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Scarica il bollettino - Ordine dei medici-chirurghi ed odontoiatri della ...

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anno XXIV<br />

numero 1-2<br />

gennaio - apr<strong>il</strong>e<br />

2009<br />

RIVISTA BIMESTRALE DI INFORMAZIONE MEDICA <strong>bollettino</strong> bimestrale<br />

Poste Italiane S.p.A.<br />

Sp<strong>ed</strong>izione in Abbonamento<br />

Postale D.L. 353/2003<br />

(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)<br />

art. 1 co. 1, DCB Trieste<br />

<strong>Ordine</strong><br />

<strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici Chirurghi<br />

e degli Odontoiatri<br />

<strong>della</strong> Provincia di Trieste


La piaga delle malattie amianto-correlate che affligge <strong>il</strong> Friuli Venezia Giulia e soprattutto le province<br />

di Trieste e Gorizia è oggetto di particolare attenzione da parte dell’Amministrazione regionale<br />

che, costituita la Commissione regionale sull’amianto con compiti di vig<strong>il</strong>anza sul fenomeno<br />

anche tramite la gestione dell’elenco degli esposti, ha avviato un programma di sorveglianza sanitaria<br />

su questi ultimi.<br />

Al fine di spiegare ai cittadini esposti <strong>ed</strong> agli operatori sanitari, specie <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, gli aspetti essenziali<br />

delle malattie amianto-correlate <strong>ed</strong> i caratteri del percorso di sorveglianza sanitaria adottato, a<br />

cura dell’Ufficio Stampa regionale è stato realizzato un DVD che verrà distribuito ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, <strong>ed</strong> in<br />

particolare a quelli di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na generale, alle associazioni di volontariato <strong>ed</strong> ai patronati, ai cittadini<br />

interessati ad approfondire <strong>il</strong> tema.<br />

C A M I C E R I A<br />

Corso Italia 8 - 34121 Trieste<br />

Tel/Fax: 040 660082<br />

Ottica<br />

Guido Avanzo Succ.<br />

34131 Trieste - Corso U. Saba 8 - tel. 040 636058


ollettino bimestrale<br />

anno XXIV<br />

numero 1 - 2<br />

gennaio - apr<strong>il</strong>e 2009<br />

Consiglio Direttivo<br />

Presidente Claudio Pandullo<br />

Vicepresidente Dino Trento<br />

Segretario Ronald Tramarin<br />

Tesoriere Andrea Vuga<br />

ConsiglieriRoberto Adovasio, Mario Balestra,<br />

Biagio Borea, Fabrizio Briganti Piccoli, Gaetano<br />

Castronovo (Odont.), Gabriella Clarich, Paolo<br />

Gustini, Giorgio Longo, Mauro Melato, Euro<br />

Ponte, Denis Pregarc (Odont.), Cosimo Quaranta,<br />

Maurizio Sp<strong>ed</strong>icati<br />

Revisori <strong>dei</strong> Conti Tiziana Cimolino (Presidente),<br />

Rinaldo Rolli. Fabio Ranieri, Laura Ukovich<br />

(Supplente)<br />

Commissione Odontoiatri Diego Paschina<br />

(Presidente), Gaetano Castronovo, Antonella<br />

Bonivento, Claudia Busecchian, Denis Pregarc<br />

Direttore Responsab<strong>il</strong>e Mauro Melato<br />

Videoimpaginazione<br />

Quickline sas<br />

Via S. Caterina da Siena 3, 34122 Trieste<br />

Autorizzazione del Tribunale<br />

di Trieste n. 675<br />

Registrazione del 24/07/1985<br />

Stampa a cura di F&G Prontostampa - Trieste<br />

Finito di stampare <strong>il</strong> 13 maggio 2009<br />

Pubblicità inferiore<br />

Direzione e R<strong>ed</strong>azione del Bollettino<br />

Piazza Goldoni, 10 - 34122 Trieste<br />

tel 040636856 fax 040368998<br />

e-ma<strong>il</strong>: omceots@iol.it<br />

in questo numero...<br />

6 L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE<br />

9 E L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE CAO<br />

11 DALL’ASSESSORE KOSIC UN IMPORTANTE<br />

DOCUMENTO, IL PRIMO IN ITALIA, CHE<br />

RIVOLUZIONA TUTTE LE PROCEDURE DI<br />

SEGNALAZIONE IN CASO DI INFORTUNIO E<br />

MALATTIA PROFESSIONALE<br />

17 NOTIZIE DALLA FACOLTÀ MEDICA...<br />

18 … E DAGLI SPECIALIZZANDI...<br />

19 ... DALLA STAMPA INTERNAZIONALE<br />

22 RUBRICA DI BIOETICA<br />

23 ED INFINE UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA<br />

24 RUBRICA SINDACALE<br />

27 NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE MOGLI<br />

MEDICI ITALIANI<br />

27 ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI<br />

28 CODICE DEONTOLOGICO<br />

30 GLI EVENTI PATROCINATI DALL’ORDINE


Quickline è <strong>il</strong> partner ideale per l’organizzazione<br />

di congressi, eventi, meeting, convention, workshop:<br />

<strong>il</strong> tutto progettato e realizzato in stretta sinergia con <strong>il</strong> cliente,<br />

per incontrare al meglio le esigenze di ognuno. Logistica, segreteria<br />

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❖ (legale, fiscale, finanziaria, commerciale, economico, tecnico scientifico, pubblicitario, divulgativo…)<br />

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PRESENTAZIONE<br />

Una presentazione ci vuole, ma non aulica, in<br />

uno spirito nuovo. Il <strong>bollettino</strong> che con questo<br />

numero parte vuole infatti rompere con <strong>il</strong> passato,<br />

integrando la sua funzione di organo ufficiale<br />

di informazione dell’<strong>Ordine</strong> triestino con<br />

una nuova, quella di rappresentare lo strumento<br />

priv<strong>il</strong>egiato di comunicazione, e se possib<strong>il</strong>e<br />

di vero e proprio dialogo, tra tutti gli iscritti.<br />

Fac<strong>il</strong>e? Mah! Forse diffic<strong>il</strong>e; ad ogni modo un<br />

esperimento che tento con grande entusiasmo<br />

dopo tanti anni passati negli organi direttivi e,<br />

soprattutto, in mezzo alla categoria, condividendone<br />

bisogni <strong>ed</strong> aspirazioni.<br />

Un <strong>bollettino</strong>, quello progettato, a cui rivolgersi<br />

ogni volta che, da collega tra colleghi, si pensi di<br />

aver qualcosa da raccontare o da chi<strong>ed</strong>ere agli<br />

altri, tanto impegnati in compiti organizzativi<br />

che sul fronte <strong>della</strong> professione; un <strong>bollettino</strong> a<br />

misura di tutti, dal momento che ogni iscritto<br />

potrà scrivere la sua parte dando voce ai propri<br />

pensieri sulle variegate e complesse problematiche<br />

che, riguardandolo, non possono non riguardare<br />

solidariamente <strong>il</strong> resto <strong>della</strong> categoria.<br />

Il direttore, con questa premessa, non potrà<br />

quindi essere che lo strumento atto a stimolare<br />

e fac<strong>il</strong>itare la comunicazione e, proprio perciò,<br />

deve esordire in maniera anticonvenzionale <strong>ed</strong><br />

un po’ sfrontata augurando a tutti i lettori: buon<br />

lavoro a voi!<br />

Mauro Melato<br />

5


Consenso informato e testamento biologico<br />

Cosa dice <strong>il</strong> Codice Deontologico di M<strong>ed</strong>icina<br />

Il Codice Deontologico di M<strong>ed</strong>icina è stato recentemente<br />

aggiornato nel dicembre del 2006.<br />

In molti punti si occupa delle problematiche relative al<br />

consenso informato e dell’ autonomia del cittadino in merito<br />

alle direttive anticipate rendendolo attuale anche rispetto<br />

ai numerosi dibattiti che hanno diviso recentemente<br />

l’opinione pubblica.<br />

Conviene esaminare per punti i dettami del Codice partendo<br />

dal Titolo II intitolato “Doveri generali del m<strong>ed</strong>ico,<br />

dove al Capo I “Libertà, indipendenza e dignità <strong>della</strong> professione”<br />

, l’articolo 3, doveri del m<strong>ed</strong>ico recita:<br />

“dovere del m<strong>ed</strong>ico è la tutela <strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> salute fisica<br />

e psichica dell’Uomo e <strong>il</strong> sollievo dalla sofferenza nel rispetto<br />

<strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona umana,<br />

senza distinzioni di età, di sesso, etnia, di religione, di<br />

nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di<br />

pace e in tempo di guerra, quali siano le condizioni istituzionali<br />

o sociali nelle quali si opera. Ed inoltre: “la salute<br />

è intesa nell’accezione più ampia del termine, come<br />

condizione cioè di benessere fisico e psichico <strong>della</strong> persona”.<br />

Il Codice delimita <strong>il</strong> campo dell’agire m<strong>ed</strong>ico mettendo al<br />

centro la persona <strong>ed</strong> <strong>il</strong> suo benessere più completo sia fisico<br />

che psichico. Ribadisce nella prima parte dell’articolo<br />

3 <strong>il</strong> giuramento di Ippocrate cardine <strong>della</strong> nostra Professione.<br />

Dalla analisi di questo punto risulta evidente come <strong>il</strong> solo<br />

seguire le regole del codice deontologico siano sufficienti<br />

per indirizzare correttamente l’agire m<strong>ed</strong>ico nei termini<br />

dell’accoglienza delle persone sofferenti che si rivolgono<br />

a noi.<br />

Inoltre all’ articolo 4 - Libertà e indipendenza <strong>della</strong> professione-<br />

si ribadisce che “L’esercizio <strong>della</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na è<br />

fondato sulla libertà e sull’indipendenza <strong>della</strong> professione<br />

che costituiscono diritto inalienab<strong>il</strong>e del m<strong>ed</strong>ico”; e proseguendo<br />

<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico “non deve soggiacere a interessi, imposizioni<br />

e suggestioni di qualsiasi natura”.<br />

Viene chiamato infine in causa l’<strong>Ordine</strong> professionale:<br />

“…deve operare al fine di salvaguardare l’autonomia professionale<br />

e segnalare all’<strong>Ordine</strong> ogni iniziativa tendente<br />

a imporgli comportamenti non conformi alla deontologia<br />

professionale”.<br />

Il campo di azione del m<strong>ed</strong>ico risulta quindi ben delineato<br />

<strong>ed</strong> in questi primi punti del Codice emerge forte l’invito<br />

ad agire in coscienza oltre che in scienza.<br />

Dopo queste premesse iniziali <strong>il</strong> Codice inizia ad esaminare<br />

i vari punti che devono regolare la condotta del m<strong>ed</strong>ico.<br />

Nel Capo III “Obblighi peculiari del m<strong>ed</strong>ico” all’Articolo<br />

12 - Trattamento <strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i-compare la prima citazione<br />

relativa alla figura del rappresentante legale, ossia<br />

<strong>il</strong> primo riferimento ai campi di azione dell’ amministratore<br />

si sostegno, qualora sia stato nominato:<br />

6<br />

L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE ...<br />

“… è consentito <strong>il</strong> trattamento <strong>dei</strong> dati personali del paziente<br />

in assenza del consenso dell’interessato solo <strong>ed</strong><br />

esclusivamente quando …..vi sia la necessità di salvaguardare<br />

la vita o la salute del paziente o di terzi nell’ipotesi<br />

in cui <strong>il</strong> paziente m<strong>ed</strong>esimo non sia in grado di<br />

prestare <strong>il</strong> proprio consenso per impossib<strong>il</strong>ità fisica, per<br />

incapacità di agire e/o di intendere o volere; in quest’ultima<br />

situazione peraltro, sarà necessaria l’autorizzazione<br />

dell’eventuale legale rappresentante laddove prec<strong>ed</strong>entemente<br />

nominato.”<br />

L’interpretazione di questo articolo evidenzia la necessità<br />

di informarsi da parte del m<strong>ed</strong>ico oltre <strong>della</strong> volontà<br />

espressa dal paziente, e rispettarla, anche <strong>della</strong> nomina di<br />

un eventuale rappresentante legale. Il non rispetto di<br />

questa norma espone <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico alla violazione del codice<br />

deontologico.<br />

Proseguendo con la lettura del Codice v<strong>ed</strong>iamo che <strong>il</strong> Capo<br />

IV affronta altri temi cruciali dell’opera del m<strong>ed</strong>ico ossia<br />

gli “Accertamenti diagnostici e trattamenti terapeutici”.<br />

Questi argomenti sono di drammatica attualità anche per<br />

le recenti vicende legate al caso Englaro che ha diviso<br />

sia l’opinione pubblica che la classe m<strong>ed</strong>ica, tanto da indurre<br />

la classe politica a mettere mano al cosiddetto “Testamento<br />

biologico”.


Esaminando i punti relativi del codice possiamo trovare alcune<br />

risposte a queste problematiche.<br />

L’Articolo 3 del Capo IV si intitola appunto “Prescrizione e<br />

trattamento terapeutico”, <strong>ed</strong> inizia recitando:<br />

“La prescrizione di un accertamento diagnostico e/o terapia<br />

impegna la diretta responsab<strong>il</strong>ità professionale <strong>ed</strong><br />

etica del m<strong>ed</strong>ico e non può che far seguito a una diagnosi<br />

circostanziata o quantomeno, a un fondato sospetto<br />

diagnostico”.<br />

Questo punto riporta alla ribalta la responsab<strong>il</strong>ità del m<strong>ed</strong>ico<br />

nel suo agire quotidiano in scienza.<br />

Continua quindi:<br />

“... È riconosciuta autonomia nella programmazione, nella<br />

scelta e nella applicazione di ogni presidio diagnostico<br />

e terapeutico, anche in regime di ricovero” ma puntualizza<br />

“fatta salva la libertà del paziente di rifiutarla e di assumersi<br />

la responsab<strong>il</strong>ità del rifiuto stesso”. Ed è proprio<br />

in questo punto che entra per la prima volta la libertà del<br />

paziente, chiaramente espressa, di rifiutare una diagnosi<br />

o una terapia, ma <strong>il</strong> codice ribadisce che è <strong>il</strong> paziente<br />

stesso che si assume la responsab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> scelta.<br />

I casi di Piergiorgio Welby <strong>ed</strong> Eluana Englaro recentemente<br />

balzati all’attenzione <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ia riportano in evidenza<br />

la necessità che la volontà del paziente sia certa e<br />

documentata.<br />

Proseguendo nell’analisi dell’articolo 13 al m<strong>ed</strong>ico vengono<br />

“vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di<br />

presidi diagnostici non provati scientificamente o non<br />

supportati da adeguata sperimentazione e documentazione…”<br />

Ed inoltre “in nessun caso <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico dovrà acc<strong>ed</strong>ere a richieste<br />

del paziente in contrasto con i principi di scienza<br />

e coscienza allo scopo di compiacerlo, sottraendolo ad<br />

efficaci cure disponib<strong>il</strong>i” si ribadisce quindi la centralità si<br />

del paziente ma anche del m<strong>ed</strong>ico quale tutore <strong>della</strong> salute<br />

delle persone che si affidano a lui.<br />

Gli articoli 16 e 17 affrontano in maniera chiara l’accanimento<br />

diagnostico-terapeutico e dell’eutanasia, temi<br />

quanto mai attuali:<br />

Articolo 16 - Accanimento diagnostico-terapeutico<br />

“Il m<strong>ed</strong>ico, anche tenendo conto delle volontà del paziente<br />

laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in<br />

trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa<br />

fondatamente attendere un beneficio per la salute del<br />

malato e/o un miglioramento <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita”. Ritorna<br />

quindi <strong>il</strong> concetto <strong>della</strong> libertà di scelta del paziente,<br />

ma anche <strong>della</strong> necessità che questa sia stata espressa<br />

<strong>ed</strong> inoltre l’invito al m<strong>ed</strong>ico a decidere, sempre in<br />

scienza e coscienza, valutando l’efficacia delle sue scelte<br />

sempre nell’interesse <strong>della</strong> persona.<br />

Articolo 17 Eutanasia: “Il m<strong>ed</strong>ico, anche su richiesta, del<br />

malato, non deve effettuare nÈ favorire trattamenti finalizzati<br />

a provocarne la morte”. Questo ultimo articolo si<br />

commenta da solo.<br />

Come osservazione risulta molto spesso diffic<strong>il</strong>e distinguere<br />

correttamente <strong>il</strong> confine fra la cura m<strong>ed</strong>ica e l’accanimento<br />

terapeutico. È qui che entra in campo <strong>il</strong> fondamento<br />

<strong>della</strong> cultura m<strong>ed</strong>ica ossia l’agire in scienza e<br />

coscienza, è <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico che di volta in volta deve decidere.<br />

Nel titolo III Rapporti con <strong>il</strong> cittadino <strong>il</strong> codice affronta in<br />

maniera dettagliata i rapporti che <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve tenere<br />

con <strong>il</strong> paziente.<br />

Fra questi nel Capo II Doveri del m<strong>ed</strong>ico e diritti del cittadino<br />

l’articolo 27 sancisce la “Libera scelta del m<strong>ed</strong>ico e<br />

del luogo di cura” che “…costituisce <strong>il</strong> fondamento del<br />

rapporto tra m<strong>ed</strong>ico e paziente.”<br />

Il Capo III si occupa di Doveri di assistenza.<br />

L’articolo 32 recita appunto:<br />

“Il m<strong>ed</strong>ico deve impegnarsi a tutelare <strong>il</strong> minore, l’anziano<br />

e <strong>il</strong> disab<strong>il</strong>e, in particolare quando ritenga che l’ambiente,<br />

fam<strong>il</strong>iare o extrafam<strong>il</strong>iare, nel quale vivono, non sia sufficientemente<br />

sollecito alla cura <strong>della</strong> loro salute…”<br />

Viene posta particolare attenzione al minore “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico<br />

deve adoperarsi, in qualsiasi circostanza, perchè <strong>il</strong> minore<br />

possa fruire di quanto necessario per un armonico sv<strong>il</strong>uppo<br />

psico-fisico” <strong>ed</strong> aggiunge “… all’anziano e al disab<strong>il</strong>e<br />

siano garantite qualità e dignità di vita” e lo si invita “…in<br />

caso di opposizione <strong>dei</strong> legali rappresentanti alla necessaria<br />

cura <strong>dei</strong> minori e degli incapaci, deve ricorrere alla<br />

competente autorità giudiziaria”.<br />

Il Capo IV si occupa di Informazione e consenso.<br />

L’articolo 33 tratta l’informazione al cittadino e in maniera<br />

dettagliata impone al m<strong>ed</strong>ico delle regole comportamentali:<br />

“Il m<strong>ed</strong>ico deve fornire al paziente la più idonea informazione<br />

sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le<br />

eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prev<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>i<br />

conseguenze delle scelte operate.<br />

Il m<strong>ed</strong>ico dovrà comunicare con <strong>il</strong> soggetto tenendo conto<br />

delle sue capacità di comprensioni, al fine di promuovere<br />

la massima partecipazione alle scelte decisionali e<br />

l’adesione alle proposte diagnostico- terapeutiche” viene<br />

quindi sancita quella che viene comunemente definita<br />

l’alleanza terapeutica con <strong>il</strong> paziente fondamento <strong>della</strong><br />

attuale <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na.<br />

L’articolo prosegue:<br />

“Ogni ulteriore richiesta di informazione del cittadino deve<br />

essere soddisfatta.”<br />

“… le informazioni riguardanti prognosi gravi o infauste o<br />

tali da poter procurare preoccupazione e sofferenza alla<br />

persona, devono essere fornite con prudenza, usando<br />

terminologia non traumatizzanti e senza escludere elementi<br />

di speranza”.<br />

In questo articolo si invita ad umanizzare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />

la comunicazione con <strong>il</strong> paziente ma soprattutto a non<br />

omettere temi di speranza. In questo punto si esprime la<br />

ricerca dell’empatia con <strong>il</strong> paziente che deve sempre ispirare<br />

l’azione del m<strong>ed</strong>ico.<br />

Ed infine per ribadire <strong>il</strong> rispetto <strong>della</strong> volontà del paziente:<br />

