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www.ilperiodico.it<br />

Eur <strong>Torrino</strong> News Pubblicazione mensile<br />

ANNO VI n° 4 aprile 2008<br />

Editrice: Service & Business 2001<br />

Direttore Editoriale: Sergio Di Mambro<br />

Direttore responsabile: Riccardo Alfonso<br />

Redazione: Via degli Eroi di Rodi, 214<br />

Tel. 06.5083731<br />

Grafica: Fabio Zaccaria<br />

Eva Tarantino<br />

Stampa: Ripoli snc<br />

Hanno collaborato:<br />

Marta Cecchini, Francesca Colaiocco,<br />

Paola D’Angelo, Fabio Zaccaria, Barbara<br />

Frascà, Michele Torella, Alessia Niccolucci.<br />

Per la pubblicità su “Eur <strong>Torrino</strong> News”<br />

telefonare al numero: 06.5083731<br />

oppure al 380.3965716<br />

La direzione si riserva il diritto di valutare<br />

i testi pervenuti.<br />

Il materiale non verrà restituito.<br />

Finito di stampare nel mese di:<br />

aprile 2008<br />

:sommario<br />

Editoriale 4<br />

Il telaio di Elena: antiche donne di oggi 6<br />

Cinema: Interview 10<br />

Open space: The Gimp - Grafica professionale Open - Source 16<br />

Acqua, farina e… 18<br />

Musica: Tiromancino - L’anima romantica del Rock 20<br />

Cinema: Questa notte è ancora nostra/Juno 26<br />

Bau & Miao: la rubrica degli animali 28<br />

Bacheca annunci 29<br />

Condiglio Regionale informa 30<br />

Su e giù per il Lazio: Civita di Bagnoregio 32<br />

Planet Flower: Le Orchidee 34<br />

Il Salvagente 38<br />

Cinema: 27 volte in bianco 43<br />

Planet Cinema: le anteprime di maggio 46<br />

Oroscopo 50<br />

La storia dell’EUR, VIII Puntata 60<br />

Romalive e IFO informano 64<br />

Municipio XII informa 70<br />

Romalive al Vinitaly 74<br />

La Regione informa 76<br />

10<br />

43<br />

74<br />

18<br />

:sommario


Editoriale: cosa succederà?<br />

] a cura di Sergio Di Mambro [<br />

Quest’anno, il 2008, è iniziato a tinte fosche e<br />

con molte domande senza risposte. La gente è<br />

preoccupata, spesso confusa e persa nel labirinto<br />

di una vita sempre più ritmata dal caos<br />

che tutt’intorno si avverte. Pensate al petrolio<br />

che continua la sua corsa verso i 200 dollari al<br />

barile, i costi dell’energia che continuano ad<br />

aumentare, i prodotti di prima necessità sempre<br />

più costosi, un’economia virtuale ( la borsa<br />

e i vari artifizi finanziari) al posto di un’economia<br />

reale, e ancora nessuno ci dice quali strategie<br />

mettere in campo per un’emergenza planetaria.<br />

Una crisi politica, economico-finanziaria,<br />

strutturale e soprattutto umana. L’uomo<br />

è solo, confuso, annichilito e depredato di ogni<br />

sicurezza. Errori su errori di una classe politica<br />

vecchia e priva di idee e ideali, persa nel pantano<br />

delle connivenze affaristico-mafiose e con<br />

un modello di paese “tombale”. Dietro paroloni<br />

inutili nascondono il loro gretto uso del potere<br />

per conservare poltrone, posizioni, aziende<br />

senza sapere dove si sta andando. Pur di mantenere<br />

i loro poveri e vuoti privilegi sono di -<br />

sposti ad “uccidere il pianeta” e i propri simili.<br />

Mai ho sentito politici di destra o di sinistra<br />

occuparsi di ricerca, di nuove fonti energetiche,<br />

di un’economia con nuove regole, di agricoltura,<br />

di turismo, ecc… No, li ho sentiti parlare<br />

di piano regolatore regalando migliaia di<br />

4 eur:torrino:news<br />

ettari di terreno ai costruttori, senza preoccuparsi<br />

della vita dei cittadini, li ho sentiti parlare<br />

di nucleare come se fosse la soluzione al problema<br />

petrolio. Fanno ridere, nemmeno gli Usa<br />

credono al nucleare. Sanno che l’uranio su questo<br />

pianeta ha giacimenti limitati? Le scorie<br />

dove le portiamo? Nelle loro case? C’è una via<br />

d’uscita, e questa passa dal nostro grado di<br />

consapevolezza, dal volerci impegnare seriamente<br />

nella nostra vita senza delegare a chi è<br />

ormai cadavere putrefatto (parlo di questa politica).<br />

La nostra salvezza e quella di questo<br />

pianeta passa attraverso un cambiamento epocale,<br />

e precisamente: oggi il mondo non può<br />

più essere governato dai politici, ma dalla ricerca,<br />

unico strumento assieme a persone illuminate<br />

come lo era Papa Giovanni Paolo II, per<br />

reinvertire una rotta, quella attuale, senza speranza.


Il telaio di Elena:<br />

Antiche donne di oggi ] a cura di Alessia Niccolucci [<br />

Notre-Dame ha detto di no al massacro degli angeli<br />

del Tibet: Parigi vale più di un'Olimpiade, oltre<br />

che di una messa.<br />

La vita e la sua difesa devono essere al centro di<br />

tutte le politiche e di tutte le scelte: sia che la vita<br />

sia un bene in arrivo, sia che sia nel presente, negli<br />

occhi di una donna dinnanzi a un bivio, sia che sia<br />

rugosa e si avvii al suo termine, cercando il diritto<br />

di un lieto fine.<br />

Alle base di una politica al femminile, che sia fatta<br />

in una cucina o altrove, ci deve essere lo sguardo di<br />

una donna. Non di una donna qualunque, non di un<br />

essere nato casualmente di sesso femminile, ma di<br />

una giardiniera della vita, di una nutrice che senta<br />

della poesia nella scelta, ne colga la filosofia, l'amore<br />

della conoscenza della vita.<br />

Filomena non capisce la guerra: accetta la legge<br />

degli uomini, ma lei non capisce cosa significhi mo -<br />

rire se non quando, come un albero o una pianta<br />

del suo orto, la fine naturale o un'altrettanto naturale<br />

catastrofe non la recida o la spenga. Filomena<br />

sa solo che i suoi figli vanno a morire, se qualcuno<br />

non li proteggerà, e il resto non conta.<br />

La vita va protetta ad ogni costo, la vita di tutti.<br />

Il potere della ragione, per quanto affascinante nel<br />

suo narcisismo, non tutela le nostre vite, le esistenze<br />

dei nostri figli e ci si dimentica che il potere<br />

della madre è più forte di quella del padre, di<br />

fronte alla vita, come maggiore è la sua responsabilità.<br />

Si sentono frasi vendute per femminili, come "Io<br />

sono una donna non convenzionale", o "Io sono<br />

una donna semplice" o "libera" e così via. Ma quale<br />

donna, dicendolo, volge un occhio anche alla<br />

sua pancia? A quella calamita che ti trattiene a terra,<br />

vicino ad essa e ai suoi cicli naturali, fonte di vi-<br />

ta fisica e psichica, ricchezza del cuore per le donne<br />

e per chi attorno a loro ruota?<br />

Chi di noi si ricorda del senso della vita quando decide<br />

chi sposarsi, quando vota, quando sceglie, insomma,<br />

qualunque via che comporti una responsabilità<br />

non solo verso se stessa, ma anche verso<br />

qualcun altro?<br />

Filomena amava "combinar matrimoni" per tutelare<br />

la vita, di chi amava e di chi sarebbe venuto dopo<br />

di loro.<br />

Alcune bambine piangono quando divegono donne:<br />

capiscono, pur senza saperlo in coscienza, che<br />

da quel giorno devono lasciare l'innocenza per<br />

prendersi una responsabilità che non è più solo<br />

della propria persona.<br />

L'era presente ci soccorre con la scienza e la conoscenza:<br />

ma la coscienza è un dovere tutto tuo,<br />

donna.<br />

Il silenzio è d'oro, purché non sia vigliaccheria o<br />

ipocrisia: un tempo forse, le donne non potevano<br />

parlare. Oggi, credo, debbano.<br />

A volte c'è molta più saggezza nel centrino di una<br />

nonna che nelle tesi di laurea e nei bilanci economici<br />

di una giovane donna, poiché nei primi si legge,<br />

intessuta nella trama, l'arte della pazienza.<br />

Filomena<br />

Donne che parlavano con gli alberi<br />

Libreria Nuova Europa - Via Tazio Nuvolari 1 (I Granai)<br />

Feltrinelli Viale Marconi - Viale G. Marconi 190<br />

su Internet: ibs - www.internetbookshop.it


eur:torrino:news 7


8 eur:torrino:news


Interview<br />

Un film di Steve Buscemi con Steve Buscemi e<br />

Sienna Miller. Prodotto da Columbia Pictures e<br />

Ironwork Production. Distribuito in Italia da Fandango<br />

distribuzione. Colore. Nelle sale cinematografiche<br />

dall’11 aprile.<br />

Pierre: Cosa rende un uomo affascinante?<br />

Katya: Una cicatrice!<br />

Pierre: Perché?<br />

Katya: Perché una donna ne ha quasi sempre<br />

una!<br />

Interview ha una storia che prescinde dalla sua<br />

trama poiché è la riproposizione dell’omonimo<br />

film di Theo van Gogh, regista olandese assassinato<br />

il 2 novembre del 2004 da un fondamentalista<br />

islamico, reazione causata dal ritratto dell’Islam<br />

che Van Gogh aveva reso nel suo cortometraggio<br />

Submission:Part 1.<br />

“Triple Theo” è il nome della trilogia di cui Inter-<br />

10 eur:torrino:news<br />

view fa parte, un progetto nato in omaggio a Van<br />

Gogh, il cui desiderio era di riambientare i suoi<br />

film negli Stati Uniti.<br />

I produttori Bruce Weiss e Gijs van de Wastelaken<br />

hanno deciso di realizzare il sogno di Theo dando<br />

vita ad una trilogia il cui tema principale è il conflitto<br />

tra uomo e donna.<br />

Oltre a Steve Buscemi altri due registi sono stati<br />

chiamati per la realizzazione di questo progetto,<br />

e sono: Stanley Tucci, regista di 06, la storia di<br />

un incontro anonimo su una linea telefonica, e<br />

Bob Balaban, regista di Blind Date, film che racconta<br />

la vicenda di due persone accomunate dalla<br />

tragica esperienza della morte di un figlio.<br />

Steve Buscemi ha accettato, oltre che di dirigere<br />

ed interpretare il film, anche di riscriverne la sceneggiatura<br />

per poterlo riambientare nella sua<br />

New York.<br />

Interview racconta la storia di Pierre Peders (Steve<br />

Buscemi), un giornalista autodistruttivo dal<br />

] di Paola D’Angelo [<br />

duro passato, e Katya (Sienna Miller), un’attrice<br />

di soap apparentemente frivola e superficiale.<br />

Si ritroveranno, entrambi controvoglia, a dover<br />

fare un’intervista che, con il passare delle ore, costringerà<br />

i due a frantumare i propri ruoli, dando<br />

vita a un’intimità non consueta alla situazione.<br />

Si alterneranno momenti di estrema dolcezza e<br />

sensualità, a momenti di violenza verbale e fisica<br />

che porteranno i protagonisti a confessarsi l’incoffessabile.<br />

La loro diventerà una partita a scacchi in cui lo<br />

scacco matto sarà ad opera del giocatore più furbo<br />

e senza scrupoli. Entrambi metteranno in scena<br />

una rappresentazione teatrale dove Pierre interpreta<br />

un uomo calmo, comprensivo e anche<br />

un po’ insicuro, mentre Katya darà prova delle<br />

sue doti di attrice.<br />

Un dialogo sulla menzogna in cui, fino alla fine,<br />

non si scoprirà chi dei due racconta la verità (se<br />

realmente ne esiste una).


