2 09 marzo 2013
3 09 marzo 2013 Editoriale La settimana dei Conclavi di Giovanni Nuzzo Ci aspettano giorni cruciali. Da una sponda del Tevere troviamo un <strong>Paese</strong> impegnato a fare i conti con l’enigma politico dopo il responso delle urne in vista dell’approdo in Transatlantico, dall’altra il Conclave dei cardinali di tutto il mondo radunati nella cappella Sistina per scegliere il nuovo Papa, tra il dilemma: personalità o nazionalità? Il travaglio interno dei porporati è iniziato anche a “casa nostra”, chiaramente svantaggiati dalla torbida fuga dei documenti riservati. Staremo a vedere se anche sotto il cupolone la guerra di potere e di scontri quanto nuocerà alla Santa sede. Intanto nell’Urbe sono apparsi manifesti ‘elettorali’ goliardici “Vogliamo un Papa nero”, indicando nell’immagine un cardinale africano, presidente di Giustizia e Pace. La fumata bianca è molto attesa. Sull’altra sponda il dibattito politico si infiamma sempre di più sul rebus della governabilità. Pro e contro la linea di Grillo, leader del Movimento 5 Stelle e fuori dagli schemi di partiti, alleanze e intese. Le porte di Montecitorio e di palazzo Madama stanno per aprirsi ed occorre passare dalle parole ai fatti. Anche in Puglia c’è fermento in Consiglio regionale dopo il voto politico per poter uscire dal tunnel e si attende con ansia il rimpasto di governo per rilanciare l’azione amministrativa sino alla scadenza naturale. L’occupazione dell’aula consiliare regionale di questi giorni di via Capruzzi, da parte dei consiglieri di centrodestra serve a lanciare un messaggio forte al presidente Vendola. Al di là di vinti e vincitori, le forze politiche che sono entrate in Parlamento sono chiamate, oggi più che mai, ad adempiere ad un dovere assunto nei riguardi delle fasce più deboli, giovani, precari, disoccupati e anziani. Occorre guardare al futuro con maggiore fiducia per consolidare sempre di più la credibilità della nostra nazione. OPINIONI fä=îÉåíç=apple~ÄÄ~ííÉÒ=ìå=~êÉç=ãáäáí~êÉ=~=iÉÅÅÉ= Ð=ìå=j_=PPV=~=ÖÉííç=~î~åò~íç=ÇÉää~=^Éêã~ÅÅÜáI=ìå=îÉäáîçäç=Ç~=~ÇÇÉëíê~ãÉåíç=ÅÜÉ=Ü~=éêÉJ ëí~íç=ëÉêîáòáç=éÉê=ÇáîÉêëá=~ååá=éêÉëëç=ä~=pÅìçä~=Çá=sçäç=ÇÉääÛ~Éêçéçêíç=ãáäáí~êÉ=Çá=d~ä~íáå~K=a~ ÇáîÉêëá=~ååá=Éê~=ÅçääçÅ~íç=ëì=ìå=éáÉÇáëí~ääç=áå=îá~äÉ=ÇÉääç=pí~ÇáçI=ã~=ãÉêÅçäÉDZ=éçãÉêáÖÖáç=ìå~ ê~ÑÑáÅ~=Çá=îÉåíç=ÑçêíÉ=äç=Ü~=Ñ~ííç=apple~ííÉêê~êÉÒ=~ä=ëìçäçK=fããÉÇá~í~ãÉåíÉ=ëçåç=ëÅ~íí~íá=á=appleëçÅÅçêJ ëáÒ=ÇÉá=sáÖáäá=ÇÉä=ÑìçÅç=É=èì~äÅìåç=ëì=c~ÅÉÄççâ=ëá=≠=ÅÜáÉëíçW=applej~=áä=éáäçí~=ëá=≠=ë~äî~íç\ÒK E dopo 24 mesi anche la Commissione Toponomastica è in alto mare. A quasi due anni dall’ insediamento della Giunta guidata da Risi, al Comune di Nardò manca anche la Commissione comunale deputata ad intitolare le vie cittadine, cambiarne la denominazione delle stesse e darne una alle nuove. In queste settimane abbiamo accolto l’invito di numerosi cittadini e amici che chiedono l’intitolazione di strutture sportive ai nostri concittadini, Andrea Pasca e Alberto Zacchino. Una richiesta che, senza entrare nel merito della questione, non La lettera può neppure essere esaminata stante la scomparsa della commissione toponomastica. Era l’aprile 2012, inoltre, quando il sindaco Risi, a seguito di una nostra proposta, quella di intitolare vie cittadine a Sergio Ramelli, ragazzo del Fronte della Gioventù trucidato nel 1973, Walter Rossi, giovane comunista ucciso nel corso di un volantinaggio, e Giorgiana Masi, ragazza radicale assassinata nel corso di una manifestazione, proclamò la sua assoluta condivisione per la nostra proposta promettendo di ottemperare in tempi rapidi alla nostra richiesta dando, innanzi- tutto, vita alla nuova Commissione comunale per la Toponomastica. Da allora, come nel costante costume di Risi e dei suoi, nulla. Una promessa, l’ennesima, caduta nel vuoto. Noi per Sergio, Walter, Giorgiana, Andrea, Alberto e tanti altri, chiediamo in tempi rapidi di istituire la nuova commissione per dare la possibilità alla stessa di valutare le nostre proposte e le altre che verranno presentate. Giuseppe De Pascalis Presidente Comunità Militante “Andare Oltre” La lucerna a cura di fra Roberto Francavilla “Mi alzerò, andrò da mio padre…”. Quando era ancora lontano suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Poi disse ai servi: “Presto, facciamo festa, perché questo mio figlio era perduto ed è stato ritrovato”. La quarta domenica di Quaresima da sempre è considerata “domenica laedare” a motivo del gaudio presente nella parabola evangelica per il padre che riabbraccia il figlio perduto e ritrovato. In verità per il contesto sociale ed ecclesiale che stiamo attraversando c’è poco da stare allegri: attendiamo il nuovo Parlamento che deve eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e (si spera) il nuovo Governo. Anche la Chiesa attende il nuovo Papa per guidare il popolo di Dio sparso per il mondo intero. La parabola del Figliol Prodigo, come tutti la conosciamo, ultimamente è stata ribattezzata parabola del Padre misericordioso, perché in realtà protagonista della pagina è il padre, non il figlio; quest’ultimo, infatti, deve confrontarsi con il fratello maggiore, indignato per il trattamento di favore riservato a chi ha sbagliato, mentre lui è incensurato. Il famoso pittore Rembrandt ha rappresentato il padre con le mani sulle spalle del figlio che è tornato a casa. Particolare interessante è che una delle mani ha l’aspetto delicato e gentile, chiaramente femminile, quasi ad indicare il cuore materno della misericordia. Mi piace evidenziare questo particolare in prossimità dell’8 marzo, Giornata della Donna, come omaggio ad ogni donna di qualsiasi età e condizione, per rimediare a tante offese e oltraggi alla sua dignità e vocazione, come compagna dell’uomo. La Genesi, nella pagina della creazione, scrive: “Dio disse: non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Dio fece scendere un torpore sull’uomo che si addormentò. Gli tolse una delle costole e plasmò una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa”. Amici di <strong>Bel</strong>paese, non vi sto raccontando una bella favola! È una grande verità, per troppo tempo taciuta e misconosciuta. Vale la pena, nel nostro cammino verso la Pasqua, soffermarsi per contemplare questa meraviglia della complementarietà tra l’uomo e la donna.