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marzo/aprile 2008 - Agesci Liguria

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Sil15_05-08:Sil_14 17-06-<strong>2008</strong> 9:38 Pagina 1<br />

Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003<br />

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB<br />

Genova - N° 15/anno III - Marzo/Aprile<br />

Scautismoin<strong>Liguria</strong><br />

L’<strong>Agesci</strong>


Sil15_05-08:Sil_14 17-06-<strong>2008</strong> 9:38 Pagina 2<br />

editoriale<br />

“Forse l’immobilità delle cose che ci circondano è<br />

imposta loro […] dall’immobilità del nostro pensiero<br />

nei loro confronti” Marcel Proust in “Alla ricerca<br />

del tempo perduto”.<br />

Lo scoutismo, il pensiero e il suo metodo si manifestano<br />

in Italia con l’<strong>Agesci</strong>. Per questo mi viene<br />

facile considerare l’associazione come un mezzo per<br />

raggiungere e mettere in pratica il grande sogno di<br />

BP: “Lasciare il mondo un po’ migliore di come<br />

l’abbiamo trovato, facendo la felicità degli altri”.<br />

Se il ragionamento è estremamente lineare e logico,<br />

molto più complicato è tradurlo nella realtà<br />

quotidiana. È una chiamata grande quella in cui ci<br />

cimentiamo. Più ci penso, più ritengo che tutto ciò<br />

ci deve scuotere per credere veramente che siamo<br />

qui per rendere il mondo un po’ migliore.<br />

Capita a volte di regredire invece che progredire, di<br />

complicare il nostro servizio invece di renderlo sem-<br />

Scautismo in <strong>Liguria</strong><br />

Periodico di proprietà dell'<strong>Agesci</strong> <strong>Liguria</strong><br />