Ti incolla allo schermo, man mano che la narrazione<br />

prende vita cresce il desiderio di giungere<br />

alla fine della storia per potere scoprire fino a<br />

che punto i personaggi sono disposti a spingersi<br />

per ottenere ciò che desiderano, che sia un’intervista,<br />

sesso, o una semplice chiacchierata tra<br />

due persone in realtà molto simili.<br />

Nonostante i dialoghi si svolgano quasi esclusivamente<br />

tra i due protagonisti, la visione non risulta<br />

noiosa e ridondante poiché si alterna tra<br />

scene di forte enfasi e scene divertenti. Il risultato<br />

finale è uno staordinario racconto disfunzionale<br />

tra due persone uniche.<br />

È semplice cadere nella trappola di facili paragoni<br />

con l’originale, ma una cosa bisogna dirla: Buscemi,<br />

in accordo con i due produttori, ha deciso<br />

di utilizzare la stessa tecnica di ripresa di Van<br />

Gogh, il sistema delle tre camere digitali. Una<br />

camera si concentra sul protagonista maschile,<br />

una sulla protagonista femminile e la terza camera<br />

“master” cattura entrambi gli attori.<br />

È un linguaggio cinematografico innovativo che<br />

crea sul set un’atmosfera unica, ma soprattutto<br />

permette di girare in tempi molto brevi e di fornire<br />

moltissime inquadrature, oltre ovviamente a<br />

girare con un budget non troppo alto e ad avere a<br />

disposizione moltissimo materiale da utilizzare<br />

per il montaggio.<br />

Lo stesso Buscemi sostiene che quello delle tre<br />

camere simultanee è un sistema che ha permesso,<br />

sia al regista che alla Miller, di improvvisare<br />

tranquillamente avendo la consapevolezza che<br />

nessun aspetto della recitazione sarebbe andato<br />

perduto, dando inoltre al film uno stile simile a<br />

quello teatrale.<br />

Attore-regista, Buscemi ha costruito la sua carriera<br />

grazie all’interpretazione di straordinari personaggi<br />

unici e indimenticabili.<br />

Lo abbiamo visto in moltissimi film, ma forse il<br />

personaggio che è rimasto nell’immaginario comune<br />

è quello di Mr. Pink nello straordinario Le<br />

Iene di Quentin Tarantino, per il quale ha vinto<br />

l’IFP Spirit Awards. Da allora, è diventato l’attore<br />

preferito di molti rinomati registi come Tim Burton,<br />

i fratelli Coen e John Carpenter.<br />

Oltre al suo talento come attore, Buscemi ha dimostrato<br />

di essere un bravissimo scrittore e regista.<br />

Il suo primo lungometraggio è Mosche da<br />

Bar, presentato al Festival di Cannes nel 1996. Il<br />

secondo film, Animal Factory, racconta la vicenda<br />

di un giovane finito in prigione con una sentenza<br />

ingiusta che lo porterà a trasformarsi nel prodotto<br />

dell’ambiente in cui è stato catapultato.<br />

Nella sua vita ha preso parte alla realizzazione<br />

di molti film, ma ciò che lo rende un personaggio<br />

unico è sicuramente la sua precedente esperienza<br />

nei vigili del fuoco di New York tra il 1980 e il<br />

1984. Durante gli attentati dell’11 settembre<br />

2001 si è recato nella sua ex caserma per prestare<br />

servizio come volontario. Lavorò a ground zero<br />

dodici ore al giorno per una settimana cercando i<br />

sopravvissuti e i corpi delle vittime tra le macerie,<br />

e per tutto il tempo evitò le telecamere scegliendo<br />

di agire in modo anonimo come qualsiasi<br />

pompiere.<br />

eur:torrino:news 11


Aspettando il Banco delle<br />

Giovani Marmotte<br />

Con il termine inglese bank runs si identifica una<br />

richiesta contemporanea e massiva di rimborso<br />

dei depositi presenti presso un determinato istituto<br />

di credito. Le scene che abbiamo visto l’estate<br />

scorsa innanzi alle filiali della Banca Northern<br />

Rock rappresentano un tipico esempio di<br />

bank runs ovvero, traducendo letteralmente, una<br />

corsa alla banca per prelevare il contante ivi depositato.<br />

L’attuale congiuntura che stanno vivendo<br />

i mercati finanziari del pianeta (innanzi<br />

alla peggiore crisi economica dal dopoguerra ad<br />

oggi, secondo Alan Greenspan) sollevano non<br />

poche considerazioni e perplessità in merito ai<br />

sistemi di tutela dei depositi attualmente in essere<br />

per contrastare e gestire gli effetti di una<br />

crisi strutturale dell’intero sistema creditizio.<br />

Consideriamo a riguardo che alcune delle più<br />

grandi banche del mondo (ed in teoria anche le<br />

più solide e sicure) sono state recentemente in<br />

prossimità di un default finanziario, prospettiva<br />

impensabile fino a cinque anni fa.<br />

Tralasciando l’analisi macroeconomica già trattata<br />

in altre occasioni (www.eu ge nio be ne taz -<br />

zo.com/recensioni.html) ritengo interessante<br />

soffermarmi sui modi e tempi messi in essere dal<br />

nostro paese nell’eventualità che si verifichi un<br />

caso Northern Rock anche in Italia. A riguardo<br />

infatti il nostro paese prevede per legge la presenza<br />

di un organismo di garanzia che possa contribuire<br />

al mantenimento della stabilità finanziaria<br />

evitando appunto comportamenti di bank running,<br />

il nome di questo organismo viene riportato<br />

solitamente sull’intestazione di ogni estratto<br />

di conto bancario: a proteggere i depositi dei risparmiatori<br />

e correntisti italiani ci pensa il cosidetto<br />

FITD ovvero il Fondo Interbancario di Tutela<br />

dei Depositi. Il nome in sé dovrebbe già rassicurare<br />

chi sta leggendo. In teoria dovrebbe essere<br />

così. Ma siamo certi che anche una sua estrema<br />

applicazione pratica non consenta il salvataggio<br />

di quanto depositato?<br />

Cominciamo con una buona notizia. L’unica, purtroppo,<br />

a mio giudizio. L’Italia detiene l’assicurazione<br />

con l’importo maggiore (103.000 euro) all’interno<br />

dell’Unione Europea a copertura dei depositi<br />

presenti presso i suoi istituti di credito.<br />

Altri paesi europei sono molto meno virtuosi di<br />

noi, in Francia, per esempio, la copertura è di<br />

70.000 euro, in Germania di 20.000 euro e nel<br />

Regno Unito circa 45.000 euro. Per una volta<br />

tanto l’Italia eccelle sugli altri.<br />

Quello che dovremmo conoscere non è tanto il<br />

massimale assicurato dall’organismo di garanzia<br />

(che non ha fatto altro che recepire una direttiva<br />

comunitaria la quale imponeva un minimo di garanzia<br />

di almeno 20.000 euro), ma le modalità di<br />

intervento del fondo di garanzia per far fronte<br />

alla stabilità e solidità del sistema bancario italiano.<br />

Tanto per iniziare, sappiate che questo<br />

fondo non è un contenitore di liquidità e risorse<br />

finanziarie o meglio ancora non è una cassaforte<br />

che detiene oro, euro, immobili e preziosi, come<br />

nell’immaginario collettivo si pensa tutt’oggi.<br />

Niente di tutto questo. Nella fattispecie infatti il<br />

Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è un<br />

consorzio obbligatorio di diritto privato a cui<br />

aderiscono le circa 300 banche presenti nel territorio<br />

italiano (tranne le banche di credito coope-<br />

rativo che hanno a loro volta un proprio fondo di<br />

tutela dei depositi).<br />

Un eventuale intervento di questo fondo a copertura<br />

di un default finanziario di un istituto di<br />

credito italiano si configura pertanto come un<br />

intervento congiunto in comune partecipazione<br />

da parte di tutte le altre banche che aderiscono<br />

al fondo attraverso l’immissione di liquidità e/o<br />

fondi nel sistema o nella banca sventurata ormai<br />

in crisi o insolvenza manifesta. In buona so -<br />

stanza questo fondo è privo di risorse proprie. Il<br />

fondo, che dovrebbe chiamarsi consorzio e non<br />

fondo a mio modesto parere, si preoccupa<br />

di coordinare, a livello di tesoreria, gli accantonamenti<br />

contributivi di cui ogni banca deve rispondere<br />

in base al volume dei suoi depositi e ad<br />

uno specifico livello di rischio. Questo tipo di<br />

approccio presuppone una lentezza di intervento<br />

nell’effettuare eventuali rimborsi nel caso del fal-<br />

] di Eugenio Benetazzo [<br />

limento di un soggetto bancario, a causa della<br />

necessità di raccogliere i conferimenti da parte<br />

delle varie controparti bancarie, sottolineando<br />

invece una preoccupante inefficacia in caso di<br />

crisi strutturale dell’intero sistema bancario.<br />

Questa considerazione infatti permette di intuire<br />

come agisce il fondo a livello pratico: se una banca<br />

fallisce, tutte le altre intervengono per sorreggerla<br />

attraverso il ricorso a fondi propri appositamente<br />

accantonati (o almeno che dovrebbero<br />

essere stati prudentemente accantonati). Mentre<br />

nel caso di una crisi strutturale del sistema<br />

(quella menzionata da Alan Greenspan), quindi<br />

per esempio due grandi gruppi bancari che si trovassero<br />

in situazioni analoghe a quelle della Northern<br />

Rock, il fondo risulterebbe sostanzialmente<br />

incapace di intervenire. Questa incapacità deriverebbe<br />

da uno stato di insolvenza che colpirebbe<br />

con effetto domino una moltitudine significativa<br />

di banche aderenti al fondo incapaci a loro<br />

volta di sostenere le prime in default.<br />

In questa eventualità solamente un intervento<br />

pubblico potrebbe essere in grado di salvare l’intero<br />

sistema bancario. Per l’ennesima volta compare<br />

lo spettro del prestatore di ultima istanza<br />

che attualmente in Italia ed in Europa non è ancora<br />

molto ben identificato ovvero il soggetto<br />

che per ultimo dovrebbe essere in grado di mettere<br />

una pezza finale al buco che si è venuto a<br />

formare. A riguardo allora ognuno di voi tragga le<br />

dovute considerazioni sulla base di quanto proposto<br />

recentemente in occasione del meeting<br />

Ecofin svoltosi in Slovenia, all’interno del quale i<br />

banchieri centrali dell’Unione Europea hanno<br />

proposto un memorandum of understanding dal<br />

quale si evince la totale assenza di interventi con<br />

denaro pubblico a sostegno dell’azionariato di<br />

banche in eventuali difficoltà. Pertanto consiglio<br />

a tutti di aprire il prima possibile un conto di<br />

deposito presso il Banco delle Giovani Marmotte<br />

in quanto grazie alle fideiussioni di Zio Paperone<br />

potremmo contare su una banca solida ed in grado<br />

di resistere anche ai take over ostili da parte di<br />

Rockerduck: grazie alle competenze di Qui, Quo e<br />

Qua, finalmente saremo in grado di costruire un<br />

innovativo ed inattacabile sistema bancario.<br />

www.eugeniobenetazzo.com/tour.html<br />

www.youtube.com/eugeniobenetazzo


Open Space: finestra sul mondo del Software libero<br />

The Gimp - Grafica professionale Open Source<br />

] di Fabio Zaccaria [<br />

Questo mese ci occupiamo di un settore che annovera<br />

moltissimi appassionati tra gli utenti di<br />

Personal Computer: la grafica.<br />

GIMP è uno “strumento multipiattaforma per l'elaborazione<br />

di immagini fotografiche”. La prima<br />

versione è stata scritta da Peter Mattis e Spencer<br />

Kimball, e di recente molti altri sviluppatori hanno<br />

contributo al suo sviluppo, e migliaia di persone<br />

hanno fornito supporto e collaudi. Le versioni<br />

di GIMP sono attualmente gestite da Sven<br />

Neumann, Mitch Natterer e molte altre persone<br />

nel gruppo del GIMP-Team. Il nome sta per GNU<br />

Image Manipulation Program, si tratta infatti, in<br />

senso generico, di un programma di manipolazione<br />

delle immagini che può essere utilizzato<br />

quale strumento di elaborazione, creazione o fotoritocco.<br />

Uno dei vantaggi di GIMP è la sua libera<br />

disponibilità per molti sistemi operativi.<br />

Molte distribuzioni GNU/Linux lo includono come<br />

applicazione standard, inclusa nel pacchetto di<br />

software di partenza. Si tratta di un programma<br />

disponibile anche per altri sistemi operativi come<br />

Microsoft Windows o Apple Mac OS X. È un'applicazione<br />

di Software Libero coperta dalla licenza<br />

General Public License (GPL), licenza, quest’ultima,<br />

che garantisce agli utenti la libertà di accesso<br />

e di modifica del codice sorgente del programma<br />

a cui è applicata.<br />

Se volessimo immaginare, come abbiamo fatto in<br />

passato per OpenOffice e NeoOffice, una sorta di<br />

omologo nel mondo del software non libero, dovremmo<br />

sicuramente volgere lo sguardo ad Adobe<br />

Photoshop. Al pari del blasonato software appena<br />

citato, autentico standard del settore, GIMP<br />

mette a disposizione una serie di strumenti organizzati<br />

sullo schermo con il classico metodo delle<br />

“palette”, che potremmo definire “riquadri tematici”<br />

contenenti strumenti o informazioni<br />

omogenee per funzionalità. Avremo così una palette<br />

dedicata ai vari strumenti (selezione, taglio,<br />

pennello, ecc…), una dedicata ai livelli dell’immagine,<br />

una dedicata alle informazioni sul<br />

colore, e così via. Al pari di Photoshop, anche le<br />

palette di GIMP possono essere posizionate sullo<br />

schermo a piacimento dell’utente.<br />

Molti designer professionisti hanno riconosciuto<br />

in questo software uno strumento potente, funzionale<br />

e affidabile, per nulla “amatoriale”,<br />

16 eur:torrino:news<br />

orientato maggiormente verso le esigenze di chi<br />

lavora con immagini per il web, o comunque non<br />

con immagini destinate alla stampa in quadricromia,<br />

che necessita di una modalità colore detta<br />

CMYK (Cyan-Magenta-Yellow-blacK) che GIMP<br />

attualmente non è in grado di gestire.<br />

Al pari di altre applicazioni professionali GIMP<br />

può estendere le proprie funzionalità grazie a dei<br />

plug-in, in pratica dei “sotto-programi” realizzati<br />

anche da terze parti che aggiungono funzionalità<br />

al software di base. La galleria di filtri a di -<br />

sposizione dell’utente è ricchissima, e non ha<br />

nulla da invidiare ad altre applicazioni professionali,<br />

consentendo di effettuare elaborazioni senza<br />

assolutamente limitare la creatività. Sarà coì<br />

possibile in un attimo trasformare una fotografia<br />

in un disegno a pastello, un acquarello, o un mosaico,<br />

con pochi clic del mouse, un po’ di fantasia<br />

e voglia di sperimentare la miriade di parametri<br />

che ogni plug-in mette a disposizione.<br />

La cosa sorprendente, ancora una volta, è l’uti-<br />

lizzo delle risorse hardware. Elaborazioni anche<br />

molto complesse sono alla portata di CPU anche<br />

di non ultima generazione, laddove le principali<br />

applicazioni del settore professionale sembrano<br />

invece assecondare la folle corsa verso componenti<br />

hardware sempre più costose e veloci. Ennesima<br />

dimostrazione, nel caso in cui ce ne fosse<br />

ancora bisogno, della lezione proveniente dal<br />

mondo Open-Source.<br />

GIMP è giunto ormai alla versione 2.4 e, come<br />

sempre, molissime sono state le varie migliorie<br />

apportate con quest’ultimo aggiornamento. Volendone<br />

ricordare solo alcune: migliorato l’aspetto<br />

del pannello strumenti; completa riscrittura<br />

degli strumenti di selezione; nuovo strumento di<br />

selezione immagini in primo piano; nuovo strumento<br />

di allineamento degli oggetti; importazione<br />

dei tracciati di ritaglio in TIFF; miglioramento<br />

della modalità a schermo pieno; pieno supporto<br />

ai profili di colore; vari miglioramenti di velocità<br />

nelle funzioni composite e nel disegno dei gradienti.<br />

Un’ultima raccomandazione per tutti coloro i quali<br />

non hanno mai avuto il coraggio di tentare sperimantazioni<br />

con GIMP perché abituati alla posizione<br />

degli strumenti di Adobe Photoshop: esiste<br />

una versione del software denominata GIMPshop,<br />

pensata appositamente per andare incontro alle<br />

esigenze di questi utenti: in pratica la disposizione<br />

delle palette è ricalcata su quella del celebre<br />

programma Adobe. Si tratta in fondo di un<br />

piccolo controsenso, dal momento che GIMP non<br />

è assolutamente una sorta di “photoshop dei poveri”,<br />

e deve proseguire nello sviluppo di una propria<br />

identità, ma di fronte a nuovi utenti che si affacciano<br />

nel mondo del software open-source siamo<br />

ben lieti di chiudere un occhio.


Acqua, farina e...<br />

Frico con patate - Bunet<br />

] a cura di Valeria De Rentiis [<br />

Questo mese salutiamo l'inverno, a dire<br />

il vero molto poco freddo, per dare il<br />

benvenuto alla primavera con due<br />

ricette tipiche del nord Italia. Potrete<br />

far finta di averle riportate dalla settimana<br />

bianca! Iniziate con il "Frico" piatto tipico del<br />

Friuli e concludete con il "Bunet" dolce tipico<br />

del Piemonte. E buon appetito!<br />

FRICO CON PATATE<br />

ingredienti:<br />

• 1 kg patate<br />

• 1 cipolla<br />

• 1/2 kg formaggio latteria (tipo montasio)<br />

• olio, sale, pepe q.b.<br />

Sbucciate le patate e tagliatele a fettine<br />

spesse meno di mezzo centimetro. Fate<br />

intanto soffriggere la cipolla in una casseruola<br />

ben unta d'olio, facendo attenzione a<br />

non alzare troppo la fiamma. Quando la cipolla<br />

è imbiondita buttate le patate e aumentate<br />

il calore della fiamma per pochi minuti.<br />

Salate, pepate e fate andare a fuoco modera-<br />

to, girando spesso le patate. Girate il tortino<br />

con l'aiuto di un coperchio e aumentate il<br />

calore della fiamma. Quando sarà dorato da<br />

entrambe le parti capovolgete il frico su un<br />

piatto da portata e servite ben caldo accom-<br />

pagnato da polenta. Intanto preparate il formaggio<br />

a fettine. Quando le patate sono praticamente<br />

cucinate aggiungete il formaggio e<br />

coprite per 20 minuti cuocendo a fuoco lento.<br />

BUNET<br />

ingredienti:<br />

• 280 gr. di zucchero<br />

• 6 uova<br />

• 5 amaretti<br />

• 6 cucchiai di rum<br />

• 1 lt. di latte intero<br />

• scorza grattugiata di 1/2 limone<br />

• 20 g. di cacao amaro<br />

Sbriciolate gli amaretti in una terrina;<br />

aggiungete la scorza di limone e mescolate.<br />

Rompete le uova e separate i tuorli dagli<br />

albumi. Battete i tuorli con la frusta, insieme<br />

a 200 gr. di zucchero, fino ad ottenere un<br />

composto chiaro e spumoso, quindi unite gli<br />

amaretti, il cacao e la scorza di limone. Montate<br />

a neve ferma gli albumi e incorporateli<br />

alla crema mescolando delicatamente dal<br />

basso verso l'alto; bagnate con il rum e il<br />

latte bollito e raffreddato. Mettete lo zucchero<br />

rimasto in una piccola casseruola, unite<br />

1/2 cucchiaio di acqua e, ruotando il recipiente<br />

su fuoco basso, fate caramellare lo<br />

zucchero. Distribuite il caramello, che dovrà<br />

essere color nocciola, in modo uniforme in<br />

uno stampo da budino con foro centrale. Versare<br />

la preparazione, cuocere a bagnomaria in<br />

forno a 200/220°C per 40-50 minuti, facendo<br />

attenzione che l'acqua sobbolla appena.<br />

Estraete lo stampo, lasciatelo raffreddare e<br />

mettetelo in frigorifero per qualche ora. Sformate<br />

il bunet su un piatto per dolci.


] a cura di Francesca Colaiocco [<br />

Li abbiamo potuti ascoltare sul palco dell’Ariston,<br />

in occasione della 58esima edizione del Festival<br />

della canzone italiana, dove hanno presentato<br />

“Il rubacuori”, brano-denuncia che affronta il delicato<br />

tema del lavoro precario e dei licenziamenti<br />

di massa, e che ha costretto la band di Federico<br />

Zampaglione a presentarsi da indipendente<br />

a causa di alcuni contrasti con la storica casa<br />

discografica, la Emi. Realizzato con un progetto<br />

autonomo è anche il doppio album live dal titolo<br />

“Il suono dei chilometri”, pubblicato poche settimane<br />

fa e prodotto dall’etichetta di Zampaglione<br />

Deriva Production, distribuzione Edel Italia.<br />

Guidati da Federico Zampaglione, voce e chitarra<br />

della band, i Tiromancino nascono a Roma nel<br />

1989 realizzando, negli anni successivi, quattro<br />

album di stampo sperimentale: “Tiromancino”,<br />

“Insisto”, “Alone Alieno” e “Rosa Spinto”. La loro<br />

formazione subisce diverse modifiche nel corso<br />

del tempo, come l’entrata di Francesco Zampaglione<br />

nel ‘93, chitarrista e fratello di Federico,<br />

e della bassista Laura Arzilli nel ‘94. Le esibizioni<br />

nei club di tutta Italia gli permettono di conquistare<br />

l’affetto di un ristretto gruppo di appassionati,<br />

finché nel 2000 pubblicano l’album che segna<br />

la loro affermazione nel panorama rock italiano<br />

e il ritorno dopo un periodo difficile: “La<br />

descrizione di un attimo”, premiato con disco di<br />

platino. Lo stesso anno partecipano al Festival di<br />

Sanremo con “Strade”, brano realizzato in collaborazione<br />

con Riccardo Sinigallia, che gli fa conquistare<br />

il secondo posto della categoria giovani<br />

ed è un tormentone in tutte le radio ed emittenti<br />

televisive musicali. Dopo il primo lavoro uffi-<br />

20 eur:torrino:news<br />

ciale, Federico Zampaglione e compagni si dedicano<br />

alle esibizioni dal vivo, accumulando esperienze<br />

anche all’estero, prima come gruppo spalla<br />

al tour spagnolo e portoghese dei Morcheeba e<br />

poi con la partecipazione al Brand:New Tour del<br />

2001, organizzato da MTV. Anno d’oro, quest’ultimo,<br />

per i Tiromancino, che con il singolo “Due<br />

destini” firmano la colonna sonora del film “Le<br />

fate ignoranti”, con Stefano Accorsi e Margherita<br />

Buy. Successivamente ottengono la nomination<br />

come “Best Italian Act” agli MTV Europe Music<br />

Awards, il premio come “Miglior Gruppo” agli Italian<br />

Music Awards e al PIM e numerosi riconoscimenti<br />

presso il Festival di San Marino, il Festival<br />

delle Etichette Indipendenti e i Tribe Awards. Per<br />

la seconda volta partecipano a un progetto cinematografico,<br />

collaborando insieme a Lucio Dalla<br />

per la realizzazione della colonna sonora di<br />

“Paz!”, omaggio al disegnatore e fumettista Andrea<br />

Pazienza, con il brano “Com’è profondo il<br />

mare”. Ma proprio quando sembra andare tutto<br />

per il meglio, la formazione dei Tiromancino è<br />

scossa da alcuni dissensi tra il leader Federico<br />

Zampaglione e Riccardo Sinigallia, che abbandona<br />

il gruppo insieme a Laura Arzilli e a Francesco<br />

Zampaglione. Federico prosegue da solo nel suo<br />

progetto, accompagnato da alcuni musicisti tra<br />

cui Piero Monterisi (batteria) e Andrea Pesce (tastiere<br />

e piano), collaboratori di lunga data, e l’esperto<br />

di elettronica Luigi Pulcinelli. Nel 2002<br />

esce “In continuo movimento”, anticipato dallo<br />

struggente singolo “Per me è importante” e dal<br />

rispettivo videoclip, “Miglior Video di Animazione”<br />

ai Digital Awards di Bologna. La band ottiene<br />

la seconda nomination come “Best Italian Act”<br />

agli MTV Europe Music Awards e la vittoria, oltre a<br />

ben quattro nomination, come “Miglior Testo”<br />

agli Italian Music Awards. Dopo un periodo di<br />

pausa esce, nell’ottobre del 2004, l’album “Illusioni<br />

parallele”, prodotto da Zampaglione, Pesce<br />

e Pulcinelli con la collaborazione di Lorenzo<br />

Amurri: il disco è ricco di sonorità elettroniche<br />

ottenute con strumenti caratteristici degli anni<br />

Settanta come il Moog e il piano Rhodes, mentre<br />

il brano “Verso Nord” vede la partecipazione di<br />

Nicole Pellicani, new entry vocale del gruppo. Allo<br />

stesso disco collaborano anche Manuel Agnelli<br />

e il padre di Federico Zampaglione, professore<br />

di storia e filosofia che contribuisce alla stesura<br />

dei testi. Nel 2005, in attesa dell’uscita del primo<br />

“best of” (che comprende anche tre brani inediti<br />

e il ri-arrangiamento di “Amore Amaro” e “Conchiglia”),<br />

i Tiromancino attraversano l’Italia con<br />

l’“Illusioni Parallele Tour”, insieme al chitarrista<br />

Santi Pulvirenti e al bassista Emanuele Brignola.<br />

L’anno successivo, l’eclettico Federico Zampaglione<br />

dedica anima e corpo alla realizzazione<br />

del suo primo lavoro come regista: il risultato è<br />

“Nero Bifamiliare”, un noir ambientato nella Capitale<br />

e accompagnato ovviamente da brani dei<br />

Tiromancino che, insieme a nove inediti, decretano<br />

il successo del penultimo album “L’alba di<br />

domani”, lanciato dal singolo omonimo.<br />

“Il suono dei chilometri”, primo disco live del<br />

gruppo romano comprende, oltre al brano presentato<br />

a Sanremo e all’inedito “Quasi 40”, ben<br />

22 successi registrati durante l’ultimo tour, tra<br />

cui le bellissime “Amore impossibile”, “La descrizione<br />

di un attimo”, “L’alba di domani”, “Due destini”<br />

e “Per me è importante”.


Booklet<br />

tre album per approfondire...<br />

Nick Cave - Dig!!! Lazarus Dig!!!<br />

Se ne dica pure qualunque cosa (venduto, im -<br />

borghesito, opportunista...) ma Mr. Cave attraversa<br />

senza dubbio uno dei periodi di maggiore<br />

prolificità della sua carriera. In circa un anno ha<br />

dato alle stampe ben tre lavori: quello relativo<br />

al progetto Grinderman, la colonna sonora The<br />

24 Grana - Ghostwriters<br />

Cartina di tornasole, circa la considerazione che<br />

certa musica italiana ha negli spazi offerti dai<br />

media televisivi, è stata l’eccezionale affermazione<br />

dell’onnipresente Vincenzo Mollica, relativa<br />

ad una band di nome Ghostwriters… che ave -<br />

va realizzato un album dal titolo 24 Grana! Ad<br />

Ringo Starr - Liverpool 8<br />

Liverpool è stata nominata capitale della cultura<br />

europea per il 2008, una sorta di riscatto<br />

morale, secondo uno dei batteristi più importanti<br />

della storia del pop, al secolo Richard Starkey.<br />

Da alcuni considerato l’uomo più fortunato<br />

degli anni Sessanta, trovatosi al posto giusto nel<br />

24 eur:torrino:news<br />

assasination of Jesse James, e quello di cui vorremmo<br />

parlarvi, Dig!!! Lazarus Dig!!! Inziamo su -<br />

bito dicendo che il disco non rappresenta una<br />

del le vette assolute della sua discografia. La<br />

chitarra torna ad occupare prepotentemente un<br />

ruolo centrale nelle composizioni, che non perdono<br />

parte dell’aggressività e ruvidezza derivante<br />

in linea diretta dall’esperienza con i Grinderman.<br />

Lazzaro è metafora della storia personale<br />

dell’autore australiano, “risorto” in una veste me -<br />

no “cattiva” (non per questo meno aggressiva) e<br />

ormai votato ad una considerazione del lavoro di<br />

songwriting scevra da eccessi giovanili, basata su<br />

un metodico lavoro in ufficio con tanto di orario<br />

prestabilito. Non c’è appagamento né stanchezza<br />

nell’azione dell’artista, che in molti dei brani de -<br />

clama col suo classico piglio da cantastorie in -<br />

vasato un fiume di parole grandinanti su tappeti<br />

distorti di chitarre e organi, in un’atmosfera<br />

“bluesy” quanto mai acida e corrosa. Con trent’an-<br />

ogni modo, tanto per esser chiari, Ghostwriters è<br />

l’ultimo capitolo della felice saga dei napoletani<br />

24 Grana, guidati da un sempre più “leader”<br />

Francesco Di Bella. L’evoluzione verso sonorità<br />

più ipnotiche e av volgenti sembra ormai definitivamente<br />

compiuta, e pur lasciandosi alle spalle<br />

certe giovanili irruenze il quartetto non taglia<br />

i ponti con le proprie origini: riuscendo come<br />

sempre a coniugare trame musicali di altissimo<br />

va lore con l’idioma partenopeo (in sette brani su<br />

nove). Nove storie in bilico fra dramma e spensieratezza,<br />

raccontate con parole affilate che si<br />

muovono nell’ambito di una canzone d’autore<br />

contaminata da sonorità “internazionali”. Aleggia<br />

un velato rancore per ciò che è oggi Napoli:<br />

uno splendido gioiello finito in mani sbagliate,<br />

dove storie di straordinaria umanità si incrociano<br />

a quelle di vite spezzate da una gustizia che<br />

tale non è, o da una fortuna impegnata a guardare<br />

altrove. C’è sempre più consapevolezza e<br />

momento giusto, da altri ritenuto, non a torto<br />

secondo chi scrive, un tassello fondamentale del<br />

sound dei Beatles. Quel suo modo di suonare la<br />

batteria così “melodico”, magari non pirotecnico<br />

ma sempre puntuale e “giusto” è stato sempre<br />

un marchio di fabbrica poi imitato da infiniti<br />

epigoni nella storia del Pop inglese. Oggi Starr<br />

è un mansueto signore di Sessantotto anni con<br />

la mania del “Peace and Love”, parola, quest’ultima,<br />

che fa capolino praticamente in tutte le<br />

composizioni di questo Liverpool 8. Album composto<br />

da brani definiti dallo stesso autore sunshine<br />

rock, realizzati con la collaborazione di<br />

Dave Stewart degli Eurythmics. Un atto d’amore<br />

per la propria città in cui la nostalgia è vissuta<br />

come sentimento positivo, senza imbarazzi, tanto<br />

da attingere spudoratamente alle sonorità del<br />

celebre quartetto di cui Starkey entrò a far parte<br />

rimpiazzando il belloccio Pete Best. Come non<br />

riconoscere in certi intrecci dei cori, in certe<br />

] di Fabio Zaccaria [<br />

ni di carriera alle spalle non è semplice evitare di<br />

ripetersi, e in certi mo men ti sembra davvero di<br />

assistere a una reinterpretazione di qualche brano<br />

pescato da dischi precedenti, però è proprio arduo<br />

prendersela con un individuo che a cinquant’anni<br />

suonati riesce a sfornare brani del calibro di<br />

Hold on to yourself o Night of the Lotus Eaters, cui<br />

fanno da contraltare le non eccelse Today’s Lesson<br />

o la title track, davvero poca cosa in confronto<br />

a Midnight Man, comunque uno dei brani più<br />

orecchiabili del disco. Alquanto ingeneroso sarebbe<br />

non far menzione della incredibile macchina so -<br />

nora rappresentata dai Bad Seeds, che pur orfani<br />

dell’ottimo Blixa Bargeld si confermano quale<br />

uno dei più straordinari motori che la musica contemporanea<br />

possa annoverare tra le sue file, guidati<br />

da un signore sempre più stempiato, baffuto<br />

e non più agile come ai bei tempi, animato da<br />

una curiosità ancora invidiabile, tradita da uno<br />

sguardo che sa ancora inquietare.<br />

convinzione nella stralunata e sognante oratoria<br />

del vocalist, accompagnato egregiamente da<br />

Giuseppe Fontanella, Armando Co tugno e Renato<br />

Minale. Il disco è stato registrato a Roma, in<br />

un’atmosfera di collaborazione aperta a vari amici<br />

e personaggi. La produzione è affidata a Daniele<br />

Sinigallia, con suo fratello Riccardo a dare un<br />

contributo vocale nella dolce Avere una vita da -<br />

vanti, assieme a quello di Filippo Gatti in Le Ve -<br />

rità e a quello di Marina Rei in Smania ‘e cagnà.<br />

È evidente che in quest’occasione si è deciso di<br />

privilegiare forme espressive più cantautoriali,<br />

decisamente meno rock, abbassando il volume<br />

degli amplificatori per fa vorire il gioco sulle sfumature.<br />

Da segnalare che sul sito www.la can zo -<br />

net ta.it è acquistabile una versione disco con<br />

al legato il libro Ghostnovels, in cui l’art designer<br />

Roberto Amoroso traduce, con la collaborazione<br />

del Di Bella, i testi delle canzoni in immagini a<br />

fumetti.<br />

schitarrate psichedeliche, in arrangiamenti tanto<br />

british pop, la storia di cui quest’uomo è testimone?<br />

Sarà la simpatia che sempre è riuscito a<br />

sprizzare, o quell’aria da cane bastonato che non<br />

perde comunque il sorriso, sarà quella specie di<br />

convinta ingenuità che sembra sempre animarlo…<br />

Fatto sta che pur denso di episodi che non<br />

hanno nell’originalità il loro punto forte, il disco<br />

scorre che è una bellezza: ammalia grazie alla<br />

claudicante voce (più volte ritoccata elettronicamente,<br />

si sente) del Nostro che trascina l’ascoltatore<br />

nella sua camera di nostalgici ricordi<br />

senza mai diventare patetico. Un’operazione del<br />

tutto onesta, nel panorama britanico sempre all’isterica<br />

ricerca dei “nuovi Beatles”, quella di Star -<br />

key è anche una lezione di signorilità, dimostrando<br />

come sia possibile cullarsi nella nostalgia<br />

di un passato che non tornerà, senza necessariamente<br />

trasformarlo in un’ossessione. Guarda<br />

avanti, il vecchio Ringo. Peace&Love.


Questa notte è ancora nostra<br />

Un film di Genovese e Miniero, con: Nicolas Vaporidis,<br />

Valentina Iuzumì, Massimiliano Bruno,<br />

Ilaria Spada con la partecipazione straordinaria<br />

di Maurizio Mattioli ed eccezionalmente Franco<br />

Califano, musiche di Daniele Silvestri e Maurizio<br />

Filardo, una coproduzione Italian International<br />

Film e Tha Walt Disney Company Italia, distribuzione<br />

Buena Vista International, durata 98 min.<br />

Juno<br />

Un film di Jason Reitman, con: Ellen Page, Michael<br />

Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Allison<br />

Janney, J.K. Simmons, Olivia Thirlby, una<br />

produzione Mandate Pictures/ MR. Mudd, distribuzione<br />

twenty Century Fox, durata 91 min.<br />

Juno MacGuff (Ellen Page), un’adolescente americana<br />

piuttosto atipica, forte e schietta, ascolta<br />

26 eur:torrino:news<br />

Dal cast è già chiara la trama del film: una storia<br />

d’amore semi-adolescenziale contornata da vari<br />

personaggi divertenti, che aiutano i due protagonisti<br />

Massimo (Nicolas Vaporidis) e Jing (Valentina<br />

Izumì) a conoscersi ed innamorarsi fra<br />

equivoci e chiarimenti.<br />

Un film che spopolerà tra i fan di “Notte prima<br />

degli esami”, infatti gli sceneggiatori sono gli<br />

stessi e anche la trama non cambia granché.<br />

In più, rispetto agli altri della serie, ha il pregio<br />

di essere una commedia sull’integrazione razziale<br />

e lo scontro fra culture, precisamente italiana e<br />

cinese.<br />

Le note divertenti sono Massimiliano Bruno nel<br />

ruolo di Andrea, amico di Massimo con cui condivide<br />

il sogno di sfondare nel mondo del rock e il<br />

musica punk e non partecipa alla tradizionale vita<br />

studentesca, si trova ad affrontare una gravidanza<br />

non desiderata.<br />

Un pomeriggio Juno decide di fare sesso con<br />

Bleeker (Michael Cera), un compagno di scuola<br />

da sempre innamorato di lei e che non è esattamente<br />

un campione di virilità, quell’unica volta<br />

cambierà per sempre la vita dei due. Con un bimbo<br />

in arrivo e soli quindici anni capisce che l’unica<br />

soluzione è dare il bambino in adozione e,<br />

con l’aiuto della sua migliore amica Leah (Olivia<br />

Thirlby), trovano dei genitori perfetti, Mark e Vanessa<br />

(J.K. Simmons e Jennifer Garner), una benestante<br />

coppia che vive nei quartieri alti.<br />

Juno può contare sull’appoggio del padre e della<br />

matrigna, che condividono la sua decisione e la<br />

aiutano ad affrontare la gravidanza nel modo più<br />

sereno possibile.<br />

] di Paola De Angelis [<br />

lavoro da becchino, e insieme richiamano ai due<br />

personaggi dei “Blues Brothers”, Franco Califano<br />

che interpreta Franco Cicchilitti, manager discografico<br />

a cui piacciono le belle donne e, infine,<br />

Maurizio Mattioli nel ruolo del padre rassegnato<br />

ma comprensivo di Massimo.<br />

Le musiche sono di Daniele Silvestri che per l’occasione<br />

ha composto alcuni nuovi brani come “Il<br />

mondo stretto in una mano”, aggiunti a pezzi del<br />

suo repertorio tra cui la bellissima “Occhi da<br />

orientale”. Silvestri è come sempre in grado di<br />

affrontare le situazioni più disparate e produrre<br />

qualcosa di divertente e orecchiabile.<br />

È una coproduzione con la Walt Disney che ha<br />

deciso di sposare il marchio Italia ed esportarlo<br />

all’estero, speriamo sia il film giusto.<br />

] di Paola De Angelis [<br />

È un personaggio diverso da tutte le ragazzine<br />

che abbiamo visto sugli schermi perciò probabilmente<br />

è un film indirizzato ai genitori, la visione<br />

adolescenziale è trattata come un periodo difficile<br />

la cui presenza genitoriale è fondamentale,<br />

ma spesso si è gia adulti con un quasi completo<br />

controllo di se stessi.<br />

È una commedia divertente, con una serie di elementi<br />

di contorno come la musica, gli abiti della<br />

protagonista, i personaggi secondari, ma soprattutto<br />

i dialoghi che trasformano una tematica<br />

quasi drammatica in una esperienza frizzante e<br />

rendono la visione piacevole e leggera.<br />

Una curiosità: la pellicola ha trionfato alla festa<br />

del cinema di Roma aggiudicandosi il premio come<br />

miglior film e, inoltre, ha vinto il premio<br />

Oscar come miglior sceneggiatura scritta da Diablo<br />

Cody, una ex spogliarellista.


