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Valutazione Ambientale Strategica [PDF - 5.006 KB] - Città di Giaveno

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1) INTRODUZIONE<br />

1.1. LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE<br />

Il cammino percorso dalla cultura della sostenibilità, iniziato a partire dal 1972 con il<br />

Rapporto del MIT <strong>di</strong> Boston, intitolato “I limiti dello sviluppo”, concretizzatosi dopo un<br />

ventennio con la Conferenza <strong>di</strong> Rio de Janeiro nel 1992, ha messo in evidenza come non sia<br />

più possibile prescindere dalla necessità <strong>di</strong> rendere compatibili con l’ambiente le <strong>di</strong>verse<br />

azioni umane e come sia fondamentale in<strong>di</strong>rizzare queste ultime verso uno sviluppo<br />

sostenibile, che presuppone una pianificazione territoriale in grado <strong>di</strong> definire in modo<br />

concreto le basi <strong>di</strong> coerenza spaziale dello sviluppo socioeconomico e culturale.<br />

La prima e forse più lineare definizione <strong>di</strong> “sviluppo sostenibile” è inclusa nel rapporto<br />

Brutland del 1987 e precisamente “quello sviluppo capace <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le necessità della<br />

generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le<br />

proprie necessità” che può essere riassunto in tre linee generali:<br />

- Usare le risorse rinnovabili al <strong>di</strong> sotto dei loro tassi <strong>di</strong> rigenerazione;<br />

- Usare le risorse non rinnovabili a tassi <strong>di</strong> consumo inferiori ai tassi <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong><br />

risorse sostitutive rinnovabili;<br />

- Limitare l’immissione nell’ambiente <strong>di</strong> agenti inquinanti al <strong>di</strong> sotto delle soglie <strong>di</strong><br />

capacità <strong>di</strong> assorbimento e <strong>di</strong> rigenerazione da parte dell’ambiente.<br />

Sono queste le tre asserzioni che è necessario tradurre in un quadro <strong>di</strong> pianificazione a<br />

<strong>di</strong>verse scale.<br />

L’introduzione della <strong>Valutazione</strong> <strong>Ambientale</strong> <strong>Strategica</strong> è finalizzata quin<strong>di</strong> a rivoluzionare il<br />

modo <strong>di</strong> pensare e <strong>di</strong> gestire il suolo. Infatti è ormai chiaro che un Piano Regolatore<br />

Generale, in quanto piano <strong>di</strong> assetto <strong>di</strong> tutto il territorio comunale, non deve solo<br />

preoccuparsi <strong>di</strong> fare scelte sostenibili ma deve mettere la sostenibilità come suo obbiettivo e<br />

questo deve essere perseguito attraverso una costruzione congiunta dello strumento <strong>di</strong><br />

pianificazione con la valutazione della sostenibilità delle sue scelte e dei suoi obbiettivi.<br />

La <strong>Valutazione</strong> <strong>Ambientale</strong> <strong>Strategica</strong> si rappresenta come una valutazione <strong>di</strong> sostenibilità da<br />

condursi in tre <strong>di</strong>versi momenti rispetto alla definizione degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione:<br />

- Ex ante, ovvero a monte della redazione del piano, per poter fornire le linee guida ed i<br />

criteri per lo sviluppo futuro;<br />

- In itinere, ovvero contestualmente alla gestazione del piano, <strong>di</strong>venendo parte<br />

integrante dello stesso.<br />

- Ex post, ovvero a valle dell’iter pianificatorio, come verifica a posteriori della<br />

sostenibilità del Piano;<br />

La valutazione, <strong>di</strong>retta a <strong>di</strong>ventare strumento <strong>di</strong> efficace aiuto al miglioramento della revisione<br />

<strong>di</strong> piano, deve usare metodologie applicative semplici, affinché possa essere facilmente<br />

comprensibile ed utilizzabile ai fini dell’ impostazione del Piano. La sua elaborazione, inoltre,<br />

consentendo <strong>di</strong> elaborare anche scenari alternativi <strong>di</strong> trasformazione del territorio, eleva<br />

livello <strong>di</strong> conoscenza e responsabilizzazione del decisore pubblico e della popolazione.<br />

1.2. IL RUOLO DEL PIANO URBANISTICO<br />

L’applicazione <strong>di</strong> un approccio organico, che valuta le trasformazioni condotte dall’attuazione<br />

del Piano urbanistico non solo nel campo umano, ma anche nel campo delle specie vegetali<br />

ed animali e dell’ ambiente, è reso possibile oggi dall’ evoluzione dei <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong><br />

pianificazione territoriale, in quanto attraverso essi si possono attivare tutte le leve per<br />

rendere coor<strong>di</strong>nati i “<strong>di</strong>segni urbanistici” con i “<strong>di</strong>segni ecologici”. La pianificazione locale<br />

comunale, in particolare, con l’approvazione dei Piano Territoriale Regionale e del il Piano<br />

Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Provincia, assume in sé tutta una serie <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong><br />

valutazioni a scala comunale, ma non può più perdere i riferimenti alle strategie territoriali a<br />

1


scala intercomunale, regionale, nazionale ed internazionale, in quanto spesso le politiche<br />

urbanistiche locali hanno effetti significativi in ambiti molto più vasti (ad esempio con ricadute<br />

sui bacini idrografici e sulla viabilità <strong>di</strong> collegamento anche internazionale).<br />

Il Piano, anche al fine <strong>di</strong> attivare finanziamenti a scala regionale, nazionale e soprattutto<br />

comunitaria, deve inoltre rendere coor<strong>di</strong>nate le azioni pianificatorie locali con le strategie<br />

politiche a scala più vasta, soprattutto in campo ambientale.<br />

In tal senso, con la redazione dello strumento urbanistico, deve essere attivato un apparato<br />

<strong>di</strong> valutazione della Sostenibilità ambientale me<strong>di</strong>ante processi <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong><br />

contabilizzazione delle trasformazioni, lette attraverso opportuni in<strong>di</strong>catori.<br />

1.3. IL QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO<br />

1.3.1 Direttiva “Habitat”, <strong>Valutazione</strong> d'incidenza, VIA e VAS<br />

La <strong>di</strong>rettiva "Habitat" non fa riferimento esplicito alla <strong>di</strong>rettiva sulla valutazione <strong>di</strong> impatto<br />

ambientale 85/337 CEE (mo<strong>di</strong>ficata dalla <strong>di</strong>rettiva 97/11 CEE). Emerge tuttavia con<br />

chiarezza che il fattore da cui <strong>di</strong>scende una valutazione ai sensi della <strong>di</strong>rettiva 85/337 CEE<br />

è pressoché identico a quello previsto dalla <strong>di</strong>rettiva 92/43 CEE: esso infatti è<br />

essenzialmente legato alla probabilità d'incidenza negativa. Analogamente, dall'analisi<br />

della recente <strong>di</strong>rettiva sulla VAS (2001/42/CE) emerge che tutti i piani da sottoporre a VAS<br />

richiedono la valutazione d'incidenza riferibile all'art. 6 della <strong>di</strong>rettiva "Habitat".<br />

Quando progetti e piani sono soggetti alle <strong>di</strong>rettive VIA e VAS, la valutazione d'incidenza<br />

può far parte <strong>di</strong> queste due valutazioni: in questi casi, all'interno della VIA o all'interno della<br />

VAS, devono essere considerate specificatamente le possibili incidenze negative riguardo<br />

agli obiettivi <strong>di</strong> conservazione del sito. Quando non vi sono gli estremi per sottoporre il<br />

progetto alla VIA o il piano alla VAS, la valutazione <strong>di</strong> incidenza deve comunque essere<br />

realizzata, producendo una documentazione adeguata a consentire una valutazione<br />

sufficientemente motivata.<br />

Gli strumenti <strong>di</strong> pianificazione, a qualsiasi livello territoriale, devono recepire gli in<strong>di</strong>rizzi<br />

della <strong>di</strong>rettiva "Habitat" e garantire il coor<strong>di</strong>namento delle finalità <strong>di</strong> conservazione ai sensi<br />

della <strong>di</strong>rettiva stessa con gli obiettivi da perseguire nella pianificazione e le conseguenti<br />

azioni <strong>di</strong> trasformazione.<br />

Piú precisamente, tali piani devono tenere conto della presenza dei siti Natura 2000<br />

nonché delle loro caratteristiche ed esigenze <strong>di</strong> tutela. Dunque è necessario che<br />

contengano:<br />

il nome e la localizzazione dei siti Natura 2000,<br />

il loro stato <strong>di</strong> conservazione,<br />

il quadro conoscitivo degli habitat e delle specie in essi contenuti,<br />

le opportune prescrizioni finalizzate al mantenimento in uno stato <strong>di</strong> conservazione<br />

sod<strong>di</strong>sfacente degli habitat e delle specie presenti.<br />

Le informazioni che è necessario fornire riguardo ad habitat e specie dovranno essere<br />

sempre piú specifiche e localizzate man mano che si passa da tipologie <strong>di</strong> piani <strong>di</strong> ampio<br />

raggio (piani dei parchi, piani <strong>di</strong> bacino, piani territoriali regionali, piani territoriali <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento provinciale, ecc.), a piani circoscritti e puntuali (piani <strong>di</strong> localizzazione <strong>di</strong><br />

infrastrutture e impianti a rete, piani attuativi).<br />

1.3.2 La legge regionale piemontese<br />

La Legge Regionale n. 40 del 14 <strong>di</strong>cembre 1998, recante “Disposizioni concernenti la<br />

compatibilità ambientale e le procedure <strong>di</strong> valutazione” ha definito nuovi ruoli per regione,<br />

province e comuni in materia <strong>di</strong> <strong>Valutazione</strong> <strong>di</strong> Impatto <strong>Ambientale</strong> (V.I.A.), stabilendo<br />

metodologie e criteri per l'approccio alle tematiche della compatibilità ambientale e della<br />

valutazione preventiva e integrata degli effetti indotti dalle trasformazioni operate sul<br />

territorio. All'interno <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>sposto legislativo, oltre alla <strong>di</strong>sciplina delle procedure<br />

amministrative inerenti alla V.I.A. <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> opere, sottoposte secondo <strong>di</strong>versi livelli alle<br />

analisi <strong>di</strong> compatibilità ambientale, trova spazio la definizione <strong>di</strong> una normativa tesa a<br />

2


garantire la salvaguar<strong>di</strong>a dell'ambiente a partire dagli strumenti che definiscono l'assetto del<br />

territorio.<br />

Con l’entrata in vigore della legge infatti, il tema della valutazione ambientale dei piani e<br />

programmi, conosciuta anche come <strong>Valutazione</strong> <strong>Ambientale</strong> <strong>Strategica</strong> (V.A.S.), è<br />

espressamente definito dall’articolo 20, “Compatibilità ambientale <strong>di</strong> piani e programmi”,<br />

secondo il quale, al comma 1, “Gli strumenti <strong>di</strong> programmazione e pianificazione, che<br />

rientrano nel processo decisionale relativo all'assetto territoriale e che costituiscono il quadro<br />

<strong>di</strong> riferimento per le successive decisioni d'autorizzazione, sono pre<strong>di</strong>sposti in coerenza con<br />

gli obiettivi <strong>di</strong> tutela ambientale stabiliti nell'ambito degli accor<strong>di</strong> internazionali, delle<br />

normative comunitarie, delle leggi e degli atti <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo nazionali e regionali, e sono stu<strong>di</strong>ati<br />

ed organizzati sulla base <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> compatibilità ambientale”.<br />

Il riferimento <strong>di</strong> contesto <strong>di</strong> questo primo comma è quin<strong>di</strong> duplice: da una parte quello<br />

sovraor<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> carattere nazionale ed europeo, dall’altra quello regionale.<br />

Come è noto la valutazione ambientale dei piani e programmi, sebbene prevista in sede<br />

legislativa europea fin dall’introduzione della <strong>Valutazione</strong> <strong>di</strong> Impatto <strong>Ambientale</strong> (V.I.A.) e<br />

della Direttiva Habitat, rispettivamente le Direttive 85/337/CEE e 92/43/CEE, e nell’Atto <strong>di</strong><br />

In<strong>di</strong>rizzo e Coor<strong>di</strong>namento del Ministero dell’Ambiente del 1996, è entrata solo <strong>di</strong> recente a<br />

far parte, sotto forma <strong>di</strong> prescrizioni o <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo più o meno formalizzate, delle<br />

procedure <strong>di</strong> pianificazione <strong>di</strong> molti paesi europei, trovandosi pertanto al centro <strong>di</strong> una serie<br />

<strong>di</strong> proposte comunitarie oltre che nazionali e finanche regionali.<br />

Con l’approvazione, il 27 giugno 2001, da parte del Parlamento Europeo e del Consiglio,<br />

della Direttiva 2001/42/CE2 concernente la valutazione degli effetti <strong>di</strong> determinati piani e<br />

programmi sull’ambiente, il tema della cosiddetta valutazione ambientale e strategica<br />

(V.A.S.) ha trovato una sua più formale e compiuta elaborazione nell’ambito normativo<br />

europeo. Obiettivo della Direttiva, come del resto <strong>di</strong> altri livelli legislativi statali e regionali, è<br />

l’integrazione delle tematiche ambientali nella preparazione ed adozione dei Piani e<br />

Programmi con la finalità <strong>di</strong> promuovere uno sviluppo sostenibile, garantendo che venga<br />

effettuata una valutazione ambientale (environmental assessment) dei piani e dei programmi<br />

che possono avere significativi effetti sull’ambiente.<br />

Recita infatti l’articolo 1 della nuova Direttiva: “la presente <strong>di</strong>rettiva ha l'obiettivo <strong>di</strong> garantire<br />

un elevato livello <strong>di</strong> protezione dell'ambiente e <strong>di</strong> contribuire all'integrazione <strong>di</strong> considerazioni<br />

ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione <strong>di</strong> piani e programmi al fine <strong>di</strong><br />

promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente <strong>di</strong>rettiva, venga<br />

effettuata la valutazione ambientale <strong>di</strong> determinati piani e programmi che possono avere<br />

effetti significativi sull'ambiente”.<br />

I piani quin<strong>di</strong>, dovrebbero essere, in misura crescente, assoggettati a procedure <strong>di</strong><br />

valutazione in campo ambientale (formali ed informali), intese ad in<strong>di</strong>viduare, a livello<br />

strategico, i potenziali impatti ambientali suscettibili <strong>di</strong> determinarsi nel corso dell’attuazione<br />

del piano o programma.<br />

Tale livello <strong>di</strong> valutazione ambientale è stato denominato “valutazione ambientale strategica”<br />

(V.A.S.) e può essere definito come segue:<br />

“un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze in campo ambientale delle azioni<br />

proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito <strong>di</strong> programmi – al fine <strong>di</strong> garantire che tali<br />

conseguenze siano pienamente incluse e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del<br />

processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico e sociale”.<br />

Le valutazioni dei piani e dei programmi riguarderanno problemi e relazioni <strong>di</strong> scala<br />

territoriale più ampia (da definirsi puntualmente a livello <strong>di</strong> ciascun Stato membro) e si<br />

concentreranno su impatti strategici, mentre le valutazioni <strong>di</strong> impatto ambientale tendono<br />

invece a concentrarsi maggiormente su uno specifico progetto in una localizzazione<br />

specifica.<br />

Sul piano teorico e procedurale la valutazione ex ante precede e accompagna la definizione<br />

dei piani e programmi <strong>di</strong> cui è parte integrante, <strong>di</strong>ventando parte dello stesso processo<br />

decisionale.<br />

3


E' pure compito della valutazione ambientale strategica l'in<strong>di</strong>viduazione delle con<strong>di</strong>zioni da<br />

porre alle trasformazioni del territorio, e delle misure <strong>di</strong> pianificazione volte ad impe<strong>di</strong>re,<br />

mitigare o compensare gli effetti negativi delle scelte.<br />

Per quanto concerne la Regione Piemonte, con la legge n. 40 del 1998 sulla V.I.A., si è<br />

anticipata l’applicazione della procedura <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> impatto sui piani e programmi,<br />

limitandola però, come sopra richiamato, alla sola introduzione della procedura in termini <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>sposizione della “relazione <strong>di</strong> compatibilità ambientale”, non ancora quin<strong>di</strong><br />

funzionalmente interconnessa all’insieme del processo decisionale relativo alla valutazione <strong>di</strong><br />

impatto strategica e <strong>di</strong> approvazione dei piani.<br />

1.3.3 IL D Lgs 152/2006<br />

In data 3 aprile 2006, con il Decreto Legislativo 152/2006, venivano recepite in particolare le<br />

<strong>di</strong>rettive 2001/42/CE, concernente la valutazione degli effetti <strong>di</strong> determinati piani e programmi<br />

sull'ambiente, e 85/337/CEE, come mo<strong>di</strong>ficata dalle <strong>di</strong>rettive 97/11/CE, e 2003/35/CE<br />

concernente la valutazione <strong>di</strong> impatto ambientale <strong>di</strong> determinati progetti pubblici e privati,<br />

nonche' rior<strong>di</strong>no e coor<strong>di</strong>namento delle procedure per la valutazione <strong>di</strong> impatto ambientale<br />

(VIA), per la valutazione ambientale strategica (VAS) e per la prevenzione e riduzione<br />

integrate dell'inquinamento (IPPC)<br />

L' Art. 4 (Contenuti ed obiettivi) della Parte Seconda, Titolo I, Norme Generali del D Lgs<br />

succitato, così recita:<br />

"1. Le norme <strong>di</strong> cui alla parte seconda del presente decreto costituiscono attuazione:<br />

a) della <strong>di</strong>rettiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno<br />

2001, concernente la valutazione degli effetti <strong>di</strong> determinati piani e programmi<br />

sull'ambiente, con i seguenti obiettivi:<br />

1) garantire un elevato livello <strong>di</strong> protezione dell'ambiente;<br />

2) contribuire all'integrazione <strong>di</strong> considerazioni ambientali nelle fasi <strong>di</strong><br />

elaborazione, <strong>di</strong> adozione e <strong>di</strong> approvazione <strong>di</strong> determinati piani e programmi<br />

al fine <strong>di</strong> promuovere lo sviluppo sostenibile;<br />

3) promuovere l'utilizzo della valutazione ambientale nella stesura dei piani e dei<br />

programmi statali, regionali e sovracomunali;<br />

4) assicurare che venga comunque effettuata la valutazione ambientale dei piani<br />

e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente ...<br />

2. La valutazione ambientale strategica, o semplicemente valutazione ambientale,<br />

riguarda i piani e programmi <strong>di</strong> intervento sul territorio ed e' preor<strong>di</strong>nata a garantire che<br />

gli effetti sull'ambiente derivanti dall'attuazione <strong>di</strong> detti piani e programmi siano presi in<br />

considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione.<br />

3. La procedura per la valutazione ambientale strategica costituisce, per i piani e<br />

programmi sottoposti a tale valutazione, parte integrante del proce<strong>di</strong>mento or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong><br />

adozione ed approvazione. I provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> approvazione adottati senza la previa<br />

valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono nulli. "<br />

A tale fine, i successivi articoli della Parte Seconda, Titolo I – Norme generali – e Titolo II –<br />

<strong>Valutazione</strong> ambientale strategica – VAS ed in particolare l'Art. 5 (Definizioni) Art. 7 (Ambito<br />

<strong>di</strong> applicazione), Art. 8 (Integrazione della valutazione ambientale nei proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong><br />

pianificazione) Art. 9 ( Rapporto ambientale) Art.10 (Consultazioni), Art. 12 ( Giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong><br />

compatibilità ambientale ed approvazione del piano o programma proposto), Art 14<br />

(Monitoraggio) definiscono le procedure della <strong>Valutazione</strong> ambientale strategica,<br />

precisandone i contenuti nell' Allegato 1 della parte seconda.<br />

Essi sono i seguenti:<br />

4


"ALLEGATO I<br />

Informazioni da inserire nel rapporto ambientale<br />

Le informazioni da fornire con rapporti ambientali che devono accompagnare le proposte <strong>di</strong> piani e <strong>di</strong><br />

programmi sottoposti a valutazione ambientale strategica sono:<br />

a) illustrazione (lei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con<br />

altri pertinenti piani o programmi;<br />

b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza<br />

l'attuazione del piano o del programma;<br />

c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate;<br />

d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in<br />

particolare quelli relativi ad aree <strong>di</strong> particolare rilevanza ambientale, quali le zone<br />

designate come zone <strong>di</strong> protezione speciale per la t conservazione degli uccelli selvatici e<br />

quelli classificali come siti <strong>di</strong> importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e<br />

dalla flora e della fauna selvatica;<br />

e) obiettivi <strong>di</strong> protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati<br />

membri, pertinenti al piano o a) programma, e il modo in cui, durante la sua<br />

preparazione, si è tenuto conto <strong>di</strong> detti obiettivi e <strong>di</strong> ogni considerazione ambientale;<br />

f) possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la bio<strong>di</strong>versita, la popolazione,<br />

la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni ambientali, il<br />

patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione ira i<br />

suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli effetti significativi, compresi quelli secondari,<br />

cumulativi, sinergici, a breve, me<strong>di</strong>o e lungo termine permanenti e temporanei, positivi e<br />

negativi;<br />

g) misure previste per impe<strong>di</strong>re. ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli<br />

eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma;<br />

h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative in<strong>di</strong>viduate e una descrizione <strong>di</strong> come é<br />

stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali <strong>di</strong>fficoltà incontrate (ad esempio<br />

carenze tecniche o <strong>di</strong>fficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli)<br />

nella raccolta delle informazioni richieste;<br />

i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli effetti<br />

ambientali significativi derivanti dall'attuazione dei piani o del programma proposto;<br />

l) sintesi non tecnica delle informazioni <strong>di</strong> cui alle lettere precedenti."<br />

1.3.4 La procedura valutativa<br />

L’articolo 20 della Legge regionale 40 del 14 <strong>di</strong>cembre 1998 definisce, ai commi da 2 a 5, le<br />

modalità <strong>di</strong> ottemperanza e <strong>di</strong> conseguimento degli obiettivi <strong>di</strong>chiarati al comma 1 della legge<br />

medesima. Le informazioni richieste dall' Allegato 1 del D Lgs 152/2006 completano e<br />

chiariscono quanto già richiesto dalla legge regionale. Inoltre, in merito alle procedure, si<br />

ritiene che anch' esse possano essere assimilabili a quelle già previste, ovvero, secondo la<br />

LR 40/98:<br />

"2. (…) i piani e i programmi (…) e le loro varianti sostanziali contengono all'interno della<br />

relazione generale le informazioni relative all'analisi <strong>di</strong> compatibilità ambientale come<br />

specificate all'allegato F. l'analisi condotta valuta gli effetti, <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti,dell'attuazione<br />

del piano o del programma sull'uomo, la fauna, la flora, il suolo e il sottosuolo, le acque<br />

superficiali e sotterranee, l'aria, il clima, il paesaggio, l'ambiente urbano e rurale, il<br />

patrimonio storico, artistico e culturale, e sulle loro reciproche interazioni, in relazione al<br />

livello <strong>di</strong> dettaglio del piano o del programma e fornisce in<strong>di</strong>cazioni per le successive fasi<br />

<strong>di</strong> attuazione.<br />

3. L'adozione e l'approvazione dei piani e programmi (…), da parte delle autorità preposte,<br />

avviene anche alla luce delle informazioni e delle valutazioni <strong>di</strong> cui al comma 2.<br />

4. Agli effetti della presente legge, qualunque soggetto può presentare all'autorità preposta<br />

all'approvazione dello strumento <strong>di</strong> pianificazione o programmazione osservazioni in<br />

or<strong>di</strong>ne alla compatibilità ambientale, nel periodo <strong>di</strong> pubblicazione previsto dalla normativa<br />

5


<strong>di</strong> competenza. Tale autorità assume il provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> competenza tenendo conto<br />

anche delle osservazioni pervenute.<br />

5. I piani e programmi stu<strong>di</strong>ati ed organizzati sulla base <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> compatibilità<br />

ambientale possono prevedere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esclusione automatica dalla procedura <strong>di</strong><br />

VIA <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> cui agli allegati B1, B2 e B3, non ricadenti, neppure parzialmente, in<br />

aree protette, come previsto dall'articolo 10, comma 4, nonché criteri per l'autorità<br />

competente da utilizzare nella fase <strong>di</strong> verifica <strong>di</strong> cui all'articolo 10, commi 1, 2 e 3. Tali<br />

piani e programmi possono altresì prevedere <strong>di</strong> sottoporre alla procedura <strong>di</strong> VIA tipologie<br />

<strong>di</strong> opere o interventi non incluse negli allegati A1, A2, B1, B2 e B3, in relazione alla<br />

particolare sensibilità ambientale <strong>di</strong> un territorio; in questo caso l'autorità preposta<br />

all'adozione e approvazione dello strumento notifica alla Regione le decisioni assunte al<br />

fine <strong>di</strong> consentire gli adempimenti <strong>di</strong> cui all'articolo 23, comma 6.<br />

Sull’applicazione del <strong>di</strong>sposto legislativo regionale, si esprime inoltre il Presidente della<br />

Giunta Regionale con il Comunicato del 6 Novembre 2000 (pubblicato in BUR n.46, del<br />

15/11/2000) che introduce gli aspetti da considerare al momento della pre<strong>di</strong>sposizione degli<br />

strumenti urbanistici; l’analisi <strong>di</strong> compatibilità si configura soprattutto come una valutazione <strong>di</strong><br />

sintesi secondo i punti elencati all’allegato F della legge regionale. In altri termini, con<br />

riferimento agli adempimenti <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento tematico propedeutici alla<br />

formazione del P.R.G.C. secondo la legge urbanistica regionale (usi del suolo ad in<strong>di</strong>rizzo<br />

agricolo-forestale, assetto idrogeologico. Beni culturali e a ambientali, ecc.), si “tende quin<strong>di</strong><br />

ad approfon<strong>di</strong>re ed a sistematizzare una serie <strong>di</strong> analisi e valutazioni, che risultano già in<br />

parte previste dalla L.R. 56/1977 e s.m.i., in modo da esplicitare il processo che ha<br />

determinato l'assunzione delle scelte <strong>di</strong> piano in merito al rapporto con la salvaguar<strong>di</strong>a del<br />

territorio e alla compatibilità ambientale <strong>di</strong> quanto previsto”.<br />

Inoltre l'applicazione dell’articolo 20, pone pertanto “una questione <strong>di</strong> "visibilità" dei contenuti<br />

inerenti a tali fattispecie, onde garantire la trasparenza delle scelte operate e la possibilità <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>alogo tra istituzioni e soggetti pubblici o privati su questi temi.” Risultando pertanto<br />

necessario sintetizzare tutti gli elementi in<strong>di</strong>spensabili a supportare le previsioni <strong>di</strong> piano in<br />

un quadro che sia propedeutico alla pre<strong>di</strong>sposizione del piano stesso e che sia verificato al<br />

momento della sua formazione, dando atto della coerenza delle scelte operate in relazione<br />

alla compatibilità ambientale.<br />

Ciò significa, ad esempio, che la valutazione <strong>di</strong> compatibilità non si configura per un ruolo<br />

finalizzato ad escludere automaticamente dalla procedura <strong>di</strong> V.I.A. i progetti ricadenti in<br />

allegato B1, B2 e B3 della LR 40, così come previsto al punto 5 dell’art.20, contemplandosi<br />

invece l’opportunità, sempre in accordo con lo stesso punto 5 citato, <strong>di</strong> prevedere opportune<br />

e specifiche procedure <strong>di</strong> VIA per opere non incluse negli allegati della L. R. 40 stante<br />

particolari situazioni <strong>di</strong> sensibilità ambientali e territoriali.<br />