Vico Falamonica 1/10 16121 Genova<br />

Tel. 010.247.44.04 - Fax 010.247.43.08<br />

Direttore Responsabile<br />

Giuseppe Viscardi<br />

Direttore<br />

Luigi Picone<br />

Redazione:<br />

Carlo Barbagelata, Andrea Bosio,<br />

Maria Calderone, Laura Colombo, Michela De Leo, Stefania<br />

Dodero, Daniele Rotondo.<br />

La redazione<br />

Autorizzazione del<br />

Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004<br />

Impaginazione<br />

Atre - www.atreonline.it<br />

Stampa<br />

Grafiche G7 - Busalla - Ge<br />

Finito di impaginare il 26 maggio <strong>2008</strong><br />

La tiratura di questo numero é stata di 1700 copie.<br />

2<br />

plice, come semplice è donarsi, di fare sempre le<br />

medesime cose per paura del cambiamento.<br />

Se lo scoutismo, l’<strong>Agesci</strong>, è un sogno che si realizza<br />

nell’educazione dei ragazzi a noi affidati, allora<br />

dobbiamo noi per primi sognare per guardare lontano,<br />

come hanno fatto quelli che in redazione<br />

abbiamo chiamato i “padri fondatori”.<br />

Pensare in grande per credere che noi possiamo<br />

veramente fare qualcosa!<br />

In questo numero presentiamo l’Associazione: le<br />

sue strutture e qualche spunto di riflessione da chi<br />

c’era 33 anni fa.<br />

Questo è quello che in pratica abbiamo per cambiare<br />

il mondo, non credo sia assolutamente banale.<br />

È un grosso aiuto che abbiamo per portare<br />

avanti il SOGNO.<br />

Luigi


Sil15_05-08:Sil_14 17-06-<strong>2008</strong> 9:38 Pagina 3<br />

La nascita<br />

dell’<strong>Agesci</strong><br />

La nascita dell’AGESCI, avvenuta nel 1974, va inquadrata<br />

nel vissuto dello scautismo delle due associazioni<br />

e nel periodo storico in cui avvenne.<br />

Anzitutto va ricordato che le due associazioni erano<br />

state per circa trent’anni rigidamente separate (non<br />

ricordo alcuna attività fatta in comune), ma erano in<br />

realtà vicinissime per la condivisione degli ideali scout,<br />

come è testimoniato dal fatto che forse la maggioranza<br />

di quelli che avevano raggiunto una posizione di<br />

responsabilità nella propria associazione poi avevano<br />

sposato una guida o uno scout.<br />

Nel corso degli anni ’60 l’ASCI, dopo un dibattito durato<br />

vari anni, aveva approvato l’inserimento di ragazze<br />

nella guida dei branchi (le cheftaines), il che naturalmente<br />

ci aveva fatto chiedere se non si poteva fare un<br />

altro passo, tanto che, mi pare nel’69, Antonio Albites<br />

ed io proponemmo di porre all’ordine del giorno del<br />

Consiglio Generale un punto che diceva “rapporti con<br />

l’AGI”.<br />

Attorno a noi, nel frattempo era scoppiato il ’68, il cui<br />

significato era riassunto nello slogan “contestazione globale”<br />

cioè tutto quello che era stato creduto fino ad allora,<br />

in tutti i campi, era sbagliato, bisognava fare tabula<br />

rasa e ricominciare daccapo.<br />

Naturalmente il ’68 investì anche tutte le associazioni<br />

(non solo ASCI ed AGI) e l’Azione cattolica ne fu travolta.<br />

L’ASCI diede una risposta col Patto associativo del 1970,<br />

che in buona sostanza trovò una sintesi nella consapevolezza<br />

che era necessario mantenere i cardini ideali e<br />

metodologici (quelli di B.P.), aprendosi però di più alle<br />

tensioni del mondo giovanile ed alla realtà, anche politica,<br />

attorno a noi, ma mantenendo ben fermo il concetto<br />

che la prospettiva cristiana ed educativa era assolutamente<br />

prioritaria: a posteriori mi pare di poter dire che il<br />

Patto associativo fu lo scudo che permise all’ASCI di procedere<br />

senza subire la sorte dell’Azione cattolica.<br />

3<br />

AGESCI<br />

L’AGI (che non fece il patto associativo) subì di più l’influsso<br />

del ’68 e quindi si radicalizzò, assai più dell’ASCI<br />

(sono mie impressioni).<br />

In questo quadro iniziarono i contatti fra le due associazioni<br />

(inizialmente a livello Commissariati Centrali),<br />

per poi tenere due Consigli Generali congiunti nel<br />

1972 e 1973, per studiare e, se ritenuta utile, preparare<br />

la fusione.<br />

La mozione conclusiva dei Consigli Generali congiunti<br />

1973 diceva, fra l’altro, “…i consigli generali AGI ed<br />

ASCI …..prendono coscienza del fatto che esiste per<br />

loro un’identica prospettiva educativa…..e decidono<br />

che la fusione finale delle Associazioni dovrà essere<br />

proposta in occasione del Consiglio Generale unificato<br />

1974”. ; seguirono poi documenti di commissioni sulle<br />

motivazioni (risposta alle attuali esigenze del mondo<br />

giovanile, identica prospettiva educativa, comune<br />

matrice metodologica), i Commissariati, la stampa,<br />

Formazione capi, Pattuglie nazionali e regionali congiunte,<br />

le unità educative (miste o parallele); fu anche<br />

approvato un sistema di ponderazione del numero dei<br />

voti, in modo che esso fosse uguale fra le due associazioni<br />

(l’ASCI era più numerosa, quindi aveva più consiglieri<br />

generali).<br />

Il Consiglio Generale congiunto AGI-ASCI si tenne dal<br />

3 al 5 maggio 1974 alla Domus Mariae e ad esso<br />

parteciparono per la <strong>Liguria</strong>: AGI Cristina Gasperoni,<br />

Don Luigi Berlingeri, Linda Malerba, Graziella Boero,<br />

Mariuccia Romano, ASCI Sandro Badino, Don Franco<br />

Anfossi, Piero Stagno, Guido Garri, Remo Burlando,<br />

Giampiero Bonabello, Emilio De Lucchi, Sandro<br />

Ricaldone, Elpidio Caroni; capo Guida era Mariella<br />

Spaini e Capo Scout era Bruno Tonin.<br />

Il 3 maggio fu occupato dalle relazioni dei Centrali sull’anno<br />

trascorso, mentre il dibattito sulla fusione entrò<br />

nel vivo la mattina del 4, che iniziò con il canto “le tue


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mani sono piene di fiori”, a due cori<br />