Come si può chiamare “vita” quella delle galline<br />

ovaiole allevate in gabbia in uno spazio poco inferiore<br />

a quello di un foglio A4, dove non potranno<br />

mai distendere le proprie ali e beccare sul terreno?<br />

Non vi sembra paradossale continuare a parlare<br />

di civiltà e di democrazia in Italia quando si continua<br />

a ridurre in schiavitù gli animali, senza garantire<br />

loro i bisogni primari?<br />

APRIAMO GLI OCCHI, ogni anno milioni di galline<br />

vivono così:<br />

- Esposte alla luce artificiale per molte ore, al fine<br />

di alterare il loro naturale ciclo giorno-notte, evitando<br />

la riduzione del bioritmo dell’animale, con<br />

un conseguente aumento della produzione da parte<br />

degli stessi.<br />

- Chiuse in una gabbia sopra un pavimento in rete<br />

metallica che provoca loro gravi lesioni e deformazioni<br />

ai piedi e alle unghie, le quali crescono a dismisura<br />

fino a ritorcersi e spezzarsi con gravi conseguenze<br />

sanitarie. Diverso sarebbe se le galline<br />

vivessero all’aperto dove, nella ricerca del foraggio,<br />

le unghie tendono a consumarsi naturalmente.<br />

- Colpite da una anomala fragilità delle ossa, con<br />

fratture costanti e diffuse forme di osteoporosi.<br />

Private dei loro bisogni elementari, come muoversi,<br />

razzolare, covare e pulirsi il piumaggio, le<br />

galline vivono in un perenne senso di frustrazione,<br />

fino ad assumere atteggiamenti aggressivi nei<br />

confronti delle altre “compagne di cella”. Non man-<br />

Bau & Miao:<br />

la Rubrica<br />

degli Animali<br />

Galline ovaiole: una vita in prigione<br />

cano, infatti, i fenomeni di cannibalismo, ragione<br />

per cui le galline vengono sottoposte ad un altro<br />

brutale trattamento: la mutilazione del becco.<br />

] a cura di Marta Cecchini [<br />

Perché allora preferire le uova in gabbia rispetto<br />

ad un uovo sano e nutriente come quello che proviene<br />

da altri allevamenti?<br />

Qui non si parla solo di animalismo o di senso di<br />

civiltà, ma della salute dell’uomo. Infatti, le uova<br />

che provengono dalle galline in gabbia, sono uova<br />

malsane, viste le condizioni innaturali in cui<br />

sono costrette a vivere le galline, durante la loro<br />

breve esistenza.<br />

Cari animalisti, la Direttiva Europea del 1999, che<br />

ha introdotto finalmente il bando delle gabbie di<br />

batteria convenzionali dal 1° <strong>gennaio</strong> 2012, è in<br />

pericolo: l’industria avicola fa pressione per prorogare<br />

quella data.<br />

FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE a favore della<br />

Direttiva, per il benessere degli animali, per il rispetto<br />

verso ogni forma di essere vivente e per la<br />

sicurezza alimentare.<br />

http://www.infolav.org/lenostrecampagne/alleva<br />

menti/petizionegallineovaiole/<br />

LAV allo 06.4461325<br />

OCCHIO ALL’ETICHETTA: NON SCEGLIERE LE UOVA<br />

ALLEVATE IN GABBIA!<br />

Le uova sono etichettate secondo il metodo di allevamento,<br />

per indicare al consumatore in quali<br />

condizioni di vita sono state tenute le galline che<br />

hanno prodotto le uova.<br />

ALLEVAMENTO BIOLOGICO - IDENTIFICATO CON IL CODICE 0<br />

Le galline possono razzolare liberamente all’interno e all’esterno di capannoni, su un<br />

terreno ricoperto da vegetazione e coltivato con metodo biologico. Le galline sono alimentate<br />

con cibi biologici, integrati al massimo con un 20% di mangimi convenzionali.<br />

ALLEVAMENTO ALL’APERTO - IDENTIFICATO CON IL CODICE 1<br />

Le galline possono razzolare all’aperto per alcune ore al giorno in un ambiente esterno<br />

protetto dal contatto con altri animali. Le uova in questo tipo di allevamento possono<br />

essere deposte sul terreno o nei nidi. La densità all’esterno di questo allevamento<br />

è di 1 gallina ogni 4 m2 .<br />

ALLEVAMENTO A TERRA - IDENTIFICATO CON IL CODICE 2<br />

Le galline vengono allevate in capannoni all’interno dei quali possono muoversi liberamente<br />

ma non hanno accesso all’esterno. Le uova sono deposte sul terreno o sui<br />

nidi. La densità di questo allevamento è di 4 galline per 1 m 2 .<br />

ALLEVAMENTO IN GABBIA - IDENTIFICATO CON IL CODICE 3<br />

Le galline sono rinchiuse in gabbie disposte in file da 4 a 6, all’interno di capannoni<br />

chiusi, con ventilazione forzata e luce artificiale. La densità di questi animali è di circa<br />

16 - 18 galline per metro quadrato. Le uova sono deposte su un nastro trasportatore<br />

che automaticamente le raccoglie.


La solita storia: una cagna<br />

randagia ha partorito in prossimità<br />

di una stazione di servizio,<br />

a Capua (Ce), 8 meravigliosi,<br />

splendidi cuccioli di non<br />

più di un mese e che non possono<br />

essere più “ospitati” dal<br />

gestore. Cercano una famiglia<br />

perché vagheranno presto<br />

per la strada.<br />

Loredana 335 6576182<br />

Splendido cucciolone<br />

incrocio p. tedesco<br />

giovanissimo, di neanche un<br />

anno, è stato trovato<br />

vagante sulla Via<br />

Braccianese in balia delle<br />

macchine che lo sfioravano.<br />

Ha pochissimo tempo per<br />

trovare una famiglia che lo<br />

ami per tutta la vita.<br />

Massimo 347 0816563 069942186<br />

Daniela al 347.3911127 mailto:popeyye@alice.it<br />

Gattina di 5 mesi, grigio perla,<br />

cerca casa. È stata abbandonata<br />

in un parco di Roma,<br />

l’abbiamo curata e sterilizzata.<br />

Ora è pronta per una<br />

nuova famiglia. È dolcissima,<br />

fa in continuazione le<br />

fusa. Chi la vuole adottare?<br />

È ancora una cuccioletta!<br />

SCILLA 333-6396022<br />

È un cagnolino sfortunato,<br />

adottato da poco, rischia di rientrare<br />

in canile! Non ha nessuna<br />

colpa se non quella di soffrire<br />

di incontinenza. Questo dolce<br />

schnautzer nano, dolcissimo e<br />

socievole, subirà un forte trauma<br />

se non dovesse ritrovare al più<br />

presto una nuova famiglia. È comunque autosufficiente.<br />

MA<strong>TR</strong>ICOLA 1606-06 CANILE MURATELLA Adozione<br />

349/3686973<br />

Olaf: incrocio lupoide di circa<br />

due anni, è in canile da quando<br />

aveva solo pochi mesi e sta<br />

continuando a crescere senza<br />

conoscere il calore umano e<br />

senza avere la possibilità di<br />

correre libero. Vive in un box<br />

chiuso…ma continua a sperare!<br />

Equilibrato e socievole con<br />

tutti. Affettuoso, vivace e tenero.<br />

Nina 339.7755954 Raffaella 347.5879364<br />

Cuccioli: C'e qualcuno di speciale<br />

per un amico speciale? Trovati<br />

6 cuccioli (5 femmine e un maschio)<br />

taglia Media, tipo Lupetto,<br />

di circa 60 giorni. STEFANIA<br />

3478924579<br />

Potete conoscerli di persona tutti<br />

i sabati al canile di Roma Muratella<br />

dalle 10 in poi dove vengono<br />

portati regolarmente per l'adozione.<br />

Bacheca Annunci<br />

Per adozioni: 349 3686973<br />

Apertura al pubblico,<br />

lunedì-sabato 10.00/14.00<br />

Ricoverati in clinica d’urgenza, servono<br />

aiuti per curarli.<br />

adozioni@associazionecanililazio.it<br />

Jitka 328 6171490<br />

con bonifico bancario:<br />

Associazione Canili Lazio Onlus<br />

c/c 2701430<br />

Banca di Roma, agenzia 090<br />

Abi: 3002<br />

Cab: 3390<br />

Cin: W<br />

FOLCO: È un meraviglioso<br />

pastore tedesco a pelo lungo,<br />

ormai quasi cieco. Sta invecchiando<br />

in canile e non ha mai<br />

conosciuto il calore di una famiglia.<br />

È chiuso in una gabbia da<br />

più di 10 anni! Aiutateci a trovargli<br />

una degna pensione.<br />

BETTY: È una giovane cagnolina,<br />

taglia medio/piccola. È dolcissima<br />

quando cerca coccole e<br />

massaggi, sdraiandosi a pancia<br />

in su. Sempre gioiosa, è uno<br />

spettacolo vedere come sta letteralmente<br />

"appiccicata" a<br />

qualsiasi persona le si avvicini.<br />

BRANDO: Bel derivato di<br />

pastore tedesco, biondo. Cane<br />

gestibile ed affidabile, pieno di<br />

vita ma anche educato. La sua<br />

mole è proporzionale alla delicatezza<br />

dei suoi movimenti.<br />

SORRISO: È un cane adulto,<br />

estremamente affettuoso con<br />

l'essere umano, allegro e solare,<br />

ma anche ubbidiente e<br />

misurato.<br />

con versamento postale:<br />

Associazione Canili Lazio Onlus<br />

c/c 77251890<br />

Poste Italiane, Agenzia Roma Prati<br />

Abi: 7601<br />

Cab: 03200<br />

Cin: U<br />

PIE<strong>TR</strong>O: Allegro, adora giocare<br />

con l'acqua e con la palla,<br />

come tutti i pastori tedeschi. Ha<br />

molto bisogno di un padrone<br />

come punto di riferimento.<br />

GIOCONDO: È davvero un<br />

tenero cane, molto bello e dal<br />

pelo soffice e sempre pulito. È<br />

un cane equilibrato e socievole,<br />

non tira al guinzaglio ed è facilmente<br />

gestibile.<br />

ALBA: Maremmana adulta,<br />

buonissima, non tira al guinzaglio<br />

e non mostra nessun problema<br />

con gli altri cani, maschi<br />

o femmine che siano. Socievole<br />

e tranquilla, è adatta ad ogni<br />

situazione.<br />

ARGO: Inizialmente confuso<br />

per un derivato chow chow,<br />

appartiene in realtà alla razza<br />

Eurasier, pregiatissima in Italia.<br />

Esistono solo pochi esemplari,<br />

generalmente posseduti da<br />

amatori. La lingua blu è una<br />

sua caratteristica. Ha un carattere<br />

forte e quindi è indicato ad<br />

esperti della razza.<br />

ARAMIS: È un cane giovane di<br />

taglia medio grande, con uno<br />

sguardo molto intenso. Molto<br />

buono, avrebbe bisogno di trovare<br />

una persona che gli dia<br />

l'affetto che merita...Fatti rapire<br />

dal suo sguardo!<br />

INVIACI SEGNALAZIONI, SMARRIMENTI O ANNUNCI PER ADOZIONI A<br />

animali@ilperiodico.it<br />

E NOI PROVVEDEREMO AD INSERIRLI NELLA BACHECA ANNUNCI DEL PROSSIMO NUMERO.


CONSIGLIO REGIONALE INFORMA<br />

Clikkiamo il futuro: confronto tra giovani e istituzioni<br />

Presso una scuola di Roma, la scuola media Ulderico<br />

Sacchetto, gli studenti hanno incontrato le<br />

Istituzioni: il Presidente del Consiglio della regione<br />

Lazio, On. Guido Milana e la Polizia di Stato,<br />

nello specifico la Polizia Postale. Un incontro<br />

importante per i giovani della scuola media per<br />

capire meglio internet, la cosiddetta rete, e saperla<br />

padroneggiare evitando rischi e pericoli. Di<br />

seguito riportiamo alcuni stralci di tale incontro.<br />

Nella prima parte è stato il presidente del<br />

consiglio regionale a rispondere alle domande dei<br />

giovani. La sua premessa è stata: “Cari giovani<br />

sono contento di essere qui con voi, perché come<br />

vedete è proprio vero, la politica è cambiata e si<br />

avvicina sempre di più ai cittadini cercando di<br />

eliminare quel gap di comunicazione e vicinanza.<br />

A prescindere dai qualunquisti oggi chi fa politica<br />

seriamente e con passione non può prescindere<br />

dalla disponibilità verso gli elettori e dalla<br />

partecipazione, soprattutto ascoltando. Oggi io<br />

sono venuto a trovarvi per ascoltarvi. Vorrei aggiungere<br />

che la regione ha un rapporto forte con<br />

i giovani, infatti esiste il Forum a loro dedicato.<br />

Spesso le scolaresche visitano il consiglio regionale,<br />

e invito anche voi a visitarci. Un’altra nostra<br />

iniziativa è la carta giovani, tale strumento<br />

Stefano De Lillo, consigliere di Forza Italia alla<br />

Regione Lazio, ha dichiarato:<br />

“Dopo quella per i rifiuti e per le mozzarelle in<br />

Campania, il Pd e tutto il centrosinistra dovranno<br />

rendere conto agli Italiani e ai Romani della figuraccia<br />

internazionale procurata dal degrado del<br />

patrimonio archeologico romano descritto con<br />

realismo dall’articolo del New York Times sul Parco<br />

dell'Appia Antica. È singolare che il Parco sia<br />

ancora dotato di così scarso personale e manutenzione<br />

dopo che il duo "piddino" Rutelli-Veltroni<br />

si è alternato alle poltrone di Sindaco di<br />

30 eur:torrino:news<br />

permette di avere benefici diretti come sconti su<br />

spettacoli teatrali, cinema, ma anche un luogo<br />

virtuale di partecipazione dei ragazzi”.<br />

Uno dei ragazzi della scuola pone la seguente domanda<br />

al Presidente del consiglio Milana:<br />

“Presidente come intendono le istituzioni diffondere<br />

questo nuovo modo di comunicare che è internet<br />

?”<br />

Risposta del presidente del consiglio Milana:<br />

“Internet poteva creare una grossa spaccatura,<br />

molto più profonda tra paesi ricchi e poveri, ma<br />

non è stato così. Grazie alla rete sta avvenendo il<br />

contrario e il Nord del mondo si sta avvicinando<br />

al Sud, quindi una straordinaria risorsa per l’umanità<br />

di comunicare in tempo reale, ma anche e<br />

soprattutto per il lavoro. Un operario in Perù può<br />

lavorare allo stesso progetto con un operaio italiano<br />

e un indiano. Tutto ciò grazie a internet.<br />

Internet permette di comunicare, scambiare opinioni<br />

e avere amici a distanze infinite e soprattutto<br />

farlo in tempo reale. Internet, la rete: un<br />

mezzo potente e utilissimo, colonna portante del<br />

prossimo futuro, ma che dalla stessa parola rete<br />

presuppone buchi, falle, dove possono annidarsi<br />

pericoli e individui senza scrupoli. Tale strumento<br />

si può utilizzare per il bene ma anche per il<br />

Stefano De Lillo, consigliere di Forza Italia alla<br />

Regione Lazio, ha dichiarato:<br />

“L’incapacità del centrosinistra di governare lo<br />

smaltimento dei rifiuti e la crisi della Campania<br />

sta mettendo ingiustamente in crisi allevatori di<br />

bufale e produttori di mozzarella del Lazio: dobbiamo<br />

impedirlo, perché il latte di bufala della<br />

nostra regione è sano. Il problema è che i consumatori<br />

italiani ed esteri non lo sanno perché il<br />

prodotto non è conosciuto come locale dato che<br />

non esiste un marchio che identifichi la mozzarella<br />

di bufala del Lazio. Eppure la mozzarella di<br />

bufala è prodotta nella nostra Regione da tempi<br />

immemorabili, quando mandrie di bufale venivano<br />

allevate nelle paludi pontine e nella valle del-<br />

Roma e di Ministro per i Beni Culturali. Ed è bizzarro<br />

che in una città come Roma il centrosinistra<br />

che amministra la città da quindici anni non abbia<br />

pensato di fronteggiare le invasioni di immigrati<br />

clandestini che si accampano nei parchi dotando<br />

le Forze dell'Ordine di procedure e normative<br />

che consentano lo sgombero degli accampamenti<br />

già nella fase di formazione. Prendiamo atto<br />

che l'attenzione di Rutelli e Veltroni si è fissata<br />

in questi anni sui film ed ha dimenticato le<br />

cronache ed i documentari sulla realtà di Roma,<br />

prendiamo atto che lo sguardo dei due esponenti<br />

del Pd si è concentrato su Cinecittà e non è<br />

male, quindi bisogna essere bravi nel padroneggiare<br />

la rete per fini importanti ma sapendo riconoscerne<br />

i pericoli.<br />

Ascoltando i consigli delle Istituzioni come la<br />

Polizia di Stato e mettendole in pratica i rischi<br />

vengono minimizzati”.<br />

Mozzarella – De Lillo (FI): Istituire marchio mozzarella di bufala nel Lazio<br />

On. Stefano De Lillo<br />

New York Times – De Lillo (FI): Degrado Appia Antica<br />

merito del centrosinistra<br />

] a cura della Redazione [<br />

On. Guido Milana<br />

l'Amaseno, ed è quindi un prodotto autoctono,<br />

autonomo e soprattutto tipico che però non è distinto<br />

da quello della Campania. Per questo bisogna<br />

al più presto identificare non uno ma due<br />

fattori di produzione della mozzarella, e cioè area<br />

di produzione del latte e area di trasformazione<br />

in mozzarella, bisogna poi certificare filiera produttiva<br />

e controlli ed infine racchiudere il tutto<br />

in un ‘pacchetto’, il marchio, che è l'unica garanzia<br />

efficace per il mercato, Ma fin da subito è indispensabile<br />

che la Giunta si impegni con la massima<br />

efficacia a spiegare ai consumatori che il<br />

prodotto del Lazio è diverso da quello della Campania,<br />

e che la Regione è impegnata a tutelarlo”.<br />

arrivato neanche al confinante Parco dell'Appia<br />

Antica, ignorando perfino le continue denunce<br />

di Forza Italia e dell'opposizione, in particolare in<br />

IX Municipio ed in Campidoglio. Per Roma e l'Italia<br />

questo ha significato l'ennesima figuraccia,<br />

stavolta per l'incapacità di conservazione di un<br />

patrimonio archeologico e paesaggistico che tutto<br />

il mondo ci invidia: una figuraccia che purtroppo<br />

non può essere smentita visto l'effettivo e<br />

documentato degrado del Parco, e che è dovuta<br />

all'incapacità amministrativa che appare ormai<br />

connaturata al centrosinistra e al Pd e che i romani<br />

e gli italiani non meritano”.


Presentata la Gazzetta Amministrativa dei Comuni e delle Province<br />

Una sorta di Gazzetta ufficiale offrirà assistenza, informazione e formazione agli enti locali<br />

È stata presentata oggi a Roma, nella sede del<br />

Tar del Lazio, la Gazzetta Amministrativa dei<br />

Comuni e delle Province d’Italia - Sezione Regione<br />

Lazio. Realizzata da Anci Lazio con Upi,<br />

Uncem e Consiglio regionale del Lazio, essa racchiude<br />

norme regionali, ma anche sentenze di<br />

Tar, Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Una<br />

sorta di Gazzetta Ufficiale regionale, un Trimestrale<br />

di informazione e formazione giuridica dei<br />

Comuni e delle Province d’Italia in grado di dare<br />

assistenza e fornire formazione e informazione<br />

agli amministratori degli enti locali del Lazio.<br />

“La Gazzetta Amministrativa - ha commentato il<br />

presidente del Consiglio regionale del Lazio, Guido<br />

Milana, nel corso della cerimonia di presentazione<br />

- è uno strumento figlio di genialità e passione.<br />

È geniale perché è qualcosa che po teva essere<br />

pensato prima, nasce in un momento di riposizionamento<br />

dei poteri, ma è anche figlia della<br />

passione di persone che hanno lavorato per questo,<br />

per la battaglia di protagonismo degli enti locali”.<br />

“Agli enti locali - prosegue - forniamo uno strumento<br />

che aiuterà l’intero sistema a ‘soccombere’<br />

un po' meno. Sarà luogo privilegiato di confronto<br />

tra enti locali e regioni. I problemi vanno<br />

risolti là dove sorgono e la Gazzetta può essere<br />

strumento per fare tutto questo, giacché i cittadini<br />

hanno adesso un luogo per consultare documenti<br />

e atti utili alla realtà socio-economica della<br />

Regione”.<br />

Per Milana, il trimestrale costituisce uno strumento<br />

utile anche “a chi si avvicina - ha detto -<br />

alle professioni legate al diritto e anche a chi<br />

vuole costruire una carriera politica. È uno strumento<br />

nel quale i cittadini trovano un supplente<br />

alle vecchie scuole di partito. È un punto di consultazione<br />

e un luogo privilegiato di incontro e<br />

confronto con le istituzioni locali ed accompagnerà<br />

la nuova stagione di trasferimento delle<br />

funzioni agli enti locali, contribuendo ad evitare<br />

il neocentralismo regionale”.<br />

“Con questo strumento di supporto - ha aggiunto<br />

il presidente del Tar del Lazio Pasquale De Lise<br />

- vogliamo offrire un contributo utile e un quadro<br />

completo della nostra giurisprudenza alle<br />

amministrazioni locali. Il Tar del Lazio deve essere<br />

aperto alle amministrazioni”.<br />

“L’obiettivo prioritario della rivista – ha dichiarato<br />

l’avvocato Enrico Michetti, direttore del trimestrale<br />

- è quello di promuovere, nel pieno<br />

rispetto dei ruoli, una efficace collaborazione tra<br />

le autonomie locali, l’associazionismo a queste<br />

collegato, la magistratura amministrativa e contabile<br />

e gli altri organi del comparto degli enti<br />

locali. La pubblicazione è rivolta specificamente<br />

ad amministratori e dirigenti degli enti locali e<br />

viene redatta da un comitato scientifico composto<br />

da docenti universitari, magistrati, avvocati<br />

amministrativisti, dirigenti e segretari comunali<br />

che mettono a disposizione competenza ed espe-<br />

rienza acquisite sul campo, per fornire servizi più<br />

efficienti”.<br />

“Servirà a dirimere i dubbi sulle controversie di<br />

interesse degli enti locali - ha concluso il presidente<br />

di Anci Lazio Francesco Chiucchiurlotto. Si<br />

tratta di un progetto condiviso da tutte le rappresentanze<br />

dell'associazionismo e ha l’ambizione<br />

di mettere insieme, assistenza, formazione e<br />

informazione, soprattutto ai piccoli Comuni, lontani<br />

e disagiati e con poche risorse sotto il profilo<br />

umano ed economico”.<br />

Sanità, con l’odontoambulanza la prevenzione arriva nelle case dei<br />

cittadini più deboli e svantaggiati<br />

Dai volontari della Simo e i medici dell’ospedale George Eastman oltre 40 visite ad Olevano Romano<br />

