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Acta Bimestria Anno I Numero VI<br />

porea “forma corporis” da parte dei romani e non ci si stupisce<br />

che le signore dell’epoca (II secolo d.C.), soprattutto in<br />

età imperiale, si truccassero in modo impeccab<strong>il</strong>e, oseremmo<br />

dire moderno e si dedicassero alla cura del proprio corpo<br />

altrimenti giudicato “immundus”. Le conoscenze cosmetiche<br />

e aromatarie dell’epoca classica si desumono dagli scritti<br />

di autori come Plinio <strong>il</strong> Vecchio (“Naturalis Historia”),<br />

dal “De Materia Medica” di Dioscuride, medico personale<br />

dell’Imperatore Claudio, dall’opera di Galeno, uno dei più<br />

famosi medici dell’antichità, che parla della cosmetica come<br />

parte della medicina, e dal medico greco Cravates (132-63<br />

a.C.) autore di “Rhizotomikon”.<br />

Bellezza intesa dunque come perfezionamento della persona,<br />

non come arte della contraffazione, ma come sanità<br />

e pulizia del corpo. Le visitatrici hanno mostrato interesse<br />

proprio per ciò che riguardava l’uso di polveri cosmetiche:<br />

“sulphur” zolfo usato per varie maschere, “aphronitrum” o<br />

schiuma di salnitro, malachite, azzurrite, cinabro, terra rubens<br />

di selinae, tutto l’occorrente per una perfetta cosmesi.<br />

Res Gestae<br />

XLII<br />

Grande attenzione è stata dimostrata anche verso gli “attrezzi<br />

del mestiere” come le “volsellae”, pinzette in metallo,<br />

oro o argento, di lunghezza variab<strong>il</strong>e, o i “dentiscalpia” in<br />

osso, gli “unguentari”, i “balsamari” e le conchiglie usate<br />

come contenitori per stemperare le polveri. Così come verso<br />

i “pissidi”, pexides” o scatoline con coperchio in vari materiali,<br />

dal legno al metallo prezioso ed altro che faceva parte<br />

del corredo femmin<strong>il</strong>e.<br />

La foggia delle acconciature femmin<strong>il</strong>i particolarmente elaborata<br />

grazie ai posticci (realizzati usando chiome dei barbari<br />

del Nord), e complicati ricci, ottenuti con <strong>il</strong> ferro rovente<br />

o “calamistrum”, hanno generato qualche <strong>il</strong>arità.<br />

Molte informazioni sono state richieste dai visitatori circa la<br />

“lavatio” quotidiana, le acconciature e la pulizia dei capelli.<br />

Sappiamo che per detergersi, i romani usavano la “spongia”<br />

o spugna, <strong>il</strong> “sapo”, miscuglio di cenere di faggio e sego,<br />

anche base di molte tinture; lo “struthium” dalla radice della<br />

saponaria, la farina di fave “lomentum” o la pietra pomice

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