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<strong>Dario</strong> <strong>Ghigo</strong><br />

Danno citotossico e genotossico indotto da nanoparticelle e microparticelle di<br />

silice: basi molecolari e strategie di prevenzione e inattivazione<br />

PRESUPPOSTI DELLA RICERCA<br />

L'esposizione a silice cristallina avviene in molte attività industriali ed è causa di fibrosi e tumori<br />

polmonari. Le silici amorfe (non cristalline) non sono generalmente associate a fibrosi polmonare, ma la loro<br />

inalazione induce infiammazione polmonare reversibile ed enfisemi. Tale potenziale infiammatorio della<br />

silice amorfa dovrebbe indurre cautela nell'escludere la sua tossicità in tessuti umani, soprattutto ora che<br />

nanoparticelle a base di silice stanno destando crescente interesse come potenziali biosensori, carrier di geni<br />

e vettori di farmaci.<br />

Si ritiene che nella patogenicità delle silici giochino un ruolo cruciale le caratteristiche di superficie, la<br />

composizione e le proprietà strutturali. Tuttora i siti attivi di superficie restano indefiniti e non ci sono dati<br />

certi sulla relazione tra taglia delle particelle e bioreattività. Le silici catalizzano la formazione di ossidanti<br />

derivati dall’ossigeno (ROS) alla loro superficie e/o ne inducono la produzione nei fagociti.<br />

Lo stress ossidativo può provocare lipoperossidazione delle membrane cellulari, ossidazione delle<br />

proteine e danni a carico del DNA, indurre la produzione di ossido nitrico (NO), chemochine, citochine e<br />

fattori di crescita coinvolti nell'inizio e progressione di pneumopatie da silice. Il meccanismo con cui si<br />

genera lo stress ossidativo deve ancora essere determinato con precisione. Gli studi sulle silici cristalline<br />

sono resi più complessi dall'estrema variabilità del potenziale patogeno di polveri di diversa origine, le cui<br />

cause sono tuttora ignote.<br />

Con la presente ricerca ci si è proposti di chiarire la correlazione tra attività citotossica di particelle di<br />

silice e loro dimensioni e cristallinità. A tal fine sono state usate silici sintetiche, amorfe e cristalline, in cui<br />

queste proprietà fossero strettamente controllate e modificabili in maniera indipendente. Sono state<br />

investigate l'azione ossidante, proinfiammatoria e citotossica delle seguenti polveri:<br />

1) silice amorfa vetrosa (VS);<br />

2) silice pirogena Aerosil OX 50 (A50);<br />

3) silice precipitata (FK320);<br />

4) quarzo puro (Qz).<br />

L’effetto biologico di questi materiali è stato studiato su macrofagi alveolari murini MH-S.


TECNICHE UTILIZZATE NELLA RICERCA<br />

Come indici di stress ossidativo sono stati misurati: produzione di derivati della lipoperossidazione<br />

lipidica (TBARS); livello intracellulare di glutatione, principale molecola antiossidante intracellulare, sia<br />

nella forma ridotta (GSH) che ossidata (GSSG); attività della via dei pentosi (PPP); attività della G6PD e<br />

della 6PGD (due enzimi del PPP). Come indice di attivazione pro-infiammatoria è stata misurata la sintesi di<br />

NO. L’azione citotossica delle polveri è stata determinata in base al rilascio di lattato deidrogenasi (LDH)<br />

nell’ambiente extracellulare.<br />

RISULTATI DELLA RICERCA E LORO SIGNIFICATO<br />

Tutti i campioni di silice hanno mostrato effetti citotossici, evidenziati dal rilascio di LDH nel mezzo<br />

extracellulare. L'effetto, osservato dopo 24 ore di incubazione, è risultato dose-dipendente, con valore<br />

massimale a 100 µg/cm2. Però la minima concentrazione necessaria per indurre una significativa<br />

citotossicità differiva tra i campioni. La FK320 ha indotto un significativo rilascio di LDH a partire da 40<br />

