema 

della mobilità nel Centro 

storico. Dato che il centro 

storico di Sirmione è un’isola, 

“una piccola Venezia”, valorizzerei 

il trasporto su acqua. 

Commissionerei quindi uno 

studio di fattibilità per il trasporto 

delle auto su acqua; le 

autovetture che debbono entrare 

in centro storico verrebbero 

intercettate ancora a Colombare 

(evitando così di alimentare 

la coda d’auto lungo la 

penisola) e da qui trasportare 

in alcuni punti di sbarco del 

centro storico prossimali agli 

alberghi. 

Se dallo studio non uscissero 

soluzioni attuabili, sia sotto il 

profilo della sostenibilità ambientale 

che economica, l’accesso 

al centro storico dovrebbe 

avvenire esclusivamente 

con mezzi elettrici di ingombro 

assai contenuto. 

Mauro Carrozza 


Il sindaco Alessandro Mattinzoli 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Luisa Lavelli 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



MENTRE LA LEGGE DICE CHE I PICCOLI CO- 

MUNI DEVONO ACCORPARE I SERVIZI, PER RI- 

SPARMIARE (O, SE PREFERITE, NON SPRECARE 

SOLDI PUBBLICI), LA SCELTA DEI COMUNI CHE 

HANNO DECISO DI ESSERE PARTE DELL’UNIO- 

NE DEI COMUNI DELLA VALTENESI SI CONFER- 

MA LUNGIMIRANTE. LO SCORSO ANNO QUESTA 

È STATA L’UNIONE, TRA QUELLE DI TUTTA ITA- 

LIA, CHE HA RICEVUTO IL MAGGIORE CON- 

TRIBUTO STATALE: LA SECONDA NE HA PRESO 

MENO DELLA METÀ. NEL 2008 L’EX SINDACO 

DI PADENGHE GIANCARLO ALLEGRI AVEVA 

PREANNUNCIATO CHE, NELL’OTTICA DELLA 

RAZIONALIZZAZIONE, NEL GIRO DI DUE MAN- 

DATI ELETTORALI I PAESI SI SAREBBERO PO- 

TUTI FONDERE IN UN UNICO CONSIGLIO, UNA 

SOLA GIUNTA. INTANTO SI ACCORPANO I SER- 

VIZI. DALLA POLIZIA AI SERVIZI SOCIALI, E DA 

QUEST’ANNO SARÀ IN CAPO ALL’UNIONE AN- 

CHE LO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITÀ 

PRODUTTIVE. 

a cura di Enrico Grazioli

Il sindaco del Comune di Padenghe 

Patrizia Avanzini

Il sindaco del Comune di Padenghe 

Patrizia Avanzini

L’Osservatorio

L’Osservatorio


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno scorcio di via F.lli Beretta


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno scorcio di via F.lli Beretta

La delegazione in Belgio 

 

 

 

Il quarto piano da demolire

Alcune immagini del centro sportivo


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sindaco del Comune di Polpenazze Avv. Andrea Dal Prete

A sinistra alcuni membri della Confraternita del Groppello con Tiberio Prati, a destra un momento della cena 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno dei laghetti di Sovenigo con i caratteristici Fior di Loto

A sinistra alcuni membri della Confraternita del Groppello con Tiberio Prati, a destra un momento della cena 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno dei laghetti di Sovenigo con i caratteristici Fior di Loto

IN QUESTO WEEKEND TORNA, NELLA MA- 

GNIFICA COREOGRAFIA DEL COMUNE DI 

SALÒ, QUELLA CHE È CONSIDERATA LA 

PIÙ IMPORTANTE MANIFESTAZIONE SUL 

TARTUFO NERO PREGIATO (TUBER MELA- 

NOSPORUM) DELL’ALTA ITALIA. UN APPUN- 

TAMENTO CHE INTENDE FAR CONOSCERE 

AL PUBBLICO NON SOLO LE CARATTERI- 

STICHE SPECIFICHE DEL TARTUFO, UNO 

DEI PIÙ PREGIATI PRODOTTI CHE MADRE 

NATURA CI OFFRE, MA ANCHE DIFFON- 

DERNE LE OPPORTUNITÀ ECONOMICHE. 

