TR Aprile 2008.qxp:Torrino gennaio.qxd - Eurtorrinolive
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www.ilperiodico.it<br />
Eur <strong>Torrino</strong> News Pubblicazione mensile<br />
ANNO VI n° 4 aprile 2008<br />
Editrice: Service & Business 2001<br />
Direttore Editoriale: Sergio Di Mambro<br />
Direttore responsabile: Riccardo Alfonso<br />
Redazione: Via degli Eroi di Rodi, 214<br />
Tel. 06.5083731<br />
Grafica: Fabio Zaccaria<br />
Eva Tarantino<br />
Stampa: Ripoli snc<br />
Hanno collaborato:<br />
Marta Cecchini, Francesca Colaiocco,<br />
Paola D’Angelo, Fabio Zaccaria, Barbara<br />
Frascà, Michele Torella, Alessia Niccolucci.<br />
Per la pubblicità su “Eur <strong>Torrino</strong> News”<br />
telefonare al numero: 06.5083731<br />
oppure al 380.3965716<br />
La direzione si riserva il diritto di valutare<br />
i testi pervenuti.<br />
Il materiale non verrà restituito.<br />
Finito di stampare nel mese di:<br />
aprile 2008<br />
:sommario<br />
Editoriale 4<br />
Il telaio di Elena: antiche donne di oggi 6<br />
Cinema: Interview 10<br />
Open space: The Gimp - Grafica professionale Open - Source 16<br />
Acqua, farina e… 18<br />
Musica: Tiromancino - L’anima romantica del Rock 20<br />
Cinema: Questa notte è ancora nostra/Juno 26<br />
Bau & Miao: la rubrica degli animali 28<br />
Bacheca annunci 29<br />
Condiglio Regionale informa 30<br />
Su e giù per il Lazio: Civita di Bagnoregio 32<br />
Planet Flower: Le Orchidee 34<br />
Il Salvagente 38<br />
Cinema: 27 volte in bianco 43<br />
Planet Cinema: le anteprime di maggio 46<br />
Oroscopo 50<br />
La storia dell’EUR, VIII Puntata 60<br />
Romalive e IFO informano 64<br />
Municipio XII informa 70<br />
Romalive al Vinitaly 74<br />
La Regione informa 76<br />
10<br />
43<br />
74<br />
18<br />
:sommario
Editoriale: cosa succederà?<br />
] a cura di Sergio Di Mambro [<br />
Quest’anno, il 2008, è iniziato a tinte fosche e<br />
con molte domande senza risposte. La gente è<br />
preoccupata, spesso confusa e persa nel labirinto<br />
di una vita sempre più ritmata dal caos<br />
che tutt’intorno si avverte. Pensate al petrolio<br />
che continua la sua corsa verso i 200 dollari al<br />
barile, i costi dell’energia che continuano ad<br />
aumentare, i prodotti di prima necessità sempre<br />
più costosi, un’economia virtuale ( la borsa<br />
e i vari artifizi finanziari) al posto di un’economia<br />
reale, e ancora nessuno ci dice quali strategie<br />
mettere in campo per un’emergenza planetaria.<br />
Una crisi politica, economico-finanziaria,<br />
strutturale e soprattutto umana. L’uomo<br />
è solo, confuso, annichilito e depredato di ogni<br />
sicurezza. Errori su errori di una classe politica<br />
vecchia e priva di idee e ideali, persa nel pantano<br />
delle connivenze affaristico-mafiose e con<br />
un modello di paese “tombale”. Dietro paroloni<br />
inutili nascondono il loro gretto uso del potere<br />
per conservare poltrone, posizioni, aziende<br />
senza sapere dove si sta andando. Pur di mantenere<br />
i loro poveri e vuoti privilegi sono di -<br />
sposti ad “uccidere il pianeta” e i propri simili.<br />
Mai ho sentito politici di destra o di sinistra<br />
occuparsi di ricerca, di nuove fonti energetiche,<br />
di un’economia con nuove regole, di agricoltura,<br />
di turismo, ecc… No, li ho sentiti parlare<br />
di piano regolatore regalando migliaia di<br />
4 eur:torrino:news<br />
ettari di terreno ai costruttori, senza preoccuparsi<br />
della vita dei cittadini, li ho sentiti parlare<br />
di nucleare come se fosse la soluzione al problema<br />
petrolio. Fanno ridere, nemmeno gli Usa<br />
credono al nucleare. Sanno che l’uranio su questo<br />
pianeta ha giacimenti limitati? Le scorie<br />
dove le portiamo? Nelle loro case? C’è una via<br />
d’uscita, e questa passa dal nostro grado di<br />
consapevolezza, dal volerci impegnare seriamente<br />
nella nostra vita senza delegare a chi è<br />
ormai cadavere putrefatto (parlo di questa politica).<br />
La nostra salvezza e quella di questo<br />
pianeta passa attraverso un cambiamento epocale,<br />
e precisamente: oggi il mondo non può<br />
più essere governato dai politici, ma dalla ricerca,<br />
unico strumento assieme a persone illuminate<br />
come lo era Papa Giovanni Paolo II, per<br />
reinvertire una rotta, quella attuale, senza speranza.
Il telaio di Elena:<br />
Antiche donne di oggi ] a cura di Alessia Niccolucci [<br />
Notre-Dame ha detto di no al massacro degli angeli<br />
del Tibet: Parigi vale più di un'Olimpiade, oltre<br />
che di una messa.<br />
La vita e la sua difesa devono essere al centro di<br />
tutte le politiche e di tutte le scelte: sia che la vita<br />
sia un bene in arrivo, sia che sia nel presente, negli<br />
occhi di una donna dinnanzi a un bivio, sia che sia<br />
rugosa e si avvii al suo termine, cercando il diritto<br />
di un lieto fine.<br />
Alle base di una politica al femminile, che sia fatta<br />
in una cucina o altrove, ci deve essere lo sguardo di<br />
una donna. Non di una donna qualunque, non di un<br />
essere nato casualmente di sesso femminile, ma di<br />
una giardiniera della vita, di una nutrice che senta<br />
della poesia nella scelta, ne colga la filosofia, l'amore<br />
della conoscenza della vita.<br />
Filomena non capisce la guerra: accetta la legge<br />
degli uomini, ma lei non capisce cosa significhi mo -<br />
rire se non quando, come un albero o una pianta<br />
del suo orto, la fine naturale o un'altrettanto naturale<br />
catastrofe non la recida o la spenga. Filomena<br />
sa solo che i suoi figli vanno a morire, se qualcuno<br />
non li proteggerà, e il resto non conta.<br />
La vita va protetta ad ogni costo, la vita di tutti.<br />
Il potere della ragione, per quanto affascinante nel<br />
suo narcisismo, non tutela le nostre vite, le esistenze<br />
dei nostri figli e ci si dimentica che il potere<br />
della madre è più forte di quella del padre, di<br />
fronte alla vita, come maggiore è la sua responsabilità.<br />
Si sentono frasi vendute per femminili, come "Io<br />
sono una donna non convenzionale", o "Io sono<br />
una donna semplice" o "libera" e così via. Ma quale<br />
donna, dicendolo, volge un occhio anche alla<br />
sua pancia? A quella calamita che ti trattiene a terra,<br />
vicino ad essa e ai suoi cicli naturali, fonte di vi-<br />
ta fisica e psichica, ricchezza del cuore per le donne<br />
e per chi attorno a loro ruota?<br />
Chi di noi si ricorda del senso della vita quando decide<br />
chi sposarsi, quando vota, quando sceglie, insomma,<br />
qualunque via che comporti una responsabilità<br />
non solo verso se stessa, ma anche verso<br />
qualcun altro?<br />
Filomena amava "combinar matrimoni" per tutelare<br />
la vita, di chi amava e di chi sarebbe venuto dopo<br />
di loro.<br />
Alcune bambine piangono quando divegono donne:<br />
capiscono, pur senza saperlo in coscienza, che<br />
da quel giorno devono lasciare l'innocenza per<br />
prendersi una responsabilità che non è più solo<br />
della propria persona.<br />
L'era presente ci soccorre con la scienza e la conoscenza:<br />
ma la coscienza è un dovere tutto tuo,<br />
donna.<br />
Il silenzio è d'oro, purché non sia vigliaccheria o<br />
ipocrisia: un tempo forse, le donne non potevano<br />
parlare. Oggi, credo, debbano.<br />
A volte c'è molta più saggezza nel centrino di una<br />
nonna che nelle tesi di laurea e nei bilanci economici<br />
