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Parricidio o sacrificio della sessualità - La Psicanalisi secondo ...

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I corpi dell’uomo e <strong>della</strong> donna funzionano come macchine ventriloque attraverso le<br />

quali si tiene ogni specie di discorso che non proviene da loro e si rivolge ad altri. <strong>La</strong><br />

questione è, dunque, di sapere chi parla attraverso il corpo, e a chi. E perché?<br />

Ma prima di rispondere è necessario prevenire un fraintendimento. Il <strong>sacrificio</strong> del<br />

carattere asociale <strong>della</strong> <strong>sessualità</strong> umana non implica, in sé, mutilazione, distruzione o<br />

perdita irreparabile di una parte dell’essere. È una promozione, perché attraverso tale<br />

<strong>sacrificio</strong> l’uomo si ritrova a essere l’unico fra tutte le specie <strong>della</strong> natura a cogestire<br />

con essa la propria evoluzione. E questa cogestione, checché ne dicano certi biologi o<br />

filosofi affascinati, perfino ossessionati dal problema del successo riproduttivo degli<br />

individui, non può dipendere solamente ed esclusivamente da loro. Dato che la fonte<br />

<strong>della</strong> costrizione risiede nella contraddizione fra la <strong>sessualità</strong> degli individui e la natura<br />

sociale dell’uomo, la gestione <strong>della</strong> <strong>sessualità</strong> non può che essere e sociale e<br />

individuale, rivestendo forme che si impongono a tutti e a tutte, che fanno convergere i<br />

loro desideri e li piegano in modo che la società sussista attraverso e oltre la coincidenza<br />

dei loro desideri. Si capisce, allora, come fra tutte le età dell’esistenza, fra tutti i periodi<br />

<strong>della</strong> vita, siano la nascita e l’allevamento dei bambini il momento e l’oggetto sui quali<br />

si applica principalmente il lavoro di addomesticamento <strong>della</strong> <strong>sessualità</strong>. È sul corpo dei<br />

fanciulli e nella loro intimità, nei loro legami, nel loro attaccamento ai genitori, che si<br />

esercita il lavoro di curvatura <strong>della</strong> <strong>sessualità</strong>, di imposizione, di marchio del senso<br />

sociale, di addomesticamento, di eliminazione dei suoi caratteri selvaggi.<br />

Questo lavoro si esercita su più punti e riveste molteplici forme. Ma si organizza e<br />

gravita intorno a una forma d’azione specifica dell’uomo su se stesso, per interdire i<br />

rapporti sessuali fra individui di età e sesso differenti, appartenenti a quella unità sociale<br />

relativamente stabile, che con altre dello stesso tipo costituisce la società umana e<br />

incornicia la nascita e l’allevamento dei bambini. Noi la chiamiamo famiglia.<br />

<strong>La</strong> proibizione dell’incesto e l’emergere dei rapporti umani di<br />

parentela<br />

Ma perché la famiglia sarebbe l’ambito prioritario per l’intervento dell’umanità sulla<br />

<strong>sessualità</strong>? È qui che vediamo intervenire un’altra peculiarità <strong>della</strong> specie umana. Fra<br />

tutte le specie di primati, l’umana è quella in cui la maturazione dei piccoli è più<br />

tardiva. Per molti anni, per sopravvivere e formarsi, i piccoli dell’uomo dipendono da<br />

adulti che nei loro confronti assumono quelle che abitualmente chiamiamo funzioni<br />

parentali. Si ritiene, infatti, che il piccolo dell’uomo sia incapace di vita materiale e

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