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Rivista trimestrale <strong>Luglio</strong> <strong>2011</strong> - N. 49 - Sped. in A.P. Art.2 Comma 20/c Legge 662/96 - Filiale di Forlì TAXE PERCUE “TASSA RISCOSSA” RIMINI FERROVIA<br />
maestre pie dell’addolorata<br />
<strong>Per</strong><br />
i N s i e m e<br />
FESTA DELLA FEDELTà<br />
«Allegre come sempre,<br />
perché il buon Dio ci ama»
i N s i e m e<br />
<strong>Per</strong><br />
Rivista trimestrale dell’Istituto<br />
MAESTRE PIE DELL’ADDOLORATA<br />
<strong>Luglio</strong> <strong>2011</strong> - N. 49 - anno XVII<br />
Proprietario/Editore:<br />
Istituto Maestre Pie dell’Addolorata<br />
Autorizzazione del Tribunale di Rimini<br />
N. 2/94 del 10/2/94<br />
Direzione, Redazione e Amministrazione:<br />
Via Fratelli Bandiera 34 - 47921 Rimini<br />
Tel. 0541/714711 - Fax 0541/714781<br />
E-Mail: curiampda@ols.org<br />
Direttore Responsabile:<br />
Angelo Montonati<br />
Progetto grafico e impaginazione:<br />
Carlo Toresani - Cecilia Montonati<br />
Sede Legale:<br />
Istituto Maestre Pie dell’Addolorata<br />
Viale Vaticano 90 - 00165 Roma<br />
Stampa: Tipografia Garattoni<br />
Via Achille Grandi, 25<br />
47049 Viserba (Forlì)<br />
Abbonamento annuale: Euro 12,00<br />
tramite conto corrente n. 15747470<br />
intestato a: Istituto Maestre Pie<br />
dell’Addolorata - B.E. Renzi<br />
Via Fratelli Bandiera 34 - 47921 Rimini<br />
ABBONAMENTO ANNUALE: Euro 12,00<br />
Soci sostenitori Euro 26,00 - Estero Euro 16,00<br />
conto corrente N. 15747470 - Istituto Maestre Pie dell’Addolorata - B.E. Renzi<br />
Via Fratelli Bandiera. 34 - 47921 Rimini<br />
NOME______________________________________________________________<br />
COGNOME__________________________________________________________<br />
INDIRIZZO__________________________________________________________<br />
2 iNsieme per - N. 49<br />
___________________________________________________________________<br />
C.A.P.____________CITTà_____________________________________________<br />
miSSioNi<br />
Diario di viaggio<br />
della volontaria<br />
Silvia Tagliavini<br />
alla scoperta del<br />
Bangladesh<br />
3<br />
4<br />
5<br />
7<br />
12<br />
13<br />
15<br />
16<br />
Fatta l’<strong>It</strong>alia, chi<br />
ha fatto chi italiani?<br />
di Angelo Montonati<br />
Madre Elisabetta<br />
la vedo così<br />
di Una mamma<br />
Koinonia (comunione),<br />
un fuoco che arde<br />
di Madre Lina Rossi<br />
«Allegre come sempre,<br />
perché il buon Dio ci ama»<br />
di Angelo Montonati<br />
Eventi da ricordare<br />
di Angelo Montonati<br />
Ragazzi, così<br />
si impara a volare!<br />
di Sr. Maria Teresa Palazzetti<br />
L’anno della chimica<br />
a cura della Redazione<br />
La “Materna” di Gatteo<br />
per un’Africa più che mai vicina<br />
di Linda Nanni<br />
SOMMARIO<br />
18<br />
20<br />
24<br />
28<br />
29<br />
30<br />
31<br />
32<br />
civiltà dell’amore<br />
In Messico per conoscere<br />
i protagonisti del<br />
sostegno a distanza<br />
Che bella esperienza<br />
la settimana del genitore!<br />
di Loredana Paglia<br />
Dieci volte in Bangladesh<br />
ma ne è valsa la pena...<br />
di Silvia Tagliavini<br />
«Fisicamente sono qui,<br />
ma col Messico nel cuore»<br />
di Monica Guidi<br />
25 anni di vita<br />
per “La Quiete” di Cattolica<br />
di Aurelia Frino<br />
A San Marino suor Iva incontra<br />
il “Reggente” che educò da bambino<br />
di Tiziana Swirzezewski<br />
Coriano esulta per il primo<br />
secolo di suor Palmina<br />
A domanda risponde<br />
di Michele Mazzotti<br />
Libri<br />
a cura di Angelo Montonati
E<br />
Fatta l’<strong>It</strong>alia,<br />
chi ha fatto gli italiani?<br />
ditoriale<br />
Siamo nel solco dei festeggiamenti<br />
per i 150 anni dell’unità d’<strong>It</strong>alia e, al<br />
di là delle polemiche, vorremmo fare<br />
una considerazione di carattere storico,<br />
per rinfrescare la memoria su una realtà<br />
che la retorica di questi mesi sull’evento<br />
sembra aver del tutto dimenticato.<br />
Si disse a unificazione avvenuta: «Fatta<br />
l’<strong>It</strong>alia, bisogna fare gli italiani!». E anche<br />
qui è calato un silenzio incomprensibile, perché<br />
a fare gli italiani è stata la Chiesa: decine<br />
e decine di congregazioni religiose, nate<br />
come i funghi prima, durante e dopo il<br />
Risorgimento, che hanno alfabetizzato e educato<br />
milioni di figli della povera gente,<br />
insegnato loro un lavoro, curato malati di<br />
ogni genere, handicappati, ciechi e sordomuti,<br />
gettando le basi delle moderne organizzazioni<br />
sindacali, favorendo riforme dl<br />
sapore avveniristico.<br />
Qualche esempio partendo dalla Torino del<br />
primo Ottocento. Le condizioni dei ceti più<br />
poveri erano disastrose: altissima la mortalità<br />
infantile, quadruplicato nei primi 40 anni<br />
del secolo il numero dei bambini abbandonati<br />
e ricoverati in brefotrofi, dove molti<br />
spesso morivano. Malsane erano le condizioni<br />
di vita dei contadini: il grano coltivato<br />
era riservato ai padroni, il mais ai braccianti;<br />
denutrizione e pellagra, diffusissime,<br />
erano aggravate da fame e da epidemie.<br />
Il crollo delle istituzioni durante il periodo<br />
napoleonico distrusse anche i timidi tentativi<br />
di intervento assistenziale pubblico.<br />
Insomma, l’aiuto ai poveri fu lasciato interamente<br />
alla beneficenza privata. Ma con la<br />
soppressione degli ordini religiosi che comprendevano<br />
oltre 57 mila persone, la svendita<br />
dei loro beni e l’eliminazione di oltre 20<br />
mila opere pie, la popolazione si trovò in<br />
miseria. Ed ecco la Chiesa intervenire con<br />
una colossale rete di promozione umana<br />
messa in opera dai cosiddetti “santi sociali”.<br />
L’elenco di questi grandi benefattori del<br />
Paese sarebbe lungo; ci limitiamo a qualche<br />
piccolo flash indicativo. Pensiamo, ad esempio,<br />
che cosa sarebbe stato il Piemonte di<br />
allora senza Don Bosco coi suoi Salesiani e<br />
le sue Figlie di Maria Ausiliatrice; senza il<br />
Cottolengo con la sua cittadella della carità a<br />
favore di malati che nessuno accoglieva;<br />
senza il Murialdo Apostolo della gioventù<br />
operaia e dell’azione sociale dei cattolici. Ed<br />
è a Torino che la Marchesa di Barolo riforma<br />
le carceri femminili facendone un modello<br />
per l’Europa, mentre con suo marito il<br />
marchese Tancredi allestisce nel suo palazzo<br />
il primo asilo infantile d’<strong>It</strong>alia e darà poi vita<br />
al primo ospedale pediatrico per bambini<br />
disabili. E non possiamo dimenticare san<br />
Giuseppe Marello con i suoi “Giuseppini”, il<br />
beato Faà di Bruno e la sua opera di santa<br />
Zita per le domestiche, i beati Federico<br />
Albert e Clemente Marchisio coi loro asili,<br />
orfanotrofi e scuole, la beata Anna Michelotti<br />
per l’assistenza a domicilio dei malati poveri,<br />
la futura beata (lo sarà il 2 ottobre prossimo)<br />
Antonia Maria Verna, con le sue Suore<br />
di Ivrea, don Francesco Bono con le Suore<br />
del SS. Natale.<br />
Se poi usciamo dal Piemonte che stava cercando<br />
di “fare l’<strong>It</strong>alia” il panorama non<br />
cambia: Non c’è regione dove queste congregazioni<br />
religiose non siano sbocciate per<br />
venire incontro ai bisogni della società. Ci<br />
vorrebbero pagine e pagine per parlare dei<br />
loro fondatori e delle loro fondatrici (oltre<br />
un centinaio!). Ma almeno qualche nome<br />
dobbiamo citarlo.<br />
Nel Veneto santa Maddalena di Canossa, i<br />
fratelli Cavanis, don Pietro Leonardi, san<br />
Gaspare Bertoni, il beato Carlo Steeb, le<br />
beate Gaetana Sterni e Domenica Mantovani;<br />
in Lombardia il Pavoni, Bartolomea Capitanio<br />
e Vincenza Gerosa, Teresa Verzeri, Maria<br />
Crocifissa Di Rosa, i beati Luigi Maria<br />
iNsieme per - N. 49 3
E ditoriale<br />
Palazzolo, Vincenzo Grossi e Luigi Maria<br />
Monti, santa Francesca Saverio Cabrini e<br />
il beato Giovanni Battista Scalabrini che<br />
pensarono agli italiani emigrati nelle<br />
Americhe, Maria Ignazia Isacchi e<br />
Margherita Lussana, san Guanella e<br />
Marcellina Bosatta; in Liguria Francesca<br />
Maria Ranixe, santa Paola Frassinetti,<br />
l’arcivescovo beato Tommaso Reggio,<br />
sant’Agostino Roscelli e la beata Eugenia<br />
Ravasco; in Toscana la beata Elena Guerra<br />
e Anna Maria Fiorelli Lapini; in Abruzzo<br />
e nel Lazio Teresa Cucchiari e la beata<br />
Maria De Mattias; in Campania la francese<br />
santa Giovanna Antida Thouret, il<br />
beato Ludovico da Casoria, le beate<br />
Caterina Volpicelli e Giulia Salzano, il<br />
beato Bartolo Longo; in Puglia san Filippo<br />
Smaldone e don Eustachio Montemurro,<br />
in Sicilia sant’Annibale Maria di Francia,<br />
il beato Giacomo Cusmano, Maria Rosa<br />
Zangara, padre Vincenzo Lipani.<br />
Noi sappiamo per esperienza ciò che<br />
accadde nella Romagna della beata<br />
Elisabetta Renzi, decisa con le sue<br />
Maestre Pie a dedicarsi all’istruzione<br />
delle figlie dei contadini, nei “paesetti”<br />
come lei li chiamava, dove nessuno pensava<br />
di operare. E accanto a lei Angela<br />
Molari, don Giuseppe Codicè, don Carlo<br />
Cavina e santa Clelia Barbieri.<br />
Sarebbe bello, ma soprattutto sarebbe<br />
giusto, che nel quadro delle manifestazioni<br />
che si sono programmate per ricordare<br />
l’unità nazionale non si parlasse solo<br />
dei Savoia, di Cavour e di Garibaldi, ma<br />
nelle varie regioni si raccontassero le<br />
gesta dei tanti eroi ed eroine che, impegnandosi<br />
per la vita con sacrificio e dedizione<br />
illimitata, vincendo ostacoli di ogni<br />
genere, garantirono (e garantiscono tuttora)<br />
una crescita umana e cristiana a<br />
intere generazioni di italiani.<br />
Dimenticando questi protagonisti della<br />
nostra storia si commette un grave errore,<br />
una imperdonabile omissione, oltre che<br />
una palese ingiustizia.<br />
Angelo Montonati<br />
4 iNsieme per - N. 49<br />
L ettere<br />
Madre Elisabetta la vedo così<br />
Sono una mamma di due bambini che frequentano<br />
