Scarica il bollettino - Ordine dei medici-chirurghi ed odontoiatri della ...
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anno XXIV<br />
numero 1-2<br />
gennaio - apr<strong>il</strong>e<br />
2009<br />
RIVISTA BIMESTRALE DI INFORMAZIONE MEDICA <strong>bollettino</strong> bimestrale<br />
Poste Italiane S.p.A.<br />
Sp<strong>ed</strong>izione in Abbonamento<br />
Postale D.L. 353/2003<br />
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)<br />
art. 1 co. 1, DCB Trieste<br />
<strong>Ordine</strong><br />
<strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici Chirurghi<br />
e degli Odontoiatri<br />
<strong>della</strong> Provincia di Trieste
La piaga delle malattie amianto-correlate che affligge <strong>il</strong> Friuli Venezia Giulia e soprattutto le province<br />
di Trieste e Gorizia è oggetto di particolare attenzione da parte dell’Amministrazione regionale<br />
che, costituita la Commissione regionale sull’amianto con compiti di vig<strong>il</strong>anza sul fenomeno<br />
anche tramite la gestione dell’elenco degli esposti, ha avviato un programma di sorveglianza sanitaria<br />
su questi ultimi.<br />
Al fine di spiegare ai cittadini esposti <strong>ed</strong> agli operatori sanitari, specie <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, gli aspetti essenziali<br />
delle malattie amianto-correlate <strong>ed</strong> i caratteri del percorso di sorveglianza sanitaria adottato, a<br />
cura dell’Ufficio Stampa regionale è stato realizzato un DVD che verrà distribuito ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, <strong>ed</strong> in<br />
particolare a quelli di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na generale, alle associazioni di volontariato <strong>ed</strong> ai patronati, ai cittadini<br />
interessati ad approfondire <strong>il</strong> tema.<br />
C A M I C E R I A<br />
Corso Italia 8 - 34121 Trieste<br />
Tel/Fax: 040 660082<br />
Ottica<br />
Guido Avanzo Succ.<br />
34131 Trieste - Corso U. Saba 8 - tel. 040 636058
ollettino bimestrale<br />
anno XXIV<br />
numero 1 - 2<br />
gennaio - apr<strong>il</strong>e 2009<br />
Consiglio Direttivo<br />
Presidente Claudio Pandullo<br />
Vicepresidente Dino Trento<br />
Segretario Ronald Tramarin<br />
Tesoriere Andrea Vuga<br />
ConsiglieriRoberto Adovasio, Mario Balestra,<br />
Biagio Borea, Fabrizio Briganti Piccoli, Gaetano<br />
Castronovo (Odont.), Gabriella Clarich, Paolo<br />
Gustini, Giorgio Longo, Mauro Melato, Euro<br />
Ponte, Denis Pregarc (Odont.), Cosimo Quaranta,<br />
Maurizio Sp<strong>ed</strong>icati<br />
Revisori <strong>dei</strong> Conti Tiziana Cimolino (Presidente),<br />
Rinaldo Rolli. Fabio Ranieri, Laura Ukovich<br />
(Supplente)<br />
Commissione Odontoiatri Diego Paschina<br />
(Presidente), Gaetano Castronovo, Antonella<br />
Bonivento, Claudia Busecchian, Denis Pregarc<br />
Direttore Responsab<strong>il</strong>e Mauro Melato<br />
Videoimpaginazione<br />
Quickline sas<br />
Via S. Caterina da Siena 3, 34122 Trieste<br />
Autorizzazione del Tribunale<br />
di Trieste n. 675<br />
Registrazione del 24/07/1985<br />
Stampa a cura di F&G Prontostampa - Trieste<br />
Finito di stampare <strong>il</strong> 13 maggio 2009<br />
Pubblicità inferiore<br />
Direzione e R<strong>ed</strong>azione del Bollettino<br />
Piazza Goldoni, 10 - 34122 Trieste<br />
tel 040636856 fax 040368998<br />
e-ma<strong>il</strong>: omceots@iol.it<br />
in questo numero...<br />
6 L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE<br />
9 E L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE CAO<br />
11 DALL’ASSESSORE KOSIC UN IMPORTANTE<br />
DOCUMENTO, IL PRIMO IN ITALIA, CHE<br />
RIVOLUZIONA TUTTE LE PROCEDURE DI<br />
SEGNALAZIONE IN CASO DI INFORTUNIO E<br />
MALATTIA PROFESSIONALE<br />
17 NOTIZIE DALLA FACOLTÀ MEDICA...<br />
18 … E DAGLI SPECIALIZZANDI...<br />
19 ... DALLA STAMPA INTERNAZIONALE<br />
22 RUBRICA DI BIOETICA<br />
23 ED INFINE UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA<br />
24 RUBRICA SINDACALE<br />
27 NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE MOGLI<br />
MEDICI ITALIANI<br />
27 ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI<br />
28 CODICE DEONTOLOGICO<br />
30 GLI EVENTI PATROCINATI DALL’ORDINE
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PRESENTAZIONE<br />
Una presentazione ci vuole, ma non aulica, in<br />
uno spirito nuovo. Il <strong>bollettino</strong> che con questo<br />
numero parte vuole infatti rompere con <strong>il</strong> passato,<br />
integrando la sua funzione di organo ufficiale<br />
di informazione dell’<strong>Ordine</strong> triestino con<br />
una nuova, quella di rappresentare lo strumento<br />
priv<strong>il</strong>egiato di comunicazione, e se possib<strong>il</strong>e<br />
di vero e proprio dialogo, tra tutti gli iscritti.<br />
Fac<strong>il</strong>e? Mah! Forse diffic<strong>il</strong>e; ad ogni modo un<br />
esperimento che tento con grande entusiasmo<br />
dopo tanti anni passati negli organi direttivi e,<br />
soprattutto, in mezzo alla categoria, condividendone<br />
bisogni <strong>ed</strong> aspirazioni.<br />
Un <strong>bollettino</strong>, quello progettato, a cui rivolgersi<br />
ogni volta che, da collega tra colleghi, si pensi di<br />
aver qualcosa da raccontare o da chi<strong>ed</strong>ere agli<br />
altri, tanto impegnati in compiti organizzativi<br />
che sul fronte <strong>della</strong> professione; un <strong>bollettino</strong> a<br />
misura di tutti, dal momento che ogni iscritto<br />
potrà scrivere la sua parte dando voce ai propri<br />
pensieri sulle variegate e complesse problematiche<br />
che, riguardandolo, non possono non riguardare<br />
solidariamente <strong>il</strong> resto <strong>della</strong> categoria.<br />
Il direttore, con questa premessa, non potrà<br />
quindi essere che lo strumento atto a stimolare<br />
e fac<strong>il</strong>itare la comunicazione e, proprio perciò,<br />
deve esordire in maniera anticonvenzionale <strong>ed</strong><br />
un po’ sfrontata augurando a tutti i lettori: buon<br />
lavoro a voi!<br />
Mauro Melato<br />
5
Consenso informato e testamento biologico<br />
Cosa dice <strong>il</strong> Codice Deontologico di M<strong>ed</strong>icina<br />
Il Codice Deontologico di M<strong>ed</strong>icina è stato recentemente<br />
aggiornato nel dicembre del 2006.<br />
In molti punti si occupa delle problematiche relative al<br />
consenso informato e dell’ autonomia del cittadino in merito<br />
alle direttive anticipate rendendolo attuale anche rispetto<br />
ai numerosi dibattiti che hanno diviso recentemente<br />
l’opinione pubblica.<br />
Conviene esaminare per punti i dettami del Codice partendo<br />
dal Titolo II intitolato “Doveri generali del m<strong>ed</strong>ico,<br />
dove al Capo I “Libertà, indipendenza e dignità <strong>della</strong> professione”<br />
, l’articolo 3, doveri del m<strong>ed</strong>ico recita:<br />
“dovere del m<strong>ed</strong>ico è la tutela <strong>della</strong> vita, <strong>della</strong> salute fisica<br />
e psichica dell’Uomo e <strong>il</strong> sollievo dalla sofferenza nel rispetto<br />
<strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona umana,<br />
senza distinzioni di età, di sesso, etnia, di religione, di<br />
nazionalità, di condizione sociale, di ideologia, in tempo di<br />
pace e in tempo di guerra, quali siano le condizioni istituzionali<br />
o sociali nelle quali si opera. Ed inoltre: “la salute<br />
è intesa nell’accezione più ampia del termine, come<br />
condizione cioè di benessere fisico e psichico <strong>della</strong> persona”.<br />
Il Codice delimita <strong>il</strong> campo dell’agire m<strong>ed</strong>ico mettendo al<br />
centro la persona <strong>ed</strong> <strong>il</strong> suo benessere più completo sia fisico<br />
che psichico. Ribadisce nella prima parte dell’articolo<br />
3 <strong>il</strong> giuramento di Ippocrate cardine <strong>della</strong> nostra Professione.<br />
Dalla analisi di questo punto risulta evidente come <strong>il</strong> solo<br />
seguire le regole del codice deontologico siano sufficienti<br />
per indirizzare correttamente l’agire m<strong>ed</strong>ico nei termini<br />
dell’accoglienza delle persone sofferenti che si rivolgono<br />
a noi.<br />
Inoltre all’ articolo 4 - Libertà e indipendenza <strong>della</strong> professione-<br />
si ribadisce che “L’esercizio <strong>della</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na è<br />
fondato sulla libertà e sull’indipendenza <strong>della</strong> professione<br />
che costituiscono diritto inalienab<strong>il</strong>e del m<strong>ed</strong>ico”; e proseguendo<br />
<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico “non deve soggiacere a interessi, imposizioni<br />
e suggestioni di qualsiasi natura”.<br />
Viene chiamato infine in causa l’<strong>Ordine</strong> professionale:<br />
“…deve operare al fine di salvaguardare l’autonomia professionale<br />
e segnalare all’<strong>Ordine</strong> ogni iniziativa tendente<br />
a imporgli comportamenti non conformi alla deontologia<br />
professionale”.<br />
Il campo di azione del m<strong>ed</strong>ico risulta quindi ben delineato<br />
<strong>ed</strong> in questi primi punti del Codice emerge forte l’invito<br />
ad agire in coscienza oltre che in scienza.<br />
Dopo queste premesse iniziali <strong>il</strong> Codice inizia ad esaminare<br />
i vari punti che devono regolare la condotta del m<strong>ed</strong>ico.<br />
Nel Capo III “Obblighi peculiari del m<strong>ed</strong>ico” all’Articolo<br />
12 - Trattamento <strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i-compare la prima citazione<br />
relativa alla figura del rappresentante legale, ossia<br />
<strong>il</strong> primo riferimento ai campi di azione dell’ amministratore<br />
si sostegno, qualora sia stato nominato:<br />
6<br />
L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE ...<br />
“… è consentito <strong>il</strong> trattamento <strong>dei</strong> dati personali del paziente<br />
in assenza del consenso dell’interessato solo <strong>ed</strong><br />
esclusivamente quando …..vi sia la necessità di salvaguardare<br />
la vita o la salute del paziente o di terzi nell’ipotesi<br />
in cui <strong>il</strong> paziente m<strong>ed</strong>esimo non sia in grado di<br />
prestare <strong>il</strong> proprio consenso per impossib<strong>il</strong>ità fisica, per<br />
incapacità di agire e/o di intendere o volere; in quest’ultima<br />
situazione peraltro, sarà necessaria l’autorizzazione<br />
dell’eventuale legale rappresentante laddove prec<strong>ed</strong>entemente<br />
nominato.”<br />
L’interpretazione di questo articolo evidenzia la necessità<br />
di informarsi da parte del m<strong>ed</strong>ico oltre <strong>della</strong> volontà<br />
espressa dal paziente, e rispettarla, anche <strong>della</strong> nomina di<br />
un eventuale rappresentante legale. Il non rispetto di<br />
questa norma espone <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico alla violazione del codice<br />
deontologico.<br />
Proseguendo con la lettura del Codice v<strong>ed</strong>iamo che <strong>il</strong> Capo<br />
IV affronta altri temi cruciali dell’opera del m<strong>ed</strong>ico ossia<br />
gli “Accertamenti diagnostici e trattamenti terapeutici”.<br />
Questi argomenti sono di drammatica attualità anche per<br />
le recenti vicende legate al caso Englaro che ha diviso<br />
sia l’opinione pubblica che la classe m<strong>ed</strong>ica, tanto da indurre<br />
la classe politica a mettere mano al cosiddetto “Testamento<br />
biologico”.
Esaminando i punti relativi del codice possiamo trovare alcune<br />
risposte a queste problematiche.<br />
L’Articolo 3 del Capo IV si intitola appunto “Prescrizione e<br />
trattamento terapeutico”, <strong>ed</strong> inizia recitando:<br />
“La prescrizione di un accertamento diagnostico e/o terapia<br />
impegna la diretta responsab<strong>il</strong>ità professionale <strong>ed</strong><br />
etica del m<strong>ed</strong>ico e non può che far seguito a una diagnosi<br />
circostanziata o quantomeno, a un fondato sospetto<br />
diagnostico”.<br />
Questo punto riporta alla ribalta la responsab<strong>il</strong>ità del m<strong>ed</strong>ico<br />
nel suo agire quotidiano in scienza.<br />
Continua quindi:<br />
“... È riconosciuta autonomia nella programmazione, nella<br />
scelta e nella applicazione di ogni presidio diagnostico<br />
e terapeutico, anche in regime di ricovero” ma puntualizza<br />
“fatta salva la libertà del paziente di rifiutarla e di assumersi<br />
la responsab<strong>il</strong>ità del rifiuto stesso”. Ed è proprio<br />
in questo punto che entra per la prima volta la libertà del<br />
paziente, chiaramente espressa, di rifiutare una diagnosi<br />
o una terapia, ma <strong>il</strong> codice ribadisce che è <strong>il</strong> paziente<br />
stesso che si assume la responsab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong> scelta.<br />
I casi di Piergiorgio Welby <strong>ed</strong> Eluana Englaro recentemente<br />
balzati all’attenzione <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ia riportano in evidenza<br />
la necessità che la volontà del paziente sia certa e<br />
documentata.<br />
Proseguendo nell’analisi dell’articolo 13 al m<strong>ed</strong>ico vengono<br />
“vietate l’adozione e la diffusione di terapie e di<br />
presidi diagnostici non provati scientificamente o non<br />
supportati da adeguata sperimentazione e documentazione…”<br />
Ed inoltre “in nessun caso <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico dovrà acc<strong>ed</strong>ere a richieste<br />
del paziente in contrasto con i principi di scienza<br />
e coscienza allo scopo di compiacerlo, sottraendolo ad<br />
efficaci cure disponib<strong>il</strong>i” si ribadisce quindi la centralità si<br />
del paziente ma anche del m<strong>ed</strong>ico quale tutore <strong>della</strong> salute<br />
delle persone che si affidano a lui.<br />
Gli articoli 16 e 17 affrontano in maniera chiara l’accanimento<br />
diagnostico-terapeutico e dell’eutanasia, temi<br />
quanto mai attuali:<br />
Articolo 16 - Accanimento diagnostico-terapeutico<br />
“Il m<strong>ed</strong>ico, anche tenendo conto delle volontà del paziente<br />
laddove espresse, deve astenersi dall’ostinazione in<br />
trattamenti diagnostici e terapeutici da cui non si possa<br />
fondatamente attendere un beneficio per la salute del<br />
malato e/o un miglioramento <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita”. Ritorna<br />
quindi <strong>il</strong> concetto <strong>della</strong> libertà di scelta del paziente,<br />
ma anche <strong>della</strong> necessità che questa sia stata espressa<br />
<strong>ed</strong> inoltre l’invito al m<strong>ed</strong>ico a decidere, sempre in<br />
scienza e coscienza, valutando l’efficacia delle sue scelte<br />
sempre nell’interesse <strong>della</strong> persona.<br />
Articolo 17 Eutanasia: “Il m<strong>ed</strong>ico, anche su richiesta, del<br />
malato, non deve effettuare nÈ favorire trattamenti finalizzati<br />
a provocarne la morte”. Questo ultimo articolo si<br />
commenta da solo.<br />
Come osservazione risulta molto spesso diffic<strong>il</strong>e distinguere<br />
correttamente <strong>il</strong> confine fra la cura m<strong>ed</strong>ica e l’accanimento<br />
terapeutico. È qui che entra in campo <strong>il</strong> fondamento<br />
<strong>della</strong> cultura m<strong>ed</strong>ica ossia l’agire in scienza e<br />
coscienza, è <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico che di volta in volta deve decidere.<br />
Nel titolo III Rapporti con <strong>il</strong> cittadino <strong>il</strong> codice affronta in<br />
maniera dettagliata i rapporti che <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve tenere<br />
con <strong>il</strong> paziente.<br />
Fra questi nel Capo II Doveri del m<strong>ed</strong>ico e diritti del cittadino<br />
l’articolo 27 sancisce la “Libera scelta del m<strong>ed</strong>ico e<br />
del luogo di cura” che “…costituisce <strong>il</strong> fondamento del<br />
rapporto tra m<strong>ed</strong>ico e paziente.”<br />
Il Capo III si occupa di Doveri di assistenza.<br />
L’articolo 32 recita appunto:<br />
“Il m<strong>ed</strong>ico deve impegnarsi a tutelare <strong>il</strong> minore, l’anziano<br />
e <strong>il</strong> disab<strong>il</strong>e, in particolare quando ritenga che l’ambiente,<br />
fam<strong>il</strong>iare o extrafam<strong>il</strong>iare, nel quale vivono, non sia sufficientemente<br />
sollecito alla cura <strong>della</strong> loro salute…”<br />
Viene posta particolare attenzione al minore “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico<br />
deve adoperarsi, in qualsiasi circostanza, perchè <strong>il</strong> minore<br />
possa fruire di quanto necessario per un armonico sv<strong>il</strong>uppo<br />
psico-fisico” <strong>ed</strong> aggiunge “… all’anziano e al disab<strong>il</strong>e<br />
siano garantite qualità e dignità di vita” e lo si invita “…in<br />
caso di opposizione <strong>dei</strong> legali rappresentanti alla necessaria<br />
cura <strong>dei</strong> minori e degli incapaci, deve ricorrere alla<br />
competente autorità giudiziaria”.<br />
Il Capo IV si occupa di Informazione e consenso.<br />
L’articolo 33 tratta l’informazione al cittadino e in maniera<br />
dettagliata impone al m<strong>ed</strong>ico delle regole comportamentali:<br />
“Il m<strong>ed</strong>ico deve fornire al paziente la più idonea informazione<br />
sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le<br />
eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prev<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>i<br />
conseguenze delle scelte operate.<br />
Il m<strong>ed</strong>ico dovrà comunicare con <strong>il</strong> soggetto tenendo conto<br />
delle sue capacità di comprensioni, al fine di promuovere<br />
la massima partecipazione alle scelte decisionali e<br />
l’adesione alle proposte diagnostico- terapeutiche” viene<br />
quindi sancita quella che viene comunemente definita<br />
l’alleanza terapeutica con <strong>il</strong> paziente fondamento <strong>della</strong><br />
attuale <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na.<br />
L’articolo prosegue:<br />
“Ogni ulteriore richiesta di informazione del cittadino deve<br />
essere soddisfatta.”<br />
“… le informazioni riguardanti prognosi gravi o infauste o<br />
tali da poter procurare preoccupazione e sofferenza alla<br />
persona, devono essere fornite con prudenza, usando<br />
terminologia non traumatizzanti e senza escludere elementi<br />
di speranza”.<br />
In questo articolo si invita ad umanizzare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />
la comunicazione con <strong>il</strong> paziente ma soprattutto a non<br />
omettere temi di speranza. In questo punto si esprime la<br />
ricerca dell’empatia con <strong>il</strong> paziente che deve sempre ispirare<br />
l’azione del m<strong>ed</strong>ico.<br />
Ed infine per ribadire <strong>il</strong> rispetto <strong>della</strong> volontà del paziente:<br />