segue a pag. 53 

a cura di Laura Raggi 



presentazione della Guida Viviparchi 

2013 presso la Pasticceria 

Il Gambero a Salò; a seguire 

degustazione di prodotti 

tipici in collaborazione con 

Cantina Marsadri di Raffa di 

Puegnago 


Ad arricchire il patrimonio librario 

e culturale arriva la raccolta 

della Fondazione Longo, 

500 libri 499 per lla precisione) 

di letteratura artistica, sul 

Futurismo del ‘900, che costi- 

 

 

 

 

Arriva il bando per la graduatoria 

valevole ai fini dell’assegnazione 

in locazione degli 

alloggi di edilizia residenziale 

pubblica (Erp), gestiti dal Comune 

e dall’Aler, di nuova costruzione 

o ristrutturati. Con 

il bando si dà risposta alla 

domanda per gli alloggi dei 

salodiani. 

tuiscono una parte importante 

della Collezione di Vincenzo 

Longo, che ha voluto offrire 

al Comune, in comodato gratuito 

decennale rinnovabile, 

già oggetto di mostre e pubblicazioni 

e rinomata a livello 

nazionale. 

I libri di questa raccolta hanno 

un valore dichiarato di 

200mila euro. Il contratto 

stipulato tra l’Amministrazione 

salodiana e il proprietario 

prevede che trascorsi 

trent’anni potrà essere donata 

al Comune. Come si legge 

nella delibera di Giunta:” 

esaminato il volume monografico 

dal titolo “il libro 

futurista”, costituente il cata- 

I cittadini interessati dovranno 

rivolgersi all’ufficio Servizi 

Sociali, nei quali si possono 

ritirare sia la copia del bando 

che la modulistica relativa. 

Le domande dovranno essere 

presentate entro e non oltre le 

ore 12 del 15 febbraio. I requisiti 

necessari sono: 

- la residenza o un’attività lavorativa 

in Lombardia da almeno 

5 anni; 

- la cittadinanza Italiana o 

di un altro Stato aderente all’Unione 

Europea o di un altro 

Stato, purchè in possesso 

della carta di soggiorno o di 

 

 

logo delle relative mostre già 

approntate a Cagliari, Brescia, 

Reggio Calabria, con il patrocinio 

del Ministero della Gioventù, 

curate dalla Dott. ssa 

Melania Garzotti esperta del 

settore e ritenuto che la collezione 

in oggetto potrà ben 

figurare nell’allestimento di 

mostre a tema presso il Futuro 

Museo della Città, assodato 

anche che la Civica Raccolta 

del Disegno, piuttosto che il 

Centro Studi e documentazione 

sulla Rsi, posseggono opere 

artistiche e documentarie in 

grado di accompagnare al meglio 

la mostra sul Futurismo 

attraverso i libri concessi in 

comodato”. 

permesso di soggiorno; 

- la residenza anagrafica o 

svolgimento di attività lavorativa 

esclusiva o principale 

nel Comune di Salò alla data 

di pubblicazione del bando; 

- assenza di precedente assegnazione 

in proprietà di alloggio 

realizzato con contributo 

pubblico o finanziamento 

agevolato in qualunque forma, 

concesso dallo Stato, dalla 

Regione, dagli Enti territoriali 

o da altri Enti pubblici; 

- assenza di precedente assegnazione 

in locazione di un 

alloggio di edilizia residenzia- 

 

Nell’accordo siglato tra l’Amministrazione 

e il proprietario 

è previsto che se dopo i primi 

10 anni di comodato, la proprietà 

manifestasse l’intenzione 

di vendere la collezione, 

il Comune avrà il diritto alla 

prelazione d’acquisto dei volumi 

al 40% del reale valore. 

