Fede e Chiesa? Merito di mamma e Don Matteo - A Sua Immagine
Fede e Chiesa? Merito di mamma e Don Matteo - A Sua Immagine
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Poste Italiane S.p.A. - Spe<strong>di</strong>zione in Abb. Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/2/2004 n. 46) - art. 1, comma 1 - DCB Milano<br />
Anno I • Num. 14 (14) Settimanale del 13 aprile 2013 • Rivista € 1,50 • Rivista + DVD € 9,90<br />
Num. 14 - 13 aprile 2013<br />
INSERTO<br />
STACCABILE<br />
Le Sacre Scritture<br />
della settimana<br />
commentate<br />
Voglio cantare ancora<br />
È una promessa della lirica,<br />
poi la malattia. Per superarla<br />
serve un forte amore per la vita<br />
Settimanale<br />
<strong>Fede</strong> e <strong>Chiesa</strong>?<br />
<strong>Merito</strong> <strong>di</strong> <strong>mamma</strong><br />
e <strong>Don</strong> <strong>Matteo</strong><br />
Gesù fino in Cina<br />
Partita in cerca <strong>di</strong> lavoro,<br />
scopre una realtà più appagante:<br />
aiutare i meno fortunati<br />
A <strong>Sua</strong> <strong>Immagine</strong> + I FIORETTI<br />
DI SAN FRANCESCO<br />
Ai bimbi ci penso io<br />
Il suo impegno è la risposta<br />
al gemito <strong>di</strong> un pargoletto<br />
abbandonato<br />
a soli 1, 50<br />
euro<br />
Il mondo<br />
ha bisogno<br />
<strong>di</strong> testimoni<br />
Storie <strong>di</strong> uomini<br />
e donne che hanno<br />
vissuto il Vangelo<br />
nella quoti<strong>di</strong>anità<br />
Nino Frassica, il maresciallo Cecchini della serie tv, ci parla<br />
del suo rapporto con la religione cattolica: “Credere mi dà<br />
serenità. Ero freddo con i sacerdoti, ora li apprezzo”
Prima lettura<br />
Di questi fatti siamo testimoni<br />
noi e lo Spirito Santo<br />
Dagli Atti degli Apostoli<br />
(Capitolo 5, versetti 27-32.40-41)<br />
In quei giorni, il sommo sacerdote<br />
interrogò gli apostoli <strong>di</strong>cendo: «Non<br />
vi avevamo espressamente proibito <strong>di</strong><br />
insegnare in questo nome? Ed ecco,<br />
avete riempito Gerusalemme del vostro<br />
insegnamento e volete far ricadere<br />
su <strong>di</strong> noi il sangue <strong>di</strong> quest’uomo».<br />
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli:<br />
«Bisogna obbe<strong>di</strong>re a Dio invece<br />
che agli uomini. Il Dio dei nostri padri<br />
ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso<br />
appendendolo a una croce. Dio<br />
Il Vangelo della settimana DA SABATO 13 APRILE A VENERDÌ 19 APRILE 2013<br />
La liturgia della<br />
Parola domenicale<br />
è commentata<br />
da padre Ermes<br />
Ronchi e Marina<br />
Marcolini<br />
DOMENICA 14 APRILE 2013<br />
Le ragioni<br />
della speranza<br />
lo ha innalzato alla sua destra come<br />
capo e salvatore, per dare a Israele<br />
conversione e perdono dei peccati. E<br />
<strong>di</strong> questi fatti siamo testimoni noi e lo<br />
Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli<br />
che gli obbe<strong>di</strong>scono». Fecero flagellare<br />
[gli apostoli] e or<strong>di</strong>narono loro <strong>di</strong> non<br />
parlare nel nome <strong>di</strong> Gesù. Quin<strong>di</strong> li<br />
rimisero in libertà.<br />
Essi allora se ne andarono via dal<br />
Sinedrio, lieti <strong>di</strong> essere stati giu<strong>di</strong>cati<br />
degni <strong>di</strong> subire oltraggi per il nome<br />
