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“indistria e fede”. il contributo di emerico amari ... - Tocqueville-Acton

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Quaderno <strong>di</strong> Teoria, n. 26 –<strong>di</strong>cembre 2011<br />

economia politica <strong>di</strong> R. Malthus del 1820, per i quali l‟economia doveva fondare la sua<br />

scientificità sull‟azione <strong>di</strong> “esseri mutevoli” come gli uomini, e quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong><br />

proteggerne <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto allo sv<strong>il</strong>uppo. Erano i presupposti ideologici del liberismo, che non si<br />

poteva sottovalutare da parte dell‟intellettualità ed ignorare da parte della classe governativa<br />

.<br />

§3. La posizione sul liberismo.<br />

Le riforme <strong>di</strong> politiche economiche borboniche del 1824 riguardanti, nella prospettiva <strong>di</strong><br />

un aumento della produttività agricola e manifatturiera nella centrale Napoli e nella<br />

periferica Sic<strong>il</strong>ia, la soppressione dei dazi <strong>di</strong> esportazione, l‟aumento <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong><br />

importazione e l‟imposizione del libero cabotaggio tra la parte continentale e quella insulare<br />

del Regno borbonico, avevano aperto in Sic<strong>il</strong>ia una forte querelle dalle forti inclinazioni<br />

europeistiche e centrato sulla vali<strong>di</strong>tà e sulla proponib<strong>il</strong>ità dei <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo:<br />

protezionismo e liberismo. Le acquisizioni dei progetti che avevano riguardato la Sic<strong>il</strong>ia<br />

negli anni imme<strong>di</strong>atamente precedenti, ascrivib<strong>il</strong>i all‟altra “<strong>di</strong>cotomia produttiva” idonea<br />

per la Sic<strong>il</strong>ia riguardante la contrapposizione tra “agriculturismo” ed “industrialismo” su cui<br />

si erano espressi economisti come N. Palmieri, E. Viola, I. Sanf<strong>il</strong>ippo, P. Calvi, P. Barlotta,<br />

V. Natale, S. Scuderi e A. Scigliani, erano andate a confluire, infatti, all‟interno del <strong>di</strong>battito<br />

tra protezionismo e liberismo da cui sarebbero <strong>di</strong>pese le sorti dello sv<strong>il</strong>uppo sic<strong>il</strong>iano anche<br />

in seguito ai nuovi processi <strong>di</strong> industrializzazione che provenivano dai Paesi europei . A<br />

fronte dei protezionisti, in primo luogo F. Malvica e V. Mort<strong>il</strong>laro, per i quali <strong>il</strong><br />

mantenimento dei dazi protettivi avrebbe potuto stimolare e salvaguardare all‟”ombra”<br />

dello Stato la nascente industria sic<strong>il</strong>iana, <strong>di</strong>fendendola dalla concorrenza straniera, e dei<br />

liberisti che consideravano le privative statali un mezzo del tutto inadeguato per <strong>il</strong><br />

commercio, da regolarizzare piuttosto con la libera circolazione dei beni e delle capacità<br />

impren<strong>di</strong>toriali, la posizione <strong>di</strong> Amari, pur aderendo insieme a F. Ferrara, V. D‟Ondes<br />

Reggio e F. P. Perez a quest‟ultima teoria, con <strong>il</strong> lungo saggio del 1837 Della libertà<br />

commerciale tra Napoli e Sic<strong>il</strong>ia o sia della necessità del libero cabotaggio, rimasto ine<strong>di</strong>to<br />

anche per ragioni politiche, assumeva una valenza peculiare proprio in ragione della sua<br />

Economia Civ<strong>il</strong>e . La libertà <strong>di</strong> commercio, soprattutto in una Sic<strong>il</strong>ia in cui dominava<br />

ancora una mentalità “feudaleggiante”, era infatti ritenuta una conseguenza inevitab<strong>il</strong>e <strong>di</strong><br />

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