la scuola dell’infanzia “Monu mento ai Caduti”<br />
di Bettola (Piacenza). Fino all’anno scorso abitavo<br />
in un altro paese e non conoscevo Eli sabetta Renzi;<br />
quando mi sono trasferita e i miei bambini hanno<br />
iniziato a frequentare l’asilo delle Suore, mi si è<br />
aperto davanti un mondo nuovo, quindi…<br />
“Sono qui per scrivere”: queste parole che ho letto<br />
altrove mi sono venute in mente quando mi è stato<br />
chiesto di tracciare con poche e semplici parole il bel<br />
profilo di colei che ha fondato l’Istituto delle<br />
Maestre Pie dell’Addolorata.<br />
Sin dai primi passi della sua vocazione vedo in Lei<br />
volontà di Amore verso il prossimo, in nome di Dio.<br />
Come non raccogliere l’intuizione dell’insegnamento,<br />
l’amore verso i semplici, gli umili, i piccoli, i più<br />
bisognosi, gli “ultimi”?<br />
Episodio dopo episodio è come seguire un sentiero<br />
dove ogni azione pare un fiore sbocciato e benedetto.<br />
La fede e l’amore conducono e guidano<br />
Elisabetta, ispirata dal Padre Nostro, confortata<br />
dalla certezza del risultato.<br />
L’approccio alla scuola, all’insegnamento e<br />
all’educazione, disegna di Lei una mano ferma<br />
proiettata al futuro, nella sicurezza che solo una<br />
fede ben radicata può dare.<br />
Che cosa mi ha colpito di più di questa vita di fede?<br />
Durante la proiezione del film “La lezione è finita”<br />
ho paragonato il continuo donarsi delle Suore non<br />
ad un sacrificio, ma ad una meravigliosa via da<br />
seguire, coronata dall’arrivo in Louisiana e il<br />
seguito che le Maestre Pie hanno avuto. La diffusione<br />
del pensiero della Beata è semplicemente il<br />
segno della benevolenza di Dio verso l’uomo.<br />
In coloro che hanno assistito alla proiezione ho colto<br />
il segno della gioia, consapevolezza e serenità. Un<br />
ennesimo grazie all’opera della Beata suor Elisabetta<br />
Renzi, alla sua vita e alla via che ci ha indicato.<br />
Una tradizione che non si vuole perdere: come ogni<br />
anno, i bambini della scuola dell’infanzia “Mo -<br />
numento ai Caduti” di Bettola, insieme ai loro genitori<br />
e alle insegnanti e Suore, si sono recati nel santuario<br />
della Beata Vergine della Quercia omaggiandola<br />
con canti e preghiere dedicati a lei. Alla fine<br />
della santa Messa tutti i bambini sono saliti sui gradini<br />
dell’altare insieme ai genitori per circondare le<br />
Suore e dimostrare tutto il loro affetto. Il parroco,<br />
don Angelo Sesenna, al termine della sua bella<br />
omelia, ha invitato i partecipanti ad un caloroso<br />
applauso per le Suore che da più di cento anni<br />
operano in questo paese.<br />
Una mamma
l’aNNuNcio di madre liNa<br />
Koinonia (comunione),<br />
un fuoco che arde<br />
Celebrare il Capitolo<br />
Generale è sempre,<br />
per una Congregazione,<br />
un evento fondamentale<br />
che esige grande apertura<br />
del cuore e della mente alle<br />
sollecitazioni dello Spirito e<br />
ai segni dei tempi.<br />
Penso che a chi è più estraneo<br />
sorga naturale la domanda:<br />
“<strong>Per</strong>ché un Capitolo Generale?<br />
A che serve provocare una<br />
mobilitazione generale di<br />
tutto l’Istituto?”.<br />
Due sono le ragioni. Il Consiglio<br />
Generale che guida la<br />
Congregazione ha un mandato<br />
operativo di sei anni. <strong>Per</strong><br />
questo uno dei compiti dell’Assemblea<br />
Capitolare è<br />
quello di scegliere le persone<br />
per la guida della Congregazione<br />
stessa.<br />
è anche un momento di verifica<br />
del cammino fatto, di<br />
come la Congregazione si<br />
pone all’interno del contesto<br />
ecclesiale e sociale, perché il<br />
carisma e la spiritualità propria<br />
siano fedeli in modo<br />
dinamico alle origini e continuino<br />
ad ispirare alla sequela<br />
di Cristo al servizio dei<br />
fratelli.<br />
<strong>Per</strong> noi Maestre Pie dell’Addolorata<br />
la preparazione<br />
remota all’evento capitolare è<br />
iniziata alla fine del novembre<br />
XXXiii capitolo GeNerale<br />
È il tema del XXXIII Capitolo Generale delle Maestre Pie<br />
dell’Addolorata, che si terrà dal 3 al 23 luglio a Ginestreto: vi<br />
prenderanno parte 35 suore in rappresentanza di tutte le realtà dove<br />
la Congregazione è presente con il carisma di Madre Elisabetta<br />
2009, quando ogni Sorella è<br />
stata raggiunta da una lettera<br />
della Superiora Generale, che<br />
invitava a riflettere su alcuni<br />
ambiti della nostra vita di<br />
Con gregazione, in modo da<br />
individuare l’aspetto più<br />
bisognoso di attenzione e ri vitalizzazione.<br />
Da questa consultazione<br />
è emersa la necessità<br />
di riprendere l’aspetto<br />
delle relazioni fraterne, sfida<br />
da raccogliere perché elemen-<br />
to visibile della nostra scelta<br />
di vita. Ecco allora definito il<br />
tema del XXXIII Capitolo<br />
Generale della no stra Con gregazione:<br />
Koino nia, un fuoco<br />
che arde - Costruiamo la<br />
comunione, incarnando l’amore<br />
trinitario per essere scintille<br />
di vita nuova.<br />
Credo veramente che ogni<br />
consacrata MPdA, in questo<br />
scorcio di terzo millennio, sia<br />
chiamata a vivere una comu-<br />
iNsieme per - N. 49 5
6 iNsieme per - N. 49<br />
XXXiii capitolo GeNerale<br />
Il dépliant<br />
illustrativo del<br />
logo scelto<br />
come tema<br />
del prossimo<br />
Capitolo<br />
Generale.<br />
nione sempre più au tentica e<br />
profonda con la Trinità. La<br />
consapevolezza che il Batte simo<br />
ci rende dimora accogliente<br />
della sorgente dell’Amo<br />
re, ci permette di attingere<br />
alla comunione di Diversi<br />
che tanto si amano da diventare<br />
Uno. In questo modo<br />
ciascuna di noi sarà quella<br />
scintilla di fuoco/amore che<br />
potrà infiammare altri, finchè<br />
il fuoco dell’Unità non di vamperà<br />
nella nostra Famiglia e<br />
incendierà il mondo.<br />
Il Capitolo Generale è un<br />
momento di grazia non solo<br />
per le persone che sono state<br />
delegate a parteciparvi, bensì<br />
per ogni MPdA e tutte quindi,<br />
ci poniamo sotto la luce del<br />
Vangelo e del carisma della<br />
nostra Fondatrice, beata Elisabetta<br />
Renzi, di sponen doci a<br />
ricevere gli impulsi dello Spirito,<br />
per permettere alla Congre<br />
ga zione stessa di attua lizzare<br />
sempre meglio la propria<br />
missione, secondo le urgenze<br />
della Chiesa e del mondo,<br />
nell’attuale momento storico.<br />
La celebrazione del XXXIII<br />
Capitolo Generale vedrà riunita<br />
a Ginestreto, dal 3 al 23<br />
luglio <strong>2011</strong>, un’assemblea di<br />
35 Sorelle in rappresentanza<br />
di tutte le realtà dove la Congregazione<br />
si è radicata: <strong>It</strong>alia,<br />
Louisiana, Mes sico, Brasile,<br />
Ban gladesh, Zimbabwe.<br />
è un tempo importante di discernimento<br />
e di incoraggiamento<br />
per tutta la Con gregazione<br />
e il suo futuro, perché<br />
la Chiesa e il mondo sia no<br />
arricchiti ancora dalla presenza<br />
della nostra Famiglia<br />
Religiosa e ciascuna MPdA<br />
possa essere segno visibile<br />
dell’amore di Dio per l’uomo.<br />
Madre Lina Rossi,<br />
Superiora Generale
ciNquaNtesimi<br />
«Allegre come sempre,<br />
perché il buon Dio ci ama»<br />
QUATTRO MAESTRE PIE SI<br />
RACCONTANO GUARDANDO<br />
AI LORO CINQUANT’ANNI<br />
DI VITA RELIGIOSA PIù<br />
ChE MAI CONVINTE DELLA<br />
BONTà DELLA LORO SCELTA,<br />
ANChE SE NON SONO MAN-<br />
CATI I MOMENTI DIFFICILI.<br />
«IL SIGNORE CI hA PRESE<br />
PER MANO», DICONO, «E LA<br />
NOSTRA MADRE ELISABETTA<br />
DAL CIELO CI PROTEGGE»<br />
Suor Ivana Patregnani<br />
Cinquant’anni di vita<br />
religiosa non sono<br />
soltanto un bel traguardo<br />
da festeggiare, ma<br />
sono anche l’occasione per<br />
fare un bilancio delle risposte<br />
date alla propria vocazione.<br />
Presso la casa-famiglia delle<br />
Maestre Pie a Sant’Er mete,<br />
abbiamo incontrato quattro<br />
Maestre Pie che ci hanno<br />
brevemente riassunto la loro<br />
storia. Le abbiamo trovate<br />
entusiaste della scelta fatta<br />
mezzo secolo fa, senza rimpianti<br />
di sorta, anzi con il desiderio<br />
di andare avanti fino a<br />
che sarà loro concesso.<br />
Suor Ivana Patregnani, di<br />
Fossombrone, da ragazza coltivava<br />
un desiderio: stare coi<br />
bambini che non avevano nessuno.<br />
Quando studiava, in un<br />
collegio delle Maestre Pie<br />
Venerini, era rimasta colpita<br />
da alcune coetanee che non<br />
avevano famiglia e probabil-<br />
mente questo la rese più sensibile<br />
alla chiamata del Signo re .<br />
Del resto, in famiglia c’era già<br />
una zia (sorella del babbo)<br />
Maestra Pia dell’Addolorata,<br />
così sui sedici anni Ivana en -<br />
trò a Rimini, e tre anni dopo<br />
era suora. Nelle diverse case<br />
in cui fu mandata si occupò<br />
dell’asilo, delle educande, per<br />
finire a Savignano nel l’Istituto<br />
“Merlara” «do ve», confessa,<br />
«mi sentii gratificata perché<br />
c’erano bambini senza genitori<br />
o con famiglie mal combinate,<br />
realizzando co sì tra loro<br />
quello che era stata da sempre<br />
la mia aspirazione. Inoltre, col<br />
passare degli anni, capii che<br />
l’im portante non era ciò che<br />
facevo, ma per Chi lo facevo,<br />
e mentre cresceva la conoscenza<br />
del Signore la vocazione<br />
si irrobustiva».<br />
Mai avuto ripensamenti? «No,<br />
mai. Ci sono state difficoltà, la<br />
mia non è stata una strada lis-<br />
iNsieme per - N. 49 7
ciNquaNtesimi<br />
cia liscia, ma non ho mai pensato<br />
di abbandonare. Tra l’altro,<br />
quando mia madre seppe che<br />
volevo farmi religiosa, mi<br />
portò a Fano in duo mo davanti<br />
a una statua della Madonna e<br />
mi disse: “Ho chiesto al Signore<br />
che tra i figli che mi avrebbe<br />
dato, ne prendesse uno per sé”.<br />
Era contenta, soltanto mi disse<br />
di pensarci bene perché se poi<br />
fossi tornata indietro avrei dato<br />
un grosso dispiacere a tutti».<br />
Un ricordo particolarmente<br />