L’odontoambulanza dell’ospedale George Eastman<br />

è giunta ad Olevano Romano. L’iniziativa,<br />

patrocinata dall’assessore alle politiche sociali<br />

Maurizio Bonuglia e dalla Presidenza del Consiglio<br />

regionale del Lazio, ha portato in piazza<br />

Laudenzi l’ Unità Operativa Odontostomatologia<br />

Domiciliare Regionale per una giornata di prevenzione<br />

delle malattie della bocca. Nell’arco<br />

della giornata i volontari della Simo (Società<br />

Italiana Maxillo Odontostomatologica), che<br />

lavorano in stretta sintonia con i medici dell’ospedale<br />

Eastman, hanno effettuato oltre 40 visite<br />

con diagnosi di lesioni precancerose per 5<br />

diversi pazienti. Le visite mediche sono state<br />

precedute da una conferenza tenuta dal professor<br />

Mauro Orefici e dal dottor Francesco Cianfriglia,<br />

della Simo, che hanno spiegato in modo<br />

concreto i punti salienti della corretta prevenzione<br />

attraverso visite autoguidate per prevenire<br />

le malattie tumorali della bocca.<br />

“La prevenzione – spiega il professor Orefici,<br />

presidente della Simo – ha una forte valenza<br />

anche sotto il profilo dell’economia. Il progetto<br />

di odontoiatria domiciliare, infatti, oltre a vantare<br />

il primato nella prevenzione delle malattie<br />

della bocca ha il primato del risparmio della<br />

spesa sanitaria”.<br />

“In questo momento – aggiunge il presidente<br />

del Consiglio regionale Guido Milana – in cui si<br />

è costretti a convivere con il duro piano di rientro<br />

della spesa sanitaria, iniziative di questo<br />

genere sono fondamentali perché, laddove mancano<br />

strutture pubbliche odontoiatriche, non è<br />

più il cittadino che va in ospedale ma l’ospedale<br />

che arriva nella casa del cittadino”.<br />

Particolare soddisfazione per l’arrivo dell’odontoambulanza<br />

è stata espressa dal sindaco di Olevano<br />

Guglielmina Ranaldi e dall’assessore Bonuglia<br />

il quale spiega: “si tratta del quarto appuntamento<br />

di prevenzione dopo quelli sulle malattie<br />

dermatologiche dei giovani, sulle malattie<br />

cardiache e sul tumore al seno. Contestualmente<br />

all’odontoambulanza dell’ospedale Eastman si<br />

è tenuta ad Olevano anche “Cuore di donna”, la<br />

giornata di prevenzione per malattie del cuore<br />

nelle donne”.<br />

Un tema, quello della prevenzione, che vede il<br />

comune di Olevano particolarmente impegnato<br />

anche per il futuro. “Vogliamo evitare – sottolinea<br />

Bonuglia – che sia una giornata fine a sé<br />

stessa, occorre dare continuità. È per questo che<br />

con i volontari della Simo abbiamo concordato<br />

che l’odontoambulanza tornerà in paese con<br />

cadenza periodica per effettuare visite nelle<br />

scuole, nella casa famiglia, nel centro anziani e<br />

nelle case delle famiglie appartenenti ai ceti più<br />

deboli e savantaggiati”.<br />

eur:torrino:news 31


Su e giù per il Lazio:<br />

] a cura di Marta Cecchini [<br />

Da visitare:<br />

• Porta S. Maria, particolare per due<br />

bassorilievi che rappresentano la rivolta<br />

popolare contro la famiglia di<br />

Orvieto dei Monaldeschi e che mostrano<br />

la figura del leone con la testa<br />

di un uomo tra gli artigli.<br />

• La pittoresca Piazza San Donato,<br />

con una pavimentazione a breccia<br />

mista a terriccio, che ti catapulta indietro<br />

di almeno quattrocento anni.<br />

• La romanica Chiesa di S. Donato<br />

(il Duomo), dove sono custoditi all’interno<br />

un Crocefisso ligneo del<br />

‘400, dalle proprietà miracolose, appartenente<br />

alla scuola di Donatello, e<br />

un affresco della scuola del Perugino.<br />

• La Grotta di San Bonaventura, scavata<br />

nel tufo, che è un’antica tomba<br />

a camera etrusca, posta a balcone su<br />

Civita, a strapiombo sulla valle. A<br />

questo luogo è legata la leggenda<br />

che narra la guarigione miracolosa di<br />

Bonaventura, ancora adolescente,<br />

per intercessione di San Francesco,<br />

invocato dalla madre. Commossa dal<br />

miracolo, la madre di Bonaventura,<br />

promise al Santo, la vita del proprio<br />

figlio al servizio completo di Dio: e<br />

così fu.<br />

• Il Palazzo Vescovile, un mulino del<br />

'500 e la casa di San Bonaventura.<br />

•I palazzi rinascimentali dei Colesanti,<br />

dei Bocca e il palazzo Mazzocchi<br />

caratteristici per le case basse<br />

con balconcini e scalette esterne<br />

dette “profferli”, tipiche dell’architettura<br />

viterbese del Medioevo.<br />

Prodotti tipici:<br />

Tipica del luogo, la lavorazione della<br />

carne suina: prosciutto, salsiccia, capocolli<br />

e lombetti, pancetta arrotolata<br />

con spezie e aromi, porchetta. Il<br />

piatto tipico: le fettuccine con il sugo<br />

di interiora di pollo.<br />

32 eur:torrino:news<br />

Civita di Bagnoregio<br />

…la città che muore<br />

«L'antico borgo è condannato. Pochi anni ancora, forse dieci, forse venti, forse pochi mesi, e poi la fine è sicura...<br />

Che resista ancora, appollaiato sul tufo, circondato da tutte le parti solo d'aria, come un uccello sulla punta più alta<br />

e inaridita di un paesaggio morto...che resista ancora, sbranato dai terremoti, corroso dalle acque,...<br />

è più miracolo che cosa vera, più leggenda che realtà.<br />

surreale di Civita di Bagnoregio vi trascinerà in un’epoca lontana, dove il caos cittadino e il rumore<br />

assordante delle macchine non turbano la profonda quiete di un singolare paesaggio dalle calde e fredde sfu-<br />

L’atmosfera<br />

mature. Nata su un terreno instabile, Civita sta lentamente scomparendo tra i colori tetri dei calanchi argillosi<br />

e quelli dorati del tufo. Di tutto questo splendore ne resterà solo un miraggio: il processo erosivo in corso è inarrestabile<br />

e spietato, come lo sono i due torrenti che scorrono nelle valli circostanti e la forza degli agenti atmosferici che<br />

finiranno per cancellare la sua immagine. Situata su uno sperone di roccia a 443 metri s.l.m., è collegata al resto del<br />

mondo da un angusto ponte di cemento di 300 metri: l’unico contatto con l’esterno. Alle origini, fortezza inespugnabile,<br />

Civita è oggi segnata dalla tragedia del primo terremoto del 1695 che ha creato ingenti danni alle abitazioni e alla<br />

struttura del borgo. Il susseguirsi di altre frane e terremoti negli anni successivi, hanno costretto la maggioranza della<br />

popolazione a lasciare la città, oggi abitata solamente da qualche nucleo familiare. Benvenuti nella città fantasma.<br />

Feste religiose e popolari<br />

Nel mese di Agosto, a Civita, si tiene la rassegna di teatro,<br />

danza e musica, Civit'arte, dove gli attori e il pubblico<br />

diventano protagonisti assoluti sopra il palcoscenico,<br />

allestito nella piazza principale. Fa parte ormai da<br />

anni della tradizione di Civita, il Palio della Tonna, che si<br />

svolge nel borgo due volte all’anno, la prima domenica di<br />

giugno e la seconda domenica di settembre: la corsa dei<br />

somari con fantino, in onore del somaro considerato, all’epoca<br />

del paganesimo, un animale intelligente. Verso la<br />

metà di Ottobre, si offrono le caldarroste ai turisti di<br />

passaggio, in occasione della Festa della castagna. Diverse<br />

sono anche le festività religiose: nel periodo natalizio<br />

fino alla Befana, il suggestivo Presepe Vivente, con<br />

oltre 50 figuranti in costume per rappresentare le vicende<br />

di Maria e Giuseppe, tra effetti scenografici straordinari;<br />

la Processione del Venerdì Santo e la Sacra rappresentazione<br />

della Passione di Cristo.<br />

Visite nel Borgo<br />

Il panorama più suggestivo è offerto dal cosiddetto “Belvedere<br />

di Peppone”, un terrazzino appartenente alla casa<br />

medievale di un abitante che durante la visita del posto<br />

troverà, sicuramente, il modo di contattarvi per ricevere<br />

in cambio la meritata piccola offerta. Vi attende<br />

uno spettacolo senza paragoni sulla Valle dei calanchi<br />

che, al tramonto, si colora di tonalità particolari.<br />

Attenzione alle escursioni azzardate tra i calanchi, che<br />

sono oggi molto pericolosi, visti i sentieri impraticabili.<br />

Informatevi presso le associazioni escursionistiche della<br />

zona e presso la Pro-loco di Bagnoregio al numero<br />

0761/780833 per partecipare alle visite guidate sul posto.<br />

I calanchi<br />

Il terreno della valle forma delle vere e proprie sculture<br />

naturali, delle esili “lame di argilla” che si ergono verso il<br />

cielo. Queste altissime guglie di tufo e argilla, svettanti,<br />

testimoniano una storia geologica antichissima che ha<br />

inizio all’era del Pleistocene inferiore. Parliamo di circa<br />

1.700.000 anni fa, quando si sarebbe formata, secondo<br />

studi geologici, la base argillo-sabbiosa di origine marina:<br />

il primo deposito che rappresenta la base dove sorge<br />

Civita. In seguito all’attività vulcanica dei Monti Vulsini<br />

(880.000 anni fa), il materiale lavico e tufaceo si è depositato<br />

formando, con il passare degli anni, alti speroni<br />

di roccia.<br />

Il borgo<br />

Veduta di Civita di Bagnoregio<br />

Leone di Porta Santa Maria


Planet Flowers ]<br />

Le Orchidee<br />

Il nome “orchidea” compare per la prima volta in<br />

un trattato di botanica farmaceutica scritto da<br />

Teofrasto, filosofo dell’antica Grecia (VI – V sec.<br />

a.C). Nella descrizione si parla di alcune piante<br />

con la caratteristica di avere, alla base delle radici,<br />

due tubercoli rotondeggianti. Il filosofo decise<br />

di battezzare la pianta con il nome "Orchis", in<br />

greco “testicoli”, per la palese somiglianza con i<br />

testicoli dell’uomo. Da qui, il nome Orchidea che<br />

nel linguaggio dei fiori è il simbolo della sensualità<br />

e dell’eleganza.<br />

L’orchidea fa parte della specie zoogama, vale a<br />

dire che dipende esclusivamente dagli insetti (o<br />

da altri animali) per l'impollinazione. I variopinti<br />

fiori di orchidea possono assumere, in virtù del<br />

loro polimorfismo, innumerevoli forme. Hanno una<br />

tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali<br />

superiori e tre petali inferiori; uno di questi,<br />

detto labello, si differenzia per formato dagli altri<br />

in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le<br />

dimensioni e il colore del labello, unitamente alla<br />

forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua<br />

base, mutano a seconda delle diverse specie.<br />

La pianta delle orchidee può essere posizionata<br />

all’interno dell’abitazione, vicino ad una fonte luminosa,<br />

all’ombra, sempre al riparo dai raggi del<br />

sole, ed esponendola ad una giusta ventilazione.<br />

Durante il periodo invernale, tenerla dietro i vetri<br />

della finestra, al riparo dal freddo o per chi ha la<br />

34 eur:torrino:news<br />

possibilità, in serra. Ricordate di collocare il vaso<br />

sopra un vassoio con ghiaia o argilla espansa inumidita,<br />

evitando che l’acqua venga a contatto con<br />

il fondo del vaso. Nella scelta del vaso, consigliamo<br />

la plastica, per evitare una eccessiva concentrazione<br />

dei sali fertilizzanti.<br />

Dopo la fioritura delle orchidee, la pianta va tenuta<br />

a riposo per 1 o 2 mesi, bagnandola senza l’uso<br />

di fertilizzanti.<br />

Generalmente si annaffiano al mattino e frequentemente,<br />

con l’acqua a temperatura ambiente, tenuta<br />

a riposo per almeno 24 ore. Per il terriccio si<br />

usa come base il bark (corteccia di Duglas, una<br />

conifera senza resina) miscelata a torba, sabbia<br />

perlite o polistirolo espanso. Si possono utilizzare<br />

i concimi, purché siano specifici per la pianta con<br />

titoli dichiarati e con microelementi.<br />

Per la cura delle orchidee, ricordatevi di togliere<br />

dalla pianta i fiori appassiti, evitando che l’acqua<br />

e gli antiparassitari possano macchiare i fiori. Se<br />

poi la cocciniglia dovesse attaccare la pianta, usate<br />

il cotton fioc imbevuto d’alcool denaturato per<br />

rimuovere il parassita.<br />

Dal 24 al 27 <strong>Aprile</strong>, a Monteporzio Catone, si terrà<br />

la manifestazione floreale “Orchidee in centro”,<br />

una vasta esposizione di orchidee provenienti da<br />

tutto il mondo che sarà l’ospite d’eccellenza nelle<br />

vecchie cantine della città. Grandi le possibilità<br />

anche per gli acquirenti che vogliono approfittare<br />

dell’iniziativa per fare acquisti floreali nella piazza<br />

principale, tra le appetitose degustazioni locali<br />

eno-gastronomiche, offerte per l’occasione.<br />

a cura di Marta Cecchini [


TORRINO SPORTING CENTER:<br />

Paradiso dello sport e del relax<br />

IL PARADISO SPORTIVO DI 20.000 MQ a pochi passi dall'Eur, centro<br />

di riferimento per tutti coloro che desiderano dedicare del<br />

tempo prezioso alla propria salute fisica e mentale, migliorando la<br />

qualità di vita. Un lungo passato alle spalle di benessere e passione per<br />

lo sport, che risale al lontano 1988 con il calcio a 5, guadagnandosi la<br />

fama del mitico <strong>Torrino</strong> Sporting Club vincitore di 2 campionati di serie<br />

A, rimasto nella storia per le 5 coppe Italia vinte e per due partecipazioni<br />

alla Coppa dei Campioni. Da questa esperienza vincente sono iniziati<br />

i lavori per la costruzione del Centro, gioiello al servizio degli sportivi<br />

e di tutti i cittadini, inaugurato nel 1992, data d'inizio di una nuova<br />

ed entusiasmante avventura sportiva.<br />

Personal trainer all'avanguardia, attrezzature moderne ed efficienti, un<br />

arredamento curato nel particolare per rendere il vostro soggiorno confortevole<br />

e rispondere alle esigenze diversificate dei soci. Il Centro,<br />

interamente climatizzato, è attualmente dotato di 5 palestre, di 5 campi<br />

in terra rossa con scuola SAT per bambini e adulti seguiti da maestri<br />

della Federazione Tennis, un campo di pallavolo e tre di calcio a 5.<br />

Durante l'estate la piscina del Centro sportivo diventa il centro estivo<br />

di riferimento delle famiglie della zona per i ragazzi dai 4 ai 14 anni.<br />

Non mancano grandi spazi dedicati anche all'intrattenimento, come il<br />

bar, il ristorante e le sale riunioni, dove è possibile organizzare colazioni<br />

di lavoro, feste ed eventi importanti. L'estensione del Centro, sede<br />

di rilevanti manifestazioni sportive come il Roma Challenger di Tennis,<br />

offre un carnet variegato di attività al passo con i tempi e con le esigenze<br />

di fitness dell'intera area, tra cui yoga, pilates matwork, aero<br />

kombat, total body, step toning e una seria preparazione pugilistica,<br />

con l'ausilio di insegnanti qualificati ISEF.<br />

APERTO 7 GIORNI SU 7<br />

dal Lunedì al Venerdì<br />

7.30/23.00<br />

Sabato e festivi<br />

9.00/21.00<br />

E per combattere lo stress lavorativo<br />

quotidiano, ecco la risposta giusta:<br />

<strong>Torrino</strong> Sporting Center, paradiso<br />

dello sport e del relax,<br />

per riequilibrare<br />

l'anima, il corpo e la mente.<br />

Oltre alle lezioni di danza classica e moderna, si possono praticare le<br />

arti marziali tra cui la Capoeira, l'arte marziale brasiliana, la kick boxing,<br />

e il karate.<br />

Fra le molteplici attività, la prestigiosa scuola di ballo del maestro Toni<br />

Regano con i suoi corsi standard, latini (Rumba, Jive, Cha-cha-cha,<br />

Paso Doble), tango argentino e balli di gruppo. Si aggiungono inoltre i<br />

corsi invernali di Lazaro Martin Diaz, che tra passi di salsa cubana, insegna<br />

portamento e ritmica a uomini e a donne.<br />

Prima dell'iscrizione sono previste lezioni gratuite per farvi conoscere le<br />

diverse possibilità offerte dal <strong>Torrino</strong> Sporting Center convenzionato<br />

con Enti quali Ministeri, Banche e Forze dell'Ordine.<br />

www.torrinosportingcenter.it<br />

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TEL. 06/52.95.884 - 52.95.886<br />

FAX 06/52.01.417


Il Salvagente<br />

Giornalino a cura dei ragazzi<br />

di ogni ordine e grado scolastico<br />

riceviamo e pubblichiamo:<br />

Villa Malta o Villa delle Rose<br />

] di Claudia Conti [<br />

La villa, romanticamente definita delle Rose, è<br />

quasi nascosta dal verde e dal muro di recinzione<br />

tra Via Sistina e Via Francesco Crispi. Il suo carattere<br />

intimo e l’essere inserita nel cuore della<br />

città, presso Trinità dei Monti e vicina a Villa<br />

Borghese, l’ha resa assai godibile e apprezzata<br />

dai numerosi ospiti stranieri che l’hanno abitata.<br />

Il primo ospite, alla fine del settecento, fu Goethe,<br />

che vi soggiornò per motivi sentimentali: la<br />

sua amica Angelica Kauffmann abitava infatti a<br />

Via Sistina. La tradizione vuole che una delle due<br />

palme poste nel giardino siano nate da Phoenix<br />

dattilifere donate da Goethe ad un amico poco<br />

prima che partisse da Roma nel 1788. Alla fine<br />

del XVIII secolo la Villa fu luogo di riunione di<br />

artisti tedeschi dimoranti a Roma, cioè il circolo<br />

artistico tedesco, attivo fino alla prima guerra<br />

mondiale. Fra le celebrità di Villa Malta ricordiamo<br />

l’ultimo re romantico Luigi I di Baviera, che<br />

pare si trovasse così bene a Roma e nella villa da<br />

esclamare: “Qui io amo, qui sento e credo, qui<br />

l’uomo vive in piena beatitudine”. Da una deliziosa<br />

veduta di Villa Malta appare in lontananza,<br />

incorniciato dal verde e dai pini, il complesso del<br />

Quirinale. La villa sorse dove esisteva un palazzetto<br />

con viridario di proprietà Orsini e nell’area<br />

degli Horti Luculliani sul Pincio; nelle piante appare<br />

come “Giardino del Pino” (per un altissimo<br />

pino esistente) o “Giardino di Malta” (perché fu<br />

dimora di un rappresentante dell’Ordine di Malta<br />

a Roma). Dal 1581 il palazzo di proprietà degli<br />

Orsini, passò a vari proprietari. I confinanti Frati<br />

Minimi della Santissima Trinità dei Monti ottennero<br />

il diritto di prelazione sulla proprietà e<br />

l’acquisirono: all’epoca la villa era composta da<br />

vari edifici, civili e rustici, ed era divisa in più orti.<br />

Risale al tempo dei Minimi la costruzione del<br />

semplice Casino a un piano con torre belvedere<br />

quadrangolare che si staglia, tuttora, su via Francesco<br />

Crispi. Dal 1611 in poi la villa passò a vari<br />

affittuari e subaffittuari che la resero famosa. Fra<br />

Influenze psicologiche nell'uso del colore<br />

] di Edoardo Petroni [<br />

38 eur:torrino:news<br />

I colori influiscono molto sulla psiche umana,<br />

ancor di più nei luoghi dove passiamo molte ore<br />

della nostra giornata. L'uso del colore dovrebbe<br />

essere diverso a seconda della sua influenza sulla<br />

psiche.<br />

La prima grande suddivisione dei colori è quella<br />

tra caldi e freddi.<br />

Ai caldi appartengono il giallo, il rosso e l'arancione,<br />

oltre a tutte le gamme intermedie di rosa,<br />

aranciati ecc. Sono colori attivi, positivi, vicini.<br />

Sono detti colori salienti perché sembrano uscire<br />

dalla superficie, e sono associati all'azione, alla<br />

sonorità e al moto continuo.<br />

I colori freddi (azzurro, blu, indaco e viola) sono<br />

calmi, passivi, negativi, lontani, spingono alla<br />

meditazione. Poiché sembrano sprofondare nella<br />

superficie sono detti rientranti. Anche la percezione<br />

della durata del tempo cambia: il rosso "al-<br />

questi la regina Maria Casimira di Polonia che,<br />

desiderando di acquistarla e avendo avuto un rifiuto<br />

da parte dei Minimi, fece costruire il famoso<br />

cavalcavia lungo Via Sistina (Arco della Regina)<br />

per poter raggiungere il giardino di Villa Malta<br />

dal Palazzo Zuccari dove abitava. Nel 1818 lo<br />

scultore svedese Bystrom migliorò la villa e i suoi<br />

giardini, facendo fare un accesso da Via Sistina<br />

mediante una strada “a cordonata”, nei giardini<br />

fu creato il motivo di un labirinto di verde. Nel<br />

1827 Bystrom cedette i suoi diritti sulla Villa a<br />

Luigi di Baviera. Villa Malta, che era stata centro<br />

di vita artistica e intellettuale, soprattutto della<br />

colonia tedesca a Roma, cominciò ad essere meno<br />

accessibile, e frequentata soltanto quando il<br />

re era presente a Roma. La proprietà reale fu venduta<br />

nel 1878 ad un principe russo che trasformò<br />

completamente l’antica semplice villetta con ampliamenti.<br />

Scomparve la torre, il grande salone fu<br />

decorato da un ricco soffitto e da un camino di<br />

marmo che il conte acquistò dagli Altemps, un<br />

pezzo di valore che non si era mai visto in una<br />

casa di campagna. I giardini furono adornati di<br />

rose, di qui il nome di Villa delle Rose. Dopo l’ultima<br />

guerra cattolica”. I Gesuiti trasformarono il<br />

salone in cappella, lasciando la decorazione del<br />

pavimento e delle pareti, mentre il camino fu trasferito<br />

nella sede della Snia Viscosa, in Via Sicilia<br />

162, dove fu adibito a fontana.<br />

lunga" il tempo, l'azzurro lo "diminuisce". Così anche<br />

le dimensioni sembrano variare: il rosso "ingrossa"<br />

gli oggetti, l'azzurro li "rimpicciolisce".<br />

Presi singolarmente, i colori comunicano sensazioni<br />

molto diverse.<br />

Verde<br />

Il verde, che dovrebbe essere un colore né caldo<br />

né freddo, per sua natura appartiene un po' di<br />

più alla seconda categoria, forse perché richiama<br />

alla mente l'acqua, la sensazione dell'umidità.<br />

Una quantità eccessiva di verde nell'arredamento<br />

può rendere l'ambiente troppo stagnante, perché<br />

è un colore che possiede un'energia molto densa,<br />

pesante. Il verde oliva incupisce l'ambiente, va<br />

quindi usato con molta moderazione. Il nero non<br />

deve mai essere accostato al verde, ne risulta<br />

un'atmosfera di tensione.