“La documentata volontà <strong>della</strong> persona assistita di<br />

non essere informata o di delegare ad altro soggetto l’informazione<br />

deve essere rispettata” ricordando però che la<br />

volontà deve essere si rispettata ma anche documentata.<br />

L’articolo 34 esplicita ulteriormente <strong>il</strong> problema dell’informazione<br />

a terzi e qui ritorna <strong>il</strong> riferimento alle persone indicate<br />

alla raccolta delle informazioni: “L’informazione a<br />

terzi presuppone <strong>il</strong> consenso esplicitamente espresso dal<br />

paziente…..in caso di paziente ricoverato, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve<br />

raccogliere gli eventuali nominativi delle persone preliminarmente<br />

indicate dallo stesso a ricevere la comunicazione<br />

<strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i.” È da far r<strong>il</strong>evare come anche in<br />

questo articolo <strong>il</strong> consenso deve essere esplicitamente<br />

espresso e devono essere chiaramente indicate le persone<br />

di riferimento.<br />

7


L’articolo 35 tratta dell’Acquisizione del consenso e sancisce<br />

che: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico non deve intraprendere attività diagnostica<br />

e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso<br />

esplicito e informato del paziente”.<br />

E proseguendo: “In ogni caso, in presenza di documentato<br />

rifiuto di persona capace, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve desistere dai<br />

conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo<br />

consentito alcun trattamento m<strong>ed</strong>ico contro la volontà<br />

<strong>della</strong> persona” emerge quindi in maniera inequivocab<strong>il</strong>e <strong>il</strong><br />

monito al rispetto <strong>della</strong> volontà del paziente ma va ribadito,<br />

ancora un a volta, che <strong>il</strong> rifiuto deve essere chiaramente<br />

documentato.<br />

Ed alla fine dell’articolo vengono riprese le disposizioni<br />

relative all’accanimento terapeutico: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve intervenire,<br />

in scienza e coscienza, nei confronti del paziente<br />

incapace, nel rispetto <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona e<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita, evitando ogni accanimento terapeutico,<br />

tenendo conto delle prec<strong>ed</strong>enti volontà del paziente”<br />

si ribadisce quindi l’autonomia e l’inviolab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />

volontà del paziente e la necessità del m<strong>ed</strong>ico di operare<br />

anche in questa condizione in scienza e coscienza.<br />

L’articolo 37 esamina quindi la figura <strong>ed</strong> i campi di azione<br />

del legale rappresentante del paziente: “allorché si tratti<br />

di minore o di interdetto <strong>il</strong> consenso agli interventi diagnostici<br />

e terapeutici, nonché <strong>il</strong> trattamento <strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i,<br />

deve essere espresso dal rappresentante legale. Il<br />

m<strong>ed</strong>ico, nel caso in cui sia stato nominato dal giudice tutelare<br />

un amministratore di sostegno deve debitamente<br />

informarlo e tenere nel massimo conto le sue istanze”.<br />

In questo articolo <strong>il</strong> Codice prende in esame la figura dell’Amministratore<br />

di sostegno istituto introdotto con la legge<br />

n. 6 del 9 gennaio 2004.<br />

A tale proposito è da ricordare che in tema sanitario in poteri<br />

dell’amministratore di sostegno possono tradursi in:<br />

• richiesta informazioni- referti, cartelle cliniche<br />

• richiesta di ricovero presso una struttura osp<strong>ed</strong>aliera o<br />

una struttura protetta<br />

• scelta del m<strong>ed</strong>ico curante<br />

• richiesta di trattamenti sanitari<br />

• prestazione del consenso informato<br />

• rifiuto dell’intervento.<br />

L’articolo 38 affronta ”l’ Autonomia del cittadino e direttive<br />

anticipate” che introduce <strong>il</strong> tema attualmente discusso<br />

del cosiddetto “testamento biologico”: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve<br />

attenersi, nell’ambito <strong>della</strong> autonomia <strong>ed</strong> indipendenza<br />

che caratterizza la professione, alla volontà liberamente<br />

espressa <strong>della</strong> persona di curarsi e deve agire nel rispetto<br />

<strong>della</strong> dignità, <strong>della</strong> libertà e autonomia <strong>della</strong> stessa.” Si<br />

ripresenta quindi <strong>il</strong> tema del rispetto <strong>della</strong> volontà espressa<br />

del paziente pur riconoscendo al m<strong>ed</strong>ico una residua<br />

autonomia delle sue decisioni.<br />

Viene fatto obbligo inoltre di informare anche <strong>il</strong> minore<br />

“compatib<strong>il</strong>mente con l’età, con la capacità di comprensione<br />

e la maturità” del soggetto. In maniera analoga deve<br />

comportarsi nei confronti del “maggiorenne infermo di<br />

mente”.<br />

Ed infine “Il m<strong>ed</strong>ico, se <strong>il</strong> paziente non è in grado di esprimere<br />

la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie<br />

scelte di quanto prec<strong>ed</strong>entemente manifestato dallo stesso”<br />

e si ribadisce “in modo certo e documentato”. Ed è<br />

8<br />

proprio su questa ultima parte che si basa la necessità di<br />

acquisire in maniera sicura le volontà del paziente.<br />

Le disposizioni dovrebbe essere anche attuali ossia <strong>il</strong> più<br />

aggiornate possib<strong>il</strong>e in modo da essere sicuri che non vi<br />

siano stati ripensamenti o piuttosto <strong>dei</strong> cambiamenti relativi<br />

alla sua condizione fisica e mentale.<br />

Il Capo V è interamente d<strong>ed</strong>icato alla Assistenza ai malati<br />

inguarib<strong>il</strong>i, con l’unico articolo, <strong>il</strong> 39, che lo compone:<br />

Assistenza al malato a prognosi infausta.<br />

“In caso di malattie a prognosi sicuramente infausta o<br />

pervenute alla fase terminale, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve improntare<br />

la sua opera ad atti e comportamenti idonei a risparmiare<br />

inut<strong>il</strong>i sofferenze psico-fisiche e fornendo al malato i<br />

trattamenti appropriati a tutela, per quanto possib<strong>il</strong>e, <strong>della</strong><br />

qualità <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona.<br />

In caso di compromissione dello stato di coscienza, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico<br />

deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finché<br />

ritenuta ragionevolmente ut<strong>il</strong>e evitando ogni forma di<br />

accanimenti terapeutico”.<br />

La necessità di d<strong>ed</strong>icare un intero capo ad un tema così<br />

delicato documenta l’importanza che viene data dagli<br />

estensori del Codice a garantire la dignità e la volontà<br />

<strong>della</strong> persona anche nelle fasi terminali <strong>della</strong> vita, invitando<br />

<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ad evitare sofferenze inut<strong>il</strong>i ma ricordando<br />

di proseguire nella terapia di sostegno vitale.<br />

Nel Codice al Capo IX l’articolo 53 affronta <strong>il</strong> “Rifiuto consapevole<br />

di nutrirsi” ribadendo che anche “quando una<br />

persona rifiuta volontariamente di nutrirsi, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong><br />

dovere di informarla sulle gravi conseguenze che un digiuno<br />

protratto può comportare…” Ed infine “se la persona<br />

e consapevole delle possib<strong>il</strong>i conseguenze <strong>della</strong> propria<br />

decisione, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico non deve assumere iniziative costrittive<br />

né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale<br />

nei confronti <strong>della</strong> m<strong>ed</strong>esima, pur continuando ad<br />

assisterla.” Quindi pur ammonendo <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico a non prevaricare<br />

la volontà <strong>della</strong> persona neppure con la nutrizione<br />

artificiale viene ribadito <strong>il</strong> fondamento <strong>della</strong> acquisizione<br />

documentata <strong>della</strong> volontà del paziente anche in<br />

questi casi estremi.<br />

Quindi esaminando <strong>il</strong> Codice di Deontologia M<strong>ed</strong>ica emergono<br />

molti spunti di riflessione e l’evidenza che sono stati<br />

esaminate tutte le problematiche relative alla volontà<br />

del paziente e alla cosiddetta etica di fine vita.<br />

L’invito è quindi quello di esaminare e trarre spunti dalla<br />

lettura del Codice quando ci troviamo nelle condizioni di<br />

dover decidere.<br />

Claudio Pandullo


... E L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE CAO<br />

Cari Colleghi<br />

è la mia prima “uscita” quale neo-Presidente CAO di Trieste<br />

e, come di prassi si impongono alcuni ringraziamenti<br />

che per altro, pur avendoli già fatti ad personam, sento <strong>il</strong><br />

piacere di ufficializzare da questo <strong>bollettino</strong>. Ovviamente<br />

un grazie a tutti coloro che hanno sostenuto e votato questa<br />

squadra. Una fiducia che cercheremo di non tradire<br />

impegnandoci nel compito assegnatoci con serietà ma<br />

anche con serenità, senza “ sbracamenti “ od inut<strong>il</strong>i irrigidimenti,<br />

del resto <strong>il</strong> momento poco spazio lascia a colpi di<br />

teatro e protagonismi. Un grazie autentico al past-President<br />

dott. Celato non solo per l’impegno profuso in tre<br />

mandati, ma per la capacità avuta di riuscire a presentare<br />

la categoria come affidab<strong>il</strong>e e cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e e per l’ab<strong>il</strong>ità<br />

d’aver fatto capire a (quasi) tutti, come tutto ciò che riguarda<br />

l’<strong>odontoiatri</strong>a fa riferimento alla Commissione<br />

Odontoiatri. Qui mi fermo non per mancanza di soggetti<br />

ma per evitare t<strong>ed</strong>iosi elenchi o imbarazzanti dimenticanze.<br />

Accanto ai ringraziamenti pongo gli auguri, al nuovo<br />

Consiglio dell’<strong>Ordine</strong>, al suo Presidente dott. Pandullo, al<br />

nuovo Direttore del <strong>bollettino</strong> prof. Melato, a noi stessi.<br />

Esaurite le formalità (e mi scuso se in maniera un po’<br />

spiccia), approfitterei dello spazio concesso alla Commissione,<br />

per affrontare alcuni argomenti (per <strong>il</strong> momento<br />

solo uno) che mi pare necessitino di alcune puntualizzazioni.<br />

Incomincerei con la pubblicità sanitaria. Ricevo segnalazioni,<br />

lamentele, quesiti.<br />

V<strong>ed</strong>iamo di chiarire un po’ le cose.<br />

Nel 1985 esce la Direttiva Comunitaria 450/85 che regolamenta<br />

la pubblicità ingannevole. L’Italia emana la<br />

175/92 che pone limiti alla pubblicità sanitaria, e già da<br />

questo “ adeguamento “ avvenuto 7 anni dopo appare <strong>il</strong><br />

conflitto tra l’impostazione del legislatore comunitario<br />

(più pubblicità = più concorrenza = più vantaggi per <strong>il</strong> paziente<br />

per cui tutto si può dire tranne ciò che crea inganno<br />

o concorrenza sleale) e quello italiano (etica dignità<br />

professionale innanzitutto, per cui è tutto vietato tranne<br />

casi particolari e normati). Neanche a dirlo la linea vincente<br />

è quella europea, per cui arriva nel 2006 <strong>il</strong> così detto<br />

Decreto Bersani (233/06), convertito poi in legge<br />

248/06 in cui esplicitamente si abrogano i divieti anche<br />

parziali di pubblicizzare titoli, specializzazioni, caratteristiche<br />

del servizio offerto, prezzi e costi complessivi.<br />

Spetta all’<strong>Ordine</strong> e rispettivamente alla Commissione <strong>il</strong><br />

controllo <strong>della</strong> trasparenza e <strong>della</strong> veridicità di quanto affermato,<br />

inoltre dal 1 gennaio 2007 devono ritenersi decadute<br />

tutte le norme in contrasto con la 248 (quindi anche<br />

la 175 <strong>ed</strong> <strong>il</strong> codice deontologico). Il 15 dicembre 2006<br />

la FNOMCeO emana allora nuove linee guida in materia<br />

pubblicitaria ribadendo l’obbligo di autorizzazione preventiva.<br />

Il 17 gennaio 2007 la Cassazione con la sentenza<br />

625/07 afferma che la 175 è decaduta <strong>ed</strong> <strong>il</strong> 29 gennaio<br />

2007 <strong>il</strong> Garante Concorrenza di Mercato invita la<br />

FNOMCeO ad emanare nuove disposizioni, viene allora<br />

scritta la delibera 53 in cui si riprendono i punti affermati<br />

nelle linee guida del 15 dicembre, ma sparisce l’obbligo<br />

di autorizzazione preventiva. Il 17 dicembre 2007 <strong>il</strong> Ministero<br />

<strong>della</strong> Salute sancisce ulteriormente l’abrogazione<br />

<strong>della</strong> 175, passa quindi l’impostazione “europea“ che la<br />

pubblicità è ammessa se non è ingannevole.<br />

Allo stato <strong>dei</strong> fatti dunque abbiamo una serie di certezze<br />

ma anche molti dubbi interpretativi, che aspettano risposta.<br />

È chiaro che risulta OBBLIGATORIO nome, cognome,<br />

titolo, indirizzo, ma su internet devo anche comunicare<br />

ragione sociale, <strong>Ordine</strong> Professionale e numero di<br />

iscrizione, ab<strong>il</strong>itazione (dove e quando), autocertificazione<br />

rispetto linee guida, P.I., estremi autodichiarazione all’<strong>Ordine</strong>/Commissione,<br />

eventuali domini nazionale/europei.<br />

Come si v<strong>ed</strong>e c’è la volontà del Legislatore di garantire<br />

l’informazione, più che la pubblicità. Ecco allora che i<br />

titoli se “istituzionali“ sono accettati, se non riconosciuti<br />

vanno presi con le pinze per evitare fraintendimenti (una<br />

cosa è avere la specialità di ortodonzia, altro è aver fatto<br />

corsi con noti capiscuola o aver frequentato <strong>il</strong> loro studio,<br />

<strong>il</strong> che si può dire, ma senza spacciarsi per specialista), si<br />

possono cioè anche citare discipline specialistiche praticate,<br />

ma chiarendo <strong>il</strong> proprio percorso formativo.<br />

Particolare è poi la posizione delle strutture sanitarie<br />

complesse che possono fare un elenco delle branche presenti<br />

con affianco i nomi del sanitario responsab<strong>il</strong>e. Anche<br />

<strong>il</strong> singolo professionista può elencare le prestazioni erogate<br />

solo però se è lui ad erogarle, può inoltre elencare i<br />

presidi presenti e le attrezzature. Si può anche segnalare<br />

la presenza di collaboratori e, attenzione, eventuali rapporti<br />

di convenzionamento con associazioni di mutualità<br />

volontaria data come pacifica. Si può molto, forse anche<br />

troppo per <strong>il</strong> nostro modo di v<strong>ed</strong>ere, ma lo scopo è proprio<br />

quello di mettere l’utente (per molti continuerà ad essere<br />

<strong>il</strong> paziente), nelle condizioni di fare una scelta consapevole<br />

del proprio curante.<br />

Ci sono ovviamente <strong>dei</strong> limiti, come la pubblicità ingannevole<br />

e quella surrettizia. Quella ingannevole può essere<br />

anche omissiva. In altre parole se io dico di usare tecniche<br />

implantari di carico imm<strong>ed</strong>iato, uso un termine codificato<br />

per <strong>il</strong> professionista, ma non per <strong>il</strong> paziente, devo<br />

allora chiarire che esiste un tempo di attesa, altrimenti<br />

si è autorizzati a cr<strong>ed</strong>ere che entro <strong>ed</strong>entulo <strong>ed</strong> esco in<br />

giornata con una dentatura fissa, e se parlo di post<br />

estrattivi se non mi si dice che non sempre sono possib<strong>il</strong>i,<br />

potrei essere portato a cr<strong>ed</strong>ere che qualsiasi siano le<br />

condizioni del dente che <strong>il</strong> professionista mi estrae, potrà<br />

SEMPRE applicarmi un impianto. Egualmente è impegnativo<br />

garantire l’assenza di dolore per ogni trattamento e<br />

così dicendo (visto). Lo stesso criterio si applica sulle tariffe.<br />

Vige la logica <strong>della</strong> trasparenza.<br />

Se io pubblicizzo un prezzo per impianto + coroncina,<br />

non posso poi conteggiare anestesia, suture, applicazione<br />

vite di guarigione ecc. a parte, in quanto questi sono<br />

passaggi ineludib<strong>il</strong>i per arrivare al lavoro finito, quindi lo<br />

devo specificare. Molto sim<strong>il</strong>e è la pubblicità surrettizia, in<br />

cui si abusa <strong>della</strong> buona f<strong>ed</strong>e altrui per tacere fatti essenziali.<br />

Un tipico esempio sono gli articoli a pagamento,<br />

9


spacciati per scientifici, in cui <strong>il</strong> professionista sembra essere<br />

intervistato non perché ha pagato, ma perché grande<br />

esperto. Egualmente attenzione a cosa si dice se si è<br />

chiamati in trasmissioni, meglio è dimostrare di essere<br />

stati chiamati, e di aver solo dato pareri tecnici. L’<strong>Ordine</strong>/Commissione<br />

verifica e non autorizza, è quindi prevista<br />

una comunicazione (<strong>il</strong> giorno x sono stato chiamato,<br />

ovvero questo è quello che pubblicizzerò su l’inserto di…)<br />

<strong>ed</strong> una autocertificazione, la cui assenza è r<strong>il</strong>evante solo<br />

in presenza di non rispetto del codice deontologico, come<br />

a dire tu non ha comunicato in quanto sapevi di essere in<br />

torto.<br />

Questo è quanto sono riuscito a raccogliere, e certamente<br />

molto ancora sarebbe da dire, e molto andrà a chiarirsi<br />

nel tempo. Cr<strong>ed</strong>o però che possa già essere sufficiente<br />

più che a districarsi nel marasma delle norme attuali,<br />

che è cosa da avvocati, porsi <strong>dei</strong> dubbi, a cui la Commissione<br />

cercherà di dare puntuale risposta. Prevenire, anche<br />

in questi casi, è <strong>il</strong> comportamento migliore, anche<br />

perché l’istruire un proc<strong>ed</strong>imento contro un collega è comunque<br />

cosa sgradevole concettualmente oltre che praticamente.<br />

Diego Paschina


DALL’ASSESSORE KOSIC UN IMPORTANTE DOCUMENTO,<br />

IL PRIMO IN ITALIA, CHE RIVOLUZIONA TUTTE LE PROCEDURE<br />

DI SEGNALAZIONE IN CASO DI INFORTUNIO E MALATTIA<br />

PROFESSIONALE<br />

Linee guida in materia di infortuni sul lavoro e malattie<br />

professionali concordate tra la regione Friuli<br />

Venezia Giulia e le Procure <strong>della</strong> Repubblica del Distretto<br />