significativo di questi anni?<br />
«Non ho momenti da ricordare<br />
in modo speciale, per me è<br />
stato un crescendo continuo, e<br />
quando c’erano delle difficoltà<br />
o degli ostacoli da superare,<br />
ho sempre trovato la persona<br />
giusta che mi aiutava a super-<br />
Suor Augusta Conti<br />
8 iNsieme per - N. 49<br />
arli: il Signore mi ha condotto<br />
per mano, non mi sono mai<br />
sentita sola in questo cammino<br />
e lo ringrazio perché nei<br />
momenti grigi o neri mi ha<br />
sempre messo accanto qualcuno<br />
che mi aiutasse a continuare<br />
a dire il mio “sì” con<br />
più consape volezza».<br />
Da vent’anni suor Ivana è<br />
superiora a Sant’Ermete, una<br />
casa-famiglia che accoglie<br />
una quindicina di disabili:<br />
«Un compito», spiega, «che<br />
non avrei mai immaginato di<br />
svolgere. Confesso che quando<br />
mi dissero di venire qui,<br />
avvertii qualche brivido perché<br />
non ero preparata; poi mi<br />
ci sono adattata molto bene,<br />
ho imparato tante cose e<br />
abbia mo del personale laico<br />
con cui si lavora bene insieme.<br />
Penso che se Madre<br />
Elisabetta oggi fosse qui<br />
farebbe quello che facciamo<br />
noi, dando una risposta a un<br />
problema del nostro tempo».<br />
Anche suor Augusta Conti<br />
entrò in congregazione a<br />
sedici anni: in casa erano<br />
cinque sorelle e un fratello:<br />
«La maggiore», racconta, «si<br />
sposò, le altre si fecero suore;<br />
la prima Maestra Pia, suor<br />
Pasquina, morì a soli 33 anni,<br />
ma per il suo modo di affrontare<br />
la malattia e la sofferenza,<br />
per me fu di grande esempio,<br />
perché era serena e sorridente<br />
anche quando era in<br />
gravi condizioni e la andavamo<br />
a trovare. Io ero in<br />
novizia to quando fu operata,<br />
ma, non volendo farmi soffrire,<br />
mi dissero che si trattava<br />
di un’appendicite, invece<br />
era stata colpita da un fibroma<br />
che quattro anni dopo<br />
l’avreb be portata in paradiso.<br />
Poi, dopo due anni, morì<br />
anche mia mamma. Ne ho<br />
avute di sofferenze in quel<br />
periodo, ma devo dire che il<br />
Signore non mi ha mai abbandonato,<br />
mantenendomi la<br />
serenità».<br />
Le sorelle, ormai lontane,<br />
hanno influito poco sulla sua<br />
vocazione, nata nell’oratorio di<br />
Co riano, dove «le suorine»,<br />
ricorda, «erano sempre con noi<br />
ragazze, allegre, condividendo<br />
con noi la loro gioia che doveva<br />
avere motivazioni profonde<br />
per risplendere sempre sul loro<br />
volto! <strong>Per</strong> cui il mio desiderio<br />
era quello di dedicarmi al l’oratorio<br />
e ai bambini. Anche in<br />
casa mia erano molto allegri,<br />
c’era lo zio che suonava e si<br />
ballava in casa».<br />
Ad un certo punto la mandarano<br />
a Bologna a studiare<br />
ragioneria, poi sostenne<br />
privatamente l’esame di<br />
maturità magistrale. «Mi ero<br />
stancata di studiare», confessa,<br />
«e pensavo proprio di aver<br />
finito. Invece la Madre<br />
Generale mandò un avviso in<br />
tutte le case dicendo che negli<br />
Stati Uniti, in Louisiana, c’era<br />
bi sogno delle nostre suore e<br />
chiedeva se qualcuna di noi<br />
fosse disponibile ad andarci.<br />
Io dissi di sì, anche perché a<br />
scuola durante la ragioneria<br />
avevo studiato inglese e<br />
sareb be stato più facile ambientarmi:<br />
così andai a Urbino<br />
per frequentare un corso<br />
ortofrenico (per l’edu cazione<br />
dei minorati psichici) perché<br />
in Louisiana c’erano dei ragazzi<br />
portatori di handicap, e<br />
da lì scrissi a mio padre informandolo<br />
della novità.<br />
Aggiunsi che, andando negli<br />
Usa, sarei potuta tornare in<br />
patria non prima di dieci anni<br />
e questo in famiglia, dopo la
Suor Ivana insieme al personale di S. Ermete durante la festa per l’anniversario di professione.<br />
morte di suor Pasquina e della<br />
mamma, sarebbe stato difficile<br />
da accettare.<br />
Co munque i superiori cambiarono<br />
idea e mi mandarono a<br />
Bologna per cinque anni, poi<br />
a Cattolica per altri cinque,<br />
quindi nuovamente a Bologna<br />
per insegnare nella scuola<br />
elementare di via Andrea<br />
Costa. Poi finii a Rimini come<br />
economa, evidentemente aver<br />
fatto ragioneria era servito a<br />
qualcosa!».<br />
Suor Augusta conserva ancora<br />
l’immaginetta che ricorda<br />
il giorno della sua professione,<br />
sulla quale fece stampare<br />
le parole che Madre<br />
Elisabetta diceva alle suore<br />
che avevano fatto la consacrazione:<br />
“Avete dato la<br />
vostra giovinezza a Dio, la<br />
giovinezza che in questo<br />
mondo è caduca e in breve<br />
ora passa; Egli ve ne renderà<br />
una eterna, dove le cose più<br />
belle non conoscono tramonto».<br />
Ed ecco il suo commento:<br />
«Mi pareva di aver dato al<br />
Signore chissà che cosa,<br />
invece piano piano ho capito<br />
che non gli avevo dato niente,<br />
e che Lui nono stante le mie<br />
debolezze mi ha trattato proprio<br />
come un gioiello, mi ha<br />
seguito sempre, la Sua fedeltà<br />
non mi ha fatto mai sentire<br />
abbandonata, anche se le difficoltà<br />
non sono mancate.<br />
Sono contentissima così, non<br />
tornerei mai indietro».<br />
Quella di suor Angela<br />
Marchini è una storia un po’<br />
speciale: ottava di nove figli, è<br />
nata a S. Giovanni in Ma -<br />
rignano, in una famiglia connotata<br />
da una costante alle gria:<br />
«In casa mia», racconta, «si<br />
Suor Angela Marchini<br />
cantava sempre, si rideva e<br />
quando non si sentiva cantare i<br />
vicini dicevano: “O sta male<br />
qualcuno, o non c’è nessuno”.<br />
Mio papà suonava la chitarra e<br />
nella mia casa di tipo patriarcale<br />
si facevano le prove dei<br />
canti e dei balli. Io andavo<br />
ancora all’asilo e già ballavo e<br />
prima di entrare in convento ho<br />
insegnato a ballare ai miei<br />
amici, che non capivano che<br />
cosa volessi fare nella vita:<br />
sposarmi? Dicevo di no.<br />
Rimanere zitella? Ancora no.<br />
Farmi suora? Nemmeno. A<br />
diciotto anni non avevo la<br />
felicità piena, non mi bastava<br />
la famiglia, non mi bastavano<br />
gli amici. E allora ci ha pensato<br />
il Signore, ha fatto tutto Lui».<br />
I suoi non volevano che<br />
entrasse in convento, soprattutto<br />
un fratello che le proibiva<br />
persino di andare a<br />
messa, poi le chiederà perdono,<br />
dicendo che lo aveva<br />
fatto per mettere alla prova la<br />
fondatezza della sua vocazione.<br />
«Qualcuno», aggiunge<br />
suor Angela, «mi suggerì di<br />
iNsieme per - N. 49 9
ciNquaNtesimi<br />
scappare di casa, ma siccome<br />
eravamo una famiglia molto<br />
unita, non volevo turbarne la<br />
pace. Intanto però io piangevo,<br />
ero sempre sola, così un<br />
giorno andai a Loreto con la<br />
parrocchia e chiesi alla Ma -<br />
donna di aiutarmi. E la grazia<br />
arrivò subito: al ritorno, mia<br />
sorella mi salutò con queste<br />
parole: “Hanno detto che, se<br />
vuoi, puoi andare”. In noviziato<br />
incontrai tante giovani<br />
tra cui Ivana, Anna e Augusta,<br />
eravamo una squadra molto<br />
allegra, ci chiamavano Cavalleria<br />
Rusticana. Fu un periodo<br />
molto bello, poi ci siamo<br />
divise, io ho studiato da educatrice<br />
di scuola materna, ma<br />
ho dovuto smettere per un<br />
disturbo al piede che fin da<br />
piccola mi era stato curato in<br />
modo sbagliato, creandomi<br />
molti problemi: ho subito ben<br />
23 interventi chirurgici. Sono<br />
stata anche a Lourdes per<br />
chiedere la grazia della guarigione,<br />
ma ho visto accanto a<br />
me due mamme in abito da<br />
lutto, avevano entrambe perso<br />
un figlio in maniera tragica;<br />
così ho deciso di chiedere a<br />
Maria di aiutare quelle povere<br />
donne. <strong>Per</strong> me ho chiesto<br />
di poter vivere con serenità<br />
tutto quello che mi sarebbe<br />
capitato nella vita. Da quel<br />
giorno ho sempre avuto una<br />
grande serenità, facendo mio<br />
il motto della nostra Beata<br />
Elisabetta: “Allegra, perché il<br />
buon Dio ti ama”, e dico sempre:<br />
“Grazie, Signore, perché<br />
sei sempre presente e mi hai<br />
dato tanto”». Attualmente, suor<br />
Angela è nella casa di riposo<br />
“La Quiete” a Cattolica.<br />
<strong>Per</strong> suor Anna Narcisi, di<br />
Fiorenzuola d’Arda, l’origine<br />
della vocazione somiglia a<br />
10 iNsieme per - N. 49<br />
Le quattro Maestre Pie da noi<br />
intervistate circa l’origine e lo<br />
sviluppo della propria vocazione<br />
posano in gruppo durante<br />
la festa organizzata in onore di<br />
suor Ivana a S. Ermete.<br />
Suor Anna Narcisi<br />
quella di suor Ivana, legata<br />
com’era al desiderio di stare<br />
coi bambini che non avevano<br />
nessuno. «Sono entrata fra le<br />
Maestre Pie», spiega, «a di -<br />
ciotto anni; la mia decisione<br />
non trovò inizialmente molto<br />
d’accordo mia madre, anche<br />
perché a me piaceva molto<br />
divertirmi, andare a ballare.<br />
Mi trovai comunque subito<br />
bene in convento, solo che<br />
all’inizio del noviziato co minciò<br />
a manifestarsi una febbre<br />
insistente che mi fece sorgere<br />
il dubbio di non avere fatto la<br />
scelta giusta. Poi però con<br />
delle medicine la febbre<br />
scomparve e andai avanti.<br />
Fatta la professione, mi mandarono<br />
a Cento, in provincia<br />
di Ferrara, con le bambine
della scuola materna».<br />
Difficoltà, problemi? «Non<br />
sempre», afferma, «tutto<br />
andava liscio e allora, secondo<br />
il suggerimento della no -<br />
stra Fondatrice, andavo in<br />
cappella davanti al tabernacolo<br />
e chiedevo aiuto al Si -<br />
gnore, così riuscivo a proseguire<br />
nel mio impegno, che<br />
era per me assai gratificante.<br />
Da Cento per poco tempo mi<br />
spostarono a Car pegna e,<br />
dopo un breve ritorno a Cento,<br />
a Rimini con le educande.<br />
Devo dire che lasciare Cento<br />
mi costò, perché le educande<br />
al sabato andavano via e non<br />
c’era spazio per un impegno<br />
educativo che abbracciasse<br />