“La documentata volontà <strong>della</strong> persona assistita di<br />
non essere informata o di delegare ad altro soggetto l’informazione<br />
deve essere rispettata” ricordando però che la<br />
volontà deve essere si rispettata ma anche documentata.<br />
L’articolo 34 esplicita ulteriormente <strong>il</strong> problema dell’informazione<br />
a terzi e qui ritorna <strong>il</strong> riferimento alle persone indicate<br />
alla raccolta delle informazioni: “L’informazione a<br />
terzi presuppone <strong>il</strong> consenso esplicitamente espresso dal<br />
paziente…..in caso di paziente ricoverato, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve<br />
raccogliere gli eventuali nominativi delle persone preliminarmente<br />
indicate dallo stesso a ricevere la comunicazione<br />
<strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i.” È da far r<strong>il</strong>evare come anche in<br />
questo articolo <strong>il</strong> consenso deve essere esplicitamente<br />
espresso e devono essere chiaramente indicate le persone<br />
di riferimento.<br />
7
L’articolo 35 tratta dell’Acquisizione del consenso e sancisce<br />
che: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico non deve intraprendere attività diagnostica<br />
e/o terapeutica senza l’acquisizione del consenso<br />
esplicito e informato del paziente”.<br />
E proseguendo: “In ogni caso, in presenza di documentato<br />
rifiuto di persona capace, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve desistere dai<br />
conseguenti atti diagnostici e/o curativi, non essendo<br />
consentito alcun trattamento m<strong>ed</strong>ico contro la volontà<br />
<strong>della</strong> persona” emerge quindi in maniera inequivocab<strong>il</strong>e <strong>il</strong><br />
monito al rispetto <strong>della</strong> volontà del paziente ma va ribadito,<br />
ancora un a volta, che <strong>il</strong> rifiuto deve essere chiaramente<br />
documentato.<br />
Ed alla fine dell’articolo vengono riprese le disposizioni<br />
relative all’accanimento terapeutico: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve intervenire,<br />
in scienza e coscienza, nei confronti del paziente<br />
incapace, nel rispetto <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona e<br />
<strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> vita, evitando ogni accanimento terapeutico,<br />
tenendo conto delle prec<strong>ed</strong>enti volontà del paziente”<br />
si ribadisce quindi l’autonomia e l’inviolab<strong>il</strong>ità <strong>della</strong><br />
volontà del paziente e la necessità del m<strong>ed</strong>ico di operare<br />
anche in questa condizione in scienza e coscienza.<br />
L’articolo 37 esamina quindi la figura <strong>ed</strong> i campi di azione<br />
del legale rappresentante del paziente: “allorché si tratti<br />
di minore o di interdetto <strong>il</strong> consenso agli interventi diagnostici<br />
e terapeutici, nonché <strong>il</strong> trattamento <strong>dei</strong> dati sensib<strong>il</strong>i,<br />
deve essere espresso dal rappresentante legale. Il<br />
m<strong>ed</strong>ico, nel caso in cui sia stato nominato dal giudice tutelare<br />
un amministratore di sostegno deve debitamente<br />
informarlo e tenere nel massimo conto le sue istanze”.<br />
In questo articolo <strong>il</strong> Codice prende in esame la figura dell’Amministratore<br />
di sostegno istituto introdotto con la legge<br />
n. 6 del 9 gennaio 2004.<br />
A tale proposito è da ricordare che in tema sanitario in poteri<br />
dell’amministratore di sostegno possono tradursi in:<br />
• richiesta informazioni- referti, cartelle cliniche<br />
• richiesta di ricovero presso una struttura osp<strong>ed</strong>aliera o<br />
una struttura protetta<br />
• scelta del m<strong>ed</strong>ico curante<br />
• richiesta di trattamenti sanitari<br />
• prestazione del consenso informato<br />
• rifiuto dell’intervento.<br />
L’articolo 38 affronta ”l’ Autonomia del cittadino e direttive<br />
anticipate” che introduce <strong>il</strong> tema attualmente discusso<br />
del cosiddetto “testamento biologico”: “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve<br />
attenersi, nell’ambito <strong>della</strong> autonomia <strong>ed</strong> indipendenza<br />
che caratterizza la professione, alla volontà liberamente<br />
espressa <strong>della</strong> persona di curarsi e deve agire nel rispetto<br />
<strong>della</strong> dignità, <strong>della</strong> libertà e autonomia <strong>della</strong> stessa.” Si<br />
ripresenta quindi <strong>il</strong> tema del rispetto <strong>della</strong> volontà espressa<br />
del paziente pur riconoscendo al m<strong>ed</strong>ico una residua<br />
autonomia delle sue decisioni.<br />
Viene fatto obbligo inoltre di informare anche <strong>il</strong> minore<br />
“compatib<strong>il</strong>mente con l’età, con la capacità di comprensione<br />
e la maturità” del soggetto. In maniera analoga deve<br />
comportarsi nei confronti del “maggiorenne infermo di<br />
mente”.<br />
Ed infine “Il m<strong>ed</strong>ico, se <strong>il</strong> paziente non è in grado di esprimere<br />
la propria volontà, deve tenere conto nelle proprie<br />
scelte di quanto prec<strong>ed</strong>entemente manifestato dallo stesso”<br />
e si ribadisce “in modo certo e documentato”. Ed è<br />
8<br />
proprio su questa ultima parte che si basa la necessità di<br />
acquisire in maniera sicura le volontà del paziente.<br />
Le disposizioni dovrebbe essere anche attuali ossia <strong>il</strong> più<br />
aggiornate possib<strong>il</strong>e in modo da essere sicuri che non vi<br />
siano stati ripensamenti o piuttosto <strong>dei</strong> cambiamenti relativi<br />
alla sua condizione fisica e mentale.<br />
Il Capo V è interamente d<strong>ed</strong>icato alla Assistenza ai malati<br />
inguarib<strong>il</strong>i, con l’unico articolo, <strong>il</strong> 39, che lo compone:<br />
Assistenza al malato a prognosi infausta.<br />
“In caso di malattie a prognosi sicuramente infausta o<br />
pervenute alla fase terminale, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico deve improntare<br />
la sua opera ad atti e comportamenti idonei a risparmiare<br />
inut<strong>il</strong>i sofferenze psico-fisiche e fornendo al malato i<br />
trattamenti appropriati a tutela, per quanto possib<strong>il</strong>e, <strong>della</strong><br />
qualità <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> dignità <strong>della</strong> persona.<br />
In caso di compromissione dello stato di coscienza, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico<br />
deve proseguire nella terapia di sostegno vitale finché<br />
ritenuta ragionevolmente ut<strong>il</strong>e evitando ogni forma di<br />
accanimenti terapeutico”.<br />
La necessità di d<strong>ed</strong>icare un intero capo ad un tema così<br />
delicato documenta l’importanza che viene data dagli<br />
estensori del Codice a garantire la dignità e la volontà<br />
<strong>della</strong> persona anche nelle fasi terminali <strong>della</strong> vita, invitando<br />
<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ad evitare sofferenze inut<strong>il</strong>i ma ricordando<br />
di proseguire nella terapia di sostegno vitale.<br />
Nel Codice al Capo IX l’articolo 53 affronta <strong>il</strong> “Rifiuto consapevole<br />
di nutrirsi” ribadendo che anche “quando una<br />
persona rifiuta volontariamente di nutrirsi, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong><br />
dovere di informarla sulle gravi conseguenze che un digiuno<br />
protratto può comportare…” Ed infine “se la persona<br />
e consapevole delle possib<strong>il</strong>i conseguenze <strong>della</strong> propria<br />
decisione, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico non deve assumere iniziative costrittive<br />
né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale<br />
nei confronti <strong>della</strong> m<strong>ed</strong>esima, pur continuando ad<br />
assisterla.” Quindi pur ammonendo <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico a non prevaricare<br />
la volontà <strong>della</strong> persona neppure con la nutrizione<br />
artificiale viene ribadito <strong>il</strong> fondamento <strong>della</strong> acquisizione<br />
documentata <strong>della</strong> volontà del paziente anche in<br />
questi casi estremi.<br />
Quindi esaminando <strong>il</strong> Codice di Deontologia M<strong>ed</strong>ica emergono<br />
molti spunti di riflessione e l’evidenza che sono stati<br />
esaminate tutte le problematiche relative alla volontà<br />
del paziente e alla cosiddetta etica di fine vita.<br />
L’invito è quindi quello di esaminare e trarre spunti dalla<br />
lettura del Codice quando ci troviamo nelle condizioni di<br />
dover decidere.<br />
Claudio Pandullo
... E L’ARTICOLO DEL PRESIDENTE CAO<br />
Cari Colleghi<br />
è la mia prima “uscita” quale neo-Presidente CAO di Trieste<br />
e, come di prassi si impongono alcuni ringraziamenti<br />
che per altro, pur avendoli già fatti ad personam, sento <strong>il</strong><br />
piacere di ufficializzare da questo <strong>bollettino</strong>. Ovviamente<br />
un grazie a tutti coloro che hanno sostenuto e votato questa<br />
squadra. Una fiducia che cercheremo di non tradire<br />
impegnandoci nel compito assegnatoci con serietà ma<br />
anche con serenità, senza “ sbracamenti “ od inut<strong>il</strong>i irrigidimenti,<br />
del resto <strong>il</strong> momento poco spazio lascia a colpi di<br />
teatro e protagonismi. Un grazie autentico al past-President<br />
dott. Celato non solo per l’impegno profuso in tre<br />
mandati, ma per la capacità avuta di riuscire a presentare<br />
la categoria come affidab<strong>il</strong>e e cr<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>e e per l’ab<strong>il</strong>ità<br />
d’aver fatto capire a (quasi) tutti, come tutto ciò che riguarda<br />
l’<strong>odontoiatri</strong>a fa riferimento alla Commissione<br />
Odontoiatri. Qui mi fermo non per mancanza di soggetti<br />
ma per evitare t<strong>ed</strong>iosi elenchi o imbarazzanti dimenticanze.<br />
Accanto ai ringraziamenti pongo gli auguri, al nuovo<br />
Consiglio dell’<strong>Ordine</strong>, al suo Presidente dott. Pandullo, al<br />
nuovo Direttore del <strong>bollettino</strong> prof. Melato, a noi stessi.<br />
Esaurite le formalità (e mi scuso se in maniera un po’<br />
spiccia), approfitterei dello spazio concesso alla Commissione,<br />
per affrontare alcuni argomenti (per <strong>il</strong> momento<br />
solo uno) che mi pare necessitino di alcune puntualizzazioni.<br />
Incomincerei con la pubblicità sanitaria. Ricevo segnalazioni,<br />
lamentele, quesiti.<br />
V<strong>ed</strong>iamo di chiarire un po’ le cose.<br />
Nel 1985 esce la Direttiva Comunitaria 450/85 che regolamenta<br />
la pubblicità ingannevole. L’Italia emana la<br />
175/92 che pone limiti alla pubblicità sanitaria, e già da<br />
questo “ adeguamento “ avvenuto 7 anni dopo appare <strong>il</strong><br />
conflitto tra l’impostazione del legislatore comunitario<br />
(più pubblicità = più concorrenza = più vantaggi per <strong>il</strong> paziente<br />
per cui tutto si può dire tranne ciò che crea inganno<br />
o concorrenza sleale) e quello italiano (etica dignità<br />
professionale innanzitutto, per cui è tutto vietato tranne<br />
casi particolari e normati). Neanche a dirlo la linea vincente<br />
è quella europea, per cui arriva nel 2006 <strong>il</strong> così detto<br />
Decreto Bersani (233/06), convertito poi in legge<br />
248/06 in cui esplicitamente si abrogano i divieti anche<br />
parziali di pubblicizzare titoli, specializzazioni, caratteristiche<br />
del servizio offerto, prezzi e costi complessivi.<br />
Spetta all’<strong>Ordine</strong> e rispettivamente alla Commissione <strong>il</strong><br />
controllo <strong>della</strong> trasparenza e <strong>della</strong> veridicità di quanto affermato,<br />
inoltre dal 1 gennaio 2007 devono ritenersi decadute<br />
tutte le norme in contrasto con la 248 (quindi anche<br />
la 175 <strong>ed</strong> <strong>il</strong> codice deontologico). Il 15 dicembre 2006<br />
la FNOMCeO emana allora nuove linee guida in materia<br />
pubblicitaria ribadendo l’obbligo di autorizzazione preventiva.<br />
Il 17 gennaio 2007 la Cassazione con la sentenza<br />
625/07 afferma che la 175 è decaduta <strong>ed</strong> <strong>il</strong> 29 gennaio<br />
2007 <strong>il</strong> Garante Concorrenza di Mercato invita la<br />
FNOMCeO ad emanare nuove disposizioni, viene allora<br />
scritta la delibera 53 in cui si riprendono i punti affermati<br />
nelle linee guida del 15 dicembre, ma sparisce l’obbligo<br />
di autorizzazione preventiva. Il 17 dicembre 2007 <strong>il</strong> Ministero<br />
<strong>della</strong> Salute sancisce ulteriormente l’abrogazione<br />
<strong>della</strong> 175, passa quindi l’impostazione “europea“ che la<br />
pubblicità è ammessa se non è ingannevole.<br />
Allo stato <strong>dei</strong> fatti dunque abbiamo una serie di certezze<br />
ma anche molti dubbi interpretativi, che aspettano risposta.<br />
È chiaro che risulta OBBLIGATORIO nome, cognome,<br />
titolo, indirizzo, ma su internet devo anche comunicare<br />
ragione sociale, <strong>Ordine</strong> Professionale e numero di<br />
iscrizione, ab<strong>il</strong>itazione (dove e quando), autocertificazione<br />
rispetto linee guida, P.I., estremi autodichiarazione all’<strong>Ordine</strong>/Commissione,<br />
eventuali domini nazionale/europei.<br />
Come si v<strong>ed</strong>e c’è la volontà del Legislatore di garantire<br />
l’informazione, più che la pubblicità. Ecco allora che i<br />
titoli se “istituzionali“ sono accettati, se non riconosciuti<br />
vanno presi con le pinze per evitare fraintendimenti (una<br />
cosa è avere la specialità di ortodonzia, altro è aver fatto<br />
corsi con noti capiscuola o aver frequentato <strong>il</strong> loro studio,<br />
<strong>il</strong> che si può dire, ma senza spacciarsi per specialista), si<br />
possono cioè anche citare discipline specialistiche praticate,<br />
ma chiarendo <strong>il</strong> proprio percorso formativo.<br />
Particolare è poi la posizione delle strutture sanitarie<br />
complesse che possono fare un elenco delle branche presenti<br />
con affianco i nomi del sanitario responsab<strong>il</strong>e. Anche<br />
<strong>il</strong> singolo professionista può elencare le prestazioni erogate<br />
solo però se è lui ad erogarle, può inoltre elencare i<br />
presidi presenti e le attrezzature. Si può anche segnalare<br />
la presenza di collaboratori e, attenzione, eventuali rapporti<br />
di convenzionamento con associazioni di mutualità<br />
volontaria data come pacifica. Si può molto, forse anche<br />
troppo per <strong>il</strong> nostro modo di v<strong>ed</strong>ere, ma lo scopo è proprio<br />
quello di mettere l’utente (per molti continuerà ad essere<br />
<strong>il</strong> paziente), nelle condizioni di fare una scelta consapevole<br />
del proprio curante.<br />
Ci sono ovviamente <strong>dei</strong> limiti, come la pubblicità ingannevole<br />
e quella surrettizia. Quella ingannevole può essere<br />
anche omissiva. In altre parole se io dico di usare tecniche<br />
implantari di carico imm<strong>ed</strong>iato, uso un termine codificato<br />
per <strong>il</strong> professionista, ma non per <strong>il</strong> paziente, devo<br />
allora chiarire che esiste un tempo di attesa, altrimenti<br />
si è autorizzati a cr<strong>ed</strong>ere che entro <strong>ed</strong>entulo <strong>ed</strong> esco in<br />
giornata con una dentatura fissa, e se parlo di post<br />
estrattivi se non mi si dice che non sempre sono possib<strong>il</strong>i,<br />
potrei essere portato a cr<strong>ed</strong>ere che qualsiasi siano le<br />
condizioni del dente che <strong>il</strong> professionista mi estrae, potrà<br />
SEMPRE applicarmi un impianto. Egualmente è impegnativo<br />
garantire l’assenza di dolore per ogni trattamento e<br />
così dicendo (visto). Lo stesso criterio si applica sulle tariffe.<br />
Vige la logica <strong>della</strong> trasparenza.<br />
Se io pubblicizzo un prezzo per impianto + coroncina,<br />
non posso poi conteggiare anestesia, suture, applicazione<br />
vite di guarigione ecc. a parte, in quanto questi sono<br />
passaggi ineludib<strong>il</strong>i per arrivare al lavoro finito, quindi lo<br />
devo specificare. Molto sim<strong>il</strong>e è la pubblicità surrettizia, in<br />
cui si abusa <strong>della</strong> buona f<strong>ed</strong>e altrui per tacere fatti essenziali.<br />
Un tipico esempio sono gli articoli a pagamento,<br />
9
spacciati per scientifici, in cui <strong>il</strong> professionista sembra essere<br />
intervistato non perché ha pagato, ma perché grande<br />
esperto. Egualmente attenzione a cosa si dice se si è<br />
chiamati in trasmissioni, meglio è dimostrare di essere<br />
stati chiamati, e di aver solo dato pareri tecnici. L’<strong>Ordine</strong>/Commissione<br />
verifica e non autorizza, è quindi prevista<br />
una comunicazione (<strong>il</strong> giorno x sono stato chiamato,<br />
ovvero questo è quello che pubblicizzerò su l’inserto di…)<br />
<strong>ed</strong> una autocertificazione, la cui assenza è r<strong>il</strong>evante solo<br />
in presenza di non rispetto del codice deontologico, come<br />
a dire tu non ha comunicato in quanto sapevi di essere in<br />
torto.<br />
Questo è quanto sono riuscito a raccogliere, e certamente<br />
molto ancora sarebbe da dire, e molto andrà a chiarirsi<br />
nel tempo. Cr<strong>ed</strong>o però che possa già essere sufficiente<br />
più che a districarsi nel marasma delle norme attuali,<br />
che è cosa da avvocati, porsi <strong>dei</strong> dubbi, a cui la Commissione<br />
cercherà di dare puntuale risposta. Prevenire, anche<br />
in questi casi, è <strong>il</strong> comportamento migliore, anche<br />
perché l’istruire un proc<strong>ed</strong>imento contro un collega è comunque<br />
cosa sgradevole concettualmente oltre che praticamente.<br />
Diego Paschina
DALL’ASSESSORE KOSIC UN IMPORTANTE DOCUMENTO,<br />
IL PRIMO IN ITALIA, CHE RIVOLUZIONA TUTTE LE PROCEDURE<br />
DI SEGNALAZIONE IN CASO DI INFORTUNIO E MALATTIA<br />
PROFESSIONALE<br />
Linee guida in materia di infortuni sul lavoro e malattie<br />
professionali concordate tra la regione Friuli<br />
Venezia Giulia e le Procure <strong>della</strong> Repubblica del Distretto<br />
Friuli Venezia Giulia.<br />
Con deliberazione di generalità n. 291, del 5 febbraio<br />
2009 la Giunta regionale ha preso atto delle linee di indirizzo<br />
concordate con la Procura <strong>della</strong> Repubblica del Distretto<br />
FVG, che prev<strong>ed</strong>ono un percorso uniforme di collaborazione<br />
tra le strutture sanitarie e le procure del circondario<br />
sul tema delle indagini in materia di infortuni<br />
sul lavoro e malattie professionali.<br />
Si tratta, come emerge chiaramente dalle responsab<strong>il</strong>ità<br />
che vengono assegnate ai servizi Prevenzione e Sicurezza<br />