(femminile “fratello mio” e maschile<br />

“sorella mia”), che divenne l’inno<br />

del Consiglio Generale; si discusse<br />

tutto il giorno con Messa alle 19.00<br />

riprendendo dopo cena; la mozione<br />

di fusione fu infine messa in votazione<br />

di fusione e dopo la messa; alle<br />

23.50 si procede alla votazione che<br />

dà i seguenti risultati: ASCI 149<br />

votanti, 28 contrari, 7 astenuti; AGI<br />

87 votanti 86 favorevoli, 1 contrario;<br />

furono poi costituite due commissioni<br />

per Statuto e patto associativo,<br />

che iniziarono immediatamente i<br />

loro lavori.<br />

I voti contrari ASCI, espressi da capi<br />

di grande prestigio, di cui si fece<br />

interprete Fulvio Janovitz, esprimevano<br />

un avvertimento contro la<br />

decadenza metodologica (nella vita<br />

all’aperto, nello stile, nella fedeltà<br />

all’insegnamento di BP) e il timore<br />

che le frangie estremistiche (numerose<br />

nell’AGI, assai meno nell’ASCI)<br />

prendessero il sopravvento.<br />

Nella commissione del Patto associativo<br />

lavorammo tutta la notte<br />

(come già nel 1970 per l’ASCI,<br />

quando finimmo era già chiaro) e<br />

ribadimmo, in buona sostanza, l’impostazione<br />

del 1970 con una chiara<br />

conferma della scelta scout (autoeducazione,<br />

il capo fornisce mezzi ed<br />

occasione di scelte, vita di gruppo e<br />

dimensione comunitaria, coeducazione,<br />

vita all’aperto, gioco, servizio),<br />

della scelta cristiana (vissuta in<br />

comunità, nell’ascolto della parola di<br />

Dio e nella preghiera eucaristica,<br />

4<br />

AGESCI<br />

informando la vita al servizio, come<br />

espressione concreta della carità),<br />

della scelta politica (superamento<br />

dell’individualismo, educazione alla<br />

libertà, impegno della scelta educativa<br />

in senso alternativo a modelli di<br />

comportamento che strumentalizzano<br />

la persona, rifiuto della violenza<br />

palese ed occulta).<br />

Il 5 maggio furono approvati il<br />

nuovo Statuto, il regolamento del<br />

Consiglio Generale, il Patto associativo<br />

(questo per un anno, con approvazione<br />

definitiva rimandata al<br />

Consiglio Generale 1975) ed eletto<br />

il nuovo Commissariato Centrale; il<br />

consiglio generale terminò alle<br />

15.30.<br />

Piero Stagno


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Numeri e scout<br />

Il 16 <strong>marzo</strong> sono apparsi i risultati<br />

di uno studio dell’Istituto<br />

Degli Innocenti sui partecipanti<br />

a RoverWay06. Il campione<br />

della ricerca, formato da 2.522<br />

giovani scout provenienti da 25<br />

paesi europei e iscritti a 39<br />

diverse associazioni scout, di età<br />

compresa tra i 16 e i 21 anni e<br />

sono stati sentiti 1.284 maschi e<br />

1.238 femmine.<br />

Il questionario, diffuso in 5 lingue<br />

riguardava “l’esperienza<br />

scout”; “religiosità e spiritualità”;<br />

“etica e legalità”; “partecipazione<br />

sociale e fiducia nelle istituzioni”;<br />

“consumi e stili di vita”;<br />

“futuro”.<br />

Non conosco la formulazione<br />

originale delle domande. Ecco<br />

però i risultati riportati dai<br />

comunicati stampa:<br />

“Esperienza scout. Lo scoutismo<br />

si conferma una valida scuola di<br />