di una giovane donna, poiché nei primi si legge,<br />
intessuta nella trama, l'arte della pazienza.<br />
Filomena<br />
Donne che parlavano con gli alberi<br />
Libreria Nuova Europa - Via Tazio Nuvolari 1 (I Granai)<br />
Feltrinelli Viale Marconi - Viale G. Marconi 190<br />
su Internet: ibs - www.internetbookshop.it
eur:torrino:news 7
8 eur:torrino:news
Interview<br />
Un film di Steve Buscemi con Steve Buscemi e<br />
Sienna Miller. Prodotto da Columbia Pictures e<br />
Ironwork Production. Distribuito in Italia da Fandango<br />
distribuzione. Colore. Nelle sale cinematografiche<br />
dall’11 aprile.<br />
Pierre: Cosa rende un uomo affascinante?<br />
Katya: Una cicatrice!<br />
Pierre: Perché?<br />
Katya: Perché una donna ne ha quasi sempre<br />
una!<br />
Interview ha una storia che prescinde dalla sua<br />
trama poiché è la riproposizione dell’omonimo<br />
film di Theo van Gogh, regista olandese assassinato<br />
il 2 novembre del 2004 da un fondamentalista<br />
islamico, reazione causata dal ritratto dell’Islam<br />
che Van Gogh aveva reso nel suo cortometraggio<br />
Submission:Part 1.<br />
“Triple Theo” è il nome della trilogia di cui Inter-<br />
10 eur:torrino:news<br />
view fa parte, un progetto nato in omaggio a Van<br />
Gogh, il cui desiderio era di riambientare i suoi<br />
film negli Stati Uniti.<br />
I produttori Bruce Weiss e Gijs van de Wastelaken<br />
hanno deciso di realizzare il sogno di Theo dando<br />
vita ad una trilogia il cui tema principale è il conflitto<br />
tra uomo e donna.<br />
Oltre a Steve Buscemi altri due registi sono stati<br />
chiamati per la realizzazione di questo progetto,<br />
e sono: Stanley Tucci, regista di 06, la storia di<br />
un incontro anonimo su una linea telefonica, e<br />
Bob Balaban, regista di Blind Date, film che racconta<br />
la vicenda di due persone accomunate dalla<br />
tragica esperienza della morte di un figlio.<br />
Steve Buscemi ha accettato, oltre che di dirigere<br />
ed interpretare il film, anche di riscriverne la sceneggiatura<br />
per poterlo riambientare nella sua<br />
New York.<br />
Interview racconta la storia di Pierre Peders (Steve<br />
Buscemi), un giornalista autodistruttivo dal<br />
] di Paola D’Angelo [<br />
duro passato, e Katya (Sienna Miller), un’attrice<br />
di soap apparentemente frivola e superficiale.<br />
Si ritroveranno, entrambi controvoglia, a dover<br />
fare un’intervista che, con il passare delle ore, costringerà<br />
i due a frantumare i propri ruoli, dando<br />
vita a un’intimità non consueta alla situazione.<br />
Si alterneranno momenti di estrema dolcezza e<br />
sensualità, a momenti di violenza verbale e fisica<br />
che porteranno i protagonisti a confessarsi l’incoffessabile.<br />
La loro diventerà una partita a scacchi in cui lo<br />
scacco matto sarà ad opera del giocatore più furbo<br />
e senza scrupoli. Entrambi metteranno in scena<br />
una rappresentazione teatrale dove Pierre interpreta<br />
un uomo calmo, comprensivo e anche<br />
un po’ insicuro, mentre Katya darà prova delle<br />
sue doti di attrice.<br />
Un dialogo sulla menzogna in cui, fino alla fine,<br />
non si scoprirà chi dei due racconta la verità (se<br />
realmente ne esiste una).
Ti incolla allo schermo, man mano che la narrazione<br />
prende vita cresce il desiderio di giungere<br />
alla fine della storia per potere scoprire fino a<br />
che punto i personaggi sono disposti a spingersi<br />
per ottenere ciò che desiderano, che sia un’intervista,<br />
sesso, o una semplice chiacchierata tra<br />
due persone in realtà molto simili.<br />
Nonostante i dialoghi si svolgano quasi esclusivamente<br />
tra i due protagonisti, la visione non risulta<br />
noiosa e ridondante poiché si alterna tra<br />
scene di forte enfasi e scene divertenti. Il risultato<br />
finale è uno staordinario racconto disfunzionale<br />
tra due persone uniche.<br />
È semplice cadere nella trappola di facili paragoni<br />
con l’originale, ma una cosa bisogna dirla: Buscemi,<br />
in accordo con i due produttori, ha deciso<br />
di utilizzare la stessa tecnica di ripresa di Van<br />
Gogh, il sistema delle tre camere digitali. Una<br />
camera si concentra sul protagonista maschile,<br />
una sulla protagonista femminile e la terza camera<br />
“master” cattura entrambi gli attori.<br />
È un linguaggio cinematografico innovativo che<br />
crea sul set un’atmosfera unica, ma soprattutto<br />
permette di girare in tempi molto brevi e di fornire<br />
moltissime inquadrature, oltre ovviamente a<br />
girare con un budget non troppo alto e ad avere a<br />
disposizione moltissimo materiale da utilizzare<br />
per il montaggio.<br />
Lo stesso Buscemi sostiene che quello delle tre<br />
camere simultanee è un sistema che ha permesso,<br />
sia al regista che alla Miller, di improvvisare<br />
tranquillamente avendo la consapevolezza che<br />
nessun aspetto della recitazione sarebbe andato<br />
perduto, dando inoltre al film uno stile simile a<br />
quello teatrale.<br />
Attore-regista, Buscemi ha costruito la sua carriera<br />
grazie all’interpretazione di straordinari personaggi<br />
unici e indimenticabili.<br />
Lo abbiamo visto in moltissimi film, ma forse il<br />
personaggio che è rimasto nell’immaginario comune<br />
è quello di Mr. Pink nello straordinario Le<br />
Iene di Quentin Tarantino, per il quale ha vinto<br />
l’IFP Spirit Awards. Da allora, è diventato l’attore<br />
preferito di molti rinomati registi come Tim Burton,<br />
i fratelli Coen e John Carpenter.<br />
Oltre al suo talento come attore, Buscemi ha dimostrato<br />
di essere un bravissimo scrittore e regista.<br />
Il suo primo lungometraggio è Mosche da<br />
Bar, presentato al Festival di Cannes nel 1996. Il<br />
secondo film, Animal Factory, racconta la vicenda<br />
di un giovane finito in prigione con una sentenza<br />
ingiusta che lo porterà a trasformarsi nel prodotto<br />
dell’ambiente in cui è stato catapultato.<br />
Nella sua vita ha preso parte alla realizzazione<br />
di molti film, ma ciò che lo rende un personaggio<br />
unico è sicuramente la sua precedente esperienza<br />
nei vigili del fuoco di New York tra il 1980 e il<br />
1984. Durante gli attentati dell’11 settembre<br />
2001 si è recato nella sua ex caserma per prestare<br />
servizio come volontario. Lavorò a ground zero<br />
dodici ore al giorno per una settimana cercando i<br />
sopravvissuti e i corpi delle vittime tra le macerie,<br />
e per tutto il tempo evitò le telecamere scegliendo<br />
di agire in modo anonimo come qualsiasi<br />
pompiere.<br />
eur:torrino:news 11
Aspettando il Banco delle<br />
Giovani Marmotte<br />
Con il termine inglese bank runs si identifica una<br />
richiesta contemporanea e massiva di rimborso<br />
dei depositi presenti presso un determinato istituto<br />
di credito. Le scene che abbiamo visto l’estate<br />
scorsa innanzi alle filiali della Banca Northern<br />
Rock rappresentano un tipico esempio di<br />
bank runs ovvero, traducendo letteralmente, una<br />
corsa alla banca per prelevare il contante ivi depositato.<br />
L’attuale congiuntura che stanno vivendo<br />
i mercati finanziari del pianeta (innanzi<br />
alla peggiore crisi economica dal dopoguerra ad<br />
oggi, secondo Alan Greenspan) sollevano non<br />
poche considerazioni e perplessità in merito ai<br />
sistemi di tutela dei depositi attualmente in essere<br />