negli ambienti di lavoro (PSAL), di una sinergia r<strong>il</strong>evante<br />
per affrontare un tema drammatico, valorizzando la<br />
professionalità degli addetti e, più in generale, la qualificazione<br />
<strong>dei</strong> servizi PSAL regionali cui spetterà la diffic<strong>il</strong>e<br />
gestione delle notizie di reato “facendosi carico di seguire<br />
rigorosamente i criteri di selezione delle notizie, in modo<br />
tale da non trascurare episodi di sicura r<strong>il</strong>evanza penale,<br />
per i quali non arriverà normalmente alcuna sollecitazione<br />
da parte <strong>della</strong> Procura interessata”.<br />
Dalle parole ai fatti assolutamente innovativi, per governare<br />
una situazione formalmente ineccepib<strong>il</strong>e ma so-<br />
stanzialmente tale da bloccare le proc<strong>ed</strong>ure idonee al<br />
tempestivo riconoscimento delle responsab<strong>il</strong>ità <strong>ed</strong> al conseguente<br />
indennizzo di infortuni e malattie professionali.<br />
Il protocollo contiene le linee guida condivise da Autorità<br />
giudiziaria e Sistema sanitario regionale a cui attenersi<br />
nella segnalazione <strong>ed</strong> attività di accertamento degli infortuni<br />
e malattie professionali affinché l’intero processo<br />
risulti rapido <strong>ed</strong> efficace. Viene valorizzato <strong>il</strong> ruolo di polizia<br />
giudiziaria svolto dai servizi di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na del lavoro<br />
che diventano primi attori delle attività di accertamento,<br />
sanitario e tecnico.<br />
Saranno proprio gli addetti <strong>dei</strong> Servizi PSAL, che rivestono<br />
l’incarico di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, ad attivarsi<br />
in caso di segnalazione di infortunio e malattia professionale,<br />
anche tramite chiamata effettuata ad “un unico numero<br />
telefonico di pronta disponib<strong>il</strong>ità” allestito presso<br />
ciascun Servizio<br />
I risultati attesi, resi possib<strong>il</strong>i da questa innovativa alleanza<br />
tra Autorità giudiziaria e tecnici, sono i seguenti:<br />
- la massima tempestività delle indagini al fine di accertare,<br />
al di fuori di ogni possib<strong>il</strong>e occultamento, le circostanze<br />
degli infortuni di sicura r<strong>il</strong>evanza penale;<br />
- la drastica riduzione <strong>dei</strong> casi di infortunio e malattia professionale<br />
sottoposti all’esame <strong>della</strong> Magistratura che, in<br />
questo modo, potrà concentrare le sue energie su quelli<br />
già ben documentati e di certa r<strong>il</strong>evanza penale garantendo<br />
sentenze esaurienti e rapide;<br />
- <strong>il</strong> monitoraggio <strong>dei</strong> fenomeni presenti sul territorio tramite<br />
la presentazione pubblica annuale <strong>dei</strong> dati relativi<br />
alle indagini effettuate dai servizi PSAL;<br />
- <strong>il</strong> consolidamento <strong>dei</strong> rapporti tra strutture sanitarie e<br />
procure del circondario con <strong>il</strong> fine che “eventuali incertezze<br />
di applicazione o eventuali prassi non conformi<br />
alle necessità del lavoro reciproco possano essere risolte<br />
e corrette”.<br />
All’Amministrazione regionale toccherà garantire le piante<br />
organiche <strong>dei</strong> servizi coinvolti e promuovere una cap<strong>il</strong>lare<br />
politica informativa sugli obblighi di referto e, formativa,<br />
sui contenuti necessari, da estendere a tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong><br />
operanti in regione.<br />
Non resta quindi che lavorare, con una nuova efficacia e<br />
tempestività, in un campo in cui lungaggini e vuota burocrazia<br />
hanno troppo spesso frustrato gli sforzi degli<br />
operatori, sanitari e magistrati, e vanificato le richieste<br />
di giustizia <strong>dei</strong> cittadini.<br />
Vladimir Kosic<br />
11
ED ECCO IL DOCUMENTO…<br />
Linee di indirizzo in materia di infortuni sul lavoro e<br />
malattie professionali concordate tra la Regione<br />
Friuli Venezia Giulia, le Aziende per i Servizi Sanitari<br />
e le Procure <strong>della</strong> Repubblica del Distretto Friuli<br />
Venezia Giulia.<br />
La Commissione, composta dai rappresentanti delle<br />
Aziende per i Servizi Sanitari e delle Procure <strong>della</strong> Repubblica<br />
del Distretto, coordinata dal Procuratore Generale,<br />
con la presenza <strong>dei</strong> rappresentanti dell’Assessorato<br />
alla Salute e Protezione Sociale <strong>della</strong> Regione FVG, i quali<br />
intendono prendere atto delle decisioni concordate nell’incontro<br />
del 29 dicembre 2008 al fine di poter garantire<br />
le necessarie risorse e la presenza di un organico adeguato<br />
alle necessità, HA CONCORDATO le seguenti linee<br />
di indirizzo da adottare in occasione delle indagini di iniziativa<br />
o delegate dalla Procura in materia di infortuni e<br />
malattie professionali.<br />
Infortuni sul lavoro commessi con violazione delle norme<br />
di prevenzione.<br />
Va innanzitutto stab<strong>il</strong>ito che i referti, seguenti ad infortunio<br />
in occasione di lavoro, debbano giungere tempestivamente<br />
direttamente ai Servizi territoriali interessati ad<br />
opera delle strutture sanitarie che li r<strong>il</strong>asciano. A tale scopo<br />
le direzioni aziendali forniranno precise indicazioni alle<br />
strutture di Pronto Soccorso del territorio perché senza<br />
indugio siano trasmessi i referti ai Servizi di Prevenzione<br />
e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL). È opportuno<br />
stab<strong>il</strong>ire inoltre che in ciascun Servizio PSAL sia<br />
allestito un unico numero telefonico di pronta disponib<strong>il</strong>ità<br />
che funzioni per 24 ore su 24.<br />
I Procuratori <strong>della</strong> Repubblica, a loro volta, daranno disposizioni<br />
perché tutte le Forze dell’<strong>Ordine</strong> che, anche<br />
occasionalmente, abbiano notizia di un infortunio sul lavoro,<br />
ne informino imm<strong>ed</strong>iatamente i Servizi PSAL.<br />
La Regione FVG attiverà anche i Servizi del 118, impartendo<br />
precise istruzioni in relazione alle informazioni da<br />
trasmettere ai Servizi PSAL tutte le volte che si verifichi un<br />
infortunio grave o mortale. È opportuno sottolineare che<br />
è necessaria una preventiva e adeguata formazione del<br />
personale addetto alla gestione delle emergenze, in modo<br />
da garantire una efficace opera di informazione nei<br />
confronti <strong>dei</strong> Servizi territoriali.<br />
Una volta ricevuta la notizia o addirittura <strong>il</strong> referto, l’UPG<br />
incaricato dal Responsab<strong>il</strong>e del Servizio Competente avvierà<br />
l’indagine necessaria, tutte le volte che le circostanze<br />
di fatto riferite siano tali da indurre a ritenere che<br />
si tratti di ipotesi di reato perseguib<strong>il</strong>e d’ufficio. Ciò si realizza<br />
senza dubbio in tutti i casi in cui l’infortunio appaia<br />
grave, sia per le conseguenze lesive riportate dall’infortunato,<br />
sia per la dinamica che lo ha caratterizzato. Nei<br />
casi di infortunio mortale o di infortunio gravissimo è opportuno<br />
che al Pubblico Ministero di turno sia comunicata<br />
la notizia anche telefonicamente.<br />
In nessun caso, comunque, sarà avviata l’indagine di iniziativa<br />
dinnanzi ad una prognosi di pochi giorni, né <strong>il</strong> Pubblico<br />
Ministero delegherà per tali eventi indagini di sorta.<br />
12<br />
Va comunque precisato che <strong>il</strong> Servizio PSAL potrà discrezionalmente<br />
intervenire anche nei casi nei quali non appare<br />
evidente una proc<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità d’ufficio, ma le modalità di<br />
accadimento dell’infortunio siano ritenute tali da comportare<br />
l’attivazione di un intervento a fini preventivi.<br />
Si precisa che, tutte le volte che <strong>il</strong> Servizio decide di attivare<br />
l’indagine sulle notizie di reato ricevute, deve comunicarne<br />
l’esito al Pubblico Ministero, mentre nessuna comunicazione<br />
è necessaria nei casi di referti pervenuti per<br />
i quali non si debba proc<strong>ed</strong>ere d’ufficio, a meno che sia<br />
stata presentata querela entro 3 mesi dal fatto.<br />
Attenzione particolare va d<strong>ed</strong>icata a quei casi in cui, per<br />
inveterata abitudine, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico esprima prognosi inferiori<br />
ai 40 giorni anche dinnanzi a infortuni comportanti sicuramente<br />
lesioni gravi o gravissime. In tali casi è evidente<br />
che la prognosi iniziale verrà abbondantemente<br />
superata proprio per la gravità delle conseguenze riportate.<br />
I Servizi territoriali perciò valuteranno prudentemente<br />
l’opportunità di avviare l’indagine nei casi in cui la<br />
prognosi non sia commisurata rispetto alla gravità dell’evento<br />
lesivo.<br />
È opportuno sottolineare quanto sia importante che la<br />
Regione realizzi appositi momenti di formazione <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />
in particolare delle strutture del 118 e Pronto Soccorso,<br />
ai fini di una corretta comp<strong>il</strong>azione <strong>dei</strong> referti, in linea<br />
con le previsioni del codice penale.<br />
In conclusione, è possib<strong>il</strong>e distinguere le seguenti ipotesi:<br />
1. infortunio con evento mortale o con lesioni gravi/gravissime<br />
(prognosi iniziale superiore ai 40 giorni): interviene<br />
<strong>il</strong> 118 che avvisa <strong>il</strong> Servizio di PSAL; l’UPG incaricato<br />
dal responsab<strong>il</strong>e del Servizio Competente interviene<br />
sul luogo dell’infortunio e avverte tempestivamente<br />
<strong>il</strong> Magistrato.<br />
2. infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, ma con<br />
evidenti caratteristiche di indubbia gravità che inducono<br />
a ritenere che saranno superati i termini per la proc<strong>ed</strong>ib<strong>il</strong>ità<br />
d’ufficio: l’UPG interviene sul luogo dell’infortunio<br />
avvertendo <strong>il</strong> Magistrato di turno, anche telefonicamente.<br />
3. infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, con caratteristiche<br />
di modesta gravità, che tuttavia, per la dinamica<br />
e/o ricadute in termini prevenzionistici, rendano<br />
opportuna l’indagine: l’UPG incaricato dal responsab<strong>il</strong>e<br />
del Servizio Competente interviene sul posto accertando<br />
i fatti e r<strong>il</strong>evando eventuali violazioni delle norme<br />
di prevenzione. Di tali accertamenti riferirà al Magistrato<br />
con apposita inchiesta per infortunio sul lavoro.<br />
4. infortuni con prognosi sicuramente lieve, per i quali<br />
non va attivata alcuna indagine, salvo la presentazione<br />
di querela <strong>della</strong> parte offesa entro <strong>il</strong> termine <strong>dei</strong> 3 mesi.<br />
Solo in questo caso sarà effettuata l’indagine, <strong>il</strong> cui<br />
esito sarà comunicato al PM.<br />
Resta salva la facoltà del Servizio PSAL di intervenire a fini<br />
prevenzionali, r<strong>il</strong>evando eventuali contravvenzioni per<br />
le quali sarà esperita la proc<strong>ed</strong>ura prevista dal D.Lgs<br />
758/94.<br />
Nessuna indagine andrà naturalmente attivata in caso di<br />
infortunio occorso al soggetto che non lavora sotto la direzione<br />
altrui, e che sia titolare senza soci di una azienda<br />
individuale. La mancanza di dipendenti esclude infatti<br />
l’applicazione delle norme di prevenzione in materia di<br />
lavoro. Tuttavia gli accertamenti in ordine all’applicazione
delle norme di prevenzione dovranno essere effettuati<br />
quando sia possib<strong>il</strong>e ritenere da elementi univoci che <strong>il</strong> titolare<br />
infortunato abbia irregolarmente impiegato lavoratori<br />
subordinati.<br />
Sulla scorta delle linee sopra descritte, i Servizi PSAL dovranno<br />
gestire <strong>il</strong> flusso delle notizie di reato, facendosi<br />
carico di seguire rigorosamente i criteri di selezione delle<br />
notizie, in modo tale da non trascurare episodi di sicura r<strong>il</strong>evanza<br />
penale, per i quali non arriverà normalmente alcuna<br />
sollecitazione da parte <strong>della</strong> Procura interessata.<br />
Le indagini sui casi che <strong>il</strong> Servizio discrezionalmente ha<br />
selezionato saranno condotte nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e,<br />
compatib<strong>il</strong>mente con la complessità e le difficoltà<br />
che eventualmente emergano sia nell’accertamento <strong>dei</strong><br />
fatti, sia nell’individuazione <strong>dei</strong> responsab<strong>il</strong>i. Resta comunque<br />
fermo che la notizia alla Procura “senza ritardo”:<br />
espressione, questa, che consente agli UPG del Servizio di<br />
comunicare <strong>il</strong> reato all’esito degli accertamenti svolti,<br />
quando essi non si protraggano oltre un ragionevole periodo<br />
di tempo.<br />
Un capitolo a parte merita <strong>il</strong> tema delle indagini delegate<br />
giacenti in quantità variab<strong>il</strong>e presso i Servizi del distretto.<br />
Occorre impegnare Procure e Servizi in una attenta valutazione<br />
<strong>dei</strong> casi che meritano una approfondita indagine,<br />
con conseguente rinunzia alla effettuazione <strong>della</strong> m<strong>ed</strong>esima<br />
tutte le volte che appaia ragionevole ritenere che esse<br />
non porteranno all’acquisizione di elementi tali da poter<br />
sostenere l’accusa in giudizio oppure alla individuazione<br />
certa degli eventuali responsab<strong>il</strong>i. In ogni caso vanno<br />
chiusi senza ulteriore spreco di energie gli infortuni la cui<br />
prognosi sia contenuta in pochi giorni o settimane.<br />
In particolare non dovranno essere richieste indagini delegate<br />
(e, se richieste, i fascicoli dovranno tempestivamente<br />
essere restituiti alla Procura) nei casi di incidenti<br />
stradali accaduti a lavoratori (in itinere od in occasione di<br />
lavoro) per i quali i Servizi delle ASS non hanno competenza<br />
alcuna e che meglio possono essere trattati dai Vig<strong>il</strong>i<br />
Urbani o dalla Polizia Stradale dal momento che trovano<br />
la loro causa nella violazione delle norme del codice<br />
stradale.<br />
Analoghe conclusioni debbono essere tratte sia per gli incidenti<br />
avvenuti in ambito scolastico, quando non siano in<br />
nessun modo connessi alla violazione delle norme di prevenzione<br />
in materia di lavoro, sia per gli incidenti avvenuti<br />
in ambito domestico, dove, con tutta evidenza, non possono<br />
venire in r<strong>il</strong>ievo violazioni di norme in materia di<br />
prevenzione sui luoghi di lavoro e che, in nessun modo, riguardino<br />
lavoratori alle dipendenze altrui.<br />
Resta invece urgente proc<strong>ed</strong>ere tempestivamente agli accertamenti<br />
relativi agli infortuni più gravi, ancorché verificatisi<br />
indietro nel tempo, con restituzione alla Procura<br />
delle relative inchieste.<br />
Con questi criteri di flessib<strong>il</strong>ità è auspicab<strong>il</strong>e che si arrivi<br />
alla eliminazione dell’arretrato in tempi accettab<strong>il</strong>i.<br />
Malattie professionali (MP) derivanti dalla violazione delle<br />
norme sull’igiene del lavoro<br />
Un percorso analogo a quello sopra descritto è necessario<br />
prev<strong>ed</strong>ere per <strong>il</strong> flusso <strong>dei</strong> referti di sospetta malattia<br />
professionale.<br />
Si deve preliminarmente r<strong>il</strong>evare un flusso non soddisfacente<br />
di referti di MP alla autorità competente. Sono an-<br />
cora troppi i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che non approfondiscono la genesi<br />
<strong>della</strong> malattia, e non mancano coloro che, pur avendo<br />
acquisito <strong>il</strong> ragionevole sospetto che la patologia debba<br />
essere posta in relazione all’attività lavorativa del paziente,<br />
non ne informano <strong>il</strong> Magistrato, come pure <strong>il</strong> Codice di<br />
Proc<strong>ed</strong>ura Penale stab<strong>il</strong>isce. Verso la categoria <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />
in particolare <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na generale <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>alieri,<br />
<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> competenti, la Regione svolgerà adeguate<br />
iniziative di formazione, volte a richiamare l’obbligo, penalmente<br />
sanzionato, di comp<strong>il</strong>are <strong>il</strong> referto e di farlo pervenire<br />
all’Autorità Giudiziaria.<br />
Un secondo tema è relativo al frequente invio di referti<br />
non completi, qualche volta mal comp<strong>il</strong>ati, e qualche volta<br />
addirittura relativi ad ipotesi che senza alcun dubbio<br />
non configurano alcun tipo di <strong>il</strong>lecito. Per far fronte a tali<br />
problemi sarebbe opportuno adottare un modulo di referto<br />
concordato con la Procura Generale prev<strong>ed</strong>endo<br />
che, in caso di inadeguata comp<strong>il</strong>azione, si restituiscano<br />
ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che li hanno comp<strong>il</strong>ati, i referti con segnalazioni<br />
incomplete.<br />
Analogamente a quanto si è disposto per gli infortuni,<br />
ogni referto di sospetta malattia professionale deve essere<br />
imm<strong>ed</strong>iatamente inviato ai Servizi PSAL. Sarà <strong>il</strong> Servizio,<br />
sulla scorta <strong>dei</strong> criteri che seguono, ad attivare l’inchiesta<br />
di malattia professionale tutte le volte che sia ipotizzab<strong>il</strong>e<br />
un reato perseguib<strong>il</strong>e d’ufficio o quando sia stata<br />
presentata querela dalla parte offesa.<br />
I criteri che devono guidare <strong>il</strong> Servizio nella scelta delle indagini<br />
da effettuare, sono i seguenti:<br />
a)la malattia indicata nel referto deve essere intervenuta<br />
in tempi non eccessivamente lontani e comunque<br />
non superiori a quelli previsti per la prescrizione del<br />
reato; perciò non sarà attivata l’indagine, ad esempio,<br />
nei casi di ipoacusia intervenuta in tempi lontani senza<br />
che sia stato segnalato un aggravamento recente;<br />
b)la malattia indicata nel referto, per le concrete modalità<br />
del caso o perché molto risalente nel tempo, non<br />
consente, ictu oculi, l’individuazione del responsab<strong>il</strong>e o<br />
l’accertamento delle modalità di esposizione o <strong>dei</strong> dati<br />
di fatto necessari alla contestazione: in questo caso<br />
l’indagine non sarà attivata;<br />
c) la malattia indicata nel referto può essere riferita ad<br />
una pluralità di cause: in questo caso l’indagine non<br />
sarà attivata a meno che non risultino consistenti indizi<br />
che rendano evidente <strong>il</strong> nesso causale con l’esposizione<br />
lavorativa.<br />