Rosso<br />

Il rosso è molto eccitante e, se impiegato su larghe<br />

superfici, è meglio limitarlo alle sue sfumature<br />

più chiare: rosa corallo, salmone, pesca. Dà la<br />

sensazione di stabilità perché si stende uniformemente<br />

sulla superficie, e attenuato dà origine a<br />

moltissime modulazioni perché molto duttile. Il<br />

porpora deve essere usato quando è necessario suscitare<br />

un senso di fermezza ma non di irritazione.<br />

Arancione<br />

L'arancione è meno eccitante del rosso, meno<br />

violento, ma su grandi superfici è sempre meglio<br />

usarlo nelle sue tonalità più chiare.<br />

Giallo<br />

Il giallo è stimolante ma non eccitante e per questo<br />

colore vale la stessa regola: meglio chiaro<br />

sulle grandi superfici. Il centro sembra più carico<br />

mentre nei contorni appare più chiaro, perché è<br />

irradiante.<br />

Azzurro<br />

L'azzurro rilassa, ma in tonalità scure è deprimente,<br />

va quindi accostato ad altri colori che lo<br />

scaldino. Il turchese funge da sedativo per i soggetti<br />

mentalmente iperattivi.<br />

Andrea Palladio. Un artista da ricordare<br />

] di Claudia Conti [<br />

Andrea di Pietro della Gondola, detto Andrea Palladio<br />

nacque a Padova nel 1508 e morì a Maser<br />

(TV) nel 1580. Figlio di un mugnaio, si trasferì<br />

giovanissimo a Vicenza lavorando come lapicida<br />

nella bottega di Giovanni da Pedemuro. Il letterato<br />

Giangiorgio Trissino gli affidò la costruzione<br />

della propria villa a Cricoli e lo introdusse nei<br />

circoli culturali veneti con il nome di Palladio.<br />

Alla sua formazione contribuirono le opere di G.<br />

Falconetto, Sammicheli, Sansovino, Giulio Romano.<br />

I viaggi compiuti con Trissino a Roma gli<br />

permisero di studiare a fondo i monumenti antichi<br />

e di conoscere la produzione dei grandi architetti<br />

attivi a Roma nel ‘500. Nel 1549 il Consiglio<br />

dei Cento di Vicenza gli affidò la ricostruzione<br />

del Palazzo della Ragione, la Basilica che<br />

venne completata nel 1614. Morto il Trissino,<br />

nel 1550 Palladio si accostò al dotto prelato veneziano<br />

Daniele Barbaro, per il quale eseguì le<br />

illustrazioni di una rivista di architettura e compilò<br />

il volume “L’antichità di Roma” che ebbe<br />

molto successo. Gli vennero affidate numerose<br />

commissioni e nel 1570, fu nominato alla prestigiosa<br />

carica di Proto della Serenissima (architetto<br />

capo della Repubblica veneta), subentrando<br />

a Jacopo Sansovino, pubblicando, nello stesso<br />

anno, “I quattro libri dell’architettura”, nei<br />

quali prende in esame i fondamenti teorici, gli<br />

edifici privati, la costruzione della città e i templi.<br />

Palladio reinterpreta i monumenti antichi in<br />

un linguaggio architettonico nuovo sia a Vicenza,<br />

che nelle ville dell’entroterra veneto dove il<br />

patriziato veneziano consolida il proprio patrimonio<br />

con la rendita fondiaria. Nascono così varie<br />

ville fra cui Villa Almerico-Capra detta La Rotonda<br />

vicino a Vicenza: la pianta è quadrata con<br />

ripartizione simmetrica degli ambienti, raggruppati<br />

intorno ad un salone circolare ricoperto da<br />

Viola<br />

Il viola, se luminoso, facilita la meditazione e l'ispirazione,<br />

può essere quindi impiegato nei luoghi<br />

adatti, ma non su grandissime superfici: studi<br />

di artisti, filosofi, luoghi di culto. Leonardo<br />

da Vinci affermò: "Il potere di meditazione può<br />

essere sino a dieci volte maggiore sotto l'azione<br />

di luce violetta attraverso i vetri colorati di una<br />

chiesa silenziosa" (Amber 1983).<br />

Violetto<br />

Il violetto è utile per sedare e dominare stati violenti<br />

di follia improvvisa: modera anche l'irritabilità<br />

e gli eccessi d'ira della persona sana.<br />

Bianco<br />

Il bianco è austero, monotono e freddo, enfatizza i<br />

volumi e le forme, mettendo in risalto gli errori e le<br />

banalità costruttive; può essere usato su grandi<br />

superfici solo se accostato a molti altri colori e forme.<br />

Bisogna tener presente che la tinteggiatura<br />

bianca, molto utilizzata, si trasforma visivamente<br />

in toni grigi se non è illuminata direttamente.<br />

Nero<br />

Il nero su grandi superfici è deprimente, ma su<br />

piccole quantità rafforza i colori vicini.<br />

una cupola. In ognuna delle quattro facciate si<br />

trova un classico pronao con colonne ioniche<br />

timpano e dentelli. È pensata come luogo di intrattenimento,<br />

su modello romano, non come<br />

centro produttivo come altre ville palladiane. La<br />

cupola centrale (11 metri di luce), che nel progetto<br />

di Palladio doveva essere emisferica, fu<br />

realizzata postuma su modello differente, rievocando<br />

le linee di quella del Pantheon romano.<br />

Oltre che nelle campagne e nella città di Vicenza<br />

di cui rinnovò il volto monumentale, Palladio fu<br />

Grigio<br />

Il grigio è un colore che indica prudenza, è freddo,<br />

neutro e monotono. È utile solo come supporto<br />

ad altri colori: accostato a un colore, assume<br />

la sfumatura del suo complementare, quindi si<br />

ravviva.<br />

Beige<br />

I beige, in genere tanto amato dagli arredatori, si<br />

sporcano facilmente trasformandosi in spiacevoli<br />

grigi terrei.<br />

Marrone<br />

Il marrone rappresenta solidità e sicurezza, concretezza<br />

e costanza, ma se troppo scuro è pesante,<br />

quindi da usare con moderazione. Anche nella<br />

scelta dei legni è meglio indirizzarsi verso tonalità<br />

calde, rosse o bionde.<br />

attivo anche a Venezia, dove realizzò le grandi<br />

chiese di S. Giorgio Maggiore e del Redentore. La<br />

sua ultima impresa fu il teatro olimpico iniziato<br />

per l’accademia Olimpica e terminato dopo la sua<br />

morte da Vincenzo Scamozzi. Qui l’architettura<br />

ed i motivi del teatro classico romano, storicamente<br />

all’aperto, vengono portati all’interno di<br />

uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle<br />

profonde prospettive al di là dei grandi portali,<br />

in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale.<br />

eur:torrino:news 39


La battaglia di Stalingrado<br />

] di Jacopo Scudero [<br />

Con questa battaglia, nella seconda guerra mondiale,<br />

gli Ebrei o altri sopravvissuti all’ira nazista si<br />

rallegrarono e ebbero uno spicchio di speranza in<br />

più. Insomma con questa battaglia si decisero le<br />

sorti della seconda guerra mondiale. All’inizio della<br />

battaglia (12 luglio 1942) le forze in campo sono<br />

così schierate sui due fronti contrapposti:<br />

ARMATA ROSSA WEHRMACHT<br />

divisioni<br />

12 14<br />

Soldati e ufficiali<br />

160.000 270.000<br />

Cannoni e mortai<br />

2.200 3.000<br />

Carri armati<br />

400 500<br />

Aerei da combattimento<br />

454 1.200<br />

La 52^ armata sovietica, che difenderà eroicamente<br />

Stalingrado, il 23 agosto '42 è isolata dal grosso<br />

delle forze sovietiche. All’inizio di settembre è decimata<br />

e con pochissime armi: conta infatti 54.000<br />

uomini e 110 carri armati contro i 100.000 tedeschi<br />

con 500 carri. La preparazione della controffensiva<br />

sovietica del 19 novembre richiede un trasferimento<br />

colossale di uomini e di mezzi. In soli<br />

venti giorni attraversano il Volga più di 111.000<br />

uomini, 427 carri armati e 556 pezzi di artiglieria<br />

pesante, 14 mila veicoli e circa sette tonnellate di<br />

munizioni. Al momento della controffensiva si affrontano<br />

1.103.000 uomini per l’Armata Rossa e<br />

1.011.500 da parte tedesca, e i sovietici hanno oltre<br />

1.400 carri armati contro i 675 tedeschi Secondo<br />

le stime degli storici sovietici, la Germania e i<br />

suoi alleati perdono, fra il 19 novembre 1942 e il 2<br />

febbraio 1943, più di 800.000 uomini. Complessivamente<br />

l’operazione messa in atto dai tedeschi<br />

per conquistare la città costa, tra morti, feriti e<br />

dispersi, circa un milione e mezzo di uomini, un<br />

quarto dell’insieme delle forze schierate sul fronte<br />

orientale. I morti tra le file dell’Armata rossa sono<br />

oltre 478.000.<br />

1941<br />

22 giugno<br />

La Germania invade l’Unione sovietica<br />

3 luglio<br />

Discorso di Stalin: "guerra di popolo" contro l’invasore<br />

8 settembre<br />

Comincia l’assedio di Leningrado<br />

30 settembre<br />

Offensiva contro Mosca<br />

5 dicembre<br />

Inizio della controffensiva sovietica a Mosca<br />

7 dicembre<br />

Il Giappone attacca la base americana di Pearl Harbour<br />

1942<br />

13 febbraio<br />

Militarizzazione della popolazione civile sovietica<br />

5 aprile<br />

Direttiva n. 41 di Hitler: "Conquistare il Caucaso e<br />

Stalingrado"<br />

40 eur:torrino:news<br />

11 giugno<br />

Accordo sovietico-americano di aiuto reciproco<br />

28 giugno<br />

Inizio dell’offensiva tedesca verso il Caucaso<br />

25 luglio<br />

I tedeschi penetrano nel Caucaso<br />

12 agosto<br />

Incontro di Churchill e Stalin a Mosca<br />

19 agosto<br />

Paulus ordina l’attacco a Stalingrado<br />

24 agosto<br />

Stalin ordina di tenere Stalingrado ad ogni costo<br />

2 settembre<br />

Hitler ordina di annientare la popolazione maschile<br />

di Stalingrado<br />

10 settembre<br />

La città è accerchiata<br />

13 settembre<br />

Assalto a Stalingrado<br />

14 ottobre<br />

Nuovo attacco tedesco<br />

4 novembre<br />

Sconfitta italo-tedesca a El Alamein (Africa del<br />

Nord)<br />

8 novembre<br />

Sbarco angloamericano in Africa<br />

11 novembre<br />

Ultimo assalto tedesco a Stalingrado<br />

19 novembre<br />

Inizio della controffensiva sovietica<br />

23 novembre<br />

Accerchiamento della VI Armata tedesca<br />

12 dicembre<br />

Tentativo di sfondamento di Manstein (“tempesta<br />

d’inverno”)<br />

23 dicembre<br />

L’operazione "Tempesta d’inverno" fallisce. Hitler<br />

ordina alla VI Armata di tenere Stalingrado<br />

1943<br />

8 <strong>gennaio</strong><br />

Ultimatum sovietico a Paulus<br />

17 <strong>gennaio</strong><br />

Secondo ultimatum sovietico<br />

18 <strong>gennaio</strong><br />

L’Armata Rossa rompe l’assedio a Leningrado<br />

24 <strong>gennaio</strong><br />

A Casablanca, Roosevelt e Churchill si impegnano a<br />

chiedere la resa incondizionata dell’Asse<br />

26 <strong>gennaio</strong><br />

L’Armata Rossa entra a Stalingrado<br />

31 <strong>gennaio</strong><br />

Resa di Paulus<br />

2 febbraio<br />

Fine della resistenza tedesca nel settore settentrionale<br />

della città<br />

3 febbraio<br />

La radio tedesca annuncia la fine dei combattimenti<br />

a Stalingrado<br />

Dopo questi duri scontri l’Europa venne finalmente<br />

liberata grazie anche agli aiuti degli alleati che<br />

comprendevano gli eserciti USA, Gran Bretagna,<br />

U.R.S.S., e all’ aiuto della Resistenza Partigiana.


Le orchidee. Comunichiamo con i fiori<br />

] di Valeria Mazzoli [<br />

Le piante appartenenti alla famiglia delle Orchidacee<br />

sono chiamate orchidee.<br />

Sono i fiori che più di tutti comunicano bellezza e<br />

sensualità, hanno una tipica struttura alata, con un<br />

perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori;<br />

uno di questi, detto labello, si differenzia per<br />

formato dagli altri in modo da attirare gli insetti<br />

impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello,<br />

unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si<br />

prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse<br />

specie. Ogni fiore possiede organi maschili<br />

(androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo<br />

corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato<br />

in un rostello carnoso. Il polline è agglutinato<br />

in masse a clava, che si attaccano mediante la<br />

base gelatinosa (retinacolo) alla testa degli insetti<br />

pronubi, permettendo così l'impollinazione dei<br />

fiori successivamente visitati.<br />

Quasi tutti i fiori di orchidea al momento dello sviluppo<br />

compiono una torsione di 180° (resupinazione),<br />

così che il petalo posteriore diviene inferiore<br />

e il sepalo anteriore diviene superiore. I sepali<br />

e i petali laterali sono quasi sempre uguali tra di<br />

loro, mentre il petalo centrale (il labello) è sempre<br />

diverso e può assumere svariate forme; nello stesso<br />

tempo può o meno contenere nettare.<br />

L'evento della resupinazione non si manifesta in<br />

tutti generi di orchidacee: in alcuni è mancante<br />

La torre di Babele (detta anche torre di mattoni) è<br />

stata costruita a Sennaar (in Mesopotamia). Secondo<br />

la Bibbia questa torre leggendaria fu innalzata<br />

dagli uomini con l’ intenzione di arrivare al<br />

cielo, dunque a Dio. La torre era simbolo di unità<br />

degli uomini: gli uni con gli altri e tutti insieme<br />

con Dio. La costruzione fu interrotta perché con la<br />

diffusione di diverse lingue ci fu scompiglio fra la<br />

gente: non si capivano tra di loro e incolparono<br />

Dio di questo fatto, di non voler essere raggiunto.<br />

Dal punto di vista archeologico la torre di Babele si<br />

fa corrispondere alla gigantesca ziqqurat iniziata<br />

dal sovrano babilonese Nabucodonosor I (XII secolo<br />

a.C.). L’ opera rimase incompiuta fino a Nabucodonosor<br />

II (VII secolo a.C.). Questa “ziqqurat” Etemenanki,<br />

così chiamata, era in onore del Dio Mar-<br />

del tutto oppure si verifica a 360°, e perciò in maniera<br />

totale.<br />

Gli stami sono generalmente:<br />

3 nella sottofamiglia Apostasioideae (Sud-Est Asiatico)<br />

2 nella sottofamiglia Cypripedioideae<br />

1 centrale nella sottofamiglia Orchidoideae.<br />

Altra caratteristica biologica importante è la necessità,<br />

per completare il ciclo biologico di alcune<br />

orchidee, della presenza di una micorriza endotro-<br />

duk, era alta 30 cubiti( circa 15,30 o 22,90 m). È<br />

stata visitata da Erodoto(storico scrittore greco),<br />

che, nonostante le distruzioni causate dal re persiano<br />

Serse I, la descrive imponente come un tempo.<br />

Per la sua mole fu scelta dagli Ebrei come simbolo<br />

dell’ arroganza umana.<br />

A confronto con i grattacieli, la Torre aveva un valore<br />

religioso mentre i grattacieli servono solo come<br />

uffici e a scopo architettonico. I grattacieli sono<br />

edifici altissimi di architettura urbana del XX<br />

secolo. Grazie a questi edifici si sviluppo<br />

l’ ascensore che divenne sempre più grande. Si inizio<br />

a costruire a Chicago negli anni Ottanta, del<br />

XIX secolo, dopo il grande incendio che distrusse la<br />

città. I grattacieli sono generalmente retti da solide<br />

intelaiature d’ acciaio, alle quali vengono solette<br />

destinate a sopportare carichi non grandi. Questa<br />

tecnica si usa per palazzi oltre i 600 metri.<br />

Manhattan è uno dei luoghi con più grattacieli del<br />

mondo, tutti diversi come il Chrysler Building in<br />

stile Art Decò. La posizione arretrata e la altezza<br />

più contenuta degli altri edifici del quartiere newyorkese<br />

si deve alle leggi introdotte nel 1916 per<br />

evitare che nelle zone di nuova costruzione non<br />

penetrasse più la luce del sole. Gli architetti europei<br />

attratti da questi palazzi si trasferirono in America.<br />

A Chicago, lo studio Skidmore, Owings and<br />

Merill progettò il Jonh Hancock Center(1970) e la<br />

Sears Tower(1974), che con i suoi 443 metri fu l’e-<br />

fica che collabori in simbiosi per lo sviluppo del<br />

loro seme, il quale al momento della dispersione è<br />

privo di albume e con embrione appena abbozzato.<br />

Inoltre, a differenza della quasi totalità di fiori l'orchidea<br />

necessita di una sola fase di impollinazione<br />

da parte dell'agente fecondatore.<br />

Per far fiorire un’orchidea la cosa più importante è<br />

la luce, le concimazioni devono essere poche ma<br />

importanti,la moltiplicazione delle orchidee avvengono<br />

per talea, semi o bulbi.<br />

La torre di Babele a confronto con i grattacieli moderni<br />

] di Mario Poeta [<br />

dificio più alto del mondo per oltre vent’anni. Nel<br />

1974 l’ architetto Yamasaki Minoru firmò, insieme<br />

con Emery Roth and Sons, le famose Twin Towers(<br />

Torri Gemelle) del World Trade Center a New York,<br />

ma che vennero distrutti nel corso di un attentato<br />

catastrofico l’11 settembre del 2001. La Millenium<br />

Tower di Tokio a partire dal 1989 da Norman Foster,sarà,<br />

una volta terminata, un edificio di 170<br />

piani alto circa 800 metri; al suo interno ci saranno<br />

oltre a uffici, alberghi, centri commerciali e appartamenti<br />

privati. Benché vengano sempre considerati<br />

criticamente per il loro forte impatto ambientale,<br />

i grattacieli diventano sovente simboli di orgoglio<br />

nazionale. La corsa alla costruzione più alta<br />

ora coinvolge, oltre alle metropoli statunitensi ed<br />

europee, anche quelle asiatiche. L’edificio più alto<br />

del mondo è a Tapei (Taiwan): il Tapei Finacial Center<br />

alto 509 metri. Seguono le Petronas Tower di<br />

Kuala Lumpur, in Malaysia, progettate da César Pelli,<br />

che raggiungono i 451,9 metri.<br />

eur:torrino:news 41


(27 Dresses); Regia: Anne Fletcher; sceneggiatura:<br />

Aline Brosh Mckenna; fotografia: Peter James,<br />

A.C.S., A.S.C.; montaggio: Priscilla Nedd Friendly,<br />

A.C.E.; interpreti: Katherine Heigl (Jane), James<br />

Marsden (Kevin), Malin Akerman (Tess), Judy<br />

Greer (Casey), Edwars Burns (George); genere: romantico,<br />

commedia; produzione: Spyglass Entertainment;<br />

distribuzione: 20th Century Fox Italia;<br />

origine: USA; durata: 107’<br />

27 VOLTE IN BIANCO, nelle sale dal 21 marzo, è<br />

una commedia romantica dal ritmo agile che tratta<br />

con ironia la vita piuttosto sui generis di Jane,<br />

una ragazza fin troppo altruista che per ben 27<br />

volte riveste il ruolo di damigella d’onore ai matrimoni<br />

di parenti, amici e conoscenti. Diretto<br />

da Anne Fletcher (alla sua seconda regia dopo<br />

Step up), scritto dalla sceneggiatrice Aline Brosh<br />

Mckenna (autrice de Il diavolo veste Prada), il<br />

film ha come protagonista una brava e divertente<br />

Katherine Heigl (la dottoressa Isabel Izzie di<br />

Grey’s Anatomy o Alison di Molto incinta).<br />

Destinata ad un ruolo marginale nelle cerimonie,<br />

Jane sogna di diventare un giorno la protagonista.<br />

L’incontro con il cinico Kevin e la volontà<br />

della sorella Tess (tallone di Achille di Jane) di<br />

sposare l’uomo di cui è segretamente innamora-<br />

ta, la porteranno a<br />

mettersi in discussione<br />

e in un crescendo<br />

di emozioni<br />

contrastanti, riprenderà<br />

in mano<br />

la sua vita dando<br />

finalmente importanza<br />

ai suoi desideri<br />

più nascosti.<br />

La pellicola è contraddistinta<br />

da<br />

tutti i luoghi comuni del genere. Si rifugia difatti<br />

nei più stereotipati cliché della commedia romantica:<br />

dalla protagonista buona e dedita agli<br />

altri all’amore non corrisposto, dall’uomo cinico e<br />

inizialmente insopportabile all’happy end finale.<br />

Nonostante i continui deja vu, i personaggi sono<br />

comunque ben tratteggiati e la Heigl (vincitrice<br />

di un Emmy per “Grey’s Anatomy”) è a mio avviso<br />

meravigliosa sia quando interpreta le parti più<br />

] di Barbara Frascà [<br />

comiche che quando mostra tutta la sensibilità<br />

del suo personaggio. Conosce perfettamente i<br />

tempi della comicità dimostrando una forte immedesimazione<br />

nel suo personaggio. James Marsden<br />

intepreta in maniera credibile il giornalista<br />

ambizioso Kevin che si occupa controvoglia di<br />

una rubrica domenicale sui “Matrimoni” la quale,<br />

nonostante il suo profondo cinismo sull’istituzione<br />

stessa del matrimonio, è scritta molto bene.<br />

Sebbene sia ambientato prevalentemente a New<br />

York City, gran parte di “27 VOLTE IN BIANCO è<br />

stato girato nel Rhode Island. Tra le principali<br />

location scelte scelte a Rhode Island ci sono due<br />

famose ville di Newport, un ristorante di East<br />

Greenwich, una spiaggia di Charleston, la città di<br />

Providence, un bar per subacquei a Pawtucket.<br />

La colonna sonora tiene il passo a dei dialoghi<br />

spumeggianti, dando loro maggior vitalità. Dietro<br />

il sorriso disimpegnato è celata la forza di<br />

questo film, adatto ad un pubblico con poche<br />

pretese.<br />

eur:torrino:news 43


E’ tempo<br />

di camb iamenti<br />

] a cura di Barbara Frascà [<br />

Il degrado della qualità dei rapporti umani evidenziato<br />

dal deterioramento del rapporto tra l’adolescente<br />

e la famiglia e tra l’adolescente e le<br />

agenzie di socializzazione ostacolano lo sviluppo<br />

dei giovani, il loro inserimento armonioso nella<br />

società e l’acquisizione delle norme culturali di<br />

convivenza. L’eccessiva competitività, la sopraffazione,<br />

il desiderio di potere, l’importanza dell’apparire<br />

più che dell’essere, l’affievolirsi del<br />

senso della legalità, l’alterazione delle norme sociali<br />

e morali, il venir meno della meritocrazia, la<br />

mancanza di prospettive future si ripercuotono<br />

negativamente sui giovani, creando così individualità<br />

fragili, insicure e disorientate.<br />

Bisogna prendere in considerazione la vita affettiva,<br />

psicologica, familiare, scolare del bambino e<br />

dell’adolescente. Occorre sviluppare il dialogo e<br />

l’ascolto tra le generazioni e recuperare spazi dove<br />

i ragazzi possano dar sfogo ai loro impeti creativi<br />

e di svago.<br />

La società in cui viviamo, così individualistica,<br />

contraddittoria e piena di tensioni, pone l’accento<br />

sul profitto, sull’efficienza, insomma su ambiti<br />

meramente materiali, riservando poca attenzione<br />

alla qualità delle relazioni umane. Queste,<br />

sempre meno disinteressate, sembrano cedere il<br />

passo a relazioni opportunistiche. A farne le spese<br />

sono sicuramente i giovani, i quali rappresentano<br />

il futuro motore della società, la speranza<br />

del domani, e non possono quindi essere in alcun<br />

44 eur:torrino:news<br />

modo trascurati. La scuola e le altre agenzie educative<br />

hanno sicuramente un ruolo non indifferente<br />

in quanto devono fornire loro dei modelli di<br />

comportamento idonei per orientarsi nel mondo<br />

di oggi.<br />

La famiglia ricopre quindi oggi più che mai un<br />

ruolo da non sottovalutare. Poco importa la tipologia<br />

familiare, in quanto quello che sembra costituire<br />

un elemento imprescindibile è esclusivamente<br />

la capacità di dare amore ai propri figli.<br />

Essere genitori significa stargli vicino passo dopo<br />

passo, è insegnargli l’intelligenza emotiva, è farli<br />

crescere nel pieno rispetto di se stessi e della<br />

loro personalità, è donargli quegli strumenti<br />

fondamentali che gli serviranno per districarsi<br />

al meglio nel quotidiano, è dargli fiducia e sostegno.<br />

Probabilmente solo così potranno nascere<br />

esseri umani dotati di spiccato senso critico,<br />

generosi e capaci di dire di no a certe brutture. E<br />

fin quando esisteranno adulti che insegano ai<br />

propri figli le scorciatoie decostruttive, fin quando<br />

esisteranno adulti incapaci di risolvere le loro<br />

frustrazioni senza riversarle in famiglia, fin quando<br />

la gioventù non sarà al centro delle politiche<br />

locali, fin quando non si colmerà il divario tra le<br />

istituzioni e il paese reale, la ruota continuerà a<br />

girare nel segno sbagliato. È tempo di arrestarla,<br />

per farle cambiare direzione e finalmente aprire<br />

nuovi orizzonti di libertà.