anche l’aspetto religioso,<br />
come la preghiera; ma anche<br />
lì poi mi ambientai benissimo.<br />
Quindi sono stata a Roma<br />
Madonna dei Monti (la residenza<br />
prima di quella attuale<br />
di viale Vaticano) con le universitarie:<br />
era un po’ dura<br />
perché non c’era il riscaldamento<br />
e bisognava salire certe<br />
scale ripide, ma con le ragazze<br />
stabilii un ottimo rapporto.<br />
Poi mi destinarono a Bologna,<br />
dove ho vissuto la mia vita,<br />
rimanendovi per 26 anni e<br />
sono stata molto, molto, molto<br />
bene. Nelle scuole materne<br />
mi sentivo proprio a mio agio,<br />
c’era un buon rapporto anche<br />
coi genitori dei bambini, li<br />
chiamavo per andare al santuario<br />
della Madonna di San<br />
Luca a pregare con noi. Ora<br />
mi trovo a Savignano sul Ru -<br />
bi cone in una casa protetta<br />
per adolescenti: ne abbiamo<br />
di tutte le qualità, alcuni sono<br />
stranieri, parlano più arabo<br />
che italiano e non è sempre<br />
facile seguirli. Ma sono<br />
comunque contentissima di<br />
essere suora, non tornerei<br />
indietro, anche se ho passato<br />
periodi poco belli. Ho sperimentato<br />
che tutto è dono nella<br />
vita, anche la sofferenza, e la<br />
nostra Madre Elisabetta ci ha<br />
sempre aiutate. Parlo anche<br />
per le mie tre amiche che<br />
oggi sono qui accanto a me,<br />
siamo molto affiatate. Ci telefoniamo,<br />
ci sentiamo spesso,<br />
da vere sorelle».<br />
Un dato hanno sottolineato tutte<br />
e quattro le festeggiate: questi<br />
50 anni di vita religiosa sono<br />
passati in fretta, senza pentimenti,<br />
mentre erano impegnate<br />
nella loro missione, in un clima<br />
di gioiosa fraternità, sempre più<br />
entusiaste della loro Fon datrice<br />
e del suo carisma che, nel corso<br />
degli anni, hanno potuto<br />
conoscere a fondo: una grande<br />
donna madre Elisabetta, di cono<br />
tutte, coraggiosa, profetica in<br />
tante sue intuizioni, la cui statura<br />
spirituale è stata riconosciuta<br />
dalla Chiesa con la beatificazione.<br />
E un affettuoso, riconoscente<br />
ricordo hanno dedicato<br />
alle Madri generali che si sono<br />
susseguite nel corso di questi<br />
anni alla guida della<br />
Congregazione: da madre Ti na<br />
Gasperoni a madre Lui sa<br />
Falsetti, da ma dre Vilge<br />
Terzanelli a ma dre Lina Rossi.<br />
Ci siamo lasciati con un augurio:<br />
«Avanti così ancora a<br />
lungo», abbiamo detto loro,<br />
«finché il Signore vi darà la<br />
forza e l’allegria che ancora<br />
diffondete attorno a voi».<br />
Angelo Montonati<br />
iNsieme per - N. 49 11
aNNiVersari<br />
Eventi da ricordare<br />
In alto: la processione del 19 giugno scorso con l’urna della<br />
Beata Elisabetta Renzi guidata dal vescovo mons. Lambiasi.<br />
Sopra: un momento della celebrazione per la festa degli<br />
anniversari di vita consacrata. Hanno festeggiato 25 anni di<br />
vita religiosa: Sr. Ananí López González e Sr. Paola Molari;<br />
50 anni: Sr. Angela Marchini, Sr. Luigina Di Francesco, Sr.<br />
Augusta Conti, Sr. Anna Tarcisi, Sr. Luisa Marchetti, Sr. Ivana<br />
Patregnani, Sr. Leda Mattioli, Sr. Lia Baccilieri. 60 anni: Sr.<br />
Flora Marchetti, Sr. Nazzarena Pazzini, Sr. Bruna Biagini, Sr.<br />
Maria Nucci, Sr. Natalina Capone, Sr. Cecilia Gabellini, Sr.<br />
Pasquina Tamagnini, Sr. Maria Leardini, Sr. Iva Di Berardo,<br />
Sr. Antonietta Aiello, Sr. Maria Del Bene, Sr. Teresa Balducci.<br />
Hanno infine raggiunto il traguardo dei 70 anni di vita consacrata<br />
Sr. Olga Giovanardi, Sr. Irma Poggiali, Sr. Gemma<br />
Muratori e Sr. Clara Amati.<br />
12 iNsieme per - N. 49<br />
Sabato 18 giugno, in<br />
occasione del 22° anniversario<br />
della beatificazione<br />
di Madre Elisabetta,<br />
l’urna contenente i suoi resti<br />
mortali è stata traslata processionalmente<br />
dalla cappella<br />
della Casa Madre della Congregazione<br />
alla chiesa parrocchiale<br />
di Coriano, stracolma<br />
di fedeli, dove è stata celebrata<br />
la santa Messa, presenti<br />
la Superiora Generale madre<br />
Lina Rossi, il Presidente del<br />
Movimento per l’Alleluia<br />
Stefano Nanni e l’Assistente<br />
ecclesiastico don Giorgio<br />
Budellini. Nel corso della liturgia<br />
eucaristica, come ricordiamo<br />
a pagina 31, ha fatto la<br />
promessa di appartenenza al<br />
Movimento il signor Michele<br />
Mazzotto, di Mondaino, guarito<br />
per intercessione della<br />
Beata Elisabetta.<br />
Domenica 19 giugno sempre<br />
nella parrocchiale di Coriano<br />
si sono celebrati gli anniversari<br />
di vita religiosa (venticinquesimi,<br />
cinquantesimi,<br />
sessantesimi e settantesimi),<br />
un appuntamento tradizionale<br />
che mette in risalto la fedeltà<br />
di tante brave Maestre<br />
Pie dell’Addolorata alla loro<br />
vocazione.<br />
La toccante cerimonia è stata<br />
presieduta dal vescovo mons.<br />
Lambiasi il quale ha poi accompagnato<br />
l’urna della Beata<br />
fino alla cappella dell’Istituto,<br />
sostando in preghiera<br />
davanti ad essa prima del saluto<br />
finale.<br />
Angelo Montonati
E ducare<br />
solo chi osa<br />
farlo…” Questa<br />
“Vola<br />
fra se è stata lo<br />
slo gan tratto dal libro “Storia<br />
della gabbianella e del gatto<br />
che le insegnò a volare” che ha<br />
seguito il percorso di questo<br />
anno scolastico 2010/<strong>2011</strong><br />
nella Scuola Primaria “ Maestre<br />
Pie” di Rimini.<br />
Insegnare: a volare, a non<br />
ce dere di fronte alle difficoltà,<br />
ad avere fiducia nelle<br />
proprie capacità, ad andare<br />
avanti no nostante tutto, ad<br />
accettare, ap prezzare, rispet-<br />
tare ed ama re le diversità.<br />
Questi sono al cuni degli obiettivi<br />
che noi docenti abbiamo<br />
tenuto presente in ogni<br />
situazione, in ogni attività,<br />
durante questo anno.<br />
«Volare: deve essere fantastico,<br />
andare in posti nuovi,<br />
con un amico che ti sostiene<br />
nei momenti di difficoltà, che<br />
ti vuole bene e anche tu<br />
gliene vuoi!».<br />
«Nell’aria una gabbianella<br />
vola, su, nell’immensa dis-<br />
IN FESTA PER LA ChIUSURA<br />
DELL’ANNO GLI ALUNNI<br />
DELLA SCUOLA PRIMARIA<br />
“MAESTRE PIE” DI RIMINI ChE<br />
SI PREPARANO AD AFFRON-<br />
TARE UN NUOVO PERIODO<br />
DELLA LORO VITA<br />
Ragazzi,<br />
così si impara a volare!<br />
tesa blu, con l’aiuto di una<br />
compagna. Si vogliono bene<br />
e si danno fiducia l’un<br />
l’altra, si appoggiano felici<br />
su un albero!».<br />
«Volo e combatto le mie paure.<br />
Volare è la mia specialità!<br />
<strong>Per</strong>ché ho fiducia in te!».<br />
«Volo, sto volando! Sto crescendo,<br />
sto maturando! sono<br />
pronta a spiccare il volo con<br />
un’ala di appoggio!».<br />
Queste sono solo alcune frasi<br />
iNsieme per - N. 49 13
14 iNsieme per - N. 49<br />
E ducare<br />
il Volo<br />
Come sogno che appare nel sonno<br />
di giorno e di notte,<br />
con la luce e le ombre<br />
ora anche io comincio a sognare.<br />
Come vento che apre le ali, la mente ed il cuore<br />
senza fare rumore sono pronto adesso<br />
sono pronto a volare.<br />
Dammi ancora una mano non riesco da solo<br />
ho paura lo sai.<br />
Se non sei qui vicino io non posso da solo ballare.<br />
Anche adesso e domani se sono lontano<br />
Guarda in alto le ali; sono forse le mie<br />
Lascia aperta lascia aperta la mano.<br />
So volare, so volare<br />
Come l’acqua del mare non la puoi contenere<br />
questo è il sogno più grande: di sapere volare<br />
Ma non posso lo sai, io non posso aspettare.<br />
Stammi ancora vicino, dammi forza e coraggio,<br />
per aprire le ali,<br />
per gustare la vita e volare nel cielo infinito.<br />
Siamo noi quei gabbiani che ora vedi nel cielo,<br />
che si lanciano in volo<br />
E vanno incontro alla vita<br />
Vanno incontro,<br />
vanno incontro al domani.<br />
So volare, so volare<br />
dei ragazzi di quinta che<br />
ormai sono pronti a spiccare<br />
il volo, pronti ad affrontare<br />
un nuovo mondo, un nuovo<br />
pe rio do della loro vita.<br />
Dunque, se questo è stato il<br />
cammino, anche la festa di<br />
fine anno doveva avere una<br />
connotazione diversa!!! I<br />
gabbiani hanno bisogno di<br />
grandi spazi e di mare, quindi<br />
l’ap puntamento per la<br />
festa della famiglia era proprio<br />
al mare, al bagno n. 26,<br />
il giorno 21 maggio <strong>2011</strong>.<br />
Lì, seduti sulla sabbia, con<br />
indosso una maglietta azzurra<br />
con lo slogan “Vola solo chi<br />
osa farlo”, i bambini hanno<br />
eseguito alcuni canti fra cui<br />
“Nel blu dipinto di blu”. Al<br />
termine, gli insegnanti con<br />
bambini e genitori si sono<br />
diretti verso il lungomare.<br />
Ogni bambino aveva in mano<br />
un aquilone a forma di gabbiana,<br />
a simboleggiare la voglia<br />
di non arrendersi e di volersi<br />
mettere in gioco, anche nelle<br />
situazioni meno facili.<br />
Una volta arrivati vicino al<br />
mare sono stati lanciati gli<br />
aquiloni. Che spettacolo ve -<br />
dere oltre duecento aquiloni<br />
bianchi sullo sfondo azzurro<br />
del cielo!!! è stata una<br />
emozio ne davvero grande<br />
per tutti!!! E con gli aquiloni,<br />
lassù verso il cielo infinito,<br />
si sono alzati un po’ anche i<br />
nostri pensieri e il nostro<br />
cuore.<br />
Mi piace terminare con le<br />
parole del canto che i ragazzi<br />
della quinta, insieme al maestro<br />
di musica e alle loro<br />
insegnanti di classe, hanno<br />
scritto e cantato perché davvero<br />
sintetizzano il cammino<br />
fatto insieme!<br />
Sr. Maria Teresa Palazzetti
L’ANNO DELLA CHIMICA<br />
NEL CORSO DI QUESTO <strong>2011</strong>, ChE è STATO PROCLAMATO DALL’ONU ANNO INTERNAZIONA-<br />
LE DELLA ChIMICA, LA SCUOLA DELLE MAESTRE PIE DI BOLOGNA hA SCELTO DI RICORDARE<br />
QUESTO EVENTO CON ATTIVITà INTERDISCIPLINARI FINALIZZATE SOPRATTUTTO ALLA CONO-<br />
SCENZA DI UNA DONNA – MARIE CURIE, INSIGNITA UN SECOLO FA DEL PREMIO NOBEL – ChE<br />
TANTO hA DATO A QUESTA BRANCA DELLA SCIENZA<br />
iNsieme per - N. 49 15
16 iNsieme per - N. 49<br />
E ducare<br />