In tutti i casi sopra elencati è rimessa al prudente apprezzamento<br />
<strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> del lavoro <strong>dei</strong> Servizi la decisione<br />
se proc<strong>ed</strong>ere o no all’indagine, sulla scorta degli elementi<br />
preliminari di cui sopra. L’esito dell’eventuale indagine<br />
sarà comunicato ai PM.<br />
Negli altri casi l’indagine deve essere comunque condotta,<br />
anche quando <strong>il</strong> nesso causale riscontrato, riconducib<strong>il</strong>e<br />
all’esposizione lavorativa, non sia l’unico capace di<br />
spiegare l’evento. È noto che nel nostro ordinamento, per<br />
costante riconoscimento giurisprudenziale, le concause,<br />
anche sopravvenute, non escludono <strong>il</strong> nesso causale e<br />
comportano la punib<strong>il</strong>ità dell’evento. Valga per tutti<br />
l’esempio dell’effetto sinergico tra <strong>il</strong> fumo e l’amianto nella<br />
genesi del tumore polmonare.<br />
Un problema particolare è posto dal frequente arrivo di<br />
referti di mesotelioma maligno nei Servizi. È appena <strong>il</strong> ca-<br />
13
so di accennare che <strong>il</strong> fenomeno rappresenta una vera e<br />
propria emergenza nella regione Friuli Venezia Giulia <strong>ed</strong><br />
impegna particolarmente i Servizi e le Procure di Gorizia<br />
e di Trieste.<br />
Caratteristica costante per entrambi i circondari è che in<br />
passato né i Servizi PSAL né le Procure <strong>della</strong> Repubblica<br />
interessate si sono mai attrezzati per affrontare <strong>il</strong> fenomeno<br />
in tutti i suoi aspetti. Ne è derivato un notevole numero<br />
di pratiche arretrate per i Servizi e di processi pendenti<br />
per le Procure che ora devono essere affrontati con<br />
spirito di concretezza e con una strategia che consenta di<br />
superare <strong>il</strong> ritardo accumulato.<br />
È necessario pertanto disciplinare l’iter di trattazione <strong>dei</strong><br />
nuovi referti di mesotelioma che tuttora vengono r<strong>il</strong>asciati.<br />
Si tenga presente che nei nostri territori sono frequenti<br />
le autopsie effettuate al decesso, che consentono<br />
comunque di confermare o di diagnosticare per la prima<br />
volta la neoplasia. Dunque è praticamente marginale, o<br />
addirittura eccezionale, <strong>il</strong> fenomeno dell’omissione del referto<br />
relativo ad un mesotelioma.<br />
Per una corretta gestione <strong>dei</strong> casi è necessario che ogni<br />
referto, quali che siano i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che hanno effettuato la<br />
diagnosi, pervenga al Servizio PSAL. In questo senso va richiamata<br />
l’attenzione anche <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici Competenti delle<br />
varie aziende, <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici di M<strong>ed</strong>icina Generale e degli altri<br />
operatori sanitari che, a motivo delle loro prestazioni,<br />
vengano a conoscenza di una diagnosi di mesotelioma.<br />
Nel caso di richiesta di effettuazione di riscontro diagnostico<br />
rivolta ad un Servizio di Anatomia Patologica, l’autorizzazione,<br />
in caso di sospetto o presenza di malattia<br />
professionale, dovrà venir richiesta alla Procura competente<br />
informando contestualmente di ciò <strong>il</strong> Servizio PSAL.<br />
In ogni caso i servizi PSAL saranno tempestivamente informati<br />
dell’esito del riscontro diagnostico.<br />
Nel caso di proc<strong>ed</strong>ure istologiche o citologiche che determinino<br />
una diagnosi compatib<strong>il</strong>e con un’eziologia professionale,<br />
sarà cura del Servizio di Anatomia Patologica<br />
interessato inserire nella risposta una frase che richiami<br />
l’attenzione del m<strong>ed</strong>ico ricevente sulla possib<strong>il</strong>e genesi<br />
professionale <strong>della</strong> malattia e, conseguentemente, sull’eventuale<br />
necessità di avvertire <strong>il</strong> Servizio PSAL dell’ASS.<br />
Ricevuto dunque, da parte delle varie fonti sopra individuate,<br />
<strong>il</strong> referto di mesotelioma, i Servizi PSAL si attiveranno<br />
di iniziativa nel più breve tempo possib<strong>il</strong>e, in modo<br />
da raccogliere direttamente dalla parte offesa, se ancora<br />
in vita, tutte le informazioni necessarie per accertare<br />
compiutamente le modalità dell’esposizione lavorativa,<br />
le varie attività svolte e le eventuali misure di prevenzione<br />
adottate durante <strong>il</strong> lavoro, oltre, naturalmente, alle<br />
testimonianze <strong>dei</strong> colleghi di lavoro. Si raccoglieranno<br />
inoltre, quanto prima, tutti gli elementi essenziali del fatto<br />
costituente <strong>il</strong> reato e si trasmetteranno le inchieste di<br />
malattia professionale al PM indicando le fonti di prova e<br />
le attività compiute.<br />
È appena <strong>il</strong> caso di aggiungere che l’attività sopra descritta<br />
acquista carattere di priorità nell’impegno <strong>dei</strong> Servizi,<br />
in decisa contro tendenza rispetto a quanto finora accaduto.<br />
Come già si è detto, l’attuale fase v<strong>ed</strong>e Servizi e Procure<br />
impegnati nell’affrontare una cospicua mole di fascicoli<br />
arretrati riguardante soprattutto i casi di mesotelioma. In<br />
14<br />
particolar modo le Procure di Trieste e Gorizia sono impegnate<br />
nel definire numerosi proc<strong>ed</strong>imenti pendenti. Per<br />
poter rapidamente giungere alla conclusione delle indagini<br />
è necessario uno sforzo notevole da parte <strong>dei</strong> Servizi<br />
che, innanzitutto, devono v<strong>ed</strong>er adeguata la dotazione<br />
del personale. È poi necessario proc<strong>ed</strong>ere ad una rigorosa<br />
selezione <strong>dei</strong> casi pendenti, ricorrendo ad una rapida<br />
archiviazione di quelli che non consentono di individuare<br />
con certezza sia <strong>il</strong> nesso causale sia gli eventuali responsab<strong>il</strong>i.<br />
È <strong>il</strong> caso ad esempio <strong>dei</strong> numerosi referti riguardanti<br />
soggetti che presentano placche pleuriche senza<br />
deficit vent<strong>il</strong>atori e/o respiratori, fattispecie per le quali<br />
oramai una costante giurisprudenza ha escluso trattarsi di<br />
malattia intesa come modificazione <strong>della</strong> funzionalità respiratoria.<br />
In generale può dirsi che occorre non spendere tempo <strong>ed</strong><br />
energie, non solo tutte le volte che non sia possib<strong>il</strong>e una<br />
diagnosi comprovata di mesotelioma, ma anche tutte<br />
quelle volte in cui una diagnosi certa non trova spiegazione<br />
adeguata in un nesso causale preciso o non trova la<br />
sua ragione nelle caratteristiche dell’esposizione lavorativa;<br />
oppure, ancora, in quei casi nei quali la brevità <strong>dei</strong> periodi<br />
lavorativi e i numerosi cambiamenti <strong>dei</strong> rapporti di lavoro<br />
subordinato non consentono di attribuire con ragionevole<br />
certezza la responsab<strong>il</strong>ità dell’evento ad uno o ad<br />
altro datore di lavoro.<br />
Molto più diffic<strong>il</strong>e si presenta l’elaborazione <strong>dei</strong> criteri con<br />
i quali devono essere trattati i casi di tumore polmonare<br />
o altra neoplasia di origine professionale. La principale<br />
difficoltà consiste nella dimostrazione dell’origine professionale<br />
<strong>della</strong> malattia, a causa <strong>della</strong> presenza di una pluralità<br />
di possib<strong>il</strong>i fattori cancerogeni, sia in ambito lavorativo<br />
(ad esempio amianto, fumi di saldatura, IPA, ecc.)<br />
sia extra-lavorativo (fumo di sigaretta).<br />
Tale difficoltà si traduce talora non solo nella oggettiva<br />
impossib<strong>il</strong>ità di reperire un convincente nesso di causalità,<br />
ma anche in quella, conseguente, di individuare correttamente<br />
l’autore o gli autori del reato. In questi casi è<br />
opportuno che ogni Servizio professionalmente attrezzato<br />
decida discrezionalmente quali indagini attivare sulla<br />
scorta del rigoroso criterio secondo <strong>il</strong> quale non è razionale<br />
spendere tempo <strong>ed</strong> energie per perseguire reati di<br />
diffic<strong>il</strong>issimo accertamento.<br />
Pertanto, di fronte ad un referto correttamente comp<strong>il</strong>ato<br />
(contenente cioè le notizie essenziali per sospettare<br />
l’origine lavorativa <strong>della</strong> malattia), si eviterà di proc<strong>ed</strong>ere<br />
all’indagine tutte le volte che non vi sia alcuno spazio per<br />
la genesi occupazionale <strong>della</strong> malattia diagnosticata.<br />
In tutti gli altri casi l’inchiesta di malattia professionale va<br />
attivata di iniziativa dal Servizio e tempestivamente conclusa<br />
con comunicazione all’Autorità Giudiziaria.<br />
Resta inteso, come concordato in s<strong>ed</strong>e di riunione plenaria<br />
del giorno 11.12.2008, che la Regione eviterà di attribuire<br />
ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti<br />
di Lavoro compiti e incarichi che non rientrano nelle ordinarie<br />
competenze di queste strutture, tanto più che le<br />
attuali emergenze consigliano di d<strong>ed</strong>icare le energie disponib<strong>il</strong>i<br />
alla prevenzione primaria , alla promozione <strong>della</strong><br />
salute <strong>ed</strong> al perseguimento <strong>dei</strong> gravosi compiti già descritti<br />
nel presente protocollo in tema di infortuni e malattie<br />
professionali.<br />
Le linee di indirizzo contenute nel presente accordo vin-
colano, com’è naturale, tutti gli Enti che hanno partecipato<br />
alla loro elaborazione e che sottoscrivono <strong>il</strong> presente<br />
protocollo.<br />
Tuttavia <strong>il</strong> rispetto degli accordi, pur necessario, non sarà<br />
sufficiente ad assicurare piena effettività agli indirizzi in<br />
mancanza di un costante rapporto di scambio e collaborazione<br />
tra i servizi territoriali e le procure del circondario.<br />
Solo l’integrazione delle esperienze reciproche e la disponib<strong>il</strong>ità<br />
al confronto, anche quotidiano, potrà fare in<br />
modo che eventuali incertezze di applicazione o eventuali<br />
prassi non conformi alle necessità del lavoro reciproco,<br />
possano essere risolte e corrette.<br />
Al fine di tenere costantemente sotto controllo i fenomeni<br />
presenti sul territorio, <strong>il</strong> Comitato Regionale di Coordinamento<br />
presenterà, almeno annualmente, alla presenza<br />
del Procuratore Generale <strong>della</strong> Repubblica e <strong>dei</strong> Procuratori<br />
Capo <strong>dei</strong> vari distretti regionali, i dati relativi alle attività<br />
<strong>ed</strong> alle indagini per infortuni sul lavoro e malattie professionali<br />
svolte dai Servizi PSAL, oltre che la situazione <strong>dei</strong><br />
carichi arretrati pendenti presso le diverse ASS.<br />
Voi venite - disse Giovanni Pascoli in quella sua orazione ai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> condotti, che dovrebbe essere<br />
letta da ogni m<strong>ed</strong>ico, con un senso di ammirazione profonda e di gratitudine vivissima - voi venite,<br />
o compagni miei, da un mondo ben reale: venite da tutte le miserie umane, che cercate di<br />
prevenire, di curare, di lenire almeno, tutte, negli altri, essendo assai spesso destinati a soffrire in<br />
voi la peggiore: l’umana ingratitudine. Mal retribuiti, mal conosciuti, sorvegliati, cinti di decreti, irretati<br />
di sofismi, soffocati di diffidenze, venite qui a rifornirvi di nuove armi per le vostre battaglie<br />
assidue contro <strong>il</strong> malore …<br />
Sono parole di Arturo Castiglioni in un articolo del 1908 <strong>della</strong> Rivista Sanitaria M<strong>ed</strong>ico Farmaceutica Per Gli Interessi<br />
Professionali, da lui diretta <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ita a Trieste, in cui <strong>il</strong> famoso collega propugnava l’istituzione di corsi “per <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> pratici”<br />
certo che … <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> nostri, concittadini, giovani e non più giovani, tornerebbero, con gioia, con interesse vivissimo,<br />
a sentir la parola <strong>della</strong> scienza moderna; tornerebbero certamente anche quelli che sanno, per apprendere a<br />
insegnare alla lor volta: tutti sfidando, per continuar a citare <strong>il</strong> maestrevole discorso scultorio del Pascoli, la mala voce<br />
di coloro che male pagando e male trattando <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico, cr<strong>ed</strong>ono che egli debba saper tutto fino dal giorno <strong>della</strong> laurea,<br />
e ripetendo ai detrattori che l’accusa di ignorare è un riconoscimento di sapienza!<br />
(Rivista Sanitaria M<strong>ed</strong>ico Farmaceutica Per Gli Interessi Professionali, anno II, numero 6 del 15 luglio1908)
Prot. N°.<br />
Rif. Nota<br />
Resp. Proc<strong>ed</strong>.: - Dr. Marco Poladas<br />
Resp. Istrut.: - Dr. Marcello Fontana<br />
OGGETTO:<br />
D.L. n. 207/08: studi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e <strong>odontoiatri</strong>ci<br />
con dipendenti - documento di valutazione<br />
<strong>dei</strong> rischi - proroga al 16 maggio 2009 <strong>dei</strong><br />
soli nuovi adempimenti<br />
16<br />
FNOCEO 09/01/09<br />
RGP. 0000211 2009<br />
Roma, CI. 01.09.01/1<br />
COMUNICAZIONE N.1<br />
AI PRESIDENTI DEGLI ORDINI<br />
PROVINCIALI DEI MEDICI CHIRURGHI<br />
E DEGLI ODONTOIATRI<br />
AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI<br />
PER GLI ISCRITTI ALL’ALBO DEGLI<br />
ODONTOIATRI<br />
Cari Presidenti,<br />
facendo seguito alla comunicazione n.49 del 4 dicembre 2008 e n.50 del<br />
19 dicembre 2008 si segnala che nella Gazzetta Ufficiale n.304 del 31 dicembre<br />
2008 è stato pubblicato <strong>il</strong> decreto-legge n.207 del 2008 recante “Proroga<br />
di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie<br />
urgenti”.<br />
L’art. 32, comma 2, del suddetto decreto proroga al 16 maggio 2009 <strong>il</strong> termine<br />
previsto per l’effettuazione <strong>della</strong> valutazione <strong>dei</strong> rischi di cui all’art. 17,<br />
comma 1, lett.a), del D.Lgs. 81/08 con riferimento però solo ai “nuovi adempimenti”<br />
previsti dall’art. 28, comma 1 e 2, del D.Lgs. 81/08. Nella fattispecie<br />
quindi <strong>il</strong> 1° gennaio 2009 entra comunque in vigore l’obbligo di integrare <strong>il</strong> documento<br />
di valutazione <strong>dei</strong> rischi secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/08.<br />
Infatti <strong>il</strong> decreto legge in titolo differisce al 16 maggio 2009 solo i nuovi adempimenti<br />
sulla valutazione <strong>dei</strong> rischi e le relative sanzioni previste relativamente:<br />
- ai rischi stress lavoro-correlato (art.28, comma 1);<br />
- alla data certa del documento di valutazione <strong>dei</strong> rischi (art. 28, comma 2).<br />
Pertanto, stante quanto suesposto, i datori di lavoro avranno tempo fino<br />
al 16 maggio 2008 per assicurare una data certa al documento.<br />
Ad ogni modo, dovendo <strong>il</strong> decreto-legge essere convertito in legge e potendo<br />
lo stesso provv<strong>ed</strong>imento subire delle modifiche durante l’iter parlamentare<br />
di approvazione, questa F<strong>ed</strong>erazione auspica che i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e gli<br />
<strong>odontoiatri</strong> con dipendenti abbiano effettuato la relativa autocertificazione dell’effettuazione<br />
<strong>della</strong> valutazione <strong>dei</strong> rischi, ai sensi dell’art. 29, comma 5, del<br />
D.Lgs. 81/08, entro <strong>il</strong> 1 gennaio 2009 così come suggerito con comunicazione<br />
n.49 e n.50 e ciò al fine di porsi al riparo da una eventuale applicazione dell’apparato<br />
sanzionatorio.<br />
All’uopo con comunicazione n.50 del 19 dicembre 2008 è stato inviato un<br />
fac-sim<strong>il</strong>e di modello per l’autocertificazione.<br />
Cordiali saluti<br />
IL PRESIDENTE<br />
Am<strong>ed</strong>eo Bianco
NOTIZIE DALLA FACOLTÀ MEDICA...<br />
La Valutazione degli Studenti. L’esperienza decennale<br />
di un gruppo di Docenti del Corso di Laurea in<br />
M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia, <strong>della</strong> nostra Università.<br />
La crisi finanziaria <strong>ed</strong> economica che <strong>il</strong> Paese sta vivendo,<br />
coincide, non a caso, con la grave crisi dell’Università, di<br />
cui la Società sembra aver preso coscienza, e ci costringe<br />
a chi<strong>ed</strong>erci: “che tipo di Università”, e quindi anche “che<br />
tipo di Società”, e di futuro per i nostri giovani vogliamo.<br />
La proposta fondamentale che viene fatta a noi Docenti è<br />
quella dell’Università-Azienda. Per questo motivo, si sta<br />
tentando di ripensare la didattica e la valutazione secondo<br />
un sistema (debiti, cr<strong>ed</strong>iti, incentivi, moduli) che, nel<br />
linguaggio, tradisce un’idea di Università-Azienda, in cui i<br />
Docenti, per ora, si chiamano ancora docenti, ma in cui<br />
studenti e studentesse sono già pensati come “utenti” o<br />
“clienti”.<br />
Le nostre azioni sono lo specchio delle nostre cr<strong>ed</strong>enze.<br />
Gli approcci didattici usati dai Docenti, non sfuggono a<br />
questa “regola”. È da aspettarsi, quindi, che le pratiche didattiche,<br />
adottate dai Docenti, siano coerenti con le loro<br />
cr<strong>ed</strong>enze, relativamente: a cosa sia l’apprendimento, a<br />
come le persone apprendono <strong>ed</strong> a come, conseguentemente,<br />
i Docenti debbano insegnare. Nella realtà del nostro<br />
Paese, i modelli didattici, che ogni Docente ha fatto<br />
propri, sono quelli trasmessi a lui da coloro che sono stati<br />
i suoi insegnanti quando, come studente, ha frequentato<br />
i diversi corsi. Questo tipo di (non)formazione è stato<br />
funzionale al modello (statico) di formazione, prevalentemente<br />
“trasmissivo”. Per un cambiamento <strong>della</strong> didattica,<br />
è necessario, prioritariamente, “sfidare” le teorie<br />
implicite, che ogni Docente porta con sé, indicando <strong>il</strong> processo<br />
di costruzione e riorganizzazione <strong>dei</strong> modelli concettuali<br />
personali, facendo ricorso ad un metodo e ad una<br />
tipologia di insegnamento <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e oggettivi, frutto<br />
delle conoscenze derivate dalle discipline che studiano la<br />
materia (p<strong>ed</strong>agogia, docimologia etc).<br />
In questo contesto, più generale, si inserisce <strong>il</strong> problema<br />
<strong>della</strong> valutazione dell’apprendimento degli studenti, durante<br />
<strong>ed</strong> alla fine del loro percorso formativo (esame di<br />
ab<strong>il</strong>itazione) e, prima ancora, delle modalità di selezione<br />
per l’ammissione ai Corsi di Laurea a numero chiuso.<br />