Ai fini applicativi lo stesso <strong>di</strong>sposto dell’articolo 20 esplicita, al comma 4) le modalità<br />

partecipative: la fase <strong>di</strong> pubblicazione, <strong>di</strong>sciplinata per ogni singolo strumento urbanistico dai<br />

<strong>di</strong>sposti della L.R. 56/1977 e s.m.i., rappresenta il momento istituzionale per garantire il<br />

<strong>di</strong>alogo tra amministrazione proponente il piano e soggetti pubblici o privati, me<strong>di</strong>ante la<br />

formulazione <strong>di</strong> osservazioni che possono essere riferite anche alla compatibilità ambientale.<br />

Per permettere che i contenuti <strong>di</strong> tali osservazioni possano incidere già in fase <strong>di</strong> formazione<br />

del piano, la Circolare definisce come in<strong>di</strong>rizzo che, “nel caso in cui il soggetto preposto<br />

all'adozione non coincida con quello preposto all'approvazione, l'amministrazione adottante il<br />

piano:<br />

- debba esplicitare formalmente, in fase <strong>di</strong> pubblicazione, la possibilità <strong>di</strong> inoltrare ad essa<br />

stessa, oltre che all'autorità competente per l'approvazione, le eventuali osservazioni sui<br />

temi ambientali;<br />

- trasmetta all'autorità competente per l'approvazione, con l'inoltro del piano, l'elenco delle<br />

osservazioni pervenute in merito alla compatibilità ambientale”.<br />

6


Più esplicitamente la circolare in<strong>di</strong>ca le conseguenze applicative sotto il profilo<br />

amministrativo e tecnico:<br />

Adempimenti amministrativi<br />

- La fase <strong>di</strong> adozione degli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica dovrà<br />

rispettare quanto <strong>di</strong>sposto ai commi 1, 2, 3 e 4 dell'articolo 20 della L.R. 40/1998.<br />

- La fase <strong>di</strong> approvazione degli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica<br />

dovrà rispettare quanto <strong>di</strong>sposto ai commi 3 e 4 dell'articolo 20 della L.R. 40/1998.<br />

- Nelle delibere <strong>di</strong> adozione e <strong>di</strong> approvazione <strong>di</strong> detti strumenti sarà esplicitato il rispetto<br />

dei <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> cui all'articolo 20 della L.R. 40/1998.<br />

- Nella procedura <strong>di</strong> pubblicazione degli stessi, dovrà pure essere chiaramente esplicitata<br />

l'opportunità, da parte <strong>di</strong> qualunque soggetto, <strong>di</strong> formulare osservazioni anche in or<strong>di</strong>ne<br />

alla compatibilità ambientale delle scelte <strong>di</strong> piano.<br />

Il D.Lgs 152/2006 non si <strong>di</strong>scosta per gli adempimenti amministrativi molto da quanto<br />

previsto dalla legge regionale,<br />

Contenuti tecnici<br />

- Ai sensi del comma 2 dell'articolo 20 della L.R. 40/1998, si dovrà pre<strong>di</strong>sporre un apposito<br />

capitolo della Relazione Illustrativa allo strumento o un apposito fascicolo, che inquadri la<br />

situazione generale in riferimento alle voci <strong>di</strong> cui all'allegato F della L.R. 40/1998,<br />

rinviando, se del caso, ai singoli elaborati <strong>di</strong> piano per le specifiche indagini e<br />

prescrizioni. Tale capitolo dovrà esplicitare i risultati dell'analisi <strong>di</strong> compatibilità<br />

ambientale e le finalità <strong>di</strong> tutela ambientale del piano, richiamando le motivazioni che,<br />

sotto il profilo ambientale, hanno supportato le scelte operate.<br />

1.3.4 Articolazione della relazione <strong>di</strong> compatibilità ambientale per i piani urbanistici<br />

Nel gennaio 2003, a seguito <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti svolti dalle strutture regionali, viene<br />

pre<strong>di</strong>sposta una circolare esplicativa dell’ art. 20 L.R. 40/98 (Circolare del presidente della<br />

Giunta Regionale 13 gennaio 2003, n. 1/PET, pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 4 del<br />

23/01/2003), con particolare riferimento agli strumenti urbanistici comunali. La circolare<br />

affronta in modo complessivo i contenuti dell’ analisi <strong>di</strong> compatibilità ambientale in relazione<br />

alle tematiche da affrontare negli strumenti <strong>di</strong> pianificazione comunale fornendo un in<strong>di</strong>ce<br />

ragionato delle relazione <strong>di</strong> compatibilità ambientale del piano, che dovrà contenere tutti gli<br />

elementi necessari ad ottemperare a quanto richiesto dall’articolo 20 e dall’allegato F della<br />

legge regionale 40/1998.<br />

ARTICOLAZIONE DELLA RELAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE<br />

INTRODUZIONE Contenuti del piano ed obiettivi generali /Alternative stu<strong>di</strong>ate<br />

DESCRIZIONE E<br />

CLASSIFICAZIONE DEL<br />

TERRITORIO<br />

Sud<strong>di</strong>visione del territorio comunale interessato in ambiti<br />

omogenei rispetto alle caratteristiche comuni<br />

DEFINIZIONE OBIETTIVI<br />

E AZIONI<br />

Obiettivi <strong>di</strong> tutela ambientale e azioni generali previste per il<br />

loro conseguimento<br />

PREVISIONI DI PIANO<br />

Correlazioni fra previsioni e azioni per il raggiungimento degli<br />

obiettivi<br />

Conseguenze relative all’attuazione delle previsioni e bilancio<br />

ANALISI DEGLI IMPATTI sulla sostenibilità globale / Verifica previsioni ed eventuali<br />

mo<strong>di</strong>fiche localizzative<br />

RICADUTE NORMATIVE<br />

E PREVISIONALI<br />

In<strong>di</strong>rizzi o prescrizioni da inserire nel testo normativo / misure<br />

compensative / quadro sinottico<br />

Sintesi dei principali contenuti espressi in linguaggio non<br />

SINTESI DEI CONTENUTI<br />

tecnico<br />

7


1.4 LA METODOLOGIA DEL PROCESSO DI VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’<br />

AMBIENTALE<br />

1.4.1 Finalità<br />

Lo scopo della Relazione <strong>di</strong> Compatibilità <strong>Ambientale</strong> a supporto della Prima Revisione al<br />

piano Regolatore del Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è <strong>di</strong> valutare gli effetti ed in<strong>di</strong>retti dell’ attuazione<br />

delle azioni previste dalla Revisione medesima sull’ uomo, sulle componenti ambientali e<br />

sulle reciproche interazioni al livello <strong>di</strong> dettaglio delle azioni della revisione stessa.<br />

Essa segue le linee guida introdotte con la Circolare del gennaio 2003 n. 1/PET, secondo lo<br />

schema seguente:<br />

1.4.2 Il percorso <strong>di</strong> formazione del processo<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è dotato <strong>di</strong> P.R.G.C. approvato dalla Regione Piemonte con DGR n. 66-<br />

17186 del 21/9/1992; allo strumento urbanistico generale vigente sono state apportate le<br />

seguenti varianti:<br />

- Variante n. 1, approvata dalla Regione Piemonte con D.G.R. n. 5-22541 del 29/9/1997;<br />

- Variante parziale n. 1bis, approvata, con le procedure dell’Art. 17, 7° comma della L.R.<br />

56/77 e s.m.i., con delibera C.C. n. 67 del 30/11/1998.<br />

- Decreto del Sindaco n. 1/99 del 5/2/1999 <strong>di</strong> parziale riduzione della fascia <strong>di</strong> rispetto<br />

cimiteriale, a seguito <strong>di</strong> parere favorevole del Consiglio Regionale <strong>di</strong> Sanità n. 22 del<br />

25/1/1999, per l’ampliamento e la bonifica dell’area esistente destinata alla raccolta<br />

<strong>di</strong>fferenziata dei rifiuti.<br />

- Variante parziale 1 ter, approvata, con le procedure dell’Art.17, 7° comma della L.R.<br />

56/77 e s.m.i., con delibera C.C. n. 24 del 29 febbraio 2000.<br />

- Variante parziale 1 quater, approvata, con le procedure dell’Art.17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i., con delibera C.C. n. 55 del 26 settembre 2000.<br />

- Variante parziale 1 quinquies, approvata, con le procedure dell’Art.17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i., con delibera C.C. n. 48 del 19/10/2001 .<br />

- Variante parziale 1 sexies, approvata, con le procedure dell’Art.17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i., con delibera C.C. n. 37 dell’ 8/07/2002<br />

- Variante parziale 1 septies, approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i.. con delibera C.C. n. 6 del 10/02/2003.<br />

- Variante parziale 1 octies, approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i, con delibera C.C. n. 6 del 12.02.2004<br />

8


- Variante obbligatoria <strong>di</strong> adeguamento del P.R.G.C. al Piano <strong>di</strong> Assetto idrogeologico<br />

(P.A.I.) adottata con delibera <strong>di</strong> C.C. n°27 del 20.09.2004<br />

- Variante parziale 1 nonies, approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i, con delibera C.C. n. 9 del 13.02.2006<br />

- Variante parziale 1 decies, approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i, con delibera C.C. n. 16 del 12.06.2006<br />

- Variante parziale 1 undecies, approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i, con delibera C.C. n. … del<br />

- Variante parziale 1 duodecies: approvata, con le procedure dell’ Art. 17, 7° comma della<br />

L.R. 56/77 e s.m.i, con Deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Comunale n°44 del 27.09.2007<br />

- Adozione del Piano <strong>di</strong> Classificazione Acustica comunale, con delibera C.C. n. °26 del<br />

20.09.2004;<br />

- Approvazione del Nuovo Regolamento E<strong>di</strong>lizio Comunale con Del. C.C. n. n°61 del<br />

02.12.2005 - pubblicato sul BUR n°52 del 29.12.2005; mo<strong>di</strong>ficato con deliberazione del<br />

Consiglio Comunale n°17 del 12.06.2006 e pubblicato sul BUR n°28 del 13.07.2006;<br />

mo<strong>di</strong>ficato con deliberazione del Consiglio Comunale n°42 del 27.09.2007 - pubblicato<br />

sul BUR n°42 del 18.10.2007<br />

- Adozione dei Criteri per il rilascio delle autorizzazioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e strutture <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, e<br />

riconoscimento <strong>di</strong> addensamenti e localizzazioni ai sensi della DCR n. 563-31414 del 29<br />

ottobre 1999 e s.m.i. “In<strong>di</strong>rizzi generali e criteri <strong>di</strong> programmazione urbanistica per l’<br />

inse<strong>di</strong>amento del commercio al dettaglio in sede fissa”, con Delibera C.C. n. 7 del<br />

09.03.2007<br />

Il processo <strong>di</strong> elaborazione degli atti della revisione Generale del PRGC si è sviluppato a<br />

partire da una esplicitazione <strong>di</strong> posizioni espresse dall’ Amministrazione Comunale in or<strong>di</strong>ne<br />

allo stato della pianificazione del comune ed alla esigenza <strong>di</strong> un nuovo strumento urbanistico<br />

orientato sui nuovi in<strong>di</strong>rizzi contenuti nel Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della provincia<br />

<strong>di</strong> Torino.<br />

L’Analisi <strong>di</strong> Compatibilità <strong>Ambientale</strong> è stata impostata seguendo un approccio<br />

metodologico in<strong>di</strong>rizzato verso:<br />

- la verifica <strong>di</strong> congruità fra gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo locale e gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo del<br />

contesto territoriale, in modo particolare in riferimento a quelli delineati nel P.T.C.P.<br />

della Provincia <strong>di</strong> Torino. A tale proposito il P.T.C.P. definisce un sistema <strong>di</strong> obiettivi<br />

strategici generali, vali<strong>di</strong> per l’intero territorio provinciale ed un sistema <strong>di</strong> obiettivi<br />

settoriali (o d'ambito) rispondenti alle <strong>di</strong>fferenti caratteristiche fisico-naturali e del<br />

sistema socio-demografico inse<strong>di</strong>ato;<br />

- la sistematizzazione delle azioni <strong>di</strong> piano e la valutazione degli effetti<br />

sull'ambiente;<br />

- la verifica, attraverso la definizione e recepimento <strong>di</strong> uno specificato set <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> sostenibilità, della funzionalità degli interventi rispetto agli obiettivi assunti<br />

ai <strong>di</strong>fferenti livelli, ovvero la verifica della corrispondenza obiettivi - azioni e della<br />

coerenza fra gli obiettivi stessi Ciò implica la valutazione della capacità delle azioni <strong>di</strong><br />

mo<strong>di</strong>ficare in modo significativo la misura degli in<strong>di</strong>catori selezionati e la verifica della<br />

congruità rispetto al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.<br />

Il percorso <strong>di</strong> valutazione (sintetizzato nello schema della pagina seguente) ha<br />

necessariamente tenuto conto dell'iter processuale della redazione degli atti del P.R.G.C.<br />

del Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>.<br />

A tale proposito è stato inizialmente preso come documento d'in<strong>di</strong>rizzo, sulla base dei<br />

risultati emersi dalle analisi preliminari, (Ve<strong>di</strong> anche Documento A1 – Analisi dello stato <strong>di</strong><br />

fatto) per gli obiettivi, le relative azioni <strong>di</strong> piano e la formulazione degli orientamenti iniziali del<br />

piano.<br />

9


Si possono sinteticamente richiamare, come primi obiettivi, i seguenti temi:<br />

a) Una prima serie <strong>di</strong> notazioni riguardano i limiti e le incongruenze della pianificazione<br />

vigente, ovvero<br />

a1) Una non più aggiornata conoscenza del territorio comunale sia dal punto <strong>di</strong><br />

vista inse<strong>di</strong>ativo che dal punto <strong>di</strong> vista infrastrutturale ed ambientale, che ha<br />

comportato una completa ricostruzione e mappatura delle aree e dati (compresa<br />

la cartografia) ed una complessa opera <strong>di</strong> informatizzazione che costituisce lo<br />

strumento e l'ambiente <strong>di</strong> lavoro per la redazione degli atti del P.R.G.C.;<br />

a2) La mancata previsione, a seguito della non adozione del tracciato della<br />

circonvallazione sud, <strong>di</strong> una struttura viaria che affrontasse in modo organico le<br />

problematiche del traffico veicolare e della mobilità in generale sul territorio<br />

comunale<br />

b) A queste carenze strutturali si sono sommate nuove esigenze, derivate in parte da<br />

necessità sopravvenute nel frattempo, ed in parte da <strong>di</strong>sposti <strong>di</strong> nuove normative ed<br />

in<strong>di</strong>rizzi (adeguamento al PAI ed alla circolare 7/LAP, adeguamento alla nuova legge<br />

sul commercio, ai <strong>di</strong>sposti del Piano territoriale <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento della Provincia <strong>di</strong><br />

Torino, ovvero:<br />

b1) La riqualificazione, articolazione, potenziamento e messa a sistema dei servizi<br />

esistenti all'interno del perimetro urbanizzato;<br />

b2) La necessità <strong>di</strong> provvedere al fabbisogno abitativo per il prossimo decennio, sulla<br />

base <strong>di</strong> contenute previsioni;<br />

b3) La sistemazione e revisione del Distretto produttivo, sia in termini <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento<br />

<strong>di</strong> fabbisogni inse<strong>di</strong>ativi, che <strong>di</strong> razionalizzazione <strong>di</strong> viabilità e potenziamento <strong>di</strong><br />

servizi<br />

b4) Una necessaria rivisitazione del sistema della viabilità anche a scala locale al fine <strong>di</strong><br />

riorganizzazione efficacemente la mobilità in rapporto <strong>di</strong>retto e riequilibrato con i<br />

caratteri inse<strong>di</strong>ativi del luogo, evitando comunque sovra<strong>di</strong>mensionamenti e<br />

<strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> risorse;<br />

b5) L’ esigenza comunque <strong>di</strong> introdurre un in<strong>di</strong>rizzo metodologico nella elaborazione e<br />

gestione del piano che adottasse un approccio interattivo;<br />

b6) L’adozione <strong>di</strong> alcuni obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità su cui costituire un punto <strong>di</strong> contatto tra il<br />

processo <strong>di</strong> formazione del P.R.G.C. ed il processo <strong>di</strong> Agenda 21 locale .<br />

10


IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE<br />

ORIENTAMENTI<br />

INIZIALI DEL<br />

PIANO<br />

PROPOSTA DI<br />

PIANO<br />

Comprensiva delle<br />

alternative o<br />

mitigazioni<br />

La valutazione complessiva del piano, pertanto, è stata impostata secondo i seguenti criteri:<br />

1) Redazione <strong>di</strong> una prima analisi <strong>di</strong> valutazione dello stato dell'ambiente,e<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> alcuni punti <strong>di</strong> forza e delle criticità della attuale pianificazione, con<br />

la definizione degli obiettivi generale e le priorità ai fini della tutela ambientale;<br />

2) Elaborazione della proposta <strong>di</strong> piano;<br />

- <strong>Valutazione</strong> dello stato dell’ ambiente<br />

- Definizione dei punti <strong>di</strong> forza e delle<br />

criticità<br />

- Definizione degli obiettivi generali<br />

- <strong>Valutazione</strong> degli obiettivi ambientali e<br />

delle priorità strategiche<br />

CONTRIBUTO ALLO SCHEMA<br />

DI PIANO<br />

- Identificazione delle opzioni per lo<br />

sviluppo sostenibile<br />

- Strutturazione degli obiettivi<br />

VALUTAZIONE COMPLESSIVA<br />

DEL PIANO<br />

- Identificazione degli impatti e la loro<br />

estensione<br />

- In<strong>di</strong>viduazione degli in<strong>di</strong>catori<br />

- <strong>Valutazione</strong> degli impatti<br />

- Comparazione delle eventuali<br />

alternative e/o mitigazioni<br />

ANALISI DELL’ AMBIENTE<br />

3) <strong>Valutazione</strong> complessiva della proposta <strong>di</strong> piano, in questa fase si sono<br />

approfon<strong>di</strong>ti ì seguenti aspetti:<br />

- Identificazione e valutazione degli impatti più significativi e della relativa estensione;<br />

- In<strong>di</strong>viduazione del set <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori;<br />

- Comparazione delle eventuali alternative.<br />

E' in questa fase che si è proceduti all'adozione delle valutazioni che si sono scelte per<br />

attuare gli obiettivi, in funzione delle analisi e valutazioni che il processo <strong>di</strong> valutazione<br />

<strong>di</strong> compatibilità ambientale elaborava contestualmente a! processo <strong>di</strong> elaborazione del<br />

P.R.G.C., proprio per determinare durante il percorso <strong>di</strong> formazione de! piano il grado <strong>di</strong><br />

11<br />

RELAZIONE<br />

DEFINITIVA DEL<br />

PIANO


trasformabilità del territorio ed in<strong>di</strong>rizzare quin<strong>di</strong> le scelte <strong>di</strong> piano verso il raggiungimento <strong>di</strong><br />

obiettivi delineati.<br />

Questa fase, come espresso nei capitoli iniziali, ha comportato il "problema<br />

dell'ottimizzazione", pertanto, nel processo pianificatorio è stato fondamentale per<br />

l'in<strong>di</strong>viduazione della soluzione, ovvero, dall'adozione dell'alternativa che minimizza gli<br />

impatti ambientali negativi, la fase della comparazione delle eventuali alternative e<br />

l'in<strong>di</strong>viduazione delle eventuali mitigazioni al fine <strong>di</strong> adottare la soluzione che presenti i<br />

migliori requisiti <strong>di</strong> compromesso possibile.<br />

Schematizzando, l'avvio del processo <strong>di</strong> analisi del P.R.G.C., è stato costituito dalla<br />

definizione <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong>agnostico iniziale. Questa fase del processo pone alcuni aspetti<br />

metodologici sugli strumenti <strong>di</strong> rappresentazione dello stato <strong>di</strong> fatto del territorio, ovvero<br />

sulla rappresentazione del "tempo 0". Si tratta <strong>di</strong> attingere, dai dati <strong>di</strong>sponibili, le informazioni<br />

che, incrociate con un numero appropriato d'in<strong>di</strong>catori, descrivano il territorio in oggetto sotto<br />

il profilo delle sue componenti ambientali, sociali ed economiche e ne valutino la sostenibilità,<br />

ovvero la sua capacità <strong>di</strong> preservare le risorse i termini <strong>di</strong> consistenza e <strong>di</strong> fruibilità.<br />

Si sono poste quin<strong>di</strong> da subito le questione dell'accessibilità ai dati della loro efficacia<br />

descrittiva e della loro riproducibilità futura, della rilevanza e della significatività degli<br />

in<strong>di</strong>catori da utilizzare per la rappresentazione de! quadro <strong>di</strong>agnostico iniziale e per la<br />

valutazione dello scenario dell'attuazione del Piano Vigente e delle scelte pianificatone<br />

future, della relazione dei medesimi con gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità in<strong>di</strong>viduati<br />

dall'Amministrazione Comunale, della efficacia della pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />

monitoraggio dell'attuazione de! piano futuro.<br />

1.4.3 I dati utilizzati<br />

Gli strumenti utilizzati per la valutazione sono essenzialmente riconducibili a check list e<br />

matrici supportate dai dati rilevati e dalle elaborazioni cartografiche dello stato <strong>di</strong> fatto del<br />

territorio comunale prodotte con strumentazione informatiche in formato dwg e su supporto<br />

GIS.<br />

Per i dati sullo stato delle acque e dell’ aria, si è fatto riferimento alle banche dati regionali<br />

(ARPA, ATO, etc.) nonchè a quelli forniti dalla Provincia <strong>di</strong> Torino, dall’ ASSOT nei confronti<br />

del monitoraggio del Sangone, e dall’ IPLA, in riferimento alle coperture del suolo.<br />

In particolare:<br />

1) Provincia <strong>di</strong> Torino – ASSOT: Bacino del Sangone: Un progetto integrato per la tutela e<br />

riqualificazione – Monitoraggio delle acque 2002/2004;<br />

2) A.R.P.A. – Dipartimento Sub Provinciale Grugliasco: - Laboratorio mobile MOBILAB –<br />

Campagna <strong>di</strong> rilevamento della qualità dell’ aria nel comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> - 1997;<br />

3) Regione Piemonte – Piano <strong>di</strong> tutela delle acque ( D. Lgs 152/99) – Aggiornamento 2004<br />

Per i dati relativi al suolo ed al rischio geologico, si è fatto riferimento alle analisi allegate al PRGC<br />

redatte dallo stu<strong>di</strong>o Genovese e Associati ( elaborati da G1 a G22 – Stu<strong>di</strong>o idro – geo – morfologico<br />

del Territorio del Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> )<br />

I dati statistici ed urbanistici sono tratti dagli elaborati <strong>di</strong> analisi da A1 a A8 allegati al PRGC.<br />

1.4.4 Gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità<br />

Nel processo <strong>di</strong> valutazione della proposta <strong>di</strong> piano è necessario in<strong>di</strong>viduare degli obiettivi <strong>di</strong><br />

sostenibilità che rappresentino la visione espressa dall'autorità che promuove la<br />

redazione del piano. Gli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità si basano sui tre "pilastri" dell'ambiente,<br />

dell'economia e della società, ovvero su <strong>di</strong> una gestione delle con<strong>di</strong>zioni ambientali,<br />

economiche sociali <strong>di</strong> un territorio che non comprometta le possibilità <strong>di</strong> sviluppo delle<br />

generazioni future.<br />

Come già enunciato, l'Amministrazione Comunale ha in<strong>di</strong>viduato obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità che<br />

rappresentano la visione espressa a promuovere la redazione del piano.<br />

12


La formulazione degli obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità parte dalla consapevolezza <strong>di</strong> alcune criticità che,<br />

sotto i! profilo ambientale, sociale ed economico, connotano il territorio <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>. Essi fanno<br />

riferimento agli aspetti che oggi qualificano l'ambiente urbano, l'ambiente naturale e la<br />

struttura socio-economica. Attraverso la loro formulazione s'intende conformare il processo<br />

pianificatorio a criteri <strong>di</strong> sostenibilità secondo una visione con<strong>di</strong>visa delle necessità espresse dalla<br />

collettività rappresentata dall'Amministrazione Comunale.<br />

La definizione e la verifica <strong>di</strong> questi obiettivi costituisce un punto <strong>di</strong> contatto tra il processo <strong>di</strong><br />

redazione del P.R.G.C., attraverso la metodologia valutativa della compatibilità ed il processo<br />

<strong>di</strong> Agenda 21 locale.<br />

Nell'articolazione del processo <strong>di</strong> analisi <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> compatibilità, gli obiettivi <strong>di</strong><br />

sostenibilità hanno la funzione <strong>di</strong> orientare le scelte pianificatone oggetto del P.R.G.C.. Gli<br />

obiettivi <strong>di</strong> sostenibilità sono alla base della in<strong>di</strong>viduazione degli in<strong>di</strong>catori che sono stati<br />

utilizzati per la descrizione del territorio allo stato <strong>di</strong> fatto attuale e per valutare lo scenario <strong>di</strong><br />

attuazione del P.R.G.C. vigente e della proposta <strong>di</strong> piano avanzata dalla presente Prima<br />

Revisione.<br />

13


1.4.5 I Contenuti della Prima Revisione al PRGC <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>:<br />

a Interventi che riguardano l’’intero territorio comunale. Le mo<strong>di</strong>fiche più significative alla<br />

struttura del piano vigente, in adeguamento agli in<strong>di</strong>rizzi e normative nel frattempo entrati in<br />

vigore, sono:<br />

a1) Trasposizione del P.R.G.C. su nuova base cartografica informatizzata, ed<br />

informatizzazione dei dati del piano;<br />

a2) Adeguamento del P.R.G.C. agli in<strong>di</strong>rizzi del piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della<br />

Provincia <strong>di</strong> Torino<br />

a3) Adeguamento delle indagini geologiche svolte all’atto della redazione del PRGC alle<br />

prescrizioni della circolare regionale 7/Lap ed ai <strong>di</strong>sposti del P.A.I., nuova zonizzazione<br />

del territorio in classi <strong>di</strong> rischio, e redazione <strong>di</strong> puntuali indagini geologico – tecniche;<br />

a4) Adeguamento della revisione del P.R.G.C. alla nuova legge sul commercio al dettaglio,<br />

secondo i <strong>di</strong>sposti della legge regionale 28/1999 e della D.C.R. n. 59/10831 del<br />

24/03/2006<br />

a5) Verifica <strong>di</strong> compatibilità acustica del nuovo strumento urbanistico generale con Il Piano<br />

<strong>di</strong> Zonizzazione acustica comunale approvato.<br />

a6) Adeguamento della normativa del PRGC al Titolo III del Regolamento E<strong>di</strong>lizio Tipo della<br />

regione Piemonte<br />

Ulteriori interventi della Revisione Generale che riguardano in genere il territorio comunale o<br />

interi ambiti territoriali sono:<br />

a7) La previsione <strong>di</strong> nuove strutture viarie <strong>di</strong> interesse urbano e sovraccomunale per la<br />

mobilità veicolare;<br />

a8) La previsione <strong>di</strong> nuova viabilità pedonale e ciclabile, <strong>di</strong> interesse urbano e<br />

sovraccomunale<br />

a9) Norme <strong>di</strong> carattere generale per la tutela dell’ ambiente ed il paesaggio;<br />

Oltre a integrazioni <strong>di</strong> carattere normativo, in particolare:<br />

a10) In<strong>di</strong>viduazione e riconoscimento degli impianti terziari e produttivi esistenti;<br />

b) Interventi <strong>di</strong> carattere puntuale. Il P.R.G.C. prevede <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni inse<strong>di</strong>ativi del<br />

prossimo decennio attraverso una serie <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> carattere puntuale, che riguardano:<br />

b1) In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuove aree residenziali <strong>di</strong> completamento;<br />

b2) In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi ambiti <strong>di</strong> ristrutturazione e<strong>di</strong>lizia;<br />

b3) Riqualificazione <strong>di</strong> ambiti urbani con attività produttive <strong>di</strong>smesse;<br />

b4) In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuove aree residenziali <strong>di</strong> nuovo impianto<br />

b5) Incremento e riqualificazione delle aree per servizi<br />

Tutti gli interventi sono riassunti nella seguente Tabella 1 – CONTENUTO DELLA REVISIONE<br />