<strong>di</strong> Gesù.<br />
Salmo responsoriale<br />
R. Ti esalterò, Signore,<br />
perché mi hai risollevato.<br />
(Sal 29)<br />
Ti esalterò, Signore,<br />
perché mi hai risollevato,<br />
non hai permesso ai miei nemici<br />
<strong>di</strong> gioire su <strong>di</strong> me.<br />
Signore, hai fatto risalire la mia vita<br />
dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché<br />
non scendessi nella fossa. R.<br />
Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,<br />
della sua santità celebrate il ricordo,<br />
perché la sua collera dura un istante,<br />
la sua bontà per tutta la vita.<br />
Alla sera ospite è il pianto<br />
e al mattino la gioia. R.<br />
Ascolta, Signore, abbi pietà <strong>di</strong> me,<br />
Signore, vieni in mio aiuto!<br />
Hai mutato il mio lamento in danza,<br />
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per<br />
sempre. R.<br />
Seconda Lettura<br />
L’Agnello, che è stato immolato,<br />
è degno <strong>di</strong> ricevere potenza e ricchezza<br />
Dal libro dell’Apocalisse<br />
<strong>di</strong> san Giovanni apostolo<br />
(Capitolo 5, versetti 11-14)<br />
Io, Giovanni, vi<strong>di</strong>, e u<strong>di</strong>i voci <strong>di</strong> molti<br />
angeli attorno al trono e agli esseri viventi<br />
e agli anziani. Il loro numero era<br />
miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> miria<strong>di</strong> e migliaia <strong>di</strong> migliaia<br />
e <strong>di</strong>cevano a gran voce: «L’Agnello, che<br />
è stato immolato, è degno <strong>di</strong> ricevere<br />
potenza e ricchezza, sapienza e forza,<br />
onore, gloria e bene<strong>di</strong>zione». Tutte le<br />
creature nel cielo e sulla terra, sotto<br />
terra e nel mare, e tutti gli esseri che<br />
vi si trovavano, u<strong>di</strong>i che <strong>di</strong>cevano: «A<br />
Colui che siede sul trono e all’Agnello<br />
lode, onore, gloria e potenza, nei secoli<br />
dei secoli». E i quattro esseri viventi<br />
<strong>di</strong>cevano: «Amen». E gli anziani si prostrarono<br />
in adorazione.<br />
A <strong>Sua</strong> <strong>Immagine</strong>
Il Vangelo della settimana DA SABATO 13 APRILE A VENERDÌ 19 APRILE 2013<br />
Vangelo<br />
Viene Gesù, prende il pane<br />
e lo dà loro, così pure il pesce<br />
Dal Vangelo<br />
secondo Giovanni<br />
(Capitolo 21, versetti 1-19)<br />
In quel tempo, Gesù si manifestò <strong>di</strong><br />
nuovo ai <strong>di</strong>scepoli sul mare <strong>di</strong> Tiberìade.<br />
E si manifestò così: si trovavano<br />
insieme Simon Pietro, Tommaso detto<br />
Dì<strong>di</strong>mo, Natanaèle <strong>di</strong> Cana <strong>di</strong> Galilea,<br />
i figli <strong>di</strong> Zebedèo e altri due <strong>di</strong>scepoli.<br />
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a<br />
pescare». Gli <strong>di</strong>ssero: «Veniamo anche<br />
noi con te». Allora uscirono e salirono<br />
sulla barca; ma quella notte non presero<br />
nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette<br />
sulla riva, ma i <strong>di</strong>scepoli non si erano<br />
accorti che era Gesù. Gesù <strong>di</strong>sse loro:<br />
«Figlioli, non avete nulla da mangiare?».<br />
Gli risposero: «No». Allora egli<br />
<strong>di</strong>sse loro: «Gettate la rete dalla parte<br />
destra della barca e troverete». La gettarono<br />