Friuli Venezia Giulia.<br />

Con deliberazione di generalità n. 291, del 5 febbraio<br />

2009 la Giunta regionale ha preso atto delle linee di indirizzo<br />

concordate con la Procura <strong>della</strong> Repubblica del Distretto<br />

FVG, che prev<strong>ed</strong>ono un percorso uniforme di collaborazione<br />

tra le strutture sanitarie e le procure del circondario<br />

sul tema delle indagini in materia di infortuni<br />

sul lavoro e malattie professionali.<br />

Si tratta, come emerge chiaramente dalle responsab<strong>il</strong>ità<br />

che vengono assegnate ai servizi Prevenzione e Sicurezza<br />

negli ambienti di lavoro (PSAL), di una sinergia r<strong>il</strong>evante<br />

per affrontare un tema drammatico, valorizzando la<br />

professionalità degli addetti e, più in generale, la qualificazione<br />

<strong>dei</strong> servizi PSAL regionali cui spetterà la diffic<strong>il</strong>e<br />

gestione delle notizie di reato “facendosi carico di seguire<br />

rigorosamente i criteri di selezione delle notizie, in modo<br />

tale da non trascurare episodi di sicura r<strong>il</strong>evanza penale,<br />

per i quali non arriverà normalmente alcuna sollecitazione<br />

da parte <strong>della</strong> Procura interessata”.<br />

Dalle parole ai fatti assolutamente innovativi, per governare<br />

una situazione formalmente ineccepib<strong>il</strong>e ma so-<br />

stanzialmente tale da bloccare le proc<strong>ed</strong>ure idonee al<br />

tempestivo riconoscimento delle responsab<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> al conseguente<br />

indennizzo di infortuni e malattie professionali.<br />

Il protocollo contiene le linee guida condivise da Autorità<br />

giudiziaria e Sistema sanitario regionale a cui attenersi<br />

nella segnalazione <strong>ed</strong> attività di accertamento degli infortuni<br />

e malattie professionali affinché l’intero processo<br />

risulti rapido <strong>ed</strong> efficace. Viene valorizzato <strong>il</strong> ruolo di polizia<br />

giudiziaria svolto dai servizi di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na del lavoro<br />

che diventano primi attori delle attività di accertamento,<br />

sanitario e tecnico.<br />

Saranno proprio gli addetti <strong>dei</strong> Servizi PSAL, che rivestono<br />

l’incarico di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, ad attivarsi<br />

in caso di segnalazione di infortunio e malattia professionale,<br />

anche tramite chiamata effettuata ad “un unico numero<br />

telefonico di pronta disponib<strong>il</strong>ità” allestito presso<br />

ciascun Servizio<br />

I risultati attesi, resi possib<strong>il</strong>i da questa innovativa alleanza<br />

tra Autorità giudiziaria e tecnici, sono i seguenti:<br />

- la massima tempestività delle indagini al fine di accertare,<br />

al di fuori di ogni possib<strong>il</strong>e occultamento, le circostanze<br />

degli infortuni di sicura r<strong>il</strong>evanza penale;<br />

- la drastica riduzione <strong>dei</strong> casi di infortunio e malattia professionale<br />

sottoposti all’esame <strong>della</strong> Magistratura che, in<br />

questo modo, potrà concentrare le sue energie su quelli<br />

già ben documentati e di certa r<strong>il</strong>evanza penale garantendo<br />

sentenze esaurienti e rapide;<br />

- <strong>il</strong> monitoraggio <strong>dei</strong> fenomeni presenti sul territorio tramite<br />

la presentazione pubblica annuale <strong>dei</strong> dati relativi<br />

alle indagini effettuate dai servizi PSAL;<br />

- <strong>il</strong> consolidamento <strong>dei</strong> rapporti tra strutture sanitarie e<br />

procure del circondario con <strong>il</strong> fine che “eventuali incertezze<br />

di applicazione o eventuali prassi non conformi<br />

alle necessità del lavoro reciproco possano essere risolte<br />

e corrette”.<br />

All’Amministrazione regionale toccherà garantire le piante<br />

organiche <strong>dei</strong> servizi coinvolti e promuovere una cap<strong>il</strong>lare<br />

politica informativa sugli obblighi di referto e, formativa,<br />

sui contenuti necessari, da estendere a tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong><br />

operanti in regione.<br />

Non resta quindi che lavorare, con una nuova efficacia e<br />

tempestività, in un campo in cui lungaggini e vuota burocrazia<br />

hanno troppo spesso frustrato gli sforzi degli<br />

operatori, sanitari e magistrati, e vanificato le richieste<br />

di giustizia <strong>dei</strong> cittadini.<br />

Vladimir Kosic<br />

11


ED ECCO IL DOCUMENTO…<br />

Linee di indirizzo in materia di infortuni sul lavoro e<br />

malattie professionali concordate tra la Regione<br />

Friuli Venezia Giulia, le Aziende per i Servizi Sanitari<br />

e le Procure <strong>della</strong> Repubblica del Distretto Friuli<br />

Venezia Giulia.<br />

La Commissione, composta dai rappresentanti delle<br />

Aziende per i Servizi Sanitari e delle Procure <strong>della</strong> Repubblica<br />

del Distretto, coordinata dal Procuratore Generale,<br />

con la presenza <strong>dei</strong> rappresentanti dell’Assessorato<br />

alla Salute e Protezione Sociale <strong>della</strong> Regione FVG, i quali<br />

intendono prendere atto delle decisioni concordate nell’incontro<br />

del 29 dicembre 2008 al fine di poter garantire<br />

le necessarie risorse e la presenza di un organico adeguato<br />

alle necessità, HA CONCORDATO le seguenti linee<br />

di indirizzo da adottare in occasione delle indagini di iniziativa<br />

o delegate dalla Procura in materia di infortuni e<br />

malattie professionali.<br />

Infortuni sul lavoro commessi con violazione delle norme<br />

di prevenzione.<br />

Va innanzitutto stab<strong>il</strong>ito che i referti, seguenti ad infortunio<br />

in occasione di lavoro, debbano giungere tempestivamente<br />

direttamente ai Servizi territoriali interessati ad<br />

opera delle strutture sanitarie che li r<strong>il</strong>asciano. A tale scopo<br />

le direzioni aziendali forniranno precise indicazioni alle<br />

strutture di Pronto Soccorso del territorio perché senza<br />

indugio siano trasmessi i referti ai Servizi di Prevenzione<br />

e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL). È opportuno<br />

stab<strong>il</strong>ire inoltre che in ciascun Servizio PSAL sia<br />

allestito un unico numero telefonico di pronta disponib<strong>il</strong>ità<br />

che funzioni per 24 ore su 24.<br />

I Procuratori <strong>della</strong> Repubblica, a loro volta, daranno disposizioni<br />

perché tutte le Forze dell’<strong>Ordine</strong> che, anche<br />

occasionalmente, abbiano notizia di un infortunio sul lavoro,<br />

ne informino imm<strong>ed</strong>iatamente i Servizi PSAL.<br />

La Regione FVG attiverà anche i Servizi del 118, impartendo<br />

precise istruzioni in relazione alle informazioni da<br />

trasmettere ai Servizi PSAL tutte le volte che si verifichi un<br />

infortunio grave o mortale. È opportuno sottolineare che<br />

è necessaria una preventiva e adeguata formazione del<br />

personale addetto alla gestione delle emergenze, in modo<br />

da garantire una efficace opera di informazione nei<br />

confronti <strong>dei</strong> Servizi territoriali.<br />

Una volta ricevuta la notizia o addirittura <strong>il</strong> referto, l’UPG<br />

incaricato dal Responsab<strong>il</strong>e del Servizio Competente avvierà<br />

l’indagine necessaria, tutte le volte che le circostanze<br />

di fatto riferite siano tali da indurre a ritenere che<br />

si tratti di ipotesi di reato perseguib<strong>il</strong>e d’ufficio. Ciò si realizza<br />

senza dubbio in tutti i casi in cui l’infortunio appaia<br />

grave, sia per le conseguenze lesive riportate dall’infortunato,<br />

sia per la dinamica che lo ha caratterizzato. Nei<br />

casi di infortunio mortale o di infortunio gravissimo è opportuno<br />

che al Pubblico Ministero di turno sia comunicata<br />

la notizia anche telefonicamente.<br />

In nessun caso, comunque, sarà avviata l’indagine di iniziativa<br />

dinnanzi ad una prognosi di pochi giorni, né <strong>il</strong> Pubblico<br />

Ministero delegherà per tali eventi indagini di sorta.<br />

12<br />

Va comunque precisato che <strong>il</strong> Servizio PSAL potrà discrezionalmente<br />

intervenire anche nei casi nei quali non appare<br />

evidente una proc<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità d’ufficio, ma le modalità di<br />

accadimento dell’infortunio siano ritenute tali da comportare<br />

l’attivazione di un intervento a fini preventivi.<br />

Si precisa che, tutte le volte che <strong>il</strong> Servizio decide di attivare<br />

l’indagine sulle notizie di reato ricevute, deve comunicarne<br />

l’esito al Pubblico Ministero, mentre nessuna comunicazione<br />

è necessaria nei casi di referti pervenuti per<br />

i quali non si debba proc<strong>ed</strong>ere d’ufficio, a meno che sia<br />

stata presentata querela entro 3 mesi dal fatto.<br />

Attenzione particolare va d<strong>ed</strong>icata a quei casi in cui, per<br />

inveterata abitudine, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico esprima prognosi inferiori<br />

ai 40 giorni anche dinnanzi a infortuni comportanti sicuramente<br />

lesioni gravi o gravissime. In tali casi è evidente<br />

che la prognosi iniziale verrà abbondantemente<br />

superata proprio per la gravità delle conseguenze riportate.<br />

I Servizi territoriali perciò valuteranno prudentemente<br />

l’opportunità di avviare l’indagine nei casi in cui la<br />

prognosi non sia commisurata rispetto alla gravità dell’evento<br />

lesivo.<br />

È opportuno sottolineare quanto sia importante che la<br />

Regione realizzi appositi momenti di formazione <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />

in particolare delle strutture del 118 e Pronto Soccorso,<br />

ai fini di una corretta comp<strong>il</strong>azione <strong>dei</strong> referti, in linea<br />

con le previsioni del codice penale.<br />

In conclusione, è possib<strong>il</strong>e distinguere le seguenti ipotesi:<br />

1. infortunio con evento mortale o con lesioni gravi/gravissime<br />

(prognosi iniziale superiore ai 40 giorni): interviene<br />

<strong>il</strong> 118 che avvisa <strong>il</strong> Servizio di PSAL; l’UPG incaricato<br />

dal responsab<strong>il</strong>e del Servizio Competente interviene<br />

sul luogo dell’infortunio e avverte tempestivamente<br />

<strong>il</strong> Magistrato.<br />

2. infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, ma con<br />

evidenti caratteristiche di indubbia gravità che inducono<br />

a ritenere che saranno superati i termini per la proc<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità<br />

d’ufficio: l’UPG interviene sul luogo dell’infortunio<br />

avvertendo <strong>il</strong> Magistrato di turno, anche telefonicamente.<br />

3. infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, con caratteristiche<br />

di modesta gravità, che tuttavia, per la dinamica<br />

e/o ricadute in termini prevenzionistici, rendano<br />

opportuna l’indagine: l’UPG incaricato dal responsab<strong>il</strong>e<br />

del Servizio Competente interviene sul posto accertando<br />

i fatti e r<strong>il</strong>evando eventuali violazioni delle norme<br />

di prevenzione. Di tali accertamenti riferirà al Magistrato<br />

con apposita inchiesta per infortunio sul lavoro.<br />

4. infortuni con prognosi sicuramente lieve, per i quali<br />

non va attivata alcuna indagine, salvo la presentazione<br />

di querela <strong>della</strong> parte offesa entro <strong>il</strong> termine <strong>dei</strong> 3 mesi.<br />

Solo in questo caso sarà effettuata l’indagine, <strong>il</strong> cui<br />

esito sarà comunicato al PM.<br />

Resta salva la facoltà del Servizio PSAL di intervenire a fini<br />

prevenzionali, r<strong>il</strong>evando eventuali contravvenzioni per<br />

le quali sarà esperita la proc<strong>ed</strong>ura prevista dal D.Lgs<br />

758/94.<br />

Nessuna indagine andrà naturalmente attivata in caso di<br />

infortunio occorso al soggetto che non lavora sotto la direzione<br />

altrui, e che sia titolare senza soci di una azienda<br />

individuale. La mancanza di dipendenti esclude infatti<br />

l’applicazione delle norme di prevenzione in materia di<br />

lavoro. Tuttavia gli accertamenti in ordine all’applicazione


delle norme di prevenzione dovranno essere effettuati<br />

quando sia possib<strong>il</strong>e ritenere da elementi univoci che <strong>il</strong> titolare<br />

infortunato abbia irregolarmente impiegato lavoratori<br />

subordinati.<br />

Sulla scorta delle linee sopra descritte, i Servizi PSAL dovranno<br />

gestire <strong>il</strong> flusso delle notizie di reato, facendosi<br />

carico di seguire rigorosamente i criteri di selezione delle<br />

notizie, in modo tale da non trascurare episodi di sicura r<strong>il</strong>evanza<br />

penale, per i quali non arriverà normalmente alcuna<br />

sollecitazione da parte <strong>della</strong> Procura interessata.<br />

Le indagini sui casi che <strong>il</strong> Servizio discrezionalmente ha<br />

selezionato saranno condotte nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e,<br />

compatib<strong>il</strong>mente con la complessità e le difficoltà<br />

che eventualmente emergano sia nell’accertamento <strong>dei</strong><br />

fatti, sia nell’individuazione <strong>dei</strong> responsab<strong>il</strong>i. Resta comunque<br />

fermo che la notizia alla Procura “senza ritardo”:<br />

espressione, questa, che consente agli UPG del Servizio di<br />

comunicare <strong>il</strong> reato all’esito degli accertamenti svolti,<br />

quando essi non si protraggano oltre un ragionevole periodo<br />

di tempo.<br />

Un capitolo a parte merita <strong>il</strong> tema delle indagini delegate<br />

giacenti in quantità variab<strong>il</strong>e presso i Servizi del distretto.<br />

Occorre impegnare Procure e Servizi in una attenta valutazione<br />

<strong>dei</strong> casi che meritano una approfondita indagine,<br />

con conseguente rinunzia alla effettuazione <strong>della</strong> m<strong>ed</strong>esima<br />

tutte le volte che appaia ragionevole ritenere che esse<br />

non porteranno all’acquisizione di elementi tali da poter<br />

sostenere l’accusa in giudizio oppure alla individuazione<br />

certa degli eventuali responsab<strong>il</strong>i. In ogni caso vanno<br />

chiusi senza ulteriore spreco di energie gli infortuni la cui<br />

prognosi sia contenuta in pochi giorni o settimane.<br />

In particolare non dovranno essere richieste indagini delegate<br />

(e, se richieste, i fascicoli dovranno tempestivamente<br />

essere restituiti alla Procura) nei casi di incidenti<br />

stradali accaduti a lavoratori (in itinere od in occasione di<br />

lavoro) per i quali i Servizi delle ASS non hanno competenza<br />

alcuna e che meglio possono essere trattati dai Vig<strong>il</strong>i<br />

Urbani o dalla Polizia Stradale dal momento che trovano<br />

la loro causa nella violazione delle norme del codice<br />

stradale.<br />

Analoghe conclusioni debbono essere tratte sia per gli incidenti<br />

avvenuti in ambito scolastico, quando non siano in<br />

nessun modo connessi alla violazione delle norme di prevenzione<br />

in materia di lavoro, sia per gli incidenti avvenuti<br />

in ambito domestico, dove, con tutta evidenza, non possono<br />

venire in r<strong>il</strong>ievo violazioni di norme in materia di<br />

prevenzione sui luoghi di lavoro e che, in nessun modo, riguardino<br />

lavoratori alle dipendenze altrui.<br />

Resta invece urgente proc<strong>ed</strong>ere tempestivamente agli accertamenti<br />

relativi agli infortuni più gravi, ancorché verificatisi<br />

indietro nel tempo, con restituzione alla Procura<br />

delle relative inchieste.<br />

Con questi criteri di flessib<strong>il</strong>ità è auspicab<strong>il</strong>e che si arrivi<br />

alla eliminazione dell’arretrato in tempi accettab<strong>il</strong>i.<br />

Malattie professionali (MP) derivanti dalla violazione delle<br />

norme sull’igiene del lavoro<br />

Un percorso analogo a quello sopra descritto è necessario<br />

prev<strong>ed</strong>ere per <strong>il</strong> flusso <strong>dei</strong> referti di sospetta malattia<br />

professionale.<br />

Si deve preliminarmente r<strong>il</strong>evare un flusso non soddisfacente<br />

di referti di MP alla autorità competente. Sono an-<br />

cora troppi i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che non approfondiscono la genesi<br />

<strong>della</strong> malattia, e non mancano coloro che, pur avendo<br />

acquisito <strong>il</strong> ragionevole sospetto che la patologia debba<br />

essere posta in relazione all’attività lavorativa del paziente,<br />

non ne informano <strong>il</strong> Magistrato, come pure <strong>il</strong> Codice di<br />

Proc<strong>ed</strong>ura Penale stab<strong>il</strong>isce. Verso la categoria <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />

in particolare <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na generale <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>alieri,<br />

<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> competenti, la Regione svolgerà adeguate<br />

iniziative di formazione, volte a richiamare l’obbligo, penalmente<br />

sanzionato, di comp<strong>il</strong>are <strong>il</strong> referto e di farlo pervenire<br />

all’Autorità Giudiziaria.<br />

Un secondo tema è relativo al frequente invio di referti<br />

non completi, qualche volta mal comp<strong>il</strong>ati, e qualche volta<br />

addirittura relativi ad ipotesi che senza alcun dubbio<br />

non configurano alcun tipo di <strong>il</strong>lecito. Per far fronte a tali<br />

problemi sarebbe opportuno adottare un modulo di referto<br />

concordato con la Procura Generale prev<strong>ed</strong>endo<br />

che, in caso di inadeguata comp<strong>il</strong>azione, si restituiscano<br />

ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che li hanno comp<strong>il</strong>ati, i referti con segnalazioni<br />

incomplete.<br />

Analogamente a quanto si è disposto per gli infortuni,<br />

ogni referto di sospetta malattia professionale deve essere<br />

imm<strong>ed</strong>iatamente inviato ai Servizi PSAL. Sarà <strong>il</strong> Servizio,<br />

sulla scorta <strong>dei</strong> criteri che seguono, ad attivare l’inchiesta<br />

di malattia professionale tutte le volte che sia ipotizzab<strong>il</strong>e<br />

un reato perseguib<strong>il</strong>e d’ufficio o quando sia stata<br />

presentata querela dalla parte offesa.<br />

I criteri che devono guidare <strong>il</strong> Servizio nella scelta delle indagini<br />

da effettuare, sono i seguenti:<br />

a)la malattia indicata nel referto deve essere intervenuta<br />

in tempi non eccessivamente lontani e comunque<br />

non superiori a quelli previsti per la prescrizione del<br />

reato; perciò non sarà attivata l’indagine, ad esempio,<br />

nei casi di ipoacusia intervenuta in tempi lontani senza<br />

che sia stato segnalato un aggravamento recente;<br />

b)la malattia indicata nel referto, per le concrete modalità<br />

del caso o perché molto risalente nel tempo, non<br />

consente, ictu oculi, l’individuazione del responsab<strong>il</strong>e o<br />

l’accertamento delle modalità di esposizione o <strong>dei</strong> dati<br />

di fatto necessari alla contestazione: in questo caso<br />

l’indagine non sarà attivata;<br />

c) la malattia indicata nel referto può essere riferita ad<br />

una pluralità di cause: in questo caso l’indagine non<br />

sarà attivata a meno che non risultino consistenti indizi<br />

che rendano evidente <strong>il</strong> nesso causale con l’esposizione<br />

lavorativa.<br />

In tutti i casi sopra elencati è rimessa al prudente apprezzamento<br />

<strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> del lavoro <strong>dei</strong> Servizi la decisione<br />

se proc<strong>ed</strong>ere o no all’indagine, sulla scorta degli elementi<br />

preliminari di cui sopra. L’esito dell’eventuale indagine<br />

sarà comunicato ai PM.<br />

Negli altri casi l’indagine deve essere comunque condotta,<br />

anche quando <strong>il</strong> nesso causale riscontrato, riconducib<strong>il</strong>e<br />

all’esposizione lavorativa, non sia l’unico capace di<br />

spiegare l’evento. È noto che nel nostro ordinamento, per<br />

costante riconoscimento giurisprudenziale, le concause,<br />

anche sopravvenute, non escludono <strong>il</strong> nesso causale e<br />

comportano la punib<strong>il</strong>ità dell’evento. Valga per tutti<br />

l’esempio dell’effetto sinergico tra <strong>il</strong> fumo e l’amianto nella<br />

genesi del tumore polmonare.<br />

Un problema particolare è posto dal frequente arrivo di<br />

referti di mesotelioma maligno nei Servizi. È appena <strong>il</strong> ca-<br />

13


so di accennare che <strong>il</strong> fenomeno rappresenta una vera e<br />

propria emergenza nella regione Friuli Venezia Giulia <strong>ed</strong><br />

impegna particolarmente i Servizi e le Procure di Gorizia<br />

e di Trieste.<br />

Caratteristica costante per entrambi i circondari è che in<br />

passato né i Servizi PSAL né le Procure <strong>della</strong> Repubblica<br />

interessate si sono mai attrezzati per affrontare <strong>il</strong> fenomeno<br />

in tutti i suoi aspetti. Ne è derivato un notevole numero<br />

di pratiche arretrate per i Servizi e di processi pendenti<br />

per le Procure che ora devono essere affrontati con<br />

spirito di concretezza e con una strategia che consenta di<br />

superare <strong>il</strong> ritardo accumulato.<br />

È necessario pertanto disciplinare l’iter di trattazione <strong>dei</strong><br />

nuovi referti di mesotelioma che tuttora vengono r<strong>il</strong>asciati.<br />