DEL PRGC<br />

14


Nuova costruzione In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni già inserite in tessuto<br />

e<strong>di</strong>ficato, con attribuzione <strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria residenziale,<br />

realizzazione <strong>di</strong> collegamenti viari e <strong>di</strong> servizi pubblici e prescrizioni<br />

che rendano compatibili gli interventi con l’intorno e contengano<br />

l’impatto inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’<br />

l’impermeabilizzazione del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua<br />

piovana (art. 57)<br />

Nuova costruzione In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> lotti interclusi in tessuto e<strong>di</strong>ficato, con attribuzione<br />

<strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria residenziale, e prescrizioni che rendano<br />

compatibili gli interventi con l’intorno e contengano l’impatto<br />

inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’ l’impermeabilizzazione<br />

del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua piovana (art.57)<br />

Recupero con ampliamento Riconoscimento cartografico e normativo, e prescrizioni che rendano<br />

compatibili gli interventi con l’intorno e contengano l’impatto<br />

inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’ l’impermeabilizzazione<br />

del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua piovana (art.57)<br />

Sod<strong>di</strong>sfacimento <strong>di</strong> fabbisogni abitativi pregressi.<br />

recupero dell’ acqua piovana (art. 57)<br />

Riconoscimento cartografico e normativo. Inserimento <strong>di</strong> norme per<br />

contenere l’impermeabilizzazione del suolo (art. 17), e favorire il<br />

recupero obbligatorio .<br />

Analisi delle caratteristiche storiche, tipologiche e morfologiche degli<br />

e<strong>di</strong>fici; attribuzione ad ogni e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> specifico tipo <strong>di</strong> intervento con.<br />

In<strong>di</strong>cazione puntuale degli interventi che generano capacità<br />

inse<strong>di</strong>ativa aggiuntiva (RSV), anche sottoponendoli a Piano <strong>di</strong><br />

AZIONE<br />

Interventi manutentivi,<br />

adeguamenti funzionali,<br />

restauro, ristrutturazione,<br />

recupero con ampliamento<br />

mq. 1.460<br />

mq. 2.500<br />

mq. 1.150<br />

mq. 2.325<br />

mq. 1.300<br />

mq. 1.105<br />

mq. 3.077<br />

mq. 1.700<br />

mq. 2.345<br />

mq. 2.080<br />

mq. 2.500<br />

mq. 2.050<br />

mq. 1.760<br />

mq. 2.120<br />

mq. 1.755<br />

mq. 4.570<br />

mq. 980<br />

mq. 750<br />

mq. 1.005<br />

mq 3.110<br />

mq. 2.505<br />

mq. 2.210<br />

mq. 2.050<br />

mq. 1.575<br />

mq. 3.230<br />

mq. 2.570<br />

mq. 2.560<br />

mq. 1.670<br />

mq . 1.250<br />

mq. 1.700<br />

mq. 590<br />

mq. 980<br />

mq. 740<br />

mq. 1.120<br />

mq. 1.400<br />

mq. 870<br />

mq. 1.080<br />

mq. 982<br />

mq. 870<br />

mq. 1.105<br />

mq. 680<br />

mq. 2.164<br />

mq. 880<br />

mq. 940<br />

mq. 1.020<br />

mq. 1.050<br />

mq. 1.155<br />

mq. 1.210<br />

mq. 1.695<br />

mq. 865<br />

mq. 608<br />

mq. 680<br />

mq. 920<br />

mq. 795<br />

mq. 580<br />

mq. 1.750<br />

mq. 835<br />

mq. 1.030<br />

mq. 1.427<br />

mq. 1.370<br />

mq. 800<br />

mq. 1.865<br />

mq. 1.360<br />

mq. 2.500<br />

mq. 870<br />

mq. 1.250<br />

mq. 950<br />

mq. 1.815<br />

mq. 1.330<br />

mq. 880<br />

mq. 1.290<br />

mq. 1.160<br />

mq. 3.270<br />

mq. 590<br />

mq. 1.250<br />

mq. 980<br />

mq. 780<br />

mq. 850<br />

mq. 2.400<br />

mq. 540<br />

mq. 885<br />

mq. 1.070<br />

mq. 1.140<br />

mq. 800<br />

mq. 1.250<br />

mq. 1.575<br />

mq. 770<br />

mq. 504<br />

mq. 1.904<br />

mq. 2.215<br />

mq. 1.680<br />

mq. 1.365<br />

mq. 1.200<br />

mq. 2.690<br />

mq. 990<br />

mq. 920<br />

mq. 510<br />

mq. 1.335<br />

mq. 960<br />

mq. 150<br />

mq. 756<br />

mq. 160<br />

mq. 1.375<br />

mq. 750<br />

mq. 1.220<br />

mq. 360<br />

mq. 870<br />

mq. 3.360<br />

mq. 920<br />

mq. 1.330<br />

mq. 4.330<br />

mq. 1.240<br />

mq. 550<br />

mq. 405<br />

mq. 500<br />

mq. 1.012<br />

mq. 150<br />

mq. 150<br />

mq. 1.185<br />

mq. 696<br />

mq. 865<br />

mq. 445<br />

mq. 660<br />

Aree urbane consolidate - territorio comunale mq. 3.782.500 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

mq. 499.100<br />

Aree <strong>di</strong> completamento (n) n 1.4.1 - via XXIV Maggio interno<br />

n 1.4.2 - via Coazze<br />

n 2.1.2 - via Coazze<br />

n 2.2.1 – via Manifattura<br />

n 2.12.1 - via Ruata Sangone interno<br />

n 2.12.2 - via Genolino<br />

n 2.13 - via Ruata Sangone interno<br />

n 2.16 - strada della Formaggera<br />

n 2.21 - via Pio Rolla<br />

n 2.22 - via Beale<br />

n 2.29.1 - via Pio Rolla interno<br />

n 2.29.2 - via Villa<br />

n. 2.31.1 - via Scaletta<br />

n 2.33.1 - strada della Chioma<br />

n 2.34 - via Colpastore<br />

n 2.35.1 - via Colpastore<br />

n 3.5 - via Gonin<br />

n 3.12.1 - via Suor Versino<br />

n 3.12.2 - via Calvettera interno<br />

n 4.6 - via Ruata Ollasio interno<br />

n 4.9 - via Ruata Ollasio<br />

n 5a.1 - via San Francesco d' Assisi<br />

n 5a.7 - via Sacra <strong>di</strong> San Michele<br />

n 5a.8.1 - via San Francesco d'Assisi<br />

n 5a.8.2 - via Sant' Ambrogio<br />

n 5a.8.3 - Via San Francesco d'Assisi<br />

n 5a.8.4 - via Paisas<br />

n 5a.11 - via San Michele interno<br />

n 5b.4.1 - via Sacra <strong>di</strong> San Michele<br />

n 5b.4.2 - via Villanova<br />

ac 10.8.4 - Località Roccette<br />

Ambiti <strong>di</strong> completamento (ac) ac 2.3 - Via Moncenisio<br />

ac 2.7.1 - Via Frossasco<br />

ac 2.7.2 - Via Frossasco<br />

ac 2.8 – Via Coazze<br />

ac 2.12 - Via Genolino interno<br />

ac 2.13 - Via Ruata Sangone<br />

ac 2.15 - Via San Martino interno<br />

ac 2.16 - Via Grangia Marin<br />

ac 2.26 - Via Canonico Pio Rolla interno<br />

ac 2.29 - Via Villa<br />

ac 2.32 – Via San Michele<br />

ac 2.33.1 - Via Bonino<br />

ac 2.33.2 - Via Nino Costa<br />

ac 2.37 - via Villa<br />

ac 3.3.1 - Via Cavour<br />

ac 3.3.2 - via Vittorio Emanuele II<br />

ac 3.4.1 - via Coazze<br />

ac 3.4.2 – Via Sestriere<br />

ac 3.4.3 – Via Coazze interno<br />

ac 3.6 – Via Vietta interno<br />

ac 3.10 - Via Calvettera interno<br />

ac 4.4 - Via Ollasio<br />

ac 4.9.1 - via Gischia Ollasio<br />

ac 4.9.2 - Via Martiri della Libertà interno<br />

ac 4.9.3.1 - Via Ruata Ollasio<br />

ac 4.9.3.2 – via Ruata Ollasio<br />

ac 5a.1 - Via Grisola<br />

ac 5a.3 - Via San Francesco d' Assisi<br />

ac 5a.5 - Via San Francesco d' Assisi<br />

ac 5b.6.1 – Via Rosta<br />

ac 5b.10 - via Sacra <strong>di</strong> San Michele interno<br />

ac 5b.13.1 - via Frassati<br />

ac 5b.13.2 - via Tortorello interno<br />

ac 5b.14 - via Coste<br />

ac 5b.18 - via Musinè<br />

ac 5b.26 - via Musinè<br />

ac 5b.28 - via Musinè interno<br />

ac 6.2 - via del Santuario (interno)<br />

ac 6.6 - via Para<strong>di</strong>so<br />

ac 6.7.1 - via Car<strong>di</strong>nal Fossati (Selvaggio Rio)<br />

ac 6.9.1 - via Selvaggio (interno)<br />

ac 6.9.2 - via Selvaggio (interno)<br />

ac 6.20 - via Mons. C. Bovero<br />

ac 6.21 - via Selvaggio<br />

ac 6.24 - via Selvaggio<br />

ac 6.26 - via Selvaggio<br />

ac 7a.2 - Via Combacalda<br />

ac 7a.3 - via Colle del Vento<br />

ac 7a.5 - via Colle del Vento<br />

ac 7a.8 - via Colle del Vento<br />

ac 7a.9 - via Balma<br />

ac 7a.14.1 - via Vittorio Emanuele II<br />

ac 7a.14.2 - via Nurivalle<br />

ac 7a.14.3 - via Viassa<br />

ac 7a.14.4 - via Nurivalle<br />

ac 7b.3.1 - via de Vitis interno<br />

ac 7b.3.2 - via de Vitis<br />

ac 7b.4 – Borgata Porteglio<br />

ac 8.7.1 - Regione San Luigi<br />

ac 8.9.1 - Strada vicinale dei Ronchi<br />

ac 8.12.1 - Via f.lli Piol<br />

ac 8.14.1 - Via Colpastore<br />

ac 8.17.1 - Località Tonni<br />

ac 8.19 - Località Gischia Villa<br />

ac 8.26 - Località Case Cont<br />

ac 9.3.1 - Località Case Via<br />

r 10.3.2 - B.ta Loiri<br />

Ambiti <strong>di</strong> ristrutturazione e<strong>di</strong>lizia (r) r 1.1 - Via Taravellera<br />

r 1.9 - Via De Matteis<br />

r 1.14 - P.zza Molines<br />

r 2.6 - Via Coazze<br />

r 2.17 - P.za <strong>Città</strong> <strong>di</strong> Brinkmann<br />

r 2.23 - Via Reguzzoni<br />

r 2.29.1 - Via Cordero <strong>di</strong> Pamparato<br />

r 2.29.2 - Via Villa<br />

r 2.41 - Via Tre Denti<br />

r 3.6.1 - Via Vittorio Emanuele II<br />

r 3.10 - Via Calvettera interno<br />

r 4.2 - Via Einau<strong>di</strong> interno<br />

r 4.11 - Via Selvaggio<br />

r 5b.24 - via Rodolfo <strong>di</strong> Montbell<br />

r 6.8.1 – B.ta Selvaggio Rio<br />

r 7a.3 - SP. <strong>Giaveno</strong> - Coazze<br />

r 8.14 - Borgata Ca' <strong>di</strong> Perolosa<br />

r 8.16.1 - Via dei Sabbioni<br />

r 8.17 - B.ta Tonni<br />

r 8.18 - via Can. Pio Rolla<br />

r NM 40 - Borgata Carlevè Monterossino<br />

r 9.13.1 – Borgata Pomeri<br />

r 9.15 – Borgata Fusero<br />

r 10.1.2 - Borgata Piancera<br />

r 10.3.1 - B.ta Loiri<br />

Aree con immobili consolidati a capacità<br />

inse<strong>di</strong>ativa esaurita (m)<br />

Tessuto storico (C, NM, AR, mp) Centri storici ed annucleamenti rurali<br />

SOTTOCLASSE AREA OMOGENEA DIMENSIONE TIPOLOGIA DI<br />

INTERVENTO<br />

SISTEMA<br />

AMBIENTALE<br />

TABELLA 1 CONTENUTO DELLA REVISIONE GENERALE DEL PRGC DI GIAVENO 1A<br />

AREE ED IMMOBILI DESTINATI ALLA RESIDENZA<br />

SISTEMA INSEDIATIVO<br />

AREE URBANE


Riconoscimento normativo con norme specifiche per l’ adeguamento<br />

delle attività esistenti<br />

Riconoscimento normativo con norme specifiche per l’ adeguamento<br />

delle attività esistenti<br />

Riconoscimento normativo con norme specifiche per lo sviluppo e l’<br />

adeguamento delle attività esistenti, con prescrizioni che rendano<br />

compatibili gli interventi contenendo l’impatto inse<strong>di</strong>ativo.<br />

compatibili l’intervento con l’intorno contenendo l’impatto inse<strong>di</strong>ativo.<br />

Nuova costruzione In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> area <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni già inserita in tessuto<br />

e<strong>di</strong>ficato, con attribuzione <strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria terziaria,<br />

realizzazione <strong>di</strong> parcheggi pubblici e prescrizioni che rendano<br />

Riconoscimento normativo con norme specifiche per lo sviluppo e l’<br />

adeguamento delle attività esistenti, con prescrizioni che rendano<br />

compatibili gli interventi con l’intorno e contengano l’impatto<br />

inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’ l’impermeabilizzazione<br />

del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua piovana (art. 57)..<br />

Nuovo impianto residenziale In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o – ampie, già inserite in<br />

parte in tessuto e<strong>di</strong>ficato o poste ai margini <strong>di</strong> esso, con attribuzione<br />

<strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria residenziale, realizzazione dei principali<br />

collegamenti viari ed il recupero delle aree più significative per<br />

sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni pregressi <strong>di</strong> servizi pubblici e prescrizioni che<br />

rendano compatibili gli interventi con l’intorno e contengano l’impatto<br />

inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’ l’impermeabilizzazione<br />

del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua piovana (art. 57),<br />

realizzazione <strong>di</strong> viali e cortine alberate .<br />

Ristrutturazione urbanistica Riqualificazione <strong>di</strong> ambiti urbani con attività produttive <strong>di</strong>smesse, con<br />

attribuzione <strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria residenziale, realizzazione <strong>di</strong><br />

opere <strong>di</strong> sistemazione ambientale e recupero <strong>di</strong> aree per servizi<br />

Nuova costruzione In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni già inserite in tessuto<br />

e<strong>di</strong>ficato, con attribuzione <strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria residenziale,<br />

realizzazione <strong>di</strong> collegamenti viari e <strong>di</strong> servizi pubblici e prescrizioni<br />

che rendano compatibili gli interventi con l’intorno e contengano<br />

l’impatto inse<strong>di</strong>ativo. (N. max piani, contenimento dell’<br />

l’impermeabilizzazione del suolo (art. 17), recupero dell’ acqua<br />

piovana (art. 57)<br />

AZIONE<br />

Ts 5a.13 – Via San Carlo mq. 255 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

Te 2.34.1 – Via Torino<br />

mq. 2.570<br />

Interventi manutentivi<br />

Te 2.34.2 – Via Colpastore<br />

mq. 4.120<br />

adeguamenti funzionali<br />

Te 5a.13 – Via Avigliana<br />

mq. 2.715<br />

Te 8.5 – Via Avigliana<br />

mq. 3.685<br />

Te DP2 – via Reguzzoni<br />

mq. 4.460<br />

Interventi manutentivi –<br />

ampliamenti per adeguamento<br />

funzionale<br />

Interventi manutentivi –<br />

ampliamenti per adeguamento<br />

funzionale;<br />

mq. 1.525<br />

mq. 1.136<br />

mq. 2.350<br />

mq. 11.117<br />

mq. 2.690<br />

mq. 1.690<br />

mq. 870<br />

mq. 2.015<br />

mq. 3.230<br />

mq. 890<br />

mq. 1.665<br />

mq. 400<br />

mq. 1.820<br />

mq. 575<br />

mq. 860<br />

mq. 2.135<br />

mq. 1.745<br />

mq. 920<br />

mq. 920<br />

mq. 1.345<br />

mq. 1.020<br />

mq. 2.220<br />

mq. 490<br />

mq. 750<br />

mq. 1.090<br />

mq. 590<br />

mq. 2.100<br />

mq. 4.850<br />

mq. 3.070<br />

mq. 1.630<br />

mq. 1.050<br />

mq. 1.170<br />

mq. 1.500<br />

mq. 1.235<br />

mq. 2.815<br />

mq. 2.710<br />

mq. 3.900<br />

mq. 785<br />

mq. 2.440<br />

mq. 2.565<br />

mq. 2.860<br />

mq. 3.290<br />

mq. 8.420<br />

mq. 10.020<br />

mq. 4.810<br />

mq. 11.535<br />

mq. 3.395<br />

mq. 4.650<br />

mq. 7.040<br />

mq. 8.940<br />

mq. 8.200<br />

mq. 42.100<br />

mq. 12.535<br />

mq. 12.795<br />

mq. 9.000<br />

mq. 5.405<br />

mq. 4.885<br />

mq. 5.340<br />

mq. 3.620<br />

mq. 3.450<br />

mq. 6.195<br />

mq. 7.890<br />

mq. 9.665<br />

mq. 2.645<br />

mq. 3.790<br />

mq. 3.605<br />

mq. 6.780<br />

mq. 4.220<br />

mq. 9.740<br />

mq. 695<br />

mq. 1.500<br />

mq. 3.094<br />

mq. 750<br />

mq. 950<br />

mq. 17.440<br />

mq. 1.950<br />

mq. 2.660<br />

mq. 2.880<br />

mq. 1.860<br />

mq. 940<br />

mq. 3.330<br />

mq. 920<br />

mq. 950<br />

mq. 1.340<br />

mq. 1.875<br />

mq. 3.620<br />

mq. 4.450<br />

mq. 1.420<br />

mq. 2.680<br />

mq. 830<br />

mq. 940<br />

mq. 1.460<br />

mq. 2.580<br />

mq. 1.910<br />

mq. 1.850<br />

mq. 970<br />

mq. 4.130<br />

mq. 1.030<br />

mq. 1.120<br />

mq. 1.450<br />

mq. 2.050<br />

mq. 1.320<br />

mq. 1.800<br />

mq. 2.460<br />

mq. 2.920<br />

mq. 2.010<br />

mq. 1.800<br />

mq. 4.402<br />

mq. 1.280<br />

mq. 1.420<br />

mq. 1.200<br />

mq. 1.760<br />

mq. 1.150<br />

mq. 3.435<br />

mq. 5.440<br />

mq. 1.210<br />

mq. 3.420<br />

mq. 1.601<br />

mq. 1.220<br />

Tr 2.25 – via Pio Rolla<br />

Tr 5b.8 – via Monte Rubinet<br />

Tr 6.4 – Via Selvaggio<br />

Tr 8.18.1 – via Pio Rolla<br />

Tr 10.11.2 – Borgata Chiarmetta<br />

TC 3.4 – Via Coazze<br />

TC 6.10 – Via del Santuario<br />

Tc 8.13.1 Loc. Barolà Colpastore<br />

Tc 1.2 – Via Gioco dell’Archibugio<br />

Tc 1.6.1 – P.za Rosaz<br />

Tc 1.6.2 – Via Rosaz<br />

Tc 1.10 – Via Maurizio Guglielmino<br />

Tc 1.12.1 – ViaTorino<br />

Tc C1.20 – P.za Maritano<br />

Tc 2.4 – Via Cesana<br />

Tc 2.11 – Via Coazze<br />

Tc 2.12 – via Ruata Sangone<br />

Tc 2.14 – Via Don Pogolotto<br />

Tc 2.17.1 – Via Don Pogolotto<br />

Tc 2.17.2 – Via Don Pogolotto<br />

Tc 2.22 – Via Beale<br />

Tc 2.24 – P.zza Maritano<br />

Tc 2.25 – P.zza Maritano<br />

Tc 2.28 – Via Cordero <strong>di</strong> Pamparato<br />

Tc 2.29 – Via Canonico Pio Rolla<br />

Tc 2.33.1 – Via Torino<br />

Tc 2.34.1 – Via Torino interno<br />

Tc 2.34.2 – Via Torino interno<br />

Tc 2.34.3 – Via Torino interno<br />

Tc 3.7 – Strada San Giovanni<br />

Tc 3.9 – Via Calvettera<br />

Tc 3.11 – Via Coazze<br />

Tc 6.4 – Via Selvaggio<br />

Tc 6.9 – Via Selvaggio<br />

Tc 7a.3 – Via Coazze<br />

Tc 7a.11 – via Coazze<br />

Tc 7b.4 – Strada per Maddalena<br />

Tc 7b.5.1 – Strada per Maddalena<br />

Tc 7b.5.2 – Strada per Maddalena<br />

Tc 8.5.2 – Via Avigliana<br />

Tc 8.10.1 – via Torino<br />

Tc 8.11.2 – via Torino<br />

N 8.18.2 - B.ta Ciausi<br />

Aree <strong>di</strong> nuovo impianto (N) N 1.9.1 – C.so Piemonte<br />

N 1.13.1 – Strada del Ferro<br />

N 1.13.2 – Via Fasella<br />

N 2.2.2 – via Coazze – via Moncenisio<br />

N 2.3 – via Moncenisio – via Condove<br />

N 2.6 – Via Coazze – via Genolino<br />

N 2.13 – via Ruata Sangone<br />

N 2.22 – via Beale<br />

N 2.23 – Via Ruata Sangone<br />

N 2.34 – via Torino<br />

N 2.41 – Via Pio Rolla<br />

N 3.8.1 – Via Monsignor Re – via Vietta<br />

N 4.1 – Via Selvaggio<br />

N 4.2 – via Einau<strong>di</strong><br />

N 5b.6 – via Rosta interno<br />

N 5b.8 – via Coste – via Monte Rubinet<br />

N 5b.12 – Via Rosta<br />

N 5b.18 – via Villanova<br />

N 6.12 – via Mons. Carlo Bovero<br />

N 6.17 - via Mons. Carlo Bovero<br />

N 7a.9 – Via Colle del Vento<br />

N 8.13.2 – Località Pogolotti<br />

N 8.13.3 – via Colpastore<br />

N 8.17 – B.ta Tonni<br />

N 8.18.1 – B.ta Ciausi<br />

IR 1.2 – Via M.T. Marchini – via Suor Versino<br />

Aree <strong>di</strong> trasformazione (R, IR) R C1.3 – Piazza Colombatti<br />

R C1.12 – Piazza Ruffinatti<br />

R C1.14 – via Pacchiotti<br />

R C1.18 – Piazza Molines<br />

R C1.20 – Via Canonico Pio Rolla<br />

R 2.7 – Via Frossasco – via Bardonecchia<br />

R 2.13 – via Ruata Sangone<br />

R 2.17 – Via Coazze<br />

R 3.7 – Via Calvettera<br />

R 3.11 – Via Piave<br />

R 5b.6 – Via Coste<br />

n 10.1.5 – Località Piancera<br />

Aree o e<strong>di</strong>fici sportivi o ricreativi<br />

confermati (Ts)<br />

Aree o e<strong>di</strong>fici per il rifornimento energetico<br />

(Te)<br />

Aree o e<strong>di</strong>fici terziari ricettivi confermati<br />

(Tr)<br />

Aree o e<strong>di</strong>fici terziari commerciali<br />

<strong>di</strong>rezionali <strong>di</strong> nuovo impianto (TC)<br />

Aree o e<strong>di</strong>fici terziari commerciali<br />

<strong>di</strong>rezionali confermati (Tc)<br />

Aree <strong>di</strong> completamento (n) n 5b.6.2 - via Rosta<br />

n 5b.6.3 - via Rosta<br />

n 5b.8 – Via Monte Rubinet<br />

n 5b.10 - via Tortorello<br />

n 5b.13 - Via Tortorello interno<br />

n 5b.26 - via Musinè<br />

n 6.8.1 - Borgata Selvaggio Rio<br />

n 6.10 - Borgata Selvaggio Sotto<br />

n 6.12 – Borgata Selvaggio Sotto<br />

n 6.15 - via Mons. Carlo Bovero<br />

n 6.19.1 - via Mons. Carlo Bovero<br />

n 6.19.2 - via Mons. Carlo Bovero<br />

n 6.23 – Borgata Cascinetta<br />

n 7a.1 – Via Coazze – Borgata Mut<br />

n 7a.2 – Via Coazze – Borgata Mut<br />

n 7a.3 – Via Coazze<br />

n 7a.5 – Via Colle del Vento<br />

n 7a.6.1 - Via Colle del Vento<br />

n 7a.6.2 - Via Colle del Vento<br />

n 7a.8 - Via Colle del Vento<br />

n 7a.10.1 - Via Colle del Vento<br />

n 7a.10.2 - Via Balma interno<br />

n 7a.12 – Via Nurivalle<br />

n 7a.13 – Via Nurivalle<br />

n 7b.3 – Borgata Pontepietra<br />

n 7b.4 – Borgata Pontepietra – Porteglio<br />

n 8.8.1 – Via Belvedere<br />

n 8.9.1 – Via Monte Grappa<br />

n 8.11.1 – Via Torino<br />

n 8.12.1 – Via F.lli Piol<br />

n 8.13.1 – B.ta Pogolotti<br />

n 8.13.2 – B.ta Pogolotti<br />

n 8.14.1 – Barolà Colpastore<br />

n 8.14.2 – Barolà Colpastore<br />

n 8.15.1 – Case Croia<br />

n 8.19 – Località Gischia Villa<br />

n 9.4.1 – Località Mollar dei Franchi<br />

n 9.12.1 – Località Ughetti Monterossino<br />

SOTTOCLASSE AREA OMOGENEA DIMENSIONE TIPOLOGIA DI<br />

INTERVENTO<br />

SISTEMA<br />

AMBIENTALE<br />

TABELLA 1 CONTENUTO DELLA REVISIONE GENERALE DEL PRGC DI GIAVENO 1B<br />

AREE ED IMMOBILI DESTINATI AD ATTIVITA’ PRODUTTIVE E TERZIARIE<br />

SISTEMA INSEDIATIVO<br />

AREE URBANE


Conferma delle previsioni del PRGC vigente, ed in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />

nuove aree per il sod<strong>di</strong>sfacimento del fabbisogno pregresso e futuro.<br />

Conferma delle fasce <strong>di</strong> rispetto dei pozzi <strong>di</strong> captazione dell’ acqua<br />

potabile.<br />

In<strong>di</strong>viduazione cartografica delle fasce <strong>di</strong> rispetto agli elettrodotti, e<br />

relative prescrizioni normative.<br />

Conferma delle previsioni del PRGC vigente, ed in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />

nuove aree per il sod<strong>di</strong>sfacimento del fabbisogno pregresso e futuro.<br />

Nuova realizzazione Realizzazione <strong>di</strong> nuova viabilità <strong>di</strong> smistamento, anche per ridurre l'<br />

impatto del traffico che attraversa il centro storico ed il centro abitato,<br />

cercando <strong>di</strong> favorire i collegamenti pedonali e ciclabili nei confronti<br />

della circolazione veicolare; proposizione <strong>di</strong> nuova viabilità veicolare<br />

o mista fornita <strong>di</strong> attrezzatura a verde con alberi <strong>di</strong> alto fusto.<br />

interventi con l’intorno e contengano l’impatto inse<strong>di</strong>ativo<br />