La “Materna” di Gatteo in<br />
per un’Africa più che mai<br />
POSITIVA CONCLUSIONE<br />
DEL PROGETTO EDUCATIVO<br />
SCELTO DAL CORPO<br />
DOCENTI PER IL<br />
LABORATORIO DIDATTICO<br />
DELLA SCUOLA “MARIA<br />
GhISELLI”. I PICCOLI<br />
ALUNNI SI SONO ESIBITI<br />
IN UNO SPETTACOLO<br />
AFFASCINANTE, IN UN<br />
CLIMA DI ACCOGLIENZA<br />
E DI FRATERNA<br />
CONDIVISIONE<br />
Come ogni inizio di<br />
mag gio, si è tenuta<br />
an che quest’anno la<br />
tradizionale rappresentazione<br />
di fine Laboratorio Didattico<br />
della scuola “Maria Ghiselli”<br />
di Gatteo. L’illuminante progetto<br />
educativo che il corpo<br />
docenti ha scelto per accompagnare<br />
l’anno scolastico dei<br />
piccoli alunni si intitolava<br />
“L’Africa non è lontana”. E<br />
sabato 7 maggio sembrava<br />
proprio così! L’Africa non è<br />
mai stata così vicina: accanto<br />
ai piccoli allievi hanno infatti<br />
ballato e suonato magistralmente<br />
amici percussionisti e<br />
un’ospite di tutto rispetto dal<br />
Continente Nero: Nadouba!<br />
La festa, ricca di eventi e di<br />
commozione sia per i genitori<br />
che per le insegnanti, ha<br />
se gnato un momento fondamentale<br />
nel percorso didattico<br />
dei bambini che hanno potuto<br />
finalmente esternare il bagaglio<br />
di competenze e conoscenze<br />
coltivato durante l’anno;<br />
ed è stato uno straripare di<br />
valori, misti alla tipica gioia<br />
della loro tenera età.<br />
I presenti hanno potuto respirare<br />
gli insegnamenti di fratellanza,<br />
vicinanza e condivisione<br />
che i piccoli dai 3 ai 6<br />
anni hanno fatto propri grazie<br />
al progetto di danza educativa
festa<br />
vicina...<br />
sull’Africa. Il cli ma di festa<br />
era permeato dal sentimento<br />
di apertura e di accoglienza<br />
verso il diverso e verso il<br />
prossimo che le insegnanti,<br />
suor Angela in testa, hanno<br />
saputo diffondere nella allegra,<br />
ma sempre profonda quotidianità<br />
scolastica!<br />
In poche ore è stato chiaro a<br />
tutti che i piccoli alunni della<br />
scuola “Maria Ghiselli” hanno<br />
avuto il privilegio di lavorare<br />
su un progetto educativo<br />
ragionato e pianificato da<br />
competenti educatrici, per il<br />
loro sviluppo morale, emotivo,<br />
sociale, finalizzato non soltanto<br />
all’accrescimento della<br />
propria istruzione, ma fondamentalmente<br />
per coltivare<br />
valori condivisi nella fede. La<br />
condivisione di questi valori di<br />
fratellanza ed accoglienza è<br />
stata trasmessa anche ai genitori,<br />
che entusiasti hanno<br />
applaudito i piccoli attori, o<br />
quali con grazia ed eleganza<br />
hanno rappresentato la velocità<br />
tipica della nostra civiltà e<br />
la lentezza propria di culture<br />
geograficamente lontane, ma<br />
così vicine al loro cuore.<br />
Alcuni momenti della bella festa all’aperto organizzata dalle edu ca trici<br />
della scuola materna di Gatteo sul tema “L’Africa non è lontana”.<br />
Si sono alternate sulla scena la<br />
ruvidezza della pietra e la morbidezza<br />
della seta, delle piume<br />
e del cotone, che il pubblico,<br />
coinvolto dai piccoli interpreti,<br />
ha potuto toccare con mano.<br />
è stata poi la volta della<br />
bellezza delle statue tipiche<br />
del territorio africano che con<br />
mano magistrale dello scultore<br />
si plasmavano davanti<br />
agli occhi stupefatti dei presenti;<br />
ed ancora hanno colorato<br />
il pomeriggio canti ritmati e<br />
balli tribali interpretati da<br />
bambini ed insegnanti con i<br />
loro costumi tipici.<br />
La festa di sabato 7 maggio è<br />
stata così la degna conclusione<br />
di un anno scolastico ricco ed<br />
intenso, caratterizzato da gite<br />
in fattoria didattica, coltivazione<br />
di piantine nel giardino<br />
della scuola, gite in biblioteca<br />
ed alla scuola elementare, ma<br />
anche da momenti toccanti<br />
condivisi con i “vicini di casa”:<br />
speciali ospiti di un bellissimo<br />
centro di accoglienza. L’attività<br />
in se zio ne, sempre diversa a<br />
se conda dell’età degli allievi, è<br />
stata arricchita da momenti<br />
dedicati all’attività fisica e<br />
dall’attività di pre-scuola per i<br />
bimbi più grandi.<br />
La vita scolastica dei piccoli è<br />
pervasa da un senso di partecipazione<br />
e fiducia in una istituzione,<br />
quella della scuola,<br />
che se in altre realtà moderne<br />
viene denigrata e messa sotto<br />
accusa, nella realtà cittadina<br />
della piccola Gatteo, sotto la<br />
guida delle educatrici della<br />
scuola materna “Maria Ghiselli”,<br />
ha saputo esplicitarsi<br />
nella più alta delle sue funzioni:<br />
l’istruzione e l’edu ca zione<br />
al rispetto per la <strong>Per</strong>sona e ai<br />
valori coltivati nella fede.<br />
Linda Nanni,<br />
rappresentante dei Genitori<br />
iNsieme per - N. 49 17
18 iNsieme per - N. 49<br />
E ducare<br />
Che bella esperienza<br />
la settimana del genitore!<br />
ECCO ALCUNI SUGGERIMENTI DI MAMME E PAPà ChE SI SONO<br />
PRESTATI PER COLLABORARE ALL’INSEGNA DELL’INVENTIVA<br />
Questa prima esperienza<br />
come rappresentante<br />
di classe mi ha<br />
entusiasmato molto sin dal<br />
primo momento. Ho cercato<br />
di trasmettere il mio entusiasmo<br />
anche ai genitori dei bimbi<br />
della classe di mio figlio, e<br />
credo con un pizzico di orgoglio<br />
di essere riuscita a suscitare<br />
curiosità ma soprattutto<br />
inventiva e collaborazione.<br />
Ne è la prova la “Settimana<br />
del genitore”, una settimana<br />
in cui i genitori portano le<br />
proprie esperienze in classe,<br />
coinvolgendo i bambini<br />
in giochi e attività istruttive<br />
e costruttive; in questa settimana,<br />
il genitore si sostituisce<br />
per un po’ alla maestra,<br />
trascorrendo insieme ai bambini<br />
alcune ore e dando così<br />
un contributo al lavoro che<br />
la scuola svolge quotidianamente.<br />
Al riguardo avevamo interpellato<br />
i genitori che hanno<br />
proposto alcune iniziative<br />
che poi hanno realizzato con i<br />
bambini. Eccole come ci sono<br />
state segnalate:<br />
«La mia idea era di far giocare<br />
i bambini con una macchina<br />
fotografica, in questo modo:<br />
potremmo mettere delle canzoncine<br />
e fare un girotondo,<br />
piazzando al centro del cerchio<br />
una sedia con di fronte<br />
un banco con la macchina su<br />
un cavalletto.<br />
Quando la musica si ferma,<br />
i bambini che sono dietro il<br />
banco e la sedia diventano<br />
rispettivamente fotografo e<br />
“modello”. Potremmo usare<br />
un cappello da babbo natale e<br />
giocare con le espressioni del<br />
viso. Ho una piccola stampante<br />
e ho anche rimediato in ufficio<br />
dei cartoncini rossi con<br />
una finestra al centro avanzati<br />
dai biglietti di auguri unicef<br />
che l’azienda ha utilizzato lo<br />
scorso anno. Potremmo quindi<br />
stampare le foto ed incollarle<br />
sui cartoncini creando<br />
dei biglietti natalizi. Posso<br />
portare io tutto il materiale,<br />
a costo zero perché ho tutto a<br />
casa. Non so se l’idea possa<br />
essere carina, dimmi che ne<br />
pensi». Giorgia (mamma di<br />
Federico)<br />
«<strong>Per</strong> la settimana del genitore<br />
pensavo di portare della pasta<br />
da cucina di varie forme, già<br />
colorata (per non farli sporcare)<br />
e dei fili di lana per far
ealizzare ai nostri bambini<br />
collane e bracciali o qualunque<br />
altra cosa gli dica la loro<br />
fantasia. Che ne pensi? Si accettano<br />
volentieri consigli e<br />
suggerimenti! Grazie». Laura<br />
(mamma di Filippo)<br />
«<strong>Per</strong> quanto riguarda i laboratori<br />
didattici, potremo fare<br />
con i bambini la pasta all’uovo<br />
e consegnare per ognuno<br />
un pugnetto di tagliatelle da<br />
portare a casa, naturalmente<br />
per il materiale penseremo a<br />
tutto noi. Noi siamo disponibili<br />
quasi tutti i lunedì e<br />
martedì, facci sapere». Anna<br />
e Marcello (genitori di Ludovica)<br />
«Mi sono inserita per il parents’<br />
week per un incontro<br />
sull’alimentazione nei bambini<br />
dal momento che sono<br />
un medico nutrizionista».<br />
Claudia (mamma di Giulia<br />
Gatti)<br />
«E poi ci sono Isabella (mamma<br />
di Martina) e Erika (mamma<br />
di Flavia) che si sono dette<br />
disponibili ad insegnare ai<br />
bambini a fare biscotti con<br />
le formine, ed io (mamma di<br />
Giacomo) che porterò in scena<br />
“La Dott.ssa S’Ammalò”<br />
per spiegare cosa succede nel<br />
nostro corpo quando è colpito<br />
dal virus dell’influenza ....».<br />
Trascorrere qualche ora insieme<br />
ai bimbi è un miscuglio<br />
di affettività e conoscenze,<br />
è uno scambio reciproco di<br />
emozioni, perché anche noi<br />
impariamo dai bambini.<br />
Ci soffermiamo troppo poco a<br />
riflettere su quanto i bambini<br />
possano insegnarci perché la<br />
vita ci rende, a volte, veloce<br />
il passaggio di emozioni che<br />
se non raccolte subito poi non<br />
si vivranno più. Il tempo sarà<br />
ormai passato e i nostri figli<br />
saranno cresciuti.<br />
Quante volte ci capita di guardarli<br />
e di pensare con malinconia<br />
a quello che avremmo<br />
voluto ancora fare o dire loro!<br />
Invito pertanto tutti i genitori<br />
a vivere un’esperienza<br />
simile poiché, anche se può<br />
sembrarci un impegno ulteriore,<br />
ci ripagano la gioia<br />
e la serenità dei nostri bambini,<br />
e la nostra, nel vederli<br />
giocare o arrossire di fronte<br />
alla maestra; ma soprattutto<br />
è un momento più che valido<br />
e una ragione in più per stare<br />
accanto ai nostri figli!<br />
Loredana Paglia<br />
iNsieme per - N. 49 19
20<br />
M issioNi<br />
Dieci volte in Bangladesh<br />
ma ne è valsa la pena...<br />
PARLA UNA VOLONTARIA<br />
ChE hA SEGUITO FIN<br />
DALL’INIZIO IL SORGERE<br />
DELLA MISSIONE DI RAjhAhI<br />
DOVE LE MAESTRE PIE SVOL-<br />
GONO IL LORO APOSTOLA-<br />
TO TRA LA GENTE DI UN<br />
VILLAGGIO ABITATO<br />
IN MAGGIORANZA DA<br />
CATTOLICI<br />
Foto di gruppo con Silvia<br />