per contrastare e gestire gli effetti di una<br />
crisi strutturale dell’intero sistema creditizio.<br />
Consideriamo a riguardo che alcune delle più<br />
grandi banche del mondo (ed in teoria anche le<br />
più solide e sicure) sono state recentemente in<br />
prossimità di un default finanziario, prospettiva<br />
impensabile fino a cinque anni fa.<br />
Tralasciando l’analisi macroeconomica già trattata<br />
in altre occasioni (www.eu ge nio be ne taz -<br />
zo.com/recensioni.html) ritengo interessante<br />
soffermarmi sui modi e tempi messi in essere dal<br />
nostro paese nell’eventualità che si verifichi un<br />
caso Northern Rock anche in Italia. A riguardo<br />
infatti il nostro paese prevede per legge la presenza<br />
di un organismo di garanzia che possa contribuire<br />
al mantenimento della stabilità finanziaria<br />
evitando appunto comportamenti di bank running,<br />
il nome di questo organismo viene riportato<br />
solitamente sull’intestazione di ogni estratto<br />
di conto bancario: a proteggere i depositi dei risparmiatori<br />
e correntisti italiani ci pensa il cosidetto<br />
FITD ovvero il Fondo Interbancario di Tutela<br />
dei Depositi. Il nome in sé dovrebbe già rassicurare<br />
chi sta leggendo. In teoria dovrebbe essere<br />
così. Ma siamo certi che anche una sua estrema<br />
applicazione pratica non consenta il salvataggio<br />
di quanto depositato?<br />
Cominciamo con una buona notizia. L’unica, purtroppo,<br />
a mio giudizio. L’Italia detiene l’assicurazione<br />
con l’importo maggiore (103.000 euro) all’interno<br />
dell’Unione Europea a copertura dei depositi<br />
presenti presso i suoi istituti di credito.<br />
Altri paesi europei sono molto meno virtuosi di<br />
noi, in Francia, per esempio, la copertura è di<br />
70.000 euro, in Germania di 20.000 euro e nel<br />
Regno Unito circa 45.000 euro. Per una volta<br />
tanto l’Italia eccelle sugli altri.<br />
Quello che dovremmo conoscere non è tanto il<br />
massimale assicurato dall’organismo di garanzia<br />
(che non ha fatto altro che recepire una direttiva<br />
comunitaria la quale imponeva un minimo di garanzia<br />
di almeno 20.000 euro), ma le modalità di<br />
intervento del fondo di garanzia per far fronte<br />
alla stabilità e solidità del sistema bancario italiano.<br />
Tanto per iniziare, sappiate che questo<br />
fondo non è un contenitore di liquidità e risorse<br />
finanziarie o meglio ancora non è una cassaforte<br />
che detiene oro, euro, immobili e preziosi, come<br />
nell’immaginario collettivo si pensa tutt’oggi.<br />
Niente di tutto questo. Nella fattispecie infatti il<br />
Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi è un<br />
consorzio obbligatorio di diritto privato a cui<br />
aderiscono le circa 300 banche presenti nel territorio<br />
italiano (tranne le banche di credito coope-<br />
rativo che hanno a loro volta un proprio fondo di<br />
tutela dei depositi).<br />
Un eventuale intervento di questo fondo a copertura<br />
di un default finanziario di un istituto di<br />
credito italiano si configura pertanto come un<br />
intervento congiunto in comune partecipazione<br />
da parte di tutte le altre banche che aderiscono<br />
al fondo attraverso l’immissione di liquidità e/o<br />
fondi nel sistema o nella banca sventurata ormai<br />
in crisi o insolvenza manifesta. In buona so -<br />
stanza questo fondo è privo di risorse proprie. Il<br />
fondo, che dovrebbe chiamarsi consorzio e non<br />
fondo a mio modesto parere, si preoccupa<br />
di coordinare, a livello di tesoreria, gli accantonamenti<br />
contributivi di cui ogni banca deve rispondere<br />
in base al volume dei suoi depositi e ad<br />
uno specifico livello di rischio. Questo tipo di<br />
approccio presuppone una lentezza di intervento<br />
nell’effettuare eventuali rimborsi nel caso del fal-<br />
] di Eugenio Benetazzo [<br />
limento di un soggetto bancario, a causa della<br />
necessità di raccogliere i conferimenti da parte<br />
delle varie controparti bancarie, sottolineando<br />
invece una preoccupante inefficacia in caso di<br />
crisi strutturale dell’intero sistema bancario.<br />
Questa considerazione infatti permette di intuire<br />
come agisce il fondo a livello pratico: se una banca<br />
fallisce, tutte le altre intervengono per sorreggerla<br />
attraverso il ricorso a fondi propri appositamente<br />
accantonati (o almeno che dovrebbero<br />
essere stati prudentemente accantonati). Mentre<br />
nel caso di una crisi strutturale del sistema<br />
(quella menzionata da Alan Greenspan), quindi<br />
per esempio due grandi gruppi bancari che si trovassero<br />
in situazioni analoghe a quelle della Northern<br />
Rock, il fondo risulterebbe sostanzialmente<br />
incapace di intervenire. Questa incapacità deriverebbe<br />
da uno stato di insolvenza che colpirebbe<br />
con effetto domino una moltitudine significativa<br />
di banche aderenti al fondo incapaci a loro<br />
volta di sostenere le prime in default.<br />
In questa eventualità solamente un intervento<br />
pubblico potrebbe essere in grado di salvare l’intero<br />
sistema bancario. Per l’ennesima volta compare<br />
lo spettro del prestatore di ultima istanza<br />
che attualmente in Italia ed in Europa non è ancora<br />
molto ben identificato ovvero il soggetto<br />
che per ultimo dovrebbe essere in grado di mettere<br />
una pezza finale al buco che si è venuto a<br />
formare. A riguardo allora ognuno di voi tragga le<br />
dovute considerazioni sulla base di quanto proposto<br />
recentemente in occasione del meeting<br />
Ecofin svoltosi in Slovenia, all’interno del quale i<br />
banchieri centrali dell’Unione Europea hanno<br />
proposto un memorandum of understanding dal<br />
quale si evince la totale assenza di interventi con<br />
denaro pubblico a sostegno dell’azionariato di<br />
banche in eventuali difficoltà. Pertanto consiglio<br />
a tutti di aprire il prima possibile un conto di<br />
deposito presso il Banco delle Giovani Marmotte<br />
in quanto grazie alle fideiussioni di Zio Paperone<br />
potremmo contare su una banca solida ed in grado<br />
di resistere anche ai take over ostili da parte di<br />
Rockerduck: grazie alle competenze di Qui, Quo e<br />
Qua, finalmente saremo in grado di costruire un<br />
innovativo ed inattacabile sistema bancario.<br />
www.eugeniobenetazzo.com/tour.html<br />
www.youtube.com/eugeniobenetazzo
Open Space: finestra sul mondo del Software libero<br />
The Gimp - Grafica professionale Open Source<br />
] di Fabio Zaccaria [<br />
Questo mese ci occupiamo di un settore che annovera<br />
moltissimi appassionati tra gli utenti di<br />
Personal Computer: la grafica.<br />
GIMP è uno “strumento multipiattaforma per l'elaborazione<br />
di immagini fotografiche”. La prima<br />
versione è stata scritta da Peter Mattis e Spencer<br />
Kimball, e di recente molti altri sviluppatori hanno<br />
contributo al suo sviluppo, e migliaia di persone<br />
hanno fornito supporto e collaudi. Le versioni<br />
di GIMP sono attualmente gestite da Sven<br />
Neumann, Mitch Natterer e molte altre persone<br />
nel gruppo del GIMP-Team. Il nome sta per GNU<br />
Image Manipulation Program, si tratta infatti, in<br />
senso generico, di un programma di manipolazione<br />
delle immagini che può essere utilizzato<br />
quale strumento di elaborazione, creazione o fotoritocco.<br />
Uno dei vantaggi di GIMP è la sua libera<br />