Dal 2000, nel Corso di Laurea in M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia <strong>della</strong><br />
nostra Università, un gruppo di 12 Docenti si è trovato<br />
ad insegnare i contenuti <strong>della</strong> “vecchia Patologia M<strong>ed</strong>ica”,<br />
vale a dire le patologie degli organi <strong>ed</strong> apparati, integrati<br />
attraverso <strong>il</strong> comune denominatore <strong>della</strong> fisiopatologia<br />
e <strong>della</strong> metodologia cliniche, in un Corso denominato:<br />
Corso Integrato di Fisiopatologia Clinica e Patologia M<strong>ed</strong>ica<br />
d’Organo <strong>ed</strong> Apparato. Naturalmente, questo insegnamento,<br />
che si svolge in tre semestri, a cavallo fra <strong>il</strong><br />
terzo <strong>ed</strong> <strong>il</strong> quarto anno, e che, in Italia, è proposto, con<br />
questa modalità, solo a Trieste, ha posto, fin dall’inizio,<br />
una serie di difficoltà, a partire dalle modalità di una effettiva<br />
integrazione fra i vari insegnamenti, per finire con<br />
le proc<strong>ed</strong>ure per una valutazione sostenib<strong>il</strong>e (sia dai Docenti<br />
che dagli Studenti) <strong>ed</strong> efficace, tenuto conto dell’alto<br />
numero <strong>dei</strong> Docenti. L’integrazione è stata raggiunta partendo<br />
dal primo livello, costituito dalle classiche lezioni<br />
frontali, ma strutturate su un programma ben definito e<br />
comune, passando ad un secondo livello, costituito da lezioni,<br />
svolte a più voci, su temi a cavallo fra le varie “specialità”<br />
(ad es. l’am<strong>il</strong>oidosi, le complicanze del diabete),<br />
per continuare con esercitazioni, a piccoli gruppi, con tutore,<br />
mirate alla soluzione di problemi clinici e, per finire,<br />
con <strong>il</strong> tirocinio pratico presso i reparti.<br />
La valutazione ha costituito, fin dall’inizio, stimolo per una<br />
approfondita discussione, fra noi Docenti, e ha portato<br />
alla decisione di proc<strong>ed</strong>ere alla valutazione finale <strong>della</strong><br />
preparazione degli studenti, in due fasi: una prima costituita<br />
da 120 test (10 per ogni disciplina) a scelta multipla<br />
(quattro scelte, una o più corrette), tesa a stab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong> grado<br />
di conoscenza sulla patologia compresa nel programma,<br />
seguita da un colloquio orale che mira a: valutare la<br />
capacità dello studente di seguire un ragionamento clinico,<br />
chiarire dubbi, emersi dalla correzione <strong>dei</strong> test, dimostrare<br />
le attitudini comportamentali dell’esaminando.<br />
Proprio sulla base dell’esperienza maturata, avendo avuto<br />
in questi anni l’onore di coordinare <strong>il</strong> gruppo di validissimi<br />
e carissimi Colleghi, che insegnano in questo corso,<br />
farò alcune riflessioni sul tema <strong>della</strong> valutazione <strong>della</strong> preparazione<br />
degli studenti di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na.<br />
Quale valutazione, innanzitutto: priv<strong>il</strong>egiarne una implicita<br />
o una esplicita? La valutazione è implicita se si proc<strong>ed</strong>e<br />
ad un giudizio soggettivo che ha, come riferimento,<br />
l’esperienza personale e la propria sensib<strong>il</strong>ità, senza, necessariamente,<br />
dichiarare i criteri ai quali ci si intende riferire.<br />
La valutazione è esplicita quando, invece, i criteri<br />
dell’apprendimento e del giudizio sono preventivamente<br />
definiti e resi pubblici.<br />
Le prove oggettive (test, altrimenti detti quiz) sono strumenti<br />
di misura, in grado di limitare la soggettività <strong>della</strong><br />
correzione e, di conseguenza, migliorare la valutazione<br />
<strong>dei</strong> risultati. Secondo una opinione di non pochi Docenti,<br />
<strong>il</strong> test è uno <strong>dei</strong> tanti cascami <strong>della</strong> nostra dipendenza<br />
culturale dagli Stati Uniti, che si sta diffondendo, anche se<br />
con molta difficoltà, come strumento di valutazione, anche<br />
nel Corso di Laurea in M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia <strong>della</strong> nostra<br />
Città, proprio quando negli Stati Uniti, si sta, invece,<br />
timidamente cominciando a far ricorso alla comp<strong>il</strong>azione<br />
di un tema, per selezionare l’accesso degli Studenti ai<br />
Corsi di Laurea. La formazione, che ha ricevuto chi di noi<br />
si è laureato nel secolo scorso, si è basata su una valutazione,<br />
che, spesso, non aveva a monte nessuno studio serio<br />
<strong>ed</strong> era completamente affidata alla soggettività degli<br />
insegnanti, con le ovvie conseguenze, a volte, anche deleterie.<br />
Per questo motivo, negli ultimi anni, si è tentato di<br />
migliorare la didattica introducendo, nel sistema di valutazione<br />
dello studente, i test. È molto più corretto definirli<br />
così, anziché quiz, perché <strong>il</strong> quiz riguarda <strong>il</strong> mondo degli<br />
17
indovinelli e <strong>dei</strong> giochi. Il test è tutt’altra cosa: è un quesito<br />
che esige una risposta, che attiene ad un preciso<br />
contesto di studio e che obb<strong>ed</strong>isce, ad un primo livello, al<br />
criterio del vero/falso, non in assoluto, ma in ordine al<br />
contesto di riferimento (una o più lezioni, un testo, una<br />
proc<strong>ed</strong>ura etc).<br />
È, inoltre, possib<strong>il</strong>e graduare le difficoltà concettuali <strong>dei</strong><br />
test. Alcuni possono essere ricognitivi di pure e semplici<br />
memorizzazioni (<strong>il</strong> valore <strong>della</strong> Potassiemia, ad es.), essenziali,<br />
però, nella pratica clinica. Ma è possib<strong>il</strong>e, attraverso<br />
<strong>il</strong> test, indurre operazioni cognitive più complesse,<br />
come nel caso in cui <strong>il</strong> test sia a scelta multipla e le risposte<br />
possib<strong>il</strong>i siano più d’una. Va sottolineato che, in<br />
questo caso, non solo può essere diffic<strong>il</strong>e rispondere correttamente<br />
al test, ma è, forse, più diffic<strong>il</strong>e saperlo costruire,<br />
come molti di noi Docenti hanno modo di constatare<br />
e di discutere all’interno <strong>della</strong> Commissione d’esame.<br />
Ma, a controb<strong>il</strong>anciare questo innegab<strong>il</strong>e limite, va fatta<br />
un’altra considerazione: quanti quesiti orali, proposti dagli<br />
insegnanti agli studenti, sono realmente discriminanti<br />
e non soffrono, potenzialmente, degli stessi limiti, riscontrab<strong>il</strong>i<br />
al momento <strong>della</strong> preparazione <strong>dei</strong> test?<br />
Una ulteriore affermazione, che i critici del sistema di valutazione,<br />
basati sui test, sono soliti fare, riguarda <strong>il</strong> fatto<br />
che l’unico obiettivo, che questa forma di valutazione<br />
riesce a conseguire, è quello di consentire di liberarsi di<br />
masse di studenti, che nessuno ha voglia di incontrare<br />
faccia a faccia, in colloqui articolati. In realtà, è vero che,<br />
spesso, questo sistema di valutazione è l’unico strumento<br />
che possa consentire ad un numero elevato di Docenti<br />
(12 nel nostro caso) di valutare, omogeneamente, un<br />
numero piccolo o elevato di studenti, ma è anche vero<br />
che la nostra scelta non è stata giustificata dalla necessità<br />
di risparmiare tempo. Infatti, la correzione di test a<br />
scelta multipla, con più risposte valide, richi<strong>ed</strong>e molto<br />
tempo, perché non può essere effettuata elettronicamente<br />
o con la sovrapposizione di una griglia trasparente,<br />
contenente le risposte esatte. D’altra parte, la necessità<br />
di fornire più risposte corrette ad una domanda, permette<br />
di capire non solo se lo studente conosce l’argomento,<br />
ma anche quanto conosce.<br />
Come Commissione siamo, poi, così convinti del potere<br />
<strong>della</strong> parola e <strong>della</strong> necessità di valutare la capacità personale<br />
dello studente di interagire e di comunicare con i<br />
membri <strong>della</strong> Commissione valutatrice che, da sempre,<br />
per la valutazione, abbiamo abbinato al test <strong>il</strong> colloquio.<br />
Va, comunque, aggiunto che anche la gestione <strong>della</strong> parola,<br />
la conduzione di un colloquio richi<strong>ed</strong>e, pur sempre,<br />
le sue regole, <strong>ed</strong> è altrettanto vero che tante prove orali<br />
“vanno male” per lo studente, per l’incapacità di gestire<br />
correttamente la prova, a partire dal dominio dell’ansia.<br />
Ovviamente, un test sollecita certi processi cognitivi, ma<br />
non tutti. Ecco perché, nella idea <strong>della</strong> Commissione, fin<br />
dall’inizio, si è deciso di ut<strong>il</strong>izzare i test, solo come primo<br />
gradino <strong>della</strong> valutazione. Il colloquio è certo meno formale<br />
e “scientifico”, ma consente di cogliere la capacità<br />
dello studente di seguire un ragionamento clinico e di<br />
mostrare le sue attitudini comportamentali. Permette,<br />
inoltre, approfondimenti sul tema oggetto <strong>della</strong> domanda<br />
del test e di chiarire dubbi sorti durante l’esecuzione e la<br />
correzione <strong>dei</strong> test.<br />
L’esperienza di questi anni ha visto riconosciuto l’impegno<br />
18<br />
<strong>dei</strong> Docenti e degli Studenti; dopo un primo risultato deludente,<br />
manifestato dagli studenti, con un indice di gradimento<br />
del tutto insufficiente, alla fine del primo anno in<br />
cui <strong>il</strong> corso è stato proposto con questa modalità, negli<br />
anni successivi, l’indice di gradimento, espresso dai discenti,<br />
è sempre stato largamente positivo. Anche la recente<br />
valutazione <strong>della</strong> didattica del Corso di Laurea in<br />
M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia del nostro Ateneo, effettuata da una<br />
Commissione esterna nazionale, ha dato esito positivo,<br />
per quanto riguarda <strong>il</strong> nostro corso, convincendo, ancora<br />
una volta, i Docenti, che lo svolgono, <strong>della</strong> validità di tale<br />
modello di didattica, anche se, ovviamente, non mancano<br />
margini di miglioramento.<br />
Renzo Carretta<br />
… E DAGLI SPECIALIZZANDI...<br />
Ringrazio <strong>il</strong> prof. Melato che mi ha proposto di<br />
curare, all’interno del Bollettino, alcune pagine<br />
d<strong>ed</strong>icate alla “vita da specializzando”.<br />
Mi presento: sono Laura Ukovich, specializzanda al secondo<br />
anno di Chirurgia Vascolare e neo-eletta membro<br />
supplente del Collegio <strong>dei</strong> Revisori <strong>dei</strong> Conti dell’<strong>Ordine</strong><br />
<strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici di Trieste. Sarò quindi, all’interno dell’<strong>Ordine</strong>, la<br />
rappresentante degli specializzandi, che potranno contattarmi<br />
per qualsiasi problema: ricordate che l’<strong>Ordine</strong><br />
rappresenta tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> iscritti e noi, <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione<br />
specialistica, siamo la classe m<strong>ed</strong>ica futura.<br />
L’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici già si è dimostrato sensib<strong>il</strong>e alle nostre<br />
problematiche, infatti, in collaborazione con l’Associazione<br />
Specializzandi M<strong>ed</strong>ici di Trieste (A.S.Me.Ts), <strong>il</strong> 15 dicembre<br />
2008 è stato organizzato un incontro con <strong>il</strong> vertice<br />
triestino dell’INPS per un chiarimento in merito alla<br />
questione dell’aliquota contributiva per i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione<br />
specialistica iscritti alla gestione separata. La questione<br />
INPS è stata definitivamente chiusa <strong>il</strong> 24/02/2009,<br />
giorno in cui è pervenuto un messaggio (n° 4317) da parte<br />
del Direttore Centrale dell’Istituto Nazionale di Previdenza<br />
Sociale che recita “<strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico in formazione specialistica<br />
non iscritto alla cassa professionale versi la contribuzione<br />
calcolata con aliquota piena, mentre quello iscritto<br />
alla cassa versi i contributi con aliquota ridotta”. Questo<br />
messaggio annulla le disposizioni <strong>della</strong> circolare n°<br />
88 del primo ottobre 2008.<br />
È stata quindi la nostra prima vittoria.<br />
Alla fine del mese di Febbraio è stato rinnovato <strong>il</strong> Direttivo<br />
dell’Associazione Specializzandi M<strong>ed</strong>ici di Trieste<br />
(A.S.Me.Ts), le cariche, su proposta del Direttivo uscente,<br />
sono state così assegnate:<br />
• PRESIDENTE: Giovanni di Lorenzo<br />
(scuola di specialità in Ginecologia <strong>ed</strong> Ostetricia);<br />
• VICE-PRESIDENTI: F<strong>il</strong>iberto Lavar<strong>ed</strong>a, Andrea Piccozzi<br />
(scuola di specialità in Dermatologia,<br />
scuola di specialità in Fisiatria);
• SEGRETARIO: Giovanna Serv<strong>il</strong>lo<br />
(scuola di specialità in Neurologia)<br />
• TESORIERE: Laura Ukovich<br />
(scuola di specialità in Chirurgia Vascolare)<br />
Il nuovo direttivo si è subito messo al lavoro <strong>ed</strong> ha inoltrato<br />
la richiesta al Preside di Facoltà di poter usufruire del<br />
servizio mensa e del parcheggio, diritto che spetta a tutti<br />
i dipendenti dell’Azienda Osp<strong>ed</strong>aliero-Universitaria<br />
Osp<strong>ed</strong>ali Riuniti di Trieste e a tutti i dipendenti universitari<br />
che lavorano in osp<strong>ed</strong>ale (servizio di segreteria universitaria).<br />
Precisamente questi ultimi usufruiscono di buoni<br />
pasto cartacei sovvenzionati dall’università stessa.<br />
Noi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica abbiamo un contratto<br />
universitario che però ci parifica al personale m<strong>ed</strong>ico<br />
aziendale per quanto riguarda <strong>il</strong> numero di ore di lavoro<br />
e i vari obiettivi da raggiungere. D’altra parte l’università<br />
(ente ERDISU) non ci permette di acquistare i<br />
buoni pasto a prezzo ridotto perché, siccome riceviamo<br />
uno stipendio mens<strong>il</strong>e, non rientriamo in nessuna fascia<br />
ISEE per la riduzione.<br />
In pratica <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico specializzando è equiparato ad uno<br />
studente per quanto riguarda i suoi diritti (mensa, parcheggio)<br />
e a un m<strong>ed</strong>ico lavoratore per quanto riguarda i<br />
suoi doveri (monte ore). Infatti dal mese di Dicembre<br />
2008 tutti i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica sono stati<br />
dotati di badge marcatempo universitario per controllare<br />
<strong>il</strong> numero delle ore lavorate, lo stesso badge però non ha<br />
alcuna funzione per <strong>il</strong> parcheggio e per la mensa.<br />
Attendiamo la risposta del Preside di Facoltà, professor<br />
Secondo Guaschino, che cortesemente ha ascoltato le<br />
nostre richieste e si è subito mosso per trovare una possib<strong>il</strong>e<br />
soluzione alla questione.<br />
Un altro argomento dibattuto in questi giorni è <strong>il</strong> ritardo<br />
<strong>della</strong> pubblicazione del bando di concorso per le scuole di<br />
specializzazione.<br />
Il 26 febbraio 2009, in s<strong>ed</strong>e di Conferenza Stato-Regioni,<br />
non si è giunti ad un accordo sui fabbisogni triennali <strong>dei</strong><br />
<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> in formazione specialistica, con conseguente ulteriore<br />
slittamento del bando di concorso per l’accesso alle<br />
scuole di specializzazione. Questo ritardo sta generando<br />
un danno per i giovani <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, che in alcuni casi attendono<br />
<strong>il</strong> concorso da oltre un anno. Nella migliore delle ipotesi<br />
l’argomento sarà all’ordine del giorno <strong>della</strong> prossima Conferenza<br />
Stato-Regioni convocata <strong>il</strong> 19 marzo 2009. Ci auguriamo<br />
che in questa data vi sia una reale individuazione<br />
<strong>dei</strong> fabbisogni, senza alcuna opposizione delle parti.<br />
Per comunicare con l’Associazione è sufficiente inviare<br />
una e-ma<strong>il</strong> alla ma<strong>il</strong>ing list<br />
specializzanditrieste@-yahoogroups.com<br />
o privatamente scrivere a:<br />
laura_ukovich@hotma<strong>il</strong>.com<br />
Ogni idea è ben accetta!<br />
... DALLA STAMPA<br />
INTERNAZIONALE<br />
Come i <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> possono cambiare <strong>il</strong> futuro<br />
<strong>della</strong> sanità<br />
Quando cerco di spiegare ai miei amici l’importanza dell’organizzazione<br />
sanitaria, delle scelte politiche e dell’economia<br />
in <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na, ricevo sempre la stessa risposta:<br />
”A me serve un m<strong>ed</strong>ico che sappia curare bene. Del resto<br />
m’interessa poco”. Il m<strong>ed</strong>ico resta nell’immaginario collettivo<br />
la figura centrale, portante <strong>della</strong> salute, anche se<br />
da qualche decina d’anni altre figure, vale a dire i politici,<br />
i manager, i programmatori hanno assunto un’importanza<br />
maggiore in sanità, che ricordo è l’insieme <strong>dei</strong> servizi<br />
che costituiscono l’organizzazione per la salute. Perché<br />
è successo questo? Essenzialmente sono state due le<br />
cause di questo cambiamento, sia in Italia sia nella gran<br />
parte <strong>dei</strong> Paesi più industrializzati.<br />
Una, prevalentemente di tipo culturale, era quella <strong>della</strong><br />
ragione di chi intendeva accentuare la prevenzione, in<br />
quanto ci si rendeva sempre più conto che andava rivisto<br />
<strong>il</strong> rapporto tra salute e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na e che l’importante non<br />
era solo curare la persona malata, ma anche ridurre le<br />
probab<strong>il</strong>ità che si ammalasse. La seconda, ben più consistente<br />
nei suoi aspetti pratici, era di tipo economico, in relazione<br />
al fatto che le nuove scoperte tecnologiche, l’invecchiamento<br />
<strong>della</strong> popolazione con l’aumento delle malattie<br />
croniche e le maggiori esigenze <strong>della</strong> popolazione<br />
stessa portavano ad un progressivo aumento <strong>dei</strong> costi,<br />
tanto da pensare che questi avrebbero superato quello<br />
delle pensioni, che tanto preoccupano i governi <strong>dei</strong> Paesi<br />
più industrializzati. C’era la necessità di intervenire sulla<br />
spesa sanitaria, ridimensionando <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e quella<br />
inappropriata.<br />
Il m<strong>ed</strong>ico è stato, a questo punto, in parte emarginato rispetto<br />
alle scelte non solo di politica sanitaria ma anche<br />
di quelle organizzative, in una sanità considerata motivo<br />
di spesa e non di sv<strong>il</strong>uppo sociale <strong>ed</strong> economico, tanto da<br />