PLANET CINEMA<br />

Appuntamento al cinema:<br />

le anteprime di maggio<br />

46 eur:torrino:news<br />

] di Francesca Colaiocco [<br />

Un amore di testimone (dal 9 maggio al cinema)<br />

Questa commedia di Paul Weiland può essere considerata la versione maschile de “Il matrimonio del mio migliore amico”,<br />

film portato al successo da Julia Roberts, Cameron Diaz e Rupert Everett. Nel racconto di Weiland, Tom (Patrick<br />

Dempsey) e Hannah (Michelle Monaghan) sono amici di lunga data e tra loro non c’è mai stato alcun legame sentimentale,<br />

anche perché le loro aspirazioni sono completamente diverse: Tom è uno “sciupafemmine” che colleziona avventure<br />

senza alcuna voglia di impegnarsi, mentre Hannah è una sognatrice che crede nel principe azzurro e nel matrimonio.<br />

Quando finalmente Hannah confida all’amico Tom di aver trovato l’uomo dei suoi sogni e gli chiede di farle da testimone<br />

al matrimonio, il ragazzo si rende conto di essere innamorato di lei. Quale stratagemma userà Tom per rivelare<br />

ad Hannah i propri sentimenti e impedire il matrimonio? Con Michelle Monaghan, Patrick Dempsey, Kevin McKidd,<br />

Sydney Pollack, Kelly Carlson, Busy Philipps, Kathleen Quinlan, Sarah Wright e Kadeem Hardison.<br />

Certamente, forse (dal 16 maggio al cinema)<br />

Will Hayes (Ryan Reynolds, già protagonista di “Smokin’ Aces” e “The Amityville horror”) è un giovane consulente politico<br />

in procinto di divorziare dalla moglie. Fulcro di questo racconto diretto da Adam Brook è il dialogo tra Will e la figlia<br />

undicenne: la bambina (interpretata da Abigail Breslin) non riesce a comprendere le motivazioni che hanno portato<br />

i genitori alla separazione, così il padre comincia a raccontarle le esperienze sentimentali e non della sua vita, dall’arrivo<br />

a New York in occasione delle primarie democratiche del ’91 passando per gli amori abbandonati e le passioni finite<br />

male. Un racconto moderno di amore, amicizia e vita ambientato nella città di Manhattan, teatro di molte commedie<br />

romantiche americane. La fotografia è di Florian Ballhaus. Con Elizabeth Banks, Isla Fisher, Kevin Kline, Kevin Corrigan,<br />

Rachel Weisz, Ryan Reynolds, Derek Luke, Abigail Breslin, Annie Parisse e Alexie Gilmore.<br />

Oltre il fuoco (dal 16 maggio al cinema)<br />

Film drammatico di Susanne Brier (candidata all’Oscar per il precedente “Dopo il matrimonio” come miglior film straniero)<br />

sul coraggio di affrontare i periodi bui della propria esistenza e ricominciare a sperare grazie alla forza del sostegno<br />

reciproco. Audrey Burke (Halle Berry) ha perso tragicamente il marito ed è rimasta sola insieme ai due figli. Le<br />

loro giornate scorrono molto tristemente, fino a quando la donna non decide di ospitare in casa Jerry (Benicio Del Toro),<br />

migliore amico del marito e avvocato con alle spalle una dipendenza dalla droga, del quale Audrey ha sempre diffidato.<br />

Comincia così il rapporto tra due estranei, accomunati dall’affetto per una persona scomparsa: “Things we lost in<br />

the fire”, titolo originale della pellicola, non è solamente l’elenco degli oggetti persi nell’incendio ma la lotta di un uomo<br />

e una donna che cercano di affrontare il presente con vicendevole forza d’animo, regalando ai due bambini l’affetto<br />

di una figura paterna. La sceneggiatura è di Sam Mendes.<br />

Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo (dal 23 maggio al cinema)<br />

Indiana Jones era scomparso dal grande schermo nel 1989, anno della sua ultima avventura. Ma l’attesa del pubblico è<br />

stata premiata: il regista Steven Spielberg è tornato alla ribalta con un film d’azione incentrato sul tema del soprannaturale.<br />

Scritto da David Koepp e prodotto da George Lucas, l’ultimo capitolo della saga è caratterizzato dalla presenza di<br />

Shia LaBeouf, eroe dei “Transformers” nel ruolo del figlio di Indiana Jones, e da Cate Blanchett che interpreta la donna<br />

del protagonista, oltre al veterano Harrison Ford. Mistero sulla presenza nel cast di Sean Connery, che per il momento<br />

non è ancora esclusa. E visto lo scarso successo degli eredi delle imprese di Indiana Jones (vedi “La Mummia” e “Il mistero<br />

dei Templari”), non resta che attendere ancora per poco l’avventura diretta dal grande Spielberg. Nel cast anche<br />

Ray Winstone, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent, Alan Dale e Joel Stoffer.<br />

The Hitcher (dal 30 maggio al cinema)<br />

Remake dell’omonimo film dell’‘86 realizzato da Robert Harmon e interpretato tra gli altri da Jennifer Jason Leigh, “The<br />

Hitcher” racconta il viaggio di una coppia di collegiali (Grace Andrews e Jim Halsey) a bordo di un’automobile degli anni<br />

Settanta, in occasione delle vacanze primaverili. Durante il tragitto, l’incontro con un uomo in cerca di un passaggio<br />

finirà per trasformare la vacanza in un vero e proprio incubo, dal quale i ragazzi cercheranno in ogni modo di fuggire. Un<br />

thriller firmato, questa volta, dal regista Dave Meyers e da Michael Bay, produttore di film di enorme successo come “Armageddon”<br />

e “Pearl Harbor”. Uscito lo scorso <strong>gennaio</strong> nelle sale cinematografiche americane, il film è stato apprezzato<br />

e allo stesso tempo additato come “road movie adolescenziale” condito da scene di violenza. Nel cast anche la giovane<br />

Sophia Bush, protagonista del telefilm americano di successo “One Tree Hill”. Con Sean Bean, Zachary Knighton, Neal<br />

McDonough, Kyle Davis, Travis Schuldt, Jeffrey Hutchinson e Yara Martinez.<br />

Sex and the City: The Movie (dal 30 maggio al cinema)<br />

Ritorno in grande stile per le quattro fantastiche amiche newyorchesi, questa volta in versione cinematografica: la bionda<br />

Carrie (Sarah Jessica Parker), la spregiudicata Samantha (Kim Cattrall), la timida Charlotte (Kristin Davis) e la rossa<br />

Miranda (Cynthia Nixon) sono ancora una volta alle prese con i problemi quotidiani, così come le abbiamo lasciate. A<br />

quattro anni dall’ultima puntata trasmessa dalla rete americana HBO, la serie televisiva più amata dal pubblico femminile<br />

approda al cinema nell’usuale veste di commedia romantica, per regalare una degna conclusione alle vicende delle<br />

quattro donne in carriera accomunate dalla passione per la moda e da un problematico rapporto con gli uomini e il sesso.<br />

Il lungometraggio realizzato da Michael Patrick King darà finalmente risposta agli interrogativi rimasti in sospeso:<br />

Carrie e Big finiranno per sposarsi? Samantha continuerà ad essere felice con un solo uomo? Charlotte coronerà il sogno<br />

di diventare mamma? Miranda e Steve resteranno insieme per sempre?


l’Oroscopo<br />

Buon Compleanno Toro!<br />

Il Toro occupa lo spazio dello Zodiaco compreso<br />

tra il grado 30 e il grado 59. È attraversato dal<br />

Sole tra il 21 <strong>Aprile</strong> e il 20 Maggio di ogni anno.<br />

Generalmente, le persone nate sotto questo segno<br />

sono caratterizzate da un utile senso pratico.<br />

Una delle cose che sta a loro più a cuore è la conquista<br />

del benessere materiale per se stesse e per<br />

i loro cari. Amano le cose belle della vita: l’arte,<br />

la musica, i cibi gustosi, ma sono anche capaci di<br />

lavorare sodo e di sacrificarsi per i propri familiari.<br />

Con un’azione lenta, ma tenace, perseverante<br />

e costruttiva, finiscono quasi sempre per assicurarsi<br />

un’ottima posizione economica. Sul piano<br />

professionale e delle ambizioni sociali, i nati Toro<br />

non sono degli arrivisti e non hanno un’eccessiva<br />

fretta di conquistare la meta. Si accertano,<br />

prima di compiere qualsiasi passo, che il terreno<br />

sotto i loro piedi, sia veramente solido. I Toro lavorano<br />

volentieri solo se si lasciano liberi di organizzarsi<br />

i propri impegni e se si rispettano le<br />

loro abitudini. Sopportano molto bene le contrarietà<br />

della vita quotidiana, in virtù di una tolleranza<br />

e di una pazienza che non troviamo in altri<br />

nativi zodiacali; possono, peraltro, avere delle<br />

rabbiose reazioni esplosive quando qualcuno tenta<br />

di strumentalizzare la loro indulgenza. Sono<br />

leggermente possessivi sia verso le persone, che<br />

verso gli oggetti di loro proprietà. Nei rapporti<br />

umani, in genere, dimostrano di essere costanti e<br />

fedeli. A volte, i nati Toro, si compiacciono eccessivamente<br />

nella critica verso il prossimo. Un<br />

cenno a parte merita la donna del Toro per la dedizione<br />

con cui alleva i figli, per la cura che ha<br />

dell’ambiente domestico e per il suo carattere<br />

gradevole e spontaneo. Manifesta, inoltre, buon<br />

gusto nel proprio abbigliamento e nell’arredamento<br />

della sua casa.<br />

Cosignificante del Toro è la seconda casa, che si<br />

riferisce ai beni materiali e a tutto ciò che riguarda<br />

il guadagno: non si tratta soltanto del de-<br />

naro acquisito con il proprio lavoro o di quello<br />

che si spende, ma anche della mentalità con cui<br />

si considerano le questioni economiche, gli oggetti<br />

che si hanno o si desiderano e il tenore di<br />

vita in cui si è nati.<br />

Previsioni astrologiche per il mese di maggio<br />

ARIETE<br />

Dal 3 Maggio, con l’ingresso favorevole<br />

di Mercurio dai Gemelli, la<br />

vita quotidiana risulterà favorita soprattutto<br />

nel campo del lavoro, specie se al<br />

momento vi mancano le comodità che la tecnologia<br />

avanzata potrà facilmente offrirvi. Attenti<br />

a non pagare prezzi eccessivi.<br />

TORO<br />

Cedendo alle stuzzicanti sollecitazioni<br />

di Venere nel vostro<br />

segno, lasciatevi pure andare che<br />

si tratti d’amore, di sesso o di acquisti di<br />

lusso. Evitate però gli eccessi.<br />

GEMELLI<br />

Mercurio nel vostro segno vi fa risolvere<br />

un problema che vi sta a<br />

cuore. Un progetto che non avete ancora<br />

messo a segno potrebbe subire qualche<br />

mutamento a causa di positive novità. Nel lavoro<br />

la cautela è opportuna.<br />

CANCRO<br />

Marte vi lascia dal 10/5 e gli altri<br />

pianeti vi consigliano di riflettere<br />

con spregiudicatezza su ciò che non<br />

va’. Se si tratta d’amore, sforzatevi di guardare<br />

a fondo nel rapporto che state vivendo, anche<br />

a costo di pagare il prezzo. Sappiate gestire<br />

una situazione in evoluzione.<br />

LEONE<br />

Marte è dal 10 nel vostro segno<br />

dandovi maggiore autorevolezza,<br />

sia con gli amici che con la famiglia.<br />

L’importante è essere disponibile alle novità:<br />

puntate con sicurezza in alto, farete centro!<br />

VERGINE<br />

Il rigore di Saturno nel vostro segno<br />

vi esorta a riflettere con spregiudicatezza<br />

su ciò che non và. Nelle questioni<br />

di cuore fidatevi del vostro intuito e senza troppe<br />

chiacchiere muovetevi nella direzione che sentite<br />

più vostra. Le questioni di lavoro possono attendere,<br />

si risolveranno naturalmente.<br />

BILANCIA<br />

Usate tutta la vostra diplomazia per riuscire<br />

in un progetto coraggioso. Mercurio<br />

dal segno dei Gemelli e Nettuno<br />

dall’Acquario, vi sollecitano a fare chiarezza in una<br />

situazione che vi sta a cuore: capirete così qual è la<br />

direzione da prendere scoprendo, probabilmente,<br />

che sarà diversa da quella che pensavate.<br />

SCORPIONE<br />

Il favore dei pianeti dal Capricorno<br />

vi esortano ad osare sia nel lavoro<br />

che negli affari. Impegnatevi perché<br />

avrete la soddisfazione di cogliere nel segno.<br />

Nel lavoro, sforzatevi di essere più elastici.<br />

] a cura di Shanty [<br />

SAGITTARIO<br />

L’ottimismo e il buon senso, di cui<br />

siete dotati, vi aiuteranno a risolvere<br />

quasi tutti i problemi. Se invece<br />

siete incerti, significa che non avete ancora<br />

sufficienti elementi di giudizio, ma li scoverete<br />

proprio dove non vi sareste mai aspettati.<br />

CAPRICORNO<br />

Contate pure su Giove che facilita i<br />

rapporti d’amore e quelli di lavoro.<br />

Se poi riuscirete a gestire con eleganza<br />

un rapporto difficile, non sono esclusi<br />

positivi sviluppi, non facili per ora da prevedere.<br />

Farete un decisivo passo in avanti.<br />

ACQUARIO<br />

Marte all’opposizione dal 10/5 vi<br />

invita ad evitare gli eccessi, specialmente<br />

quelli verbali che potrebbero<br />

prima o poi ritorcersi contro di voi. Difendete<br />

però strenuamente i vostri princìpi,<br />

non è il caso di cedere.<br />

PESCI<br />

Umiltà e pazienza sono le vostre<br />

giuste armi per fare chiarezza in<br />

una situazione che vi sta a cuore;<br />

per venirne a capo non esitate a chiedere aiuto<br />

a qualcuno che ne sa più di voi. Fidatevi del<br />

vostro intuito.


a two-man-one-man-band…<br />

DELTAHEAD<br />

Una sera mi raccontarono di due<br />

tizi arrivati a Roma in auto da<br />

Stoccolma, percorrendo oltre 2500<br />

km, con varie tappe in Germania,<br />

Polonia, Austria. Due musicisti, si<br />

diceva, che avevano però montato<br />

sul palco del locale nel quale si sarebbero<br />

esibiti una strumentazione<br />

che colpiva per il suo effetto di<br />

scena. A vedere quanta roba era<br />

poggiata su quelle vecchie assi di<br />

legno avrei potuto dire che avrebbero<br />

suonato in dieci, e invece sarebbero<br />

stati soltanto in due gli<br />

artisti ad esibirsi in quel locale di<br />

S.Lorenzo: David Tallroth e Benjamin<br />

Quigley. I due si conoscono da<br />

anni, provenienti da generi musicali<br />

differenti e nel 2003 decidono<br />

di avviare un progetto insieme: i<br />

Deltahead, qualcosa a metà fra il<br />

country, il blues, il garage e il<br />

punk. L’incontro sul palco con loro<br />

è sconvolgente. La prima cosa che<br />

colpisce sono i pantomimici travestimenti<br />

che scelgono per presentarsi<br />

al pubblico. I loro abiti e il<br />

loro trucco conferiscono un’immagine<br />

a metà fra il clown e il lirico<br />

teatrale, figure burlesche degne<br />

quasi del visionario cinematografico<br />

britannico griffato Kubrick. Fino<br />

al momento in cui comincia l’esecuzione<br />

dei brani si intuisce poco<br />

l’utilità e le possibilità d’uso<br />

della marea di strumenti presenti<br />

sul palco. Poi è un susseguirsi di<br />

sonorità acide, distorte e ripetitive.<br />

Due grancasse e due charleston,<br />

contrabbasso distorto e chi-<br />

52 eur:torrino:news<br />

tarra elettrica, questi i principali strumenti utilizzati<br />

all’interno dei loro brani. Il duo ha il blues<br />

nel sangue, ma prova a fare di tutto per nasconderlo,<br />

utilizzando un sound che a tratti risulta<br />

eccessivo per il medio ascoltatore. Le poche pause<br />

che i loro brani veloci e ritmati consentono<br />

prevedono l’utilizzo di bottleneck e washboard<br />

che accompagnano le voci stridule e quasi continuamente<br />

distorte e in alcuni brani compare l’armonica<br />

a bocca. Le liriche costituiscono invece<br />

un capitolo a parte nella produzione della band.<br />

Difficilmente ascoltando un brano dal vivo si riesce<br />

a cogliere il senso di tutte le parole, leggendo<br />

i testi si capisce anche la ragione. In realtà<br />

i brani non contengono quasi mai più di un<br />

paio di frasi, che vengono ripetute in maniera<br />

spasmodica per tutta la durata delle variazioni<br />

cromatiche costruite sui riff che ti costringono ad<br />

assimilarne la melodia. Una sorta di minimalismo<br />

che caratterizza anche le soluzioni armoniche,<br />

ma che al livello dei testi raggiungono un risultato<br />

estremo. C’è un oggetto misterioso che<br />

caratterizza le loro esecuzioni e che troneggia<br />

giusto al centro del palco, posto a metà fra i due<br />

artisti. Loro lo chiamano ASET, che dovrebbe essere<br />

l’acronimo per Analogue Sound Expander<br />

Trunk, un’apparecchiatura costituita da un box<br />

alto quasi due metri, con due corni tipici di un<br />

grammofono montati sulla parte anteriore. Sicuramente<br />

un espediente utilizzato per nascondere<br />

i processori attraverso i quali passano i propri<br />

strumenti e le proprie voci, ma anche un forte richiamo<br />

ad uno strumento antico inventato circa<br />

un secolo fa da Luigi Russolo, ovvero la “macchina<br />

intonarumori” (strumento formato da generatori<br />

di suoni acustici che permettevano di<br />

controllare la dinamica, il volume, la lunghezza<br />

d’onda di diversi tipi di suono, cui probabilmente<br />

è dedicato il brano “This piece of machinery”).<br />

Non è un caso che il compositore e pittore italia-<br />

] a cura di Michele Torella [<br />

no sia uno degli ispiratori della loro musica, come<br />

del resto Eric Satie, Alan Lomax ed Elvis Presley.<br />

Il loro brano di punta, quello maggiormente<br />

noto al pubblico, che utilizzano per aprire i loro<br />

concerti è “My mama was too lazy to pray”, una<br />

sorta di inno slide blues dalle sonorità fortemente<br />

garage, considerato dai due artisti svedesi come<br />

la chiave per conquistare i propri spettatori<br />

ed introdurli all’interno del proprio mondo visionario.<br />

Un richiamo forte al Delta blues americano<br />

di Charlie Patton caratterizza brani come “Love<br />

me, follow me” (con un ritornello veloce e ritmato<br />

scandito da un massiccio e trascinante uso<br />

di handclap). Chissà quanti modelli si possono<br />

ancora individuare ascoltando questo gruppo, riuscendo<br />

a risalire fino a Fritz Lang o John Cage, il<br />

risultato finale è quello però di un genere di nicchia<br />

che va decisamente capito prima che ascoltato,<br />

pena la totale incomprensione.