disponibilità per molti sistemi operativi.<br />
Molte distribuzioni GNU/Linux lo includono come<br />
applicazione standard, inclusa nel pacchetto di<br />
software di partenza. Si tratta di un programma<br />
disponibile anche per altri sistemi operativi come<br />
Microsoft Windows o Apple Mac OS X. È un'applicazione<br />
di Software Libero coperta dalla licenza<br />
General Public License (GPL), licenza, quest’ultima,<br />
che garantisce agli utenti la libertà di accesso<br />
e di modifica del codice sorgente del programma<br />
a cui è applicata.<br />
Se volessimo immaginare, come abbiamo fatto in<br />
passato per OpenOffice e NeoOffice, una sorta di<br />
omologo nel mondo del software non libero, dovremmo<br />
sicuramente volgere lo sguardo ad Adobe<br />
Photoshop. Al pari del blasonato software appena<br />
citato, autentico standard del settore, GIMP<br />
mette a disposizione una serie di strumenti organizzati<br />
sullo schermo con il classico metodo delle<br />
“palette”, che potremmo definire “riquadri tematici”<br />
contenenti strumenti o informazioni<br />
omogenee per funzionalità. Avremo così una palette<br />
dedicata ai vari strumenti (selezione, taglio,<br />
pennello, ecc…), una dedicata ai livelli dell’immagine,<br />
una dedicata alle informazioni sul<br />
colore, e così via. Al pari di Photoshop, anche le<br />
palette di GIMP possono essere posizionate sullo<br />
schermo a piacimento dell’utente.<br />
Molti designer professionisti hanno riconosciuto<br />
in questo software uno strumento potente, funzionale<br />
e affidabile, per nulla “amatoriale”,<br />
16 eur:torrino:news<br />
orientato maggiormente verso le esigenze di chi<br />
lavora con immagini per il web, o comunque non<br />
con immagini destinate alla stampa in quadricromia,<br />
che necessita di una modalità colore detta<br />
CMYK (Cyan-Magenta-Yellow-blacK) che GIMP<br />
attualmente non è in grado di gestire.<br />
Al pari di altre applicazioni professionali GIMP<br />
può estendere le proprie funzionalità grazie a dei<br />
plug-in, in pratica dei “sotto-programi” realizzati<br />
anche da terze parti che aggiungono funzionalità<br />
al software di base. La galleria di filtri a di -<br />
sposizione dell’utente è ricchissima, e non ha<br />
nulla da invidiare ad altre applicazioni professionali,<br />
consentendo di effettuare elaborazioni senza<br />
assolutamente limitare la creatività. Sarà coì<br />
possibile in un attimo trasformare una fotografia<br />
in un disegno a pastello, un acquarello, o un mosaico,<br />
con pochi clic del mouse, un po’ di fantasia<br />
e voglia di sperimentare la miriade di parametri<br />
che ogni plug-in mette a disposizione.<br />
La cosa sorprendente, ancora una volta, è l’uti-<br />
lizzo delle risorse hardware. Elaborazioni anche<br />
molto complesse sono alla portata di CPU anche<br />
di non ultima generazione, laddove le principali<br />
applicazioni del settore professionale sembrano<br />
invece assecondare la folle corsa verso componenti<br />
hardware sempre più costose e veloci. Ennesima<br />
dimostrazione, nel caso in cui ce ne fosse<br />
ancora bisogno, della lezione proveniente dal<br />
mondo Open-Source.<br />
GIMP è giunto ormai alla versione 2.4 e, come<br />
sempre, molissime sono state le varie migliorie<br />
apportate con quest’ultimo aggiornamento. Volendone<br />
ricordare solo alcune: migliorato l’aspetto<br />
del pannello strumenti; completa riscrittura<br />
degli strumenti di selezione; nuovo strumento di<br />
selezione immagini in primo piano; nuovo strumento<br />
di allineamento degli oggetti; importazione<br />
dei tracciati di ritaglio in TIFF; miglioramento<br />
della modalità a schermo pieno; pieno supporto<br />
ai profili di colore; vari miglioramenti di velocità<br />
nelle funzioni composite e nel disegno dei gradienti.<br />
Un’ultima raccomandazione per tutti coloro i quali<br />
non hanno mai avuto il coraggio di tentare sperimantazioni<br />
con GIMP perché abituati alla posizione<br />
degli strumenti di Adobe Photoshop: esiste<br />
una versione del software denominata GIMPshop,<br />
pensata appositamente per andare incontro alle<br />
esigenze di questi utenti: in pratica la disposizione<br />
delle palette è ricalcata su quella del celebre<br />
programma Adobe. Si tratta in fondo di un<br />
piccolo controsenso, dal momento che GIMP non<br />
è assolutamente una sorta di “photoshop dei poveri”,<br />
e deve proseguire nello sviluppo di una propria<br />
identità, ma di fronte a nuovi utenti che si affacciano<br />
nel mondo del software open-source siamo<br />
ben lieti di chiudere un occhio.
Acqua, farina e...<br />
Frico con patate - Bunet<br />
] a cura di Valeria De Rentiis [<br />
Questo mese salutiamo l'inverno, a dire<br />
il vero molto poco freddo, per dare il<br />
benvenuto alla primavera con due<br />
ricette tipiche del nord Italia. Potrete<br />
far finta di averle riportate dalla settimana<br />
bianca! Iniziate con il "Frico" piatto tipico del<br />
Friuli e concludete con il "Bunet" dolce tipico<br />
del Piemonte. E buon appetito!<br />
FRICO CON PATATE<br />
ingredienti:<br />
• 1 kg patate<br />
• 1 cipolla<br />
• 1/2 kg formaggio latteria (tipo montasio)<br />
• olio, sale, pepe q.b.<br />
Sbucciate le patate e tagliatele a fettine<br />
spesse meno di mezzo centimetro. Fate<br />
intanto soffriggere la cipolla in una casseruola<br />
ben unta d'olio, facendo attenzione a<br />
non alzare troppo la fiamma. Quando la cipolla<br />
è imbiondita buttate le patate e aumentate<br />
il calore della fiamma per pochi minuti.<br />
Salate, pepate e fate andare a fuoco modera-<br />
to, girando spesso le patate. Girate il tortino<br />
con l'aiuto di un coperchio e aumentate il<br />
calore della fiamma. Quando sarà dorato da<br />
entrambe le parti capovolgete il frico su un<br />
piatto da portata e servite ben caldo accom-<br />
pagnato da polenta. Intanto preparate il formaggio<br />
a fettine. Quando le patate sono praticamente<br />
cucinate aggiungete il formaggio e<br />
coprite per 20 minuti cuocendo a fuoco lento.<br />
BUNET<br />
ingredienti:<br />
• 280 gr. di zucchero<br />
• 6 uova<br />
• 5 amaretti<br />
• 6 cucchiai di rum<br />
• 1 lt. di latte intero<br />
• scorza grattugiata di 1/2 limone<br />
• 20 g. di cacao amaro<br />
Sbriciolate gli amaretti in una terrina;<br />
aggiungete la scorza di limone e mescolate.<br />
Rompete le uova e separate i tuorli dagli<br />
albumi. Battete i tuorli con la frusta, insieme<br />
a 200 gr. di zucchero, fino ad ottenere un<br />
composto chiaro e spumoso, quindi unite gli<br />
amaretti, il cacao e la scorza di limone. Montate<br />
a neve ferma gli albumi e incorporateli<br />
alla crema mescolando delicatamente dal<br />
basso verso l'alto; bagnate con il rum e il<br />
latte bollito e raffreddato. Mettete lo zucchero<br />
rimasto in una piccola casseruola, unite<br />
1/2 cucchiaio di acqua e, ruotando il recipiente<br />
su fuoco basso, fate caramellare lo<br />
zucchero. Distribuite il caramello, che dovrà<br />
essere color nocciola, in modo uniforme in<br />
uno stampo da budino con foro centrale. Versare<br />
la preparazione, cuocere a bagnomaria in<br />
forno a 200/220°C per 40-50 minuti, facendo<br />
attenzione che l'acqua sobbolla appena.<br />
Estraete lo stampo, lasciatelo raffreddare e<br />
mettetelo in frigorifero per qualche ora. Sformate<br />
il bunet su un piatto per dolci.