Si tenga presente che nei nostri territori sono frequenti<br />

le autopsie effettuate al decesso, che consentono<br />

comunque di confermare o di diagnosticare per la prima<br />

volta la neoplasia. Dunque è praticamente marginale, o<br />

addirittura eccezionale, <strong>il</strong> fenomeno dell’omissione del referto<br />

relativo ad un mesotelioma.<br />

Per una corretta gestione <strong>dei</strong> casi è necessario che ogni<br />

referto, quali che siano i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che hanno effettuato la<br />

diagnosi, pervenga al Servizio PSAL. In questo senso va richiamata<br />

l’attenzione anche <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici Competenti delle<br />

varie aziende, <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici di M<strong>ed</strong>icina Generale e degli altri<br />

operatori sanitari che, a motivo delle loro prestazioni,<br />

vengano a conoscenza di una diagnosi di mesotelioma.<br />

Nel caso di richiesta di effettuazione di riscontro diagnostico<br />

rivolta ad un Servizio di Anatomia Patologica, l’autorizzazione,<br />

in caso di sospetto o presenza di malattia<br />

professionale, dovrà venir richiesta alla Procura competente<br />

informando contestualmente di ciò <strong>il</strong> Servizio PSAL.<br />

In ogni caso i servizi PSAL saranno tempestivamente informati<br />

dell’esito del riscontro diagnostico.<br />

Nel caso di proc<strong>ed</strong>ure istologiche o citologiche che determinino<br />

una diagnosi compatib<strong>il</strong>e con un’eziologia professionale,<br />

sarà cura del Servizio di Anatomia Patologica<br />

interessato inserire nella risposta una frase che richiami<br />

l’attenzione del m<strong>ed</strong>ico ricevente sulla possib<strong>il</strong>e genesi<br />

professionale <strong>della</strong> malattia e, conseguentemente, sull’eventuale<br />

necessità di avvertire <strong>il</strong> Servizio PSAL dell’ASS.<br />

Ricevuto dunque, da parte delle varie fonti sopra individuate,<br />

<strong>il</strong> referto di mesotelioma, i Servizi PSAL si attiveranno<br />

di iniziativa nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e, in modo<br />

da raccogliere direttamente dalla parte offesa, se ancora<br />

in vita, tutte le informazioni necessarie per accertare<br />

compiutamente le modalità dell’esposizione lavorativa,<br />

le varie attività svolte e le eventuali misure di prevenzione<br />

adottate durante <strong>il</strong> lavoro, oltre, naturalmente, alle<br />

testimonianze <strong>dei</strong> colleghi di lavoro. Si raccoglieranno<br />

inoltre, quanto prima, tutti gli elementi essenziali del fatto<br />

costituente <strong>il</strong> reato e si trasmetteranno le inchieste di<br />

malattia professionale al PM indicando le fonti di prova e<br />

le attività compiute.<br />

È appena <strong>il</strong> caso di aggiungere che l’attività sopra descritta<br />

acquista carattere di priorità nell’impegno <strong>dei</strong> Servizi,<br />

in decisa contro tendenza rispetto a quanto finora accaduto.<br />

Come già si è detto, l’attuale fase v<strong>ed</strong>e Servizi e Procure<br />

impegnati nell’affrontare una cospicua mole di fascicoli<br />

arretrati riguardante soprattutto i casi di mesotelioma. In<br />

14<br />

particolar modo le Procure di Trieste e Gorizia sono impegnate<br />

nel definire numerosi proc<strong>ed</strong>imenti pendenti. Per<br />

poter rapidamente giungere alla conclusione delle indagini<br />

è necessario uno sforzo notevole da parte <strong>dei</strong> Servizi<br />

che, innanzitutto, devono v<strong>ed</strong>er adeguata la dotazione<br />

del personale. È poi necessario proc<strong>ed</strong>ere ad una rigorosa<br />

selezione <strong>dei</strong> casi pendenti, ricorrendo ad una rapida<br />

archiviazione di quelli che non consentono di individuare<br />

con certezza sia <strong>il</strong> nesso causale sia gli eventuali responsab<strong>il</strong>i.<br />

È <strong>il</strong> caso ad esempio <strong>dei</strong> numerosi referti riguardanti<br />

soggetti che presentano placche pleuriche senza<br />

deficit vent<strong>il</strong>atori e/o respiratori, fattispecie per le quali<br />

oramai una costante giurisprudenza ha escluso trattarsi di<br />

malattia intesa come modificazione <strong>della</strong> funzionalità respiratoria.<br />

In generale può dirsi che occorre non spendere tempo <strong>ed</strong><br />

energie, non solo tutte le volte che non sia possib<strong>il</strong>e una<br />

diagnosi comprovata di mesotelioma, ma anche tutte<br />

quelle volte in cui una diagnosi certa non trova spiegazione<br />

adeguata in un nesso causale preciso o non trova la<br />

sua ragione nelle caratteristiche dell’esposizione lavorativa;<br />

oppure, ancora, in quei casi nei quali la brevità <strong>dei</strong> periodi<br />

lavorativi e i numerosi cambiamenti <strong>dei</strong> rapporti di lavoro<br />

subordinato non consentono di attribuire con ragionevole<br />

certezza la responsab<strong>il</strong>ità dell’evento ad uno o ad<br />

altro datore di lavoro.<br />

Molto più diffic<strong>il</strong>e si presenta l’elaborazione <strong>dei</strong> criteri con<br />

i quali devono essere trattati i casi di tumore polmonare<br />

o altra neoplasia di origine professionale. La principale<br />

difficoltà consiste nella dimostrazione dell’origine professionale<br />

<strong>della</strong> malattia, a causa <strong>della</strong> presenza di una pluralità<br />

di possib<strong>il</strong>i fattori cancerogeni, sia in ambito lavorativo<br />

(ad esempio amianto, fumi di saldatura, IPA, ecc.)<br />

sia extra-lavorativo (fumo di sigaretta).<br />

Tale difficoltà si traduce talora non solo nella oggettiva<br />

impossib<strong>il</strong>ità di reperire un convincente nesso di causalità,<br />

ma anche in quella, conseguente, di individuare correttamente<br />

l’autore o gli autori del reato. In questi casi è<br />

opportuno che ogni Servizio professionalmente attrezzato<br />

decida discrezionalmente quali indagini attivare sulla<br />

scorta del rigoroso criterio secondo <strong>il</strong> quale non è razionale<br />

spendere tempo <strong>ed</strong> energie per perseguire reati di<br />

diffic<strong>il</strong>issimo accertamento.<br />

Pertanto, di fronte ad un referto correttamente comp<strong>il</strong>ato<br />

(contenente cioè le notizie essenziali per sospettare<br />

l’origine lavorativa <strong>della</strong> malattia), si eviterà di proc<strong>ed</strong>ere<br />

all’indagine tutte le volte che non vi sia alcuno spazio per<br />

la genesi occupazionale <strong>della</strong> malattia diagnosticata.<br />

In tutti gli altri casi l’inchiesta di malattia professionale va<br />

attivata di iniziativa dal Servizio e tempestivamente conclusa<br />

con comunicazione all’Autorità Giudiziaria.<br />

Resta inteso, come concordato in s<strong>ed</strong>e di riunione plenaria<br />

del giorno 11.12.2008, che la Regione eviterà di attribuire<br />

ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti<br />

di Lavoro compiti e incarichi che non rientrano nelle ordinarie<br />

competenze di queste strutture, tanto più che le<br />

attuali emergenze consigliano di d<strong>ed</strong>icare le energie disponib<strong>il</strong>i<br />

alla prevenzione primaria , alla promozione <strong>della</strong><br />

salute <strong>ed</strong> al perseguimento <strong>dei</strong> gravosi compiti già descritti<br />

nel presente protocollo in tema di infortuni e malattie<br />

professionali.<br />

Le linee di indirizzo contenute nel presente accordo vin-


colano, com’è naturale, tutti gli Enti che hanno partecipato<br />

alla loro elaborazione e che sottoscrivono <strong>il</strong> presente<br />

protocollo.<br />

Tuttavia <strong>il</strong> rispetto degli accordi, pur necessario, non sarà<br />

sufficiente ad assicurare piena effettività agli indirizzi in<br />

mancanza di un costante rapporto di scambio e collaborazione<br />

tra i servizi territoriali e le procure del circondario.<br />

Solo l’integrazione delle esperienze reciproche e la disponib<strong>il</strong>ità<br />

al confronto, anche quotidiano, potrà fare in<br />

modo che eventuali incertezze di applicazione o eventuali<br />

prassi non conformi alle necessità del lavoro reciproco,<br />

possano essere risolte e corrette.<br />

Al fine di tenere costantemente sotto controllo i fenomeni<br />

presenti sul territorio, <strong>il</strong> Comitato Regionale di Coordinamento<br />

presenterà, almeno annualmente, alla presenza<br />

del Procuratore Generale <strong>della</strong> Repubblica e <strong>dei</strong> Procuratori<br />

Capo <strong>dei</strong> vari distretti regionali, i dati relativi alle attività<br />

<strong>ed</strong> alle indagini per infortuni sul lavoro e malattie professionali<br />

svolte dai Servizi PSAL, oltre che la situazione <strong>dei</strong><br />

carichi arretrati pendenti presso le diverse ASS.<br />

Voi venite - disse Giovanni Pascoli in quella sua orazione ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> condotti, che dovrebbe essere<br />

letta da ogni m<strong>ed</strong>ico, con un senso di ammirazione profonda e di gratitudine vivissima - voi venite,<br />

o compagni miei, da un mondo ben reale: venite da tutte le miserie umane, che cercate di<br />

prevenire, di curare, di lenire almeno, tutte, negli altri, essendo assai spesso destinati a soffrire in<br />

voi la peggiore: l’umana ingratitudine. Mal retribuiti, mal conosciuti, sorvegliati, cinti di decreti, irretati<br />

di sofismi, soffocati di diffidenze, venite qui a rifornirvi di nuove armi per le vostre battaglie<br />

assidue contro <strong>il</strong> malore …<br />

Sono parole di Arturo Castiglioni in un articolo del 1908 <strong>della</strong> Rivista Sanitaria M<strong>ed</strong>ico Farmaceutica Per Gli Interessi<br />

Professionali, da lui diretta <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ita a Trieste, in cui <strong>il</strong> famoso collega propugnava l’istituzione di corsi “per <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> pratici”<br />

certo che … <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> nostri, concittadini, giovani e non più giovani, tornerebbero, con gioia, con interesse vivissimo,<br />

a sentir la parola <strong>della</strong> scienza moderna; tornerebbero certamente anche quelli che sanno, per apprendere a<br />

insegnare alla lor volta: tutti sfidando, per continuar a citare <strong>il</strong> maestrevole discorso scultorio del Pascoli, la mala voce<br />

di coloro che male pagando e male trattando <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico, cr<strong>ed</strong>ono che egli debba saper tutto fino dal giorno <strong>della</strong> laurea,<br />

e ripetendo ai detrattori che l’accusa di ignorare è un riconoscimento di sapienza!<br />

(Rivista Sanitaria M<strong>ed</strong>ico Farmaceutica Per Gli Interessi Professionali, anno II, numero 6 del 15 luglio1908)


Prot. N°.<br />

Rif. Nota<br />

Resp. Proc<strong>ed</strong>.: - Dr. Marco Poladas<br />

Resp. Istrut.: - Dr. Marcello Fontana<br />

OGGETTO:<br />

D.L. n. 207/08: studi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e <strong>odontoiatri</strong>ci<br />

con dipendenti - documento di valutazione<br />

<strong>dei</strong> rischi - proroga al 16 maggio 2009 <strong>dei</strong><br />

soli nuovi adempimenti<br />

16<br />

FNOCEO 09/01/09<br />

RGP. 0000211 2009<br />

Roma, CI. 01.09.01/1<br />

COMUNICAZIONE N.1<br />

AI PRESIDENTI DEGLI ORDINI<br />

PROVINCIALI DEI MEDICI CHIRURGHI<br />

E DEGLI ODONTOIATRI<br />

AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI<br />

PER GLI ISCRITTI ALL’ALBO DEGLI<br />

ODONTOIATRI<br />

Cari Presidenti,<br />

facendo seguito alla comunicazione n.49 del 4 dicembre 2008 e n.50 del<br />

19 dicembre 2008 si segnala che nella Gazzetta Ufficiale n.304 del 31 dicembre<br />

2008 è stato pubblicato <strong>il</strong> decreto-legge n.207 del 2008 recante “Proroga<br />

di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie<br />

urgenti”.<br />

L’art. 32, comma 2, del suddetto decreto proroga al 16 maggio 2009 <strong>il</strong> termine<br />

previsto per l’effettuazione <strong>della</strong> valutazione <strong>dei</strong> rischi di cui all’art. 17,<br />

comma 1, lett.a), del D.Lgs. 81/08 con riferimento però solo ai “nuovi adempimenti”<br />

previsti dall’art. 28, comma 1 e 2, del D.Lgs. 81/08. Nella fattispecie<br />

quindi <strong>il</strong> 1° gennaio 2009 entra comunque in vigore l’obbligo di integrare <strong>il</strong> documento<br />

di valutazione <strong>dei</strong> rischi secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/08.<br />

Infatti <strong>il</strong> decreto legge in titolo differisce al 16 maggio 2009 solo i nuovi adempimenti<br />

sulla valutazione <strong>dei</strong> rischi e le relative sanzioni previste relativamente:<br />

- ai rischi stress lavoro-correlato (art.28, comma 1);<br />

- alla data certa del documento di valutazione <strong>dei</strong> rischi (art. 28, comma 2).<br />

Pertanto, stante quanto suesposto, i datori di lavoro avranno tempo fino<br />

al 16 maggio 2008 per assicurare una data certa al documento.<br />

Ad ogni modo, dovendo <strong>il</strong> decreto-legge essere convertito in legge e potendo<br />

lo stesso provv<strong>ed</strong>imento subire delle modifiche durante l’iter parlamentare<br />

di approvazione, questa F<strong>ed</strong>erazione auspica che i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e gli<br />

<strong>odontoiatri</strong> con dipendenti abbiano effettuato la relativa autocertificazione dell’effettuazione<br />

<strong>della</strong> valutazione <strong>dei</strong> rischi, ai sensi dell’art. 29, comma 5, del<br />

D.Lgs. 81/08, entro <strong>il</strong> 1 gennaio 2009 così come suggerito con comunicazione<br />

n.49 e n.50 e ciò al fine di porsi al riparo da una eventuale applicazione dell’apparato<br />

sanzionatorio.<br />

All’uopo con comunicazione n.50 del 19 dicembre 2008 è stato inviato un<br />

fac-sim<strong>il</strong>e di modello per l’autocertificazione.<br />

Cordiali saluti<br />

IL PRESIDENTE<br />

Am<strong>ed</strong>eo Bianco


NOTIZIE DALLA FACOLTÀ MEDICA...<br />

La Valutazione degli Studenti. L’esperienza decennale<br />

di un gruppo di Docenti del Corso di Laurea in<br />

M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia, <strong>della</strong> nostra Università.<br />

La crisi finanziaria <strong>ed</strong> economica che <strong>il</strong> Paese sta vivendo,<br />

coincide, non a caso, con la grave crisi dell’Università, di<br />

cui la Società sembra aver preso coscienza, e ci costringe<br />

a chi<strong>ed</strong>erci: “che tipo di Università”, e quindi anche “che<br />

tipo di Società”, e di futuro per i nostri giovani vogliamo.<br />

La proposta fondamentale che viene fatta a noi Docenti è<br />

quella dell’Università-Azienda. Per questo motivo, si sta<br />

tentando di ripensare la didattica e la valutazione secondo<br />

un sistema (debiti, cr<strong>ed</strong>iti, incentivi, moduli) che, nel<br />

linguaggio, tradisce un’idea di Università-Azienda, in cui i<br />

Docenti, per ora, si chiamano ancora docenti, ma in cui<br />

studenti e studentesse sono già pensati come “utenti” o<br />

“clienti”.<br />

Le nostre azioni sono lo specchio delle nostre cr<strong>ed</strong>enze.<br />

Gli approcci didattici usati dai Docenti, non sfuggono a<br />

questa “regola”. È da aspettarsi, quindi, che le pratiche didattiche,<br />

adottate dai Docenti, siano coerenti con le loro<br />

cr<strong>ed</strong>enze, relativamente: a cosa sia l’apprendimento, a<br />

come le persone apprendono <strong>ed</strong> a come, conseguentemente,<br />

i Docenti debbano insegnare. Nella realtà del nostro<br />

Paese, i modelli didattici, che ogni Docente ha fatto<br />

propri, sono quelli trasmessi a lui da coloro che sono stati<br />

i suoi insegnanti quando, come studente, ha frequentato<br />

i diversi corsi. Questo tipo di (non)formazione è stato<br />

funzionale al modello (statico) di formazione, prevalentemente<br />

“trasmissivo”. Per un cambiamento <strong>della</strong> didattica,<br />

è necessario, prioritariamente, “sfidare” le teorie<br />

implicite, che ogni Docente porta con sé, indicando <strong>il</strong> processo<br />

di costruzione e riorganizzazione <strong>dei</strong> modelli concettuali<br />

personali, facendo ricorso ad un metodo e ad una<br />

tipologia di insegnamento <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e oggettivi, frutto<br />

delle conoscenze derivate dalle discipline che studiano la<br />

materia (p<strong>ed</strong>agogia, docimologia etc).<br />

In questo contesto, più generale, si inserisce <strong>il</strong> problema<br />

<strong>della</strong> valutazione dell’apprendimento degli studenti, durante<br />

<strong>ed</strong> alla fine del loro percorso formativo (esame di<br />

ab<strong>il</strong>itazione) e, prima ancora, delle modalità di selezione<br />

per l’ammissione ai Corsi di Laurea a numero chiuso.<br />

Dal 2000, nel Corso di Laurea in M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia <strong>della</strong><br />

nostra Università, un gruppo di 12 Docenti si è trovato<br />

ad insegnare i contenuti <strong>della</strong> “vecchia Patologia M<strong>ed</strong>ica”,<br />

vale a dire le patologie degli organi <strong>ed</strong> apparati, integrati<br />

attraverso <strong>il</strong> comune denominatore <strong>della</strong> fisiopatologia<br />

e <strong>della</strong> metodologia cliniche, in un Corso denominato:<br />

Corso Integrato di Fisiopatologia Clinica e Patologia M<strong>ed</strong>ica<br />

d’Organo <strong>ed</strong> Apparato. Naturalmente, questo insegnamento,<br />

che si svolge in tre semestri, a cavallo fra <strong>il</strong><br />

terzo <strong>ed</strong> <strong>il</strong> quarto anno, e che, in Italia, è proposto, con<br />

questa modalità, solo a Trieste, ha posto, fin dall’inizio,<br />

una serie di difficoltà, a partire dalle modalità di una effettiva<br />

integrazione fra i vari insegnamenti, per finire con<br />

le proc<strong>ed</strong>ure per una valutazione sostenib<strong>il</strong>e (sia dai Docenti<br />

che dagli Studenti) <strong>ed</strong> efficace, tenuto conto dell’alto<br />

numero <strong>dei</strong> Docenti. L’integrazione è stata raggiunta partendo<br />

dal primo livello, costituito dalle classiche lezioni<br />

frontali, ma strutturate su un programma ben definito e<br />

comune, passando ad un secondo livello, costituito da lezioni,<br />

svolte a più voci, su temi a cavallo fra le varie “specialità”<br />

(ad es. l’am<strong>il</strong>oidosi, le complicanze del diabete),<br />

per continuare con esercitazioni, a piccoli gruppi, con tutore,<br />

mirate alla soluzione di problemi clinici e, per finire,<br />

con <strong>il</strong> tirocinio pratico presso i reparti.<br />

La valutazione ha costituito, fin dall’inizio, stimolo per una<br />

approfondita discussione, fra noi Docenti, e ha portato<br />

alla decisione di proc<strong>ed</strong>ere alla valutazione finale <strong>della</strong><br />

preparazione degli studenti, in due fasi: una prima costituita<br />

da 120 test (10 per ogni disciplina) a scelta multipla<br />

(quattro scelte, una o più corrette), tesa a stab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong> grado<br />

di conoscenza sulla patologia compresa nel programma,<br />

seguita da un colloquio orale che mira a: valutare la<br />

capacità dello studente di seguire un ragionamento clinico,<br />

chiarire dubbi, emersi dalla correzione <strong>dei</strong> test, dimostrare<br />

le attitudini comportamentali dell’esaminando.<br />

Proprio sulla base dell’esperienza maturata, avendo avuto<br />

in questi anni l’onore di coordinare <strong>il</strong> gruppo di validissimi<br />

e carissimi Colleghi, che insegnano in questo corso,<br />

farò alcune riflessioni sul tema <strong>della</strong> valutazione <strong>della</strong> preparazione<br />

degli studenti di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na.<br />

Quale valutazione, innanzitutto: priv<strong>il</strong>egiarne una implicita<br />

o una esplicita? La valutazione è implicita se si proc<strong>ed</strong>e<br />

ad un giudizio soggettivo che ha, come riferimento,<br />

l’esperienza personale e la propria sensib<strong>il</strong>ità, senza, necessariamente,<br />

dichiarare i criteri ai quali ci si intende riferire.<br />

La valutazione è esplicita quando, invece, i criteri<br />

dell’apprendimento e del giudizio sono preventivamente<br />

definiti e resi pubblici.<br />

Le prove oggettive (test, altrimenti detti quiz) sono strumenti<br />

di misura, in grado di limitare la soggettività <strong>della</strong><br />

correzione e, di conseguenza, migliorare la valutazione<br />

<strong>dei</strong> risultati. Secondo una opinione di non pochi Docenti,<br />

<strong>il</strong> test è uno <strong>dei</strong> tanti cascami <strong>della</strong> nostra dipendenza<br />

culturale dagli Stati Uniti, che si sta diffondendo, anche se<br />

con molta difficoltà, come strumento di valutazione, anche<br />

nel Corso di Laurea in M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia <strong>della</strong> nostra<br />