vita: insegna ad agire, a mettersi<br />

alla prova, ad affrontare i problemi<br />

e a stare insieme e cooperare,<br />

nel gruppo e nella società.<br />

Per i 3/4 degli intervistati essere<br />

scout significa “saper essere servizievoli<br />

verso il prossimo” e per<br />

i 2/3 “saper vivere e lavorare in<br />

gruppo”. Tra le motivazioni dell’essere<br />

scout, al primo posto,<br />

spicca “mettersi alla prova”,<br />

seguito da “il divertimento”, il<br />

“mettersi al servizio degli altri” e<br />

“imparare cose nuove”. Seguono<br />

le motivazioni del gioco, del rapporto<br />

con la natura e dell'avventura.<br />

Religiosità e spiritualità. In questa<br />

sezione si è indagato il rapporto<br />

con la fede. Quasi il 50%<br />

del campione è credente, il 16%<br />

si dichiara “in ricerca” il 15%<br />

dice di essere credente ma di<br />

non riconoscersi in nessuna confessione<br />

religiosa. L’81% del<br />

campione è cattolico.<br />

Etica e legalità. Quasi l'82%<br />

ritiene possibile ubriacarsi, il<br />

47% fumare marijuana, oltre il<br />

90% accetta il sesso prematrimoniale<br />

e più del 42% non<br />

esclude di poter far sesso con<br />

una persona sposata. Questa<br />

apertura verso la trasgressione si<br />

allinea in realtà agli atteggiamenti<br />

prevalenti anche nel<br />

mondo giovanile non scout e<br />

dominanti nella cultura contemporanea<br />

dove è un dato di fatto<br />

la relatività dell’etica e del senso<br />

di legalità. Il 39% non esclude<br />

di poter abortire, mentre quasi il<br />

91% pensa di poter usare<br />

materiale digitale piratato.<br />

Partecipazione sociale e fiducia<br />

nelle istituzioni. Gli scout europei<br />

si sentono per il 50% prevalentemente<br />

legati alla nazione e<br />

alla città di provenienza e, solo<br />

in seconda istanza, si proietta<br />

5<br />

AGESCI<br />

sull'essere cittadini del mondo<br />

(48%) e poi di Europa (39%).<br />

Un atteggiamento non lontano<br />

da quello dei giovani non scout<br />

dato che, secondo<br />

l’Eurobarometro, i ragazzi vivono<br />

l'Europa come una patria di<br />

secondo livello ma alla quale<br />

guardano con interesse crescente.<br />

Tanti sembrano essere delusi<br />

dalla politica: il 30% non ha<br />

nessuna fiducia nei partiti, il<br />

20% non ne ha nei funzionari<br />

dello stato e nei militari, il<br />

42,5% non ha fiducia nei politici.<br />

Al contrario, i giovani continuano<br />

a riporre fiducia nella<br />

famiglia, oltre il 70%, nei loro<br />

capi scout, il 35% e negli scienziati,<br />

il 20%.<br />

Consumi e stili di vita. L’86%<br />

del campione possiede il cellulare<br />

e il pc, oltre il 70% hanno<br />

lettori dvd e videoregistratori. Il<br />

44% vorrebbe avere una macchina,<br />

il 35% il computer portatile.<br />

Il 44% degli intervistati<br />

legge il giornale tutti i giorni. Il<br />

5,3% va a un concerto ogni settimana,<br />

mentre il 15% non ci<br />

va mai. Il 40% esce di casa da<br />

solo la sera più volte alla settimana.<br />

Futuro. Guardando al futuro i<br />

giovani europei appaiono consapevoli<br />

e disincantati, più di 1 su


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4 si dichiara preoccupato, ma 2 su 3 sono<br />