e non riuscivano più a tirarla<br />
su per la grande quantità <strong>di</strong> pesci. Allora<br />
quel <strong>di</strong>scepolo che Gesù amava<br />
<strong>di</strong>sse a Pietro: «È il Signore!». Simon<br />
Pietro, appena udì che era il Signore,<br />
si strinse la veste attorno ai fianchi,<br />
perché era svestito, e si gettò in mare.<br />
Gli altri <strong>di</strong>scepoli invece vennero con<br />
la barca, trascinando la rete piena <strong>di</strong><br />
pesci: non erano infatti lontani da terra<br />
se non un centinaio <strong>di</strong> metri. Appena<br />
scesi a terra, videro un fuoco <strong>di</strong> brace<br />
con del pesce sopra, e del pane. Disse<br />
loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che<br />
avete preso ora». Allora Simon Pietro<br />
salì nella barca e trasse a terra la rete<br />
piena <strong>di</strong> centocinquantatré grossi pesci.<br />
E benché fossero tanti, la rete non<br />
si squarciò. Gesù <strong>di</strong>sse loro: «Venite a<br />
mangiare». E nessuno dei <strong>di</strong>scepoli osava<br />
domandargli: «Chi sei?», perché sapevano<br />
bene che era il Signore. Gesù si<br />
avvicinò, prese il pane e lo <strong>di</strong>ede loro, e<br />
così pure il pesce. Era la terza volta che<br />
Gesù si manifestava ai <strong>di</strong>scepoli, dopo<br />
essere risorto dai morti. Quand’ebbero<br />
mangiato, Gesù <strong>di</strong>sse a Simon Pietro:<br />
A <strong>Sua</strong> <strong>Immagine</strong><br />
«Simone, figlio <strong>di</strong> Giovanni, mi ami<br />
più <strong>di</strong> costoro?». Gli rispose: «Certo,<br />
Signore, tu lo sai che ti voglio bene».<br />
Gli <strong>di</strong>sse: «Pasci i miei agnelli». Gli <strong>di</strong>sse<br />
<strong>di</strong> nuovo, per la seconda volta: «Simone,<br />
figlio <strong>di</strong> Giovanni, mi ami?». Gli<br />
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che<br />
ti voglio bene». Gli <strong>di</strong>sse: «Pascola le<br />
mie pecore». Gli <strong>di</strong>sse per la terza volta:<br />
«Simone, figlio <strong>di</strong> Giovanni, mi vuoi<br />
bene?». Pietro rimase addolorato che<br />
per la terza volta gli domandasse: «Mi<br />
vuoi bene?», e gli <strong>di</strong>sse: «Signore, tu conosci<br />
tutto; tu sai che ti voglio bene».<br />
Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore.<br />
In verità, in verità io ti <strong>di</strong>co: quando eri<br />
più giovane ti vestivi da solo e andavi<br />
dove volevi; ma quando sarai vecchio<br />
tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà<br />
e ti porterà dove tu non vuoi». Questo<br />
<strong>di</strong>sse per in<strong>di</strong>care con quale morte egli<br />
avrebbe glorificato Dio. E, detto questo,<br />
aggiunse: «Seguimi».<br />
Commento<br />
Sulla riva del lago, due men<strong>di</strong>canti: l’uno<br />
d’amore, ed è Gesù; l’altro d’amore, ed è<br />
Pietro. Gesù lo incalza, scava dentro <strong>di</strong><br />
lui con tre domande nelle quali è custo<strong>di</strong>to<br />
il senso della vita, in terra e in cielo:<br />
dare e ricevere amore. “Simone figlio <strong>di</strong><br />
Giovanni, mi ami più <strong>di</strong> tutti?”. E Pietro<br />
risponde: “Sì, tu lo sai, lo ve<strong>di</strong>, lo senti<br />
che ti voglio bene”. Ma mentre Gesù<br />
impiega un verbo raro, prezioso, quello<br />