Città, proprio quando negli Stati Uniti, si sta, invece,<br />

timidamente cominciando a far ricorso alla comp<strong>il</strong>azione<br />

di un tema, per selezionare l’accesso degli Studenti ai<br />

Corsi di Laurea. La formazione, che ha ricevuto chi di noi<br />

si è laureato nel secolo scorso, si è basata su una valutazione,<br />

che, spesso, non aveva a monte nessuno studio serio<br />

<strong>ed</strong> era completamente affidata alla soggettività degli<br />

insegnanti, con le ovvie conseguenze, a volte, anche deleterie.<br />

Per questo motivo, negli ultimi anni, si è tentato di<br />

migliorare la didattica introducendo, nel sistema di valutazione<br />

dello studente, i test. È molto più corretto definirli<br />

così, anziché quiz, perché <strong>il</strong> quiz riguarda <strong>il</strong> mondo degli<br />

17


indovinelli e <strong>dei</strong> giochi. Il test è tutt’altra cosa: è un quesito<br />

che esige una risposta, che attiene ad un preciso<br />

contesto di studio e che obb<strong>ed</strong>isce, ad un primo livello, al<br />

criterio del vero/falso, non in assoluto, ma in ordine al<br />

contesto di riferimento (una o più lezioni, un testo, una<br />

proc<strong>ed</strong>ura etc).<br />

È, inoltre, possib<strong>il</strong>e graduare le difficoltà concettuali <strong>dei</strong><br />

test. Alcuni possono essere ricognitivi di pure e semplici<br />

memorizzazioni (<strong>il</strong> valore <strong>della</strong> Potassiemia, ad es.), essenziali,<br />

però, nella pratica clinica. Ma è possib<strong>il</strong>e, attraverso<br />

<strong>il</strong> test, indurre operazioni cognitive più complesse,<br />

come nel caso in cui <strong>il</strong> test sia a scelta multipla e le risposte<br />

possib<strong>il</strong>i siano più d’una. Va sottolineato che, in<br />

questo caso, non solo può essere diffic<strong>il</strong>e rispondere correttamente<br />

al test, ma è, forse, più diffic<strong>il</strong>e saperlo costruire,<br />

come molti di noi Docenti hanno modo di constatare<br />

e di discutere all’interno <strong>della</strong> Commissione d’esame.<br />

Ma, a controb<strong>il</strong>anciare questo innegab<strong>il</strong>e limite, va fatta<br />

un’altra considerazione: quanti quesiti orali, proposti dagli<br />

insegnanti agli studenti, sono realmente discriminanti<br />

e non soffrono, potenzialmente, degli stessi limiti, riscontrab<strong>il</strong>i<br />

al momento <strong>della</strong> preparazione <strong>dei</strong> test?<br />

Una ulteriore affermazione, che i critici del sistema di valutazione,<br />

basati sui test, sono soliti fare, riguarda <strong>il</strong> fatto<br />

che l’unico obiettivo, che questa forma di valutazione<br />

riesce a conseguire, è quello di consentire di liberarsi di<br />

masse di studenti, che nessuno ha voglia di incontrare<br />

faccia a faccia, in colloqui articolati. In realtà, è vero che,<br />

spesso, questo sistema di valutazione è l’unico strumento<br />

che possa consentire ad un numero elevato di Docenti<br />

(12 nel nostro caso) di valutare, omogeneamente, un<br />

numero piccolo o elevato di studenti, ma è anche vero<br />

che la nostra scelta non è stata giustificata dalla necessità<br />

di risparmiare tempo. Infatti, la correzione di test a<br />

scelta multipla, con più risposte valide, richi<strong>ed</strong>e molto<br />

tempo, perché non può essere effettuata elettronicamente<br />

o con la sovrapposizione di una griglia trasparente,<br />

contenente le risposte esatte. D’altra parte, la necessità<br />

di fornire più risposte corrette ad una domanda, permette<br />

di capire non solo se lo studente conosce l’argomento,<br />

ma anche quanto conosce.<br />

Come Commissione siamo, poi, così convinti del potere<br />

<strong>della</strong> parola e <strong>della</strong> necessità di valutare la capacità personale<br />

dello studente di interagire e di comunicare con i<br />

membri <strong>della</strong> Commissione valutatrice che, da sempre,<br />

per la valutazione, abbiamo abbinato al test <strong>il</strong> colloquio.<br />

Va, comunque, aggiunto che anche la gestione <strong>della</strong> parola,<br />

la conduzione di un colloquio richi<strong>ed</strong>e, pur sempre,<br />

le sue regole, <strong>ed</strong> è altrettanto vero che tante prove orali<br />

“vanno male” per lo studente, per l’incapacità di gestire<br />

correttamente la prova, a partire dal dominio dell’ansia.<br />

Ovviamente, un test sollecita certi processi cognitivi, ma<br />

non tutti. Ecco perché, nella idea <strong>della</strong> Commissione, fin<br />

dall’inizio, si è deciso di ut<strong>il</strong>izzare i test, solo come primo<br />

gradino <strong>della</strong> valutazione. Il colloquio è certo meno formale<br />

e “scientifico”, ma consente di cogliere la capacità<br />

dello studente di seguire un ragionamento clinico e di<br />

mostrare le sue attitudini comportamentali. Permette,<br />

inoltre, approfondimenti sul tema oggetto <strong>della</strong> domanda<br />

del test e di chiarire dubbi sorti durante l’esecuzione e la<br />

correzione <strong>dei</strong> test.<br />

L’esperienza di questi anni ha visto riconosciuto l’impegno<br />

18<br />

<strong>dei</strong> Docenti e degli Studenti; dopo un primo risultato deludente,<br />

manifestato dagli studenti, con un indice di gradimento<br />

del tutto insufficiente, alla fine del primo anno in<br />

cui <strong>il</strong> corso è stato proposto con questa modalità, negli<br />

anni successivi, l’indice di gradimento, espresso dai discenti,<br />

è sempre stato largamente positivo. Anche la recente<br />

valutazione <strong>della</strong> didattica del Corso di Laurea in<br />

M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia del nostro Ateneo, effettuata da una<br />

Commissione esterna nazionale, ha dato esito positivo,<br />

per quanto riguarda <strong>il</strong> nostro corso, convincendo, ancora<br />

una volta, i Docenti, che lo svolgono, <strong>della</strong> validità di tale<br />

modello di didattica, anche se, ovviamente, non mancano<br />

margini di miglioramento.<br />

Renzo Carretta<br />

… E DAGLI SPECIALIZZANDI...<br />

Ringrazio <strong>il</strong> prof. Melato che mi ha proposto di<br />

curare, all’interno del Bollettino, alcune pagine<br />

d<strong>ed</strong>icate alla “vita da specializzando”.<br />

Mi presento: sono Laura Ukovich, specializzanda al secondo<br />

anno di Chirurgia Vascolare e neo-eletta membro<br />

supplente del Collegio <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti dell’<strong>Ordine</strong><br />

<strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici di Trieste. Sarò quindi, all’interno dell’<strong>Ordine</strong>, la<br />

rappresentante degli specializzandi, che potranno contattarmi<br />

per qualsiasi problema: ricordate che l’<strong>Ordine</strong><br />

rappresenta tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> iscritti e noi, <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione<br />

specialistica, siamo la classe m<strong>ed</strong>ica futura.<br />

L’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici già si è dimostrato sensib<strong>il</strong>e alle nostre<br />

problematiche, infatti, in collaborazione con l’Associazione<br />

Specializzandi M<strong>ed</strong>ici di Trieste (A.S.Me.Ts), <strong>il</strong> 15 dicembre<br />

2008 è stato organizzato un incontro con <strong>il</strong> vertice<br />

triestino dell’INPS per un chiarimento in merito alla<br />

questione dell’aliquota contributiva per i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione<br />

specialistica iscritti alla gestione separata. La questione<br />

INPS è stata definitivamente chiusa <strong>il</strong> 24/02/2009,<br />

giorno in cui è pervenuto un messaggio (n° 4317) da parte<br />

del Direttore Centrale dell’Istituto Nazionale di Previdenza<br />

Sociale che recita “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico in formazione specialistica<br />

non iscritto alla cassa professionale versi la contribuzione<br />

calcolata con aliquota piena, mentre quello iscritto<br />

alla cassa versi i contributi con aliquota ridotta”. Questo<br />

messaggio annulla le disposizioni <strong>della</strong> circolare n°<br />

88 del primo ottobre 2008.<br />

È stata quindi la nostra prima vittoria.<br />

Alla fine del mese di Febbraio è stato rinnovato <strong>il</strong> Direttivo<br />

dell’Associazione Specializzandi M<strong>ed</strong>ici di Trieste<br />

(A.S.Me.Ts), le cariche, su proposta del Direttivo uscente,<br />

sono state così assegnate:<br />

• PRESIDENTE: Giovanni di Lorenzo<br />

(scuola di specialità in Ginecologia <strong>ed</strong> Ostetricia);<br />

• VICE-PRESIDENTI: F<strong>il</strong>iberto Lavar<strong>ed</strong>a, Andrea Piccozzi<br />

(scuola di specialità in Dermatologia,<br />

scuola di specialità in Fisiatria);


• SEGRETARIO: Giovanna Serv<strong>il</strong>lo<br />

(scuola di specialità in Neurologia)<br />

• TESORIERE: Laura Ukovich<br />

(scuola di specialità in Chirurgia Vascolare)<br />

Il nuovo direttivo si è subito messo al lavoro <strong>ed</strong> ha inoltrato<br />

la richiesta al Preside di Facoltà di poter usufruire del<br />

servizio mensa e del parcheggio, diritto che spetta a tutti<br />

i dipendenti dell’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliero-Universitaria<br />

Osp<strong>ed</strong>ali Riuniti di Trieste e a tutti i dipendenti universitari<br />

che lavorano in osp<strong>ed</strong>ale (servizio di segreteria universitaria).<br />

Precisamente questi ultimi usufruiscono di buoni<br />

pasto cartacei sovvenzionati dall’università stessa.<br />

Noi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica abbiamo un contratto<br />

universitario che però ci parifica al personale m<strong>ed</strong>ico<br />

aziendale per quanto riguarda <strong>il</strong> numero di ore di lavoro<br />

e i vari obiettivi da raggiungere. D’altra parte l’università<br />

(ente ERDISU) non ci permette di acquistare i<br />

buoni pasto a prezzo ridotto perché, siccome riceviamo<br />

uno stipendio mens<strong>il</strong>e, non rientriamo in nessuna fascia<br />

ISEE per la riduzione.<br />

In pratica <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico specializzando è equiparato ad uno<br />

studente per quanto riguarda i suoi diritti (mensa, parcheggio)<br />

e a un m<strong>ed</strong>ico lavoratore per quanto riguarda i<br />

suoi doveri (monte ore). Infatti dal mese di Dicembre<br />

2008 tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica sono stati<br />

dotati di badge marcatempo universitario per controllare<br />

<strong>il</strong> numero delle ore lavorate, lo stesso badge però non ha<br />

alcuna funzione per <strong>il</strong> parcheggio e per la mensa.<br />

Attendiamo la risposta del Preside di Facoltà, professor<br />

Secondo Guaschino, che cortesemente ha ascoltato le<br />

nostre richieste e si è subito mosso per trovare una possib<strong>il</strong>e<br />

soluzione alla questione.<br />

Un altro argomento dibattuto in questi giorni è <strong>il</strong> ritardo<br />

<strong>della</strong> pubblicazione del bando di concorso per le scuole di<br />

specializzazione.<br />

Il 26 febbraio 2009, in s<strong>ed</strong>e di Conferenza Stato-Regioni,<br />

non si è giunti ad un accordo sui fabbisogni triennali <strong>dei</strong><br />

<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica, con conseguente ulteriore<br />

slittamento del bando di concorso per l’accesso alle<br />

scuole di specializzazione. Questo ritardo sta generando<br />

un danno per i giovani <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, che in alcuni casi attendono<br />

<strong>il</strong> concorso da oltre un anno. Nella migliore delle ipotesi<br />

l’argomento sarà all’ordine del giorno <strong>della</strong> prossima Conferenza<br />

Stato-Regioni convocata <strong>il</strong> 19 marzo 2009. Ci auguriamo<br />

che in questa data vi sia una reale individuazione<br />

<strong>dei</strong> fabbisogni, senza alcuna opposizione delle parti.<br />

Per comunicare con l’Associazione è sufficiente inviare<br />

una e-ma<strong>il</strong> alla ma<strong>il</strong>ing list<br />

specializzanditrieste@-yahoogroups.com<br />

o privatamente scrivere a:<br />

laura_ukovich@hotma<strong>il</strong>.com<br />

Ogni idea è ben accetta!<br />

... DALLA STAMPA<br />

INTERNAZIONALE<br />

Come i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> possono cambiare <strong>il</strong> futuro<br />

<strong>della</strong> sanità<br />

Quando cerco di spiegare ai miei amici l’importanza dell’organizzazione<br />

sanitaria, delle scelte politiche e dell’economia<br />

in <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na, ricevo sempre la stessa risposta:<br />

”A me serve un m<strong>ed</strong>ico che sappia curare bene. Del resto<br />

m’interessa poco”. Il m<strong>ed</strong>ico resta nell’immaginario collettivo<br />

la figura centrale, portante <strong>della</strong> salute, anche se<br />

da qualche decina d’anni altre figure, vale a dire i politici,<br />

i manager, i programmatori hanno assunto un’importanza<br />

maggiore in sanità, che ricordo è l’insieme <strong>dei</strong> servizi<br />

che costituiscono l’organizzazione per la salute. Perché<br />

è successo questo? Essenzialmente sono state due le<br />

cause di questo cambiamento, sia in Italia sia nella gran<br />

parte <strong>dei</strong> Paesi più industrializzati.<br />

Una, prevalentemente di tipo culturale, era quella <strong>della</strong><br />

ragione di chi intendeva accentuare la prevenzione, in<br />

quanto ci si rendeva sempre più conto che andava rivisto<br />

<strong>il</strong> rapporto tra salute e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na e che l’importante non<br />

era solo curare la persona malata, ma anche ridurre le<br />

probab<strong>il</strong>ità che si ammalasse. La seconda, ben più consistente<br />

nei suoi aspetti pratici, era di tipo economico, in relazione<br />

al fatto che le nuove scoperte tecnologiche, l’invecchiamento<br />

<strong>della</strong> popolazione con l’aumento delle malattie<br />

croniche e le maggiori esigenze <strong>della</strong> popolazione<br />

stessa portavano ad un progressivo aumento <strong>dei</strong> costi,<br />

tanto da pensare che questi avrebbero superato quello<br />

delle pensioni, che tanto preoccupano i governi <strong>dei</strong> Paesi<br />

più industrializzati. C’era la necessità di intervenire sulla<br />

spesa sanitaria, ridimensionando <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e quella<br />

inappropriata.<br />

Il m<strong>ed</strong>ico è stato, a questo punto, in parte emarginato rispetto<br />

alle scelte non solo di politica sanitaria ma anche<br />

di quelle organizzative, in una sanità considerata motivo<br />

di spesa e non di sv<strong>il</strong>uppo sociale <strong>ed</strong> economico, tanto da<br />

priv<strong>il</strong>egiare <strong>il</strong> controllo <strong>della</strong> spesa stessa e non la qualità,<br />

spesso però intesa dai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> come perfezionismo<br />

m<strong>ed</strong>ico fine a se stesso e non in relazione allo stato di salute<br />

del paziente.<br />

Nel corso del tempo si è visto però che i vari sistemi di<br />

riorganizzazione erano insufficienti nei confronti sia del<br />

controllo <strong>della</strong> spesa sia del miglioramento dello stato di<br />

salute <strong>della</strong> popolazione, che v<strong>ed</strong>e sì migliorata l’aspettativa<br />

di vita, ma solamente nell’ultima fase <strong>della</strong> vita e non<br />

in quella giovan<strong>il</strong>e e adulta, dove è ancora scarso l’intervento<br />

sulle morti evitab<strong>il</strong>i.<br />

Qualcosa però sta cambiando e le novità arrivano dagli<br />

USA. Il Presidente degli USA Obama, in uno <strong>dei</strong> suoi primi<br />

interventi, <strong>il</strong> piano di b<strong>il</strong>ancio del governo f<strong>ed</strong>erale degli<br />

Stati Uniti, ha annunciato una riforma <strong>della</strong> sanità nella<br />

quale verrà tagliato ciò che non serve per pagare quello<br />

che serve, per estendere a tutti l’assistenza pubblica,<br />

anche tassando i più ricchi 1 .<br />

Un passo di portata storica per un Paese come gli USA,<br />

19


dove la salute è praticamente un bene commerciale come<br />

altri e non un diritto delle persone, non ha solo una valenza<br />

politica, ma anche economica. Infatti, <strong>il</strong> Presidente<br />

Obama vuole spostare l’asse da un’economia di tipo consumistico-<br />

finanziario verso una di servizi per i cittadini, ritenendo<br />

che quest’ultima possa far meglio da volano all’economia<br />

in generale. Questa non è solo una scelta politica<br />

ma rappresenta anche un’opinione sempre più diffusa<br />

tra gli economisti sanitari.<br />

Da tempo compaiono sulle più autorevoli riviste di questo<br />

settore, articoli che segnalano la necessità di dare una<br />

migliore copertura sanitaria all’intera popolazione americana<br />

sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o etico sia sotto quello economico,<br />

in quanto escludere una parte consistente <strong>della</strong> popolazione<br />

americana da cure adeguate porta comunque alla<br />

fine ad un aumento <strong>dei</strong> costi, per l’aggravamento <strong>della</strong><br />

malattia di base e all’aumento <strong>dei</strong> costi sociali 2,3 . Molti,<br />

inoltre, si chi<strong>ed</strong>ono poi come mai altri Paesi, abbiano una<br />

estesa copertura sanitaria <strong>della</strong> popolazione e un livello<br />

qualitativo <strong>della</strong> sanità praticamente pari a quello statunitense<br />

a fronte però di una spesa 3-4 punti percentuali<br />

del PIL, che rappresentano una cifra molto consistente 4 .<br />

Ma come abbiamo visto in Italia, non basta estendere la<br />

copertura sanitaria per avere un buon livello di organizzazione<br />

e contemporaneamente di salute, a costi accettab<strong>il</strong>i<br />

e soddisfazione dell’utenza. È necessario anche un<br />

cambiamento nell’organizzazione o, meglio, del ruolo <strong>dei</strong><br />

vari attori del sistema.<br />

In quest’ottica vi segnalo due pubblicazioni di Michael<br />

Porter, considerato la massima autorità mondiale nel<br />

campo delle strategie competitive delle imprese e <strong>dei</strong> fattori<br />

di competitività <strong>dei</strong> sistemi economici, consulente in<br />

passato anche dell’amministrazione Bush. Nonostante la<br />

sanità non rappresenti uno <strong>dei</strong> suoi principali settori d’interesse,<br />

ha scritto, assieme ad E. Olmest<strong>ed</strong> Teisberg un libro<br />

5 e uno <strong>dei</strong> più interessanti articoli 6 di strategia di riforma<br />

sanitaria negli ultimi anni, pubblicata su JAMA, una<br />

rivista tradizionale che raramente ospita articoli così innovativi.<br />

Porter parte dal presupposto che <strong>il</strong> modello sanitario statunitense,<br />

basato sulla concorrenza presenta <strong>dei</strong> limiti: i<br />

costi sono i più alti al mondo, una gran parte <strong>della</strong> popolazione<br />