] a cura di Francesca Colaiocco [<br />
Li abbiamo potuti ascoltare sul palco dell’Ariston,<br />
in occasione della 58esima edizione del Festival<br />
della canzone italiana, dove hanno presentato<br />
“Il rubacuori”, brano-denuncia che affronta il delicato<br />
tema del lavoro precario e dei licenziamenti<br />
di massa, e che ha costretto la band di Federico<br />
Zampaglione a presentarsi da indipendente<br />
a causa di alcuni contrasti con la storica casa<br />
discografica, la Emi. Realizzato con un progetto<br />
autonomo è anche il doppio album live dal titolo<br />
“Il suono dei chilometri”, pubblicato poche settimane<br />
fa e prodotto dall’etichetta di Zampaglione<br />
Deriva Production, distribuzione Edel Italia.<br />
Guidati da Federico Zampaglione, voce e chitarra<br />
della band, i Tiromancino nascono a Roma nel<br />
1989 realizzando, negli anni successivi, quattro<br />
album di stampo sperimentale: “Tiromancino”,<br />
“Insisto”, “Alone Alieno” e “Rosa Spinto”. La loro<br />
formazione subisce diverse modifiche nel corso<br />
del tempo, come l’entrata di Francesco Zampaglione<br />
nel ‘93, chitarrista e fratello di Federico,<br />
e della bassista Laura Arzilli nel ‘94. Le esibizioni<br />
nei club di tutta Italia gli permettono di conquistare<br />
l’affetto di un ristretto gruppo di appassionati,<br />
finché nel 2000 pubblicano l’album che segna<br />
la loro affermazione nel panorama rock italiano<br />
e il ritorno dopo un periodo difficile: “La<br />
descrizione di un attimo”, premiato con disco di<br />
platino. Lo stesso anno partecipano al Festival di<br />
Sanremo con “Strade”, brano realizzato in collaborazione<br />
con Riccardo Sinigallia, che gli fa conquistare<br />
il secondo posto della categoria giovani<br />
ed è un tormentone in tutte le radio ed emittenti<br />
televisive musicali. Dopo il primo lavoro uffi-<br />
20 eur:torrino:news<br />
ciale, Federico Zampaglione e compagni si dedicano<br />
alle esibizioni dal vivo, accumulando esperienze<br />
anche all’estero, prima come gruppo spalla<br />
al tour spagnolo e portoghese dei Morcheeba e<br />
poi con la partecipazione al Brand:New Tour del<br />
2001, organizzato da MTV. Anno d’oro, quest’ultimo,<br />
per i Tiromancino, che con il singolo “Due<br />
destini” firmano la colonna sonora del film “Le<br />
fate ignoranti”, con Stefano Accorsi e Margherita<br />
Buy. Successivamente ottengono la nomination<br />
come “Best Italian Act” agli MTV Europe Music<br />
Awards, il premio come “Miglior Gruppo” agli Italian<br />
Music Awards e al PIM e numerosi riconoscimenti<br />
presso il Festival di San Marino, il Festival<br />
delle Etichette Indipendenti e i Tribe Awards. Per<br />
la seconda volta partecipano a un progetto cinematografico,<br />
collaborando insieme a Lucio Dalla<br />
per la realizzazione della colonna sonora di<br />
“Paz!”, omaggio al disegnatore e fumettista Andrea<br />
Pazienza, con il brano “Com’è profondo il<br />
mare”. Ma proprio quando sembra andare tutto<br />
per il meglio, la formazione dei Tiromancino è<br />
scossa da alcuni dissensi tra il leader Federico<br />
Zampaglione e Riccardo Sinigallia, che abbandona<br />
il gruppo insieme a Laura Arzilli e a Francesco<br />
Zampaglione. Federico prosegue da solo nel suo<br />
progetto, accompagnato da alcuni musicisti tra<br />
cui Piero Monterisi (batteria) e Andrea Pesce (tastiere<br />
e piano), collaboratori di lunga data, e l’esperto<br />
di elettronica Luigi Pulcinelli. Nel 2002<br />
esce “In continuo movimento”, anticipato dallo<br />
struggente singolo “Per me è importante” e dal<br />
rispettivo videoclip, “Miglior Video di Animazione”<br />
ai Digital Awards di Bologna. La band ottiene<br />
la seconda nomination come “Best Italian Act”<br />
agli MTV Europe Music Awards e la vittoria, oltre a<br />
ben quattro nomination, come “Miglior Testo”<br />
agli Italian Music Awards. Dopo un periodo di<br />
pausa esce, nell’ottobre del 2004, l’album “Illusioni<br />
parallele”, prodotto da Zampaglione, Pesce<br />
e Pulcinelli con la collaborazione di Lorenzo<br />
Amurri: il disco è ricco di sonorità elettroniche<br />
ottenute con strumenti caratteristici degli anni<br />
Settanta come il Moog e il piano Rhodes, mentre<br />
il brano “Verso Nord” vede la partecipazione di<br />
Nicole Pellicani, new entry vocale del gruppo. Allo<br />
stesso disco collaborano anche Manuel Agnelli<br />
e il padre di Federico Zampaglione, professore<br />
di storia e filosofia che contribuisce alla stesura<br />
dei testi. Nel 2005, in attesa dell’uscita del primo<br />
“best of” (che comprende anche tre brani inediti<br />
e il ri-arrangiamento di “Amore Amaro” e “Conchiglia”),<br />
i Tiromancino attraversano l’Italia con<br />
l’“Illusioni Parallele Tour”, insieme al chitarrista<br />
Santi Pulvirenti e al bassista Emanuele Brignola.<br />
L’anno successivo, l’eclettico Federico Zampaglione<br />
dedica anima e corpo alla realizzazione<br />
del suo primo lavoro come regista: il risultato è<br />
“Nero Bifamiliare”, un noir ambientato nella Capitale<br />
e accompagnato ovviamente da brani dei<br />
Tiromancino che, insieme a nove inediti, decretano<br />
il successo del penultimo album “L’alba di<br />
domani”, lanciato dal singolo omonimo.<br />
“Il suono dei chilometri”, primo disco live del<br />
gruppo romano comprende, oltre al brano presentato<br />
a Sanremo e all’inedito “Quasi 40”, ben<br />
22 successi registrati durante l’ultimo tour, tra<br />
cui le bellissime “Amore impossibile”, “La descrizione<br />
di un attimo”, “L’alba di domani”, “Due destini”<br />
e “Per me è importante”.