Tagliavini, prima a sinistra,<br />
altri volontari italiani e i due<br />
amministratori del villaggio.<br />
Nella pagina accanto: Sr.<br />
Augusta e Sr. Arpona davanti<br />
alla sigla della congregazione<br />
realizzata con i fiori.<br />
iNsieme per - N. 49<br />
N<br />
el gennaio scorso mi<br />
trovavo in Bangladesh<br />
per la decima<br />
volta, nella Missione delle<br />
Maestre Pie a Dhaka, e mi<br />
sono detta: «Come posso<br />
non essere qui il 7 marzo per<br />
l’inaugurazione della nuova<br />
Missione di Rajshahi?». Fu<br />
così che, appena rientrata a<br />
Rimini a fine gennaio, ho<br />
subito iniziato a progettare il<br />
viaggio per il mese successivo<br />
ed il 28 febbraio <strong>2011</strong> con<br />
due persone amiche eccomi di<br />
nuovo atterrare all’aeroporto<br />
di Dhaka, che non è proprio<br />
dietro l’angolo di casa! Che il<br />
Bangladesh mi abbia “strega-<br />
to” è comprensibile dal numero<br />
di viaggi che ho fatto<br />
in pochi anni; forse è meno<br />
comprensibile l’attrazione di<br />
Rajshahi. Tutto partì da lontano<br />
dipanandosi poi via via<br />
in pochi anni.<br />
All’inizio tutto fu casuale. O<br />
forse fu una trama tessuta<br />
non certo dal caso, partendo<br />
dall’incontro occasionale con<br />
don Paolo Donati che mi proponeva<br />
di unirmi ad un piccolo<br />
gruppo di giovani che si<br />
recava a trovare una missionaria<br />
delle Maestre Pie in<br />
Bangladesh. Dissi subito di<br />
sì, perché sono una curiosa di<br />
luoghi e paesi diversi, ma già
per strada iniziai a cercare fra<br />
i ricordi geografici dell’Asia<br />
dove esattamente fosse questa<br />
nazione di cui avevo<br />
chiare le frequenti notizie di<br />
catastrofi alluvionali e di<br />
povertà. Dovetti ricorrere ad<br />
un atlante che mi svelò il perché<br />
della mia ignoranza: fino<br />
al 1971 il Bangladesh non<br />
esisteva, essendo Pakistan<br />
Orientale da cui si sottrasse<br />
con una sanguinosa guerra<br />
per l’indipendenza che provocò<br />
esodi di milioni di persone<br />
sia induiste, che scappavano<br />
da una parte, sia<br />
musulmane, che si rifugiavano<br />
dall’altra. E poi strascichi<br />
di disordini e di conflitti<br />
politici durati fino a pochi<br />
anni fa.<br />
Conosciuto questo affascinante<br />
Paese dalle mille<br />
contraddizioni, la sua popo-<br />
lazione dalla povertà dignitosa,<br />
dalla laboriosità pacata<br />
e lenta, dalle qualità artistiche<br />
innate e specialmente conosciuta<br />
Madre Luisa Falsetti,<br />
che al Bangladesh ha dedicato<br />
questi ultimi 20 anni della<br />
sua vita fatta di creatività, di<br />
iniziative sempre nuove e<br />
mirate, di amore costruttivo<br />
per i bambini e per le donne<br />
perché abbiano un futuro<br />
migliore, per me il gioco era<br />
innescato, il ritorno assicurato!<br />
Quasi una volta all’anno<br />
prima e poi due volte successivamente.<br />
Come fu nel 2008,<br />
in pieno luglio con un caldo<br />
difficilmente immaginabile,<br />
quando accompagnai suor<br />
Augusta, l’Economa generale<br />
delle Maestre Pie, designata a<br />
collaborare per l’acquisto di<br />
un terreno nella Provincia e<br />
Diocesi di Rajshahi dove si<br />
sarebbe realizzato un altro<br />
sogno di Madre Luisa: una<br />
casa missionaria con una co -<br />
munità di Maestre Pie dedicata<br />
ad una numerosa popolazione<br />
cattolica, confluita in<br />
un piccolo quartiere periferico,<br />
la cui permanenza sarebbe<br />
stata incerta se nessuno si<br />
fosse occupato di loro, promuovendo<br />
lavoro per le donne,<br />
cura per i bambini, aiuto<br />
per la modalità di aggregarsi.<br />
Devo confessare che il terreno<br />
visto non mi entusiasmò gran<br />
che, pieno di acqua, di stante<br />
dal centro della piccola ma<br />
vivace città, distantissimo<br />
dalla capitale, Dhaka, non<br />
tanto per i chilometri ma per il<br />
tempo sproporzionato che le<br />
strade intasate (ed allora anche<br />
dissestate) imponevano al<br />
viaggio, possibile quasi solamente<br />
in auto: il treno, affol-<br />
iNsieme per - N. 49 21
22 iNsieme per - N. 49<br />
M issioNi<br />
latissimo, viaggia in giorni ed<br />
ore limitati. Pochi mesi più<br />
tardi, nel gennaio 2009, ci fu<br />
la cerimonia della posa della<br />
prima pietra di una costruzione<br />
già ben disegnata dal progettista,<br />
un ingegnere di stretta<br />
osservanza musulmana, con la<br />
lunga barba bianca, sempre<br />
vestito col panjobi e il tipico<br />
berrettino pure bianco, sempre<br />
discreto e sorridente ma determinato<br />
nella direttività sui<br />
suoi numerosi subalterni. Già<br />
lì mi ero riconciliata con il<br />
luogo della futura missione sia<br />
perché il clima mite ed asciutto<br />
del periodo aveva reso il<br />
luogo praticabile, sia perché il<br />
progetto mostrava già una<br />
casa spaziosa e luminosa sia<br />
perché la popolazione del villaggio<br />
vi cino era accorsa<br />
numerosa a far festa con noi,<br />
dimostrandosi accogliente e<br />
felice della presenza di tutti,<br />
locali e stranieri.<br />
Nel luglio successivo la co -<br />
struzione era al primo step e<br />
fervevano i lavori: girammo<br />
fotografando tutto, muri presenti<br />
e futuri, stanze già delimitate<br />
ed altre che dovevano<br />
ancora esserlo, operai intenti<br />
ai lavori di muratura che si<br />
interrompevano sorridenti per<br />
farsi riprendere da noi… che<br />
rischiavamo di sentirci quasi<br />
dei professionisti della fotografia!<br />
Nel l’aprile 2010 fu bellissimo<br />
vedere la costruzione già<br />
verso il termine, esternamente.<br />
Girammo soddisfatte sempre<br />
al seguito di Madre Luisa che<br />
ascoltava ogni nostro suggerimento<br />
ed ogni nostra osservazione<br />
per valutare quale<br />
poteva essere poi attuata...<br />
ammesso che fosse recepita<br />
nella mentalità costruttiva<br />
bengalese. E infine eccomi<br />
nuovamente a Raj shahi nel<br />
gennaio <strong>2011</strong>, quando la casa<br />
era abitata dalla nuova comunità:<br />
M. Luisa, suor Anita,<br />
suor Arpona e tre aspiranti<br />
(Hira, Sonia e Mi loni) che ci<br />
hanno accolto per trascorrere<br />
con loro tre giornate occupando<br />
le ariose e luminose ma<br />
sobrie stanze della Casa. Non<br />
dovevamo più giocare di fantasia<br />
perché ora i vari ambienti,<br />
come la cucina, la sala da<br />
pranzo e quella di comunità, i<br />
laboratori e la cappella erano<br />
lì ad attenderci, pronti e con<br />
pulizie generali in corso. Che<br />
commozione e che soddisfazione<br />
avere seguito passo passo<br />
la realizzazione di questo<br />
sogno di Madre Luisa diventato<br />
realtà da condividere!<br />
Ecco perché, dopo aver segui-<br />
A destra: i danzatori del<br />
villaggio prima della loro<br />
esibizione. In basso: alcuni<br />
fedeli durante la celebrazione<br />
eucaristica svoltasi<br />
nel salone del Centro.
to il nascere ed il crescere<br />
della nuova casa missionaria<br />
delle Maestre Pie, non potevo<br />
mancare alla sua inaugurazione<br />
fissata per lunedì 7<br />
marzo. Una inaugurazione<br />
che è stata una festa di tutto il<br />
quartiere-villaggio cattolico<br />
che si era preparato per varie<br />
sere: gli uomini provando i<br />
balli con cui hanno accompagnato<br />
(vesten do i costumi<br />
tradizionali) il solenne ingresso<br />
del Vescovo; i ragazzi preparando<br />
musica e danze eseguite<br />
da deliziose ragazze,<br />
elegantissime nei loro shari, a<br />
cui facevano corona bambine<br />
in abiti coloratissimi, cuciti<br />
per l’occasione dalla giovane<br />
sarta del gruppo. E non mancavano<br />
nemmeno due giovani<br />
presentatori: un ragazzo ed<br />
una ragazza (splendida quest’ultima<br />
nel portamento e<br />
discreta nell’eleganza di ispirazione<br />
europea) che con<br />
maestria ed intraprendenza<br />
hanno condotto l’intenso<br />
pomeriggio, partecipatissimo<br />
sia dalla popolazione del<br />
luogo, sia dalle comunità<br />
religiose di suore che operano<br />
nella zona, come da tanti sacerdoti.<br />
C’erano pure due<br />
Ammini stratori locali che<br />
non si sono persi l’occasione<br />
per fare un lungo discorso, in<br />
bengoli naturalmente, quindi<br />
per me incomprensibile nelle<br />
parole ma comprensibile nel<br />
senso generale, dato che i<br />
discorsi di circostanza sono<br />
sempre abbastanza uguali in<br />
tutte le latitudini! E come<br />
ogni Salmo finisce in Gloria,<br />
ogni festa deve finire con un<br />
pasto da condividere! Il cibo<br />
offerto a tutti i partecipanti<br />
aveva due varianti: europea e<br />
bengalese. E cibo graditissimo<br />
è stato offerto generosamente<br />
dalle Maestre Pie a<br />
tutte le famiglie del villaggio,<br />
più di 300 persone, che hanno<br />
veramente festeggiato l’evento,<br />
felici di acquistare delle<br />
vicine di casa così generose,<br />
accoglienti e protettive.<br />
Silvia Tagliavini<br />
iNsieme per - N. 49 23
«Fisicamente sono qui,<br />
ma col Messico nel cuore»<br />
Viaggiare è un modo<br />
meraviglioso per co -<br />
noscere altre culture,<br />
altri mondi, altre vite, che per<br />
un po’ di giorni vengono a<br />
contatto con la tua e ti regalano<br />
qualcosa. Io e il mio compagno<br />
Stefano, insieme a<br />
Sara, la giovane presidente<br />
dell’associazione “Vivi la<br />
Voce Vivi la Crescita”, da cui<br />
è nata l’idea di questo viaggio,<br />
siamo partiti con l’intento<br />
di conoscere Damaris, la<br />
bimba adottata a distanza<br />
dall’associazione e ospitata<br />
nella Casa Famiglia (che in<br />
Messico si chiama “Casa<br />
Hogar”) di Tepatitlán, a 80<br />
km da Guadalajara.<br />
Abbiamo vissuto un’espe rienza<br />
umana veramente uni ca,<br />
grazie all’affetto e alla meravigliosa<br />
ospitalità delle<br />
Maestre Pie. Del Natale trascorso<br />
laggiù mi rimarranno<br />
per sempre scolpiti nel cuore i<br />
sorrisi, gli sguardi,m gli<br />
abbracci dei fantastici bambini<br />
e ragazzi ospitati in quella<br />
“Casa Hogar” che tutto sembra<br />
fuorché un orfanotrofio.<br />