Nuovo impianto produttivo In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o – ampie, già inserite in<br />

parte in tessuto e<strong>di</strong>ficato o poste ai margini <strong>di</strong> esso, con attribuzione<br />

<strong>di</strong> capacità e<strong>di</strong>ficatoria produttiva, al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare il fabbisogno<br />

<strong>di</strong> rilocalizzazione delle aziende e realizzazione dei principali<br />

collegamenti viari ed il recupero <strong>di</strong> aree per sod<strong>di</strong>sfare i fabbisogni<br />

pregressi <strong>di</strong> servizi pubblici e prescrizioni che rendano compatibili gli<br />

prevedendo <strong>di</strong>verse destinazione d' uso.<br />

Trasformazione urbanistica in attuazione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> recupero<br />

degli immobili o delle aree, migliorando lo standard e<strong>di</strong>lizio e la<br />

qualità ambientale, e nel contempo recuperare aree per servizi<br />

pubblici, ad integrazione <strong>di</strong> quelle necessarie a sod<strong>di</strong>sfare il<br />

fabbisogno pregresso e previsto nel presente PRGC, anche<br />

Riconoscimento normativo con norme specifiche per l’ adeguamento<br />

delle attività esistenti, con prescrizioni che rendano compatibili gli<br />

interventi con l’intorno e contengano l’impatto inse<strong>di</strong>ativo.<br />

AZIONE<br />

Reti e sistemi per il servizio idrico (ATP) Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

Stazioni e sottostazioni elettriche, linee<br />

Interventi manutentivi<br />

aeree, ripetitori (ATE)<br />

adeguamenti funzionali<br />

Attrezzature scolastiche dell’ obbligo S 1.5: Scuola Me<strong>di</strong>a Inferiore “G. Mq. 90.875 Interventi manutentivi<br />

esistenti ed in progetto (S,s)<br />

Pacchiotti” <strong>di</strong> via G. Pacchiotti<br />

adeguamenti funzionali<br />

S 1.7: Scuola Materna “C. Collo<strong>di</strong>” <strong>di</strong> via<br />

nuova realizzazione<br />

Baronera e Scuola Elementare “Polo<br />

scolastico A. Frank” <strong>di</strong> via<br />

S.Sebastiano<br />

S 2.7 Scuola Materna “M. Ventre”;<br />

S 2.18.1: Scuola Materna “Beata Vergine<br />

Consolata” <strong>di</strong> p.zza San Lorenzo<br />

S 2.18.2: Nido e Materna “Canonico Pio Rolla”<br />

<strong>di</strong> via Pio Rolla<br />

S 2.19: Scuola Me<strong>di</strong>a Inferiore "F. Gonin" <strong>di</strong><br />

via Don Pogolotto<br />

S 3.11.1 Scuola Materna ed Elementare "F.<br />

Crolle” <strong>di</strong> via F. Crolle<br />

S 3.11.2 Scuola Elementare e Me<strong>di</strong>a “Maria<br />

Ausiliatrice” <strong>di</strong> via Maria Ausiliatrice<br />

S C13.2 Scuola Materna - Elementare "S.<br />

Pertini” <strong>di</strong> vicolo Pacchiotti,<br />

S 6.11 Scuola Elementare “Mons. U.<br />

Saroglia” via Mons, Carlo Bovero<br />

S C25.1 Scuola Elementare “A. Monti”<br />

Attrezzature <strong>di</strong> interesse comune esistenti a) Uffici amministrativi:<br />

Mq. 92.235 Interventi manutentivi<br />

ed in progetto (Co, co)<br />

C 3.8 Caserma Carabinieri via Mons. Re<br />

adeguamenti funzionali<br />

C 2.12.1 Corpo Forestale<br />

realizzazione <strong>di</strong> nuove strutture<br />

C C1.4.1 E<strong>di</strong>ficio comunale via T.Marchini<br />

C 2.31 Settore LL.PP. e magazzino com.le<br />

C C1.4.2 Palazzo Marchini -I Municipio<br />

C 1.11 Locale via Stazione<br />

C C1.10.2 Sede Comunità Montana<br />

C 1.15 VV.FF., Protezione Civile corso<br />

Piemonte, sede AIB strada del Ferro<br />

b) Attrezzature socio—culturali e ricreative:<br />

C 6.11 Bocciofila Selvaggio<br />

C 2.2 Bocciofila via Genolino<br />

C C1.12.2 Associazioni culturali ex Municipio<br />

C NM71.1 Ex scuola Maddalena associazioni<br />

C C1.3 Cascina Molines e Palazzo<br />

Asteggiano via F.Marchini<br />

C 2.18.1 Oratorio Parrocchia San Lorenzo<br />

C C1.11 Chiesa del SS Nome <strong>di</strong> Gesù<br />

C 8.6 Area per spettacoli via Avigliana<br />

c) E<strong>di</strong>fici e strutture per il Culto<br />

C 1.9 Cappella Valletti via Avigliana<br />

C 9.6.1 Cappella case Bellavita<br />

C C8.1 Cappella <strong>di</strong> S. Giuseppe<br />

C 2.12.2 Cappella <strong>di</strong> S. Martino<br />

C C1.24 Cappella S. Sebastiano<br />

C C1.8 Chiesa dei SS. Sebastiano e<br />

Rocco (piazza S. Rocco)<br />

C C9.8 Chiesa <strong>di</strong> San Giovanni(Buffa)<br />

C 53.1 Parrocchia Mollar dei Franchi<br />

C 2.5 Sala del Regno dei T. <strong>di</strong> Geova<br />

C C18.2 Santuario <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong><br />

Lourdes (b.ta Selvaggio)<br />

A.D.I. Chiesa Cristiana Evangelica<br />

ed altri<br />

Ristrutturazione e<strong>di</strong>lizia ed<br />

urbanistica<br />

Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

mq. 2.320<br />

mq. 6.750<br />

mq. 7.000<br />

mq. 21.605<br />

mq. 42.300<br />

mq 9.740<br />

mq. 7.850<br />

mq. 46.036<br />

mq. 6.640<br />

mq. 1.290<br />

mq. 1.220<br />

mq. 2.050<br />

mq. 3.180<br />

mq. 2.130<br />

mq. 4.245<br />

mq. 1.120<br />

mq. 2.980<br />

mq. 3.670<br />

mq. 8.100<br />

mq. 600<br />

mq. 4.560<br />

mq. 2.515<br />

mq. 1.075<br />

mq. 990<br />

mq. 4.200<br />

mq. 5.950<br />

mq. 5.650<br />

mq. 1.150<br />

mq. 3.200<br />

mq. 1.170<br />

mq. 6.675<br />

mq. 7.430<br />

mq. 1.735<br />

mq. 5.850<br />

mq. 1.200<br />

mq. 3.370<br />

mq. 6.065<br />

mq. 5.580<br />

mq. 5.185<br />

mq. 1.930<br />

mq. 16.450<br />

mq. 760<br />

mq. 985<br />

mq. 2.595<br />

mq. 36.370<br />

mq. 10.695<br />

mq. 10.830<br />

mq. 43.530<br />

- Nuova circonvallazione sud del centro abitato<br />

tra la provinciale per Torino ( SP 190) e la<br />

provinciale Avigliana – Coazze (SP 187);<br />

- Collegamenti tra i <strong>di</strong>stretti,<br />

- Ampliamento e completamento della viabilità<br />

esistente;<br />

- Realizzazione <strong>di</strong> viabilità pedonale e piste<br />

ciclabili<br />

In DP4.1.1 – Via delle Fucine<br />

In DP4.1.2 – Nuova strada <strong>di</strong> PRGC<br />

IN 2.34 – Via Torino interno<br />

IN DP3 – Nuova strada <strong>di</strong> PRGC<br />

IN DP4.1 – Via Caduti sul Lavoro<br />

IR 1.2 – Via Marchini<br />

IR 3.1 – Via Petrarca<br />

IR DP3 – via Canonico Pio Rolla<br />

Im DP4.2 Via Caduti sul Lavoro<br />

Viabilità urbana ed extraurbana esistente<br />

ed in progetto (v)<br />

Aree <strong>di</strong> nuovo impianto per attività<br />

economiche produttive (IN)<br />

Aree produttive <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no e<br />

trasformazione ( IR)<br />

Impianti artigianali esistenti confermati (Im) Im 1.6 – via Rosaz interno<br />

Im 1.9 – Via Avigliana – via Guglielmino<br />

Im 1.12.1 – Via Rametti interno<br />

Im 1.12.2 – via Torino<br />

Im 2.22 – Via Beale<br />

Im 2.31 – Via Scaletta<br />

Im 2.32 – via San Michele<br />

Im 2.34.1 – Via Colpastore<br />

Im 2.34.2 – Via Torino interno<br />

Im 2.34.3 – Via Torino interno<br />

Im 2.37 – Via Villa<br />

Im 2.39 – Via Colpastore interno<br />

Im C7.4 – via Villa<br />

Im 3.4 – Via Sestriere<br />

Im C9.4 – Vicolo Crosa<br />

Im 3.5 – Via Vittorio Emanuele II<br />

Im 4.1 – Via Selvaggio<br />

Im 4.2 – Via Selvaggio<br />

Im 5a.8 – Via San Francesco d'Assisi<br />

Im 5a.13.1 – Via Paisas<br />

Im 5b.7 – Borgata Lussiatti<br />

Im 7a.7 – Via Petrarca<br />

Im 7a.10 – Via Colle del Vento<br />

Im 7b.5.1 – Strada della Maddalena<br />

Im 7b.5.2 - Strada della Maddalena<br />

Im 7b.6 – Via Coazze interno<br />

Im 8.5.1 – Via San Luigi<br />

Im 8.11.1 – Via Torino<br />

Im 8.16.1 – Via Tre Denti<br />

Im 8.16.2 – Via Tre Denti<br />

Im 8.16.3 – Via Dei Sabbioni<br />

Im 8.16.4 – Via dei Sabbioni<br />

Im 8.16.5 – Via dei Sabbioni<br />

Im 8.19 – Via Pio Rolla<br />

Im 8.21.1 – B.ta Girella Villa<br />

Im DP1 – Via Manifattura<br />

Im DP 2.1 – Via Grangia Marin<br />

Im DP3 – Via Beale – via Pio Rolla<br />

Im DP4.1 Via Caduti sul Lavoro<br />

SOTTOCLASSE AREA OMOGENEA DIMENSIONE TIPOLOGIA DI<br />

INTERVENTO<br />

SISTEMA<br />

AMBIENTALE<br />

TABELLA 1 CONTENUTO DELLA REVISIONE GENERALE DEL PRGC DI GIAVENO 1C<br />

ATTREZZATURE E SERVIZI A LIVELLO COMUNALE<br />

INF. DI<br />

RETE<br />

INFRASTR. PER<br />

LA MOBILITA’<br />

AREE ED IMMOBILI DESTINATI AD ATTIVITA’ PRODUTTIVE E TERZIARIE<br />

SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI<br />

SISTEMA INSEDIATIVO<br />

AREE URBANE


Sod<strong>di</strong>sfacimento dei fabbisogni pregressi e futuri anche per le attività<br />

terziarie e <strong>di</strong> servizio pubblico e privato (indotti), in misura adeguata<br />

all’ uso intensivo dell’ automobile determinato dall’ubicazione<br />

periferica del comune.<br />

Conferma delle previsioni del PRGC vigente in merito alle<br />

attrezzature esistenti e previsione <strong>di</strong> nuove attrezzature a verde<br />

sportivo ed attrezzato, a sod<strong>di</strong>sfacimento dei fabbisogni pregressi e<br />

futuri, in particolare nell’ambito <strong>di</strong> piani esecutivi a prevalente<br />

destinazione residenziale, evitando per quanto possibile il consumo<br />

<strong>di</strong> suolo agricolo <strong>di</strong> valore produttivo.<br />

AZIONE<br />

Mq. 177.662 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

Realizzazione <strong>di</strong> nuovi impianti<br />

Mq.359.635 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

Realizzazione <strong>di</strong> nuovi impianti<br />

p 1.2.1 Park in SUE<br />

p1.2.2 Park in SUE<br />

p 1.3 In esproprio-via P.Abbaziale<br />

p1.4.1 Park in SUE<br />

p 1.9.1 Park in SUE<br />

p 1.13.1 Park in SUE<br />

p 1.13.3 In esproprio- int. Via Fasella<br />

p 1.15.2 Park atterraggio elicotteri<br />

p C1.14 Park in SUE<br />

p C1.21.1 In esproprio - via Stazione<br />

p 2.1.3 Park in SUE<br />

p 2.2.1 Park in SUE<br />

ed altri<br />

b) Parcheggi in progetto:<br />

P 1.1.1 Park campo sportivo<br />

P 1.1.2 Park via Taravellera<br />

P 1.2.3 Park via G. Valletti<br />

P 1.4.2 Park via Pertini<br />

P 1.5.1 Park Via Carducci<br />

P 1.5.2 Park P.zza N. Rosa<br />

P 1.6 Park P.zza Rosaz<br />

P 1.8 Piazzale Dughera<br />

P 1.9.4 Park via De Matteis<br />

P 1.9.3 Parcheggio rotonda<br />

P 1.15.1 Park via San Sebastiano<br />

P C1.3.1 P.zza Colombatti<br />

P C1.3.2 Via Carducci<br />

P C1.4 P.zza Giovanni XXIII<br />

P C1.5.1 P.za Cottolengo<br />

P C1.5.2 P.za Claretta<br />

P C1.7 Via Parco Abbaziale<br />

P C1.9 P.zza Sant'Antero<br />

P C1.10 P.za Molines<br />

P C1.11.1 P.za Molines - Park mercato<br />

P C1.11.2 Via Maria Ausiliatrice<br />

P C1.12 P.za Ruffinatti<br />

ed altri<br />

v 1.15 in esproprio Via S. Sebastiano<br />

v 1.15.2 Via S. Sebastiano<br />

v 1.2.1 verde in SUE<br />

v 1.2.2 Verde in SUE<br />

v 1.2.4 verde in SUE<br />

v 1.2.3 in esproprio via Suor Versino<br />

v 1.3 in esproprio Via P. Abbaziale<br />

v 1 .4.2 verde in SUE<br />

v 1.5.2 ex area PRGC V4 in esproprio<br />

v 1.9.1 verde in SUE<br />

v 1.9.2 verde in SUE<br />

v 1.9.3 verde in esproprio<br />

v 1.13.1 in esproprio- int. Via Fasella<br />

v 1.13.2 verde in SUE<br />

v 1.13.3 in esproprio- int. Via Fasella<br />

v 1.13.4 verde in SUE<br />

v 1.13.5 in esproprio via Fasella<br />

v 2.3 Verde in SUE<br />

v 2.6 verde in SUE<br />

v 2.7 verde in SUE<br />

v 2.13.1 verde in SUE<br />

v 2.13.2 verde in SUE<br />

v 2.22.2 verde in SUE<br />

v 2.23.1 verde in SUE<br />

v 2.23.2 verde in SUE<br />

v 2.31.2 in esproprio via Scaletta<br />

v 2.34.1 verde in SUE<br />

v 2.34.3 in esproprio nuovo Palazzetto<br />

v 3.8.1 in esproprio via Mons. Re<br />

v 3.8.2 in esproprio via Mons. Re<br />

v 4.1 verde in SUE<br />

ed altri<br />

a) Parcheggi esistenti:<br />

c) Parchi e verde attrezzato in progetto:<br />

V 1.4.1 Giar<strong>di</strong>ni via Pertini<br />

V 1.6 Giar<strong>di</strong>no P.zza Rosaz<br />

V 1.10 Giar<strong>di</strong>no Strada del Ferro<br />

V C1.4 Parco Marchini<br />

V C1.10.1 Giar<strong>di</strong>no via XXIV maggio<br />

V C1.10.2 P.zza Usseglio Mattiet<br />

V 2.5.1 Giar<strong>di</strong>no via Condove<br />

V 2.5.2 Giar<strong>di</strong>no via Condove<br />

V 2.16 Giar<strong>di</strong>no via Ricciar<strong>di</strong><br />

V 2.19 Giar<strong>di</strong>no via XXV Aprile<br />

V 2.20 Giar<strong>di</strong>no via Romarolo<br />

V 2.21 Giar<strong>di</strong>no F.lli Cervi<br />

V 2.28 Giar<strong>di</strong>no P.zza I Maggio<br />

V 2.33.1 Giar<strong>di</strong>no via Colpastore<br />

V 2.33.2 Giar<strong>di</strong>no strada della Chioma<br />

V 3.2.1 Giar<strong>di</strong>no via Petrarca<br />

V 3.2.2 Giar<strong>di</strong>no via Petrarca<br />

V 3.5 Giar<strong>di</strong>no via Gonin<br />

V 3.11 Giar<strong>di</strong>no p.za ex Internati<br />

V 4.7 Giar<strong>di</strong>no via Selvaggio<br />

V 5a.10 Giar<strong>di</strong>no p.za Cav. Vittorio Ven.<br />

V 6.23.1 Giar<strong>di</strong>no via Selvaggio<br />

V 7b.8.1 Giar<strong>di</strong>no Strada Maddalena<br />

b) Parchi e verde attrezzato esistente:<br />

V 1.5.1 Sta<strong>di</strong>o Torta<br />

V 2.22.1 Campo Sportivo via Ricciar<strong>di</strong><br />

V 2.34.2 Palasport e pertinenze<br />

V 2.34.3 Pertinenze palasport<br />

V 7b.6 Bocciodromo via Viassa<br />

a) Attrezzature sportive esistenti ed in<br />

progetto:<br />

e) Attrezzature annonarie (mercati e centri<br />

commerciali pubblici),<br />

C 2.24 Mercato p.zza Maritano<br />

C C1.10.1 Pa<strong>di</strong>glione fiere p.zza Mautino<br />

d) Attrezzature socio - assistenziali<br />

C C1.14 Nuovo Ricovero via Pacchiotti e<br />

chiesa della Beata Vergine<br />

Maria<br />

C C18.1 Ricovero anziani Comunale<br />

C 3.11 Ricovero Anziani M. Ausiliatrice<br />

Parcheggi pubblici esistenti ed in<br />

progetto (P,p)<br />

Aree per spazi pubblici a parco, gioco e<br />

sport esistenti ed in progetto (V,v)<br />

SOTTOCLASSE AREA OMOGENEA DIMENSIONE TIPOLOGIA DI<br />

INTERVENTO<br />

SISTEMA<br />

AMBIENTALE<br />

TABELLA 1 CONTENUTO DELLA REVISIONE GENERALE DEL PRGC DI GIAVENO 1D<br />

ATTREZZATURE E SERVIZI A LIVELLO COMUNALE<br />

SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI<br />

AREE URBANE


In<strong>di</strong>viduazione cartografica e normativa, e adozione <strong>di</strong> norme che<br />

<strong>di</strong>sciplinino gli usi e garantiscano la tutela delle aree <strong>di</strong> valenza<br />

ambientale e paesaggistica.<br />

In<strong>di</strong>viduazione delle aziende agricole in attività, con norme specifiche<br />

per l’adeguamento e lo sviluppo delle attività esistenti, con<br />

prescrizioni che rendano compatibili gli interventi con l’intorno e<br />

contengano l’impatto inse<strong>di</strong>ativo.<br />

allevamento<br />

In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> area propria per i cimiteri esistenti ed il loro futuro<br />

ampliamento, compresa ridelimitazione fascia <strong>di</strong> rispetto, come da<br />

Piano cimiteriale approvato<br />

Conferma delle previsioni del PRGC vigente, ed in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />

nuove aree per il sod<strong>di</strong>sfacimento del fabbisogno pregresso e futuro.<br />

interesse sovracomunale<br />

mq. 583.650 Manutenzione ambientale Conferma delle previsioni del PRGC vigente <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> tutela<br />

ambientale, a parco e per attività ricreative, <strong>di</strong>dattiche e ricettive, <strong>di</strong><br />

Conferma delle previsioni del PRGC vigente.<br />

Conferma delle previsioni del PRGC vigente.<br />

AZIONE<br />

Aree boscate (AB, ABr) Interventi manutentivi<br />

Interventi manutentivi<br />

Interventi manutentivi<br />

Mq. 213.245 Interventi <strong>di</strong> adeguamento e<br />

sviluppo delle aziende<br />

mq. 37.330 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali ed<br />

ampliamento.<br />

mq. 23.425 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

realizzazione <strong>di</strong> nuove strutture<br />

mq. 75.038 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

IC 1.15 : Cimitero Capoluogo<br />

IC 9.17: Cimitero <strong>di</strong> borgata Provonda<br />

IC C 71 Cimitero <strong>di</strong> borgata Maddalena<br />

IE 1.15 : Isola ecologica <strong>di</strong> via San<br />

Sebastiano<br />

IE C1.10: Enel via XXIV Maggio<br />

GS 1.8 : Ospedale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

GS 1.15: Area <strong>di</strong> primo soccorso <strong>di</strong> via<br />

Fasella<br />

GV NM 89: (Area naturalistica Ciandet-Seja)<br />

GV 10.15: (Area naturalistica Alpe Colombino<br />

GA 1.7.1 : Casa <strong>di</strong> riposo Ex Seminario<br />

Metropolitano<br />

GA 2.19: Istituto Cottolengo<br />

GA 3.6.1: Casa <strong>di</strong> riposo Villa Garrone (ente<br />

religioso)<br />

GA 3.6.2: Ente religioso<br />

Aree agricole produttive <strong>di</strong> ambito<br />

fluviale (AF)<br />

Aree agricole <strong>di</strong> tutela ambientale o<br />

paesaggistica (ATA, ACo, ACc)<br />

Inse<strong>di</strong>amenti agricoli in attivita’ (AP) IA 8.14.3 - IA 8.14.4 - IA 8.14.5 – IA 8.14.6 - IA<br />

8.16.1 -; IA 8.16.2 - IA 8.19.2 - IA 8.20 - IA<br />

8.21.1 - IA 8.22.1; IA 8.23.1 - IA 8.23.3 - IA<br />

8.23.4 - IA C33.1 - IA 8.25.1 - IA 9.2.1 - IA 9.2.2<br />

ed altri<br />

Aree agricole in<strong>di</strong>fferenziate (AI) Conferma delle previsioni del PRGC vigente, com maggioori<br />

limitazioni per l' inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> nuove attrezzature per l'<br />

Cimiteri ed impianti erogatori <strong>di</strong> pubblici<br />

servizi (IC, IE)<br />

Aree per impianti od attrezzature civili<br />

(GS)<br />

Aree per parchi urbani e comprensoriali<br />

(GV)<br />

Aree per attrezzature sociali, sanitarie<br />

ed ospedaliere (GA)<br />

Immobili per l’ istruzione superiore (GI) GI 1.5 : Istituto Provinciale B.Pascal mq. 11.850 Interventi manutentivi<br />

adeguamenti funzionali<br />

SOTTOCLASSE AREA OMOGENEA DIMENSIONE TIPOLOGIA DI<br />

INTERVENTO<br />

SISTEMA<br />

AMBIENTALE<br />

TABELLA 1 CONTENUTO DELLA REVISIONE GENERALE DEL PRGC DI GIAVENO 1E<br />

DI VALENZA<br />

AMBIENTALE<br />

AGR. PROD.<br />

ATTREZZATURE DI INTERESSE. GENERALE<br />

SISTEMA AGRICOLO ED<br />

AMBIENTALE<br />

SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE E DEI<br />

SERVIZI<br />

TERRITORIO EXTRAURBANO<br />

AREE URBANE


2 LA LETTURA DEL QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE E<br />

NATURALISTICO<br />

Il quadro conoscitivo preliminare alla redazione del P.R.G.C., ha la funzione <strong>di</strong> raccogliere i<br />

dati relativi ai numerosi tematismi che possono essere rilevanti per la sua definizione. Nel<br />

rapporto ambientale, questi dati vengono analizzati in maniera critica, confrontati e descritti,<br />

così da fornire un quadro complessivo analitico. Tutte le informazioni, assieme <strong>di</strong>sponibili a<br />

precedenti analisi che possano in<strong>di</strong>care i mutamenti avvenuti sul territorio, servono quale<br />

base conoscitiva ed interpretativa dello stato attuale del territorio comunale, ad in<strong>di</strong>carne le<br />

eventuali potenzialità e ad in<strong>di</strong>viduare alcune linee <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e sviluppo che devono<br />

essere recepite nel P.R.G.C. Il quadro conoscitivo permette <strong>di</strong> inserire il comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

in una lettura più ampia anche per i principali temi ambientali e trovare il corretto riferimento<br />

in strumenti sovracomunali quali il Piano Regionale <strong>di</strong> Tutela delle Acque (P.T.A.. – Luglio<br />

2004), il sistema Natura2000, il sistema delle aree protette (nazionali, regionali o provinciali),<br />

e il Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della Provincia <strong>di</strong> Torino. I vincoli che derivano da<br />

questi strumenti sovraor<strong>di</strong>nati devono essere anche utilizzati per mantenere, migliorare o<br />

ricreare un sistema <strong>di</strong> sostenibilità ambientale oggi in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

2.1 INQUADRAMENTO GENERALE DEL TERRITORIO.<br />

Il territorio del comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> si estende lungo il corso del torrente Sangone occupando<br />

un’area totale <strong>di</strong> circa 72 kmq con elementi paesaggistici piuttosto vari che spaziano dai ripi<strong>di</strong><br />

versanti montani con quote <strong>di</strong> culmine talora superiori a 2000 m alle blande colline lungo il<br />

confine con Avigliana, dai brevi pianalti che caratterizzano le zone del concentrico storico e<br />

delle borgate imme<strong>di</strong>atamente più a Nord alle ampie spianate del fondovalle principale del<br />

torrente Sangone in prossimità del confine con il comune <strong>di</strong> Trana. Le aree ubicate in sinistra<br />

idrografica del torrente Sangone, ove è localizzato il concentrico principale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>,<br />

sebbene rappresentino percentualmente una estensione areale minore, sono quelle<br />

maggiormente e storicamente urbanizzate: si tratta infatti <strong>di</strong> zone a morfologia generalmente<br />

pianeggiante debolmente degradanti verso E-SE e <strong>di</strong> blan<strong>di</strong> rilievi collinari che si allungano,<br />

verso Nord, fino al piede dei rilievi montuosi del Truc Vernetta e <strong>di</strong> Pian Aschiero o, verso<br />

Est, in <strong>di</strong>rezione delle conche dei Laghi <strong>di</strong> Avigliana e della dorsale della stretta <strong>di</strong> Trana. Le<br />

porzioni <strong>di</strong> territorio comunale ubicate in destra idrografica del torrente Sangone sono quelle<br />

arealmente più estese e comprendono essenzialmente zone <strong>di</strong> bassa e me<strong>di</strong>a montagna<br />

modellate da una serie <strong>di</strong> strette e ripide valli secondarie che si estendono fino allo<br />

spartiacque con la Val Chisone e che ospitano, prevalentemente lungo le dorsali o i me<strong>di</strong><br />

versanti, numerose borgate e agglomerati rurali.<br />

16


Fig. 1 – Verifica della compatibilità idraulica ed idrogeologica – Tav. G5 – Carta dell’ Acclività<br />

Il Comune ha una superficie <strong>di</strong> 7.176 ha circa, <strong>di</strong> cui, 502 <strong>di</strong> collina e 6.674 <strong>di</strong> montagna. Di<br />

tale superficie, 1.326 ha presentano pendenze inferiori a 5°; 2.468 ha hanno pendenze tra i<br />

5° ed i 20°; ed i restanti 3.382 hanno pendenze superiori a 20°. La carta dell’acclività (Tav.<br />