(47 m<strong>il</strong>ioni d’americani) ha un accesso molto limitato<br />

delle cure, la qualità è inferiore rispetto all’atteso<br />

e i pazienti sono insoddisfatti di questo sistema. Ritiene<br />

che la concorrenza in Usa abbia fallito perché non interviene<br />

sui fattori che migliorano l’efficienza e la qualità <strong>ed</strong><br />

è a somma zero, perché non vi è miglioramento del valore,<br />

in quanto ogni attore del sistema trasferisce i costi<br />

sull’altro: l’osp<strong>ed</strong>ale sui servizi domic<strong>il</strong>iari, l’assicurazione<br />

sui pazienti, <strong>il</strong> piano assistenziale sull’osp<strong>ed</strong>ale. La somma<br />

non risulta così positiva, come avviene quando tutti<br />

gli attori ne traggono benefici. I cosiddetti fallimenti di<br />

mercato nella sanità statunitense (scadente informazione;<br />

concentrazione delle proprietà, rapporto di agenzia<br />

m<strong>ed</strong>ico-paziente per cui <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico agisce come agente<br />

del paziente, prescrivendo, dopo aver formulato una diagnosi,<br />

una serie d’esami) hanno dimostrato diffic<strong>il</strong>mente<br />

realizzab<strong>il</strong>e un meccanismo di concorrenza o competizione<br />

secondo le regole del libero mercato economico. Idem<br />

le esperienze europee, dove vige <strong>il</strong> quasi mercato, come<br />

in Italia dove <strong>il</strong> finanziatore, la Regione, è anche pro-<br />

20<br />

prietaria delle imprese fornitrici (osp<strong>ed</strong>ale e aziende territoriali).<br />

Secondo questi autori, sinora la competizione è basata su<br />

presupposti sbagliati, in quanto avviene a livello <strong>dei</strong> costi<br />

e non <strong>della</strong> qualità erogata. Il valore in sanità non è altro<br />

che <strong>il</strong> guadagno in termini di salute e su questo dovrebbe<br />

essere valutato e costruito un sistema sanitario che<br />

funzioni e sia economicamente compatib<strong>il</strong>e. Quello basato<br />

sul valore in sanità dovrebbe essere gestito dal m<strong>ed</strong>ico,<br />

ben più responsab<strong>il</strong>izzato d’ora, proiettata verso risultati<br />

di salute, con <strong>il</strong> paziente al centro del sistema e<br />

non l’organizzazione, come ora avviene.<br />

Altro errore commesso, secondo gli autori, è stato quello<br />

di accentuare l’uso dell’alta tecnologia per ridurre i costi<br />

e migliorare la qualità. Infatti, tale scelta non ha consentito<br />

di raggiungere i risultati ipotizzati di miglioramento<br />

<strong>della</strong> qualità, di riduzione <strong>dei</strong> costi e d’effetto traino su tutto<br />

<strong>il</strong> sistema economico.<br />

Una “buona” concorrenza dovrebbe poter intervenire su<br />

alcuni requisiti: 1) l’efficienza; 2) la soddisfazione del paziente;<br />

3) la sua facoltà di scelta; 4) l’equità. Ma sinora<br />

queste caratteristiche non sono state prese in considerazione<br />

perché non portavano un ritorno economico nel<br />

breve termine. Se invece ci fosse competizione sui risultati<br />

di salute, dovrebbe anche ridimensionarsi quell’aspetto<br />

che contribuisce ad aumentare i costi in tutti i<br />

Paesi, vale a dire l’offerta di prestazioni sanitarie che crea<br />

la domanda. Non verrebbero proposte così prestazioni<br />

sanitarie che incidono poco sulla salute ma sono invece<br />

condizionate molto dalla <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na difensiva o dalla possib<strong>il</strong>ità<br />

di ottenere maggiori guadagni.<br />

Potrebbe stupire qualcuno, inoltre, <strong>il</strong> fatto che Porter e<br />

Teisberg, due esperti di competizione, tipica espressione<br />

di un sistema che guarda ai risultati economici e non alle<br />

conseguenze sociali delle scelte conseguenti, possano indicare<br />

per la realizzazione <strong>della</strong> loro proposta una sistema<br />

di copertura assicurativa universale. Lo fanno non solo<br />

per gli aspetti etici, ma soprattutto perché “ è <strong>il</strong> solo modo<br />

per attuare un sistema che produce un alto valore per<br />

i singoli e per la globalità <strong>dei</strong> pazienti” in quanto “ si potrebbero<br />

ottenere r<strong>il</strong>evanti risparmi garantendo la prevenzione<br />

e la cura <strong>della</strong> persona malata, non delle singole<br />

patologie“. Questi sono i punti principali del pensiero di<br />

Porter:<br />

01. bisogna puntare sul valore che ne deriva al paziente,<br />

cioè i risultati di salute e non sulla riduzione <strong>della</strong><br />

spesa<br />

02. la competizione deve avvenire non sui costi, ma sulla<br />

qualità erogata e sui risultati di salute, in modo da<br />

evitare accertamenti diagnostici e cure inappropriate,<br />

che aumentano la spesa e i rischi per <strong>il</strong> paziente<br />

03. <strong>il</strong> valore deve risultare non dalla singola prestazione<br />

sanitaria ma dall’intero ciclo di cure, tanto da seguire<br />

meglio <strong>il</strong> paziente e limitare ritardi nelle cure <strong>ed</strong> errori.<br />

Lo stesso vale per le forme di pagamento o rimborso,<br />

in modo anche da evitare duplicazioni <strong>ed</strong> esami<br />

inut<strong>il</strong>i<br />

04. le prestazioni devono essere erogate in base all’esperienza<br />

che ogni struttura, ogni m<strong>ed</strong>ico sv<strong>il</strong>uppa. Secondo<br />

Porter diventa più conveniente rivolgersi a


strutture di dimensioni consistenti che abbiano una<br />

forte esperienza nel trattamento <strong>della</strong> singola condizione<br />

morbosa se d’alto impegno professionale oppure<br />

nel trattamento di tutto <strong>il</strong> ciclo delle cure, come dovrebbe<br />

essere nelle malattie croniche. Fattori principali<br />

per <strong>il</strong> miglioramento delle cure e la riduzione <strong>dei</strong> costi<br />

diventano così una buona integrazione, la prevenzione,<br />

la riab<strong>il</strong>itazione e <strong>il</strong> disease management<br />

05. la concorrenza deve avvenire su base nazionale e non<br />

solo locale<br />

06. le prestazioni sanitarie vanno misurate in modo da<br />

consentire <strong>il</strong> confronto e l’emulazione<br />

07. un ruolo importante assume l’innovazione, stimolata<br />

dalla competizione, tanto da rappresentare un volano<br />

per la qualità<br />

08. deve esserci un reale coinvolgimento del paziente nel<br />

percorso delle cure, con conseguenti migliori risultati<br />

di salute per l’autogestione <strong>della</strong> malattie e minori ricorsi<br />

legali<br />

09. vanno individuati vari sistemi di responsab<strong>il</strong>izzazione<br />

e soprattutto di motivazione, tanto da consentire una<br />

più stretta aderenza a risultati di qualità, che possono<br />

smuovere in modo virtuoso le inerzie del sistema<br />

10. va distinto <strong>il</strong> pagatore dal fornitore, perché se sono<br />

un’unica figura, non sono interessati a perseguire l’eccellenza<br />

necessaria per migliorare la qualità<br />

Secondo gli autori non è necessario una trasformazione<br />

delle leggi in vigore, quanto piuttosto va quindi rivisto <strong>il</strong><br />

rapporto tra decisori e operatori, non top-down ma bottom<br />

-up che alla fine significa maggior partecipazione di<br />

tutti, pazienti compresi, a questo tipo di riforma, nella<br />

quale vi sia un forte rapporto di fiducia (jointventure) tra<br />

pazienti e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>. Diffic<strong>il</strong>e, ma è una strada che va perlomeno<br />

esplorata. Ci vuole però senso di responsab<strong>il</strong>ità e<br />

capacità d’innovazione.<br />

Appare sempre più evidente che <strong>il</strong> sistema ha bisogno<br />

anche del m<strong>ed</strong>ico protagonista del cambiamento, che<br />

sappia collocare <strong>il</strong> paziente con le sue reali necessità al<br />

centro del sistema, in un rapporto di collaborazione e integrazione<br />

che tuteli e soddisfi entrambe le parti e che<br />

tragga beneficio dall’esperienza di altri sistemi sanitari,<br />

senza ripeterne gli errori. Infatti, secondo Porter, solo i team<br />

<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> possono migliorare le prestazioni sanitarie tanto<br />

da dare valore a somma positiva a tutto <strong>il</strong> sistema.<br />

La proposta di Porter e Teisberg riguarda precipuamente<br />

<strong>il</strong> sistema sanitario statunitense, in particolare per la parte<br />

economico-finanziaria, ma potrebbe indicare una strada<br />

anche per l’Italia, dopo un’adeguata “traduzione organizzativa”<br />

di quanto esposto dagli autori, vista la diversità<br />

<strong>dei</strong> due sistemi.<br />

Aureo Muzzi<br />

Bibliografia<br />

1. Hopkins J. Healthcare reform takes a substantial share of Obama’s<br />

propos<strong>ed</strong> $3.1 tr<strong>il</strong>lion budget. BMJ. 7 March 2009; 338 :559.<br />

2. Roper W. L. Here We Go Again—Lessons On Health Reform. Health<br />

Affairs; 2 6, no 6 (2007):1551-1552.<br />

3. Thorpe K.E. Reframing The Debate Over Health Care Reform: The<br />

Role Of System Performance And Affordab<strong>il</strong>ity.Health Affairs 26, no. 6<br />

(2007): 1560-1562.<br />

4. Schaeffer L.D. The New Architects Of Health Care Reform. Health Affairs<br />

26, no. 6 (2007): 1557-1559.<br />

5. Porter ME and Teisberg EO. R<strong>ed</strong>efining health care: creating valuebas<strong>ed</strong><br />

competition on results. Boston, Harvard Business School Press,<br />

2006.<br />

6. Michael E. Porter; Elizabeth Olmst<strong>ed</strong> Teisberg. How Physicians Can<br />

Change the Future of Health Care. JAMA. 2007;297:1103-1111.<br />

Avviso...<br />

I colleghi che volessero effettuare<br />

elargizioni pro terremotati dell’Abruzzo<br />

posso farlo indirizzandole a:<br />

SANITÀ SOLIDALE<br />

ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI<br />

E DEGLI ODONTOIATRI DE L'AQUILA<br />

Cassa di Risparmio de l’Aqu<strong>il</strong>a<br />

IBAN:<br />

IT 11 R 0604040440000000155824<br />

21


Di tutto e di più, m<strong>il</strong>le cose sono state dette:<br />

diciamone ancora una<br />

Durante i giorni del dramma <strong>della</strong> Englaro mi trovavo a<br />

Palermo e, nelle pause di un mio impegno universitario,<br />

ho seguito sulla stampa quotidiana i diversi commenti di<br />

personaggi noti e meno noti. Quelle che seguono sono alcune<br />

considerazioni che mi sembra giusto fare anche per<br />

i nostri lettori, per definizione <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>.<br />

È possib<strong>il</strong>e su certi temi la concertazione, così di moda? Vi<br />

sono delle posizioni non conc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i?<br />

Il primo punto di discussione, inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>e, è inerente la<br />

vita, si afferma che la “vita” umana è sacra (per taluni la<br />

vita in senso lato è sacra) e non disponib<strong>il</strong>e, o che <strong>il</strong> concetto<br />

vada riportato solo alla “vita degna di essere vissuta”<br />

in relazione quella che viene in qualche modo definita<br />

“qualità di vita”. A ben guardare sono amb<strong>ed</strong>ue concetti<br />

indefiniti: nel primo caso la vita è un qualcosa che<br />

trova la sua negazione nella morte e quindi presuppone<br />

un confine chiaro, confine posto, in diversi momenti storici,<br />

in termini diversi (comparsa di macchie ipostatiche,<br />

morte cardiaca, morte cerebrale); nel secondo la qualità<br />

di vita è ancora più soggettiva, per giudizio personale o<br />

collettivo <strong>ed</strong> è estremamente variab<strong>il</strong>e da luogo a luogo,<br />

da momento a momento.<br />

Il secondo elemento su cui si discute e che v<strong>ed</strong>e pure esso<br />

posizioni inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i è <strong>il</strong> concetto di persona, con suoi<br />

diritti, in senso estensivo per taluni (comprendente tutto<br />

l’arco dell’esistenza) o con un inizio <strong>ed</strong> una fine per altri<br />

(in senso più ristretto <strong>della</strong> visione prec<strong>ed</strong>ente).<br />

In momenti non fac<strong>il</strong>i, come è recentemente avvenuto, le<br />

diverse posizioni possono irrigidirsi, non solo, ma anche<br />

ulteriormente differenziarsi con un aumento <strong>della</strong> conflittualità,<br />

anche per la comparsa di uno “spirito missionario”<br />

che, non riuscendo a convincere, può dimostrarsi ulteriormente<br />

intollerante di chi pensa in maniera diversa.<br />

Le problematiche attuali che si pongono al mondo m<strong>ed</strong>ico,<br />

certamente meno influenzab<strong>il</strong>e dai mass m<strong>ed</strong>ia, problematiche<br />

in rapida evoluzione, rientrano a pieno titolo in<br />

questo conflitto (“manipolazioni” genetiche, testamento<br />

biologico, eutanasia e via enumerando) trovando un primo<br />

livello di controllo nei parametri di legge. Vi è però un<br />

secondo livello, <strong>il</strong> nostro codice deontologico. Anche esso,<br />

aggiornato periodicamente, riporta “regole” concordate.<br />

Il Codice Deontologico è come la Costituzione, molto citata<br />

ma poco letta; invece va letto e seguito. Invito quindi<br />

a considerare punto per punto <strong>il</strong> nostro Codice; lascia<br />

qualche indeterminatezza e qualche possib<strong>il</strong>e interpretazione<br />

diversa (ad esempio nella definizione di accanimento<br />

terapeutico) ma, tutto sommato, fornisce delle linee<br />

guida.<br />

E se infine rimangono in noi delle inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>ità? Emerge<br />

un concetto che sembra giungere dal passato: “la coscienza”.<br />

Chi di noi ha qualche anno ricorda quanto venisse<br />

citato, spesso con orgoglio, come <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico doves-<br />

22<br />

RUBRICA DI BIOETICA*<br />

se agire “in scienza e coscienza”. E in che senso riemerge?<br />

Nell’obiezione di coscienza. Una definizione di coscienza<br />

può essere: “facoltà imm<strong>ed</strong>iata di avvertire, comprendere<br />

e valutare i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza<br />

individuale o si prospettano in un futuro più<br />

o meno vicino”. Quindi niente di magico o di ideologico.<br />

Ciascuno di noi si trova nudo con sé stesso e diviene giudice<br />

di sé stesso. Alla fin fine siamo noi a dover decidere.<br />

Euro Ponte<br />

* La Bioetica è un’etica caratterizzata dall’assunzione di responsab<strong>il</strong>ità<br />

dell’uomo per <strong>il</strong> sistema complessivo <strong>della</strong> vita. In<br />

senso più ristretto assume <strong>il</strong> significato dello studio <strong>della</strong> condotta<br />

umana nell’area delle scienze <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> cura <strong>della</strong><br />

salute.


ED INFINE UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA<br />

In ricordo di… Giuseppe Cioffi (1925-1999)<br />

Un non lontano incontro con un antico veterinario di Pozzuoli<br />

mi ha riportato alla memoria un caro nostro Collega,<br />

<strong>il</strong> dott. Giuseppe Cioffi, nato appunto a Pozzuoli, che ora<br />

non c’è più, ma che ha lavorato parecchi anni a Trieste.<br />

Avevo già pensato di ricordare <strong>il</strong> Cioffi in questa rubrica,<br />

ma poi, per motivi contingenti, ho dovuto ritardare <strong>il</strong> ricordo,<br />

per la cui stesura devo ringraziare suo figlio Vincenzo,<br />

ottimo radiologo a Trieste, all’Osp<strong>ed</strong>ale di Cattinara,<br />

che ha arricchito i dati biografici in mio possesso.<br />

Giuseppe Cioffi, di buona famiglia, che aveva dato alla<br />

società molti professionisti di valore, tra i quali vari <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />

era nato <strong>il</strong> 9 marzo 1925. Il Padre, “un ragazzo del 99”<br />

ferito sul Grappa, fu valente p<strong>ed</strong>iatra con nob<strong>il</strong>i intendimenti<br />

m<strong>ed</strong>ico-sociali, tant’è che aprì la prima s<strong>ed</strong>e dell’O.N.M.I.<br />

a Ceccano.<br />

Il nostro Cioffi, compiuti gli studi classici, si iscrisse alla<br />

Facoltà di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na e chirurgia dell’Università degli Studi<br />

di Napoli, dove si laureò nel 1949 <strong>ed</strong> in seguito si specializzò<br />

in Igiene generale e speciale (1952) <strong>ed</strong> in Idrologia<br />

m<strong>ed</strong>ica (1953), frequentando successivamente vari corsi<br />

di perfezionamento. M<strong>il</strong>itarizzato per <strong>il</strong> servizio di leva,<br />

prestò, dal 1950 al 1952, attività come ufficiale m<strong>ed</strong>ico in<br />

aeronautica. Assistente del Laboratorio Provinciale di<br />

Igiene e Prof<strong>il</strong>assi di Caserta dal 1952 al 1958, divenne<br />

poi ufficiale sanitario di ruolo a Frosinone, svolgendo detta<br />

funzione sino al 1968. Nel 1968, previo concorso nazionale,<br />

divenne direttore sanitario di ruolo dell’Osp<strong>ed</strong>ale<br />

Provinciale di Frosinone, che diresse sino al 1978, salvo<br />

una breve interruzione per dirigere l’Osp<strong>ed</strong>ale Provinciale<br />

di Camposampiero (PD), dove fu nominato anche<br />

coordinatore sanitario dell’USSL n. 20 del Veneto.<br />

Nel 1978 fu nominato, per concorso pubblico, direttore<br />

sanitario del Dipartimento dell’Anziano degli Osp<strong>ed</strong>ali Riuniti<br />

di Trieste e poi del Presidio Osp<strong>ed</strong>aliero dell’USL n. 1<br />

“Triestina”, funzione che svolse sino al 1990, anno del<br />

suo pensionamento.<br />

Il Cioffi, durante la sua carriera, svolse pregevole attività<br />

didattica, per la quale aveva una spiccata attitudine, in<br />

materia di igiene preventiva e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na sociale, a Frosinone,<br />

a favore di insegnanti elementari e <strong>dei</strong> maestri cattolici,<br />

nell’Istituto Tecnico Femmin<strong>il</strong>e, nella Scuola per infermieri<br />

professionali e nella Scuola per puericultrici; poi,<br />

a Camposampiero, nelle Scuole per infermieri generici <strong>ed</strong><br />

infermieri professionali; infine, a Trieste, nelle Scuole per<br />

terapisti <strong>della</strong> riab<strong>il</strong>itazione, per tecnici di radiologia m<strong>ed</strong>ica,<br />

per infermieri professionali e per operatori sociosanitari<br />

aus<strong>il</strong>iari, ma anche nella Scuola di specializzazione,<br />

per <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, in igiene e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na preventiva <strong>ed</strong> in quella di<br />

chirurgia vascolare.<br />

Cioffi ebbe pure una buona produzione scientifica, per lo<br />

più in tema di igiene urbana, scolastica <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>aliera,<br />

con 28 pubblicazioni, originali e ben documentate.<br />

Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o degli interessi culturali, <strong>il</strong> Cioffi è stato un<br />

professionista che leggeva molto, oltre a testi di igiene<br />

pubblica <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>aliera, opere di letteratura classica e<br />

moderna, nonché libri di storia, specie del Regno delle<br />

Due Sic<strong>il</strong>ie e <strong>della</strong> Iª Guerra Mondiale. Amava, inoltre,<br />

l’arte e l’archeologia, ma non aveva interesse per lo sport,<br />

<strong>il</strong> turismo e la politica.<br />

In continuo aggiornamento scientifico, specie in campo<br />

igienistico, <strong>il</strong> Cioffi stava preparando una ponderosa serie<br />

di sch<strong>ed</strong>e in tema di <strong>ed</strong><strong>il</strong>izia e tecnica osp<strong>ed</strong>aliera, ma<br />

l’opera, che sarebbe stata di certo molto importante <strong>ed</strong><br />

ut<strong>il</strong>e, rimase incompleta per la prematura morte dell’Autore,<br />

avvenuta a Trieste <strong>il</strong> 24 agosto 1999. Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

etico-psicologico, <strong>il</strong> Cioffi fu persona di grande moralità,<br />

riservata, tranqu<strong>il</strong>la, seria, sempre gent<strong>il</strong>e e con grande<br />

comunicativa. Aveva un fraseggio gradevole, nel quale<br />

si poteva cogliere, a volte, qualche nota di garbato<br />

umorismo, che richiamava un po’ quello <strong>dei</strong> suoi grandi<br />

compatrioti, i fratelli De F<strong>il</strong>ippo.<br />

Indubbiamente, Giuseppe Cioffi è stato un personaggio di<br />

spessore, lo direi un m<strong>ed</strong>ico all’antica, che sapeva coniugare<br />

l’arte di Asclepio con quella di Atena.<br />

Claudio Bev<strong>il</strong>acqua<br />

23


Rubrica aperta ai contributi di tutte<br />

le organizzazioni sindacali m<strong>ed</strong>iche<br />

compatib<strong>il</strong>mente con lo spazio disponib<strong>il</strong>e<br />