Stambecco in mostra al Museo di Zoologia<br />

La curiosa avventura del signore delle rocce<br />

In cooperazione tra Italia e Svizzera sarà possibile<br />

conoscere i modi di vita ed ammirare<br />

rari esemplari di questo straordinario animale.<br />

Roma, aprile 2008<br />

Una storia senza confini quella dello stambecco,<br />

che approda presso il Museo Civico di Zoologia di<br />

Roma per essere raccontata in una emozionante<br />

mostra “Lo Stambecco. La curiosa avventura del<br />

Signore delle rocce”. Un’esposizione, su progetto<br />

del Museo di Zoologia dell’Università di Zurigo e<br />

del Museo della Natura dei Grigioni, che nasce<br />

dalla collaborazione tra l’Ambasciata Svizzera in<br />

Italia e il Comune di Roma.<br />

La mostra, visitabile fino al 1° giugno, è stata allestita<br />

in occasione del rilascio nella primavera<br />

del 2006 di una cinquantina di esemplari di<br />

stambecco sulle Alpi italiane. Questa operazione<br />

riveste un elevato valore simbolico, in quanto va<br />

a recuperare un piccolo “incidente di percorso”<br />

nei rapporti fra Italia e Svizzera. Infatti agli inizi<br />

del ‘900 le Autorità della Confederazione Svizzera,<br />

visto il rapido declino delle popolazioni di<br />

stambecco sul fronte alpino del loro Paese, sottrassero,<br />

con l’aiuto di bracconieri, alcuni esemplari<br />

che vivevano nella Riserva di Casa Savoia<br />

per reintrodurli sulle loro montagne.<br />

La mostra, oltre a trattare la biologia di questa affascinante<br />

specie della fauna italiana, esalta dunque<br />

l’importanza della cooperazione fra i due paesi<br />

europei, che nella catena delle Alpi trovano oggi<br />

un elemento di unione ed un ambiente comune<br />

da proteggere, anziché una mera linea di confine.<br />

In occasione della mostra il Museo Civico di Zoologia<br />

esporrà eccezionalmente al suo pubblico<br />

preziosi esemplari risalenti agli anni ’20, dono di<br />

Vittorio Emanuele III. Pannelli, giochi interattivi,<br />

rari reperti zoologici arricchiscono la mostra, illustrando<br />

i più recenti studi degli scienziati svizzeri<br />

ed italiani sulle popolazioni dello stambecco<br />

alpino. La storia “senza confini” dello stambecco<br />

non finisce comunque tra le pareti del Museo. L’esposizione<br />

è infatti accompagnata da una serie<br />

di eventi interessanti, dalle attività didattiche, a<br />

giochi interattivi, proiezioni di filmati ed incontri<br />

con esperti di livello internazionale, spaziando<br />

dall’arte alla mitologia, alla scienza, attraverso le<br />

tradizioni e le credenze popolari che vedono protagonista<br />

lo Stambecco.<br />

Una sorpresa per gli studenti: tutti quelli che interverranno<br />

alle attività didattiche correlate alla<br />

mostra potranno partecipare ad un concorso in<br />

cui verranno messi in palio due viaggi in Svizzera.<br />

Lo Stambecco<br />

La curiosa avventura del Signore delle Rocce<br />

Dove Museo Civico di Zoologia<br />

Via Ulisse Aldrovandi 18 – 00197 Roma<br />

Apertura al pubblico<br />

Fino al 1° giugno 2008<br />

Orari Dal martedì alla domenica ore 9.00 - 19.00<br />

la biglietteria chiude alle ore 18.00<br />

lunedì chiuso<br />

Biglietteria Intero € 6,00. Ridotto € 3,50. Gratuito<br />

fino ai 18 anni e oltre i 65. Gratuito per le<br />

categorie previste dalla tariffazione vigente<br />

Promossa da: Ambasciata Svizzera in Italia e Museo<br />

Civico di Zoologia - Assessorato alle Politiche<br />

Culturali del Comune di Roma, Dipartimento Cultura<br />

In collaborazione con Museo di Zoologia dell’Università<br />

di Zurigo, Museo della Natura del Cantone<br />

dei Grigioni<br />

Cura della mostra Gloria Svampa<br />

] a cura della Redazione [<br />

Organizzazione e Servizi Museali<br />

Cooperativa Myosotis; Zètema Progetto Cultura<br />

Con il contributo di Istituto Svizzero di Roma;<br />

Cisalpino; Svizzera Turismo<br />

Con il contributo tecnico del Museo di Zoologia<br />

dell’Università di Zurigo; Museo della Natura del<br />

Cantone dei Grigioni<br />

Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 22.30)<br />

www.museodizoologia.it; www.zetema.it<br />

Attività didattiche: Cooperativa Myosotis – tel.<br />

06 32609200


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La storia dell’EUR<br />

dalle origini ad oggi<br />

] a cura di Elisa D’Alto [<br />

VIII Puntata:<br />

I parchi e i giardini<br />

60 eur:torrino:news<br />

Il pregio forse più riconosciuto al quartiere dell'Eur<br />

è quello di avere molte aree verdi da offrire ai<br />

suoi abitanti. Già ai tempi dell'elaborazione del<br />

piano dell'E42 erano stati pensati molti parchi e<br />

giardini. Alcuni furono effettivamente realizzati,<br />

altri, come molti edifici di questo progetto, rimasero<br />

solo sulla carta. Tra questi ultimi rientrano la<br />

bellissima mostra del giardino italiano (che consisteva<br />

in una ricostruzione ideale del giardino italiano<br />

rinascimentale), il grande parco delle attrazioni,<br />

il parco silvano e la mostra dell'agricoltura.<br />

Molti impianti vennero realizzati solo dopo la<br />

guerra da Raffaele De Vico che si trovò a lavorare<br />

in condizioni difficoltose per completare i giardini<br />

recuperando le piante già acquistate. Nacquero così<br />

alcuni dei momenti più significativi del verde<br />

pubblico di Roma, come i due piccoli giardini degli<br />

Ulivi, che si trovano alle spalle del palazzo dello<br />

Sport, e lo stesso parco centrale. Gli spazi verdi<br />

che oggi conosciamo sono il frutto di una lunga<br />

elaborazione che coinvolse importanti architetti


in una vicenda progettuale tutt'altro che semplice<br />

e lineare. Il piano originale del 1937, realizzato<br />

con il contributo decisivo di Pagano, Rossi e Vietti,<br />

mo strava anche per la sistemazione degli spazi<br />

verdi tendenze "moderniste" espresse dal grande<br />

lago centrale, al quale era stata data forma romanticamente<br />

irregolare. Ma il progetto non era<br />

stato evidentemente gradito da Piacentini, tanto<br />

che questo, nel giro di un anno, riuscì ad allontanare<br />

il gruppo dei tre architetti e a far approvare<br />

una modifica (in realtà una vera e propria trasformazione)<br />

per la quale il lago irregolare spariva e al<br />

suo posto era previsto un bacino di forma regolare,<br />

quello che poi fu realizzato e che noi tutti oggi conosciamo<br />

come il "laghetto" dell'Eur. Nel frattempo<br />

era già al lavoro il gruppo di progettisti chiamati<br />

a far parte dell'ufficio giardini, e così nel<br />

1939, Maria Teresa Parpagliolo, Guido Roda e Alfio<br />

Susini avevano tracciato i progetti di quasi tutte le<br />

aree verdi previste dal piano. Dalle loro matite però<br />

ricompariva la tendenza alle linee serpentine e<br />

alle composizioni irregolari. Piacentini volle allora<br />

che la soprintendenza per i progetti e le realizzazioni<br />

dei giardini fosse affidata a Raffaele De<br />

Vico, dal 1923 uomo di fiducia e progettista di tutte<br />

le realizzazioni di verde pubblico a Roma. De Vico<br />

venne scelto per regolare in modo definitivo la<br />

questione dei giardini e per mediare le diverse<br />

componenti che agitavano il problema della progettazione.<br />

L'aspetto odierno di parchi e giardini<br />

dell'Eur rispecchia tutta la vicenda progettuale che<br />

li ha generati: carattere geometrico e carattere irregolare<br />

si fondono armonicamente, facendo sì che<br />

l'Eur sia oggi il quartiere romano con maggior indice<br />

di verde. Il parco più noto è sicuramente il<br />

parco centrale.<br />

Questa zona subì ben tre varianti di progetto nell'arco<br />

di pochi anni. Del '37 è il primo progetto<br />

con il lago irregolare. Nel '38, dopo l'intervento di<br />

Piacentini, si ridisegnò il bacino, di foggia più<br />

classica, e si aggiunse il palazzo dell'Acqua e della<br />

Luce, e una cascata semplice. Un'ulteriore variante<br />

arrivò nel '40, dettata molto probabilmente da<br />

ragioni di una più stretta economia in relazione al<br />

progredire della guerra, e voluta anch'essa da Piacentini.<br />

Questa seconda variante al progetto originale<br />

prevedeva un'ara celebrativa al posto del<br />

palazzo dell'Acqua e della Luce, e una cascata semplice.<br />

Ma anche questa seconda variante non venne<br />

mai realizzata a causa del blocco dei lavori del<br />

1943, dovuto alla guerra. Il lavori vennero ripresi<br />

da De Vico nel dopoguerra, e il parco venne portato<br />

a termine nel 1962, rispettando l'ultima variante<br />

del progetto che prevedeva un palazzo dello<br />

Sport, realizzato da Piacentini e Nervi, e il giardino<br />

della cascata.<br />

4<br />

eur:torrino:news 61


Romalive e IFO informano:<br />

La ricerca al servizio dei pazienti<br />

Prof.ssa Paola Muti<br />

Romalive torna assieme all’IFO (Istituti Fisioterapici<br />

Ospitalieri) per parlare del male del secolo,<br />

il cancro, attraverso un ciclo di trasmissioni<br />

su Gold Tv in diretta il mercoledì sera dalle ore<br />

22.45 per portare l’informazione scientifica di -<br />

rettamente nelle case dei cittadini. Uno spazio<br />

dedicato ad argomenti quali ricerca e prevenzione,<br />

assieme ad alcuni ricercatori dell’IRE.<br />

In questo numero riportiamo la prima parte dell’intervista<br />

alla Prof.ssa Paola Muti, Direttore<br />

scientifico dell’IRE (Istituto Nazionale Tumori<br />

Regina Elena).<br />

Intervista alla Prof.ssa Paola Muti.<br />

Come mai dalla cellula si è passati al cancro?<br />

Il cancro è una patologia dei paesi sviluppati a<br />

cultura occidentale, esposti a diversi tipi di ag -<br />

gressioni oncogeniche ambientali. Questa pa -<br />

tologia esiste anche nei paesi sottosviluppati,<br />

ma è secondaria rispetto alle patologie infettive.<br />

Perché nei nostri paesi si passa dalla cellula<br />

nor male a quella cancerogena?<br />

Perché si ac cumulano nel tempo esposizioni croniche<br />

a questi agenti, in parte ambientali e<br />

molto spesso endogeni, appartenenti al nostro<br />

stesso organismo, e che si producono come<br />

risposta ad una forma di adattamento all’ambiente.<br />

È come se il cancro rappresentasse un<br />

effetto collaterale del vivere una situazione<br />

particolarmente privilegiata, ricca di benessere,<br />

di cibo e di mezzi di comunicazione.<br />

Parliamo di ricerca sul cancro: dal passato al<br />

presente, cosa è cambiato?<br />

Questo cambiamento non vale solo per la ricerca<br />

sul cancro, ma per la ricerca in genere, visto<br />

che segue gli stessi orientamenti. La ricerca del<br />

passato era focalizzata e legata alle diverse<br />

64 eur:torrino:news<br />

scuole, quindi molto parcellizzata. Negli ultimi<br />

25 anni di storia, la ricerca è uscita dagli ambiti<br />

istituzionali locali per diffondersi e coagularsi<br />

intorno a situazioni multicentriche, dove i<br />

ricercatori tendono a collaborare insieme su<br />

diverse ipotesi.<br />

Esiste, oggi, una maggiore integrazione, non<br />

solo nell’ambito di specifiche specialità, ma<br />

anche tra i diversi aspetti della ricerca, la biologia<br />

con la medicina, la medicina con la fisica.<br />

È il grande sviluppo tecnologico che ci ha permesso<br />

di lavorare ad un livello di cooperazione<br />

maggiore.<br />

Presente alla trasmissione d’apertura “Dalla cellula<br />

al cancro”, il Dott. Giovanni Blandino, Coordinatore<br />

per la Ricerca dell’IRE.<br />

Dott. Blandino, cos’è la cellula tumorale?<br />

La cellula tumorale origina da una cellula normale,<br />

in cui si accumulano una serie di alterazioni.<br />

Per cui una cellula che normalmente svolge<br />

delle funzioni fisiologiche nel nostro organismo,<br />

a causa di una serie di alterazioni genetiche,<br />

impazzisce fino a non svolgere più le funzioni<br />

normali. La cellula tumorale è capace di<br />

proliferare in maniera incontrollata. È una cellula<br />

che non risponde più al controllo del nostro<br />

organismo ed è in grado di metastatizzare,<br />

ovvero di riprodursi a distanza rispetto all’organo<br />

originario in cui questo tumore cresce e si<br />

sviluppa.<br />

Come mai si creano le alterazioni geniche?<br />

Le alterazioni geniche sono delle alterazioni a<br />

carico dei geni che normalmente presiedono<br />

alle funzioni fisiologiche della cellula. In condizioni<br />

normali, le funzioni di questi geni sono<br />

necessarie alla vita della nostra cellula e del<br />

] a cura di Marta Cecchini [<br />

nostro organismo. In seguito a dei particolari<br />

processi, come ad esposizioni ambientali, si<br />

generano delle alterazioni che fanno impazzire<br />

ed alterare questi geni, contribuendo alla generazione<br />

del fenotipo trasformato di una cellula<br />

tumorale, con tutte le caratteristiche della cellula<br />

tumorale. È un processo che impiega un<br />

lungo arco di tempo. Per il tumore della mammella,<br />

per esempio, è stato calcolato che questo<br />

processo può anche impiegare 20 anni. Non<br />

si tratta, come molti pensano, di un processo<br />

repentino e a cui il nostro organismo assiste in<br />

maniera indifesa. Al contrario, il nostro organismo<br />

cerca di rispondere al processo di trasformazione<br />

della cellula, cercando di bloccarlo.<br />

Trascorso questo ventennio, quando ormai il<br />

processo ha raggiunto la sua completezza, si<br />

arriva alla vera e propria formazione del tumore<br />

che cerchiamo di sconfiggere.<br />

Come si può curare il tumore?<br />

Visto che il tumore è la risultante di una serie<br />

di alterazioni geniche che interessano aspetti<br />

diversi di una cellula normale, non dobbiamo<br />

immaginare che trovando un'unica molecola, un<br />

farmaco specifico, si può risolvere il problema<br />

cancro, indipendentemente se si tratti di un<br />

tumore del colon, dello stomaco, del polmone,<br />

ecc. Ci troviamo di fronte ad un nemico abbastanza<br />

complesso, peculiare nella sua perversione,<br />

perché realizza la sua estrinsecazione nei<br />

distretti dell’organismo, in maniera molto<br />

diversa. Oggi abbiamo due armi fondamentali<br />

per sconfiggere il cancro. Una è la prevenzione,<br />

ovvero agire nel corso di quel ventennio di<br />

incubazione del processo tumorale, intervenendo<br />

nel corso di queste tappe, cercando di bloccarne<br />

l’evoluzione: è il grande obiettivo della<br />

prevenzione primaria e secondaria che ha già<br />

dato risultati positivi, come per il tumore alla<br />

mammella. La seconda arma a disposizione è<br />

quella di trasferire nel tempo più rapido le<br />

informazioni che i ricercatori di base riescono<br />

ad ottenere con le sperimentazioni, al letto del<br />

paziente. Lavorando giornalmente con le colture<br />

cellulari e con gli animali, riusciamo ad<br />

entrare nelle cellule tumorali e ad identificare i<br />

meccanismi di alterazione, i bersagli molecolari<br />

che possiamo colpire attraverso l’uso di farmaci<br />

specifici. C’è una differenza notevole tra le<br />

colture cellulari e i tumori dei pazienti. Abbreviando<br />

al massimo i tempi di trasferimento<br />

delle informazioni dai laboratori alla cura del<br />

paziente, ci avvicineremo senz’altro alla vittoria<br />

nei confronti del cancro.<br />

Questa vittoria potrebbe essere la sconfitta<br />

definitiva del cancro o la convivenza. In che<br />

modo la tecnologia può aiutare i ricercatori<br />

a trovare una via d’uscita?<br />

Il problema del tumore non è solo un problema<br />

dei medici o degli oncologi. Essendo una patologia<br />

multifattoriale ha bisogno della collaborazione<br />

di diverse competenze. La tecnologia, per


esempio, ci ha permesso di creare strumentazioni<br />

alla base delle radiografie molecolari, per<br />

poter analizzare il DNA delle cellule tumorali e<br />

stabilire le alterazioni responsabili dell’insorgenza<br />

di quel tumore. Per razionalizzare i risultati<br />

di queste analisi tecnologiche complesse, è<br />

necessaria la competenza dei nostri bioinformatici<br />

e dei matematici: un supporto fondamen tale<br />

nell’approccio che stiamo portando avanti, per<br />

sconfiggere il tumore. Dalla complementarità<br />

delle diverse competenze può nascere un pro -<br />

cesso sinergico che ci permetterà di giungere a<br />

soluzioni definitive.<br />

Quindi, la matematica, l’informatica, la biologia e<br />

le varie branche che compongono la scienza devono<br />

essere messe in campo per trovare as sieme una<br />

risposta al problema, magari anche cercando altre<br />

strade?<br />

Più che cercare altre strade, direi, bisognerebbe<br />

approfondire quelle che abbiamo già percorso in<br />

maniera riduttiva, proprio perché, anni fa, non<br />

si valutavano approcci più integrati e complessi<br />

in relazione alla complessità e alla pericolosità<br />

della patologia.<br />

Questa è la speranza?<br />

Più che una speranza, siamo vicini ad una realtà.<br />

Per alcune patologie tumorali, sono stati<br />

fatti grandi passi avanti, con risultati molto<br />

positivi. Mi riferisco ad alcune patologie tumorali<br />

con le quali, oggi, si può convivere ed uscir -<br />

ne molto bene, con ampie percentuali di so -<br />

La salute degli italiani presenta molti aspetti<br />

soddisfacenti, come testimonia innanzitutto<br />

l’aspettativa di vita che ci pone ai primi posti<br />

nel mondo. È quanto rileva la Relazione sullo<br />

Stato Sanitario del Paese relativa agli anni<br />

2005-2006, inviata nei giorni scorsi ai presidenti<br />

di Camera e Senato dal Ministro della<br />

Salute Livia Turco, come previsto dal Decreto<br />

Legislativo 229 del 1999, per fornire un’informazione<br />

al Parlamento e al Paese sullo stato di<br />

salute degli italiani e sulle politiche sanitarie.<br />

Come sottolineato nel documento, si può ben<br />

sperare per l’andamento epidemiologico di alcune<br />

patologie in particolare, se si considera la<br />

risposta del Paese ad iniziative di prevenzione,<br />

che cominciano a dare i loro frutti. Ad esempio,<br />

si osserva una diminuzione costante del fumo<br />

di tabacco (noto fattore di rischio per molte<br />

patologie di tipo respiratorio, cardiovascolare e<br />

oncologico), una riduzione progressiva della<br />

Dott. Giovanni Blandino<br />

pravvivenza. Per altre patologie tumorali, invece,<br />

siamo moto indietro e dobbiamo lavorarci so pra,<br />

per raggiungere gli stessi risultati positivi.<br />

mortalità per tumore (merito delle campagne di<br />

screening e delle diagnosi fatte più precocemente,<br />

che permettono interventi terapeutici<br />

più efficaci).<br />

Tuttavia, vi sono ancora aree che possono essere<br />

migliorate: le malattie respiratorie croniche<br />

sono tuttora un problema diffuso, il consumo di<br />

alcool rimane piuttosto elevato, soprattutto<br />

nelle fasce di età più giovani, il diabete e l’obesità<br />

hanno una diffusione preoccupante, specialmente<br />

per le possibili complicazioni future.<br />

Un quadro complesso e articolato che presenta<br />

- come si legge nella relazione - molti motivi di<br />

ottimismo ma che indica anche la necessità di<br />

interventi che il Ministero della Salute ha in<br />

parte già intrapreso alla luce del programma di<br />

governo della sanità del Ministro Livia Turco.<br />

Un New Deal della Salute, a quanto stabilito dal<br />

Patto per la Salute tra Governo e Regioni siglato<br />

nel settembre 2006, che si compone di un<br />

L’intervista è stata realizzata durante la trasmissione<br />

Romalive, in onda su Gold Tv.<br />

Riduzione della mortalità per tumore,<br />

lo rivela la Relazione sullo stato sanitario del Paese<br />

accordo non solo normativo e programmatico<br />

ma anche di certezza finanziaria, e che ha portato<br />

ad offrire più risorse, più servizi, più efficienza<br />

e a combattere gli sprechi.<br />

Per quanto riguarda la prevenzione, si ricorda il<br />

programma Guadagnare salute, rendere facili le<br />

scelte salutari, voluto dal Ministro Livia Turco e<br />

approvato dal Governo con il Decreto del Presidente<br />

del Consiglio dei Ministri del 4 maggio<br />

2007, in accordo con le Regioni e Province<br />

autonome, che rappresenta il primo atto di<br />

coordinamento delle azioni e delle campagne di<br />

comunicazione tra tutti i livelli istituzionali, il<br />

mondo della scuola, dei produttori e dei consumatori<br />

per la prevenzione delle malattie croniche,<br />

per esempio i tumori, il diabete, le malattie<br />

respiratorie e cardiovascolari, attraverso l’adozione<br />

di stili di vita corretti: una alimentazione<br />

sana, niente fumo, meno alcool, più mo vi -<br />

mento.<br />

eur:torrino:news 65


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Come nasce quest’idea?<br />

Quest’idea nasce dalla volontà di sviluppare e<br />

realizzare qualcosa di nuovo e di originale insieme<br />

alle mie sorelle; qualcosa dedicato alla bellezza<br />

delle donne. La cura del corpo che le donne<br />

hanno mi ha dato lo spunto per creare un’attività<br />

del genere: si dice che le mani delle donne siano<br />

importanti e noi abbiamo colto l’occasione. Anche<br />

perché si dice che il mondo è nelle mani delle<br />

donne!<br />

Cosa offrite?<br />

In questo Centro prima di tutto offriamo la professionalità,<br />

con personale qualificato. Questo è<br />

EMANUS<br />

Centro ricostruzione unghie<br />

un punto d’incontro: la cliente si rilassa, s’in -<br />

staura un clima amichevole, il caffè al momento<br />

giusto, l’aperitivo, fanno sì che si crei un‘at -<br />

mosfera gradevole. Cerchiamo d’instaurare un<br />

rapporto confidenziale con la cliente cosicché<br />

per due ore non pensi al lavoro, ai problemi. Si ride,<br />

si scherza, magari guardando un dvd, a -<br />

scoltando buona musica. È quello di cui hanno<br />

bisogno spesso le donne. Si parla dei propri so -<br />

gni, delle proprie aspettative. Questa è la caratteristica<br />

fondamentale del Centro.<br />

Per quanto riguarda l’estetica ci sono vari trattamenti<br />

dedicati alla cura dei piedi e delle ma ni.<br />

Non trattiamo soltanto la ricostruzione in gel ma<br />

anche manicure e pedicure estetico.<br />

Organizzate anche dei corsi?<br />

Sì, organizziamo anche corsi professionali. Ab -<br />

biamo voluto ampliare questo discorso perché è<br />

un campo in cui ci sono opportunità per tut ti,<br />

soprattutto per le giovani studentesse che vogliono<br />

entrare nel mondo del lavoro e guadagna-<br />

EMANUS ESTETICA<br />

re qualcosina. I corsi sono ripartiti in 4 mezze<br />

giornate, in genere la domenica o a se conda della<br />

necessità della cliente, e vengono tenuti presso<br />

il Centro. Vanno sempre molto bene anche perché<br />

offriamo un tirocinio succesivo. La persona<br />

che partecipa al corso vie ne seguita e ogni mese<br />

viene effettuato un co n trollo per testare il livello<br />

d’apprendimento. Questo è un lavoro in cui solo<br />

con l’esperienza si riesce a diventare bravi: occorre<br />

ma nualità.<br />

provate il piacere del benessere profondo.<br />

…Un anno e mezzo fa abbiamo aperto il centro<br />

unghie Emanus, un mondo dove il fascino del<br />

bello, il gusto per l’eleganza e la fantastica professionalità<br />

delle tre sorelle: Emanuela, Stafania<br />

e Eleonora crea un’atmosfera magica.<br />

Ora Emanus si fa in due. Dal 13 Marzo, giorno<br />

dell’inaugurazione, è operativo il nuovo centro<br />

estetico che aggiunge, oltre alla bellezza, un<br />

tocco di charme e benessere.<br />

Il centro si trova in via Leonardo Umile 58 e<br />

troverete ad attendervi uno staff assolutamente<br />

professionale. Professionisti specializzati per<br />

il trucco, estetica occidentale, stetica ayurvedica,<br />

terapisti specializzati, medico nutrizionista<br />

che si avvale di nuove ecnologie. Una realtà<br />

innovativa al servizio del cliente e delle sue<br />

esigenze.<br />

Il cliente è al centro del fare e del pensare di<br />

Emanus. Ascoltato, coccolato, con un unico<br />

obiettivo: personalizzare completamente qualsiasi<br />

tipo di trattamento estetico. Un esempio?<br />

Nel fare la ceretta utilizziamo<br />

il giusto materiale<br />

che si adatta alla pelle<br />

del cliente, inoltre vengono<br />

adottate essenze<br />

con il marchio di qualità<br />

Emanus! La ricerca del<br />

bello estetico associato<br />

all’armonia interiore è il<br />

nostro obiettivo. Conoscere<br />

il cliente, distrarlo,<br />

portarlo fuori dalla routine<br />

quotidiana e coinvolgerlo<br />

nel benessere<br />

profondo. Emanus omaggia<br />

la propria clientela<br />

dal 23 aprile al 23 maggio<br />

con uno straordinario<br />

check up e scrub.


Municipio XII informa<br />

] a cura del Presidente del Consiglio del Municipio Roma XII Augusto Culasso [<br />

L’agro Ostiense con le capanne<br />

L’Agro Ostiense si presentava come un immenso<br />

stagno paludoso che si estendeva intorno alla foce<br />

del Tevere, punteggiato dalle capanne dei contadini.<br />

Tutti erano al servizio del mercante di campagna<br />

che forniva ai lavoratori dell’Agro alloggio in case,<br />

capanne o grotte nella più assoluta promiscuità.<br />

Le capanne erano isolate o raggruppate in<br />

villaggi, abitate per nove mesi all’anno, il tempo<br />

in cui i lavoratori si trattenevano sui campi.<br />

Le capanne, che somigliavano a quelle preistori-<br />

Sicurezza<br />

Dobbiamo dire che a Roma il tema della sicurezza<br />

risulta essere percepito dai cittadini come un<br />

problema reale. Occorre quindi dare delle risposte<br />

con adeguate politiche di contrasto dei fenomeni<br />

di criminalità e di devianza. Servono politiche<br />

attive di prevenzione che, agendo sulla morfologia<br />

dei legami sociali, accrescano la fiducia e infondano<br />

maggior sicurezza nel cittadino.<br />

Si tratta di attivare interventi di stabilità culturale<br />

verso la “sicurezza percepita” attraverso politiche<br />

di cablaggio sociale che favoriscano la<br />

messa in rete delle insicurezze individuali in un<br />

quadro di rete sociale di comunità allargata o di<br />

vicinato che potrebbero aiutare la persona sola,<br />

fragile, diversa o povera a non sentirsi esclusa<br />

dalla Comunità dei cittadini.<br />

Tante iniziative attivate dal Comune di Roma come<br />

le Notti Bianche, le Domeniche ai Fori o le<br />

Domeniche Ecologiche, hanno in fondo questo<br />

scopo “ rifondativo “ per una città impegnata a<br />

contrastare il mugugno, l’ insicurezza, la paura,<br />

la defezione e la disaffezione al fine di accrescere<br />

e far diventare egemone il senso civico e la<br />

partecipazione ai processi decisionali della città.<br />

Sto personalmente lavorando sul concetto di<br />

identità locale che è a mio parere un elemento<br />

strutturale necessario per accrescere il senso di<br />

appartenenza che, oltre a dare un tono alla nostra<br />

esistenza quotidiana, consente ai cittadini<br />

70 eur:torrino:news<br />

che, avevano una forma circolare con il tetto a<br />

punta acuta ed erano di legno, granoturco e paglia.<br />

L’ingresso era un buco attraverso il quale si<br />

doveva entrare curvi, ma che aveva lo scopo di<br />

proteggere questi poveracci dalle intemperie e<br />

dal freddo… In pochi metri quadrati vivevano<br />

anche 20-25 persone mentre nelle capanne più<br />

grandi, rettangolari, alloggiavano fino a 150 persone.<br />

Al centro si trovava il focolare senza sfogo<br />

per il fumo ed il pavimento era la terra. Il focolare,<br />

ancora preistorico era una pietra posta al cen-<br />

di riappropriarsi attraverso la riscoperta dei luoghi<br />

della storia e della memoria dei tanti Quartieri<br />

dei nostri Municipi, del loro habitat naturale,<br />

sociale e urbano. Su tale “senso“ si può far le-<br />

tro alla quale si dava fuoco… Qui, quando la pietra<br />

era infuocata, o nel caldaio, si cucinava la focaccia<br />

di granoturco. Qualche volta si cucinava<br />

anche la carne di bestie trovate morte o disseppellite<br />

alla bisogna.<br />

I lavoratori meno fortunati alloggiavano in grotte<br />

umide, che tutt’ora a centinaia costellano la<br />

campagna romana. In ognuna di esse abitavano<br />

una quarantina di persone.<br />

Nelle paludi i villaggi di campagna si chiamavano<br />

lestre. Attorno ai villaggi lungo l’Ostiense fiorivano<br />

una serie di piccole industrie: lo sfruttamento<br />

del bosco con la raccolta delle ghiande,<br />

qualche volta usate per la panificazione, la fabbricazione<br />

del carbone, ma soprattutto per l’allevamento<br />

dei porci, dei cavalli e degli ovini. Molti<br />

vendevano i loro porodotti in città. C’erano i<br />

ranocchiari, i raccoglitori di violette, i giuncaroli,<br />

i cercatori di lumache e di more, ma anche i<br />

mignattari, cioè i raccoglitori di sanguisughe…<br />

Era tutto un sottobosco di lavoratori che in un<br />

modo o nell’altro mandavano avanti le loro famiglie.<br />

Questi lavoratori dell’agro si spostano da<br />

una tenuta all’altra formando una carovana pittoresca<br />

di uomini e di donne, con le loro povere<br />

cose sotto il braccio. Le donne recavano i lattanti<br />

in un canestro sulla testa, mentre i più piccoli<br />

seguivano la processione sgambettando attaccati<br />

alla gonna della madre. La carovana procedeva<br />

tra canti di stornelli, frizzi, lazzi, bestemmie o<br />

parolacce con le quali si intrecciavano le risate<br />

argentine degli innamorati. I lavoratori possedevano<br />

un solo vestito per tutte le stagioni. Questa<br />

era la dura e triste vita del latifondo.<br />

va per migliorare i nostri quartieri, liberandoli<br />

dal degrado e dall’abbandono, riscoprendo così il<br />

piacere dello stare insieme per costruire la vera<br />

qualità urbana.