La prima cosa che ti colpisce<br />
di questo luogo magico è la<br />
grande cura con cui è tenuto:<br />
24 iNsieme per - N. 49<br />
CiViltà dell’amore<br />
DIARIO DI UN EMOZIONANTE VIAGGIO A<br />
TEPATITLáN, NELLA “CASA hOGAR” GESTITA<br />
DALLE MAESTRE PIE DELL’ADDOLORATA, PER<br />
CONOSCERE DI PERSONA UNA BAMBINA<br />
ADOTTATA A DISTANZA DALLA ASSOCIAZIONE<br />
“VIVI LA VOCE VIVI LA CRESCITA”<br />
giardino impeccabile e ambienti<br />
ordinati e riassettati con<br />
grande amore, destinati ad<br />
accogliere i bambini in difficoltà,<br />
orfani e spesso maltrattati<br />
o addirittura violentati.<br />
Trovarti, a Natale, accanto a<br />
questi bimbi dagli occhi grandi<br />
e dal grande bisogno di<br />
affetto, che non hanno quasi<br />
niente e sorridono sempre e<br />
quel poco che hanno lo divi-<br />
Pagina accanto: Monica insieme<br />
ad alcuni bambini durante il<br />
soggiorno a Tepatitlán. Sotto: Sr.<br />
Luz Elena Reyes Gutiérrez con<br />
una piccola ospite della casa.<br />
dono con gli altri, ti fa sentire<br />
veramente “piena”. è stato<br />
bello, nel mio primo Natale<br />
non festeggiato coi miei a<br />
Cesenatico, sostare in una<br />
grande famiglia allargata, che<br />
mi ha fatto sentire subito a<br />
casa, dall’altra parte del<br />
mondo, a oltre 10.000 km di<br />
distanza dalla mia famiglia. E<br />
questo perché la Madre superiora<br />
e le suore ci hanno accolto<br />
a braccia aperte, come se<br />
facessimo parte da sempre<br />
della loro comunità.<br />
Un grazie di cuore alle sorelle<br />
di Tepa, ma un grande abbraccio<br />
anche a madre Gianfranca<br />
di Vecchiazzano (Forlì) e<br />
madre Lea di San Marino,<br />
che hanno parlato con noi<br />
dialetto romagnolo, facendoci<br />
sentire ancor più a casa, e a<br />
tutte le suore di Guadalajara<br />
che ci hanno adottati per altri
tre giorni facendoci vedere<br />
cose meravigliose, sconosciute<br />
ai normali turisti, e<br />
rendendoci partecipi del loro<br />
mondo.<br />
Come è nata l’idea<br />
Un po’ di storia per capire.<br />
Nel 2007 nacque un concorso<br />
di canto, dal nome “Vivi la<br />
Voce”, che si proponeva di<br />
insegnare a bambini e ragazzi,<br />
attraverso un percorso formativo<br />
ludico-didattico, che<br />
cosa sono il rispetto, l’ami-<br />
cizia e la leale competizione.<br />
Nel gennaio 2010 nasceva<br />
l’associazione “Vivi la<br />
Crescita” con obiettivi più<br />
ampi: dare un contributo a<br />
ragazzi e bambini meno fortunati,<br />
che si trovano a vivere<br />
realtà difficoltose a loro<br />
insaputa.<br />
Giugno 2010: esce la prima<br />
“compilation” di “Vivi la<br />
Voce”, registrata da giovani.<br />
Il ricavato della vendita dei<br />
cd è devoluto alla “Casa<br />
Hogar” di Tepatitlán, in<br />
Messico, per la prima adozio-<br />
ne a distanza: una bimba di<br />
nome Damaris.<br />
Settembre 2010: mi arriva<br />
tramite e-mail la foto della<br />
piccola adottata e subito quel<br />
viso timido mi tocca il cuore.<br />
Scatta il desiderio di andare a<br />
conoscerla di persona: sapevo<br />
che in qualche maniera quella<br />
partenza avrebbe dato un<br />
senso diverso alla mia vita, a<br />
quello che posso apprezzare<br />
nella quotidianità e che spesso<br />
non valorizzo quanto<br />
dovrei. Sapevo che sarebbe<br />
stato un viaggio diverso, un<br />
viaggio molto più profondo,<br />
un viaggio dentro il mio io.<br />
E più fissavo quella foto nel<br />
monitor, e più mi sentivo attirata<br />
ed allettata dall’idea.<br />
Sapevo che sarebbe stata una<br />
sorta di “rinascita”, a conferma<br />
che gli sforzi che facciamo<br />
ogni sera, progettando<br />
eventi ed idee con l’associazione<br />
dopo tante ore di<br />
lavoro in ufficio, effettivamente<br />
hanno uno scopo,<br />
hanno un senso, non sono<br />
vani, e anche se una goccia in<br />
mezzo all’oceano. L’oceano è<br />
pur fatto di gocce!<br />
Dopo aver avvisato gli amici<br />
soci dell’associazione, decido<br />
di partire. Ed ecco alcuni<br />
momenti chiave del viaggio.<br />
27 dicembre, ore 19: giornate<br />
fantastiche! I bambini qua<br />
non piangono, ridono, la solidarietà<br />
regna fra loro e il<br />
bisogno di attenzione è sovrano.<br />
Un gesto, anche minimo,<br />
rende la tua presenza realtà di<br />
vita per loro. Cercano un<br />
abbraccio, un sorriso, uno<br />
sguardo, i loro occhi implorano<br />
affetto. La più parte di<br />
loro arriva qua perché figlia<br />
della prostituzione e del suc-<br />
iNsieme per - N. 49 25
cessivo abbandono fino alla<br />
maggiore età, quando vengono<br />
tolti dall’orfanotrofio<br />
perché diventati “forza lavoro”<br />
e fonte di guadagno. Sono<br />
soprattutto i maschi ad essere<br />
prelevati; le donne invece<br />
solitamente escono da qui per<br />
sposarsi. Tepatitlán è un paese<br />
difficile, dove accanto ad aree<br />
ricche grazie agli imponenti<br />
traffici di droga, ce ne sono<br />
altre caratterizzate da miseria<br />
estrema.<br />
Le suore vengono viste dai<br />
bimbi come genitori, come<br />
punto di riferimento per la<br />
crescita.<br />
28 dicembre: ecco l’incontro<br />
con la “nostra” Damaris. La<br />
troviamo accanto a Margarita,<br />
4 anni, che ha passato un<br />
intero giorno a fissare la<br />
porta, seduta su un gradino,<br />
sperando che la sua mamma<br />
entrasse; ogni volta un sorriso<br />
che svaniva in un lampo.<br />
Sorride sempre a tutti, ma<br />
dentro tiene un mondo buio.<br />
Nonostante tutto, però, aspetta<br />
che la vita le doni qualcosa<br />
che la renda felice.<br />
Damaris, invece, 5 anni, timida<br />
e coccolona, è la più piccola<br />
di cinque fratelli, che<br />
inizialmente non voleva ac -<br />
cettare perché nati da un<br />
padre diverso: un papà non<br />
condiviso e una mamma non<br />
presente le hanno insegnato<br />
che è sola e da sola deve<br />
affrontare la realtà. <strong>Per</strong> fortuna<br />
qualcuno le ha aperto le<br />
braccia e ha saputo accoglierla:<br />
Casa Hogar è la sua<br />
àncora di salvezza.<br />
Oggi per lei è stata la giornata<br />
di un grande evento: l’abbiamo<br />
portata con noi nel<br />
centro della città a fare un<br />
26 iNsieme per - N. 49<br />
CiViltà dell’amore
giro fra i negozi e le bancarelle<br />
del mercato. I suoi<br />
occhi brillavano, mentre<br />
osservava il mondo come<br />
un’estranea, ammaliata dalle<br />
meraviglie che non le ap -<br />
partengono. Aveva lo sguardo<br />
di una bambina che per la<br />
prima volta poteva passeggiare<br />
con delle persone che le<br />
vogliono bene. Continuava a<br />
guardare me e suor Andrea<br />
sussurrandoci in silenzio un<br />
“grazie” che arrivava direttamente<br />
al cuore. Una bambola<br />
e due giochi per bambini sono<br />
stati il regalo natalizio della<br />
madrina italiana.<br />
6 gennaio: siamo in volo per<br />
rimpatriare, ma sento che<br />
Pagina accanto, in alto: un<br />
momento di festa nella Casa<br />
Hogar di Tepatitlán. Sotto:<br />
Sara con Damaris, la bimba<br />
protagonista della prima<br />
adozione a distanza dell’Associazione<br />
“Vivi la Voce Vivi<br />
la Crescita”. In alto a destra:<br />
Stefano in compagnia di<br />
alcuni bambini ospiti della<br />
struttura gestita dalle Maestre<br />
Pie dell’Addolorata.<br />
qualcosa di me è rimasto là. Il<br />
mio cuore, in parte, si è<br />
ancorato in quella casa,<br />
intrappolato negli occhi di<br />
quegli angeli.<br />
9 gennaio: fisicamente sono<br />
qui, mentalmente ancora là. Il<br />
ricordo è tuttora assai vivo: li<br />
guardavo negli occhi e il mio<br />
cuore mi parlava, sembrava<br />
che volesse farsi ascoltare da<br />
loro. Sembrava gridare: «Non<br />
preoccupatevi, noi vi siamo<br />
vicini». Mentre facevo colazione,<br />
pensavo a cosa dire<br />
loro quel pomeriggio quando<br />
suor Luz Elena ci invitò a<br />
spiegare bene ai bimbi che da<br />
lì a pochi giorni saremmo<br />
partiti e che la nostra sarebbe<br />
stata una partenza senza ritorno.<br />
E c’era accanto a noi<br />
Margarita, che si era affezionata<br />
a noi a tal punto da chiamarci<br />
“mam ma”. Ancora<br />
oggi, se ripenso a quelle creature,<br />
mi brillando gli occhi!<br />
Monica Guidi<br />
iNsieme per - N. 49 27
notizie<br />
25 anni di vita per<br />
“La Quiete” di Cattolica<br />
28 maggio, giornata dei<br />
ricordi. Il passato, at -<br />
traverso foto, video e<br />
musica è diventato un presente<br />
più che mai animato.<br />
Alle ore 16.00 tutto è pronto<br />
per iniziare la grande festa: 25<br />
anni di fondazione di questa<br />
struttura che è diventata per<br />
gli ospiti la loro casa. Una<br />
casa che ha vissuto una marea<br />
di parenti, suore, amici, giovani,<br />
autorità che hanno<br />
regalato un sorriso, un abbraccio,<br />
un canto, un ballo ed una<br />
musica romagnola che ha<br />
contagiato molti.<br />
La festa non poteva non iniziare<br />
con la celebrazione dell’Eucarestia,<br />
il primo e grande<br />
grazie a Colui che ha voluto il<br />
tutto e che ha dato vita energia<br />
ed un cuore grande a tutti coloro<br />
che hanno lavorato per la<br />
realizzazione della festa.<br />
In comunità le suore sono<br />
poche, è vero, ma ricche del<br />
carisma della gioia di Madre<br />
Elisabetta Renzi da trasmettere<br />
a chi ha lasciato tutto e ha<br />
trovato qui il luogo per poter<br />
continuare la loro vita, una<br />
vita fatta di preghiera, di attività,<br />
di giochi, di canti e di feste.<br />
Qui, oggi, si è respirata un’aria<br />
che ha riempito gli occhi e il<br />
cuore di emozioni. Niente è<br />
stato trascurato: fiori a profusione,<br />
lavori più svariati per il<br />
mercatino, bibite per gli as -<br />
setati e un buffet ricco di ogni<br />
prelibatezza e coccarde per<br />
dire a tutti: Venite, perché qui<br />
è sempre festa.<br />
Aurelia Frino<br />
28 iNsieme per - N. 49<br />
In alto: la torta preparata per<br />
festeggiare il venticinquesimo<br />
compleanno della casa di riposo<br />
“La Quiete” di Cattolica. Sopra:<br />
la S. Messa celebrata dal parroco<br />
Don Biagio Della Pasqua.