priv<strong>il</strong>egiare <strong>il</strong> controllo <strong>della</strong> spesa stessa e non la qualità,<br />
spesso però intesa dai <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> come perfezionismo<br />
m<strong>ed</strong>ico fine a se stesso e non in relazione allo stato di salute<br />
del paziente.<br />
Nel corso del tempo si è visto però che i vari sistemi di<br />
riorganizzazione erano insufficienti nei confronti sia del<br />
controllo <strong>della</strong> spesa sia del miglioramento dello stato di<br />
salute <strong>della</strong> popolazione, che v<strong>ed</strong>e sì migliorata l’aspettativa<br />
di vita, ma solamente nell’ultima fase <strong>della</strong> vita e non<br />
in quella giovan<strong>il</strong>e e adulta, dove è ancora scarso l’intervento<br />
sulle morti evitab<strong>il</strong>i.<br />
Qualcosa però sta cambiando e le novità arrivano dagli<br />
USA. Il Presidente degli USA Obama, in uno <strong>dei</strong> suoi primi<br />
interventi, <strong>il</strong> piano di b<strong>il</strong>ancio del governo f<strong>ed</strong>erale degli<br />
Stati Uniti, ha annunciato una riforma <strong>della</strong> sanità nella<br />
quale verrà tagliato ciò che non serve per pagare quello<br />
che serve, per estendere a tutti l’assistenza pubblica,<br />
anche tassando i più ricchi 1 .<br />
Un passo di portata storica per un Paese come gli USA,<br />
19
dove la salute è praticamente un bene commerciale come<br />
altri e non un diritto delle persone, non ha solo una valenza<br />
politica, ma anche economica. Infatti, <strong>il</strong> Presidente<br />
Obama vuole spostare l’asse da un’economia di tipo consumistico-<br />
finanziario verso una di servizi per i cittadini, ritenendo<br />
che quest’ultima possa far meglio da volano all’economia<br />
in generale. Questa non è solo una scelta politica<br />
ma rappresenta anche un’opinione sempre più diffusa<br />
tra gli economisti sanitari.<br />
Da tempo compaiono sulle più autorevoli riviste di questo<br />
settore, articoli che segnalano la necessità di dare una<br />
migliore copertura sanitaria all’intera popolazione americana<br />
sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o etico sia sotto quello economico,<br />
in quanto escludere una parte consistente <strong>della</strong> popolazione<br />
americana da cure adeguate porta comunque alla<br />
fine ad un aumento <strong>dei</strong> costi, per l’aggravamento <strong>della</strong><br />
malattia di base e all’aumento <strong>dei</strong> costi sociali 2,3 . Molti,<br />
inoltre, si chi<strong>ed</strong>ono poi come mai altri Paesi, abbiano una<br />
estesa copertura sanitaria <strong>della</strong> popolazione e un livello<br />
qualitativo <strong>della</strong> sanità praticamente pari a quello statunitense<br />
a fronte però di una spesa 3-4 punti percentuali<br />
del PIL, che rappresentano una cifra molto consistente 4 .<br />
Ma come abbiamo visto in Italia, non basta estendere la<br />
copertura sanitaria per avere un buon livello di organizzazione<br />
e contemporaneamente di salute, a costi accettab<strong>il</strong>i<br />
e soddisfazione dell’utenza. È necessario anche un<br />
cambiamento nell’organizzazione o, meglio, del ruolo <strong>dei</strong><br />
vari attori del sistema.<br />
In quest’ottica vi segnalo due pubblicazioni di Michael<br />
Porter, considerato la massima autorità mondiale nel<br />
campo delle strategie competitive delle imprese e <strong>dei</strong> fattori<br />
di competitività <strong>dei</strong> sistemi economici, consulente in<br />
passato anche dell’amministrazione Bush. Nonostante la<br />
sanità non rappresenti uno <strong>dei</strong> suoi principali settori d’interesse,<br />
ha scritto, assieme ad E. Olmest<strong>ed</strong> Teisberg un libro<br />
5 e uno <strong>dei</strong> più interessanti articoli 6 di strategia di riforma<br />
sanitaria negli ultimi anni, pubblicata su JAMA, una<br />
rivista tradizionale che raramente ospita articoli così innovativi.<br />
Porter parte dal presupposto che <strong>il</strong> modello sanitario statunitense,<br />
basato sulla concorrenza presenta <strong>dei</strong> limiti: i<br />
costi sono i più alti al mondo, una gran parte <strong>della</strong> popolazione<br />
(47 m<strong>il</strong>ioni d’americani) ha un accesso molto limitato<br />
delle cure, la qualità è inferiore rispetto all’atteso<br />
e i pazienti sono insoddisfatti di questo sistema. Ritiene<br />
che la concorrenza in Usa abbia fallito perché non interviene<br />
sui fattori che migliorano l’efficienza e la qualità <strong>ed</strong><br />
è a somma zero, perché non vi è miglioramento del valore,<br />
in quanto ogni attore del sistema trasferisce i costi<br />
sull’altro: l’osp<strong>ed</strong>ale sui servizi domic<strong>il</strong>iari, l’assicurazione<br />
sui pazienti, <strong>il</strong> piano assistenziale sull’osp<strong>ed</strong>ale. La somma<br />
non risulta così positiva, come avviene quando tutti<br />
gli attori ne traggono benefici. I cosiddetti fallimenti di<br />
mercato nella sanità statunitense (scadente informazione;<br />
concentrazione delle proprietà, rapporto di agenzia<br />
m<strong>ed</strong>ico-paziente per cui <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico agisce come agente<br />
del paziente, prescrivendo, dopo aver formulato una diagnosi,<br />
una serie d’esami) hanno dimostrato diffic<strong>il</strong>mente<br />
realizzab<strong>il</strong>e un meccanismo di concorrenza o competizione<br />
secondo le regole del libero mercato economico. Idem<br />
le esperienze europee, dove vige <strong>il</strong> quasi mercato, come<br />
in Italia dove <strong>il</strong> finanziatore, la Regione, è anche pro-<br />
20<br />
prietaria delle imprese fornitrici (osp<strong>ed</strong>ale e aziende territoriali).<br />
Secondo questi autori, sinora la competizione è basata su<br />
presupposti sbagliati, in quanto avviene a livello <strong>dei</strong> costi<br />
e non <strong>della</strong> qualità erogata. Il valore in sanità non è altro<br />
che <strong>il</strong> guadagno in termini di salute e su questo dovrebbe<br />
essere valutato e costruito un sistema sanitario che<br />
funzioni e sia economicamente compatib<strong>il</strong>e. Quello basato<br />
sul valore in sanità dovrebbe essere gestito dal m<strong>ed</strong>ico,<br />
ben più responsab<strong>il</strong>izzato d’ora, proiettata verso risultati<br />
di salute, con <strong>il</strong> paziente al centro del sistema e<br />
non l’organizzazione, come ora avviene.<br />
Altro errore commesso, secondo gli autori, è stato quello<br />
di accentuare l’uso dell’alta tecnologia per ridurre i costi<br />
e migliorare la qualità. Infatti, tale scelta non ha consentito<br />
di raggiungere i risultati ipotizzati di miglioramento<br />
<strong>della</strong> qualità, di riduzione <strong>dei</strong> costi e d’effetto traino su tutto<br />
<strong>il</strong> sistema economico.<br />
Una “buona” concorrenza dovrebbe poter intervenire su<br />
alcuni requisiti: 1) l’efficienza; 2) la soddisfazione del paziente;<br />
3) la sua facoltà di scelta; 4) l’equità. Ma sinora<br />
queste caratteristiche non sono state prese in considerazione<br />
perché non portavano un ritorno economico nel<br />
breve termine. Se invece ci fosse competizione sui risultati<br />
di salute, dovrebbe anche ridimensionarsi quell’aspetto<br />
che contribuisce ad aumentare i costi in tutti i<br />
Paesi, vale a dire l’offerta di prestazioni sanitarie che crea<br />
la domanda. Non verrebbero proposte così prestazioni<br />
sanitarie che incidono poco sulla salute ma sono invece<br />
condizionate molto dalla <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na difensiva o dalla possib<strong>il</strong>ità<br />
di ottenere maggiori guadagni.<br />
Potrebbe stupire qualcuno, inoltre, <strong>il</strong> fatto che Porter e<br />
Teisberg, due esperti di competizione, tipica espressione<br />
di un sistema che guarda ai risultati economici e non alle<br />
conseguenze sociali delle scelte conseguenti, possano indicare<br />
per la realizzazione <strong>della</strong> loro proposta una sistema<br />
di copertura assicurativa universale. Lo fanno non solo<br />
per gli aspetti etici, ma soprattutto perché “ è <strong>il</strong> solo modo<br />
per attuare un sistema che produce un alto valore per<br />
i singoli e per la globalità <strong>dei</strong> pazienti” in quanto “ si potrebbero<br />
ottenere r<strong>il</strong>evanti risparmi garantendo la prevenzione<br />
e la cura <strong>della</strong> persona malata, non delle singole<br />
patologie“. Questi sono i punti principali del pensiero di<br />
Porter:<br />
01. bisogna puntare sul valore che ne deriva al paziente,<br />
cioè i risultati di salute e non sulla riduzione <strong>della</strong><br />
spesa<br />
02. la competizione deve avvenire non sui costi, ma sulla<br />
qualità erogata e sui risultati di salute, in modo da<br />
evitare accertamenti diagnostici e cure inappropriate,<br />
che aumentano la spesa e i rischi per <strong>il</strong> paziente<br />
03. <strong>il</strong> valore deve risultare non dalla singola prestazione<br />
sanitaria ma dall’intero ciclo di cure, tanto da seguire<br />
meglio <strong>il</strong> paziente e limitare ritardi nelle cure <strong>ed</strong> errori.<br />
Lo stesso vale per le forme di pagamento o rimborso,<br />
in modo anche da evitare duplicazioni <strong>ed</strong> esami<br />
inut<strong>il</strong>i<br />
04. le prestazioni devono essere erogate in base all’esperienza<br />
che ogni struttura, ogni m<strong>ed</strong>ico sv<strong>il</strong>uppa. Secondo<br />
Porter diventa più conveniente rivolgersi a
strutture di dimensioni consistenti che abbiano una<br />
forte esperienza nel trattamento <strong>della</strong> singola condizione<br />
morbosa se d’alto impegno professionale oppure<br />
nel trattamento di tutto <strong>il</strong> ciclo delle cure, come dovrebbe<br />
essere nelle malattie croniche. Fattori principali<br />
per <strong>il</strong> miglioramento delle cure e la riduzione <strong>dei</strong> costi<br />
diventano così una buona integrazione, la prevenzione,<br />
la riab<strong>il</strong>itazione e <strong>il</strong> disease management<br />
05. la concorrenza deve avvenire su base nazionale e non<br />
solo locale<br />
06. le prestazioni sanitarie vanno misurate in modo da<br />
consentire <strong>il</strong> confronto e l’emulazione<br />
07. un ruolo importante assume l’innovazione, stimolata<br />
dalla competizione, tanto da rappresentare un volano<br />
per la qualità<br />
08. deve esserci un reale coinvolgimento del paziente nel<br />
percorso delle cure, con conseguenti migliori risultati<br />
di salute per l’autogestione <strong>della</strong> malattie e minori ricorsi<br />
legali<br />
09. vanno individuati vari sistemi di responsab<strong>il</strong>izzazione<br />
e soprattutto di motivazione, tanto da consentire una<br />
più stretta aderenza a risultati di qualità, che possono<br />
smuovere in modo virtuoso le inerzie del sistema<br />
10. va distinto <strong>il</strong> pagatore dal fornitore, perché se sono<br />
un’unica figura, non sono interessati a perseguire l’eccellenza<br />
necessaria per migliorare la qualità<br />
Secondo gli autori non è necessario una trasformazione<br />
delle leggi in vigore, quanto piuttosto va quindi rivisto <strong>il</strong><br />
rapporto tra decisori e operatori, non top-down ma bottom<br />
-up che alla fine significa maggior partecipazione di<br />
tutti, pazienti compresi, a questo tipo di riforma, nella<br />
quale vi sia un forte rapporto di fiducia (jointventure) tra<br />
pazienti e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>. Diffic<strong>il</strong>e, ma è una strada che va perlomeno<br />
esplorata. Ci vuole però senso di responsab<strong>il</strong>ità e<br />
capacità d’innovazione.<br />
Appare sempre più evidente che <strong>il</strong> sistema ha bisogno<br />
anche del m<strong>ed</strong>ico protagonista del cambiamento, che<br />
sappia collocare <strong>il</strong> paziente con le sue reali necessità al<br />
centro del sistema, in un rapporto di collaborazione e integrazione<br />
che tuteli e soddisfi entrambe le parti e che<br />
tragga beneficio dall’esperienza di altri sistemi sanitari,<br />
senza ripeterne gli errori. Infatti, secondo Porter, solo i team<br />
<strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> possono migliorare le prestazioni sanitarie tanto<br />
da dare valore a somma positiva a tutto <strong>il</strong> sistema.<br />
La proposta di Porter e Teisberg riguarda precipuamente<br />
<strong>il</strong> sistema sanitario statunitense, in particolare per la parte<br />
economico-finanziaria, ma potrebbe indicare una strada<br />
anche per l’Italia, dopo un’adeguata “traduzione organizzativa”<br />
di quanto esposto dagli autori, vista la diversità<br />
<strong>dei</strong> due sistemi.<br />
Aureo Muzzi<br />
Bibliografia<br />
1. Hopkins J. Healthcare reform takes a substantial share of Obama’s<br />
propos<strong>ed</strong> $3.1 tr<strong>il</strong>lion budget. BMJ. 7 March 2009; 338 :559.<br />
2. Roper W. L. Here We Go Again—Lessons On Health Reform. Health<br />
Affairs; 2 6, no 6 (2007):1551-1552.<br />
3. Thorpe K.E. Reframing The Debate Over Health Care Reform: The<br />
Role Of System Performance And Affordab<strong>il</strong>ity.Health Affairs 26, no. 6<br />
(2007): 1560-1562.<br />
4. Schaeffer L.D. The New Architects Of Health Care Reform. Health Affairs<br />
26, no. 6 (2007): 1557-1559.<br />
5. Porter ME and Teisberg EO. R<strong>ed</strong>efining health care: creating valuebas<strong>ed</strong><br />
competition on results. Boston, Harvard Business School Press,<br />
2006.<br />
6. Michael E. Porter; Elizabeth Olmst<strong>ed</strong> Teisberg. How Physicians Can<br />
Change the Future of Health Care. JAMA. 2007;297:1103-1111.<br />
Avviso...<br />
I colleghi che volessero effettuare<br />
elargizioni pro terremotati dell’Abruzzo<br />
posso farlo indirizzandole a:<br />
SANITÀ SOLIDALE<br />
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI<br />
E DEGLI ODONTOIATRI DE L'AQUILA<br />
Cassa di Risparmio de l’Aqu<strong>il</strong>a<br />
IBAN:<br />
IT 11 R 0604040440000000155824<br />
21
Di tutto e di più, m<strong>il</strong>le cose sono state dette:<br />
diciamone ancora una<br />
Durante i giorni del dramma <strong>della</strong> Englaro mi trovavo a<br />
Palermo e, nelle pause di un mio impegno universitario,<br />
ho seguito sulla stampa quotidiana i diversi commenti di<br />
personaggi noti e meno noti. Quelle che seguono sono alcune<br />
considerazioni che mi sembra giusto fare anche per<br />
i nostri lettori, per definizione <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>.<br />
È possib<strong>il</strong>e su certi temi la concertazione, così di moda? Vi<br />
sono delle posizioni non conc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i?<br />
Il primo punto di discussione, inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>e, è inerente la<br />
vita, si afferma che la “vita” umana è sacra (per taluni la<br />
vita in senso lato è sacra) e non disponib<strong>il</strong>e, o che <strong>il</strong> concetto<br />
vada riportato solo alla “vita degna di essere vissuta”<br />
in relazione quella che viene in qualche modo definita<br />
“qualità di vita”. A ben guardare sono amb<strong>ed</strong>ue concetti<br />
indefiniti: nel primo caso la vita è un qualcosa che<br />
trova la sua negazione nella morte e quindi presuppone<br />
un confine chiaro, confine posto, in diversi momenti storici,<br />
in termini diversi (comparsa di macchie ipostatiche,<br />
morte cardiaca, morte cerebrale); nel secondo la qualità<br />
di vita è ancora più soggettiva, per giudizio personale o<br />
collettivo <strong>ed</strong> è estremamente variab<strong>il</strong>e da luogo a luogo,<br />
da momento a momento.<br />
Il secondo elemento su cui si discute e che v<strong>ed</strong>e pure esso<br />
posizioni inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i è <strong>il</strong> concetto di persona, con suoi<br />
diritti, in senso estensivo per taluni (comprendente tutto<br />
l’arco dell’esistenza) o con un inizio <strong>ed</strong> una fine per altri<br />
(in senso più ristretto <strong>della</strong> visione prec<strong>ed</strong>ente).<br />
In momenti non fac<strong>il</strong>i, come è recentemente avvenuto, le<br />
diverse posizioni possono irrigidirsi, non solo, ma anche<br />
ulteriormente differenziarsi con un aumento <strong>della</strong> conflittualità,<br />
anche per la comparsa di uno “spirito missionario”<br />
che, non riuscendo a convincere, può dimostrarsi ulteriormente<br />
intollerante di chi pensa in maniera diversa.<br />
Le problematiche attuali che si pongono al mondo m<strong>ed</strong>ico,<br />
certamente meno influenzab<strong>il</strong>e dai mass m<strong>ed</strong>ia, problematiche<br />
in rapida evoluzione, rientrano a pieno titolo in<br />
questo conflitto (“manipolazioni” genetiche, testamento<br />
biologico, eutanasia e via enumerando) trovando un primo<br />
livello di controllo nei parametri di legge. Vi è però un<br />
secondo livello, <strong>il</strong> nostro codice deontologico. Anche esso,<br />
aggiornato periodicamente, riporta “regole” concordate.<br />
Il Codice Deontologico è come la Costituzione, molto citata<br />
ma poco letta; invece va letto e seguito. Invito quindi<br />
a considerare punto per punto <strong>il</strong> nostro Codice; lascia<br />
qualche indeterminatezza e qualche possib<strong>il</strong>e interpretazione<br />
diversa (ad esempio nella definizione di accanimento<br />
terapeutico) ma, tutto sommato, fornisce delle linee<br />
guida.<br />
E se infine rimangono in noi delle inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>ità? Emerge<br />
un concetto che sembra giungere dal passato: “la coscienza”.<br />
Chi di noi ha qualche anno ricorda quanto venisse<br />
citato, spesso con orgoglio, come <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico doves-<br />
22<br />
RUBRICA DI BIOETICA*<br />
se agire “in scienza e coscienza”. E in che senso riemerge?<br />
Nell’obiezione di coscienza. Una definizione di coscienza<br />
può essere: “facoltà imm<strong>ed</strong>iata di avvertire, comprendere<br />
e valutare i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza<br />
individuale o si prospettano in un futuro più<br />
o meno vicino”. Quindi niente di magico o di ideologico.<br />
Ciascuno di noi si trova nudo con sé stesso e diviene giudice<br />
di sé stesso. Alla fin fine siamo noi a dover decidere.<br />
Euro Ponte<br />
* La Bioetica è un’etica caratterizzata dall’assunzione di responsab<strong>il</strong>ità<br />
dell’uomo per <strong>il</strong> sistema complessivo <strong>della</strong> vita. In<br />
senso più ristretto assume <strong>il</strong> significato dello studio <strong>della</strong> condotta<br />
umana nell’area delle scienze <strong>della</strong> vita e <strong>della</strong> cura <strong>della</strong><br />
salute.