µg/cm2, mentre il Qz, la VS e l'A50 sono risultati citotossici a partire già a 10 µg/cm2. La FK320 è risultata<br />

significativamente meno citotossica delle altre polveri testate.<br />

Dopo 24 ore di incubazione con 80 µg/cm2 di VS, A50 o Qz si è osservato un accumulo di TBARS; al<br />

contrario, l'incubazione con la stessa dose di FK320 non ha prodotto effetti significativi. A 20 µg/cm2 nessun<br />

campione di silice ha modificato significativamente i livelli di TBARS rispetto alle cellule di controllo. Dopo<br />

24 ore di incubazione con 20 µg/cm2 di polveri di silice, solo l'A50 ha indotto una diminuzione del PPP.<br />

Questo effetto era evidente sul PPP attivato dall'agente ossidante menadione. A 80 µg/cm2 tutte le silici<br />

hanno prodotto una significativa riduzione del PPP. L'inibizione era evidente sia sul PPP basale che sul PPP<br />

attivato da menadione.<br />

L'A50, ma non le altre silici, a 20 µg/cm2 ha significativamente diminuito anche l'attività della G6PD, il<br />

principale enzima regolatore del PPP. L'attività G6PD è stata inibita da tutti i campioni di silice a 80 µg/cm2,<br />

in concordanza con quanto osservato sull'attività PPP. D'altra parte l'attività della 6PGD, che catalizza una<br />

tappa successiva del PPP, non è stata significativamente inibita da alcuna silice. Una ridotta attività<br />

PPP/G6PD potrebbe compromettere la capacità di mantenere livelli intracellulari adeguati di GSH, necessari<br />

a proteggere la cellula dallo stress ossidativo.<br />

In accordo con questa ipotesi, dopo 24 ore di incubazione con 20 µg/cm2, solo l'A50 ha<br />

significativamente diminuito i livelli intracellulari di GSH, ed in parallelo aumentato i livelli di GSSG. A 80<br />

µg/cm2 tutte le silici hanno indotto un calo significativo di GSH, associato ad un aumento di GSSG. Dopo<br />

24 ore di incubazione, solo l'A50 ha indotto accumulo extracellulare di nitrito. A 80 µg/cm2 A50, VS e Qz<br />

hanno significativamente indotto la sintesi di nitrito. Invece la FK320 non ha prodotto variazioni di rilievo<br />

dei livelli di nitrito extracellulare alle dosi testate.


In base a questi dati si può concludere che i campioni di silice amorfa testati esercitano effetti citotossici,<br />

provocano perossidazione lipidica e sintesi di NO. La silice vetrosa e la silice pirogena Aerosil OX 50 sono<br />

in grado di indurre un'azione tossica maggiore del Qz, mentre la silice precipitata FK320 è la meno attiva.<br />

Inoltre, tutte le silici sono in grado di inibire PPP e G6PD ed abbassare il rapporto GSH/GSSG, rendendo le<br />

cellule più suscettibili al danno indotto da altri stress ossidativi. Anche in questo caso merita rilevare che<br />

l'inibizione causata dalla silice amorfa è maggiore di quella esercitata dalla silice cristallina, e che la silice<br />

pirogena Aerosil OX 50 risulta la più attiva.<br />

Questi dati sono in assoluto i primi che dimostrano una inibizione del PPP da parte della silice, sia<br />

cristalina che amorfa, suggerendo un nuovo meccanismo patogenetico per l'azione tossica della silice, e<br />

forniscono per la prima volta una valutazione della differenza di citotossicità tra campioni differenti di silice<br />

a basse dosi.<br />

PRODOTTI DELLA RICERCA<br />

La prima parte della ricerca è stata oggetto del seguente lavoro:<br />

- Manuela Polimeni, Elena Gazzano, Mara Ghiazza, Ivana Fenoglio, Amalia Bosia, Bice Fubini, <strong>Dario</strong><br />

<strong>Ghigo</strong>. Quartz inhibits glucose 6-phosphate dehydrogenase in murine alveolar macrophages, inviato<br />

alla rivista Chemical Research in Toxicology ed in corso di revisione dopo le osservazioni dei<br />

reviewers della rivista.

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