pronti a rimboccarsi le maniche per poter<br />

avere un lavoro realizzante e socialmente<br />

utile. L'impegno sociale porta quasi la metà<br />

degli scout a fare esperienze di volontariato<br />

anche in altre associazioni e conferma la marcia<br />

in più che lo scoutismo riesce a dare ai<br />

giovani.”<br />

(dal comunicato della Provincia di Firenze).<br />

Relativamente al commento degli stessi risultati<br />

Repubblica per esempio titola: ”Gli scout<br />

dicono si a droga, sesso e alcol”. E il Corriere:<br />

“Anche gli scout cambiano: la trasgressione<br />

non è tabù”.<br />

L’imprecisione e la leggerezza con la quale<br />

vengono illustrati solo questa parte dei dati è<br />

effettivamente un po scandalosa.<br />

La pubblicazione degli articoli ha suscitato,<br />

naturalmente e giustamente, la reazione della<br />

Capo guida e del Capo scout, I quali (riassumo<br />

banalizzando) stigmatizzano il carattere<br />

scandalistico e un po superficiale di alcuni di<br />

questi articoli e difendono l’<strong>Agesci</strong>, attaccata<br />

sulla base dei dati che però non la riguardano<br />

totalmente (solo il 33% degli intervistati fa<br />

parte dell’<strong>Agesci</strong>).<br />

Premesso che sono d’accordo nel merito con<br />

tutto quello che la Capo guida e il Capo scout<br />

dicono nella loro lettera, mi piacerebbe cercare<br />

di fare alcune riflessioni su alcuni dei quesiti<br />

posti nel questionario.<br />

Il Capo scout e la Capo guida scrivono:<br />

“I ragazzi che entrano negli scout non sono il<br />

frutto di una cernita e di un reclutamento che<br />

sceglie esclusivamente ragazzi perfetti e di<br />

valori “provati”. I nostri iscritti sono figli del<br />

nostro tempo, con tutti i pro ed i contro che li<br />

6<br />

AGESCI<br />

contraddistinguono. Anzi, spesso la nostra<br />

azione si rivolge a giovani che vivono in realtà<br />

difficili e di forte marginalità sociale, con tutte<br />

le problematicità del caso. Ed anche nelle<br />

realtà più benestanti, le problematiche educative<br />

ed i messaggi sociali che interessano i<br />

nostri ragazzi non aiutano di certo il nostro<br />

modello educativo”<br />

Mi sembra che si possa affermare che, non<br />

certo da una cernita e/o reclutamento, ma che<br />

di fatto una certa selezione ci sia (non so a<br />

livello nazionale, ma di certo a livello regionale).<br />

Se si facesse della statistica sulle famiglie<br />

di provenienza degli iscritti credo che si troverebbe<br />

che in realta la maggior parte provengono<br />

prevalentemente da famiglie cattoliche.<br />

Dunque il risultato della stessa indagine,<br />

ristretto a un campione che proviene da questo<br />

tipo di storia personale contiene un elemento<br />

informativo in più.<br />

I dati del questionario (quello ipotetico da<br />

fare) sarebbero dunque ancora piu interessanti<br />

perché metterebbero in evidenza come una<br />

generazione di giovani esposti a determinati<br />

sistemi di valori rispondono in modo inaspettato.<br />

Su questi dati sarebbe interessante<br />

riflettere e trarre alcune conclusioni.<br />

I risultati sulla legalita sono particolarmente<br />

interessanti: suggeriscono infatti che nonostante<br />

la Legge sia uno dei punti cardine<br />

dello scautismo, ci sia ancora una certa elasticità<br />

nell’interpretarla, in particolare se si parla<br />

di cose che più da vicino riguardano gli intervistati<br />

(per esempio la pirateria e l’utilizzo di<br />

droghe leggere).<br />

Questo particolare dato, relativo a 2500 scout<br />

è persino piu informativo di quello generale,


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7<br />

AGESCI


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perchè mette in relazione giovani che vivono<br />

