3 Il 29 In San DomenICo Pasqua, un concerto per i nostri lettori
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Tv e bambini, <strong>un</strong> rapporto ad alto rischio<br />
Violenza gratuita<br />
ed eccessiva,<br />
pubblicità subdola<br />
e fuorviante, passività<br />
e tolleranza nella<br />
vita: sono quegli<br />
aspetti più allarmanti<br />
dell’uso smodato della<br />
Televisione.<br />
La maggioranza dei<br />
bambini di età inferiore<br />
ai cinque anni siedono<br />
davanti al teleschermo<br />
circa quattro ore al<br />
giorno. Ciò significa che<br />
l’adolescente, arrivato<br />
all’età liceale, avrà<br />
passato <strong>un</strong> numero elevatissimo<br />
di ore a guardare<br />
trasmissioni televisive;<br />
sarà stato ‘maltrattato’<br />
con migliaia<br />
di ann<strong>un</strong>ci pubblicitari<br />
e, indirettamente, avrà<br />
“partecipato” a decine<br />
di migliaia di omicidi.<br />
La conclusione: dopo i<br />
genitori, la televisione<br />
avrà concorso più di<br />
qualsiasi altra fonte a<br />
formare convinzioni,<br />
atteggiamenti, valori<br />
e comportamenti dei<br />
giovani.<br />
<strong>In</strong>dubbiamente il piccolo<br />
schermo ha arrecato<br />
anche qualche beneficio.<br />
I bambini, in linea<br />
di massima, godono di<br />
<strong>un</strong> mondo molto più<br />
ampio e, sicuramente,<br />
possiedono <strong>un</strong> vocabolario<br />
molto più ricco.<br />
Ma non possiamo nascondere<br />
che qualsiasi<br />
spettacolo di violenza<br />
10<br />
tende a stimolare <strong>un</strong><br />
comportamento aggressivo<br />
tra i giovani;<br />
infatti, essa riguarda<br />
la salute psichica individuale.<br />
<strong>Il</strong> tempo che i<br />
bambini trascorrono se-<br />
duti in stato di tensione<br />
davanti all’apparecchio<br />
televisivo è sottratto<br />
ad occupazioni salutari<br />
quali la lettura, il gioco<br />
all’a<strong>per</strong>to, <strong>per</strong>sino<br />
la semplice solitudine<br />
contemplativa. Pochi<br />
sono i genitori che riescono<br />
a lottare contro<br />
la tirannica attrazione<br />
del piccolo schermo.<br />
Le ore dopo la scuola e<br />
le prime ore della sera<br />
erano, di solito, il momento<br />
<strong>per</strong> <strong>un</strong> dialogo<br />
sulle es<strong>per</strong>ienze della<br />
giornata. Oggi è l’apparecchio<br />
televisivo a fare<br />
la maggior parte dei<br />
discorsi. Probabilmente<br />
<strong>un</strong>’eccessiva dipendenza<br />
dalla TV soffoca l’immaginazione<br />
creativa.<br />
Non vi sono più bambini<br />
capaci di ricavare<br />
i loro giocattoli da cose<br />
senza valore; non si<br />
vedono più giocare alla<br />
‘l<strong>un</strong>a’, a fare i ‘cow boy’<br />
o improvvisare nuovi<br />
giochi. Tutto viene sug-<br />
isolarsi dal resto del<br />
mondo e dal momento<br />
che ‘trasferisce’ negli<br />
spettatori tanta violenza,<br />
forse non fa più<br />
impressione vederla dal<br />
vivo o quando vengono<br />
compiuti gli stessi<br />
atti antisociali visti nel<br />
piccolo schermo. Anche<br />
la pubblicità rivolta ai<br />
bambini può essere<br />
deleteria: quanti prodotti<br />
fanno “breccia”<br />
nei bimbi abituandoli a<br />
scadenti usi alimentari<br />
molto prima che sviluppino<br />
capacità mentali di<br />
difesa! Senza arrivare<br />
alla soppressione totale<br />
della TV o usarla<br />
come <strong>un</strong>a baby-sitter<br />
elettronica, i genitori<br />
dovrebbero essere<br />
direttamente coinvolti<br />
guardando occasionalmente<br />
la TV accanto ai<br />
propri figli ed aiutarli<br />
a valutare quello che<br />
vedono. E’ difficile, ma<br />
si può fare!<br />
Giorgio Albéri<br />
C’è anche <strong>un</strong>a neve ‘affascinante’<br />
Nonostante i disagi<br />
che le forti nevicate<br />
creano ai cittadini e<br />
alle varie attività umane,<br />
c’è anche <strong>un</strong>a neve “affascinante”<br />
che è rimasta<br />
nella memoria delle <strong>per</strong>sone.<br />
Per chi è più avanti con gli<br />
anni, la nevicata suscita<br />