I volumi, come da contratto, 

“saranno consultabili da studiosi, 

esperti e studenti che ne 

facciano richiesta, osservando 

nell’uso dei libri tutte le 

precauzioni utili ad evitarne 

il deterioramento”. Entro due 

anni il Comune di Salò si è 

impegnato ad organizzare una 

mostra. 

le pubblica, qualora il rilascio 

sia dovuto a provvedimento 

di decadenza; 

- avere reddito Isee- Erp non 

superiore a 17.000 euro; 

- non essere titolari di diritto 

di proprietà o di altri diritti di 

godimento su alloggio adeguato 

alle esigenze del nucleo 

famigliare nel territorio nazionale; 

- non essere sfrattato per morosità 

da alloggi Erp negli ultimi 

5 anni tanto meno essere 

stato occupante senza titolo 

di alloggi Erp negli ultimi 5 

anni. 


SARÀ UN ANNO DURO, COME QUELLO PASSA- 

TO, OPPURE LA TANTO SOGNATA RIPRESA CI 

SARÀ? NON È DATO SAPERE, MA LE COLLINE 

MORENICHE SI PREPARANO AL MEGLIO PER 

QUESTO 2013. IL TERRITORIO È RICCO E L’IN- 

VERNO È L’OCCASIONE PER PROGETTARE 

UNA BUONA ESTATE. IL TURISMO DEVE ESSE- 

RE LA FORZA TRAINANTE, E LO STIMOLO AD 

AFFRONTARE I PROSSIMI MESI CON L’OTTI- 

MISMO CHE SERVE PER SCACCIARE I VENTI 

DI CRISI. LA QUALITÀ DEL TERRITORIO, MA 

ANCHE UOMINI E DONNE, ILLUSTRI RAPPRE- 

SENTANTI, SONO CIFRA DI UNA PARTICOLA- 

RITÀ DA VALORIZZARE. IN TUTTI GLI ASPET- 

TI POSSIBILI. LA RIPRESA PARTE ANCHE DA 

QUI, SENZA DUBBIO. 

A cura di Agorà Team s.r.l. - Luca Cremonesi

Copertina del CD in uscita prossimamente 

dove la vera star è la moglie Iolanda Stella 

Luca Bonaffini durante uno spettacolo dal vivo Copertina della raccolta dei suoi lavori

L’artista Iolanda Stella Bassani 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno scatto del tour che Bonaffini 

ha fatto con Pierangelo Bertoli 

di cui è stato musicista nel 1991 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bonaffini in uno scatto dureante le riprese videoclip Isabella d’Este

Uno scorcio della basilica 

di Castiglione delle Stiviere 

 

 

L’Osservatorio

L’Assessore Elena Cantoni

Uno scatto della mostra d’Arte Contemporanea 

Il palazzo ieri e oggi 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella foto il Prof. Paganella con Martini e Cremonesi

Un ritratto del celebre compositore 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo dei lettori in biblioteca

Un ritratto del celebre compositore 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo dei lettori in biblioteca

Thomas Bussacchetti assessore all’ambiente del Comune di Goito

Nella prima foto in alto Rita Levi con 

Arturo Sigurtà ex sindaco di Castiglione 

sotto con il professore Costantino Cipolla



La pelle è il nostro biglietto da visita 

verso il mondo esterno, è la nostra prima 

barriera di difesa e per questo va 

curata e conosciuta a fondo. Ognuno 

di noi ha una pelle molto diversa per 

molti aspetti da chiunque altro, a causa 

della razza, dell’età e delle abitudini di 

vita. Spesso queste ultime causano dei 

problemi che sarebbe bene conoscere 

ed evitare. Oggi in farmacia è possibile 

fare “il Check-up” della pelle in pochi 

minuti, grazie alla tecnologia che 

mette a disposizione dei nostri clienti 

un servizio altamente professionale 

e performante. Il Check-up cutaneo è 

una metodica non invasiva che serve 

a valutare l’equilibrio fisiologico ed il 

grado di benessere della cute. In realtà 

la quasi totalità delle donne utilizza 

prodotti cosmetici per la cura della pelle, 

ma solo una ristrettissima minoranza 

impiega prodotti specifici ed adatti 

alle condizioni della propria cute. Il 

Check-up cutaneo permette quindi di 

correggere gli errori di trattamento e 

di valutare nel tempo l’efficacia delle 

correzioni eseguite. 

Quali sono i parametri da tenere 

sott’occhio? Non sono molti, ma fondamentali 

per la salute di uno dei nostri 

organi più importanti. 

