Giovanni Ventimiglia Identità maschile in questione E gli uomini ...
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perché solo l’esperienza femm<strong>in</strong>ile della maternità, con tutto quanto essa comporta, permette di<br />
sviluppare que<strong>gli</strong> atteggiamenti di cura, pazienza, empatia, attenzione all’altro, rapporti personali, tipici<br />
del “genere” femm<strong>in</strong>ile. Dall’altro lato, però, si sostiene che tali atteggiamenti tipicamente femm<strong>in</strong>ili<br />
non sono legati <strong>in</strong> modo esclusivo ai corpi sessuati femm<strong>in</strong>ili ma, anzi, si ritrovano anche nei corpi<br />
sessuati maschili, risultando poi addirittura preponderanti nell’uomo baby sitter. Insomma: il genere è<br />
legato al sesso ma non troppo.<br />
Ora, nonostante sia alla moda, tale modello mi sembra nascondere almeno due errori filosofici,<br />
che chiamo: essenzialismo dei generi ed essenzialismo fra i generi. Si concepiscono l’essenza del<br />
genere femm<strong>in</strong>ile e del genere <strong>maschile</strong> come essenze separate dai corpi (essenzialismo dei generi) e,<br />
<strong>in</strong> più, come essenze separate nello stesso corpo, separate <strong>in</strong> casa (essenzialismo tra generi).<br />
Considero l’essenzialismo dei generi. Se le caratteristiche essenziali del genere femm<strong>in</strong>ile non si<br />
ritrovano <strong>in</strong> modo esclusivo <strong>in</strong> <strong>in</strong>dividui sessualmente femm<strong>in</strong>ili ma, al contrario, <strong>in</strong> tutti <strong>gli</strong> uom<strong>in</strong>i, ne<br />
segue che il corpo sessuato non è essenziale al genere femm<strong>in</strong>ile. Ciò significa, <strong>in</strong> altre parole, che il<br />
genere (<strong>in</strong> questo caso femm<strong>in</strong>ile ma il discorso vale evidentemente anche per il genere <strong>maschile</strong>) si<br />
def<strong>in</strong>isce e si costituisce a presc<strong>in</strong>dere dal corpo sessuato. Quest’ultimo, di conseguenza, risulta<br />
accidentale rispetto al genere. È una posizione dualista di tipo platonico.<br />
La cosa appare tanto più strana, se si considera che le caratteristiche tipicamente femm<strong>in</strong>ili sono<br />
state desunte, come si è detto sopra, <strong>in</strong> modo aristotelico, cioè a partire da una precisa ontologia del<br />
corpo femm<strong>in</strong>ile. Nate da un corpo di donna, quelle caratteristiche f<strong>in</strong>iscono per svolazzare per l’ampio<br />
cielo, vivendo a presc<strong>in</strong>dere da un corpo di donna (dal momento che cadono <strong>in</strong>differentemente <strong>in</strong> corpi<br />
femm<strong>in</strong>ili e maschili). Nascono aristoteliche e muoiono platoniche.<br />
Il fatto è che, se le quelle caratteristiche non possono più vantare una relazione esclusiva con i<br />
corpi femm<strong>in</strong>ili, allora sono costrette a confessare la loro orig<strong>in</strong>e non già corporea ma culturale! E<br />
voilà, ecco f<strong>in</strong>iti dritti <strong>in</strong> quell’errore che proprio la teoria dell’uomo jolly avrebbe voluto evitare.<br />
Infatti, come ha <strong>in</strong>segnato già da qualche anno Margaret Mead, le culture umane, a differenza dei<br />
corpi maschili e femm<strong>in</strong>ili, sono molto diverse fra di loro a proposito di questi discorsi. Di conseguenza<br />
non è possibile far riferimento alla cultura – quale poi, solo la nostra occidentale? – per def<strong>in</strong>ire<br />
l’essenza del <strong>maschile</strong> e del femm<strong>in</strong>ile. Al contrario, non si può evitare di far riferimento alla<br />
differenza morfologica dei corpi maschili e femm<strong>in</strong>ili, che si ritrova <strong>in</strong>vece <strong>in</strong> modo trasversale <strong>in</strong> tutti<br />
i paesi e <strong>in</strong> tutte le culture. Allora però, di nuovo: se <strong>gli</strong> atteggiamenti tipicamente femm<strong>in</strong>ili non sono<br />
culturali ma legati al corpo femm<strong>in</strong>ile, come mai poi si possono ritrovare anche nei corpi maschili?<br />
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