Booklet<br />
tre album per approfondire...<br />
Nick Cave - Dig!!! Lazarus Dig!!!<br />
Se ne dica pure qualunque cosa (venduto, im -<br />
borghesito, opportunista...) ma Mr. Cave attraversa<br />
senza dubbio uno dei periodi di maggiore<br />
prolificità della sua carriera. In circa un anno ha<br />
dato alle stampe ben tre lavori: quello relativo<br />
al progetto Grinderman, la colonna sonora The<br />
24 Grana - Ghostwriters<br />
Cartina di tornasole, circa la considerazione che<br />
certa musica italiana ha negli spazi offerti dai<br />
media televisivi, è stata l’eccezionale affermazione<br />
dell’onnipresente Vincenzo Mollica, relativa<br />
ad una band di nome Ghostwriters… che ave -<br />
va realizzato un album dal titolo 24 Grana! Ad<br />
Ringo Starr - Liverpool 8<br />
Liverpool è stata nominata capitale della cultura<br />
europea per il 2008, una sorta di riscatto<br />
morale, secondo uno dei batteristi più importanti<br />
della storia del pop, al secolo Richard Starkey.<br />
Da alcuni considerato l’uomo più fortunato<br />
degli anni Sessanta, trovatosi al posto giusto nel<br />
24 eur:torrino:news<br />
assasination of Jesse James, e quello di cui vorremmo<br />
parlarvi, Dig!!! Lazarus Dig!!! Inziamo su -<br />
bito dicendo che il disco non rappresenta una<br />
del le vette assolute della sua discografia. La<br />
chitarra torna ad occupare prepotentemente un<br />
ruolo centrale nelle composizioni, che non perdono<br />
parte dell’aggressività e ruvidezza derivante<br />
in linea diretta dall’esperienza con i Grinderman.<br />
Lazzaro è metafora della storia personale<br />
dell’autore australiano, “risorto” in una veste me -<br />
no “cattiva” (non per questo meno aggressiva) e<br />
ormai votato ad una considerazione del lavoro di<br />
songwriting scevra da eccessi giovanili, basata su<br />
un metodico lavoro in ufficio con tanto di orario<br />
prestabilito. Non c’è appagamento né stanchezza<br />
nell’azione dell’artista, che in molti dei brani de -<br />
clama col suo classico piglio da cantastorie in -<br />
vasato un fiume di parole grandinanti su tappeti<br />
distorti di chitarre e organi, in un’atmosfera<br />
“bluesy” quanto mai acida e corrosa. Con trent’an-<br />
ogni modo, tanto per esser chiari, Ghostwriters è<br />
l’ultimo capitolo della felice saga dei napoletani<br />
24 Grana, guidati da un sempre più “leader”<br />
Francesco Di Bella. L’evoluzione verso sonorità<br />
più ipnotiche e av volgenti sembra ormai definitivamente<br />
compiuta, e pur lasciandosi alle spalle<br />
certe giovanili irruenze il quartetto non taglia<br />
i ponti con le proprie origini: riuscendo come<br />
sempre a coniugare trame musicali di altissimo<br />
va lore con l’idioma partenopeo (in sette brani su<br />
nove). Nove storie in bilico fra dramma e spensieratezza,<br />
raccontate con parole affilate che si<br />
muovono nell’ambito di una canzone d’autore<br />
contaminata da sonorità “internazionali”. Aleggia<br />
un velato rancore per ciò che è oggi Napoli:<br />
uno splendido gioiello finito in mani sbagliate,<br />
dove storie di straordinaria umanità si incrociano<br />
a quelle di vite spezzate da una gustizia che<br />
tale non è, o da una fortuna impegnata a guardare<br />
altrove. C’è sempre più consapevolezza e<br />
momento giusto, da altri ritenuto, non a torto<br />
secondo chi scrive, un tassello fondamentale del<br />
sound dei Beatles. Quel suo modo di suonare la<br />
batteria così “melodico”, magari non pirotecnico<br />
ma sempre puntuale e “giusto” è stato sempre<br />
un marchio di fabbrica poi imitato da infiniti<br />
epigoni nella storia del Pop inglese. Oggi Starr<br />
è un mansueto signore di Sessantotto anni con<br />
la mania del “Peace and Love”, parola, quest’ultima,<br />
che fa capolino praticamente in tutte le<br />
composizioni di questo Liverpool 8. Album composto<br />
da brani definiti dallo stesso autore sunshine<br />
rock, realizzati con la collaborazione di<br />
Dave Stewart degli Eurythmics. Un atto d’amore<br />
per la propria città in cui la nostalgia è vissuta<br />
come sentimento positivo, senza imbarazzi, tanto<br />
da attingere spudoratamente alle sonorità del<br />
celebre quartetto di cui Starkey entrò a far parte<br />
rimpiazzando il belloccio Pete Best. Come non<br />
riconoscere in certi intrecci dei cori, in certe<br />
] di Fabio Zaccaria [<br />
ni di carriera alle spalle non è semplice evitare di<br />
ripetersi, e in certi mo men ti sembra davvero di<br />
assistere a una reinterpretazione di qualche brano<br />
pescato da dischi precedenti, però è proprio arduo<br />
prendersela con un individuo che a cinquant’anni<br />
suonati riesce a sfornare brani del calibro di<br />
Hold on to yourself o Night of the Lotus Eaters, cui<br />
fanno da contraltare le non eccelse Today’s Lesson<br />
o la title track, davvero poca cosa in confronto<br />
a Midnight Man, comunque uno dei brani più<br />
orecchiabili del disco. Alquanto ingeneroso sarebbe<br />
non far menzione della incredibile macchina so -<br />
nora rappresentata dai Bad Seeds, che pur orfani<br />
dell’ottimo Blixa Bargeld si confermano quale<br />
uno dei più straordinari motori che la musica contemporanea<br />
possa annoverare tra le sue file, guidati<br />
da un signore sempre più stempiato, baffuto<br />
e non più agile come ai bei tempi, animato da<br />
una curiosità ancora invidiabile, tradita da uno<br />
sguardo che sa ancora inquietare.<br />
convinzione nella stralunata e sognante oratoria<br />
del vocalist, accompagnato egregiamente da<br />
Giuseppe Fontanella, Armando Co tugno e Renato<br />
Minale. Il disco è stato registrato a Roma, in<br />
un’atmosfera di collaborazione aperta a vari amici<br />
e personaggi. La produzione è affidata a Daniele<br />
Sinigallia, con suo fratello Riccardo a dare un<br />
contributo vocale nella dolce Avere una vita da -<br />
vanti, assieme a quello di Filippo Gatti in Le Ve -<br />
rità e a quello di Marina Rei in Smania ‘e cagnà.<br />
È evidente che in quest’occasione si è deciso di<br />
privilegiare forme espressive più cantautoriali,<br />
decisamente meno rock, abbassando il volume<br />
degli amplificatori per fa vorire il gioco sulle sfumature.<br />
Da segnalare che sul sito www.la can zo -<br />
net ta.it è acquistabile una versione disco con<br />
al legato il libro Ghostnovels, in cui l’art designer<br />
Roberto Amoroso traduce, con la collaborazione<br />
del Di Bella, i testi delle canzoni in immagini a<br />
fumetti.<br />
schitarrate psichedeliche, in arrangiamenti tanto<br />
british pop, la storia di cui quest’uomo è testimone?<br />
Sarà la simpatia che sempre è riuscito a<br />
sprizzare, o quell’aria da cane bastonato che non<br />
perde comunque il sorriso, sarà quella specie di<br />
convinta ingenuità che sembra sempre animarlo…<br />
Fatto sta che pur denso di episodi che non<br />
hanno nell’originalità il loro punto forte, il disco<br />
scorre che è una bellezza: ammalia grazie alla<br />
claudicante voce (più volte ritoccata elettronicamente,<br />
si sente) del Nostro che trascina l’ascoltatore<br />
nella sua camera di nostalgici ricordi<br />
senza mai diventare patetico. Un’operazione del<br />
tutto onesta, nel panorama britanico sempre all’isterica<br />
ricerca dei “nuovi Beatles”, quella di Star -<br />
key è anche una lezione di signorilità, dimostrando<br />
come sia possibile cullarsi nella nostalgia<br />
di un passato che non tornerà, senza necessariamente<br />
trasformarlo in un’ossessione. Guarda<br />
avanti, il vecchio Ringo. Peace&Love.