G5) allegata alla Verifica <strong>di</strong> compatibilità Idraulica ed Idrogeologica redatta dal dott. Geologo<br />

Giuseppe Genovese, facente parte delle presenti indagini,(ve<strong>di</strong> allegati da G1 a G20),<br />

in<strong>di</strong>vidua come <strong>di</strong> classe 1°, con pendenze comprese dall’ 1% al 4%, la parte del territorio<br />

comunale <strong>di</strong> fondovalle, che dal corso del Sangone si estende fino al confine con il comune<br />

<strong>di</strong> Trana.<br />

E’ posto nell'ambito compreso fra i comuni <strong>di</strong> Coazze, Valgioie, Avigliana, Trana, Cumiana,<br />

Pinasca e Perosa Argentina, alle coor<strong>di</strong>nate geografiche latitu<strong>di</strong>ne: 45°252”80 N, e<br />

longitu<strong>di</strong>ne: 7 211”08 E<br />

2.2 ASPETTI CLIMATICI<br />

Le principali informazioni relative agli aspetti climatici della regione provengono dalle banche<br />

dati dalla Regione Piemonte e dall’Università <strong>di</strong> Torino “Precipitazioni e temperature”, che<br />

fornisce dati climatici relativi a tutto il territorio regionale, e “Banca Dati Meteorologica 1990-<br />

1997” in cui sono contenuti i dati <strong>di</strong>saggregati per ciascuna stazione <strong>di</strong> rilievo; da essa è<br />

possibile derivare informazioni recenti sull’andamento dei singoli parametri <strong>di</strong> precipitazioni e<br />

temperature.<br />

Per quanto concerne l’andamento delle precipitazioni, l’aumento della piovosità con<br />

l’altitu<strong>di</strong>ne risulta più marcato in coincidenza dei rilievi più importanti e, spostandosi<br />

dall’ambiente esalpico a zone alpine interne, la quantità <strong>di</strong> precipitazioni <strong>di</strong>minuisce; le<br />

con<strong>di</strong>zioni climatiche generali assumono caratteristiche <strong>di</strong> maggiore continentalità.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle piogge nel corso delle stagioni raggiunge i maggiori livelli nelle stagioni<br />

equinoziali, generalmente con massimo assoluto in primavera e massimo relativo in autunno,<br />

mentre la stagione meno piovosa è l’inverno, secondo il tipico andamento che si registra nel<br />

17


egime pluviometrico <strong>di</strong> tipo prealpino. Quando il massimo delle precipitazioni si verifica in<br />

autunno (con massimo relativo in primavera e minimo invernale), il regime pluviometrico è<br />

incluso in quello <strong>di</strong> tipo subalpino.<br />

Analizzando in dettaglio i dati relativi alle stazioni all’interno della zona in esame o prossimi a<br />

quest’ultima, risulta ancor più chiaro quanto gia esposto.<br />

Nell’ambito del territorio compreso nell’Area Forestale n. 28 (Comunità montane Valsangone<br />

ed Alto Pinerolese) sono <strong>di</strong>sponibili dati relativi alle stazioni <strong>di</strong> Cumiana (290 m s.l.m.),<br />

Pinerolo (377 m s.l.m.) e Coazze (635 m s.l.m.), cautela, soprattutto considerando la<br />

continentalità della Val <strong>di</strong> Susa e della Val Chisone.<br />

Figura 2: Temperature me<strong>di</strong>e, minime e massime nella stazione <strong>di</strong> Cumiana (290 m.slm – anni 1990-97).<br />

Dai dati delle stazioni <strong>di</strong> rilevamento viene confermato quanto precedentemente accennato:<br />

Cumiana, situata in zona pedemontana, presenta una quantità totale <strong>di</strong> precipitazioni annue (911<br />

mm), molto inferiore rispetto alla stazione <strong>di</strong> Coazze (posta a quota superiore), dove i mm caduti<br />

me<strong>di</strong>amente in un anno sono pari a 1518, sebbene l’andamento generale delle piogge sia similare;<br />

nella stazione <strong>di</strong> Coazze comunque il massimo <strong>di</strong> precipitazioni si verifica in autunno, a Cumiana in<br />

primavera.<br />

Per quanto concerne i valori <strong>di</strong> temperatura, Cumiana ha una temperatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 12,3 °C, con<br />

me<strong>di</strong>a dei minimi pari a 7,4 °C e me<strong>di</strong>a dei massimi <strong>di</strong> 17,5°C. Coazze presenta temperature me<strong>di</strong>e<br />

minime <strong>di</strong> gennaio e febbraio inferiori a 0°C, un valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> temperatura pari a 8.7°C, con<br />

me<strong>di</strong>a dei minimi e dei massimi uguali rispettivamente a 5,8 °C e 12,2°C ( Figura 12 e Figura 13).<br />

Per quanto riguarda le precipitazioni nevose, non essendoci stazioni in zona, si è fatto riferimento<br />

alle stazioni <strong>di</strong> Sauze d’Oulx, Salbertrand e Pragelato, per avere dati in<strong>di</strong>cativi <strong>di</strong> riferimento<br />

Tabella 2: Dati relativi alle precipitazioni nevose per mese (dati espressi in cm).<br />

Tabella 3: Dati aggregati <strong>di</strong> precipitazione (mm) e temperatura (°C) <strong>di</strong> località poste in zona<br />

montana e pedemontana.<br />

18


L’andamento climatico della zona può assicurarsi ai dati relativi alla stazione <strong>di</strong> Torino, dove la<br />

quantità <strong>di</strong> pioggia complessiva che cade me<strong>di</strong>amente in un anno è pari a 851 mm e la<br />

temperatura me<strong>di</strong>a risulta essere <strong>di</strong> 13°C.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle precipitazioni registrate a Torino è simile a quelle delle stazioni già<br />

esaminate, con massimi equinoziali (assoluti in primavera e relativi in autunno) e minimi invernali. I<br />

principali valori <strong>di</strong> temperatura sono riportati in Tabella 11. Dal <strong>di</strong>gramma termopluviometrico <strong>di</strong><br />

questa stazione non si rilevano mesi <strong>di</strong> ari<strong>di</strong>tà.<br />

Tabella 4: Principali valori termici relativi alla stazione <strong>di</strong> Torino.<br />

La temperatura minima assoluta registrata negli anni 1951-1986 è pari a -10.7 °C e la massima<br />

assoluta risulta, nello stesso intervallo temporale, uguale a 42,6 °C.<br />

19


Carta climatica del Piemonte secondo Thornhwaite (1948), e Bagnouls e Gaussen (1957); nel riquadro l’Area<br />

n. 28.<br />

Secondo Thornhwaite (1948) l’area in esame, procedendo progressivamente dalla zona<br />

pianeggiante a quella montana (da est verso ovest), passa dal tipo climatico da subumido a<br />

subarido varietà climatica secondo mesotermico (zona rossa), a tipo climatico da umido a<br />

subumido varietà climatica secondo mesotermico (zona gialla). Successivamente il tipo climatico<br />

<strong>di</strong>venta umido, varietà climatica secondo mesodermico (zona verde chiara), per <strong>di</strong>venire poi umido,<br />

varietà climatica primo e secondo microtermico (zone <strong>di</strong> colore verde progressivamente più scuro.<br />

Secondo Bagnouls e Gaussen la zona appartiene interamente alla regione climatica mesaxerica,<br />

sottoregione temperata; solo nelle cime più alte si passa alla regione axerica fredda.<br />

In sintesi, il regime climatico dell’area Pinerolese Pedemontano e Val Sangone può essere così<br />

schematizzato:<br />

- clima <strong>di</strong> pianura: caratteristico della parte occidentale dell’area, dove la morfologia è<br />

pianeggiante, comprendente anche, risalendo lungo il corso dei torrenti principali, la porzione più<br />

bassa delle valli fino ad una quota <strong>di</strong> circa 500 m s.l.m. . Il regime pluviometrico è prealpino, con<br />

precipitazioni me<strong>di</strong>e annue pari a circa 800-1000 mm e temperature me<strong>di</strong>e annue comprese tra 11<br />

e 12,5°C; non vi sono mesi <strong>di</strong> ari<strong>di</strong>, mentre si verificano 4-5 mesi fred<strong>di</strong> (con temperatura me<strong>di</strong>a<br />

inferiore a 7°C)<br />

- clima <strong>di</strong> fondovalle (zona pedemontana): proprio <strong>di</strong> zone poste a quote fino a circa 800 m s.l.m. .<br />

La temperatura me<strong>di</strong>a scende a valori compresi tra 9 e 11°C, la piovosità sale oltre 1000 mm<br />

senza che si riscontrino mesi secchi e con 4-5 mesi fred<strong>di</strong> in un anno.<br />

- clima <strong>di</strong> montagna: si sviluppa nelle valli aperte fino a quote <strong>di</strong> 1000-1300 m s.l.m.; la temperatura<br />

me<strong>di</strong>a annua si attesta su valori compresi tra 7 e 9°C e le precipitazioni, che seguono un regime<br />

pluviometrico <strong>di</strong> tipo prealpino, sono superiori a 1200 mm, con assenza <strong>di</strong> mesi secchi. I mesi con<br />

temperature me<strong>di</strong>e inferiori a 7 °C salgono a 6-7.<br />

- clima <strong>di</strong> montagna interna: regime pluviometrico <strong>di</strong> tipo prealpino, con assenza <strong>di</strong> mesi secchi. Le<br />

temperature me<strong>di</strong>e annue risultano variare tra 4 e 7 °C e si rilevano 6-7 mesi fred<strong>di</strong>. In questa<br />

fascia si verificano le con<strong>di</strong>zioni endalpiche tipiche delle valli circondate da rilievi molto alti e<br />

orientati in modo da fare schermo all’afflusso delle perturbazioni atlantiche.<br />

- clima dei rilievi alpini: proprio dei rilievi sopra i 1500 m; il regime pluviometrico è <strong>di</strong> tipo prealpino,<br />

con assenza <strong>di</strong> mesi secchi, con temperature me<strong>di</strong>e annue comprese tra 0 e 4 °C e 8-9 mesi<br />

fred<strong>di</strong>.<br />

20


2.3) ARIA, ACQUA, SUOLO E SOTTOSUOLO<br />

2.3.1 L’ Aria<br />

Le emissioni <strong>di</strong> sostanze inquinanti alterano la composizione dell’atmosfera e influenzano la<br />

qualità dell’aria dando origine a problemi ambientali <strong>di</strong> interesse globale: cambiamenti<br />

climatici, buco dell’ozono, aumento dell’ozono troposferico, aci<strong>di</strong>ficazione. In<strong>di</strong>viduare e<br />

conoscere le fonti emissive e <strong>di</strong>sporre dei dati relativi alle emissioni, sono le azioni<br />

fondamentali per valutarne gli impatti sulla salute e sull’ambiente e per pre<strong>di</strong>sporre, ai vari<br />

livelli <strong>di</strong> governo, opportuni piani <strong>di</strong> azione per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.<br />

La Regione Piemonte <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un Inventario Regionale delle Emissioni, realizzato dalla<br />

Direzione Ambiente della Regione Piemonte secondo la metodologia CORINAIR.<br />

L'elaborazione dei dati in esso contenuti, costituisce un valido supporto sia per la definizione<br />

dei livelli <strong>di</strong> emissione sia per l’in<strong>di</strong>viduazione dei comparti emissivi sui quali gli interventi<br />

regionali <strong>di</strong> pianificazione territoriale possono agire con maggiore efficacia.<br />

L'inventario della Regione Piemonte consente <strong>di</strong> ottenere la stima delle emissioni totali<br />

annue <strong>di</strong> macro e microinquinanti, <strong>di</strong>saggregate per attività emissiva ai vari livelli <strong>di</strong><br />

classificazione SNAP (Selected Nomenclature for Air Pollution) e ripartite spazialmente su<br />

scala comunale. In base alla classificazione SNAP, tutte le attività antropiche e naturali che<br />

possono dare origine ad emissioni inquinanti in atmosfera, sono ripartite in un<strong>di</strong>ci<br />

macrosettori raggruppati in quattro comparti emissivi, come riportato nella successiva<br />

Tabella 1.<br />

Comparti emissivi e macrosettori previsti dalla classificazione SNAP<br />

Comparto Denominazione Macrosettori<br />

A Produzione <strong>di</strong> energia><br />

1) Combustione - Energia e industria <strong>di</strong><br />

trasformazione<br />

2) Combustione non industriale<br />

B Attività industriali<br />

3) Combustione nell’industria<br />

4) Processi produttivi<br />

5) Estrazione e <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> combustibili fossili,<br />

geotermia<br />

6) Uso <strong>di</strong> solventi e altri prodotti<br />

C Attività industriali 7) Trasporto su strada<br />

D Attività industriali<br />

8) Altre sorgenti mobili e macchinari<br />

9) Trattamento e smaltimento rifiuti<br />

10) Agricoltura<br />

11) Altre sorgenti <strong>di</strong> emissione ed assorbimenti<br />

Le stime delle emissioni delle principali sostanze inquinanti, calcolate a partire dall’inventario<br />

regionale, sono state visualizzate attraverso apposite carte tematiche, ognuna delle quali,<br />

riporta la massa <strong>di</strong> inquinante emessa per unità <strong>di</strong> superficie (in tonnellate per chilometro<br />

quadrato) da uno specifico comparto emissivo, su scala comunale. Ciò consente <strong>di</strong><br />

evidenziare, per ogni inquinante, la pressione esercitata sul territorio dai <strong>di</strong>versi comparti<br />

emissivi e <strong>di</strong> poter effettuare un imme<strong>di</strong>ato confronto tra comuni con <strong>di</strong>versa estensione<br />

territoriale.<br />

Nel gennaio / marzo e nel luglio/agosto 1997 il Laboratorio mobile dell’A.R.P.A. –<br />

Dipartimento sub – provinciale <strong>di</strong> Grugliasco ha effettuato una campagna <strong>di</strong> rilevamento della<br />

qualità dellì’ aria in alcune aree centrali del concentrico <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>. Per quanto concerne la<br />

campagna <strong>di</strong> monitoraggio dei principali inquinanti atmosferici si possono formulare le<br />

seguenti conclusioni:<br />

1. Il monitoraggio effettuato dal 29 gennaio al 03 marzo 1997 si colloca in un<br />

periodo dell'anno in cui, all'inquinamento provocato dalle attività industriali e dal<br />

traffico veicolare, si aggiunge il contributo degli impianti <strong>di</strong> riscaldamento<br />

21


domestico;<br />

2. le con<strong>di</strong>zioni meteoclimatiche, inoltre, caratterizzate da bassi valori <strong>di</strong><br />

irraggiamento solare, sono, in termini generali, sfavorevoli alla <strong>di</strong>spersione degli<br />

inquinanti in atmosfera.<br />

3. Le risultanze dell'indagine effettuata in tale periodo si possono quin<strong>di</strong> ritenere<br />

rappresentative della situazione più critica dell'anno solare in relazione a tutti gli<br />

inquinanti esaminati ad eccezione dell'ozono che, in quanto sostanza <strong>di</strong> origine<br />

fotochimica, presenta nel semestre freddo valori minimi <strong>di</strong> concentrazione.<br />

4. La <strong>di</strong>rezione prevalente del vento rilevata nel sito <strong>di</strong> monitoraggio è da sud<br />

nelle ore <strong>di</strong>urne e da sud-ovest in quelle notturne ;il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> velocità del vento<br />

(0,7 m/sec) è relativamente basso ed evidenzia una situazione generale <strong>di</strong><br />

sostanziale calma <strong>di</strong> vento e quin<strong>di</strong> tendenzialmente sfavorevole alla<br />

<strong>di</strong>luizione degli inquinanti per trasporto.<br />

5. Il monitoraggio effettuato dal 16 luglio al 18 agosto 1997 si colloca invece in un periodo<br />

dell'anno in cui è minimo il contributo all'inquinamento atmosferico degli impianti <strong>di</strong><br />

riscaldamento domestico ed in cui le con<strong>di</strong>zioni meteoclimatiche sono<br />

caratterizzate da elevati valori <strong>di</strong> irraggiamento solare e sono quin<strong>di</strong> in generale<br />

favorevoli alla <strong>di</strong>spersione degli inquinanti in atmosfera come pure però alla<br />

formazione <strong>di</strong> inquinanti secondari ed in particolare <strong>di</strong> ozono.<br />

6. Le risultanze dell'indagine effettuata in tale periodo si possono quin<strong>di</strong> ritenere<br />

rappresentative <strong>di</strong> una situazione prossima ai massimi annuali per quanto<br />

riguarda l'ozono e prossima ai minimi annuali per tutti gli altri inquinanti.<br />

7. Per quanto riguarda il contributo alla <strong>di</strong>luizione degli inquinanti per trasporto da parte<br />

del vento, valgono le stesse considerazioni già fatte in relazione al primo periodo <strong>di</strong><br />

monitoraggio, in quanto il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> velocità del vento (0,7 m/sec)<br />

evidenzia una sostanziale calma <strong>di</strong> vento.<br />

Entrando più nello specifico delle singole specie <strong>di</strong> inquinanti, in base ai dati<br />

<strong>di</strong>sponibili ed alla natura del sito <strong>di</strong> monitoraggio, si possono formulare le seguenti<br />

considerazioni:<br />

a) Biossido <strong>di</strong> zolfo (SO 2 )<br />

Cosa è - È un gas incolore, <strong>di</strong> odore pungente naturale prodotto dell’ossidazione dello Zolfo.<br />

Le principali emissioni <strong>di</strong> Biossido <strong>di</strong> Zolfo derivano dai processi <strong>di</strong> combustione che<br />

utilizzano combustibili <strong>di</strong> tipo fossile (gasolio, olio combustibile, carbone), in cui lo Zolfo è<br />

presente come impurità, e dai processi metallurgici. Una percentuale molto bassa <strong>di</strong> Biossido<br />

<strong>di</strong> Zolfo nell’aria (6-7%) proviene dal traffico veicolare, in particolare dai veicoli con motore<br />

<strong>di</strong>esel. La concentrazione <strong>di</strong> Biossido <strong>di</strong> Zolfo presenta una variazione stagionale molto<br />

evidente, con i valori massimi nella stagione invernale, laddove sono in funzione gli impianti<br />

<strong>di</strong> riscaldamento domestici.<br />

A livello regionale, si ha una leggera predominanza del comparto B ( Combustione<br />

nell’industria, e processi produttivi) A livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione spaziale locale delle emissioni<br />

per unità <strong>di</strong> superficie, i comparti A e C mostrano tipicamente valori più elevati a livello della<br />

conurbazione torinese, legati alla concentrazione nel primo caso <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> riscaldamento<br />

domestico, nel secondo caso <strong>di</strong> fonti mobili legate al traffico autoveicolare; il comparto B (<br />

processi produttivi ) evidenzia invece criticità localizzate sia in corrispondenza delle principali<br />

conurbazioni piemontesi sia in aree extraurbane se<strong>di</strong> <strong>di</strong> specifici inse<strong>di</strong>amenti industriali.<br />

22


ARPA Piemonte – Emissioni <strong>di</strong> SO 2 (t/Kmq.) 1997 comparti A – B- C –D per comune.<br />

Come si nota nella figura precedente, per tutti i comparti le emissioni nel comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

nel rilevamento dell’ ARPA Piemonte sono risultati inferiori a 0,5 t/kmq.<br />

b) Biossido <strong>di</strong> zolfo (S02) e piombo (Pb)<br />

I valori rilevati dal Mobilab nel gennaio/marzo e nel luglio/ agosto del 1997 <strong>di</strong> questi<br />

inquinanti si sono mantenuti ampiamente nei limiti della normativa in entrambi i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

monitoraggio, per cui si può ritenere assai probabile che, nel corso dell'anno, tali limiti<br />

siano comunque rispettati.<br />

Le concentrazioni <strong>di</strong> piombo sono vicine al limite inferiore dell'intervallo tipico <strong>di</strong> un'area<br />

urbana come definito dall'Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità.<br />

c) Cadmio (Cd) e Nichel (Ni)<br />

Per queste due sostanze non ci sono riferimenti normativi. Facendo riferimento alle Linee<br />

guida per la qualità dell'aria dell'O.M.S., si evidenzia che le concentrazioni rilevate rientrano,<br />

come per il piombo, nell'ambito me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un'area urbana.<br />

d) Monossido <strong>di</strong> Carbonio<br />

Cosa è - Il Monossido <strong>di</strong> Carbonio (CO) è l’inquinante gassoso più abbondante in atmosfera.<br />

È un gas inodore ed incolore e viene generato durante la combustione <strong>di</strong> materiali organici<br />

quando la quantità <strong>di</strong> Ossigeno a <strong>di</strong>sposizione è insufficiente. La principale sorgente <strong>di</strong> CO è<br />

rappresentata dal traffico veicolare (circa l'80% delle emissioni a livello mon<strong>di</strong>ale), in<br />

particolare dai gas <strong>di</strong> scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione <strong>di</strong> CO emessa dagli<br />

scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> funzionamento del motore: si<br />

registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase <strong>di</strong> decelerazione,<br />

con<strong>di</strong>zioni tipiche <strong>di</strong> traffico urbano intenso e rallentato.<br />

Il contributo del comparto D (attività agricole ed in genere attività ad esse collegate ) risulta<br />

minoritario, con l’eccezione <strong>di</strong> alcuni comuni nel nord del Piemonte, per i quali gli incen<strong>di</strong><br />

forestali (seppur legati a fenomeni spora<strong>di</strong>ci, ma documentati), sono considerati una fonte<br />

non trascurabile, a livello locale, <strong>di</strong> questo inquinante. A livello generale, i fattori <strong>di</strong> pressione<br />

ricadono per la quasi totalità nel comparto C ( trasporto su strada) ; l’esame della<br />

<strong>di</strong>stribuzione spaziale evidenzia due aree <strong>di</strong> massima criticità, in corrispondenza delle due<br />

maggiori conurbazioni piemontesi, Torino e Novara, con una netta prevalenza della prima.<br />

Tale <strong>di</strong>stribuzione è legata alle caratteristiche stesse <strong>di</strong> questo inquinante, la cui emissione<br />

da parte degli autoveicoli è più elevata quando il motore funziona prevalentemente ad un<br />

basso numero <strong>di</strong> giri; le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> guida del tipo "stop and go" , tipiche della mobilità<br />

urbana, corrispondono quin<strong>di</strong> a livelli <strong>di</strong> emissione per autoveicolo più elevati. Nelle gran<strong>di</strong><br />

conurbazioni, inoltre, il fenomeno risulta ulteriormente accentuato dall’elevata densità degli<br />

autoveicoli stessi. Un livello <strong>di</strong> criticità interme<strong>di</strong>o tra quello delle due conurbazioni citate e<br />

quello <strong>di</strong> fondo si evidenzia per i comuni nei quali ricadono i principali assi viari extraurbani<br />

(superstrade, tangenziali e autostrade).<br />

23


Per quanto riguarda il comparto B, ( processi produttivi) si evidenziano alcune situazioni<br />

critiche puntuali, esterne alle conurbazioni e legate alla presenza <strong>di</strong> specifici inse<strong>di</strong>amenti<br />

industriali. I fattori <strong>di</strong> pressione che ricadono nel comparto A (impianti <strong>di</strong> riscaldamento)n<br />

interessano invece principalmente la città <strong>di</strong> Torino (con le sua periferia urbana) in relazione<br />

alla elevata concentrazione spaziale <strong>di</strong> impianti <strong>di</strong> combustione.<br />

ARPA Piemonte – Emissioni <strong>di</strong> CO (t/Kmq.) 1997 comparti A – B- C –D per comune.<br />

Nel periodo invernale 1997, il più critico in quanto a situazione meteoclimatica, il Mobilab ha<br />

verificato 9 superamenti del livello <strong>di</strong> attenzione, pari all’ 1,1% delle ore totali <strong>di</strong> rilevamento.<br />

In tale periodo si è inoltre avuto un superamento dello standard <strong>di</strong> qualità dell'aria e si è<br />

sfiorato in una occasione, il giorno 31 gennaio, il livello <strong>di</strong> allarme. E' importante notare che<br />

tale fenomeno si è verificato in corrispondenza <strong>di</strong> una totale calma <strong>di</strong> vento verificatasi in un<br />

orario <strong>di</strong> intenso traffico autoveicolare.<br />

Nel secondo periodo (Luglio – agosto) non si sono verificati superamenti, ma i valori <strong>di</strong><br />

punta, che si situano attorno ai 10 mg/mc, sono comunque elevati rispetto alla stagione.<br />

L'andamento del giorno me<strong>di</strong>o mostra valori <strong>di</strong> punta in orario 8-9 e 17-19 nel primo periodo,<br />

8-12 e 17-19 nel secondo, in corrispondenza delle presumibili punte <strong>di</strong> maggiore traffico.<br />

Da notare che nel secondo periodo i valori <strong>di</strong> punta della mattinata sono <strong>di</strong>stribuiti su una<br />

fascia oraria più ampia, a testimoniare che l'intensità del traffico autoveicolare permane<br />

elevata per un numero <strong>di</strong> ore maggiore.<br />

Il monossido <strong>di</strong> carbonio è infatti originato in maniera quasi esclusiva dal traffico veicolare, in<br />

particolare dalle emissioni dei veicoli alimentati a benzina in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> funzionamento del<br />

motore a basso numero <strong>di</strong> giri, con<strong>di</strong>zioni che si verificano in presenza <strong>di</strong> impianti semaforici<br />

o comunque <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> traffico rallentato.<br />

24


Provincia <strong>di</strong> Torino – P.T.C.P. – Tav. Estratto . Emissioni <strong>di</strong> CO ( Mg./anno/Kmq.)<br />

e) Ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Azoto (NOx)<br />

Cosa è - Gli Ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Azoto (NO, N2O, NO2 ed altri) sono generati da tutti i processi <strong>di</strong><br />

combustione, qualunque sia il combustibile utilizzato. Il Biossido <strong>di</strong> Azoto si presenta come<br />

un gas <strong>di</strong> colore rosso-bruno e dall’odore forte e pungente. Si può ritenere uno degli<br />

inquinanti atmosferici più pericolosi, sia per la sua natura irritante, sia perché in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

forte irraggiamento solare provoca delle reazioni fotochimiche secondarie che creano altre<br />

sostanze inquinanti (smog fotochimico). I fumi <strong>di</strong> scarico degli autoveicoli contribuiscono<br />

enormemente all’inquinamento da NO2; la quantità <strong>di</strong> emissioni <strong>di</strong>pende dalle caratteristiche<br />

del motore e dalla modalità del suo utilizzo (velocità, accelerazione, ecc.). In generale, la<br />

presenza <strong>di</strong> NO2 aumenta quando il motore lavora ad elevato numero <strong>di</strong> giri (arterie urbane<br />

a scorrimento veloce, autostrade, ecc.).<br />

I fattori <strong>di</strong> pressione legati al comparto C sono concentrati in corrispondenza delle<br />

conurbazioni <strong>di</strong> Torino, Novara, Asti e Alessandria, nonché lungo i principali assi viari<br />

extraurbani. Tale fenomeno consegue dal fatto che l’emissione <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto da parte<br />

degli autoveicoli (a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto accade per il monossido <strong>di</strong> carbonio) aumenta in<br />

corrispondenza <strong>di</strong> velocità me<strong>di</strong>o-alte. Lungo le principali arterie extraurbane, quin<strong>di</strong>, la<br />

minore densità <strong>di</strong> autoveicoli rispetto al traffico urbano, risulta del tutto o in parte compensata<br />

da velocità me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> percorrenza più elevate. Il comparto emissivo B risulta il secondo in<br />

or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza, con una <strong>di</strong>stribuzione dei fattori <strong>di</strong> pressione sul territorio regionale<br />

maggiormente legata alle realtà locali (tra cui alcune conurbazioni) nelle quali si concentrano<br />

le attività industriali. Per quanto riguarda il comparto A, le zone con fattori <strong>di</strong> pressione<br />

superiori al fondo coincidono con le principali conurbazioni piemontesi: l’analisi <strong>di</strong> dettaglio<br />

dell’Inventario delle emissioni mostra che il contributo prevalente risulta legato agli impianti<br />

inferiori ai 50 MW, utilizzati per il riscaldamento domestico.<br />

25


ARPA Piemonte – Emissioni <strong>di</strong> NOx (t/Kmq.) 1997 comparti A – B- C –D per comune.<br />