ED INFINE UN PO’ DELLA NOSTRA STORIA<br />
In ricordo di… Giuseppe Cioffi (1925-1999)<br />
Un non lontano incontro con un antico veterinario di Pozzuoli<br />
mi ha riportato alla memoria un caro nostro Collega,<br />
<strong>il</strong> dott. Giuseppe Cioffi, nato appunto a Pozzuoli, che ora<br />
non c’è più, ma che ha lavorato parecchi anni a Trieste.<br />
Avevo già pensato di ricordare <strong>il</strong> Cioffi in questa rubrica,<br />
ma poi, per motivi contingenti, ho dovuto ritardare <strong>il</strong> ricordo,<br />
per la cui stesura devo ringraziare suo figlio Vincenzo,<br />
ottimo radiologo a Trieste, all’Osp<strong>ed</strong>ale di Cattinara,<br />
che ha arricchito i dati biografici in mio possesso.<br />
Giuseppe Cioffi, di buona famiglia, che aveva dato alla<br />
società molti professionisti di valore, tra i quali vari <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>,<br />
era nato <strong>il</strong> 9 marzo 1925. Il Padre, “un ragazzo del 99”<br />
ferito sul Grappa, fu valente p<strong>ed</strong>iatra con nob<strong>il</strong>i intendimenti<br />
m<strong>ed</strong>ico-sociali, tant’è che aprì la prima s<strong>ed</strong>e dell’O.N.M.I.<br />
a Ceccano.<br />
Il nostro Cioffi, compiuti gli studi classici, si iscrisse alla<br />
Facoltà di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na e chirurgia dell’Università degli Studi<br />
di Napoli, dove si laureò nel 1949 <strong>ed</strong> in seguito si specializzò<br />
in Igiene generale e speciale (1952) <strong>ed</strong> in Idrologia<br />
m<strong>ed</strong>ica (1953), frequentando successivamente vari corsi<br />
di perfezionamento. M<strong>il</strong>itarizzato per <strong>il</strong> servizio di leva,<br />
prestò, dal 1950 al 1952, attività come ufficiale m<strong>ed</strong>ico in<br />
aeronautica. Assistente del Laboratorio Provinciale di<br />
Igiene e Prof<strong>il</strong>assi di Caserta dal 1952 al 1958, divenne<br />
poi ufficiale sanitario di ruolo a Frosinone, svolgendo detta<br />
funzione sino al 1968. Nel 1968, previo concorso nazionale,<br />
divenne direttore sanitario di ruolo dell’Osp<strong>ed</strong>ale<br />
Provinciale di Frosinone, che diresse sino al 1978, salvo<br />
una breve interruzione per dirigere l’Osp<strong>ed</strong>ale Provinciale<br />
di Camposampiero (PD), dove fu nominato anche<br />
coordinatore sanitario dell’USSL n. 20 del Veneto.<br />
Nel 1978 fu nominato, per concorso pubblico, direttore<br />
sanitario del Dipartimento dell’Anziano degli Osp<strong>ed</strong>ali Riuniti<br />
di Trieste e poi del Presidio Osp<strong>ed</strong>aliero dell’USL n. 1<br />
“Triestina”, funzione che svolse sino al 1990, anno del<br />
suo pensionamento.<br />
Il Cioffi, durante la sua carriera, svolse pregevole attività<br />
didattica, per la quale aveva una spiccata attitudine, in<br />
materia di igiene preventiva e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na sociale, a Frosinone,<br />
a favore di insegnanti elementari e <strong>dei</strong> maestri cattolici,<br />
nell’Istituto Tecnico Femmin<strong>il</strong>e, nella Scuola per infermieri<br />
professionali e nella Scuola per puericultrici; poi,<br />
a Camposampiero, nelle Scuole per infermieri generici <strong>ed</strong><br />
infermieri professionali; infine, a Trieste, nelle Scuole per<br />
terapisti <strong>della</strong> riab<strong>il</strong>itazione, per tecnici di radiologia m<strong>ed</strong>ica,<br />
per infermieri professionali e per operatori sociosanitari<br />
aus<strong>il</strong>iari, ma anche nella Scuola di specializzazione,<br />
per <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, in igiene e <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na preventiva <strong>ed</strong> in quella di<br />
chirurgia vascolare.<br />
Cioffi ebbe pure una buona produzione scientifica, per lo<br />
più in tema di igiene urbana, scolastica <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>aliera,<br />
con 28 pubblicazioni, originali e ben documentate.<br />
Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o degli interessi culturali, <strong>il</strong> Cioffi è stato un<br />
professionista che leggeva molto, oltre a testi di igiene<br />
pubblica <strong>ed</strong> osp<strong>ed</strong>aliera, opere di letteratura classica e<br />
moderna, nonché libri di storia, specie del Regno delle<br />
Due Sic<strong>il</strong>ie e <strong>della</strong> Iª Guerra Mondiale. Amava, inoltre,<br />
l’arte e l’archeologia, ma non aveva interesse per lo sport,<br />
<strong>il</strong> turismo e la politica.<br />
In continuo aggiornamento scientifico, specie in campo<br />
igienistico, <strong>il</strong> Cioffi stava preparando una ponderosa serie<br />
di sch<strong>ed</strong>e in tema di <strong>ed</strong><strong>il</strong>izia e tecnica osp<strong>ed</strong>aliera, ma<br />
l’opera, che sarebbe stata di certo molto importante <strong>ed</strong><br />
ut<strong>il</strong>e, rimase incompleta per la prematura morte dell’Autore,<br />
avvenuta a Trieste <strong>il</strong> 24 agosto 1999. Sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />
etico-psicologico, <strong>il</strong> Cioffi fu persona di grande moralità,<br />
riservata, tranqu<strong>il</strong>la, seria, sempre gent<strong>il</strong>e e con grande<br />
comunicativa. Aveva un fraseggio gradevole, nel quale<br />
si poteva cogliere, a volte, qualche nota di garbato<br />
umorismo, che richiamava un po’ quello <strong>dei</strong> suoi grandi<br />
compatrioti, i fratelli De F<strong>il</strong>ippo.<br />
Indubbiamente, Giuseppe Cioffi è stato un personaggio di<br />
spessore, lo direi un m<strong>ed</strong>ico all’antica, che sapeva coniugare<br />
l’arte di Asclepio con quella di Atena.<br />
Claudio Bev<strong>il</strong>acqua<br />
23
Rubrica aperta ai contributi di tutte<br />
le organizzazioni sindacali m<strong>ed</strong>iche<br />
compatib<strong>il</strong>mente con lo spazio disponib<strong>il</strong>e<br />
….. DALLA FIMMG<br />
L’introduzione dell’obbligo <strong>della</strong> Posta Elettronica<br />
Certificata (PEC) per i professionisti iscritti in albi<br />
Il Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 (recante “Misure<br />
urgenti per <strong>il</strong> sostegno a famiglie, lavoro, occupazione<br />
e impresa e per ridisegnare in funzione anti-crisi <strong>il</strong><br />
quadro strategico nazionale”) convertito nella Legge 28<br />
gennaio 2009, n. 2, più noto come “decreto anticrisi”,<br />
rende obbligatoria per imprese e professionisti la PEC<br />
(Posta Elettronica Certificata).<br />
La PEC è un particolare tipo di posta elettronica che ha lo<br />
scopo di attribuire, ad un messaggio inviato Telematicamente,<br />
lo stesso valore di una raccomandata, con avviso<br />
di ricevimento, tradizionale.<br />
In particolare, l’art. 16 comma 7 del citato decreto testualmente<br />
recita: I professionisti iscritti in albi <strong>ed</strong> elenchi<br />
istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi ordini<br />
o collegi <strong>il</strong> proprio indirizzo di posta elettronica<br />
certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al<br />
comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del<br />
presente decreto. Gli ordini e i collegi pubblicano in un<br />
elenco riservato, consultab<strong>il</strong>e in via telematica esclusivamente<br />
dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi<br />
degli iscritti con <strong>il</strong> relativo indirizzo di posta elettronica<br />
certificata.<br />
Nel decreto, si fa quindi riferimento alla Posta Elettronica<br />
Certificata o ad altro indirizzo di posta, come descritto al<br />
comma 6. Il suddetto comma 6 menziona un: analogo<br />
indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che<br />
certifichino data e ora dell’invio e <strong>della</strong> ricezione delle comunicazioni<br />
e l’integrità del contenuto delle stesse, Garantendo<br />
l’interoperab<strong>il</strong>ità con analoghi sistemi internazionali.<br />
In relazione alle citate disposizioni, non si può sottacere<br />
<strong>il</strong> fatto che siano state espresse forti perplessità da parte<br />
degli interpreti <strong>della</strong> norma, non tanto in relazione all’obbligo<br />
in sé, quanto con riferimento al contenuto di tale obbligo.<br />
La Posta Elettronica Certificata è infatti un sistema<br />
informatico complesso e regolamentato nel dettaglio dal<br />
nostro ordinamento, m<strong>ed</strong>iante un insieme di norme tecniche<br />
ad esso d<strong>ed</strong>icate.<br />
Il quadro normativo di riferimento relativo alla Posta Elettronica<br />
Certificata è estremamente articolato:<br />
- Decreto del Presidente <strong>della</strong> Repubblica 11 febbraio<br />
2005, n. 68, “Regolamento recante disposizioni per l’ut<strong>il</strong>izzo<br />
<strong>della</strong> posta elettronica certificata, a norma dell’articolo<br />
27 <strong>della</strong> legge 16 gennaio 2003, n. 3.” (G.U. 28 apr<strong>il</strong>e<br />
2005, n. 97);<br />
24<br />
RUBRICA SINDACALE<br />
- Decreto Ministeriale 2 novembre 2005, “Regole tecniche<br />
per la formazione, la trasmissione e la validazione,<br />
anche temporale, <strong>della</strong> posta elettronica certificata” (G.U.<br />
del 14 novembre 2005, n. 265);<br />
- Circolare CNIPA CR/49 24 novembre 2005, “Modalità<br />
per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco<br />
pubblico <strong>dei</strong> gestori di posta elettronica certificata”<br />
(G.U. 5 dicembre 2005, n. 283);<br />
- Circolare 7 dicembre 2006, n. 51, “Espletamento <strong>della</strong><br />
vig<strong>il</strong>anza e del controllo sulle attività esercitate dagli<br />
iscritti nell’elenco <strong>dei</strong> gestori di posta elettronica certificata<br />
(PEC), di cui all’articolo 14 del decreto del Presidente<br />
<strong>della</strong> Repubblica 11 febbraio 2005, n. 68, «Regolamento<br />
recante disposizioni per l’ut<strong>il</strong>izzo <strong>della</strong> posta elettronica<br />
certificata, a norma dell’articolo 27 <strong>della</strong> legge 16<br />
gennaio 2003, n. 3»”;<br />
- Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (G.U. 16 maggio<br />
2005, n. 93);<br />
- Decreto Legge 29 novembre 2008, n. 185 (G.U. 29 novembre<br />
2008, n. 280, supplemento ordinario 263/L);<br />
- Legge 28 Gennaio 2009, n. 2 (G.U. 28 Gennaio 2009,<br />
n. 22, supplemento ordinario 14/L).<br />
Dalla lettura <strong>dei</strong> due citati commi si desume come l’obbligo<br />
introdotto dal legislatore con <strong>il</strong> decreto cosiddetto<br />
anticrisi abbia in realtà un contenuto prescrittivo scisso in<br />
due parti molto diverse sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o tecnologico: obbligo<br />
di adottare la PEC (quindi una sistema di posta molto<br />
preciso e regolamentato a livello nazionale) ovvero un altro<br />
indirizzo di posta con alcune caratteristiche indicate<br />
abbastanza genericamente (“basato su tecnologie che<br />
certifichino data e ora dell’invio e <strong>della</strong> ricezione delle comunicazioni<br />
e l’integrità del contenuto delle stesse, garantendo<br />
l’interoperab<strong>il</strong>ità con analoghi sistemi internazionali”),<br />
ma senza che si faccia riferimento a standard o<br />
requisiti tecnici specifici.<br />
Il motivo di tale previsione pare si debba ricercare nel<br />
fatto che l’introduzione e la regolamentazione <strong>della</strong> PEC in<br />
Italia è apparsa gravata da un serio limite: <strong>il</strong> non tenere<br />
in debito conto <strong>il</strong> requisito <strong>della</strong> neutralità tecnologica<br />
delle prescrizioni normative, applicazione del principio del<br />
libero mercato, che è come noto principio fondante dell’Unione<br />
europea.<br />
Con l’obiettivo di evitare ogni possib<strong>il</strong>e irrigidimento verso<br />
soluzioni monopolistiche o di ostacolo alla libera concorrenza,<br />
viene introdotta dal comma 6 una clausola "di<br />
apertura" del legislatore verso altre soluzioni di posta<br />
elettronica con caratteristiche analoghe ma non così rigorosamente<br />
pr<strong>ed</strong>eterminate. Questo tipo di previsione<br />
normativa è dunque una sorta di riconoscimento tributato<br />
ai principi del libero mercato europeo.<br />
Una norma così concepite, pur rispettosa del criterio di<br />
neutralità tecnologica, potrebbe però determinare una<br />
situazione per un certo periodo molto confusa, specie in<br />
attesa di un regolamento tecnico chiarificatore -, un certo<br />
"laissez faire laissez passer", da cui discenderà inevitab<strong>il</strong>mente<br />
una lettura <strong>della</strong> norma come programmatica<br />
piuttosto che prescrittiva.<br />
Da quanto detto sorge <strong>il</strong> ragionevole dubbio che le scadenze<br />
previste potrebbero non essere rispettate. Con<br />
l’ulteriore considerazione che i professionisti che non<br />
adottino la PEC saranno se non altro ammessi a dimo-
strare che <strong>il</strong> loro sistema di posta ha caratteristiche analoghe.<br />
Deve tuttavia porsi attenzione al requisito dell’interoperab<strong>il</strong>ità<br />
a livello internazionale, richiesto al sistema<br />
di posta elettronica alternativo e che tuttavia non è prerogativa<br />
neppure <strong>della</strong> stessa PEC. Tant’è che nel giugno<br />
2008 un gruppo di lavoro del CNIPA ha r<strong>ed</strong>atto un<br />
Internet Draft con l’intento di avviare presso l’IETF ( Internet<br />
Engineering Task Force ) <strong>il</strong> processo di standardizzazione<br />
del protocollo <strong>della</strong> PEC. L’attuale versione del<br />
draft è la 02 pubblicata <strong>il</strong> 4 febbraio 2009 con scadenza<br />
8 agosto 2009.<br />
Da segnalare anche lo sforzo dell’ETSI ( European Telecommunications<br />
Standards Institute ), organizzazione<br />
europea sugli standards ufficialmente riconosciuta dalla<br />
Commissione Europea, che proseguendo sullo standard<br />
TS 102 640, pubblicato nel 2008, ha ideato la Registerd<br />
Electronic Ma<strong>il</strong> ( <strong>il</strong> cui acronimo è REM ) consistente in un<br />
servizio ema<strong>il</strong> che ha un funzionamento sim<strong>il</strong>are - nei<br />
principi - a quello <strong>della</strong> PEC. Ciò che risulta interessante è<br />
che la REM denota l’attenzione europea per gli aspetti di<br />
assoluta interoperab<strong>il</strong>ità.<br />
Data l’attuale difficoltà di afferrare <strong>il</strong> pieno contenuto precettivo<br />
<strong>della</strong> norma, <strong>il</strong> comportamento da consigliare al<br />
professionista si ritiene possa essere quello di dotarsi di<br />
PEC, per quanto non pienamente interoperab<strong>il</strong>e. Tuttavia,<br />
chi scrive ritiene che sia auspicab<strong>il</strong>e che quanto prima i<br />
singoli ordini professionali e le maggiori organizzazioni<br />
sindacali di categoria prendano posizione in materia, specie<br />
con riguardo a quegli “altri indirizzi di posta” al momento<br />
ancora affidati ad un limbo di “possib<strong>il</strong>e futuro riconoscimento<br />
giuridico” pari alla PEC, senza tuttavia alcuna<br />
reale certezza per nessuno di essi.<br />
Avv. Chiara Rabbito<br />
Coordinatrice nazionale del Gruppo di ricerca<br />
“Sicurezza e Privacy” <strong>della</strong> SIT<br />
….. DALLO SNAMI<br />
Il nuovo decalogo per gli iscritti<br />
Diritto all’esercizio professionale<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto all’esercizio <strong>della</strong> professione nella<br />
piena e totale potestà di curare rispondente a scienza<br />
e coscienza.I gravami burocratici/amministrativi e gli<br />
obiettivi economici/finanziari aziendali, non competono<br />
alla pratica m<strong>ed</strong>ica né possono essere ut<strong>il</strong>izzati quale parametro<br />
remunerativo o valutativo.In virtù <strong>della</strong> peculiarità<br />
<strong>della</strong> professione esercitata, <strong>il</strong> m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di<br />
scegliere liberamente tra eventuali differenti rapporti con<br />
i sistemi erogatori senza che ciò rappresenti pregiudizio<br />
all’esercizio professionale stesso o rivesta carattere penalizzante<br />
in rapporto alla scelta operata.<br />
Diritto all’innovazione<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico, indipendentemente da considerazioni economiche<br />
o finanziarie, ha diritto all’ut<strong>il</strong>izzo imm<strong>ed</strong>iato e<br />
senza complicazioni burocratiche, di proc<strong>ed</strong>ure, farmaci e<br />
strumentazioni sanitarie innovative, validate dalla comunità<br />
scientifica in grado di arrecare benefici al paziente.<br />
Diritto al riconoscimento di capacità e qualità<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di esercitare liberamente in servizi<br />
di alta qualità sulla base <strong>della</strong> definizione e del rispetto<br />
di precisi standard per specialità e per i quali sia<br />
qualificato<br />
Diritto alla formazione e all’aggiornamento<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto/dovere di acc<strong>ed</strong>ere ai programmi<br />
di formazione e di aggiornamento inerenti la propria<br />
attività in modo da poterla svolgere con la massima efficienza<br />
in totale autonomia e responsab<strong>il</strong>ità.Il SSN ha <strong>il</strong><br />
dovere di provv<strong>ed</strong>ere alla formazione <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> che con<br />
essa contraggono un rapporto professionale, senza discriminazioni<br />
sulla base delle risorse finanziarie e del tipo<br />
di rapporto contratto.<br />
Diritto alla partecipazione<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di partecipare attivamente e responsab<strong>il</strong>mente<br />
alle decisioni che riguardano <strong>il</strong> suo esercizio<br />
professionale.Queste decisioni devono essere condivise<br />
e approvate dall’<strong>Ordine</strong> professionale e dalle società<br />
scientifiche.<br />
Diritto al rispetto dell’uso del suo tempo<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto ad organizzare autonomamente,<br />
secondo criteri di ragionevolezza <strong>ed</strong> efficacia, <strong>il</strong> tempo<br />
d<strong>ed</strong>icato alla professione, ha inoltre diritto che venga rispettato<br />
<strong>il</strong> suo tempo libero.<br />
Diritto all’informazione<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di ottenere tutte le informazioni<br />
necessarie al fine di operare in modo appropriato.Le decisioni<br />
sbagliate, conseguenti ad informazioni incomplete<br />
o erronee, non possono essere ascritte a colpa m<strong>ed</strong>ica.<br />
Diritto alla responsab<strong>il</strong>ità personale<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha <strong>il</strong> diritto di non essere coinvolto o ritenuto<br />
responsab<strong>il</strong>e per danni derivanti da cattiva organizza-<br />
25
zione altrui <strong>dei</strong> servizi sanitari o dalla mancanza di strumentazione<br />
idonea definita da standard uniformi e indipendentemente<br />
dai gestori del servizio.<br />
Diritto alla tutela dell’onorab<strong>il</strong>ità<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico, qualora coinvolto in contestazioni, accuse di<br />
malasanità, o comunque giudizi sul proprio operato, ha <strong>il</strong><br />
diritto al rispetto <strong>della</strong> propria onorab<strong>il</strong>ità e pertanto, fino<br />
a giudizio definitivo, ha diritto all’anonimato e al rispetto<br />
<strong>della</strong> sua privacy, soprattutto presso i mezzi di comunicazione.<br />
Il m<strong>ed</strong>ico che sia stato diffamato o ingiustamente<br />
accusato, ha diritto, se riconosciuto innocente, che tale<br />
giudizio venga comunicato con la stessa diffusione e lo<br />
stesso risalto delle accuse avanzategli.Ha inoltre diritto al<br />
pieno risarcimento per i danni morali e materiali che abbia<br />
subito.<br />
Diritto al giusto compenso<br />
Ogni m<strong>ed</strong>ico ha diritto al giusto compenso definito esclusivamente<br />
sulla base dell’impegno prestato <strong>ed</strong> in rapporto<br />
all’obbligazione <strong>dei</strong> mezzi cui è tenuto.<br />
26<br />
Lettere...<br />
Si comincia con <strong>il</strong> prossimo numero ma è una rubrica che dovrà crescere e<br />
diventare <strong>il</strong> pezzo forte del giornale. Parliamoci, raccontiamoci cose e fatti,<br />
informiamoci l’uno con l’altro così da condividere la crescita dell’intera categoria.<br />
Le lettere vanno inviate in formato cartaceo a:<br />
OMCeO-TS<br />
P.zza Goldoni 10 - 34122 Trieste<br />
all’attenzione del<br />
Direttore Mauro Melato<br />
oppure in formato elettronico al seguente indirizzo:<br />
melato@univ.trieste.it
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE MOGLI MEDICI ITALIANI*<br />
Carissime amiche, ho <strong>il</strong> piacere di rivolgermi<br />
da questa pagina a tutte quelle che ricevono <strong>il</strong><br />
Bollettino per ricordarvi gli impegni sociali e<br />
le attività dell’AMMI.<br />
Prima di tutto AUGURI DI BUONA PASQUA a tutte voi e alle<br />
vostre famiglie.<br />
PROGRAMMI di APRILE e MAGGIO con “Celebrazione del<br />
Trentennale di Fondazione <strong>della</strong> sezione AMMI di Trieste”<br />
Lun<strong>ed</strong>ì 6 apr<strong>il</strong>e ore 10.00 presso l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici<br />
consueta riunione del primo lun<strong>ed</strong>ì del mese.<br />
Dovremo raccogliere le adesioni per la gita a Lubiana,<br />
per <strong>il</strong> viaggio a Pescara (v<strong>ed</strong>i <strong>il</strong> Giornale dell’AMMI) e per<br />
la festa del Trentennale.<br />
Alle ore 10.30 sarà nostra ospite Floriana D’Orso Dressi<br />
Presidente dell’associazione “I bambini di Trieste” a cui<br />
abbiamo fatto una donazione, che ci racconterà <strong>della</strong> realtà<br />
in cui opera.<br />
Mart<strong>ed</strong>ì 28 apr<strong>il</strong>e gita a Lubiana con <strong>il</strong> pullman -massima<br />
capienza 29 persone (lun<strong>ed</strong>ì 6 apr<strong>il</strong>e raccoglieremo le<br />
adesioni, e un acconto per la partecipazione di 30 euro<br />
che va pagato in anticipo).<br />
Ritrovo alle ore 8.00 in piazza Oberdan rientro in serata<br />
ore 18.00/19.00.<br />