1) IDRATAZIONE CUTANEA. 

Questo semplice esame permette di 

valutare la percentuale di acqua imprigionata 

nello strato corneo, cioè il più 

superficiale. Secchezza, desquamazio- 

 

 

 

 

 

ne e screpolature sono le conseguenze 

di una scarsa idratazione e queste danneggiano 

irrimediabilmente la pelle, 

segnandola ed invecchiandola. 

2) ELASTICITà CUTANEA. Mediante 

il test È possibile rilevare la 

quantità percentuale di elastina contenuta 

nella pelle. L’elastina gioca un 

ruolo di importanza vitale per l’epidermide: 

le sue fibre sono disposte in 

una trama che ne assicura l’elasticità, 

comunque esse siano sollecitate. 

La diminuzione e l’alterazione dell’elastina 

conduce a gravi modificazioni 

della pelle, che si ripercuotono sulla 

sua funzionalità. L’elasticità è soggetta 

a processi di degenerazione fisiologica, 

con l’avanzare dell’età, a causa dell’esposizione 

al calore, ai radicali liberi, 

all’irradiazione UV. 

3) PROFILOMETRIA CUTANEA. 

Questo esame permette di rilevare la 

profondità delle depressioni cutanee, 

ossia, in altre parole, la profondità delle 

rughe. In particolare viene esaminata 

la ruga presente all’angolo dell’occhio, 

fortemente indicativa dello stato di tutto 

il viso. 

Come è ormai noto questo esame è 

adatto alle pelli mature, ma non solo: 

esso permette di scegliere il trattamento 

più adatto al proprio stato e per tempo, 

in modo da preservare la freschezza del 

viso anche in età matura. 

4) SEBOMETRIA CUTANEA. La 

sebometria consente di misurare la 

 

 

 

 

 

quantità di sebo presente sulla superficie 

epidermica. L’eccesso di sebo 

(seborrea) può causare la comparsa di 

comedoni, volgarmente chiamati punti 

neri e rappresenta l’anticamera dell’acne, 

anche se questi due eventi non sono 

necessariamente correlati. L’acne è un 

processo infiammatorio della ghiandola 

sebacea e del derma circostante; può 

comparire a qualsiasi età, ma preferisce 

quella adolescenziale, probabilmente a 

causa dell’improvviso e brusco aumento 

della sintesi di ormoni sessuali. 

5) FOTOTIPO. L’esame consiste nella 

determinazione della qualità e quantità 

di melanina presente nella pelle, 

in zone chiave che rappresentano la 

condizione di tutto il corpo. Il fototipo 

pertanto indica le reazioni della pelle 

all’esposizione alla radiazione UV ed 

il tipo di abbronzatura che è possibile 

ottenere tramite essa. Conoscere il 

proprio fototipo permette di scegliere 

la giusta protezione solare e ci mette 

in grado di esporci al sole responsabilmente, 

senza causare danni cutanei, 

talvolta anche gravi.In pochi minuti e 

gratuitamente è ti possibile conoscere 

in modo assolutamente non invasivo lo 

stato della tua pelle e ricevere un consiglio 

adeguato da parte del nostro personale 

specializzato. 

 

 

 


Green Service opera nel campo delle pulizie civili ed 

industriali con un controllo costante delle proprietarie. 

Esperienza di alto livello, professionalità acquisita negli 

anni, lavori eseguiti con meticolosità e precisione. 

È questo che Green Service intende per pulizie, ed è 

questo che le due proprietarie, Gabriella e Lionella, offrono 

ai loro clienti. 

Green Service, collaudata impresa di pulizie, si muove 

nel mercato garantendo quella scrupolosità e quella sicurezza 

che sono proprie dell’universo femminile, ma 

eseguite secondo metodologie moderne e con l’ausilio 

di prodotti e macchinari di ultima generazione. 

Pulizie civili ed industriali, trattamento di qualsiasi 

tipo di pavimento, sia interno che esterno, come il cotto, 

i mosaici, portati al loro stato naturale ancora con lo 

spazzolino e la voglia che tutto sia perfetto. 