dell’amore puro, “Simone, mi ami?”, Pietro<br />
usa un verbo <strong>di</strong>verso, umile, quoti<strong>di</strong>ano,<br />
il nostro verbo dell’amicizia e<br />
dell’affetto: “Signore, ti voglio bene”.<br />
Gesù riprende: “Pasci i miei agnelli”. Ricomincia<br />
dai più piccoli, dagli ultimi della<br />
fila. Più degli altri mi ami se ricominci<br />
dai più deboli. Poi la seconda domanda:<br />
“Simone, mi ami?”. Gesù ora mo<strong>di</strong>fica<br />
la sua richiesta ed elimina il confronto<br />
con gli altri. Pietro risponde “Sì”, ma<br />
non osa impiegare il verbo <strong>di</strong> Dio, usa<br />
il nostro verbo, quello così rassicurante,<br />
senza la vertigine dell’assoluto: ‘Sento<br />
affetto per te, ti voglio bene, ti sono<br />
amico’. Nella terza domanda succede<br />
qualcosa <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario. Gesù mo<strong>di</strong>-<br />
fica la sua richiesta e adotta il verbo <strong>di</strong><br />
Pietro, prende per sé la misura umana,<br />
si abbassa, si avvicina, raggiunge Pietro<br />
là dov’è: “Simone <strong>di</strong> Giovanni, mi<br />
vuoi bene?”. Dammi affetto, se l’amore<br />
è troppo; dammi amicizia, se l’amore ti<br />
mette paura. “Pietro, sei mio amico?”.<br />
E mi basterà, perché il tuo desiderio <strong>di</strong><br />
amore è già amore. Gesù rallenta il suo<br />
passo sulla misura del nostro e le esigenze<br />
<strong>di</strong> Pietro, il ritmo del suo cuore,<br />
<strong>di</strong>ventano più importanti delle esigenze<br />
stesse <strong>di</strong> Gesù, <strong>di</strong>menticate dentro la<br />
fatica d’amare dell’uomo. Pietro sente il<br />
pianto salirgli in gola: Dio si abbassa, ci<br />
carica sulle spalle, ci stringe a sè. Quando<br />
interroga Pietro, il Signore interroga<br />
me, e io voglio rispondere: “Sì, Signore,<br />
tu lo sai che un po’ <strong>di</strong> bene te lo voglio,<br />
un po’ d’amicizia tra tanta freddezza, un<br />
po’ d’attenzione tra tanta in<strong>di</strong>fferenza”.<br />
E nell’ultimo giorno sono certo che, se<br />
anche per mille volte avrò tra<strong>di</strong>to, il<br />
Signore per mille volte mi chiederà:<br />
“Mi vuoi bene?”. E io non dovrò fare<br />
altro che rispondere, per mille volte:<br />
“Ti voglio bene”. E piangeremo insieme<br />
<strong>di</strong> gioia.<br />
Santi del giorno<br />
S. Alfonso da Siviglia, SS. Antonio, Giovanni ed<br />
Eustazio, S. Asaco, S. Benedetto <strong>di</strong> Hermillon, S.<br />
Bernardo <strong>di</strong> Tiron, SS. Bernica, Prosdoca e Domenica,<br />
B. Filippo <strong>di</strong> Vercelli, S. Frontone, S. Giovanni <strong>di</strong><br />
Montemarano, B. Isabella, S. Lamberto <strong>di</strong> Lione,<br />
S. Liduina, S. Pietro Gonzales, SS. Tiburzio, Valeriano<br />
e Massimo, SS. Tomaide d’Alessandria, S. Valeriano<br />
Santa Liduina<br />
Colta da malattie,<br />
sulle quali nulla<br />
possono le cure del<br />
tempo, la giovane<br />
trova un senso alle sofferenze<br />
grazie alle parole <strong>di</strong> un prete,<br />
Giovanni de Pot. Liduina decide<br />
<strong>di</strong> offrire il dolore per la salvezza<br />
degli altri ma chiede un segno:<br />
sopra il suo capo appare l’ostia<br />
eucaristica. Da quel giorno la sua<br />
casa <strong>di</strong>venta meta <strong>di</strong> pellegrinaggi<br />
da tutto il Nord Europa.
