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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - Teatro di Messina

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<strong>SOGNO</strong> <strong>DI</strong> <strong>UNA</strong> <strong>NOTTE</strong> <strong>DI</strong> <strong>MEZZA</strong> <strong>ESTATE</strong><br />

<strong>di</strong> William Shakespeare<br />

traduzione e adattamento <strong>di</strong> Fabio Grossi e Simonetta Traversetti<br />

con Leo Gullotta<br />

e Mimmo Mignemi, Emanuele Vezzoli, Leonardo Marino,<br />

Fabrizio Amicucci, Ester Anzalone, Alessandro Bal<strong>di</strong>notti, Valeria Conta<strong>di</strong>no,<br />

Adriano Di Bella, Salvo Disca, Antonino Fermi, Luca Iacono, Marina La Placa,<br />

Liliana Lo Furno, Fabio Maffei, Federico Mancini, Sergio Maschera,<br />

Irene Tetto, Massimo Arduini, Francesco Leone, Rachele Petrini<br />

scene e costumi Luigi Perego<br />

musiche Germano Mazzochetti<br />

coreografie Monica Codena<br />

luci Franco Buzzanca<br />

regia <strong>di</strong> Fabio Grossi<br />

produzione <strong>Teatro</strong> Stabile <strong>di</strong> Catania<br />

Siamo ad Atene, ma l’autore non ci spiega <strong>di</strong> quale<br />

Atene vuole trattare .... L’Atene Greca o una Atene<br />

geograficamente collocata <strong>di</strong>fferentemente?... Quella<br />

antica o quella della sua epoca?... Certo la citazione<br />

del Popolo delle Amazzoni potrebbe farci<br />

intendere ... ma lo stesso appellativo <strong>di</strong> Duca ci<br />

devia dall’intesa!<br />

Voglio quin<strong>di</strong>, saltando a piè pari il dubbio,<br />

concentrarmi sull’idea della città dell’arte .... Così<br />

raccontando in sintesi, potrò trovare tra le linee del<br />

ragionamento, colorati polimorfismi che animeranno<br />

logiche <strong>di</strong> sintesi con l’approssimazione dell’umano<br />

agire. Blocchi <strong>di</strong> vita che animeranno blocchi <strong>di</strong><br />

materia, raccontando una storia, anche se pur tanto raccontata, mantiene sempre alto<br />

l’interesse dello spettatore.<br />

Permutando il detto “Sognare ad occhi aperti”, tutto il trascendente, e il luogo ad<br />

esso collegato, vivrà in maniera centripeta rispetto ad una fatata iride, la quale sarà<br />

lo spazio in cui partirà la magica partenogenesi.


La fredda materia assumerà nei quadri riguardanti il mondo del fantastico, quel<br />

qualcosa che intrinsecamente appartiene alla Nostra Materia: quella ra<strong>di</strong>azione <strong>di</strong><br />

calore, <strong>di</strong> colore e <strong>di</strong> energia che fa proprio <strong>di</strong> questa la fantastica unicità cosmica<br />

che la contrad<strong>di</strong>stingue.<br />

I fatti dell’umano han sempre quel qualcosa <strong>di</strong> magico, <strong>di</strong> misterioso, <strong>di</strong><br />

fantasticamente colorato o triste, che da sempre ha intrigato nobili o semplici pensatori.<br />

La struttura drammaturgica si <strong>di</strong>pana su tre livelli ben precisi, tanto <strong>di</strong> far sì che<br />

possano vivere <strong>di</strong> luce propria o al contempo riflessa.<br />

La Corte rappresenterà il potere, i Comici la semplicità e la multietnicità del volgo, i<br />

Giovani l’Amore e la scoperta del sesso adolescenziale, e i Magici quel mondo<br />

fantastico che tanto intimorisce quanto affascina.<br />

L’imperscrutabilità dell’Animo verrà così trattato esaltandone la valenza, <strong>di</strong> volta in<br />

volta proposta attraverso i vizi, i pregi, le risse, le pacificazioni, i pianti e le risa dei<br />

Nostri protagonisti.<br />

Tèseo un vecchio Principe (Duca) che s’interroga sul Potere e sull’atteggiamento<br />

del popolo nei confronti <strong>di</strong> questo, all’alba della con<strong>di</strong>visione del talamo con<br />

Ippolita, Regina delle Amazzoni.<br />

Oberon, Puck e Titania rappresenteranno il Sogno dell’Uomo che, pur’anche<br />

idealizzato, si mostrerà litigioso ed incoerente come se il magico scintillio sia solo<br />

un’opzione registica.<br />

Peloponneso come la città della logica, del pensiero, della matematica.<br />

Bottom, rozzo e burbero artigiano, rappresenterà l’improvvisazione <strong>di</strong> una mente<br />

rapida che saprà coniugare l’utile con il <strong>di</strong>lettevole, attraverso un animo critico e<br />

scontento che lo porterà, a suo modo, a considerare quell’indole umana, che in<br />

maniera variata e sfaccettata sarà rappresentata nella comme<strong>di</strong>a.<br />

Ecco, così si snoderà quest’idea <strong>di</strong> rappresentazione che vorrei partecipare: un<br />

inizio lasciato all’Opportuno Ragionamento (Tèseo) e un finale affidato<br />

all’Approssimazione Opportuna (Bottom).<br />

dalle note <strong>di</strong> regia <strong>di</strong> Fabio Grossi

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