….. DALLA FIMMG<br />

L’introduzione dell’obbligo <strong>della</strong> Posta Elettronica<br />

Certificata (PEC) per i professionisti iscritti in albi<br />

Il Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 (recante “Misure<br />

urgenti per <strong>il</strong> sostegno a famiglie, lavoro, occupazione<br />

e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi <strong>il</strong><br />

quadro strategico nazionale”) convertito nella Legge 28<br />

gennaio 2009, n. 2, più noto come “decreto anticrisi”,<br />

rende obbligatoria per imprese e professionisti la PEC<br />

(Posta Elettronica Certificata).<br />

La PEC è un particolare tipo di posta elettronica che ha lo<br />

scopo di attribuire, ad un messaggio inviato Telematicamente,<br />

lo stesso valore di una raccomandata, con avviso<br />

di ricevimento, tradizionale.<br />

In particolare, l’art. 16 comma 7 del citato decreto testualmente<br />

recita: I professionisti iscritti in albi <strong>ed</strong> elenchi<br />

istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini<br />

o collegi <strong>il</strong> proprio indirizzo di posta elettronica<br />

certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al<br />

comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del<br />

presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un<br />

elenco riservato, consultab<strong>il</strong>e in via telematica esclusivamente<br />

dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi<br />

degli iscritti con <strong>il</strong> relativo indirizzo di posta elettronica<br />

certificata.<br />

Nel decreto, si fa quindi riferimento alla Posta Elettronica<br />

Certificata o ad altro indirizzo di posta, come descritto al<br />

comma 6. Il suddetto comma 6 menziona un: analogo<br />

indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che<br />

certifichino data e ora dell’invio e <strong>della</strong> ricezione delle comunicazioni<br />

e l’integrità del contenuto delle stesse, Garantendo<br />

l’interoperab<strong>il</strong>ità con analoghi sistemi internazionali.<br />

In relazione alle citate disposizioni, non si può sottacere<br />

<strong>il</strong> fatto che siano state espresse forti perplessità da parte<br />

degli interpreti <strong>della</strong> norma, non tanto in relazione all’obbligo<br />

in sé, quanto con riferimento al contenuto di tale obbligo.<br />

La Posta Elettronica Certificata è infatti un sistema<br />

informatico complesso e regolamentato nel dettaglio dal<br />

nostro ordinamento, m<strong>ed</strong>iante un insieme di norme tecniche<br />

ad esso d<strong>ed</strong>icate.<br />

Il quadro normativo di riferimento relativo alla Posta Elettronica<br />

Certificata è estremamente articolato:<br />

- Decreto del Presidente <strong>della</strong> Repubblica 11 febbraio<br />

2005, n. 68, “Regolamento recante disposizioni per l’ut<strong>il</strong>izzo<br />

<strong>della</strong> posta elettronica certificata, a norma dell’articolo<br />

27 <strong>della</strong> legge 16 gennaio 2003, n. 3.” (G.U. 28 apr<strong>il</strong>e<br />

2005, n. 97);<br />

24<br />

RUBRICA SINDACALE<br />

- Decreto Ministeriale 2 novembre 2005, “Regole tecniche<br />

per la formazione, la trasmissione e la validazione,<br />

anche temporale, <strong>della</strong> posta elettronica certificata” (G.U.<br />

del 14 novembre 2005, n. 265);<br />

- Circolare CNIPA CR/49 24 novembre 2005, “Modalità<br />

per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco<br />

pubblico <strong>dei</strong> gestori di posta elettronica certificata”<br />

(G.U. 5 dicembre 2005, n. 283);<br />

- Circolare 7 dicembre 2006, n. 51, “Espletamento <strong>della</strong><br />

vig<strong>il</strong>anza e del controllo sulle attività esercitate dagli<br />

iscritti nell’elenco <strong>dei</strong> gestori di posta elettronica certificata<br />

(PEC), di cui all’articolo 14 del decreto del Presidente<br />

<strong>della</strong> Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68, «Regolamento<br />

recante disposizioni per l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>della</strong> posta elettronica<br />

certificata, a norma dell’articolo 27 <strong>della</strong> legge 16<br />

gennaio 2003, n. 3»”;<br />

- Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (G.U. 16 maggio<br />

2005, n. 93);<br />

- Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 (G.U. 29 novembre<br />

2008, n. 280, supplemento ordinario 263/L);<br />

- Legge 28 Gennaio 2009, n. 2 (G.U. 28 Gennaio 2009,<br />

n. 22, supplemento ordinario 14/L).<br />

Dalla lettura <strong>dei</strong> due citati commi si desume come l’obbligo<br />

introdotto dal legislatore con <strong>il</strong> decreto cosiddetto<br />

anticrisi abbia in realtà un contenuto prescrittivo scisso in<br />

due parti molto diverse sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o tecnologico: obbligo<br />

di adottare la PEC (quindi una sistema di posta molto<br />

preciso e regolamentato a livello nazionale) ovvero un altro<br />

indirizzo di posta con alcune caratteristiche indicate<br />

abbastanza genericamente (“basato su tecnologie che<br />

certifichino data e ora dell’invio e <strong>della</strong> ricezione delle comunicazioni<br />

e l’integrità del contenuto delle stesse, garantendo<br />

l’interoperab<strong>il</strong>ità con analoghi sistemi internazionali”),<br />

ma senza che si faccia riferimento a standard o<br />

requisiti tecnici specifici.<br />

Il motivo di tale previsione pare si debba ricercare nel<br />

fatto che l’introduzione e la regolamentazione <strong>della</strong> PEC in<br />

Italia è apparsa gravata da un serio limite: <strong>il</strong> non tenere<br />

in debito conto <strong>il</strong> requisito <strong>della</strong> neutralità tecnologica<br />

delle prescrizioni normative, applicazione del principio del<br />

libero mercato, che è come noto principio fondante dell’Unione<br />

europea.<br />

Con l’obiettivo di evitare ogni possib<strong>il</strong>e irrigidimento verso<br />

soluzioni monopolistiche o di ostacolo alla libera concorrenza,<br />

viene introdotta dal comma 6 una clausola "di<br />

apertura" del legislatore verso altre soluzioni di posta<br />

elettronica con caratteristiche analoghe ma non così rigorosamente<br />

pr<strong>ed</strong>eterminate. Questo tipo di previsione<br />

normativa è dunque una sorta di riconoscimento tributato<br />

ai principi del libero mercato europeo.<br />

Una norma così concepite, pur rispettosa del criterio di<br />

neutralità tecnologica, potrebbe però determinare una<br />

situazione per un certo periodo molto confusa, specie in<br />

attesa di un regolamento tecnico chiarificatore -, un certo<br />

"laissez faire laissez passer", da cui discenderà inevitab<strong>il</strong>mente<br />

una lettura <strong>della</strong> norma come programmatica<br />

piuttosto che prescrittiva.<br />

Da quanto detto sorge <strong>il</strong> ragionevole dubbio che le scadenze<br />

previste potrebbero non essere rispettate. Con<br />

l’ulteriore considerazione che i professionisti che non<br />

adottino la PEC saranno se non altro ammessi a dimo-


strare che <strong>il</strong> loro sistema di posta ha caratteristiche analoghe.<br />

Deve tuttavia porsi attenzione al requisito dell’interoperab<strong>il</strong>ità<br />

a livello internazionale, richiesto al sistema<br />

di posta elettronica alternativo e che tuttavia non è prerogativa<br />

neppure <strong>della</strong> stessa PEC. Tant’è che nel giugno<br />

2008 un gruppo di lavoro del CNIPA ha r<strong>ed</strong>atto un<br />

Internet Draft con l’intento di avviare presso l’IETF ( Internet<br />

Engineering Task Force ) <strong>il</strong> processo di standardizzazione<br />

del protocollo <strong>della</strong> PEC. L’attuale versione del<br />

draft è la 02 pubblicata <strong>il</strong> 4 febbraio 2009 con scadenza<br />

8 agosto 2009.<br />

Da segnalare anche lo sforzo dell’ETSI ( European Telecommunications<br />

Standards Institute ), organizzazione<br />

europea sugli standards ufficialmente riconosciuta dalla<br />

Commissione Europea, che proseguendo sullo standard<br />

TS 102 640, pubblicato nel 2008, ha ideato la Registerd<br />

Electronic Ma<strong>il</strong> ( <strong>il</strong> cui acronimo è REM ) consistente in un<br />

servizio ema<strong>il</strong> che ha un funzionamento sim<strong>il</strong>are - nei<br />

principi - a quello <strong>della</strong> PEC. Ciò che risulta interessante è<br />

che la REM denota l’attenzione europea per gli aspetti di<br />

assoluta interoperab<strong>il</strong>ità.<br />

Data l’attuale difficoltà di afferrare <strong>il</strong> pieno contenuto precettivo<br />

<strong>della</strong> norma, <strong>il</strong> comportamento da consigliare al<br />

professionista si ritiene possa essere quello di dotarsi di<br />

PEC, per quanto non pienamente interoperab<strong>il</strong>e. Tuttavia,<br />

chi scrive ritiene che sia auspicab<strong>il</strong>e che quanto prima i<br />

singoli ordini professionali e le maggiori organizzazioni<br />

sindacali di categoria prendano posizione in materia, specie<br />

con riguardo a quegli “altri indirizzi di posta” al momento<br />

ancora affidati ad un limbo di “possib<strong>il</strong>e futuro riconoscimento<br />

giuridico” pari alla PEC, senza tuttavia alcuna<br />

reale certezza per nessuno di essi.<br />

Avv. Chiara Rabbito<br />

Coordinatrice nazionale del Gruppo di ricerca<br />

“Sicurezza e Privacy” <strong>della</strong> SIT<br />

….. DALLO SNAMI<br />

Il nuovo decalogo per gli iscritti<br />

Diritto all’esercizio professionale<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto all’esercizio <strong>della</strong> professione nella<br />

piena e totale potestà di curare rispondente a scienza<br />

e coscienza.I gravami burocratici/amministrativi e gli<br />

obiettivi economici/finanziari aziendali, non competono<br />

alla pratica m<strong>ed</strong>ica né possono essere ut<strong>il</strong>izzati quale parametro<br />

remunerativo o valutativo.In virtù <strong>della</strong> peculiarità<br />

<strong>della</strong> professione esercitata, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di<br />

scegliere liberamente tra eventuali differenti rapporti con<br />

i sistemi erogatori senza che ciò rappresenti pregiudizio<br />

all’esercizio professionale stesso o rivesta carattere penalizzante<br />

in rapporto alla scelta operata.<br />

Diritto all’innovazione<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico, indipendentemente da considerazioni economiche<br />

o finanziarie, ha diritto all’ut<strong>il</strong>izzo imm<strong>ed</strong>iato e<br />

senza complicazioni burocratiche, di proc<strong>ed</strong>ure, farmaci e<br />

strumentazioni sanitarie innovative, validate dalla comunità<br />

scientifica in grado di arrecare benefici al paziente.<br />

Diritto al riconoscimento di capacità e qualità<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di esercitare liberamente in servizi<br />

di alta qualità sulla base <strong>della</strong> definizione e del rispetto<br />

di precisi standard per specialità e per i quali sia<br />

qualificato<br />

Diritto alla formazione e all’aggiornamento<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto/dovere di acc<strong>ed</strong>ere ai programmi<br />

di formazione e di aggiornamento inerenti la propria<br />

attività in modo da poterla svolgere con la massima efficienza<br />

in totale autonomia e responsab<strong>il</strong>ità.Il SSN ha <strong>il</strong><br />

dovere di provv<strong>ed</strong>ere alla formazione <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che con<br />

essa contraggono un rapporto professionale, senza discriminazioni<br />

sulla base delle risorse finanziarie e del tipo<br />

di rapporto contratto.<br />

Diritto alla partecipazione<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di partecipare attivamente e responsab<strong>il</strong>mente<br />

alle decisioni che riguardano <strong>il</strong> suo esercizio<br />

professionale.Queste decisioni devono essere condivise<br />

e approvate dall’<strong>Ordine</strong> professionale e dalle società<br />

scientifiche.<br />

Diritto al rispetto dell’uso del suo tempo<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto ad organizzare autonomamente,<br />

secondo criteri di ragionevolezza <strong>ed</strong> efficacia, <strong>il</strong> tempo<br />

d<strong>ed</strong>icato alla professione, ha inoltre diritto che venga rispettato<br />

<strong>il</strong> suo tempo libero.<br />

Diritto all’informazione<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di ottenere tutte le informazioni<br />

necessarie al fine di operare in modo appropriato.Le decisioni<br />

sbagliate, conseguenti ad informazioni incomplete<br />

o erronee, non possono essere ascritte a colpa m<strong>ed</strong>ica.<br />

Diritto alla responsab<strong>il</strong>ità personale<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di non essere coinvolto o ritenuto<br />

responsab<strong>il</strong>e per danni derivanti da cattiva organizza-<br />

25


zione altrui <strong>dei</strong> servizi sanitari o dalla mancanza di strumentazione<br />

idonea definita da standard uniformi e indipendentemente<br />

dai gestori del servizio.<br />

Diritto alla tutela dell’onorab<strong>il</strong>ità<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico, qualora coinvolto in contestazioni, accuse di<br />

malasanità, o comunque giudizi sul proprio operato, ha <strong>il</strong><br />

diritto al rispetto <strong>della</strong> propria onorab<strong>il</strong>ità e pertanto, fino<br />

a giudizio definitivo, ha diritto all’anonimato e al rispetto<br />

<strong>della</strong> sua privacy, soprattutto presso i mezzi di comunicazione.<br />

Il m<strong>ed</strong>ico che sia stato diffamato o ingiustamente<br />

accusato, ha diritto, se riconosciuto innocente, che tale<br />

giudizio venga comunicato con la stessa diffusione e lo<br />

stesso risalto delle accuse avanzategli.Ha inoltre diritto al<br />

pieno risarcimento per i danni morali e materiali che abbia<br />

subito.<br />

Diritto al giusto compenso<br />

Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto al giusto compenso definito esclusivamente<br />

sulla base dell’impegno prestato <strong>ed</strong> in rapporto<br />

all’obbligazione <strong>dei</strong> mezzi cui è tenuto.<br />

26<br />

Lettere...<br />

Si comincia con <strong>il</strong> prossimo numero ma è una rubrica che dovrà crescere e<br />

diventare <strong>il</strong> pezzo forte del giornale. Parliamoci, raccontiamoci cose e fatti,<br />

informiamoci l’uno con l’altro così da condividere la crescita dell’intera categoria.<br />

Le lettere vanno inviate in formato cartaceo a:<br />

OMCeO-TS<br />

P.zza Goldoni 10 - 34122 Trieste<br />

all’attenzione del<br />

Direttore Mauro Melato<br />

oppure in formato elettronico al seguente indirizzo:<br />

melato@univ.trieste.it


NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI*<br />

Carissime amiche, ho <strong>il</strong> piacere di rivolgermi<br />

da questa pagina a tutte quelle che ricevono <strong>il</strong><br />

Bollettino per ricordarvi gli impegni sociali e<br />

le attività dell’AMMI.<br />

Prima di tutto AUGURI DI BUONA PASQUA a tutte voi e alle<br />

vostre famiglie.<br />

PROGRAMMI di APRILE e MAGGIO con “Celebrazione del<br />

Trentennale di Fondazione <strong>della</strong> sezione AMMI di Trieste”<br />

Lun<strong>ed</strong>ì 6 apr<strong>il</strong>e ore 10.00 presso l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici<br />

consueta riunione del primo lun<strong>ed</strong>ì del mese.<br />

Dovremo raccogliere le adesioni per la gita a Lubiana,<br />

per <strong>il</strong> viaggio a Pescara (v<strong>ed</strong>i <strong>il</strong> Giornale dell’AMMI) e per<br />

la festa del Trentennale.<br />

Alle ore 10.30 sarà nostra ospite Floriana D’Orso Dressi<br />

Presidente dell’associazione “I bambini di Trieste” a cui<br />

abbiamo fatto una donazione, che ci racconterà <strong>della</strong> realtà<br />

in cui opera.<br />

Mart<strong>ed</strong>ì 28 apr<strong>il</strong>e gita a Lubiana con <strong>il</strong> pullman -massima<br />

capienza 29 persone (lun<strong>ed</strong>ì 6 apr<strong>il</strong>e raccoglieremo le<br />

adesioni, e un acconto per la partecipazione di 30 euro<br />

che va pagato in anticipo).<br />

Ritrovo alle ore 8.00 in piazza Oberdan rientro in serata<br />

ore 18.00/19.00.<br />

Lun<strong>ed</strong>ì 4 maggio ore 10.00 presso l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici<br />

Assemblea Ordinaria per l’approvazione del b<strong>il</strong>ancio consuntivo<br />

2008 e preventivo 2009 e per la scelta delle delegate<br />

al Congresso di Pescara.<br />

Allego la convocazione<br />

Mercol<strong>ed</strong>ì 13 maggio ore 16.45 Via Cassa di Risparmio<br />

10, visita guidata alla collezione di quadri <strong>della</strong> Fondazione<br />