A San Marino suor Iva incontra<br />
il “Reggente” che educò da bambino<br />
NEL PALAZZO DEL<br />
GOVERNO, DIMENTICANDO<br />
IL PROTOCOLLO, UN COM-<br />
MOVENTE ABBRACCIO hA<br />
DATO LA STURA A TANTI BEI<br />
RICORDI DEL PASSATO<br />
Cosa c’è di più bello<br />
che incontrarsi di nuovo<br />
dopo tanti anni e<br />
immergersi immediatamente<br />
nei ricordi degli anni passati?<br />
Proba bilmente è una delle<br />
esperienze più piacevoli ed<br />
emozionanti.<br />
E che dire se poi l’incontro è<br />
in un certo senso speciale e<br />
unico? è quello che è avvenuto<br />
venerdì 11 marzo scorso<br />
tra uno dei “Reggenti” della<br />
Repubblica, S.E. Gio vanni<br />
Francesco Ugolini, e suor Iva<br />
Berardo, la religiosa che negli<br />
anni Sessanta e Settanta ha<br />
seguito tutta una generazione<br />
di giovani di Borgo attraverso<br />
la Scuola d’Infanzia e oltre.<br />
S.E. ha concesso un’udienza<br />
privata per incontrare, nella<br />
sua veste di più alta carica<br />
dello Stato, la suora sua prima<br />
educatrice, che l’aveva visto<br />
da bambino. La giornata era<br />
splendida, una di quelle che<br />
San Marino sa spesso offrire,<br />
con l’azzurro del cielo che<br />
contrastava con il bianco di<br />
un’abbondante neve caduta<br />
da poco.<br />
All’udienza suor Iva è arrivata<br />
accompagnata dalla Ma dre<br />
Superiora delle Mae stre Pie di<br />
Borgo Maggiore, suor Norma,<br />
e da un gruppo di “ex-ragazze”<br />
che hanno avuto la fortuna e il<br />
dono di trascorrere parte della<br />
loro adolescenza accanto a lei.<br />
iNsieme per - N. 49 29
notizie<br />
Eravamo tutte preparate ad<br />
un incontro formale, come<br />
vuole il protocollo. Nella<br />
sala delle udienze, accompagnate<br />
da un profondo e<br />
sincero sentimento patriottico,<br />
eravamo molto tese<br />
per l’avvenimento, ma<br />
pronte alle presentazioni<br />
ufficiali per l’ingresso di<br />
S.E. Ugolini. Ma cuore e<br />
anima hanno tempi diversi<br />
e la gioia e l’emozione del<br />
momento sono state così<br />
spontanee che il cerimoniale<br />
si è leggermente<br />
modificato, spostando i<br />
tempi delle consuete formalità.<br />
Non ci sono stati discorsi<br />
formali, né parole precostituite,<br />
ma un abbraccio commovente,<br />
un incontro amichevole<br />
atteso da tempo,<br />
con il riaffiorare di ricordi<br />
del passato che hanno raggiunto<br />
momenti di vera<br />
commozione e per un attimo<br />
ruoli, età e luoghi sono<br />
stati cancellati.<br />
Poi, in un crescendo di<br />
emo zioni e di sorrisi, c’è<br />
stato uno scambio di doni e<br />
le foto di rito. Fuori programma,<br />
c’è stata inoltre<br />
l’interessante e suggestiva<br />
visita alle antiche Cisterne<br />
che si trovano sotto il<br />
palazzo del Governo.<br />
Quel pomeriggio davvero<br />
speciale si è concluso attorno<br />
a un tavolo pieno di<br />
dolci e con tanti altri ricordi,<br />
appa ren temente cancellati,<br />
che riaffioravano inaspettati<br />
e liberi.<br />
Tiziana Swirzezewski, a<br />
nome delle ragazze<br />
di suor Iva<br />
30 iNsieme per - N. 49<br />
Coriano esulta<br />
per il primo secolo<br />
di suor Palmina<br />
Grande festa a Coriano<br />
per i cento anni di<br />
suor Palmina, al -<br />
l’ana grafe Palma Maron celli,<br />
nata a San Giovanni in Ma -<br />
rignano il 1° marzo 1911 e<br />
tuttora, seppure centenaria,<br />
allegra, vivace e laboriosa<br />
come sempre, nella comunità<br />
di Coriano dove svolge attualmente<br />
il suo apostolato.<br />
La festa del 1° marzo dedicata<br />
a suor Palmina è iniziata<br />
con una Messa solenne celebrata<br />
a metà mattina da Don<br />
Egidio Brigliadori nella cappella<br />
dell’Istituto, seguita da<br />
un rinfresco al quale hanno<br />
partecipato la superiora di<br />
Coriano suor Maria Faetamini,<br />
Madre Lina Rossi, tutti i parrosi<br />
del paese, il sindaco<br />
Maria Luigina Matricardi<br />
(con lei nella foto), il vicesindaco<br />
Marzio Caval lucci e<br />
numerose consorelle e amici<br />
della festeggiata.<br />
Suor Palmina ha fatto il suo<br />
ingresso nella Maestre Pie<br />
dell’Addolorata a 18 anni e ha<br />
prestato servizio in diverse<br />
comunità della congregazione:<br />
Tavoleto (durante la guerra),<br />
Cento di Ferrara, Piacenza,<br />
Cattolica, Rimini. Dal 1999<br />
risiede a Coriano, nel convento<br />
che funge da “casa di<br />
riposo” dell’Istituto, dove<br />
aiuta le consorelle bisognose<br />
di assistenza.
a domaNdaR ispoNde<br />
Da Mondaino, il paese<br />
che ha visto la beata<br />
Elisabetta crescere e<br />
maturare fino al giorno in cui<br />
partì per Coriano, ci viene<br />
questa testimonianza di una<br />
grazia ricevuta da un compaesano<br />
per intercessione<br />
della Beata. Michele Mazzotti,<br />
toccato da questo intervento<br />
divino mediato dalla sua<br />
preghiera e dall’amore per<br />
Madre Elisabetta, nel chiedere<br />
di fare la promessa nel<br />
Movimento per l’Alleluia ci<br />
rivela come è stato guarito.<br />
Mi chiamo Michele, da tre<br />
anni frequento “tutti” gli<br />
incontri MPA a Mondaino.<br />
Venivano le sorelle Teresa e<br />
Sabrina, poi pian piano siamo<br />
riusciti a camminare nella<br />
spiritualità della beata Eli sabetta<br />
Renzi da soli, ovviamente<br />
con l’aiuto di suor<br />
Rosangela e di Nanni.<br />
Ho virgolettato di proposito<br />
l’aggettivo “tutti” perché, a<br />
dire il vero, alcuni incontri li<br />
ho mancati quando ero in<br />
ospedale per l’intervento chirurgico<br />
di asportazione di un<br />
tumore alla prostata; non ero<br />
presente fisicamente, ma lo<br />
ero con lo spirito, leggevo la<br />
lezione assegnata e pregavo<br />
la beata Elisabetta e ho sempre<br />
mantenuto salda la fede<br />
nel Signore. Le mie giaculatorie<br />
erano e sono tuttora:<br />
«Sii felice, il buon Dio ti<br />
ama» e «Dopo il Calvario c’è<br />
la Risurrezione».<br />
Non so se la grazia sia venuta<br />
dalla beata Elisabetta<br />
E le metastasi<br />
erano inspiegabilmente<br />
scomparse<br />
Il suo desiderio si è avverato lo scorso 18 giugno, quando<br />
Michele ha potuto pronunciare la sua promessa di appartenenza<br />
al Movimento MPA alla presenza di Madre Lina Rossi,<br />
del Presidente Stefano Nanni e di Don Giorgio Budellini, il<br />
nuovo assistente ecclesiastico del Movimento, al termine della<br />
S. Messa celebrata a Coriano in occasione del 22° anniversario<br />
della beatificazione di Madre Elisabetta.<br />
Renzi o dal Signore che<br />
invocavo con la sua stessa<br />
fiducia, ma sto bene, perfettamente<br />
guarito, non avendo<br />
fatto né radiotera pia, né chemioterapia,<br />
pur essendo<br />
pieno di metastasi a detta dei<br />
medici. Dalle ultime analisi<br />
le metastasi sono sparite.<br />
Il primario del Centro oncologico<br />
dell’ospedale di<br />
Cattolica – dottor Pasquini –<br />
dice che a guarirmi inspiegabilmente<br />
sono state le mie<br />
forti convinzioni mentali. Ho<br />
usato soltanto delle erbe, ma<br />
niente di chimico.<br />
Poiché mi piace la spiritualità<br />
della beata Elisabetta, chiedo<br />
di poter far parte del<br />
Movimento per l’Alleluia con<br />
la promessa come fanno tutti<br />
coloro che si impegnano in<br />
questo cammino.<br />
Michele Mazzotti, Mondaino<br />
È sempre il Signore che<br />
guarisce, ma per intercessione<br />
di anime sante – nel<br />
Suo caso la beata Elisabetta<br />
– che coi loro meriti possono<br />
molto presso il cuore di Dio.<br />
iNsieme per - N. 49 31
L<br />
iBri<br />
Pierre Cuperly FESTE E PREGHIERE DELLE GRANDI RELIGIONI<br />
Feste e preghiere<br />
delle grandi religioni<br />
Ed. Messaggero Padova<br />
pagg. 188<br />
Euro 23,00<br />
Delle grandi religioni di -<br />
verse dalla nostra conosciamo<br />
generalmente poco.<br />
L’autore, attualmente membro<br />
della fraternità monastica di Ge -<br />
rusalemme, da tempo partecipa<br />
all’animazione di incontri interreligiosi,<br />
avendo trascorso molti<br />
anni in diversi paesi musulmani,<br />
offre al lettore l’opportunità di<br />
scoprire le principali feste e<br />
preghiere delle religioni monoteiste<br />
(cristianesimo, ebraismo e<br />
islam). E lo fa evitando ogni forma<br />
di sincretismo, introducendo<br />
Luciano Verdone L’ADOLEScENzA. I FIGLI DELLA RETE<br />
L’Adolescenza<br />
I figli della Rete<br />
Paoline<br />
pagg. 38 cad.<br />
Euro 5,00 cad.<br />
32 iNsieme per - N. 49<br />
Da tempo le Paoline hanno<br />
dato vita ad una collana<br />
intitolata “Note di psicologia”,<br />
curata da Valerio Albisetti,<br />
che offre indicazioni semplici e<br />
concrete per affrontare con serenità<br />
i problemi della vita quotidiana,<br />
approfondendone gli aspetti psicologici<br />
e spirituali. Essa comprende<br />
una serie di volumetti –<br />
ciascuno di 38-40 pagine – che<br />
hanno ormai raggiunto quota 61 e<br />
toccano aspetti della vita di tutti i<br />
giorni: l’amicizia, l’amore, la fede,<br />
le emozioni più diverse, le problematiche<br />
legate alla personalità, le<br />
ricette per star bene con se stessi e<br />
con gli altri, e via dicendo. Gli<br />
autori, oltre all’Albisetti, psicologo<br />
e psicoterapeuta autore di nu -<br />
me rose opere di psico-spiritualità<br />
tradotte in varie lingue, sono degli<br />
esperti della materia che hanno in<br />
più il dono di un linguaggio accessibile<br />
a tutti. Segnaliamo i due<br />
ultimi titoli usciti dalla penna di<br />
Luciano Verdone, docente di psicologia<br />
e filosofia, dotato di profonda<br />
cultura umanistica e ricco di<br />
esperienza quotidiana col mondo<br />
giovanile: L’Adolescenza e I figli<br />
A cura di Angelo Montonati<br />
all’origine, al contenuto e alle ricchezze<br />
di tali feste, scelte dall’autore<br />
tra le più importanti e<br />
designate in un quadro sinottico,<br />
in una sorta di panoramica. Come<br />
ben sottolinea l’arcivescovo di<br />
Tours, mons. Aubertin, nella prefazione,<br />
questo libro permette di<br />
salire un piccolo gradino per su perare<br />
muri di separazione ancora<br />
esistenti e inoltre si propone, sotto<br />
il profilo culturale, come uti le<br />
strumento di conoscenza e di dialogo<br />
con credenti di altre fedi.<br />
Angelo Montonati<br />
della Rete. Il primo mette in guardia<br />
i genitori dal trascurare che,<br />
nella mente dei loro figli, sta<br />
avvenendo una straordinaria trasformazione:<br />
la nascita del pensiero<br />
autonomo; talvolta i ragazzi sembrano,<br />
per i loro modi di agire, un<br />
popolo di “stranieri in patria”. In<br />
realtà, le patologie comportamentali<br />
giovanili sono, talvolta, il se -<br />
gnale di allarme di una persona in<br />
difficoltà. Il secondo volumetto ci<br />
ricorda che oggi la comunicazione,<br />
le relazioni non sono più basate<br />
su una “comunità territoriale”, tra<br />
persone che condividono lo stesso<br />
luogo e hanno legami concreti, ma<br />
su una “comunità relazionale” tra<br />
individui che si riconoscono affini<br />
per interessi, gusti, amicizia online.<br />
Specialmente i giovani hanno<br />
l’opportunità di stabilire relazioni<br />
orizzontali con i coetanei. Tuttavia,<br />
bisogna ammettere che la realtà<br />
mediatica si è sovrapposta al<br />
mondo delle relazioni fac cia a faccia,<br />
ai tempi e agli spa zi della vita<br />
quotidiana, con conseguenze pedagogiche<br />
notevoli. Ne consigliamo<br />
vivamente la lettura agli educatori.<br />
Angelo Montonati