Come si nota nella figura precedente, per tutti i comparti le emissioni nel comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

sono inferiori a 0,5 t/kmq.<br />

Nel periodo <strong>di</strong> monitoraggio estivo (luglio-agosto 1997) non si evidenziano particolari<br />

problemi, mentre nel periodo <strong>di</strong> monitoraggio più critico (febbraio 1997) si è verificato un<br />

superamento del livello <strong>di</strong> attenzione, pari allo 0.1% delle ore totali <strong>di</strong> rilevamento, facendo<br />

presumere che tali superamenti possano verificarsi solo assai saltuariamente e nei soli<br />

mesi fred<strong>di</strong> dell'anno. Per quanto riguarda l'origine dell'inquinante in esame, occorre<br />

ricordare che in termini generali, gli ossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> azoto si originano in tutti i processi <strong>di</strong><br />

combustione.<br />

Nel caso specifico, sia in base alle caratteristiche del sito <strong>di</strong> monitoraggio che all'esame<br />

comparato dei grafici relativi al giorno me<strong>di</strong>o per monossido <strong>di</strong> carbonio e biossido <strong>di</strong> azoto,<br />

si può ritenere che la presenza <strong>di</strong> quest'ultimo sia attribuibile principalmente alle emissioni<br />

da traffico autoveicolare.<br />

Il basso numero <strong>di</strong> superamenti per questo inquinante(legato principalmente alle emissioni <strong>di</strong><br />

motori che lavorano a un numero elevato <strong>di</strong> giri), e l'elevato numero <strong>di</strong> superamenti per il<br />

monossido <strong>di</strong> carbonio (che è invece emesso in maniera più consistente dai motori a benzina<br />

quando lavorano a basso numero <strong>di</strong> giri) in<strong>di</strong>ca che la velocità me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> percorrenza nel tratto<br />

stradale monitorato è relativamente bassa, con probabile formazione <strong>di</strong> code <strong>di</strong> autoveicoli<br />

nelle ore <strong>di</strong> punta.<br />

Si nota inoltre che nel periodo estivo il giorno me<strong>di</strong>o mostra, come per il monossido <strong>di</strong><br />

carbonio, una <strong>di</strong>stribuzione dei valori <strong>di</strong> punta nella prima metà della giornata su un maggior<br />

numero <strong>di</strong> ore, ad in<strong>di</strong>care un flusso veicolare maggiormente <strong>di</strong>stribuito nel tempo rispetto al<br />

periodo invernale.<br />

f) Particolato Sospeso (PTS) e polveri sottili (PM10)<br />

Cosa è - Il particolato sospeso (Polveri Totali Sospese, P.T.S.) è costituito dall’insieme <strong>di</strong><br />

tutto il materiale non gassoso in sospensione nell’aria. La natura delle particelle è molto<br />

varia: ne fanno parte le polveri sospese, il materiale organico <strong>di</strong>sperso dai vegetali (pollini e<br />

frammenti <strong>di</strong> piante), il materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia),<br />

dall’erosione del suolo o da manufatti (frazioni più grossolane). Nelle aree urbane il materiale<br />

particolato può avere origine da lavorazioni industriali (cantieri e<strong>di</strong>li, fonderie, cementifici),<br />

dall’usura dell’asfalto, degli pneumatici, dei freni e delle frizioni e dalle emissioni <strong>di</strong> scarico<br />

degli autoveicoli, in particolare quelli con motore Diesel. Il rischio sanitario legato alle<br />

sostanze presenti in forma <strong>di</strong> particelle sospese nell’aria <strong>di</strong>pende, oltre che dalla loro<br />

concentrazione, anche dalla <strong>di</strong>mensione delle particelle stesse. Le particelle <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

inferiori costituiscono un pericolo maggiore per la salute umana, in quanto possono<br />

penetrare in profon<strong>di</strong>tà nell’apparato respiratorio. In prima approssimazione:<br />

le particelle con <strong>di</strong>ametro superiore ai 10 µn; si fermano nelle prime vie respiratorie;<br />

le particelle con <strong>di</strong>ametro tra i 5 e i 10 µn; raggiungono la trachea ed i bronchi;<br />

le particelle con <strong>di</strong>ametro inferiore ai 5 µn; possono raggiungere gli alveoli polmonari.<br />

26


ARPA Piemonte –Particolato sospeso e polveri sottili (t/Kmq.) 1997 comparti A – B- C –D per<br />

comune.<br />

Come si nota nella figura precedente, per tutti i comparti le emissioni nel comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

sono inferiori a 0,5 t/kmq.<br />

f) Polveri sospese totali (PTS)<br />

Le polveri sospese totali risultano, tra gli inquinanti oggetto del monitoraggio quello <strong>di</strong> più<br />

complessa interpretazione. Nel periodo <strong>di</strong> monitoraggio invernale si sono registrati sette<br />

superamenti del livello <strong>di</strong> attenzione, pari al 27% delle giornate totali <strong>di</strong> rilevamento, mentre<br />

nel periodo estivo non si è verificato alcun superamento.<br />

I dati <strong>di</strong>sponibili evidenziano un'origine multipla <strong>di</strong> tale inquinante, la cui presenza è<br />

attribuibile:<br />

alle emissioni da autoveicoli con motore <strong>di</strong>esel, con un contributo minimo dei veicoli a<br />

benzina;<br />

alle combustioni fisse <strong>di</strong> vario genere (in particolare agli impianti, <strong>di</strong> riscaldamento<br />

domestico e industriali, alimentati con combustibili liqui<strong>di</strong> o soli<strong>di</strong>).<br />

Il contributo del traffico autoveicolare appare comunque prevalente.<br />

E' presumibile che nei mesi fred<strong>di</strong> dell'anno possano verificarsi superamenti del livello <strong>di</strong><br />

attenzione con una certa frequenza e superamenti del livello <strong>di</strong> allarme solo<br />

occasionalmente, in corrispondenza <strong>di</strong> particolari con<strong>di</strong>zioni meteoclimatiche sfavorevoli.<br />

g Composti organici volatili (VOC)<br />

L'esame <strong>di</strong> questa categoria <strong>di</strong> inquinanti va effettuato da due <strong>di</strong>stinti punti <strong>di</strong> vista.<br />

Da un lato, infatti, i VOC vanno considerati nel loro complesso come precursori <strong>di</strong> inquinanti<br />

secondari, quali l'ozono ed altri ossidanti fotochimici.Il riferimento normativo è in questo caso<br />

il limite <strong>di</strong> 200 µg /mc (DPCM 30/83) relativo agli idrocarburi non metanici espressi come<br />

carbonio.<br />

Dall'altro lato alcuni dei composti che fanno parte del gruppo dei VOC hanno caratteristiche<br />

<strong>di</strong> tossicità intrinseca. Tra questi, l'unico per il quale esiste un riferimento normativo è il<br />

benzene, per il quale il DM 25.11.94 fissa un obiettivo <strong>di</strong> qualità, su base annuale, pari a 15<br />

µg /mc. È bene ricordare che il benzene è classificato a livello internazionale come sostanza<br />

cancerogena per l'uomo.<br />

Per il confronto con i valori <strong>di</strong> legge, occorre considerare che, per ragioni tecniche, nel corso<br />

della presente campagna sono state effettuate, in 6 siti all'interno dei territorio comunale,<br />

misure <strong>di</strong> tipo puntuale, unitamente ad una campagna <strong>di</strong> 24 ore nel sito in cui è stato ubicato<br />

il laboratorio mobile. I suddetti riferimenti normativi sono invece relativi ad una base<br />

temporale pari a tre ore per il limite <strong>di</strong> 200 µg /mc (idrocarburi non metanici precursori <strong>di</strong><br />

ossidanti fotochimici) e pari ad un anno per il limite <strong>di</strong> 15 µg /mc (benzene).<br />

Pur con tali limitazioni si possono formulare le considerazione che seguono:<br />

a) per quanto riguarda la formazione <strong>di</strong> ossidanti fotochimici, il periodo <strong>di</strong><br />

monitoraggio da esaminare è, per le ragioni già esposte in relazione all'esame dei dati <strong>di</strong><br />

ozono, quello estivo.<br />

27


Il valore me<strong>di</strong>o dei VOC relativamente ai sei siti <strong>di</strong> prelievo è <strong>di</strong> 250 µg /mc con una punta <strong>di</strong><br />

400 µg /mc. Nel sito del mobilab solo nell'intervallo orario 4-6 si ha un valore <strong>di</strong> V.O.C. totali<br />

inferiore a 200 µg /mc<br />

È quin<strong>di</strong> assai probabile che nei mesi estivi si abbia formazione <strong>di</strong> smog fotochimico, a<br />

conferma delle considerazioni già effettuate sulla base dei dati <strong>di</strong> ozono.<br />

Le fonti <strong>di</strong> emissione <strong>di</strong> VOC sono molteplici, ma il contributo del traffico autoveicolare, ed in<br />

particolare dei veicoli a benzina, è certamente assai significativo. Fonti della Comunità<br />

Europea valutano tale contributo come compreso tra il 30 e il 45% del totale delle emissioni<br />

<strong>di</strong> VOC.<br />

b) per quanto riguarda il benzene, nel primo periodo <strong>di</strong> monitoraggio (febbraio 1997) si ha un<br />

valore me<strong>di</strong>o, in relazione ai sei siti <strong>di</strong> prelievo, pari a 16 µg /mc, con una punta <strong>di</strong> 30 pg/mc,<br />

mentre nel secondo periodo (agosto 1997) tali valori sono rispettivamente 18 pg/mc e 30 µg<br />

/mc. Nel sito mobilab la me<strong>di</strong>a delle 24 ore nel primo periodo è 19 pg/mc, nel secondo 23 µg<br />

/mc.<br />

La sostanziale omogeneità dei valori nei due perio<strong>di</strong> è da attribuirsi al fatto che nei mesi più<br />

cal<strong>di</strong> la maggiore instabilità atmosferica è bilanciata da un maggiore contributo, rispetto ai<br />

mesi fred<strong>di</strong>, dei processi evaporativi. li rallentamento della velocità me<strong>di</strong>a degli autoveicoli<br />

nel periodo estivo, inoltre, è un fattore che provoca l'aumento dell'emissione <strong>di</strong> idrocarburi.<br />

Pur non potendo effettuare in senso stretto un confronto con l'obiettivo <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong> 15 µg /mc<br />

(che, come si è detto, è calcolato su base annuale), si può affermare che la situazione dei<br />

benzene è da ritenersi me<strong>di</strong>amente critica.<br />

L'inquinante in questione, infatti ha origine essenzialmente dal traffico autoveicolare, cioè da<br />

una sorgente <strong>di</strong>ffusa le cui emissioni complessive, in una certa porzione <strong>di</strong> territorio,<br />

presentano, in prima approssimazione, una certa costanza nel tempo; ciò fa sì che anche<br />

misure <strong>di</strong> tipo puntuale come quelle effettuate nel corso della presente campagna abbiano un<br />

accettabile grado <strong>di</strong> rappresentatività della situazione complessiva.<br />

Va comunque osservato che la situazione rilevata per il benzene è confrontabile, in base<br />

all'esperienza del Dipartimento scrivente, con molte situazioni territoriali della porzione della<br />

Provincia <strong>di</strong> Torino esterna al capoluogo.<br />

h Ozono (03)<br />

Nel periodo <strong>di</strong> monitoraggio invernale (gennaio 1997), com'è preve<strong>di</strong>bile, i valori <strong>di</strong> ozono si<br />

mantengono ampiamente entro i limiti <strong>di</strong> legge, mentre nel periodo estivo si è verificato un<br />

superamento del livello <strong>di</strong> attenzione (pari allo 0.2% delle ore totali <strong>di</strong> rilevamento),<br />

<strong>di</strong>ciannove superamenti della soglia <strong>di</strong> protezione della salute <strong>di</strong> 110 µg/mc su otto ore (pari<br />

al 4% dei perio<strong>di</strong> totali <strong>di</strong> rilevamento) e do<strong>di</strong>ci superamenti della soglia <strong>di</strong> protezione della<br />

vegetazione <strong>di</strong> 65 µg lmc come me<strong>di</strong>a giornaliera (pari al 35% delle giornate totali <strong>di</strong><br />

rilevamento).<br />

E’ certamente significativo l'impatto sia sulla vegetazione che sulla salute umana.<br />

Il rispetto del livello <strong>di</strong> allarme in<strong>di</strong>ca che non esiste un rischio in termini acuti per la<br />

popolazione, ma i superamenti della soglia <strong>di</strong> protezione della salute mostrano che<br />

soprattutto nelle ore centrali della giornata, si ha possibilità <strong>di</strong> esposizione a concentrazioni<br />

non elevate ma che rimangono approssimativamente costanti per parecchie ore, con effetti<br />

soprattutto sulle fasce <strong>di</strong> popolazione più vulnerabili (bambini e anziani)<br />

Occorre comunque considerare che, in relazione ai valori <strong>di</strong> irraggiamento solare, la<br />

situazione monitorata è da considerarsi la più critica dell'anno.<br />

Per quanto riguarda l'origine dell'inquinante in esame, occorre considerare che l'ozono si<br />

origina fotochimicamente come inquinante secondario in presenza <strong>di</strong> composti organici<br />

volatili (VOC) e <strong>di</strong> biossido <strong>di</strong> azoto .<br />

In base alle considerazioni fatte relativamente a quest'ultimo e a quelle che seguono nel<br />

paragrafo de<strong>di</strong>cato ai VOC, si può ritenere che la presenza <strong>di</strong> ozono sia principalmente da<br />

attribuire alle emissioni da traffico autoveicolare.<br />

CONCLUSIONI:<br />

L’ inquinamento dell’ aria nel centro <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è in generale moderato, e non presenta<br />

particolari aspetti <strong>di</strong> criticità. La causa <strong>di</strong> tale inquinamento è da ricondursi essenzialmente al<br />

traffico veicolare.<br />

28


2.3.2 L’acqua<br />

a) Le acque superficiali<br />

a1. Il Sangone<br />

Per avere una visione ecologica complessiva, la lettura <strong>di</strong> un ambiente fluviale non può<br />

limitarsi ad una sola delle sue componenti (l'acqua, le comunità viventi...), ma deve<br />

necessariamente affiancare alle valutazioni specifiche dei singoli comparti anche una<br />

valutazione d'insieme dello stato dell'ecosistema nel suo complesso. Una buona funzionalità<br />

è con<strong>di</strong>zione necessaria affinchè un corso d'acqua sia in grado <strong>di</strong> rispondere alle <strong>di</strong>verse<br />

pressioni ambientali e territoriali a cui è sottoposto nel tempo, recuperando ogni volta il proprio<br />

equilibrio, senza peraltro determinare l'insorgere <strong>di</strong> criticità (ad esempio una scarsa qualità<br />

dell'acqua non ne permette l'utilizzo per alcuni usi umani - potabile, irriguo, industriale).<br />

L'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Funzionalità Fluviale deriva dal lavoro <strong>di</strong> un gruppo tecnico istituito dall'ANPA<br />

(Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente - oggi "APAT") nel 1998 che, a partire da un<br />

altro in<strong>di</strong>ce, l'RCE-2, ne ha mo<strong>di</strong>ficato sostanzialmente la scheda <strong>di</strong> rilevamento, cambiandone<br />

la chiave <strong>di</strong> lettura.<br />

L'IFF è strutturato in modo da valutare lo stato complessivo dell'ambiente fluviale e della sua<br />

funzionalità, intesa come il risultato della sinergia <strong>di</strong> fattori biotici ed abiotici dell'ecosistema<br />

acquatico.<br />

La funzionalità ecologica <strong>di</strong> un corso d'acqua è un concetto complesso, che comprende<br />

sia le funzioni metaboliche dell’ “organismo fiume" (che includono fattori <strong>di</strong>versi quali,<br />

tra gli altri, la ciclizzazione della sostanza organica, i processi <strong>di</strong> colonizzazione del macrobenthos<br />

e le relazioni trofiche tra gli organismi viventi), sia altri fattori quali quelli<br />

ecotonali, i ruoli svolti come corridoi ecologici, etc..<br />

Il Bacino del Sangone da: Val SANGONE: CLIMI E FORME DEL PAESAGGIO – Paolo Baggio – Marco Giar<strong>di</strong>no –<br />

Luca Mercalli<br />

L'In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Funzionalità Fluviale (IFF) proposto dall'Agenzia Nazionale per la Protezione<br />

dell'Ambiente (oggi APAT) risulta particolarmente idoneo allo scopo <strong>di</strong> sintetizzare la<br />

funzionalità, in quanto può "documentare con rigore quelli che per i tecnici addetti alla<br />

29


30<br />

sorveglianza ecologica dei corsi d'acqua sono<br />

già dati acquisiti: l'impatto devastante <strong>di</strong><br />

molti interventi <strong>di</strong> sistemazione fluviale e<br />

l'esigenza <strong>di</strong> adottare modalità <strong>di</strong><br />

sistemazione più rispettose, oltreché <strong>di</strong><br />

avviare un gran<strong>di</strong>oso sforzo <strong>di</strong><br />

riqualificazione dei nostri fiumi" (ANPA,<br />

2000). Tra i numerosi vantaggi derivanti<br />

dall'utilizzo <strong>di</strong> tale in<strong>di</strong>ce vi sono sicuramente<br />

quello <strong>di</strong> poter fornire un giu<strong>di</strong>zio sintetico<br />

complessivo, sud<strong>di</strong>viso in 5 livelli <strong>di</strong><br />

funzionalità, che consente <strong>di</strong> poter restituire i<br />

risultati visualizzandoli su <strong>di</strong> una base<br />

cartografica.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dettagliato effettuato dalla provincia<br />

<strong>di</strong> Torino “Riqualificazione e promozione del<br />

bacino fluviale del Sangone” in collaborazione<br />

con l’Assot – Agenzia per lo sviluppo del Sud<br />

Ovest <strong>di</strong> Torino - nel 2004 a completamento<br />

del progetto “Sangone per tutti “ promosso<br />

dalla Provincia <strong>di</strong> Torino e dall’ARPA,<br />

attribuisce, per il tratto del Sangone che scorre nel territorio <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>, un livello <strong>di</strong><br />

funzionalità che va dal buono al me<strong>di</strong>ocre, (scadente nei <strong>di</strong>ntorni del ponte <strong>di</strong> via Ruata<br />

Sangone) ma sostanzialmente non in<strong>di</strong>vidua in questo tratto particolari criticità che<br />

compromettano in maniera sostanziale il livello <strong>di</strong> funzionalità.<br />

Progetto n° 33: "Riqualificazione e promozione del bacino fluviale del Sangone. Area intervento 1:<br />

fotografia dell'ambiente naturale" in collaborazione tra la Provincia <strong>di</strong> Torino e l'ASSOT (Agenzia per lo Sviluppo<br />

del Sud Ovest <strong>di</strong> Torino) Estratto.<br />

Esso in particolare evidenzia come lo stato <strong>di</strong> qualità ambientale del tratto <strong>di</strong> corpo idrico


presenta un progressivo peggioramento tra Coazze e Sangano. In particolare sono<br />

evidenziabili criticità legate alla presenza <strong>di</strong> valori significativi per parametri quali Escherichia<br />

coli e COD relazionabili ad inquinamenti <strong>di</strong> origine civile – organica. Le cause a cui è<br />

verosimilmente riconducibile detto fenomeno sono:<br />

- Confluenza del Torrente Ollasio, tributario <strong>di</strong> sinistra del corso d’ acqua principale, che<br />

presenta criticità collegate alla presenza <strong>di</strong> numerosi scarichi <strong>di</strong> acque reflue domestiche<br />

non collegati alla rete fognaria principale del Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>;<br />

- Altri scarichi <strong>di</strong> acque reflue urbane provenienti soprattutto dal territorio del Comune <strong>di</strong><br />

giaveno <strong>di</strong>rettamente recapitanti nel torrente e non ancora collegati ad un impianto <strong>di</strong><br />

fognatura centralizzato.<br />

a.2 Il reticolo idrografico secondario e la rete dei canali<br />

Il complesso quadro geologico e geomorfologico generale sopra descritto si riflette sugli<br />

aspetti idrogeologici del territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>. L’area montuosa in destra del<br />

torrente Sangone, modellata entro i terreni del substrato cristallino e ricoperta da una coltre<br />

<strong>di</strong> terreni quaternari con granulometria variabile da limosoargillosa a ghiaiosa con ciottoli e<br />

blocchi, non ospita una vera e propria falda superficiale intesa come orizzonte acquifero<br />

saturo continuo. In tali settori sussistono peraltro generalmente delle falde temporanee e<br />

<strong>di</strong>scontinue, alimentate prevalentemente dalle precipitazioni (anche nevose) e dalle<br />

infiltrazioni delle acque <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgelo, localizzate all’interfaccia coltre-substrato per il marcato<br />

contrasto <strong>di</strong> permeabilità ivi sussistente.<br />

In corrispondenza dell’ampia pianura e dei rilievi morenici collinari è stata rilevata la<br />

presenza <strong>di</strong> una prima falda a superficie libera, ospitata da un acquifero prevalentemente<br />

sabbioso-ghiaioso piuttosto <strong>di</strong>somogeneo per le frequenti eteropie e contatti laterali<br />

sussistenti tra i <strong>di</strong>fferenti lembi <strong>di</strong> superficie terrazzata che lo costituiscono.<br />

G4 – Carta Geoidrologica del territorio <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> (Stu<strong>di</strong>o Genovese e Associati)<br />

31


Un <strong>di</strong>scorso a parte meritano infine le canalizzazioni censite, che si riferiscono<br />

prevalentemente ai lunghi tratti intubati del rio Bottetto e del Rio della Casa Bianca-Rio<br />

Gironda (zona delle borgate Sala, Lussiatti e Giacone). Nel seguito si descrivono<br />

brevemente i tracciati, rimandando per le considerazioni idrauliche alle specifiche verifiche<br />

effettuate (Polithema, 2003).<br />

Rio Bottetto<br />

Con il toponimo Rio Bottetto si in<strong>di</strong>ca il corso d’acqua intubato che, dalla strada per<br />

Villanova, corre lungo il versante nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> massima pendenza fino alla segheria<br />

Gioana, in località Lussiatti, per poi costeggiare la via Sacra <strong>di</strong> San Michele, deviando quin<strong>di</strong><br />

verso W per giungere alla confluenza con il rio Tortorello.<br />

Si sottolinea come tale ricostruzione del tracciato debba ritenersi <strong>di</strong> massima, almeno per il<br />

tratto terminale fino al Tortorello, in quanto allo stato attuale non è stato reperito dallo<br />

scrivente alcun documento cartografico che riporti con precisione l’ubicazione della condotta<br />

.<br />

Nel dettaglio, il Bottetto origina in corrispondenza della strada per Villanova, ove raccoglie le<br />

acque provenienti dalla bealera omonima nonché gli scarichi provenienti dalla strada stessa<br />

ed i pluviali delle abitazioni a<strong>di</strong>acenti.<br />

La bealera <strong>di</strong> Villanova derivava un tempo le acque dal rio Tortorello ed aveva funzione<br />

irrigua a servizio delle borgate Villanova, Lussiatti, ecc. Attualmente anche la bealera <strong>di</strong><br />

Villanova, per l’urbanizzazione sopravvenuta, corre prevalentemente intubata e raccoglie gli<br />

scarichi bianchi delle residenze. A valle della strada <strong>di</strong> Villanova la condotta denominata Rio<br />

Bottetto, interrata entro tubazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro = 80 cm, segue una strada privata per poi<br />

scendere lungo un ripido pen<strong>di</strong>o in sponda sinistra dell’incisione torrentizia esistente.<br />

Tale alveo, incassato <strong>di</strong> due metri circa rispetto al piano campagna a<strong>di</strong>acente ed unico<br />

residuo dell’antico corso naturale del Rio Bottetto, presenta un infimo bacino <strong>di</strong> alimentazione<br />

e si riattiva solo in concomitanza <strong>di</strong> eventi metereologici intensi, raccogliendo le acque<br />

provenienti dalla sopra citata strada privata. Al piede del versante la condotta del Bottetto<br />

scende lungo la scarpata spondale sinistra e si imposta sul fondo dell’incisione torrentizia.<br />

In alveo, a monte della segheria Gioana, si rileva la presenza <strong>di</strong> un tratto <strong>di</strong> condotta<br />

fenestrato protetto da una griglia e <strong>di</strong> una cunetta in cls che convoglia verso la stessa le<br />

eventuali acque superficiali. A valle della segheria la condotta abbandona il settore collinare<br />

e corre interrata fino allo sbocco nel rio Tortorello senza ricevere ulteriori apporti significativi.<br />

Rio della Casa Bianca-Rio Gironda<br />

Trattasi <strong>di</strong> un corso d’acqua intubato almeno in tutto il segmento impostato lungo la strada<br />

per Villanova confluente, in località Giacone in corrispondenza dell’innesto tra la strada per<br />

Villanova e la via Sacra <strong>di</strong> San Michele, con la bealera che corre lungo la via Colle Braida;<br />

oltre questo punto, ove sussiste una breve quanto ampia sezione <strong>di</strong> deflusso a cielo aperto in<br />

c.a., il rio prosegue intubato inizialmente lungo la via Valgioie e poi al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> ambiti<br />

parzialmente e<strong>di</strong>ficati fino all’attraversamento sulla via San Francesco, oltre la quale corre a<br />

cielo aperto fino allo sbocco nel torrente Orbana.<br />

b) Le acque sotterranee<br />

In linea generale la prima falda superficiale sembra essere, almeno nell’area in esame,<br />

alimentata dalle acque del reticolo idrografico superficiale principale e secondario e dalle<br />

acque <strong>di</strong> infiltrazione e ruscellamento provenienti dai rilievi in sinistra idrografica del torrente<br />

Sangone: nel complesso l’andamento delle linee isopiezometriche evidenzia assi <strong>di</strong><br />

drenaggio <strong>di</strong>retti verso ESE, eccetto per il settore collinare ove la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> drenaggio<br />

tende verso SSE.<br />

Localmente sono state osservate zone <strong>di</strong> superficialità della falda (a Sud della strada<br />

provinciale per Coazze e del concentrico principale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>) ed aree in cui la morfologia<br />

e/o la natura dei terreni superficiali tendono a favorire il ristagno delle acque (si veda la<br />

blanda conca sottesa alla Cascina Canonica, al margine orientale del territorio comunale).<br />

Nella Carta Geoidrologica ( elaborato G4) il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è stato descritto<br />

<strong>di</strong>stinguendo dei complessi litologici omogenei dal punto <strong>di</strong> vista del comportamento<br />

32


geoidrologico ovvero con un grado <strong>di</strong> permeabilità relativa confrontabile. I criteri <strong>di</strong>stintivi<br />

utilizzati sono <strong>di</strong> tipo essenzialmente qualitativo e prendono in considerazione il fuso<br />

granulometrico dei depositi, la tessitura, la presenza <strong>di</strong> matrice fine più o meno limosoargillosa,<br />

<strong>di</strong> paleosuoli o <strong>di</strong> alterazioni, il grado <strong>di</strong> addensamento relativo e, nel caso del<br />

substrato cristallino, l’intensità <strong>di</strong> fratturazione.<br />

Come già accennato, in corrispondenza del settore montano in destra idrografica del torrente<br />