CRTrieste (ingresso gratuito, ma limitato a 15 persone<br />

per cui dovete telefonare per la prenotazione a<br />

Emanuela Dobrina (cell. 349 5259743).<br />

22-24 maggio - Congresso Nazionale (elettivo ) AMMI-:<br />

per <strong>il</strong> programma e la sistemazione alberghiera v<strong>ed</strong>i <strong>il</strong><br />

giornale dell’AMMI. L’adesione va sp<strong>ed</strong>ita entro <strong>il</strong> 20 apr<strong>il</strong>e,<br />

vi prego di contattare la nostra segretaria Emanuela<br />

Dobrina (cell. 3495259743) per <strong>il</strong> coordinamento.<br />

* Sabato 30 maggio ore 17.00<br />

CELEBRAZIONE DEL TRENTENNALE DI FONDAZIONE<br />

Vi arriverà l’invito ufficiale entro apr<strong>il</strong>e, tuttavia per esigenze<br />

organizzative vi prego di confermare la vostra presenza<br />

prima possib<strong>il</strong>e, entro apr<strong>il</strong>e, a me (cell. 349<br />

7271734) o a Emanuela (cell. 349 5259743).<br />

Sarà una serata veramente speciale che ha coinvolto tutto<br />

<strong>il</strong> direttivo in un grande sforzo organizzativo. Cr<strong>ed</strong>o<br />

che sarete tutte felici di essere presenti ovviamente insieme<br />

ai vostri mariti.<br />

Vi anticipo <strong>il</strong> programma dell’evento:<br />

- Saluti delle autorità<br />

- Consegna riconoscimenti, premiazioni e donazione<br />

- Gemellaggio con la sezione di Udine<br />

- Rievocazione in video (e a stampa) delle attività dell’AMMI<br />

dal 1979 al 2009<br />

- Conferenza dal titolo “La longevità: la speranza di restare<br />

giovani” (relatore Prof. Ettore Campa<strong>il</strong>la) aperitivo<br />

in musica<br />

- Cena di gala presso <strong>il</strong> ristorante “Hotel Duchi d’Aosta<br />

Harry’s Gr<strong>il</strong>l” di piazza Unità<br />

A riv<strong>ed</strong>erci <strong>il</strong> 30 maggio, per festeggiare tutte insieme<br />

questo importante traguardo.<br />

Cristina Longo<br />

L’Associazione Mogli M<strong>ed</strong>ici Italiani, A.M.M.I., è costituita<br />

dalle mogli e dalle v<strong>ed</strong>ove <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e degli<br />

<strong>odontoiatri</strong>. Nasce nel 1970 a Mantova ad opera di<br />

un gruppo di mogli di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> attivamente impegnate<br />

a collaborare nell’attività professionale del marito (da<br />

cui <strong>il</strong> nome). L’associazione è apartitica e aconfessionale<br />

e non persegue finalità di lucro. Si propone finalità<br />

morali, sociali, culturali e assistenziali nei confronti<br />

<strong>della</strong> donna e dell’infanzia.e persegue, con molteplici<br />

e sempre più qualificate iniziative, gli scopi statutari<br />

attenta alle problematiche che la società pone.<br />

Opera attivamente sul piano sociale e in stretta collaborazione<br />

con la classe m<strong>ed</strong>ica per un’<strong>ed</strong>ucazione sanitaria<br />

e una corretta divulgazione <strong>della</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na preventiva,<br />

anche attraverso la scuola e in collaborazione<br />

con altre Associazioni che hanno analoghe finalità.<br />

In quest’ottica ogni anno organizza Conferenze con<br />

esperti, un Seminario Nazionale su argomenti di r<strong>il</strong>evante<br />

interesse scientifico <strong>ed</strong> un Tema Nazionale che<br />

viene discusso con tavole rotonde e conferenze dalle<br />

72 sezioni italiane che hanno all’attivo più di 4.000<br />

iscritte.<br />

27


Versione approvata del Comitato centrale<br />

<strong>della</strong> F<strong>ed</strong>erazione Nazionale Collegi IPASVI<br />

con deliberazione n. 1/09 del 10.01.2009<br />

28<br />

DAGLI ORDINI E COLLEGI DEL MONDO DELLA SANITÀ<br />

IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELL’INFERMIERE<br />

Capo I<br />

Articolo 1<br />

L’infermiere è <strong>il</strong> professionista sanitario responsab<strong>il</strong>e dell’assistenza<br />

infermieristica.<br />

Articolo 2<br />

L’assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività.<br />

Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari<br />

di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale,<br />

relazionale <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ucativa.<br />

Articolo 3<br />

La responsab<strong>il</strong>ità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare<br />

e nel prendersi cura <strong>della</strong> persona nel rispetto <strong>della</strong> vita,<br />

<strong>della</strong> salute, <strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong> dignità dell’individuo.<br />

Articolo 4<br />

L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia,<br />

tenendo conto <strong>dei</strong> valori etici, religiosi e culturali, nonché<br />

del genere e delle condizioni sociali <strong>della</strong> persona.<br />

Articolo 5<br />

Il rispetto <strong>dei</strong> diritti fondamentali dell’uomo e <strong>dei</strong> principi etici<br />

<strong>della</strong> professione, è condizione essenziale per l’esercizio <strong>della</strong><br />

professione infermieristica.<br />

Articolo 6<br />

L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale <strong>della</strong><br />

persona e interesse <strong>della</strong> collettività e si impegna a tutelarla<br />

con attività di prevenzione, cura, riab<strong>il</strong>itazione e palliazione.<br />

Capo II<br />

Articolo 7<br />

L’infermiere orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva<br />

le risorse sostenendolo nel raggiungimento <strong>della</strong> maggiore<br />

autonomia possib<strong>il</strong>e, in particolare, quando vi sia disab<strong>il</strong>ità,<br />

svantaggio, frag<strong>il</strong>ità.<br />

Articolo 8<br />

L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni<br />

etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso <strong>il</strong> dialogo.<br />

Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto<br />

con i principi etici <strong>della</strong> professione e con i propri valori, si<br />

avvale <strong>della</strong> clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni<br />

necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito.<br />

Articolo 9<br />

L’infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con<br />

prudenza al fine di non<br />

nuocere.<br />

Articolo 10<br />

L’infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche<br />

attraverso l’uso ottimale delle risorse disponib<strong>il</strong>i.<br />

Capo III<br />

Articolo 11<br />

L’infermiere fonda <strong>il</strong> proprio operato su conoscenze validate e<br />

aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente,<br />

la riflessione critica sull’ esperienza e la ricerca. Progetta,<br />

svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva<br />

e partecipa alla ricerca e cura la diffusione <strong>dei</strong> risultati.<br />

Articolo 12<br />

L’infermiere riconosce <strong>il</strong> valore <strong>della</strong> ricerca, <strong>della</strong> sperimentazione<br />

clinica e assistenziale per<br />

l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito.<br />

Articolo 13<br />

L’infermiere assume responsab<strong>il</strong>ità in base al proprio livello di<br />

competenza e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza<br />

di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo<br />

le proprie conoscenze <strong>ed</strong> ab<strong>il</strong>ità a disposizione <strong>della</strong> comunità<br />

professionale.<br />

Articolo 14<br />

L’infermiere riconosce che l’interazione fra professionisti e l’integrazione<br />

interprofessionale sono modalità fondamentali per<br />

far fronte ai bisogni dell’assistito.<br />

Articolo 15<br />

L’infermiere chi<strong>ed</strong>e formazione e/o supervisione per pratiche<br />

nuove o sulle quali non ha esperienza<br />

Articolo 16<br />

L’infermiere si attiva per l’analisi <strong>dei</strong> d<strong>il</strong>emmi etici vissuti nell’operatività<br />

quotidiana e promuove <strong>il</strong> ricorso alla consulenza<br />

etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento <strong>della</strong> riflessione<br />

bioetica.<br />

Articolo 17<br />

L’infermiere, nell’agire professionale è libero da condizionamenti<br />

derivanti da pressioni o interessi di assistiti, fam<strong>il</strong>iari, altri operatori,<br />

imprese, associazioni, organismi.<br />

Articolo 18<br />

L’infermiere, in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso<br />

e si attiva per garantire l’assistenza necessaria. In caso di<br />

calamità si mette a disposizione dell’autorità competente.<br />

Capo IV<br />

Articolo 19<br />

L’infermiere promuove st<strong>il</strong>i di vita sani, la diffusione del valore<br />

<strong>della</strong> cultura <strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> tutela ambientale, anche attraverso<br />

l’informazione e l’<strong>ed</strong>ucazione. A tal fine attiva e sostiene<br />

la rete di rapporti tra servizi e operatori.<br />

Articolo 20<br />

L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui<br />

i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare <strong>il</strong> livello di assistenza<br />

garantito e fac<strong>il</strong>itarlo nell’esprimere le proprie scelte.<br />

Articolo 21<br />

L’infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito,<br />

ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative,<br />

coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto<br />

<strong>della</strong> dimensione interculturale e <strong>dei</strong> bisogni assistenziali ad essa<br />

correlati.<br />

Articolo 22<br />

L’infermiere conosce <strong>il</strong> progetto diagnostico-terapeutico per le<br />

influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione<br />

con l’assistito.<br />

Articolo 23<br />

L’infermiere riconosce <strong>il</strong> valore dell’informazione integrata multiprofessionale<br />

e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte<br />

le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.<br />

Articolo 24<br />

L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni<br />

di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici<br />

e adeguando la comunicazione alla sua capacità<br />

di comprendere.


Articolo 25<br />

L’infermiere rispetta la consapevole <strong>ed</strong> esplicita volontà dell’assistito<br />

di non essere informato sul suo stato di salute, purché la<br />

mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri.<br />

Articolo 26<br />

L’infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento <strong>dei</strong><br />

dati relativi all’assistito. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio<br />

di dati, si limita a ciò che è attinente all’assistenza.<br />

Articolo 27<br />

L’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo<br />

alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali<br />

e di una efficace gestione degli strumenti informativi.<br />

Articolo 28<br />

L’infermiere rispetta <strong>il</strong> segreto professionale non solo per obbligo<br />

giuridico, ma per intima convinzione e come espressione<br />

concreta del rapporto di fiducia con l’assistito<br />

Articolo 29<br />

L’infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza<br />

dell’assistito e <strong>dei</strong> fam<strong>il</strong>iari e lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>della</strong> cultura<br />

dell’imparare dall’errore. Partecipa alle iniziative per la gestione<br />

del rischio clinico<br />

Articolo 30<br />

L’infermiere si adopera affinché <strong>il</strong> ricorso alla contenzione sia<br />

evento straordinario, sostenuto da prescrizione m<strong>ed</strong>ica o da documentate<br />

valutazioni assistenziali<br />

Articolo 31<br />

L’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione<br />

del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnosticoterapeutiche<br />

e sperimentali, tenuto conto dell’età e del suo grado<br />

di maturità.<br />

Articolo 32<br />

L’infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti<br />

che si trovano in condizioni che ne limitano lo sv<strong>il</strong>uppo o<br />

l’espressione, quando la famiglia e <strong>il</strong> contesto non siano adeguati<br />

ai loro bisogni.<br />

Articolo 33<br />

L’infermiere che r<strong>il</strong>evi maltrattamenti o privazioni a carico dell’assistito,<br />

mette in opera tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando<br />

le circostanze, ove necessario, all’autorità competente<br />

Articolo 34<br />

L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare <strong>il</strong> dolore e alleviare<br />

la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i<br />

trattamenti necessari.<br />

Articolo 35<br />

L’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica<br />

e fino al termine <strong>della</strong> vita all’assistito, riconoscendo l’importanza<br />

<strong>della</strong> palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico,<br />

relazionale, spirituale.<br />

Articolo 36<br />

L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre <strong>dei</strong> limiti agli<br />

interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica<br />

e coerenti con la concezione da lui espressa <strong>della</strong> qualità di<br />

vita.<br />

Articolo 37<br />

L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la<br />

propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente<br />

espresso in prec<strong>ed</strong>enza e documentato.<br />

Articolo 38<br />

L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a<br />

provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito<br />

Articolo 39<br />

L’infermiere sostiene i fam<strong>il</strong>iari e le persone di riferimento dell’assistito,<br />

in particolare nella evoluzione terminale <strong>della</strong> malattia<br />

e nel momento <strong>della</strong> perdita e <strong>della</strong> elaborazione del lutto.<br />

Articolo 40<br />

L’infermiere favorisce l’informazione e l’<strong>ed</strong>ucazione sulla donazione<br />

di sangue, tessuti <strong>ed</strong> organi<br />

quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare<br />

e nel ricevere.<br />

Capo V<br />

Articolo 41<br />

L’infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce<br />

e valorizza lo specifico apporto all’interno dell’équipe.<br />

Articolo 42<br />

L’infermiere tutela la dignità propria e <strong>dei</strong> colleghi, attraverso<br />

comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà.<br />

Articolo 43<br />

L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso<br />

o comportamento <strong>dei</strong> colleghi contrario alla deontologia.<br />

Articolo 44<br />

L’infermiere tutela <strong>il</strong> decoro personale <strong>ed</strong> <strong>il</strong> proprio nome. Salvaguarda<br />

<strong>il</strong> prestigio <strong>della</strong> professione <strong>ed</strong> esercita con onestà<br />

l’attività professionale.<br />

Articolo 45<br />

L’infermiere agisce con lealtà nei confronti <strong>dei</strong> colleghi e degli altri<br />

operatori.<br />

Articolo 46<br />

L’infermiere si ispira a trasparenza e veridicità nei messaggi<br />

pubblicitari, nel rispetto delle indicazioni del Collegio professionale.<br />

Capo VI<br />

Articolo 47<br />

L’infermiere, ai diversi livelli di responsab<strong>il</strong>ità, contribuisce ad<br />

orientare le politiche e lo sv<strong>il</strong>uppo del sistema sanitario, al fine<br />

di garantire <strong>il</strong> rispetto <strong>dei</strong> diritti degli assistiti, l’ut<strong>il</strong>izzo equo <strong>ed</strong><br />

appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale.<br />

Articolo 48<br />

L’infermiere, ai diversi livelli di responsab<strong>il</strong>ità, di fronte a carenze<br />

o disservizi provv<strong>ed</strong>e a darne comunicazione ai responsab<strong>il</strong>i<br />

professionali <strong>della</strong> struttura in cui opera o a cui afferisce <strong>il</strong> proprio<br />

assistito.<br />

Articolo 49<br />

L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le<br />

carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi<br />

nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone<br />

le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque<br />

pregiudichi sistematicamente <strong>il</strong> suo mandato professionale.<br />

Articolo 50<br />

L’infermiere, a tutela <strong>della</strong> salute <strong>della</strong> persona, segnala al proprio<br />

Collegio professionale le situazioni che possono configurare<br />

l’esercizio abusivo <strong>della</strong> professione infermieristica.<br />

Articolo 51<br />

L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni<br />

in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano<br />

la qualità delle cure e dell’assistenza o <strong>il</strong> decoro dell’esercizio<br />

professionale.<br />

Disposizioni finali<br />

Le norme deontologiche contenute nel presente Codice sono<br />

vincolanti; la loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale.<br />

I Collegi professionali si rendono garanti <strong>della</strong> qualificazione <strong>dei</strong><br />

professionisti e <strong>della</strong> competenza da loro acquisita e sv<strong>il</strong>uppata.<br />

29


GLI EVENTI PATROCINATI DALL’ORDINE<br />

30<br />

GIORNATA ENDODONTICA A CURA DELLA SOCIETÀ ITALIANA<br />

DI ENDODONZIA REVISIONE A LUNGO TERMINE DELLA SCELTA<br />

TERAPEUTICA DEL TRATTAMENTO PROTESICO O IMPLANTARE<br />

IN ALTERNATIVA A QUELLO ENDODONTICO<br />

Aula Magna Facoltà M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia Università di Trieste - Osp<strong>ed</strong>ale di Cattinara<br />

Trieste, 9 maggio 2009<br />

Responsab<strong>il</strong>e scientifico dott. Renzo Raffaelli<br />

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />

Società Italiana di Endodonzia (02 8376799) - Sezione Triveneta <strong>della</strong> SIE<br />

Iscrizioni fino al 27 apr<strong>il</strong>e 2009<br />

CONVEGNO REGIONALE FVG - ISDE ITALIA<br />

(MEDICI PER L’AMBIENTE IN RICORDO DEL PROF. TOMATIS)<br />

LA PREVENZIONE PRIMARIA: COME SALVAGUARDIAMO L’ACQUA,<br />

DIFENDIAMO L’AMBIENTE DALL’INQUINAMENTO E L’UOMO<br />

DALLE MALATTIE NEOPLASTICHE E DEGENERATIVE, TENENDO CONTO<br />

DI BIODIVERSITA’ E SCENARI DIVERSI<br />

Castello di Duino<br />

16 maggio 2009<br />

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />

Dott. Dario Bossi (338 2096815) e dott.ssa Alessandra Lepore<br />

X CONGRESSO NAZIONALE SIPMO<br />

LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN MEDICINA ORALE<br />

Centro Congressi Stazione Marittima<br />

Trieste, 8 - 10 ottobre 2009<br />

Responsab<strong>il</strong>e scientifico prof. Lorenzo Lo Muzio<br />

SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />

Key Congressi S.r.l. 040 660352


L’attività dell’Ingegneria Clinica consiste nella gestione<br />

sicura <strong>ed</strong> efficiente delle apparecchiature biom<strong>ed</strong>icali<br />

e delle tecnologie biom<strong>ed</strong>iche all’interno<br />

delle strutture sanitarie.<br />

Le attività principali sono:<br />

• manutenzione preventiva;<br />

• manutenzione correttiva;<br />

• collaudi di nuove apparecchiature;<br />

• verifiche di sicurezza previste dalla legislazione;<br />

• controlli delle prestazioni;<br />

• verifiche sugli impianti<br />

tutti finalizzati alla riduzione delle spese e al miglioramento<br />

<strong>della</strong> qualità <strong>dei</strong> servizi offerti e alla sicurezza.<br />

Nelle stesse strutture gli ingegneri clinici svolgono<br />

invece prevalentemente un’attività più di ordine consulenziale,<br />

rivolta in particolare alla stesura <strong>dei</strong> capitolati<br />

per le gare d’acquisto di apparecchiature<br />

biom<strong>ed</strong>iche e dispositivi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, alla elaborazione<br />

<strong>dei</strong> piani di sostituzione delle apparecchiature biom<strong>ed</strong>iche<br />

e, infine, alla progettazione di nuovi reparti<br />

osp<strong>ed</strong>alieri ad alto contenuto tecnologico.<br />

La gestione in outsourcing <strong>dei</strong> servizi di Ingegneria<br />

Clinica che si sta rapidamente diffondendo in tutta<br />

Italia consente di apportare alle Strutture Sanitarie<br />

<strong>dei</strong> significativi e documentab<strong>il</strong>i risparmi rispetto ai<br />

tradizionali costi <strong>dei</strong> contratti di manutenzione con le<br />

singole ditte produttrici e/o distributrici in quanto, tra<br />

l’altro, ottimizza <strong>il</strong> rendimento delle apparecchiature,<br />

ne riduce sostanzialmente i costi relativi ai guasti<br />

ordinari e, infine, ne diminuisce sensib<strong>il</strong>mente le ragioni<br />

stesse e i tempi di fermo.<br />

Quindi, i vantaggi principali <strong>dei</strong> servizi di Ingegneria<br />

Clinica sono:<br />

• <strong>il</strong> supporto del percorso di accr<strong>ed</strong>itamento delle<br />

strutture sanitarie, oltre che a soddisfare gli<br />

adempimenti legislativi;<br />

• la garanzia di un piano di manutenzione preventiva<br />

effettivamente modulab<strong>il</strong>e sulle reali esigenze<br />

di ogni Struttura Sanitaria e relativo a tutto<br />

<strong>il</strong> parco macchine. In una gestione convenzionale<br />

soltanto <strong>il</strong> 25% del parco macchine è sottoposto<br />

a interventi di manutenzione programmata;<br />

• la certezza che tutte le apparecchiature immesse<br />

nella struttura sanitaria sono sicure <strong>ed</strong> efficienti in<br />

virtù non di una semplice presa in carico ma dell'esecuzione<br />

degli opportuni collaudi di accettazione,<br />

con <strong>il</strong> supporto di tutte le prove strumentali<br />

richieste dalle norme legislative.

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