una proposta educativa fortemente caratterizzata<br />

dalla legalità con una risposta che tutto<br />

sommato non è molto diversa da quella che si<br />

avrebbe da un campione che non sta vivendo<br />

la proposta educativa. Dunque evidenzia una<br />

certa incongruenza tra I valori proposti e il<br />

risultato. In particolare mi porta a domandarmi<br />

se l’esperienza scout penetri davvero nelle<br />

scelte della vita vera, o se invece rimanga solo<br />

un bel gioco.<br />

8<br />

AGESCI<br />

Le risposte in merito all’etica sono effettivamente<br />

un po complicate da interpretare.<br />

Tuttavia mi sembra che I dati suggeriscano la<br />

seguente riflessione: il messaggio che passiamo<br />

come catechisti è sufficientemente esplicito<br />

in merito a questi temi? Affronta davvero<br />

fino in fondo le problematiche critiche dei<br />

nostri giorni? L’aborto, I rapporti prematrimoniali,<br />

l’omosessualita, perfino I rapporti extraconiugali…<br />

Quanto se ne parla in branca r/s?<br />

O perfino quanto se ne parla nelle Co.Ca.?<br />

Quanto questi messaggi vengono discussi,<br />

smontati e criticati con I ragazzi?<br />

Infine sarebbe davvero bello far fare lo stesso<br />

questionario ai capi e confrontare I risultati.<br />

Questo solo per dire che anche I capi sono<br />

figli di questo tempo. I capi di altre generazioni<br />

sono sempre meno, e sempre di piu sono I<br />

giovani che quindi si trovano a doversi mettere<br />

in discussione su problemi che sono anche<br />

I loro. Si potrebbe cercare di capire quanto<br />

grande è la differenza tra I capi nelle strutture<br />

associative regionali e nazionali e I capi che<br />

fanno servizio attivo. E capire come cercare di<br />

colmare un po’ questa differenza.<br />

Si avrebbe l’indicazione precisa di quanto I<br />

capi sono un esempio di persone in cammino,<br />

e si avrebbe l’opportunita di leggere, in modo<br />

inconfutabilmente realistico, qual’è la vera<br />

distanza, la vera differenza tra I ragazzi e I<br />

loro capi, ma anche dove la poca distanza è<br />

un punto debole e dove invece rappresenta<br />

un punto di forza.<br />

A quando un bel questionario regionale?<br />

Abe Ge 26


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Don Stelio Spanò:<br />

il nuovo AE regionale<br />

Lo scorso 2 <strong>aprile</strong> Don Stelio<br />

Spanò è stato ufficialmente nominato<br />

dall’Arcivescovo Bagnasco<br />

Assistente Ecclesiastico Regionale<br />

dell’<strong>Agesci</strong> <strong>Liguria</strong>.<br />

Succede a Don Nicolò Anselmi, che<br />

dal settembre scorso è il<br />

Responsabile nazionale della Cei<br />

per la Pastorale Giovanile. Don<br />

Stelio ha 40 anni ed è Parroco<br />

nella Parrocchia di S. Rocco di<br />

Principe.<br />

Lo abbiamo incontrato appena<br />

dopo la sua nomina e gli abbiamo<br />

posto qualche domanda.<br />

- Ti aspettavi questa nomina?<br />

Conosci la “grande famiglia degli<br />

scout”?<br />

“Ad essere sincero non mi aspettavo<br />

di diventare Assistente regionale<br />

dell’<strong>Agesci</strong>, ma sono molto contento<br />

di intraprendere questo nuovo<br />

cammino che si va ad aggiungere<br />

ai miei impegni di parroco.<br />

9<br />

Conosco abbastanza bene lo scautismo:<br />

sono stato, appena ordinato<br />

sacerdote, per 6 anni AE del Ge52.<br />

In seguito, per diversi anni, ho<br />

seguito i campi scuola di branca<br />

L/C. Ed ora…eccomi qua!”<br />

- Cosa ti aspetti da questa nuova<br />

“avventura”?<br />

“Credo che ogni nuova esperienza<br />

che ci si presenti sia un’occasione<br />

di ulteriore crescita personale che<br />

‘fa bene’ alla vita.<br />

E’ naturale che le cose nuove all’inizio<br />

ci spaventino un po’, anche<br />

per me è così, ma sono fiducioso e<br />

contento che il Signore mi abbia<br />

chiamato anche a questo compito.<br />

Inoltre, mi ha sempre affascinato la<br />

vita scout: ognuno ha un ruolo ben<br />

preciso.<br />

A me viene chiesto semplicemente<br />

da fare il prete: questo è il mio<br />

ruolo! E ne sono felice!”<br />

Benvenuto tra noi, Don Stelio!<br />

Buona Strada!


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10

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