Ma Green Service interviene anche per le pulizie stagionali, 

per residence, ristoranti, per le case delle vacanze 

da riaprire, dopo un trasloco, per entrare in una 

casa nuova in perfetto stato o dopo lavori di ristrutturazione. 

Green Service punta essenzialmente sulla qualità del 

servizio, con le proprietarie sempre presenti a controllare 

e a dirigere una squadra di professionisti. Perché 

è un lavoro delicato, fatto anche di piccoli dettagli, 

perché la responsabilità di accontentare una clientela 

esigente è forte. 

E la volontà di effettuare tutto nella massima precisione 

viene da anni di esperienza nel settore, pensando di 

voler migliorare sempre più il servizio. 

È così che è nata Green service, una ditta ancora dove 

il controllo e la supervisione sono condotte quotidiane, 

dove la qualità non viene mai meno. 

Green Service si è specializzata anche nella pulizia di 

pavimenti moderni, particolari, di difficile trattamento. 

Gabriella e Lionella operano nel basso Garda, nel 

mantovano, nel bresciano e nel veronese perché la sede 

è baricentrica rispetto a queste zone e sono disponibili 

per preventivi gratuiti. 

Green Service: 

Piazza della Concordia, 6 

San Martino della Battaglia (BS). 

Mobile: 335.6064407 / 335.5493784 

Fax: 030.9910482 


L’azienda dal 1995 svolge attività di traslochi. I titolari, 

che seguono direttamente i lavori, sono professionisti nell’ambito 

della falegnameria. Il servizio risulta così completo 

a 360° e offre tranquillità al cliente dando anche la 

possibilità di apportare migliorie oltre alla garanzia di 

giusta posa. Facla Traslochi dispone inoltre di macchinari 

all’avanguardia per far fronte a ogni tipo di lavoro. 

L’azienda offre la possibilità dei seguenti servizi: preventivi 

gratuiti, tutti i tipi di traslochi curati direttamente dai 

titolari, ritocchi di falegnameria per ambientare meglio i 

vostri mobili, imballaggio e sballaggio fragili, deposito 

presso i magazzini aziendali. Facla Traslochi opera in tutta 

Europa, con precisione, puntualità e sicurezza e copertura 

assicurativa. 

Facla traslochi 

Pozzolengo (BS) - Tel. 030.9918739 Cell. 335.7853708-9 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Molte le novità che 

gli automobilisti italiani 

hanno trovato 

sotto l’albero di Natale, 

non tutte purtroppo 

positive. 

La più importante riguarda le polizze 

Rca, che non godranno più della 

clausola di tacito rinnovo. Il che 

significa che ogni anno, al momento 

del ritiro del contrassegno, dovremo 

necessariamente firmare un nuovo 

atto di rinnovo. La misura è stata 

vista come un incentivo alle Compagnie 

di assicurazione a contenere 

le tariffe, pena il rischio di perdere i 

migliori clienti, liberi di farsi attrarre 

da tariffe più competitive loro offerte 

dalla concorrenza. 

Il provvedimento è stato pubblicato 

il 18 dicembre scorso sulla Gazzetta 

Ufficiale n. 294, in conversione del 

Decreto Sviluppo Bis, ed è quindi 

già pienamente operativo per tutte le 

polizze che da quella data in avanti 

giungono a scadenza annua (in realtà 

la norma, una volta convertito in legge 

il decreto, risulta in vigore dal 19 

ottobre scorso). 

La novità aggiunta in fase di conversione 

del Decreto è decisamente più 

favorevole agli assicurati, in quanto 

prevede che le imprese assicuratrici 

dovranno obbligatoriamente 

tenere in copertura i veicoli fino al 

15° giorno successivo alla scadenza 

annuale del contratto o alla stipula 

della nuova polizza. 

Le conseguenze pratiche di tutto ciò 

per gli assicurati sono: 

- l’eliminazione della necessità di 

invio della disdetta contrattuale da 

parte del cliente che non vuole rinnovare 

il contratto con la propria Compagnia; 

- l’allungamento della garanzia assicurativa, 

che passa da 365 giorni a 

365 giorni più altri 15. 