Sangone non si rileva la presenza <strong>di</strong> una falda superficiale, intesa come orizzonte acquifero<br />

saturo continuo: sussistono peraltro generalmente delle falde temporanee e <strong>di</strong>scontinue,<br />

alimentate prevalentemente dalle precipitazioni (anche nevose) e dalle infiltrazioni delle<br />

acque <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgelo, localizzate all’interfaccia coltre-substrato ove sussiste un marcato contrasto<br />

<strong>di</strong> permeabilità.<br />

Per la porzione <strong>di</strong> pianura e collinare del territorio comunale si è proceduto alla ricostruzione<br />

dell’andamento della prima falda superficiale basandosi sulle risultanze del rilievo<br />

piezometrico e del censimento dei pozzi all’uopo effettuato nella primavera 2001.<br />

In carta sono stati riportati i punti <strong>di</strong> misura ed i valori rilevati (soggiacenza dal piano<br />

campagna e quota assoluta della superficie piezometrica), <strong>di</strong>stinguendo le seguenti tipologie:<br />

pozzi censiti e misurati<br />

pozzi <strong>di</strong> cui si hanno solo in<strong>di</strong>cazioni bibliografiche<br />

punti <strong>di</strong> indagine geognostica che hanno accertato la profon<strong>di</strong>tà della prima falda<br />

Attraverso la triangolazione dei punti noti sono state tracciate le isopiezometriche (le <strong>di</strong>rettrici<br />

con equi<strong>di</strong>stanza 20 m, le altre con equi<strong>di</strong>stanza 4 m) della prima falda superficiale. Nella<br />

modellazione sono stati correlati tra loro tutti i punti <strong>di</strong> misurazione, in<strong>di</strong>pendentemente dalla<br />

loro localizzazione nei confronti dei corsi d’acqua superficiali: la superficie piezometrica della<br />

prima falda sembra infatti posizionarsi ad una quota generalmente <strong>di</strong> alcuni metri inferiore<br />

rispetto al fondo alveo della reticolo idrografico, risultando pertanto alimentata ma non<br />

perturbata in modo significativo nella geometria superficiale.<br />

L’orizzonte acquifero è prevalentemente sabbioso-ghiaioso ma piuttosto <strong>di</strong>somogeneo a<br />

causa delle frequenti eteropie e contatti laterali sussistenti tra i <strong>di</strong>fferenti lembi <strong>di</strong> superficie<br />

terrazzata affioranti che lo costituiscono. Come già accennato, da un’analisi delle isopieze la<br />

prima falda superficiale sembra essere alimentata dalle acque del reticolo idrografico<br />

superficiale principale e secondario e dalle acque <strong>di</strong> infiltrazione e ruscellamento provenienti<br />

dai rilievi in sinistra idrografica del torrente Sangone: nel complesso gli assi <strong>di</strong> drenaggio<br />

risultano <strong>di</strong>retti verso ESE, eccetto per il settore morenico collinare ove la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong><br />

drenaggio tende a piegare verso SSE.<br />

33


2.3.3 IL SUOLO ED IL SOTTOSUOLO<br />

Il suolo, secondo la definizione proposta dalla Soil Conservation Society of America (1986) è<br />

un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si forma dall’alterazione<br />

fisica e chimico-fisica della roccia e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui<br />

organici. Capace <strong>di</strong> sostenere la vita delle piante, è caratterizzato da una atmosfera interna,<br />

da una flora e da una fauna determinate e da una particolare economia dell’acqua.<br />

Rappresenta il mezzo <strong>di</strong> interazione <strong>di</strong>namica tra atmosfera, litosfera, idrosfera e biosfera. Si<br />

sud<strong>di</strong>vide in orizzonti aventi caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche proprie. L’aspetto<br />

della superficie terrestre è il risultato dell’azione modellatrice <strong>di</strong> una serie combinata <strong>di</strong><br />

fenomeni, che possono manifestarsi con forti intensità in tempi brevi (es. terremoti, attività<br />

vulcanica, frane, estese inondazioni) oppure sviluppare la loro azione con costanza per<br />

lunghi perio<strong>di</strong>; in tal caso il suolo è la risultante <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> alterazione chimica, fisica e<br />

biologica con i quali le rocce lentamente si alterano, si <strong>di</strong>sgregano e si trasformano in un<br />

corpo naturale in grado <strong>di</strong> sostenere la vita vegetale. Il suolo ha pertanto caratteristiche simili<br />

agli strati geologici sottostanti ma nello stesso tempo ben <strong>di</strong>verse, proprio a causa della<br />

lunga ed intensa influenza del mondo biologico ed atmosferico cui è stato sottoposto, ed è<br />

sottoposto tuttora. Il suolo non è quin<strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> oggetti statici, ma un sistema<br />

complesso in continuo <strong>di</strong>venire che comprende una matrice <strong>di</strong> costituenti organici e minerali<br />

con circolazione <strong>di</strong> aria ed acqua nei pori; l’arrangiamento strutturale <strong>di</strong> questi componenti<br />

determina una grande variabilità <strong>di</strong> suoli. Inoltre nel suolo vivono miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> microrganismi,<br />

che hanno concorso alla pedogenesi e concorrono a regolare la fertilità, formando ed<br />

assicurando al terreno i requisiti <strong>di</strong> supporto nutritivo idoneo alla vegetazione. Il suolo appare<br />

quin<strong>di</strong> come un complesso laboratorio biologico nel quale si succedono ininterrottamente<br />

generazioni <strong>di</strong> microrganismi infinitamente numerose le cui attività regolano lo sviluppo e la<br />

sua evoluzione. I microrganismi del suolo riciclano la sostanza organica e concorrono alla<br />

formazione dell’humus essenziale per la vita dei microrganismi stessi e delle piante. In<br />

definitiva i caratteri fondamentali del suolo sono determinati dalle complesse interazioni <strong>di</strong><br />

processi chimici, fisici e biologici, attuali e del passato, che avvengono al suo interno ed il<br />

suolo costituisce, nell'ambiente in cui viviamo, la risultante dei processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sgregazione<br />

fisica e <strong>di</strong> alterazione geochimica e biochimica che si sviluppano nella parte più superficiale<br />

della crosta terrestre, in presenza <strong>di</strong> materia organica, <strong>di</strong> acqua e <strong>di</strong> aria.<br />

Esso è sede <strong>di</strong> scambi continui <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia con l'ambiente circostante. Dal punto<br />

<strong>di</strong> vista <strong>di</strong>namico tali processi sono funzione della natura e dell'intensità dei fattori che<br />

con<strong>di</strong>zionano la pedogenesi, come sinteticamente in<strong>di</strong>cato da Jenny (1958) nella<br />

formulazione: S = f ( g, m, c, b ) t. Tali fattori sono la roccia madre o substrato (g), la<br />

morfologia (m), il clima (c), la componente biotica (b) intesa come vita vegetale, vita animale<br />

e uomo, e il tempo (t).<br />

Si tratta <strong>di</strong> fattori interni ed esterni al suolo, che agiscono insieme nel tempo e nello spazio,<br />

ma con modalità e intensità assai variabili, dando origine a suoli talora molto <strong>di</strong>versi tra loro,<br />

anche in zone relativamente limitate o apparentemente omogenee dal punto <strong>di</strong> vista<br />

ambientale. Il più rilevante fattore interno è rappresentato dal substrato, e riguarda la natura<br />

geochimica, fisica, mineralogica, se<strong>di</strong>mentaria, ecc. della roccia madre e, <strong>di</strong> conseguenza, la<br />

sua propensione all'alterazione e alla trasformazione in suolo. I fattori esterni al suolo sono il<br />

clima, in cui si considerano soprattutto il regime delle precipitazioni e l'andamento delle<br />

temperature, e la morfologia, in base alla quale si esplica l'azione dell'acqua e i principali<br />

fenomeni <strong>di</strong> modellamento e ringiovanimento superficiale dei suoli.<br />

La componente biotica può essere intesa sia come fattore interno, sia come fattore esterno;<br />

in essa rientra anche l'azione dell'uomo (componente antropica), che nel corso dei secoli ha<br />

operato intense trasformazioni del territorio, interagendo con i processi naturali in atto e<br />

determinando, negli ultimi decenni, vistosi fenomeni <strong>di</strong> degrado (inquinamento, erosione,<br />

ecc.).<br />

L'interazione nel tempo dei processi pedogenetici e dei fattori <strong>di</strong> cui si è fatto breve cenno,<br />

sono alla base della <strong>di</strong>fferenziazione dei suoli, nei quali, in forma più o meno evidente, si<br />

riconosce l'organizzazione in orizzonti, cioè in livelli <strong>di</strong>fferenti, sovrapposti, il cui insieme<br />

costituisce il profilo del suolo. Lo stu<strong>di</strong>o dei suoli si basa proprio sull'osservazione e l'analisi<br />

34


del profilo pedologico, ovvero dei caratteri morfologici, pedoclimatici, fisici e chimici e dei<br />

processi formativi dei singoli orizzonti e del suolo nel suo complesso.<br />

Nel profilo si in<strong>di</strong>ca con:<br />

a) L'orizzonte superficiale, solitamente più ricco <strong>di</strong> materia organica, più scuro, sede dei<br />

processi <strong>di</strong> alterazione e trasformazione, (orizzonte eluviale);<br />

b) L'orizzonte appena sottostante l'A, in cui prevalgono i processi <strong>di</strong> accumulo e/o <strong>di</strong><br />

neoformazione (orizzonte illuviale);<br />

c) L'orizzonte <strong>di</strong> transizione verso il substrato inalterato.<br />

I caratteri morfologici più rilevanti sono la tessitura (caratterizzazione granulometrica), la<br />

struttura (stato <strong>di</strong> aggregazione delle particelle <strong>di</strong> terra fine), il colore, lo scheletro (presenza<br />

<strong>di</strong> frammenti grossolani), il drenaggio interno, la presenza <strong>di</strong> figure pedologiche, lo spessore,<br />

l'attività biologica (animale e vegetale), il rapporto tra gli orizzonti. I parametri chimici <strong>di</strong><br />

maggior interesse sono il pH, la <strong>di</strong>stribuzione delle basi scambiabili, la natura del complesso<br />

<strong>di</strong> scambio e il suo grado <strong>di</strong> saturazione percentuale, la quantità <strong>di</strong> sostanza organica,<br />

l'abbondanza e <strong>di</strong>sponibilità dei principali sali che concorrono alla nutrizione delle piante.<br />

L'insieme delle osservazioni <strong>di</strong>rette e dei dati ottenuti in laboratorio, consentono <strong>di</strong><br />

classificare i suoli secondo sistemi <strong>di</strong>versi. Tra questi i più utilizzati sono la Soil Taxonomy,<br />

statunitense, proposta nella sua attuale struttura nel 1975 dal Soil Conservation Service,<br />

United States Department of Agriculture, e la classificazione francese, proposta nel 1967 dal<br />

CPCS. Il sistema <strong>di</strong> classificazione statunitense, sottoposto a integrazioni e aggiornamenti<br />

continui, è <strong>di</strong> natura genetica, cioè si basa prevalentemente sui caratteri interni del suolo,<br />

mentre il sistema francese è <strong>di</strong> natura squisitamente ecologica, in quanto prende in<br />

considerazione sia i caratteri interni del suolo, sia i caratteri esterni ad esso, basandosi sui<br />

processi prevalenti e sulle <strong>di</strong>namiche interne delle varie componenti.<br />

35


SISMICITA’ DEL TERRITORIO COMUNALE<br />

Il rischio sismico è definibile come l'incrocio tra dati <strong>di</strong> pericolosità (definizione delle strutture<br />

sismogenetiche e capacità <strong>di</strong> caratterizzazione dell'eccitazione sismica ad esse associata), <strong>di</strong><br />

vulnerabilità (capacità degli oggetti esposti <strong>di</strong> resistere alle sollecitazioni) e <strong>di</strong> esposizione<br />

(presenza sul territorio <strong>di</strong> manufatti a rischio).<br />

In seguito al terremoto dell'Irpinia del 1980 si avvertì la necessità <strong>di</strong> razionalizzare la classificazione<br />

sismica. Il Progetto Finalizzato Geo<strong>di</strong>namica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), nel<br />

1980, realizzò una serie <strong>di</strong> carte <strong>di</strong> "scuotibilità" con l'obiettivo <strong>di</strong> classificare tutti i comuni con una<br />

pericolosità sismica maggiore o uguale a quella dei comuni già classificati.<br />

Utilizzando le carte del CNR, il Ministero dei LL.PP., tra il 1981 e il 1984, ha emanato una serie <strong>di</strong><br />

decreti con i quali sono stati ri<strong>di</strong>segnati i limiti della Classificazione sismica ancora oggi in vigore.<br />

In particolare, con il D.M. del 4 febbraio 1982 il Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è stato classificato sismico in II<br />

Categoria.<br />

Nel 1997 la Commissione Nazionale <strong>di</strong> Previsione e Prevenzione dei Gran<strong>di</strong> Rischi, considerando i<br />

notevoli sviluppi delle conoscenze sulla sismicità del territorio italiano degli ultimi 20 anni, ha<br />

incaricato il SSN <strong>di</strong> costituire un Gruppo <strong>di</strong> lavoro (G.d.L.) per la formulazione <strong>di</strong> una proposta <strong>di</strong><br />

riclassificazione sismica del territorio italiano che non tenesse conto dell'ere<strong>di</strong>tà storica sulla<br />

normativa, ma unicamente delle conoscenze scientifiche: anche la proposta <strong>di</strong> nuova<br />

classificazione (1998) inquadra <strong>Giaveno</strong> entro la Categoria II (Grado <strong>di</strong> Sismicità 9 ed un In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

Rischio 0,0181).<br />

Agli inizi del 2000 un apposito gruppo <strong>di</strong> lavoro SSN-GNDT ha prodotto nuove Carte <strong>di</strong> Pericolosità<br />

sismica, andando ad analizzare e confrontare i percorsi metodologici precedentemente utilizzati e<br />

rivisitando criticamente le scelte fatte in precedenza, anche al fine <strong>di</strong> identificare e quantificare tutti<br />

gli elementi <strong>di</strong> incertezza propri <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> elaborati.<br />

La metodologia utilizzata per la realizzazione della Riclassificazione sismica 2000 è del tutto<br />

analoga a quella messa a punto dal G.d.L. nel 1998.<br />

Con l’Or<strong>di</strong>nanza 3274/2003 “Primi elementi in materia <strong>di</strong> criteri generali per la classificazione<br />

sismica del territorio nazionale e <strong>di</strong> normative tecniche per le costruzioni in zona sismica” vengono<br />

in<strong>di</strong>viduate 4 zone (zona 1, zona 2, zona 3, zona 4) sulla base dei 4 valori <strong>di</strong> accelerazioni<br />

orizzontali (ag/g) <strong>di</strong> ancoraggio dello spettro <strong>di</strong> risposta elastico in<strong>di</strong>cati nelle Norme Tecniche<br />

(allegati 2, 3, 4 ). In prima applicazione, sino alle deliberazioni delle Regioni, le zone simiche sono<br />

in<strong>di</strong>viduate sulla base dei documenti da cui ha tratto origine la “Proposta <strong>di</strong> riclassificazione 1998”:<br />

il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è pertanto attualmente classificato come ZONA SISMICA 2 ai<br />

sensi dell’Or<strong>di</strong>nanza 3274 del P.C.M. del 20 marzo 2003.<br />

Per quanto concerne gli aspetti strettamente geo<strong>di</strong>namici, tutta la Val Sangone è compresa<br />

all'interno della più importante zona sismica delle Alpi occidentali definita "zona sismica del<br />

Pinerolese" : i maggiori terremoti <strong>di</strong> cui si abbia notizia storica in Piemonte e le più frequenti scosse<br />

sismiche rilevate per via strumentale sono infatti generalmente concentrati nell'area pedemontana<br />

<strong>di</strong> Pinerolo e nelle valli ad essa limitrofe.<br />

36<br />

Sebbene in ambito regionale il Cuneese<br />

sudoccidentale sia il settore regionale più<br />

assiduamente interessato dall’attività<br />

sismica, caratterizzata da una continua<br />

emissione <strong>di</strong> energia <strong>di</strong> entità non rilevante,<br />

l’area pinerolese-Val Susa mostra un’attività<br />

sismica <strong>di</strong> livello energetico leggermente più<br />

elevato ma con caratteristiche <strong>di</strong> spora<strong>di</strong>cità<br />

nel tempo.<br />

La figura a lato (tratta da Collo G. &<br />

Giar<strong>di</strong>no M. "Deformation of Villafranchian<br />

lacustrine se<strong>di</strong>ments in the Chisone Valley -<br />

Western Alps, Italy”, 1997) in<strong>di</strong>ca gli<br />

epicentri e le aree <strong>di</strong> egual risentimento<br />

sismico (secondo i gra<strong>di</strong> della scala <strong>di</strong><br />

intensità macrosismica) <strong>di</strong> due importanti<br />

terremoti del Pinerolese (2 aprile 1808 e 5<br />

gennaio 1980). L'epicentro dell'evento più


antico è in<strong>di</strong>cato da una stella bianca e da linee <strong>di</strong> egual risentimento sismico ("isosiste") a tratto<br />

continuo.<br />

L'epicentro dell'evento più recente, ubicato poco a Sud <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>, è rappresentato da una stella<br />

nera; le isosiste sono tratteggiate, quelle <strong>di</strong> grado maggiore (sesto, nella scala <strong>di</strong> intensità)<br />

comprendono oltre alla Val Sangone anche l'area <strong>di</strong> Avigliana.<br />

L’ellissoide in<strong>di</strong>ca in linea <strong>di</strong> massima il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>.<br />

Nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani del Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti e<br />

dell’Istituto Nazionale <strong>di</strong> Geofisica (CTPI, relativo all’intervallo temporale compreso tra –217 a.c. e il<br />

1992) figurano due record relativi a eventi che hanno come epicentro <strong>Giaveno</strong>:<br />

Nell’ambito degli eventi sismici più significativi registrati dalla Rete Sismica Regionale del Piemonte<br />

dal 1983 ad oggi si osservano numerosi casi in cui il territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> è stato<br />

presumibilmente interessato dalla propagazione delle onde, considerata la ridotta <strong>di</strong>stanza degli<br />

epicentri. Nella tabella seguente sono riassunti i principali.<br />

Ciò premesso, nella redazione degli elaborati tematici che verranno nel seguito descritti si è<br />

cercato <strong>di</strong> evidenziare quelle situazioni geologiche, strutturali, morfologiche e paesaggistiche che<br />

possono amplificare le onde sismiche e/o incrementare la pericolosità e conseguentemente il<br />

rischio sismico. Tali considerazioni sono state debitamente valutate nella fase finale <strong>di</strong><br />

elaborazione della “Carta <strong>di</strong> Sintesi della Pericolosità Geomorfologica e dell’Idoneità<br />

all’Utilizzazione Urbanistica”, cui si rimanda per maggior dettaglio.<br />

37


a1. CARATTERI GEOLOGICI GEOMORFOLOGICI E PEDOLOGICI<br />

L’evoluzione geomorfologica quaternaria del territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> ha comportato la<br />

modellazione <strong>di</strong> un paesaggio piuttosto complesso, con la sovrapposizione e la convergenza<br />

<strong>di</strong> forme derivanti da ambienti e meccanismi deposizionali almeno in parte con<strong>di</strong>zionati dalla<br />

storia geologica del contiguo apparato morenico <strong>di</strong> Rivoli e Avigliana.<br />

In linea generale, il ghiacciaio della Val <strong>di</strong> Susa nelle sue pulsazioni sta<strong>di</strong>ali non interferì in<br />

modo significativo con l’evoluzione della Valle Sangone, eccetto a partire dal Pleistocene<br />

me<strong>di</strong>o durante la costruzione dell’apparato morenico meri<strong>di</strong>onale (attuali morene <strong>di</strong> Trana e<br />

Colombè): in questa fase giunse a ostruire il deflusso del torrente Sangone, provocando un<br />

sovralluvionamento e un graduale colmamento della conca a monte <strong>di</strong> Trana ad opera degli<br />

scaricatori glaciali dell’alta valle e del torrente Sangone stesso.<br />

Successivamente la reincisione dello sbarramento ed il conseguente miglioramento delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> delfusso del torrente Sangone, accompagnati dal rapido sollevamento della<br />

catena alpina, hanno comportato l’instaurarsi <strong>di</strong> un “trend” erosivo e il rapido<br />

approfon<strong>di</strong>mento del fondovalle, con i conseguenti processi <strong>di</strong> terrazzamento e<br />

smantellamento delle forme del paesaggio precedente.<br />

Per una prima analisi dei processi e delle forme sono stati nel seguito in<strong>di</strong>viduati entro il<br />

territorio comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> quattro settori geomorfologico-paesaggistici principali:<br />

- un’area <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna costituita dalle zone poste a quote superiori ai 1500 m s.l.m.;<br />

- un’area <strong>di</strong> bassa montagna, compresa tra i 1500 m e le aree del fondovalle principale<br />

solcato dal torrente Sangone;<br />

- un’area <strong>di</strong> pianura debolmente inclinata, terrazzata, posta a quote comprese tra i 630 m ed<br />

i 420 m circa, la cui morfologia è legata all’attività del torrente Sangone e dei suoi principali<br />

affluenti posti in sinistra idrografica;<br />

- un’area collinare che occupa la porzione NE del territorio comunale e che corrisponde alle<br />

porzioni più esterne dell’Anfiteatro Morenico <strong>di</strong> Rivoli Avigliana.<br />

Il paesaggio <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna si sviluppa a partire da quote superiori ai 1500 m. s.l.m.<br />

sino a raggiungere le sommità delle principali vette (M. Uja 2158 m., P.ta dell’Aquila 2115 m.,<br />

M. Muretto 1707 m., M. Cristetto 1612 M.) <strong>di</strong>sposte a creare lo spartiacque tra la Val<br />

Sangone e la Val Chisone, in destra idrografica rispetto al corso del torrente Sangone. Il<br />

38


eticolo idrografico principale è rappresentato dal Rio Scravassone, Rio Meinardo, Rio<br />

Meana, Rio <strong>di</strong> Comba Secca, Rio della Sabbia, Rio Taonera, Rio Spinola e Rio Romarolo: il<br />

progressivo abbassamento del livello <strong>di</strong> base del drenaggio affluente al torrente Sangone<br />

nelle fasi post-glaciali ha comportato lo sviluppo <strong>di</strong> un reticolato idrografico con forma da<br />

arborescente a subparallela.<br />

I rilievi montuosi <strong>di</strong> quest’area sono costituiti essenzialmente dagli Ortogneiss del Monte<br />

Freidour, rappresentati da metagraniti e gneiss occhia<strong>di</strong>ni con associati filoni aplitici e<br />

pegmatitici.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista geomorfologico tale settore montano si <strong>di</strong>fferenzia da quelli che verranno<br />

presi in esame nel seguito per le caratteristiche tipicamente alpine e la presenza <strong>di</strong><br />

morfoelementilegati ad un antico ambiente glaciale, cui si sono in parte sovrapposte le forme<br />

legate ai processi <strong>di</strong> modellamento ancora attivi attualmente (gravitativi, fluvio-torrentizi,<br />

crionivali).<br />

Legati all’azione glaciale sono i circhi osservabili alle testate dei valloni dei Rii Meinardo e<br />

Meano ed alcuni lembi terrazzati relitti <strong>di</strong> depositi glaciali, mentre accumuli <strong>di</strong> origine<br />

crionivale sono osservabili a valle del Colle della Meina.<br />

Ben più evidenti sono le morfologie legate all’azione dei processi gravitativi, la cui azione è<br />

favorita da processi crioclastici, dalla fratturazione delle rocce costituenti i fianchi dei rilievi (e<br />

conseguentemente dallo sviluppo <strong>di</strong> estese falde detritiche), dallo scarso addensamento dei<br />

depositi glaciali e crionivali.<br />

Tali con<strong>di</strong>zioni favoriscono un forte rimodellamento con lo sviluppo <strong>di</strong> frane (prevalentemente<br />

<strong>di</strong> crollo, <strong>di</strong> scivolamento o con meccanismo complesso), <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> massa<br />

torrentizio lungo i ripi<strong>di</strong> canaloni e <strong>di</strong> erosione accelerata lungo le incisioni torrentizie con<br />

conseguente progressiva obliterazione delle forme del paesaggio glaciale-alpino.<br />

Al paesaggio <strong>di</strong> bassa montagna sono state ascritte in destra idrografica del torrente<br />

Sangone la fascia al <strong>di</strong> sotto dei 1500 m compresa tra le aree <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a montagna ed il<br />

fondovalle, in sinistra idrografica le pen<strong>di</strong>ci meri<strong>di</strong>onali del Pian Aschiero e del Truc Vernetta.<br />

Trattasi <strong>di</strong> ambiti normalmente coperti da fitta vegetazione e caratterizzate da me<strong>di</strong>e e forti<br />

acclività, fatta eccezione in prossimità dei centri abitati.<br />

Queste aree s’impostano su litotipi del basamento cristallino pretriassico del Complesso del<br />

Dora Maira (Gneiss tipo “Pietra <strong>di</strong> Luserna”, Metagranito Porfirico della Val Sangone,<br />

Ortogneiss del M. Freidour, Complesso Grafitico del Pinerolese): la presenza entro queste<br />

associazioni <strong>di</strong> litotipi ricchi <strong>di</strong> k-feldspato ha favorito - in con<strong>di</strong>zioni paleoclimatiche<br />

particolari - la formazione <strong>di</strong> potenti coltri <strong>di</strong> alterazione <strong>di</strong> natura arcosica, nelle quali si<br />

riconosce talora ancora la tessitura litoide originaria sebbene le caratteristiche<br />

geomeccaniche siano oramai assimilabili a quelle delle terre.<br />

Molte delle frane osservate nella zona <strong>di</strong> bassa montagna hanno come piano <strong>di</strong> scollamento<br />

proprio il contatto tra il substrato litoide non ancora alterato e la coltre <strong>di</strong> alterazione, per la<br />

quale localmente sono stati stimati spessori massimi pari a circa 5,0 m.<br />

L’agente esogeno predominante nella modellazione del paesaggio in queste aree è costituito<br />

dalle acque correnti e, subor<strong>di</strong>natamente, dalla gravità: i versanti vallivi sono solcati da<br />

numerose incisioni torrentizie drenate da corsi d’acqua con regime <strong>di</strong> deflusso stagionale e ,<br />

generalmente, con marcata tendenza erosiva. Localmente in corrispondenza <strong>di</strong> queste<br />

incisioni si verificano fenomeni <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> materiale detritico (tipo debris flow) o<br />

colate <strong>di</strong> terra, a volte associati a fenomenologie più complesse (cfr. canaloni a monte<br />

dell’abitato <strong>di</strong> Balangero).<br />

Generalmente le numerose borgate ed i nuclei rurali si adagiano in corrispondenza delle<br />

dorsali spartiacque o lungo le porzione me<strong>di</strong>ano-superiori dei versanti boscati.<br />

Il settore <strong>di</strong> pianura si estende prevalentemente in sinistra idrografica del torrente Sangone a<br />

partire dall’abitato <strong>di</strong> Ponte Pietra e sino al confine con il comune <strong>di</strong> Trana e rappresenta<br />

l’area maggiormente antropizzata dell’intero territorio comunale: procedendo da Ovest verso<br />

Est si <strong>di</strong>stinguono i lembi del conoide fluvioglaciale del torrente Sangone, la serie <strong>di</strong> terrazzi<br />