il ricordo di quando da<br />
ragazzi si veniva ass<strong>un</strong>ti<br />
<strong>per</strong> spalare la neve: era<br />
quasi <strong>un</strong>a festa <strong>per</strong>ché<br />
i giovani guadagnavano<br />
qualche lira, si sentivano<br />
utili, e anche quelli che avevano solo studiato<br />
s<strong>per</strong>imentavano cosa significa il lavoro delle<br />
braccia. Bastava essere in possesso di stivaloni<br />
di gomma, <strong>per</strong>ché i guanti e il badile venivano<br />
forniti dai dipendenti com<strong>un</strong>ali. Non c’erano partita<br />
IVA, trattenute IRPEF e INPS: si lasciavano<br />
i dati anagrafici, si lavorava e poi dopo qualche<br />
mese si anÅdava alla tesoreria della Cassa di Risparmio<br />
a incassare il compenso. Era <strong>un</strong> modo<br />
<strong>per</strong> guadagnare e <strong>per</strong> sentirsi utili; era <strong>un</strong> modo<br />
<strong>per</strong> far capire che <strong>un</strong> fenomeno climatico come<br />
<strong>un</strong>a grande nevicata era <strong>un</strong> problema <strong>per</strong> tutta<br />
la città e <strong>per</strong> tutti i cittadini.<br />
Poi c’erano le nevicate brevi di varia intensità,<br />
quelle che imbiancano la città e le danno <strong>un</strong><br />
aspetto diverso, <strong>un</strong> fascino particolare: cambiano<br />
i colori e le luci, il paesaggio urbano e quello<br />
delle colline; cambiano le distese agricole della<br />
“bassa” che paiono avvolte da infiniti silenzi<br />
gerito dalla televisione<br />
che può inculcare <strong>un</strong><br />
atteggiamento globale<br />
da spettatore anche<br />
rispetto alla vita, <strong>un</strong>a<br />
tendenza a tirarsi indietro<br />
dal coinvolgimento<br />
diretto in es<strong>per</strong>ienze di<br />
vita reale.<br />
Ai bambini viene troppo<br />
spesso insegnata la<br />
passività: essa crea in<br />
loro l’illusione di essere<br />
stati in qualche posto,<br />
di avere fatto e visto<br />
qualcosa, quando in realtà<br />
sono rimasti seduti<br />
in casa. I figli della televisione,<br />
probabilmente,<br />
hanno poca tolleranza<br />
<strong>per</strong> l’apprendimento<br />
nella scuola. Forse si<br />
distolgono da qualsiasi<br />
impegno se non vi è<br />
gratificazione (alla prima<br />
difficoltà si sciolgono<br />
in lacrime in quanto<br />
vorrebbero tutto facile<br />
come guardare la televisione).<br />
Spesso la “scatola<br />
magica” è l’ideale <strong>per</strong><br />
ed anche l’immagine del<br />
<strong>San</strong>tuario della Madonna<br />
di <strong>San</strong> Luca assume <strong>un</strong><br />
aspetto diverso.<br />
E poi la neve interviene<br />
sulla vita quotidiana,<br />
sulle nostre abitudini: il<br />
manto bianco interrompe<br />
le routine <strong>per</strong>ché obbliga<br />
a cambiare le scarpe<br />
alle <strong>per</strong>sone ed anche<br />
alle automobili che reclamano<br />
gomme speciali o<br />
catene.<br />
Neve significa anche Natale<br />
e Natale significa fede,<br />
feste, presepe, albero, scuole chiuse, tortellini,<br />
cotechino con lenticchie, panettone e certosino.<br />
Significa regali e la Messa cantata, significa parenti<br />
che vedi poche volte all’anno e che ora vedi<br />
di seguito <strong>per</strong> due giorni se non tre: la vigilia, il<br />
25 dicembre e S. Stefano.<br />
Da anziani, forse la neve non piace più, ma evoca<br />
la passata giovinezza e ciò determina, almeno, <strong>un</strong><br />
effetto consolatorio e prodigioso al tempo stesso:<br />
quello di farti tornare indietro a quando la neve<br />
non era fredda, non era scomoda, non gelava,<br />
non creava danno, non fermava le automobili,<br />
non entrava nelle scarpe, non ti chiudeva in casa.<br />
Era <strong>un</strong>’altra neve. Una neve che aveva <strong>un</strong> altro<br />
colore, il verde: quello degli anni che non tornano<br />
più. A differenza della neve.<br />
Marco Poli<br />
(Tratto da Walter Breveglieri, Bologna sotto la neve, a<br />
cura di Marco Poli, Minerva, Bologna 2010).