Dopo la <strong>di</strong>retta IL SALOTTO DEL CONDUTTORE<br />
Due date che ci hanno<br />
cambiato per sempre<br />
Occhio al calendario. Questa settimana ricor<strong>di</strong>amo due giorni<br />
che negli ultimi mesi hanno mutato la <strong>Chiesa</strong> e il mondo<br />
Quando ritorneremo<br />
alla<br />
normalità? È la<br />
domanda <strong>di</strong> questi<br />
giorni. Come<br />
avrete notato, da<br />
due mesi, abbiamo<br />
praticamente<br />
un solo tema: il Papa. E giustamente,<br />
aggiungo. Prima le <strong>di</strong>missioni<br />
<strong>di</strong> Benedetto XVI. Poi il Conclave.<br />
Poi l’elezione <strong>di</strong> Papa Francesco.<br />
Quin<strong>di</strong> i suoi primi atti, gesti<br />
e parole. Poi l’affetto e l’attenzione<br />
del mondo intero. Infine il racconto<br />
della sua prima Pasqua da Pontefice.<br />
Sono 60 giorni che viviamo<br />
una strana e meravigliosa straor<strong>di</strong>narietà.<br />
“Strana” perché sono momenti<br />
intensi e senza dubbio unici,<br />
storici. E “meravigliosa” perché<br />
la docilità allo Spirito Santo, mostrata<br />
prima da Ratzinger e poi da<br />
Bergoglio, e in un certo senso da<br />
tutta la <strong>Chiesa</strong>, è una pagina bellissima<br />
che sta incantando il mondo<br />
intero, abituato a ben altre visioni<br />
molto più terra terra. E poi<br />
in questi due mesi sembra che esista<br />
solo la <strong>Chiesa</strong>. Mi <strong>di</strong>te un’altra<br />
notizia <strong>di</strong> carattere globale che sta<br />
interessando ed emozionando il pianeta?<br />
Non c’è. Piazza San Pietro è<br />
<strong>di</strong>ventata, stabilmente, il solo teatro<br />
<strong>di</strong> eventi <strong>di</strong> natura globale. Chi<br />
altrimenti ci sta offrendo gran<strong>di</strong><br />
gesti, gran<strong>di</strong> parole, gran<strong>di</strong> notizie?<br />
La politica? Ovunque rannicchiata<br />
in una crisi senza precedenti?<br />
L’economia? Segnata dal rosso delle<br />
per<strong>di</strong>te? Neppure lo sport ci sta<br />
dando imprese da ricordare. Come<br />
<strong>di</strong>re? Se esistesse un in<strong>di</strong>ce della spe-<br />
Abbraccio – Un ragazzo <strong>di</strong>sabile con Papa Francesco,<br />
che sembra non volerlo lasciare più<br />
ranza mon<strong>di</strong>ale, in questi tempi sarebbe<br />
davvero basso. Forse è anche<br />
per questo che Papa Francesco ha<br />
trovato subito un così alto consenso.<br />
Lui è una bellissima notizia che<br />
ne contiene tante: una personalità<br />
carismatica, una vita da autentico<br />
testimone dei valori cristiani, una<br />
spiritualità rigorosa innanzitutto<br />
con se stesso, il Vangelo che è ragione<br />
<strong>di</strong> ogni sua scelta, una simpatia<br />
innata, un coraggio da martire<br />
espresso nella <strong>di</strong>fesa dei poveri<br />
delle villas miseria, le baraccopoli<br />
<strong>di</strong> Buenos Aires. Papa Francesco<br />
è un insieme <strong>di</strong> tante buone notizie,<br />
che come raggi, si <strong>di</strong>panano da<br />
piazza San Pietro per illuminare<br />
cieli in questo periodo assai grigi,<br />
come lui stesso ha definito i tempi<br />
che viviamo. Quando torneremo<br />
alla normalità in trasmissione? Credo<br />
che non ci torneremo più. E non<br />
perché parleremo per sempre e solo<br />
del Papa, ma perché è così intensa<br />
la sua pre<strong>di</strong>cazione, con tanti legami<br />
concreti alla vita sociale, che ce<br />
la ritroveremo in ogni argomento<br />
che affronteremo e con ogni ospite<br />
che accoglieremo. Per intanto questo<br />
fine settimana celebriamo due<br />
date: l’11 aprile, due mesi dalle <strong>di</strong>missioni<br />
<strong>di</strong> Papa Benedetto XVI.<br />
E il 13 aprile, un mese dall’elezione<br />
<strong>di</strong> Papa Francesco. Due eventi<br />
collegati dall’ascolto <strong>di</strong> Dio, due<br />
Papi in sintonia tra loro come fratelli,<br />
due date che hanno cambiato<br />
per sempre la <strong>Chiesa</strong> e il mondo.<br />
Rosario Carello<br />
92 A <strong>Sua</strong> <strong>Immagine</strong>