Questa notte è ancora nostra<br />
Un film di Genovese e Miniero, con: Nicolas Vaporidis,<br />
Valentina Iuzumì, Massimiliano Bruno,<br />
Ilaria Spada con la partecipazione straordinaria<br />
di Maurizio Mattioli ed eccezionalmente Franco<br />
Califano, musiche di Daniele Silvestri e Maurizio<br />
Filardo, una coproduzione Italian International<br />
Film e Tha Walt Disney Company Italia, distribuzione<br />
Buena Vista International, durata 98 min.<br />
Juno<br />
Un film di Jason Reitman, con: Ellen Page, Michael<br />
Cera, Jennifer Garner, Jason Bateman, Allison<br />
Janney, J.K. Simmons, Olivia Thirlby, una<br />
produzione Mandate Pictures/ MR. Mudd, distribuzione<br />
twenty Century Fox, durata 91 min.<br />
Juno MacGuff (Ellen Page), un’adolescente americana<br />
piuttosto atipica, forte e schietta, ascolta<br />
26 eur:torrino:news<br />
Dal cast è già chiara la trama del film: una storia<br />
d’amore semi-adolescenziale contornata da vari<br />
personaggi divertenti, che aiutano i due protagonisti<br />
Massimo (Nicolas Vaporidis) e Jing (Valentina<br />
Izumì) a conoscersi ed innamorarsi fra<br />
equivoci e chiarimenti.<br />
Un film che spopolerà tra i fan di “Notte prima<br />
degli esami”, infatti gli sceneggiatori sono gli<br />
stessi e anche la trama non cambia granché.<br />
In più, rispetto agli altri della serie, ha il pregio<br />
di essere una commedia sull’integrazione razziale<br />
e lo scontro fra culture, precisamente italiana e<br />
cinese.<br />
Le note divertenti sono Massimiliano Bruno nel<br />
ruolo di Andrea, amico di Massimo con cui condivide<br />
il sogno di sfondare nel mondo del rock e il<br />
musica punk e non partecipa alla tradizionale vita<br />
studentesca, si trova ad affrontare una gravidanza<br />
non desiderata.<br />
Un pomeriggio Juno decide di fare sesso con<br />
Bleeker (Michael Cera), un compagno di scuola<br />
da sempre innamorato di lei e che non è esattamente<br />
un campione di virilità, quell’unica volta<br />
cambierà per sempre la vita dei due. Con un bimbo<br />
in arrivo e soli quindici anni capisce che l’unica<br />
soluzione è dare il bambino in adozione e,<br />
con l’aiuto della sua migliore amica Leah (Olivia<br />
Thirlby), trovano dei genitori perfetti, Mark e Vanessa<br />
(J.K. Simmons e Jennifer Garner), una benestante<br />
coppia che vive nei quartieri alti.<br />
Juno può contare sull’appoggio del padre e della<br />
matrigna, che condividono la sua decisione e la<br />
aiutano ad affrontare la gravidanza nel modo più<br />
sereno possibile.<br />
] di Paola De Angelis [<br />
lavoro da becchino, e insieme richiamano ai due<br />
personaggi dei “Blues Brothers”, Franco Califano<br />
che interpreta Franco Cicchilitti, manager discografico<br />
a cui piacciono le belle donne e, infine,<br />
Maurizio Mattioli nel ruolo del padre rassegnato<br />
ma comprensivo di Massimo.<br />
Le musiche sono di Daniele Silvestri che per l’occasione<br />
ha composto alcuni nuovi brani come “Il<br />
mondo stretto in una mano”, aggiunti a pezzi del<br />
suo repertorio tra cui la bellissima “Occhi da<br />
orientale”. Silvestri è come sempre in grado di<br />
affrontare le situazioni più disparate e produrre<br />
qualcosa di divertente e orecchiabile.<br />
È una coproduzione con la Walt Disney che ha<br />
deciso di sposare il marchio Italia ed esportarlo<br />
all’estero, speriamo sia il film giusto.<br />
] di Paola De Angelis [<br />
È un personaggio diverso da tutte le ragazzine<br />
che abbiamo visto sugli schermi perciò probabilmente<br />
è un film indirizzato ai genitori, la visione<br />
adolescenziale è trattata come un periodo difficile<br />
la cui presenza genitoriale è fondamentale,<br />
ma spesso si è gia adulti con un quasi completo<br />
controllo di se stessi.<br />
È una commedia divertente, con una serie di elementi<br />
di contorno come la musica, gli abiti della<br />
protagonista, i personaggi secondari, ma soprattutto<br />
i dialoghi che trasformano una tematica<br />
quasi drammatica in una esperienza frizzante e<br />
rendono la visione piacevole e leggera.<br />
Una curiosità: la pellicola ha trionfato alla festa<br />
del cinema di Roma aggiudicandosi il premio come<br />
miglior film e, inoltre, ha vinto il premio<br />
Oscar come miglior sceneggiatura scritta da Diablo<br />
Cody, una ex spogliarellista.
Come si può chiamare “vita” quella delle galline<br />
ovaiole allevate in gabbia in uno spazio poco inferiore<br />
a quello di un foglio A4, dove non potranno<br />
mai distendere le proprie ali e beccare sul terreno?<br />
Non vi sembra paradossale continuare a parlare<br />
di civiltà e di democrazia in Italia quando si continua<br />
a ridurre in schiavitù gli animali, senza garantire<br />
loro i bisogni primari?<br />
APRIAMO GLI OCCHI, ogni anno milioni di galline<br />
vivono così:<br />
- Esposte alla luce artificiale per molte ore, al fine<br />
di alterare il loro naturale ciclo giorno-notte, evitando<br />
la riduzione del bioritmo dell’animale, con<br />
un conseguente aumento della produzione da parte<br />
degli stessi.<br />
- Chiuse in una gabbia sopra un pavimento in rete<br />
metallica che provoca loro gravi lesioni e deformazioni<br />
ai piedi e alle unghie, le quali crescono a dismisura<br />
fino a ritorcersi e spezzarsi con gravi conseguenze<br />
sanitarie. Diverso sarebbe se le galline<br />
vivessero all’aperto dove, nella ricerca del foraggio,<br />
le unghie tendono a consumarsi naturalmente.<br />
- Colpite da una anomala fragilità delle ossa, con<br />
fratture costanti e diffuse forme di osteoporosi.<br />
Private dei loro bisogni elementari, come muoversi,<br />
razzolare, covare e pulirsi il piumaggio, le<br />
galline vivono in un perenne senso di frustrazione,<br />
fino ad assumere atteggiamenti aggressivi nei<br />
confronti delle altre “compagne di cella”. Non man-<br />
Bau & Miao:<br />
la Rubrica<br />
degli Animali<br />
Galline ovaiole: una vita in prigione<br />
cano, infatti, i fenomeni di cannibalismo, ragione<br />
per cui le galline vengono sottoposte ad un altro<br />
brutale trattamento: la mutilazione del becco.<br />
] a cura di Marta Cecchini [<br />
Perché allora preferire le uova in gabbia rispetto<br />
ad un uovo sano e nutriente come quello che proviene<br />
da altri allevamenti?<br />
Qui non si parla solo di animalismo o di senso di<br />
civiltà, ma della salute dell’uomo. Infatti, le uova<br />
che provengono dalle galline in gabbia, sono uova<br />
malsane, viste le condizioni innaturali in cui<br />
sono costrette a vivere le galline, durante la loro<br />
breve esistenza.<br />
Cari animalisti, la Direttiva Europea del 1999, che<br />
ha introdotto finalmente il bando delle gabbie di<br />
batteria convenzionali dal 1° <strong>gennaio</strong> 2012, è in<br />
pericolo: l’industria avicola fa pressione per prorogare<br />
quella data.<br />
FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE a favore della<br />
Direttiva, per il benessere degli animali, per il rispetto<br />
verso ogni forma di essere vivente e per la<br />
sicurezza alimentare.<br />
http://www.infolav.org/lenostrecampagne/alleva<br />
menti/petizionegallineovaiole/<br />
LAV allo 06.4461325<br />
OCCHIO ALL’ETICHETTA: NON SCEGLIERE LE UOVA<br />
ALLEVATE IN GABBIA!<br />
Le uova sono etichettate secondo il metodo di allevamento,<br />
per indicare al consumatore in quali<br />
condizioni di vita sono state tenute le galline che<br />
hanno prodotto le uova.<br />
ALLEVAMENTO BIOLOGICO - IDENTIFICATO CON IL CODICE 0<br />
Le galline possono razzolare liberamente all’interno e all’esterno di capannoni, su un<br />
terreno ricoperto da vegetazione e coltivato con metodo biologico. Le galline sono alimentate<br />
con cibi biologici, integrati al massimo con un 20% di mangimi convenzionali.<br />
ALLEVAMENTO ALL’APERTO - IDENTIFICATO CON IL CODICE 1<br />
Le galline possono razzolare all’aperto per alcune ore al giorno in un ambiente esterno<br />
protetto dal contatto con altri animali. Le uova in questo tipo di allevamento possono<br />
essere deposte sul terreno o nei nidi. La densità all’esterno di questo allevamento<br />
è di 1 gallina ogni 4 m2 .<br />
ALLEVAMENTO A TERRA - IDENTIFICATO CON IL CODICE 2<br />
Le galline vengono allevate in capannoni all’interno dei quali possono muoversi liberamente<br />
ma non hanno accesso all’esterno. Le uova sono deposte sul terreno o sui<br />
nidi. La densità di questo allevamento è di 4 galline per 1 m 2 .<br />
ALLEVAMENTO IN GABBIA - IDENTIFICATO CON IL CODICE 3<br />
Le galline sono rinchiuse in gabbie disposte in file da 4 a 6, all’interno di capannoni<br />
chiusi, con ventilazione forzata e luce artificiale. La densità di questi animali è di circa<br />
16 - 18 galline per metro quadrato. Le uova sono deposte su un nastro trasportatore<br />
che automaticamente le raccoglie.