Le Compagnie sono comunque tenute 

ad avvisare con congruo anticipo 

gli assicurati della scadenza annua 

della polizza, oltre a dover inviare 

loro l’attestato di rischio. 

In teoria questo dovrebbe permettere 

agli assicurati di ricercare la migliore 

offerta tra quelle presenti sul mercato; 

dovrebbe anzi indurli a ricercarla 

sistematicamente, con l’effetto automatico 

di spingere le Compagnie a 

contenere le proprie tariffe. 

Per facilitare il confronto tra più Compagnie 

la norma in questione prevede 

anche la futura emanazione di un re- 

golamento dell’Ivass (ex Isvap) che 

determini le caratteristiche di un contratto 

base per veicoli e natanti. Si 

potrà quindi confrontare il prezzo a 

parità di condizioni normative. 

A partire dal marzo 2013 (ma il rispetto 

della data appare assai problematico 

per buona parte delle Imprese) 

gli assicurati potranno disporre di 

un’area riservata nel sito internet della 

Compagnia, all’interno della quale 

rinvenire le informazioni che riguardano 

le polizze di sua competenza. 

A partire da gennaio 2014 infine gli 

intermediari saranno obbligati ad 

accettare il pagamento delle polizze 

tramite carte di debito o bancomat. 

Le cattive notizie riguardano invece 

una serie di rincari a carico degli 

automobilisti entrati in vigore con il 

2013. 

A partire dall’importo delle multe 

che, per effetto dell’adeguamento 

automatico biennale delle sanzioni 

al tasso d’inflazione, crescono del 

5,7%. Da rilevare che con questo aumento 

gli importi sono cresciuti del 

59% in 20 anni. 

Per proseguire con i pedaggi autostradali, 

che sono cresciuti mediamente 

del 2,91% (con punte del 13% 

sulle autostrade venete). 

Per concludere infine con una notizia 

che riguarda la patente: al 1 luglio gli 

automobilisti che non hanno subito 

decurtazione di punti negli ultimi 

anni giungeranno a quota 30, la massima 

prevista. 


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Prot. n.1180 SG del 

13/12/2004. La ricerca è 

rivolta ad ambosessi (L. 

903/77 e 125/91), e a tutte 

le nazionalità ai sensi 

dei D.Lgs. 215/03 e 

216/03 

During cerca stiratrici 

con esperienza per aziende 

di Brescia e provincia. 




fax 0302422453, mail 

selezionebs@during. 





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oraria, residenza in 

zona, automuniti. Inviare 

CV comprensivo del 

consenso trattamento 

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During cerca per azienda 

zona Castel Goffredo 

operaie/i su macchine 

takatori con esperienza 

pluriennale. Inviare CV 

comprensivo del consenso 

trattamento dati personali: 

During fax 

0302422453, m a i l 






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propria 

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Brescia e provincia.Inviare 

CV comprensivo 



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During cerca attrezzista 

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CNC (Siemens - Fanuc) 

con esperienza. Inviare 




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manutenzione, attrezzaggio 

macchine e 

regolazione presse. Gestione 

squadra di lavoro. 

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di Iseo ricerca attrezzista 

per azienda metalmeccanica 

sita in zona 

Lumezzane. Richiesta 

pluriennale esperienza 

nell’attrezzaggio di centri 

di lavoro cnc, ottime 

conoscenze meccaniche 

ed eventuale disponibilità 

a turni. Tel. 0309840770 


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e disponibilità a tre turni. 

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è rivolta ad ambosessi 

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sensi dei D.Lgs. 215/03 

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During cerca per azienda 

zona Desenzano impiegata 

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pluriennale in agenzie 

immobiliari.Iniziale tempodeterminato.Inviare 




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it Aut. Min. del Lavoro 


13/12/2004. La ricerca 


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During cerca per studio 

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comprensivo del consenso 

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personali: During fax 

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13/12/2004. La ricerca 


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di Iseo ricerca impiegata/o 

contabile part time 

per studio professionale 

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in ambito contabile 

e competenze fino 

al bilancio. Indispensabile 

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13/12/2004. La ricerca 


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Lavoro Prot. n.1180 SG 

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