<strong>di</strong> erosione fluviale che ospitano il principale nucleo abitativo <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> e infine la piana<br />

alluvionale del torrente Sangone.<br />

In questo settore sussistono infatti forme <strong>di</strong> accumulo ed erosione <strong>di</strong> età molto <strong>di</strong>versa, dalla<br />

fase pre-glaciale fino a quella post-glaciale e pertanto in<strong>di</strong>cativamente dal Pliocene Superiore<br />

all’Olocene: i fenomeni erosivi susseguitisi nel tempo non sono stati in grado <strong>di</strong> obliterare<br />

completamente le tracce dell’evoluzione pregressa, probabilmente anche per il marcato<br />

sovralluvionamento che ha interessato tale bacino montano nell’intervallo <strong>di</strong> tempo sopra<br />

considerato.<br />

39


Le forme allo stato attuale maggiormente rappresentative ed arealmente più estese sono<br />

costituite dalla serie <strong>di</strong> superfici terrazzate <strong>di</strong> origine fluviale e fluvioglaciale successivamente<br />

incise e smembrate dal torrente Sangone stesso e dai tributari in sinistra idrografica (con<br />

particolare riferimento ai torrenti Tortorello ed Ollasio).<br />

Queste aree presentano una morfologia subpianeggiante debolmente inclinata, talvolta<br />

ondulata ove incise dal reticolo idrografico secondario o nei settori corrispondenti ad antiche<br />

<strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong> deflusso (paleoalvei) Come precedentemente accennato, i principali corsi<br />

d’acqua presenti in questo settore sono il torrente Tortorello, il torrente Ollasio ed il torrente<br />

Sangone.<br />

Il torrente Tortorello presenta un alveo dal corso circa rettilineo profondamente incassato<br />

sino alla località Cascinetta; poco a valle della stessa il corso assume un andamento<br />

marcatamente più sinuoso con forte erosione nei tratti <strong>di</strong> battuta <strong>di</strong> sponda e, localmente,<br />

evidenti riduzioni dell’altezza delle sponde; nel suo tratto terminale - dall’Istituto Pacchiotti<br />

fino al recepimento delle acque del torrente Ollasio - il corso torna ad essere circa rettilineo<br />

fino allo sbocco nel Sangone.<br />

Il torrente Ollasio presenta un andamento da debolmente a marcatamente sinuoso ed<br />

incassato con evidenti fenomeni erosiovi spondali nel tratto a monte del concentrico <strong>di</strong><br />

<strong>Giaveno</strong>, mentre a valle dello stesso l’andamento <strong>di</strong>venta più rettilineo e l’altezza delle<br />

sponde <strong>di</strong>minuisce bruscamente, specie nel tratto intensamente antropizzato tra P.zza<br />

Giovanni XXIII e l’ospedale (presso il quale scorre intubato) e fino alla confluenza nel<br />

torrente Tortorello.<br />

Infine il torrente Sangone, che scorre lungo il margine meri<strong>di</strong>onale del settore pianeggiante,<br />

presenta - a partire dall’abitato <strong>di</strong> Ponte Pietra - un corso che può essere definito “braided” a<br />

rami anastomosati con la presenza <strong>di</strong> isole e barre ghiaiose con ciottoli e blocchi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni anche superiori al metro; in linea generale la sponda sinistra è modellata entro<br />

depositi fluviali mentre la riva destra è talora impostata <strong>di</strong>rettamente sulle rocce del substrato<br />

cristallino. La <strong>di</strong>namica evolutiva mostra una evidente tendenza generalizzata all’erosione<br />

spondale.<br />

Il settore collinare corrisponde alle propaggini più esterne dell’Anfiteatro Morenico <strong>di</strong> Rivoli<br />

Avigliana che giungono attualmente ad interessare l’estremità nordorientale del territorio<br />

comunale <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>: il paesaggio è caratterizzato da una serie <strong>di</strong> rilievi collinari più o meno<br />

rettilinei e paralleli tra <strong>di</strong> loro intervallati da vallecole allungate <strong>di</strong> larghezza estremamente<br />

variabile.<br />

Gli antichi cordono morenici sono stati infatti rimodellati e reincisi dalle acque che un tempo<br />

si originavano dallo scioglimento delle masse glaciali del ghiacciaio della Val <strong>di</strong> Susa e che<br />

ora provengono dal vallone <strong>di</strong> Valgioie. Si possono osservare in questa zona<br />

presumibilmente tre <strong>di</strong>fferenti cerchie moreniche separate da due vallecole che presentano<br />

un andamento marcatamente arcuato (da N/S nella parte settentrionale a circa E/W nella<br />

parte meri<strong>di</strong>onale): le vallecole ospitano attualmente il corso del rio Orbana (impostato in<br />

corrispondenza della vallecola con quota <strong>di</strong> base più elevata) e del rio Brocco. L’acclività dei<br />

fianchi dei rilievi collinari è generalmente moderata, eccetto in alcuni settori prossimi alle<br />

dorsali spartiacque lungo il confine comunale con Avigliana.<br />

40


a2) LA CAPACITA’ D’ USO DEI SUOLI<br />

Per Capacità d'uso dei suoli si intende “ il potenziale delle terre per utilizzazioni agricole,<br />

forestali e naturalistiche secondo specifiche modalità e pratiche <strong>di</strong> gestione. Questo<br />

potenziale viene valutato in funzione <strong>di</strong> tre fattori fondamentali:<br />

- la capacità <strong>di</strong> produrre biomassa vegetale;<br />

- la possibilità <strong>di</strong> riferirsi a un largo spettro colturale;<br />

- la sicurezza che non intervenga la degradazione del suolo;<br />

In sintesi la Capacità d’uso dei suoli in<strong>di</strong>vidua 8 classi <strong>di</strong> potenzialità <strong>di</strong> utilizzo che <strong>di</strong> seguito<br />

vengono brevemente descritte:<br />

Dei 502 ettari <strong>di</strong> collina, esistenti nel territorio del comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>.. il P.T.C. della<br />

Provincia <strong>di</strong> Torino, sulla base della Carta della capacità d’uso dei suoli IPLA in scala<br />

1:25.000, ne in<strong>di</strong>vidua la massima parte appartenenti alla III classe <strong>di</strong> fertilità, ed il rimanente<br />

in IV.<br />

Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento - Tav. A3 - Agricoltura e foreste (estratto)<br />

41


Provincia <strong>di</strong> Torino – PTC Tav. 2 estratto – Carta delle valenze agricole dei suoli<br />

a3) L’ USO DEL SUOLO<br />

I dati più recenti sulla copertura del suolo risalgono al 2000 e sono espressi attraverso la<br />

legenda Corine Landcover (III livello); questo progetto, sviluppato per l’intero territorio<br />

nazionale, ha voluto fotografare lo stato <strong>di</strong> copertura dei suoli italiani alla scala 1:250.000. Il<br />

comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong> risulta nella parte collinare caratterizzato a sud est dalla classe dei<br />

Seminativi non irrigui, mentre a nord dalle Colture annuali e permanenti. Vi sono anche delle<br />

piccole aree a vigneto.<br />

Corine Land Cover III: Uso del suolo Comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong><br />

Il territorio comunale risulta sud<strong>di</strong>viso nelle seguenti destinazioni d’uso (Fonte: IPLA – Piano<br />

Forestale Territoriale – Area forestale n. 28):<br />

DESTINAZIONE SUP. (ha) % sul tot.<br />

Aree urbanizzate e infrastrutture 540,90 7,55<br />

Superficie forestale e castagneti 4.890.90 68,20<br />

Seminativi 401,30 5,57<br />

Prati, prato pascoli praterie e cespuglieti 1.201,30 16,70<br />

Frutteti, vigneti, orti, giar<strong>di</strong>ni 27,10 0,38<br />

42


Greti, rocce,macereti 97,20 1,15<br />

Acque 17,20 0,25<br />

TOTALE 7.175,6 100%<br />

La superficie urbanizzata, compresi i lotti agricoli interclusi, i giar<strong>di</strong>ni, gli impianti pubblici e le<br />

infrastrutture, copre circa il 7,6% della superficie comunale; la superficie forestale copre circa<br />

il 68% del territorio comunale, attestandosi come destinazione d’ uso prevalente.<br />

: IPLA – Piano Forestale Territoriale – Area forestale n. 28: carta forestale e delle altre coperture del territorio<br />

La superficie forestale della Valsangone, come segnalato dal Piano <strong>di</strong> sviluppo della<br />

Comunità Montana 2000/2004, e dal Piano Forestale Territoriale, è ingente sia in termini<br />

assoluti (oltre 7000 ha) che in termini <strong>di</strong> boscosità (40% del territorio, contro una me<strong>di</strong>a<br />

regionale del 26%, e determina l' assetto del paesaggio nonchè le possibilità <strong>di</strong> fruizione<br />

del territorio. In seguito alle profonde trasformazioni socio - economiche degli ultimi 50<br />

anni, che hanno marginalizzato la tra<strong>di</strong>zionale economia montana, si è assistito alla<br />

progressiva <strong>di</strong>minuzione delle cure colturali e dei tagli boschivi, accompagnata dall'<br />

espansione del bosco (spesso preceduta da fasi arbustive pioniere), che sta rioccupando i<br />

terreni agricoli abbandonati. Diminuito il significato produttivo imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> legna da<br />

ardere, paleria e foglie per lettiera, oggi si richiedono al bosco una molteplicità <strong>di</strong> servizi<br />

parimenti essenziali, quali la <strong>di</strong>fesa idrogeologica (regimazione delle acque e<br />

stabilizzazione dei versanti), la funzione estetico – paesaggistica e turistico – ricreativa, la<br />

produzione <strong>di</strong> funghi ed altri frutti, oltre alla produzione <strong>di</strong> legname da opera (largamente<br />

deficitaria nel nostro paese).<br />

TAB. 2 - COMUNITA' MONTANA VALSANGONE - RIPARTIZIONE SUPERFICIE BOSCATA PER<br />

COMUNE E DESTINAZIONE ANNO 2002 – fonte: IPLA - piano territoriale Forestale area forestale<br />

28<br />

Evoluzione Fruizione Naturalistica Produttiva Produttiva - Protettiva Totale<br />

libera<br />

protettiva<br />

COAZZE 94,20 531,92 29,12 1.834,40 283,56 2.773,20<br />

GIAVENO 590,03 26,61 990,91 3.115,00 163,55 4.886,10<br />

REANO 93,60 173,15 82,71 49,12 391,65<br />

SANGANO 23,91 256,50 280,41<br />

43


TRANA 59,95 78,55 867,13 50,30 1.047,93<br />

VALGIOIE 13,12 12,85 750,22 13,17 789,36<br />

TOTALE 590,03 227,53 765,02 1.218,05 6.872,37 510,58 10.160,65<br />

La tabella evidenzia come, dei 4.886 ettari <strong>di</strong> bosco esistenti sul territorio del Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Giaveno</strong>, solo 990 siano a destinazione specificatamente produttiva, mentre la maggior<br />

parte svolge una funzione protettiva, od è in evoluzione libera. Le principali coperture<br />

riguardano i castagneti (85% ceduo, 15% fustaia sopra ceduo, solo 07% fustaia da frutto),<br />

faggete, lariceti ( zona dell'Aquila fino al torrente Sangone, aree sparse nella valle del rio<br />

Taoneri) querceti <strong>di</strong> rovere (valle del Sangonetto e Cappella della Colletta) ed i robinieti<br />

(posti principalmente lungo i torrenti Ollasio, Orbana, ed il corso del Sangone in prossimità<br />

del comune <strong>di</strong> Trana).<br />

Considerando l’assetto proprietario dei terreni boscati, notiamo come ben 1.388 ettari, pari<br />

al 28% circa, siano <strong>di</strong> proprietà pubblica o <strong>di</strong> enti, mentre le proprietà private superiori ai<br />

25 ettari non superamo il 2,8%. Ciò rileva la notevole frammentazione dell’ assetto<br />

proprietario privato del patrimonio boschivo.<br />

Della superficie utilizzata ad usi agricoli, la superficie irrigabile è tra il 25 ed il 50% <strong>di</strong> quella<br />

coltivata (Dato: 4° censimento dell’ agricoltura)<br />

44


2..4) LA BIODIOVERSITA’, LA COMPONENENTE ECOLOGICA E<br />

L’INQUINAMENTO AMBIENTALE ED ELETTROMAGNETICO<br />

2. 4.1 LA BIODIVERSITA’<br />

Il termine bio<strong>di</strong>versità (in inglese bio<strong>di</strong>versity) in<strong>di</strong>ca i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> ricchezza della vita sul<br />

nostro pianeta.Esso ha incominciato a comparire nella letteratura scientifica internazionale<br />

soltanto alla fine degli anni ottanta e la frequenza del suo uso è aumentata con una<br />

straor<strong>di</strong>naria rapi<strong>di</strong>tà nell'arco <strong>di</strong> un solo decennio.<br />

Preservare la <strong>di</strong>versità biologica rappresenta il car<strong>di</strong>ne della biologia della conservazione e<br />

attorno ad essa ruotano innumerevoli implicazioni scientifiche, etiche, sociali ed<br />

economiche. .La bio<strong>di</strong>versità viene infatti considerata un valore, che tuttavia risulta<br />

minacciato dallo sviluppo tecnologico e produttivo. Le preoccupazioni per la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

questo patrimonio hanno portato alla stesura del protocollo <strong>di</strong> Rio, che impegna tutti i paesi<br />

alla salvaguar<strong>di</strong>a della bio<strong>di</strong>versità .Essa può essere considerata a tre <strong>di</strong>versi livelli: geni,<br />

specie, comunità/ecosistemi.<br />

La <strong>di</strong>versità a livello <strong>di</strong> specie consiste nella molteplicità delle specie viventi sul pianeta; ad<br />

una scala più fine la bio<strong>di</strong>versità coincide con la variabilità genetica intraspecifica sia tra<br />

popolazioni, sia tra in<strong>di</strong>vidui della stessa popolazione. La bio<strong>di</strong>versità include anche le<br />

<strong>di</strong>fferenze tra le comunità biologiche in cui le specie vivono e tra gli ecosistemi che le<br />

comunità costituiscono, nonché l’insieme delle relazioni tra i vari livelli dello spettro<br />

biologico e tra i fattori abiotici all’interno <strong>di</strong> ogni ecosistema.<br />

Tutti i livelli della bio<strong>di</strong>versità sono necessari per la persistenza <strong>di</strong> specie e comunità, e tutti<br />

sono estremamente importanti per l’uomo. La più grave minaccia alla bio<strong>di</strong>versità è<br />

rappresentata dalla scomparsa degli habitat naturali. Tale scomparsa si può realizzare<br />

attraverso una vera e propria <strong>di</strong>struzione degli habitat oppure attraverso il lento<br />

deterioramento e la degradazione imputabili all’inquinamento e alla frammentazione.<br />

La banalizzazione e la degradazione delle biocenosi sono i sintomi più evidenti del calo<br />

della bio<strong>di</strong>versità per quanto riguarda la componente faunistica, rilevabile su due <strong>di</strong>versi<br />

livelli: la composizione del popolamento faunistico e la variazione degli effettivi <strong>di</strong> una<br />

popolazione animale nel tempo e nello spazio.<br />

Di fatto in questo modo viene affrontata sia la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ricchezza <strong>di</strong> una comunità, sia il<br />

declino delle singole specie.<br />

D’altra parte appare ovvio che la maggior parte della bio<strong>di</strong>versità animale è a tutt’oggi<br />

sconosciuta nelle sue <strong>di</strong>namiche spazio-temporali: se da un lato si hanno ottimi dati sulla<br />

evoluzione delle popolazioni <strong>di</strong> uccelli, all’estremo opposto si trova la totale assenza <strong>di</strong><br />

informazioni su gran parte delle specie <strong>di</strong> invertebrati che costituiscono l’aspetto meno<br />

appariscente, ma più cospicuo della bio<strong>di</strong>versità. Se ci soffermiamo sulle recenti tendenze<br />

<strong>di</strong> gran parte delle popolazioni <strong>di</strong> ungulati la bio<strong>di</strong>versità italiana appare in netto<br />

miglioramento, ma all’esperienza degli specialisti <strong>di</strong> gruppi minori non sfugge la rarefazione<br />

<strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> habitat necessari per la sopravvivenza <strong>di</strong> elementi faunistici invertebrati spesso<br />

endemici o comunque <strong>di</strong> areale ristretto.<br />

L’abbandono <strong>di</strong> determinate attività <strong>di</strong> agricoltura tra<strong>di</strong>zionale in alta montagna ha causato<br />

sulle Alpi la scomparsa <strong>di</strong> comunità vegetali un tempo <strong>di</strong>ffuse, così come sulle pen<strong>di</strong>ci<br />

prealpine, e in generale sull’Appennino, un fenomeno analogo ha determinato ad esempio<br />

la grave contrazione <strong>di</strong> un ambiente ricco <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità: i prati steppici a Bromus erectus<br />

la cui flora è oggi banalizzata da processi <strong>di</strong> decespugliamento. In generale i lavori <strong>di</strong><br />

regimazione delle acque e la generale eutrofizzazione causata dagli scarichi e dall’uso <strong>di</strong><br />

fertilizzanti hanno determinato la contrazione e in molti casi la scomparsa delle specie <strong>di</strong><br />

ambienti umi<strong>di</strong> e oligotrofi.<br />

2.4.2 LA COMPONENTE ECOLOGICA<br />

Nel 2001, la Provincia <strong>di</strong> Torino ha commissionato lo stu<strong>di</strong>o “Analisi paesaggistica degli<br />

ambiti vallivi interessati dalle olimpia<strong>di</strong> 2006” che è stato redatto dagli Architetti Giovanni<br />

Cordero, Giovanni Fabbri e Francesca Finotto, con il coor<strong>di</strong>namento dell’Architetto Gianni<br />

Savino, <strong>di</strong>rigente responsabile del servizio Pianificazione Territoriale e Urbanistica. Tale<br />

stu<strong>di</strong>o, oltre ad un approccio <strong>di</strong> tipo scenico percettivo (ve<strong>di</strong> successivo punto 7.4 – Il<br />

paesaggio) effettua un’analisi <strong>di</strong> tipo ecologico in area vasta, utilizzando dati tratti dalla<br />

45


Landcover del Progetto Corinne. Considerando i seguenti presupposti fondamentali dell’<br />

Ecologia del paesaggio, ovvero che:<br />

Provincia <strong>di</strong> Torino : Analisi paesistico - ecologica del territorio agrario: Grafo qualiquantitativo<br />

- la struttura del paesaggio è formata da matrici, macchie e corridoi che ne costituiscono<br />

gli elementi <strong>di</strong> base;<br />

- esistono flussi <strong>di</strong> energia e <strong>di</strong> materia tra questi elementi;<br />

- è possibile stu<strong>di</strong>are questi flussi a qualsiasi scala spazio – temporale;<br />

lo stu<strong>di</strong>o rappresenta la rete ecologica del sistema ambientale attraverso no<strong>di</strong>, che<br />

rappresentano gli elementi statici <strong>di</strong> base, ed archi, che rappresentano i flussi <strong>di</strong> energia ed<br />

i collegamenti, forti o deboli, tra i vari no<strong>di</strong>. L’equilibrio e la ricchezza ecologica <strong>di</strong> un<br />

sistema vengono quin<strong>di</strong> valutati attraverso tre <strong>di</strong>versi parametri:<br />

- l in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> metastabilità, che in<strong>di</strong>vidua il grado <strong>di</strong> ricchezza ecologica <strong>di</strong> un nodo,<br />

ovvero le risorse allocate all’ interno del medesimo;<br />

- l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> frammentazione, che in<strong>di</strong>vidua il grado <strong>di</strong> integrità <strong>di</strong> un sistema rispetto alla<br />

frammentazione determinata dalla rete antropica;<br />

- l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> connessione, che in<strong>di</strong>vidua la possibilità del verificarsi <strong>di</strong> scambi energetici<br />

tra i <strong>di</strong>versi no<strong>di</strong>, in base al reale tipo <strong>di</strong> confine interposto fra <strong>di</strong> essi.<br />

L’area n. 37, nella quale ricade la maggior parte del comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>, presenta un<br />

in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Metastabilità <strong>di</strong> 4,25, rientrando quin<strong>di</strong> nella Classe IV <strong>di</strong> Metastabilità, ovvero tra i<br />

“sistemi in grado <strong>di</strong> autogestirsi, in cui il rapporto tra resistenza e <strong>di</strong>sturbo è maggiore <strong>di</strong> 1.<br />

Le unità ricadenti in questa classe presentano un apparato Produttivo Primario (ambiente<br />

con funzione agricola: seminativi, orti, foraggi, ecc.) che copre in me<strong>di</strong>a il 20% della<br />

superficie totale dell’ ecotessuto delle unità stesse, con qualità me<strong>di</strong>amente povera<br />

(<strong>di</strong>ffusione, soprattutto nelle fasce <strong>di</strong> fondovalle, <strong>di</strong> sistemi colturali e particellari complessi,<br />

a bassa potenzialità biologica). Importante il peso degli apparati Abitativo (elementi con<br />

funzione inse<strong>di</strong>ativi, residenziale e <strong>di</strong> servizio) e Sussi<strong>di</strong>ario (elementi con funzione<br />

industriale, aree estrattive, infrastrutture territoriali e <strong>di</strong> grande mobilità). A fronte <strong>di</strong> un<br />

habitat umano che necessita <strong>di</strong> apporti <strong>di</strong> energia esterna da parte dell’ uomo sempre<br />

maggiore, si colloca però un habitat naturale la cui superficie funzionale non è mai inferiore<br />

al 60% dell’ intero ecotessuto, e la cui funzionalità è demandata ad un apparato<br />

Stabilizzante (aree boschive, aree umide, aree <strong>di</strong> montagna, ecc.) forte, che costituisce<br />

una riserva energetica per tutto l’ ecotessuto delle unità ricadenti in questa classe.”<br />

L’ in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> frammentazione, pari a 0,13, rivela un ecotessuto piuttosto frammentato ed<br />

attaccato dall’azione antropica.<br />

L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> connessione interna tra i settori dell’ area è pari a 0,33, cioè piuttosto basso, a<br />

causa della debolezza dei legami tra i vari no<strong>di</strong>, dovuti a barriere antropiche. L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong><br />

46


connessione esterna, invece, pari a 1,50, è moderatamente alto, grazie alla contiguità delle<br />

zone boschive dell’area con quelle limitrofe.<br />

Analizzando più al dettaglio in territorio del comune <strong>di</strong> <strong>Giaveno</strong>, si può desumere che:<br />

- La zona montana del comune, con la sua consistente superficie boscata che copre<br />

circa il 60% della superficie comunale, presenta un’ in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> metastabilità molto<br />

elevata (superiore a 4,4 – Classe V);<br />

- Così pure presentano un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> metastabilità elevata (tra 3,3 e 4,4 – Classe IV) le<br />

aree <strong>di</strong> fondovalle del Sangone, verso Trana, e quella dei prati <strong>di</strong> san Luigi;<br />

- Più basso invece l’in<strong>di</strong>ce della zona che comprende la parte agricola verso Avigliana,<br />

con un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> metastabilità me<strong>di</strong>a (da 2,2 a 3,3 - Classe III), al limite della soglia<br />

omeostatica, oltre la quale l’habitat naturale non è più in grado <strong>di</strong> compensare il deficit<br />

energetico causato dall’ intervento antropico.<br />

Provincia <strong>di</strong> Torino : Analisi paesaggistica degli ambiti vallivi interessati dalle Olimpia<strong>di</strong> 2006<br />

Per quanto riguarda la frammentazione, essa risulta accentuata nei contorni dell’abitato, e<br />

comunque in tutta l' area posta in riva orografica destra del Sangone, a causa delle<br />

numerose viabilità che attraversano il territorio.<br />

Vi è invece un elevato grado <strong>di</strong> integrità del sistema nella zona montana, soprattutto nella<br />

parte a confine con i comuni <strong>di</strong> Coazze, Perosa Argentina, Pinasca e Cumiana.<br />

Per quanto riguarda le connessioni, la maggiore barriera agli scambi energetici risultano<br />

essere le aste delle provinciali per Torino e per Avigliana,nonchè la via Coazze, mentre<br />

minori problematiche presentano le altre viabilità.<br />

2..4.3 L’ INQUINAMENTO LUMINOSO<br />

Questo tipo <strong>di</strong> inquinamento può essere fortemente legato alle politiche <strong>di</strong> risparmio<br />

energetico; infatti, illuminare in modo più efficiente e senza <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> luce, significa<br />

poter risparmiare da un punto <strong>di</strong> vista energetico. Per ottenere questi risultati a livello<br />

regionale è stata emanata la Legge 31/2000 “Disposizioni per la prevenzione e lotta<br />

all’inquinamento luminoso e per il corretto impiego delle risorse energetiche” che prevede<br />

l’adozione da parte dei comuni <strong>di</strong> Piani <strong>di</strong> Illuminazione Comunale” (PIC) per il risparmio<br />

energetico. Il P.I.C., al momento della sua adozione, <strong>di</strong>venterà strumento integrativo del<br />

P.R.G.C. nella scelta dell’arredo urbano piuttosto che dei sistemi <strong>di</strong> illuminazione, della loro<br />

ubicazione e tipologia.<br />

47


2..4.4 L’ INQUINAMENTO ACUSTICO<br />

2.4.4.1 Le problematiche ed il quadro normativo<br />

Con la promulgazione del d.P.C.M. 1/3/1991 “Limiti massimi <strong>di</strong> esposizione al rumore negli<br />

ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”, la classificazione acustica del territorio<br />

comunale (“zonizzazione acustica”) assume il ruolo <strong>di</strong> strumento base su cui si articolano i<br />

provve<strong>di</strong>menti legislativi in materia <strong>di</strong> protezione dell’ambiente esterno ed abitativo<br />

dall’inquinamento acustico. Il significato <strong>di</strong> tale strumento legislativo è quello <strong>di</strong> fissare dei<br />

limiti per il rumore tali da garantire le con<strong>di</strong>zioni acustiche ritenute compatibili con i<br />

particolari inse<strong>di</strong>amenti presenti nella porzione del territorio considerata.<br />

Quest’adempimento è dunque l’operazione preliminare e necessaria per garantire la<br />

possibilità <strong>di</strong> raggiungere gli obiettivi previsti dal provve<strong>di</strong>mento legislativo.<br />

La “Legge Quadro sull’inquinamento acustico” 26 ottobre 1995 n° 447, attuale riferimento<br />

legislativo in materia <strong>di</strong> tutela ambientale dall’inquinamento acustico, perfeziona le regole<br />

<strong>di</strong> applicazione dello “strumento” classificazione acustica e richiede alle Regioni <strong>di</strong> definire<br />

con legge “i criteri in base ai quali i comuni (…) procedono alla classificazione del proprio<br />

territorio nelle zone previste dalle vigenti <strong>di</strong>sposizioni”. Sono inoltre stabiliti i termini per la<br />

pre<strong>di</strong>sposizione della classificazione acustica del territorio comunale. Il nuovo<br />

provve<strong>di</strong>mento legislativo in materia <strong>di</strong> inquinamento acustico amplia anche la portata <strong>di</strong><br />

applicazione della zonizzazione, essendo essa incidente sui limiti <strong>di</strong> nuove grandezze<br />

fisiche in<strong>di</strong>catrici del <strong>di</strong>sturbo e dei danni alla salute (valori limite <strong>di</strong> emissione, valori <strong>di</strong><br />

attenzione e valori <strong>di</strong> qualità).<br />

Lo schema a “decreti attuativi” della Legge Quadro determina l’attuale situazione <strong>di</strong> limitata<br />

definizione su come elaborare una zonizzazione acustica. In particolare ad oggi mancano<br />

per la gran parte delle regioni i criteri in base ai quali i comuni dovranno effettuare la<br />

classificazione acustica del territorio <strong>di</strong> loro competenza.<br />

In Piemonte, dopo la pubblicazione della recente Legge Regionale 52/2000, sono state<br />

emanate, con d.G.R. n. 85-3802 del 6/8/2001, le linee guida per la classificazione acustica<br />

del territorio comunale (art. 3 comma 3 lett. A L.R. 52/2000).<br />

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