Lun<strong>ed</strong>ì 4 maggio ore 10.00 presso l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> M<strong>ed</strong>ici<br />
Assemblea Ordinaria per l’approvazione del b<strong>il</strong>ancio consuntivo<br />
2008 e preventivo 2009 e per la scelta delle delegate<br />
al Congresso di Pescara.<br />
Allego la convocazione<br />
Mercol<strong>ed</strong>ì 13 maggio ore 16.45 Via Cassa di Risparmio<br />
10, visita guidata alla collezione di quadri <strong>della</strong> Fondazione<br />
CRTrieste (ingresso gratuito, ma limitato a 15 persone<br />
per cui dovete telefonare per la prenotazione a<br />
Emanuela Dobrina (cell. 349 5259743).<br />
22-24 maggio - Congresso Nazionale (elettivo ) AMMI-:<br />
per <strong>il</strong> programma e la sistemazione alberghiera v<strong>ed</strong>i <strong>il</strong><br />
giornale dell’AMMI. L’adesione va sp<strong>ed</strong>ita entro <strong>il</strong> 20 apr<strong>il</strong>e,<br />
vi prego di contattare la nostra segretaria Emanuela<br />
Dobrina (cell. 3495259743) per <strong>il</strong> coordinamento.<br />
* Sabato 30 maggio ore 17.00<br />
CELEBRAZIONE DEL TRENTENNALE DI FONDAZIONE<br />
Vi arriverà l’invito ufficiale entro apr<strong>il</strong>e, tuttavia per esigenze<br />
organizzative vi prego di confermare la vostra presenza<br />
prima possib<strong>il</strong>e, entro apr<strong>il</strong>e, a me (cell. 349<br />
7271734) o a Emanuela (cell. 349 5259743).<br />
Sarà una serata veramente speciale che ha coinvolto tutto<br />
<strong>il</strong> direttivo in un grande sforzo organizzativo. Cr<strong>ed</strong>o<br />
che sarete tutte felici di essere presenti ovviamente insieme<br />
ai vostri mariti.<br />
Vi anticipo <strong>il</strong> programma dell’evento:<br />
- Saluti delle autorità<br />
- Consegna riconoscimenti, premiazioni e donazione<br />
- Gemellaggio con la sezione di Udine<br />
- Rievocazione in video (e a stampa) delle attività dell’AMMI<br />
dal 1979 al 2009<br />
- Conferenza dal titolo “La longevità: la speranza di restare<br />
giovani” (relatore Prof. Ettore Campa<strong>il</strong>la) aperitivo<br />
in musica<br />
- Cena di gala presso <strong>il</strong> ristorante “Hotel Duchi d’Aosta<br />
Harry’s Gr<strong>il</strong>l” di piazza Unità<br />
A riv<strong>ed</strong>erci <strong>il</strong> 30 maggio, per festeggiare tutte insieme<br />
questo importante traguardo.<br />
Cristina Longo<br />
L’Associazione Mogli M<strong>ed</strong>ici Italiani, A.M.M.I., è costituita<br />
dalle mogli e dalle v<strong>ed</strong>ove <strong>dei</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> e degli<br />
<strong>odontoiatri</strong>. Nasce nel 1970 a Mantova ad opera di<br />
un gruppo di mogli di <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong> attivamente impegnate<br />
a collaborare nell’attività professionale del marito (da<br />
cui <strong>il</strong> nome). L’associazione è apartitica e aconfessionale<br />
e non persegue finalità di lucro. Si propone finalità<br />
morali, sociali, culturali e assistenziali nei confronti<br />
<strong>della</strong> donna e dell’infanzia.e persegue, con molteplici<br />
e sempre più qualificate iniziative, gli scopi statutari<br />
attenta alle problematiche che la società pone.<br />
Opera attivamente sul piano sociale e in stretta collaborazione<br />
con la classe m<strong>ed</strong>ica per un’<strong>ed</strong>ucazione sanitaria<br />
e una corretta divulgazione <strong>della</strong> <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>na preventiva,<br />
anche attraverso la scuola e in collaborazione<br />
con altre Associazioni che hanno analoghe finalità.<br />
In quest’ottica ogni anno organizza Conferenze con<br />
esperti, un Seminario Nazionale su argomenti di r<strong>il</strong>evante<br />
interesse scientifico <strong>ed</strong> un Tema Nazionale che<br />
viene discusso con tavole rotonde e conferenze dalle<br />
72 sezioni italiane che hanno all’attivo più di 4.000<br />
iscritte.<br />
27
Versione approvata del Comitato centrale<br />
<strong>della</strong> F<strong>ed</strong>erazione Nazionale Collegi IPASVI<br />
con deliberazione n. 1/09 del 10.01.2009<br />
28<br />
DAGLI ORDINI E COLLEGI DEL MONDO DELLA SANITÀ<br />
IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DELL’INFERMIERE<br />
Capo I<br />
Articolo 1<br />
L’infermiere è <strong>il</strong> professionista sanitario responsab<strong>il</strong>e dell’assistenza<br />
infermieristica.<br />
Articolo 2<br />
L’assistenza infermieristica è servizio alla persona e alla collettività.<br />
Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari<br />
di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale,<br />
relazionale <strong>ed</strong> <strong>ed</strong>ucativa.<br />
Articolo 3<br />
La responsab<strong>il</strong>ità dell’infermiere consiste nell’assistere, nel curare<br />
e nel prendersi cura <strong>della</strong> persona nel rispetto <strong>della</strong> vita,<br />
<strong>della</strong> salute, <strong>della</strong> libertà e <strong>della</strong> dignità dell’individuo.<br />
Articolo 4<br />
L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia,<br />
tenendo conto <strong>dei</strong> valori etici, religiosi e culturali, nonché<br />
del genere e delle condizioni sociali <strong>della</strong> persona.<br />
Articolo 5<br />
Il rispetto <strong>dei</strong> diritti fondamentali dell’uomo e <strong>dei</strong> principi etici<br />
<strong>della</strong> professione, è condizione essenziale per l’esercizio <strong>della</strong><br />
professione infermieristica.<br />
Articolo 6<br />
L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale <strong>della</strong><br />
persona e interesse <strong>della</strong> collettività e si impegna a tutelarla<br />
con attività di prevenzione, cura, riab<strong>il</strong>itazione e palliazione.<br />
Capo II<br />
Articolo 7<br />
L’infermiere orienta la sua azione al bene dell’assistito di cui attiva<br />
le risorse sostenendolo nel raggiungimento <strong>della</strong> maggiore<br />
autonomia possib<strong>il</strong>e, in particolare, quando vi sia disab<strong>il</strong>ità,<br />
svantaggio, frag<strong>il</strong>ità.<br />
Articolo 8<br />
L’infermiere, nel caso di conflitti determinati da diverse visioni<br />
etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso <strong>il</strong> dialogo.<br />
Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto<br />
con i principi etici <strong>della</strong> professione e con i propri valori, si<br />
avvale <strong>della</strong> clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni<br />
necessarie per l’incolumità e la vita dell’assistito.<br />
Articolo 9<br />
L’infermiere, nell’agire professionale, si impegna ad operare con<br />
prudenza al fine di non<br />
nuocere.<br />
Articolo 10<br />
L’infermiere contribuisce a rendere eque le scelte allocative, anche<br />
attraverso l’uso ottimale delle risorse disponib<strong>il</strong>i.<br />
Capo III<br />
Articolo 11<br />
L’infermiere fonda <strong>il</strong> proprio operato su conoscenze validate e<br />
aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente,<br />
la riflessione critica sull’ esperienza e la ricerca. Progetta,<br />
svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva<br />
e partecipa alla ricerca e cura la diffusione <strong>dei</strong> risultati.<br />
Articolo 12<br />
L’infermiere riconosce <strong>il</strong> valore <strong>della</strong> ricerca, <strong>della</strong> sperimentazione<br />
clinica e assistenziale per<br />
l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici sull’assistito.<br />
Articolo 13<br />
L’infermiere assume responsab<strong>il</strong>ità in base al proprio livello di<br />
competenza e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza<br />
di infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza ponendo<br />
le proprie conoscenze <strong>ed</strong> ab<strong>il</strong>ità a disposizione <strong>della</strong> comunità<br />
professionale.<br />
Articolo 14<br />
L’infermiere riconosce che l’interazione fra professionisti e l’integrazione<br />
interprofessionale sono modalità fondamentali per<br />
far fronte ai bisogni dell’assistito.<br />
Articolo 15<br />
L’infermiere chi<strong>ed</strong>e formazione e/o supervisione per pratiche<br />
nuove o sulle quali non ha esperienza<br />
Articolo 16<br />
L’infermiere si attiva per l’analisi <strong>dei</strong> d<strong>il</strong>emmi etici vissuti nell’operatività<br />
quotidiana e promuove <strong>il</strong> ricorso alla consulenza<br />
etica, anche al fine di contribuire all’approfondimento <strong>della</strong> riflessione<br />
bioetica.<br />
Articolo 17<br />
L’infermiere, nell’agire professionale è libero da condizionamenti<br />
derivanti da pressioni o interessi di assistiti, fam<strong>il</strong>iari, altri operatori,<br />
imprese, associazioni, organismi.<br />
Articolo 18<br />
L’infermiere, in situazioni di emergenza-urgenza, presta soccorso<br />
e si attiva per garantire l’assistenza necessaria. In caso di<br />
calamità si mette a disposizione dell’autorità competente.<br />
Capo IV<br />
Articolo 19<br />
L’infermiere promuove st<strong>il</strong>i di vita sani, la diffusione del valore<br />
<strong>della</strong> cultura <strong>della</strong> salute e <strong>della</strong> tutela ambientale, anche attraverso<br />
l’informazione e l’<strong>ed</strong>ucazione. A tal fine attiva e sostiene<br />
la rete di rapporti tra servizi e operatori.<br />
Articolo 20<br />
L’infermiere ascolta, informa, coinvolge l’assistito e valuta con lui<br />
i bisogni assistenziali, anche al fine di esplicitare <strong>il</strong> livello di assistenza<br />
garantito e fac<strong>il</strong>itarlo nell’esprimere le proprie scelte.<br />
Articolo 21<br />
L’infermiere, rispettando le indicazioni espresse dall’assistito,<br />
ne favorisce i rapporti con la comunità e le persone per lui significative,<br />
coinvolgendole nel piano di assistenza. Tiene conto<br />
<strong>della</strong> dimensione interculturale e <strong>dei</strong> bisogni assistenziali ad essa<br />
correlati.<br />
Articolo 22<br />
L’infermiere conosce <strong>il</strong> progetto diagnostico-terapeutico per le<br />
influenze che questo ha sul percorso assistenziale e sulla relazione<br />
con l’assistito.<br />
Articolo 23<br />
L’infermiere riconosce <strong>il</strong> valore dell’informazione integrata multiprofessionale<br />
e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte<br />
le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.<br />
Articolo 24<br />
L’infermiere aiuta e sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni<br />
di natura assistenziale in relazione ai progetti diagnostico-terapeutici<br />
e adeguando la comunicazione alla sua capacità<br />
di comprendere.
Articolo 25<br />
L’infermiere rispetta la consapevole <strong>ed</strong> esplicita volontà dell’assistito<br />
di non essere informato sul suo stato di salute, purché la<br />
mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri.<br />
Articolo 26<br />
L’infermiere assicura e tutela la riservatezza nel trattamento <strong>dei</strong><br />
dati relativi all’assistito. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio<br />
di dati, si limita a ciò che è attinente all’assistenza.<br />
Articolo 27<br />
L’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo<br />
alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali<br />
e di una efficace gestione degli strumenti informativi.<br />
Articolo 28<br />
L’infermiere rispetta <strong>il</strong> segreto professionale non solo per obbligo<br />
giuridico, ma per intima convinzione e come espressione<br />
concreta del rapporto di fiducia con l’assistito<br />
Articolo 29<br />
L’infermiere concorre a promuovere le migliori condizioni di sicurezza<br />
dell’assistito e <strong>dei</strong> fam<strong>il</strong>iari e lo sv<strong>il</strong>uppo <strong>della</strong> cultura<br />
dell’imparare dall’errore. Partecipa alle iniziative per la gestione<br />
del rischio clinico<br />
Articolo 30<br />
L’infermiere si adopera affinché <strong>il</strong> ricorso alla contenzione sia<br />
evento straordinario, sostenuto da prescrizione m<strong>ed</strong>ica o da documentate<br />
valutazioni assistenziali<br />
Articolo 31<br />
L’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione<br />
del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnosticoterapeutiche<br />
e sperimentali, tenuto conto dell’età e del suo grado<br />
di maturità.<br />
Articolo 32<br />
L’infermiere si impegna a promuovere la tutela degli assistiti<br />
che si trovano in condizioni che ne limitano lo sv<strong>il</strong>uppo o<br />
l’espressione, quando la famiglia e <strong>il</strong> contesto non siano adeguati<br />
ai loro bisogni.<br />
Articolo 33<br />
L’infermiere che r<strong>il</strong>evi maltrattamenti o privazioni a carico dell’assistito,<br />
mette in opera tutti i mezzi per proteggerlo, segnalando<br />
le circostanze, ove necessario, all’autorità competente<br />
Articolo 34<br />
L’infermiere si attiva per prevenire e contrastare <strong>il</strong> dolore e alleviare<br />
la sofferenza. Si adopera affinché l’assistito riceva tutti i<br />
trattamenti necessari.<br />
Articolo 35<br />
L’infermiere presta assistenza qualunque sia la condizione clinica<br />
e fino al termine <strong>della</strong> vita all’assistito, riconoscendo l’importanza<br />
<strong>della</strong> palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico,<br />
relazionale, spirituale.<br />
Articolo 36<br />
L’infermiere tutela la volontà dell’assistito di porre <strong>dei</strong> limiti agli<br />
interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica<br />
e coerenti con la concezione da lui espressa <strong>della</strong> qualità di<br />
vita.<br />
Articolo 37<br />
L’infermiere, quando l’assistito non è in grado di manifestare la<br />
propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente<br />
espresso in prec<strong>ed</strong>enza e documentato.<br />
Articolo 38<br />
L’infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a<br />
provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall’assistito<br />
Articolo 39<br />
L’infermiere sostiene i fam<strong>il</strong>iari e le persone di riferimento dell’assistito,<br />
in particolare nella evoluzione terminale <strong>della</strong> malattia<br />
e nel momento <strong>della</strong> perdita e <strong>della</strong> elaborazione del lutto.<br />
Articolo 40<br />
L’infermiere favorisce l’informazione e l’<strong>ed</strong>ucazione sulla donazione<br />
di sangue, tessuti <strong>ed</strong> organi<br />
quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare<br />
e nel ricevere.<br />
Capo V<br />
Articolo 41<br />
L’infermiere collabora con i colleghi e gli altri operatori di cui riconosce<br />
e valorizza lo specifico apporto all’interno dell’équipe.<br />
Articolo 42<br />
L’infermiere tutela la dignità propria e <strong>dei</strong> colleghi, attraverso<br />
comportamenti ispirati al rispetto e alla solidarietà.<br />
Articolo 43<br />
L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale ogni abuso<br />
o comportamento <strong>dei</strong> colleghi contrario alla deontologia.<br />
Articolo 44<br />
L’infermiere tutela <strong>il</strong> decoro personale <strong>ed</strong> <strong>il</strong> proprio nome. Salvaguarda<br />
<strong>il</strong> prestigio <strong>della</strong> professione <strong>ed</strong> esercita con onestà<br />
l’attività professionale.<br />
Articolo 45<br />
L’infermiere agisce con lealtà nei confronti <strong>dei</strong> colleghi e degli altri<br />
operatori.<br />
Articolo 46<br />
L’infermiere si ispira a trasparenza e veridicità nei messaggi<br />
pubblicitari, nel rispetto delle indicazioni del Collegio professionale.<br />
Capo VI<br />
Articolo 47<br />
L’infermiere, ai diversi livelli di responsab<strong>il</strong>ità, contribuisce ad<br />
orientare le politiche e lo sv<strong>il</strong>uppo del sistema sanitario, al fine<br />
di garantire <strong>il</strong> rispetto <strong>dei</strong> diritti degli assistiti, l’ut<strong>il</strong>izzo equo <strong>ed</strong><br />
appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale.<br />
Articolo 48<br />
L’infermiere, ai diversi livelli di responsab<strong>il</strong>ità, di fronte a carenze<br />
o disservizi provv<strong>ed</strong>e a darne comunicazione ai responsab<strong>il</strong>i<br />
professionali <strong>della</strong> struttura in cui opera o a cui afferisce <strong>il</strong> proprio<br />
assistito.<br />
Articolo 49<br />
L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le<br />
carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi<br />
nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone<br />
le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque<br />
pregiudichi sistematicamente <strong>il</strong> suo mandato professionale.<br />
Articolo 50<br />
L’infermiere, a tutela <strong>della</strong> salute <strong>della</strong> persona, segnala al proprio<br />
Collegio professionale le situazioni che possono configurare<br />
l’esercizio abusivo <strong>della</strong> professione infermieristica.<br />
Articolo 51<br />
L’infermiere segnala al proprio Collegio professionale le situazioni<br />
in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano<br />
la qualità delle cure e dell’assistenza o <strong>il</strong> decoro dell’esercizio<br />
professionale.<br />
Disposizioni finali<br />
Le norme deontologiche contenute nel presente Codice sono<br />
vincolanti; la loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale.<br />
I Collegi professionali si rendono garanti <strong>della</strong> qualificazione <strong>dei</strong><br />
professionisti e <strong>della</strong> competenza da loro acquisita e sv<strong>il</strong>uppata.<br />
29
GLI EVENTI PATROCINATI DALL’ORDINE<br />
30<br />
GIORNATA ENDODONTICA A CURA DELLA SOCIETÀ ITALIANA<br />
DI ENDODONZIA REVISIONE A LUNGO TERMINE DELLA SCELTA<br />
TERAPEUTICA DEL TRATTAMENTO PROTESICO O IMPLANTARE<br />
IN ALTERNATIVA A QUELLO ENDODONTICO<br />
Aula Magna Facoltà M<strong>ed</strong>icina e Chirurgia Università di Trieste - Osp<strong>ed</strong>ale di Cattinara<br />
Trieste, 9 maggio 2009<br />
Responsab<strong>il</strong>e scientifico dott. Renzo Raffaelli<br />
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />
Società Italiana di Endodonzia (02 8376799) - Sezione Triveneta <strong>della</strong> SIE<br />
Iscrizioni fino al 27 apr<strong>il</strong>e 2009<br />
CONVEGNO REGIONALE FVG - ISDE ITALIA<br />
(MEDICI PER L’AMBIENTE IN RICORDO DEL PROF. TOMATIS)<br />
LA PREVENZIONE PRIMARIA: COME SALVAGUARDIAMO L’ACQUA,<br />
DIFENDIAMO L’AMBIENTE DALL’INQUINAMENTO E L’UOMO<br />
DALLE MALATTIE NEOPLASTICHE E DEGENERATIVE, TENENDO CONTO<br />
DI BIODIVERSITA’ E SCENARI DIVERSI<br />
Castello di Duino<br />
16 maggio 2009<br />
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />
Dott. Dario Bossi (338 2096815) e dott.ssa Alessandra Lepore<br />
X CONGRESSO NAZIONALE SIPMO<br />
LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE IN MEDICINA ORALE<br />
Centro Congressi Stazione Marittima<br />
Trieste, 8 - 10 ottobre 2009<br />
Responsab<strong>il</strong>e scientifico prof. Lorenzo Lo Muzio<br />
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA<br />
Key Congressi S.r.l. 040 660352
L’attività dell’Ingegneria Clinica consiste nella gestione<br />
sicura <strong>ed</strong> efficiente delle apparecchiature biom<strong>ed</strong>icali<br />
e delle tecnologie biom<strong>ed</strong>iche all’interno<br />
delle strutture sanitarie.<br />
Le attività principali sono:<br />
• manutenzione preventiva;<br />
• manutenzione correttiva;<br />
• collaudi di nuove apparecchiature;<br />
• verifiche di sicurezza previste dalla legislazione;<br />
• controlli delle prestazioni;<br />
• verifiche sugli impianti<br />
tutti finalizzati alla riduzione delle spese e al miglioramento<br />
<strong>della</strong> qualità <strong>dei</strong> servizi offerti e alla sicurezza.<br />
Nelle stesse strutture gli ingegneri clinici svolgono<br />
invece prevalentemente un’attività più di ordine consulenziale,<br />
rivolta in particolare alla stesura <strong>dei</strong> capitolati<br />
per le gare d’acquisto di apparecchiature<br />
biom<strong>ed</strong>iche e dispositivi <strong>m<strong>ed</strong>ici</strong>, alla elaborazione<br />
<strong>dei</strong> piani di sostituzione delle apparecchiature biom<strong>ed</strong>iche<br />
e, infine, alla progettazione di nuovi reparti<br />
osp<strong>ed</strong>alieri ad alto contenuto tecnologico.<br />
La gestione in outsourcing <strong>dei</strong> servizi di Ingegneria<br />
Clinica che si sta rapidamente diffondendo in tutta<br />
Italia consente di apportare alle Strutture Sanitarie<br />
<strong>dei</strong> significativi e documentab<strong>il</strong>i risparmi rispetto ai<br />
tradizionali costi <strong>dei</strong> contratti di manutenzione con le<br />
singole ditte produttrici e/o distributrici in quanto, tra<br />
l’altro, ottimizza <strong>il</strong> rendimento delle apparecchiature,<br />
ne riduce sostanzialmente i costi relativi ai guasti<br />
ordinari e, infine, ne diminuisce sensib<strong>il</strong>mente le ragioni<br />
stesse e i tempi di fermo.<br />
Quindi, i vantaggi principali <strong>dei</strong> servizi di Ingegneria<br />
Clinica sono:<br />
• <strong>il</strong> supporto del percorso di accr<strong>ed</strong>itamento delle<br />
strutture sanitarie, oltre che a soddisfare gli<br />
adempimenti legislativi;<br />
• la garanzia di un piano di manutenzione preventiva<br />
effettivamente modulab<strong>il</strong>e sulle reali esigenze<br />
di ogni Struttura Sanitaria e relativo a tutto<br />
<strong>il</strong> parco macchine. In una gestione convenzionale<br />
soltanto <strong>il</strong> 25% del parco macchine è sottoposto<br />
a interventi di manutenzione programmata;<br />
• la certezza che tutte le apparecchiature immesse<br />
nella struttura sanitaria sono sicure <strong>ed</strong> efficienti in<br />
virtù non di una semplice presa in carico ma dell'esecuzione<br />
degli opportuni collaudi di accettazione,<br />
con <strong>il</strong> supporto di tutte le prove strumentali<br />
richieste dalle norme legislative.