Aprite al transito delle auto civili la città militare<br />

Decentramento<br />

Dopo la lunga stagione del decentramento che<br />

ha spostato poteri e competenze dal centro alla<br />

periferia, assistiamo ora ad un “irrigidimento“<br />

dell’amministrazione centrale nei confronti del<br />

decentramento municipale incapace di assolvere<br />

appieno all’ “onda d’urto” prodotta dalla Società<br />

reale nelle sue varie articolazioni.<br />

A mio parere non sempre ciò risulta privo di plausibili<br />

motivazioni, in quanto oggi, l’amministrazione<br />

municipale, sia nella accezione squisitamente<br />

amministrativa che in quella politica esercente<br />

il ruolo di organo di prossimità, non risulta<br />

ancora in grado a far fronte adeguatamente a<br />

quel fiume in piena rappresentato dalle innumerevoli<br />

domande espresse dalle varie nuove forme<br />

di partecipazione popolare. Oggi possiamo dire<br />

che la società della conoscenza, diventa sempre<br />

più una società della consapevolezza a cui la politica<br />

non sempre è in grado di fornire adeguate<br />

risposte, accompagnandone i processi. I quartieri<br />

romani un tempo borgate capaci di esprimere<br />

Poesia: Se potessi<br />

Se potessi cogliere quel fiore<br />

nel recinto irto di bottiglie<br />

se potessi osservare il suo colore<br />

per poterlo confrontare con il mio<br />

Se potessi mirarlo da vicino<br />

per poter risaltare le sue forme<br />

il profumo che sento da lontano<br />

quando il vento soffia da quel verso<br />

Se potessi abbattere quel muro<br />

su cui prono affaccio la mia testa<br />

con il corpo dall’altra del recinto<br />

ed il cuore sospeso su quel fiore<br />

domande a bisogni essenziali (acqua, strade, luce<br />

e fogne), si stanno trasformando in centralità<br />

di servizi e di reti cablate, in cui i bisogni sono<br />

sempre più complessi e sofisticati. La sala del<br />

Consiglio municipale,<br />

un tempo luogo<br />

di scelte e di decisioni<br />

solitarie, è un<br />

pullulare di iniziative<br />

promosse delle<br />

innumerevoli associazioni<br />

dei bisogni<br />

e organizzazioni<br />

degli interessi, che<br />

producono istan ze,<br />

domande, propo ste ai<br />

quali la sgan -<br />

gherata organizzazione<br />

municipale, e -<br />

spressione di un rap -<br />

sodico decentramen-<br />

Augusto Culasso<br />

Sono anni che i cittadini residenti nei quartieri<br />

limitrofi alla Città Militare sono costretti a subire<br />

spesso file estenuanti per raggiungere le proprie<br />

abitazioni, le scuole i servizi o gli uffici.<br />

Infatti, nonostante l’espansione verso il mare<br />

della città di Roma che soprattutto nel quadrante<br />

Ovest porterà all’edificazione di molti nuovi<br />

insediamenti edilizi, non c’è nessun segnale di<br />

“comprensione” verso i tanti cittadini, costretti<br />

ad aggirare la Città Militare per potersi spostare.<br />

Chi abita alle Cecchignola, sull’Ardeatina, a Castel<br />

di Leva, a Fonte Meravigliosa o lungo la Laurentina<br />

(oltre 70.000 abitanti), è fortemente penalizzato<br />

da una realtà che un tempo periferica,<br />

si trova oggi inserita nella città consolidata costituendo<br />

di fatto una vera e propria barriera architettonica.<br />

Credo che si debba fare qualcosa per risolvere<br />

questo problema più volte segnalato dai nostri<br />

concittadini del Municipio.<br />

Un suggerimento mi permetto di darlo: aprire al<br />

transito delle auto civili, via dell’Esercito, oppure<br />

in alternativa aprire via dei Genieri.<br />

to amministrativo non può far fronte spesso<br />

neanche sul piano formale. È un discorso complesso<br />

che attiene agli istituti del decentramento!<br />

eur:torrino:news 71


Una mamma per amica: da “Rosa e Celeste” a “I vanitosi”<br />

Da oltre dieci<br />

anni è presente<br />

nella zona<br />

del <strong>Torrino</strong> un negozio<br />

amico dei bimbi, colorato,<br />

pieno di abiti meravigliosi che allietano il loro<br />

viso e i mille momenti di innocenti che crescono.<br />

È un luogo particolare, rilassante, familiare, pieno<br />

di vitalità. La signora Anna Maria Berna l’ha<br />

messo su con tanti sacrifici, tanto amore, e il<br />

piacere di essere utili alla comunità.<br />

Signora Anna Maria, cosa l’ha spinta ad iniziare<br />

tale avventura?<br />

Oltre 10 anni fa ho deciso di iniziare un’avventura<br />

meravigliosa nel settore dell’abbigliamento. La<br />

moda, la passione per gli abiti, il contatto con la<br />

gente, sono state le spinte decisive. Certo, ho affrontato<br />

molti sacrifici e ho dovuto adeguarmi<br />

anche ai continui cambiamenti che sono avvenuti<br />

nella zona dell’Eur, e in particolare del <strong>Torrino</strong>.<br />

Cambiamenti che continuano anche oggi.<br />

Come ha ge stito l’attività e in che modo ha<br />

contattato la clientela?<br />

Inizialmente la clientela è arrivata soprattutto<br />

tramite il passaparola, facendo pubblicità mirate<br />

su riviste di quartiere, volantini, e qualche cartellone<br />

pubblicitario. Una volta che la clientela<br />

entra nel negozio bisogna capirla e personalizzare<br />

il servizio. La passione per le pubbliche relazioni<br />

mi ha aiutata, e tramite l’ascolto, interpretando<br />

i gusti e quindi, come dicevo, personalizzando<br />

il servizio, siamo riusciti nella fidelizzazione<br />

del cliente, che ritorna spinto dalla qualità<br />

dell’offerta.<br />

Quali sono stati i punti di forza nell’interfaccia<br />

prodotto-cliente?<br />

Ho puntato sul rapporto qualità/prezzo. Ho puntato<br />

su prodotti all’avanguardia ad un prezzo accessibile<br />

per bimbi 0/16, ma a volte anche degli<br />

adulti si sono rivolti a noi.<br />

Perché da “Rosa e Celeste” ha cambiato nome<br />

e oggi si chiama “I Vanitosi”?<br />

Mia figlia Valentina da bambina veniva con me al<br />

negozio, e nel tempo gli ho trasmesso la passione<br />

per il bello, il gusto, la moda e l’attenzione ai<br />

particolari. Crescendo e notando la sua voglia di<br />

mettersi in gioco, ho deciso di cedergli il negozio,<br />

e lei, interpretando i segni dei tempi che<br />

cambiano, ha deciso di cambiare nome, infatti<br />

oggi l’attività si chiama “I Vanitosi”.<br />

Valentina, come mai ha cambiato nome al negozio?<br />

Ho cambiato il nome perché è bello vedere i bimbi<br />

felici anche nel modo di vestire e io ho<br />

un figlio di tre anni. Sono subentrata,<br />

più che ad una mamma, ad un’amica<br />

che continua a starmi vicino e senza interferire<br />

mi aiuta nelle piccole e grandi cose. Da bambina,<br />

vedendo mia madre al lavoro, ho imparato quanto<br />

è importante ascoltare il cliente, consigliarlo<br />

con delicatezza senza mai essere frettolosi nel<br />

farlo scegliere. Far scegliere al cliente ciò che desidera<br />

è il modo per fidelizzarlo. Il cliente che<br />

desidera sogna, e la realizzazione di un sogno è<br />

un attimo di felicità. Mamma è stata una maestra<br />

e un’amica, e grazie a lei ho imparato ad amare e<br />

ad avere passione per questo mondo meraviglioso:<br />

quello degli abiti e della moda.<br />

Questo è il mondo di “Rosa e Celeste” prima, e de<br />

“I Vanitosi” ora.<br />

Un’ultima informazione per tutti Voi: il negozio<br />

per bambini “I Vanitosi” si trova al <strong>Torrino</strong>, in via<br />

Siviglia 20 (angolo via della Grande Muraglia).


RomaLive al Vinitaly<br />

Il Vinitaly è l’evento mondiale nel settore vitivinicolo, ogni anno a Verona i produttori, le cantine, presentano i loro vini. Un momento importante contraddistinto<br />

da conferenze, confronti, premiazioni e qualche polemica. Quest’anno la parte del leone spetta alla regione Lazio con una innumerevole serie<br />

di premiazioni ai vini della regione. Grazie all’Assessore Daniela Valentini, i vini del Lazio competono con i mostri sacri nazionali e mondiali spesso vincendo<br />

la sfida. Si è contraddistinta tra le altre la Cantina Cerveteri con due premiazioni. A seguire alcuni momenti del Vinitaly e dei protagonisti presenti.<br />

Il presidente della<br />

Cantina Cerveteri Romolo<br />

Conti e Riccardo<br />

Cotarella, enologo di<br />

assoluta fama mondiale,<br />

brindano al grande<br />

successo della Cantina<br />

Cerveteri al Vinitaly.<br />

Riccardo Cotarella è<br />

anche consulente della<br />

Cantina Cerveteri,<br />

nel passato l’ha diretta<br />

e ne è stato anche<br />

l’enologo. Romolo<br />

Conti, attuale presidente<br />

della Cantina,<br />

ha portato la Cantina<br />

alla svolta con un marketing<br />

decisivo ed una continua costante innovazione nel processo tecnico, pur nel<br />

rispetto della tradizione. L’ultima grande innovazione è stata l’apertura del Caerevetus<br />

Club, un wine bar nel cuore della cantina.<br />

L’euforia per la grande affermazione dei vino e la gioia dei<br />

due grandi protagonisti e registi di tale affermazione. Il<br />

Presidente Conti ringrazia tutti i soci della cantina. Grazie<br />

a loro è stato possibile scalare vette impensabili nel panorama<br />

nazionale.<br />

Altro momento esaltante<br />

con il Commissario<br />

straordinario dell’AR-<br />

SIAL dottor Fabio Massimo<br />

Pallottini e il presidente<br />

della Cantina<br />

Cerveteri. L’arsial ne ha<br />

ben donde di brindare<br />

vista la grande affermazione<br />

dei vini della regione<br />

Lazio e il raggiungimento<br />

della vetta.<br />

Riccardo Cotarella enologo<br />

di fama mondiale<br />

parla delle nuove sfide<br />

che attendono le produzioni<br />

nostrane, le<br />

opportunità ma anche<br />

le difficoltà dei mercati,<br />

come utilizzare un<br />

marketing efficace e<br />

come competere in un<br />

rapporto giusto qualità/prezzo.<br />

Il commissario Pallottini gusta e si interessa ai vini delle Cantine<br />

che hanno scalato le vette enologiche al vinitaly.<br />

Romolo Conti e Riccardo Cotarella si scambiano opinioni<br />

sul Vinitaly e sulle sfide che attendono il mondo vitivinicolo.<br />

La competizione interna ed internazionale, la tecnologia<br />

come costante riferimento per rimanere al passo con<br />

i tempi nel rispetto delle radici e del territorio


Fabio Massimo Pallottini commissario straordinario AR-<br />

SIAL ai microfoni di Roma Live confessa la sua soddisfazione<br />

per come la regione Lazio è cresciuta.<br />

Uno dei soci della Cantina Cerveteri al Vinitaly esprime la<br />

sua soddisfazione ai microfoni di Roma Live.<br />

La grande protagonista della rimonta dei vini della regione<br />

Lazio fino al raggiungimento della vetta, stiamo parlano<br />

dell’Assessore della regione Lazio Daniela Valentini.<br />

Grazie al suo assessorato all’agricoltura, al costante dialogo<br />

con i produttori, ad un nuovo modo di intendere il<br />

mercato e la promozione, ha permesso ai vini della regione<br />

Lazio di uscire da ruolo di cenerentola per diventare attori<br />

protagonisti ai vertici.<br />

Romolo Conti, presidente della Cantina Cerveteri, parla<br />

del Vinitaly e della presenza dei soci della cantina.<br />

Un altro dei soci della cantina presenti al Vinitaly parla ai<br />

microfoni di Roma live della manifestazione.<br />

In esposizione i vini della cantina Cerveteri al Vinitaly<br />

CÆRE VETUS<br />

Club


La Regione informa<br />

Nieri e De Angelis: «Dalla Giunta Marrazzo 18 Milioni di Euro<br />

per la Videocon di Anangni»<br />

«È un provvedimento strategico a favore di una<br />

delle aziende più importanti della nostra regione,<br />

un impegno finanziario forte da parte della Giunta<br />

regionale per sostenere il rilancio industriale<br />

della Videocon di Anagni, favorire investimenti<br />

in ricerca e innovazione e salvaguardare lavoro<br />

ed occupazione».<br />

È il commento di Luigi Nieri e Francesco De Angelis<br />

– assessori rispettivamente al Bilancio, Programmazione<br />

economico-finanziaria e partecipazione<br />

ed alla piccola e media impresa, commercio<br />

e artigianato –alla delibera approvata oggi dalla<br />

Giunta regionale, che autorizza il cofinanziamento<br />

regionale al contratto di programma per la<br />

Videocon di Anagni, stipulato il 25 luglio 2007,<br />

stanziando 18 milioni e 299mila euro quale con-<br />

«La Giunta regionale del Lazio ha finanziato, nell’ambito<br />

del piano di riparto del “Fondo unico regionale<br />

per le attività produttive”, la legge regionale<br />

13 del 1997 (“Consorzi per le aree ed i nuclei<br />

di sviluppo industriale”), stanziando un milione<br />

di euro a sostegno dei cinque consorzi industriali<br />

presenti ed operanti nel Lazio».<br />

Lo rende noto l’Assessore alla piccola e media impresa,<br />

commercio e artigianato Francesco De Angelis,<br />

commentando la delibera approvata su sua<br />

proposta nell’ultima seduta della Giunta regionale.<br />

«Si tratta di un importante sostegno all’attività<br />

dei consorzi industriali, spiega De Angelis, realtà<br />

territoriali strategiche per la crescita dell’economia<br />

e dell’imprenditoria. Le risorse regionali andranno<br />

a sostenere i progetti di qualificazione e di<br />

sviluppo promossi dagli enti, la programmazione<br />

76 eur:torrino:news<br />

tributo per le attività di ricerca e sviluppo dell’azienda.<br />

«Si tratta di un intervento di straordinaria importanza<br />

– ha dichiarato De Angelis – che fa seguito<br />

ad una serie di azioni concrete a favore del<br />

rilancio di Videocon e per la tutela dei livelli occupazionali.<br />

La Giunta Marrazzo ha dimostrato<br />

nei fatti di saper mantenere appieno gli impegni<br />

assunti a sostegno dell’azienda di Anagni, un impegno<br />

totale e deciso perché siamo convinti che<br />

restituire slancio alla Videocon significa rafforzare<br />

la competitività dell’azienda sui mercati ed<br />

al contempo sostenere l’indotto delle PMI operanti<br />

nell’area». «Si tratta di un atto di estrema<br />

responsabilità da parte della Regione, ha aggiunto<br />

l’Assessore Nieri, soprattutto se pensia-<br />

«La conclusione positiva dello studio tecnico da<br />

parte del Ministero sulla validità del progetto di<br />

ristrutturazione di Videocon è una buona notizia<br />

per l’azienda e soprattutto per i lavoratori».<br />

È il commento dell’Assessore alla piccola e media<br />

impresa, commercio e artigianato Francesco De<br />

Angelis agli esiti dell’istruttoria tecnica condotta<br />

dal prof. Nicosia.<br />

«Il lavoro di sinergia avviato sin dal 2005 da Ministero<br />

e Regione sta dando buoni frutti, prosegue<br />

l’Assessore. Siamo fiduciosi che il supporto<br />

pubblico alle progettualità dell’azienda sul fronte<br />

dei programmi di ricerca e sviluppo potrà restituire<br />

slancio competitivo a Videocon. Con la decisione<br />

di oggi, il Ministero avvierà le valutazioni<br />

per l’impegno delle risorse a favore dell’azien-<br />

della loro attività, favorendo gli investimenti pubblici<br />

e privati nei territori produttivi, programmi di<br />

marketing e l’ingresso di nuove imprese nelle aree<br />

di pertinenza di ciascun consorzio industriale».Il<br />

provvedimento regionale interessa i seguenti enti<br />

consortili:<br />

– Consorzio industriale di Frosinone<br />

– Cosilam (Consorzio industriale per lo sviluppo<br />

del Lazio meridionale)<br />

– Consorzio industriale Roma-Latina<br />

– Consorzio per il nucleo industrial<br />

di Rieti-Cittaducale.<br />

– Consorzio industriale Sud Pontino<br />

mo alla carenza di risorse attualmente a disposizione<br />

dell’Amministrazione. In particolare il cofinanziamento<br />

regionale è stabilito nella misura<br />

del 30% del contributo massimo concedibile per<br />

le attività di ricerca e sviluppo». «Il sostegno regionale<br />

al piano di rilancio di Videocolor, ha concluso<br />

De Angelis, si inserisce in un ampio progetto<br />

rivolto alla provincia di Frosinone, teso a<br />

favorire linee di collaborazione pubblico-privata,<br />

a rafforzare il programma di industrializzazione<br />

delle aree produttive, attivando tutti gli strumenti<br />

destinati a potenziare le infrastrutture ed i<br />

servizi per migliorare la competitività delle<br />

aziende e determinare le condizioni perché il territorio<br />

possa attrarre investimenti e salvaguardare<br />

l’occupazione».<br />

De Angelis su Videocon: una buona notizia per l’impresa e gli occupati<br />

De Angelis: Dalla Regione un milione di Euro<br />

per lo sviluppo dei consorzi industriali<br />

] a cura della Redazione [<br />

da. E si tratta di risorse consistenti: oltre ai 136<br />

milioni di euro di investimento privato, infatti, il<br />

Ministero ha stanziato 36 milioni ed altri 18 milioni<br />

la Regione Lazio, con la delibera di Giunta<br />

approvata sabato scorso».<br />

«Oggi dunque, conclude De Angelis, è possibile<br />

guardare al futuro con più fiducia. E lo dico pensando<br />

soprattutto ai lavoratori. La Regione continuerà<br />

ad impegnarsi al fine di garantire il mantenimento<br />

del sito produttivo, il riassorbimento<br />

graduale dei cassaintegrati e la salvaguardia dei<br />

livelli occupazionali».<br />

Nella foto: On. Francesco De Angelis,<br />

Assessore alle PMI della Regione Lazio


Bufala: Valentini, nessuna traccia di diossina in allevamenti<br />

“Non c’è traccia di diossina nei nostri animali.<br />

Tutti i controlli fatti dall’Istituto Zooprofilattico<br />

negli ultimi due anni sono risultati negativi e attestano<br />

la salubrità del territorio laziale”. Ha<br />

esordito così l’assessore regionale Daniela Valentini<br />

al Tavolo con i produttori, le associazioni di<br />

categoria, sindaci e rappresentanti istituzionali<br />

di alcuni dei 39 comuni laziali dove si allevano le<br />

bufale. “Proprio per tutelare il nostro prodotto<br />

che, ribadisco, è esente da alcuna contaminazione<br />

– ha proseguito la Valentini – credo sia necessaria<br />

la creazione di un marchio di qualità che<br />

permetta di distinguere il latte prodotto sul nostro<br />

territorio da quello proveniente da altre regioni<br />

o, addirittura, Paesi dell’Est. Il marchio garantirà<br />

sia la qualità dei nostri prodotti che la loro<br />

tracciabilità”.<br />

È nato il marchio di qualità del latte Made in Lazio.<br />

Sarà il logo raffigurante il Colosseo, il simbolo<br />

di Roma più conosciuto al mondo, a garantire<br />

la qualità di tutti i tipi di latte prodotti nella<br />

regione. E sarà proprio il Colosseo a ospitare mercoledì<br />

2 aprile a partire dalle 12:30, la giornata<br />

dei prodotti caseari laziali durante la quale il logo<br />

di qualità verrà presentato.<br />

Durante l’incontro di questa mattina con le organizzazioni<br />

di categoria e della cooperazione, i caseifici<br />

e gli allevatori, Daniela Valentini, assessore<br />

regionale all’Agricoltura, ha dichiarato che il<br />

“Un polo lattiero-caseario e un marchio di qualità<br />

con un disciplinare sul latte e la mozzarella di<br />

bufala per controllare l’eccellenza del prodotto e<br />

la tracciabilità degli animali”, è questo il progetto<br />

dell’assessore regionale all’agricoltura, Daniela<br />

Valentini, per rilanciare lo sviluppo del comparto<br />

bufalino e fronteggiare la crisi che sta attraversando<br />

la Campania e rischia di travolgere<br />

anche il Lazio.<br />

Il progetto verrà discusso al Tavolo di filiera lattiero-caseario<br />

convocato per il prossimo 27 marzo.<br />

“L’allarme provocato dai rifiuti campani – prosegue<br />

la Valentini – sta infatti disorientando i con-<br />

“Saranno pubblicati sui siti degli assessorati all’Agricoltura<br />

e alla Sanità del Lazio tutti i risultati<br />

delle analisi e dei controlli effettuati negli ultimi<br />

anni dal sistema veterinario della Regione<br />

Lazio negli allevamenti e nei caseifici del nostro<br />

territorio”. Questo è quanto deciso da Daniela Valentini,<br />

assessore all’Agricoltura della Regione di<br />

concerto con Augusto Battaglia, assessore alla<br />

Sanità. “In questo modo vogliamo fornire garanzie<br />

concrete sulla salubrità, sulla qualità e sulla<br />

totale sicurezza alimentare delle mozzarelle di<br />

bufala prodotte dai caseifici laziali, le quali, come<br />

ho già ribadito ieri al tavolo di filiera, sono<br />

garantite e assolutamente prive di diossina e di<br />

qualsiasi altro contaminante chimico”.<br />

Sono 800 gli allevamenti di bufala e 50 mila i capi<br />

presenti sul territorio regionale. Di questi 20<br />

mila si trovano nella provincia di Frosinone che,<br />

insieme a Latina, produce la quasi totalità dei<br />

400-500 mila quintali di latte del Lazio, pari al<br />

20% della produzione nazionale.<br />

“È importante tutelare la salubrità di questo prodotto<br />

di eccellenza – ha proseguito la Valentini –<br />

evitando che la crisi che purtroppo sta coinvolgendo<br />

il settore lattiero-caseario possa travolgere<br />

anche il latte di bufala. Il marchio permetterà<br />

di garantire anche la mozzarella campana prodotta<br />

con il latte laziale”. Il 90% del latte regionale,<br />

infatti, viene esportato in Campania, regione<br />

dove si produce l’80% del prodotto nazionale.<br />

Valentini: Un marchio tutelerà il latte Made in Lazio<br />

marchio di qualità: “sarà un modo per ribadire la<br />

sicurezza del nostro latte, visto che i controlli effettuati<br />

negli ultimi due anni hanno dimostrato<br />

l’assenza di diossina e altri contaminanti nella<br />

produzione laziale e gli allevamenti sono completamente<br />

indenni da brucellosi, tubercolosi e leucosi.<br />

Contemporaneamente al marchio avvieremo<br />

una forte operazione di marketing e degli accordi<br />

con la grande distribuzione e i mercati rionali per<br />

la commercializzazione del nostro latte”.<br />

Il marchio di qualità aiuterà infatti anche la vendita<br />

di prodotti erroneamante penalizzati da una<br />

sumatori provocando delle conseguenze sulla<br />

commercializzazione della mozzarella di bufala;<br />

un prodotto sano e di qualità che da sempre appartiene<br />

alla tradizione gastronomica del nostro<br />

territorio. Per questo motivo – ha concluso l’assessore<br />

– vogliamo impiantare una strategia di rilancio<br />

capace di salvaguardare un settore strategico,<br />

sia per la tutela dell’ambiente sia dei posti<br />

di lavoro, e dare risposte concrete anche alla crisi<br />

che ha colpito due presidi territoriali di fondamentale<br />

importanza come la Pettinicchio e la Cisternino”.<br />

Nella foto: On. Daniela Valentini, Assessore<br />

allʼArgricoltura della Regione Lazio<br />

crisi che sta colpendo la vicina Campania e permetterà<br />

la riconoscibilità del prodotto laziale.<br />

“Chiederemo inoltre ai ministeri della Salute e<br />

dell’Agricoltura la convocazione di un tavolo nazionale<br />

per affrontare l’emergenza – ha proseguito<br />

la Valentini – dove esporremo le problematiche<br />

del Lazio, discusse durante l’incontro odierno”.<br />

Si tratta soprattutto di risolvere la questione<br />

del latte in esubero anche attraverso indennizzi<br />

economici e la dichiarazione dello stato di crisi di<br />

mercato.<br />

Valentini: Polo e marchio di qualità per rilancio bufalino<br />

Valentini: Risultati controlli presto pubblicati su sito Regione Lazio<br />

eur:torrino:news 77


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