La solita storia: una cagna<br />
randagia ha partorito in prossimità<br />
di una stazione di servizio,<br />
a Capua (Ce), 8 meravigliosi,<br />
splendidi cuccioli di non<br />
più di un mese e che non possono<br />
essere più “ospitati” dal<br />
gestore. Cercano una famiglia<br />
perché vagheranno presto<br />
per la strada.<br />
Loredana 335 6576182<br />
Splendido cucciolone<br />
incrocio p. tedesco<br />
giovanissimo, di neanche un<br />
anno, è stato trovato<br />
vagante sulla Via<br />
Braccianese in balia delle<br />
macchine che lo sfioravano.<br />
Ha pochissimo tempo per<br />
trovare una famiglia che lo<br />
ami per tutta la vita.<br />
Massimo 347 0816563 069942186<br />
Daniela al 347.3911127 mailto:popeyye@alice.it<br />
Gattina di 5 mesi, grigio perla,<br />
cerca casa. È stata abbandonata<br />
in un parco di Roma,<br />
l’abbiamo curata e sterilizzata.<br />
Ora è pronta per una<br />
nuova famiglia. È dolcissima,<br />
fa in continuazione le<br />
fusa. Chi la vuole adottare?<br />
È ancora una cuccioletta!<br />
SCILLA 333-6396022<br />
È un cagnolino sfortunato,<br />
adottato da poco, rischia di rientrare<br />
in canile! Non ha nessuna<br />
colpa se non quella di soffrire<br />
di incontinenza. Questo dolce<br />
schnautzer nano, dolcissimo e<br />
socievole, subirà un forte trauma<br />
se non dovesse ritrovare al più<br />
presto una nuova famiglia. È comunque autosufficiente.<br />
MA<strong>TR</strong>ICOLA 1606-06 CANILE MURATELLA Adozione<br />
349/3686973<br />
Olaf: incrocio lupoide di circa<br />
due anni, è in canile da quando<br />
aveva solo pochi mesi e sta<br />
continuando a crescere senza<br />
conoscere il calore umano e<br />
senza avere la possibilità di<br />
correre libero. Vive in un box<br />
chiuso…ma continua a sperare!<br />
Equilibrato e socievole con<br />
tutti. Affettuoso, vivace e tenero.<br />
Nina 339.7755954 Raffaella 347.5879364<br />
Cuccioli: C'e qualcuno di speciale<br />
per un amico speciale? Trovati<br />
6 cuccioli (5 femmine e un maschio)<br />
taglia Media, tipo Lupetto,<br />
di circa 60 giorni. STEFANIA<br />
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Potete conoscerli di persona tutti<br />
i sabati al canile di Roma Muratella<br />
dalle 10 in poi dove vengono<br />
portati regolarmente per l'adozione.<br />
Bacheca Annunci<br />
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Apertura al pubblico,<br />
lunedì-sabato 10.00/14.00<br />
Ricoverati in clinica d’urgenza, servono<br />
aiuti per curarli.<br />
adozioni@associazionecanililazio.it<br />
Jitka 328 6171490<br />
con bonifico bancario:<br />
Associazione Canili Lazio Onlus<br />
c/c 2701430<br />
Banca di Roma, agenzia 090<br />
Abi: 3002<br />
Cab: 3390<br />
Cin: W<br />
FOLCO: È un meraviglioso<br />
pastore tedesco a pelo lungo,<br />
ormai quasi cieco. Sta invecchiando<br />
in canile e non ha mai<br />
conosciuto il calore di una famiglia.<br />
È chiuso in una gabbia da<br />
più di 10 anni! Aiutateci a trovargli<br />
una degna pensione.<br />
BETTY: È una giovane cagnolina,<br />
taglia medio/piccola. È dolcissima<br />
quando cerca coccole e<br />
massaggi, sdraiandosi a pancia<br />
in su. Sempre gioiosa, è uno<br />
spettacolo vedere come sta letteralmente<br />
"appiccicata" a<br />
qualsiasi persona le si avvicini.<br />
BRANDO: Bel derivato di<br />
pastore tedesco, biondo. Cane<br />
gestibile ed affidabile, pieno di<br />
vita ma anche educato. La sua<br />
mole è proporzionale alla delicatezza<br />
dei suoi movimenti.<br />
SORRISO: È un cane adulto,<br />
estremamente affettuoso con<br />
l'essere umano, allegro e solare,<br />
ma anche ubbidiente e<br />
misurato.<br />
con versamento postale:<br />
Associazione Canili Lazio Onlus<br />
c/c 77251890<br />
Poste Italiane, Agenzia Roma Prati<br />
Abi: 7601<br />
Cab: 03200<br />
Cin: U<br />
PIE<strong>TR</strong>O: Allegro, adora giocare<br />
con l'acqua e con la palla,<br />
come tutti i pastori tedeschi. Ha<br />
molto bisogno di un padrone<br />
come punto di riferimento.<br />
GIOCONDO: È davvero un<br />
tenero cane, molto bello e dal<br />
pelo soffice e sempre pulito. È<br />
un cane equilibrato e socievole,<br />
non tira al guinzaglio ed è facilmente<br />
gestibile.<br />
ALBA: Maremmana adulta,<br />
buonissima, non tira al guinzaglio<br />
e non mostra nessun problema<br />
con gli altri cani, maschi<br />
o femmine che siano. Socievole<br />
e tranquilla, è adatta ad ogni<br />
situazione.<br />
ARGO: Inizialmente confuso<br />
per un derivato chow chow,<br />
appartiene in realtà alla razza<br />
Eurasier, pregiatissima in Italia.<br />
Esistono solo pochi esemplari,<br />
generalmente posseduti da<br />
amatori. La lingua blu è una<br />
sua caratteristica. Ha un carattere<br />
forte e quindi è indicato ad<br />
esperti della razza.<br />
ARAMIS: È un cane giovane di<br />
taglia medio grande, con uno<br />
sguardo molto intenso. Molto<br />
buono, avrebbe bisogno di trovare<br />
una persona che gli dia<br />
l'affetto che merita...Fatti rapire<br />
dal suo sguardo!<br />
INVIACI SEGNALAZIONI, SMARRIMENTI O ANNUNCI PER ADOZIONI A<br />
animali@ilperiodico.it<br />
E NOI PROVVEDEREMO AD INSERIRLI NELLA BACHECA ANNUNCI DEL PROSSIMO NUMERO.
CONSIGLIO REGIONALE INFORMA<br />
Clikkiamo il futuro: confronto tra giovani e istituzioni<br />
Presso una scuola di Roma, la scuola media Ulderico<br />
Sacchetto, gli studenti hanno incontrato le<br />
Istituzioni: il Presidente del Consiglio della regione<br />
Lazio, On. Guido Milana e la Polizia di Stato,<br />
nello specifico la Polizia Postale. Un incontro<br />
importante per i giovani della scuola media per<br />
capire meglio internet, la cosiddetta rete, e saperla<br />
padroneggiare evitando rischi e pericoli. Di<br />
seguito riportiamo alcuni stralci di tale incontro.<br />
Nella prima parte è stato il presidente del<br />
consiglio regionale a rispondere alle domande dei<br />
giovani. La sua premessa è stata: “Cari giovani<br />
sono contento di essere qui con voi, perché come<br />
vedete è proprio vero, la politica è cambiata e si<br />
avvicina sempre di più ai cittadini cercando di<br />
eliminare quel gap di comunicazione e vicinanza.<br />
A prescindere dai qualunquisti oggi chi fa politica<br />
seriamente e con passione non può prescindere<br />
dalla disponibilità verso gli elettori e dalla<br />
partecipazione, soprattutto ascoltando. Oggi io<br />
sono venuto a trovarvi per ascoltarvi. Vorrei aggiungere<br />
che la regione ha un rapporto forte con<br />
i giovani, infatti esiste il Forum a loro dedicato.<br />
Spesso le scolaresche visitano il consiglio regionale,<br />
e invito anche voi a visitarci. Un’altra nostra<br />
iniziativa è la carta giovani, tale strumento<br />
Stefano De Lillo, consigliere di Forza Italia alla<br />
Regione Lazio, ha dichiarato:<br />
“Dopo quella per i rifiuti e per le mozzarelle in<br />
Campania, il Pd e tutto il centrosinistra dovranno<br />
rendere conto agli Italiani e ai Romani della figuraccia<br />
internazionale procurata dal degrado del<br />
patrimonio archeologico romano descritto con<br />
realismo dall’articolo del New York Times sul Parco<br />
dell'Appia Antica. È singolare che il Parco sia<br />
ancora dotato di così scarso personale e manutenzione<br />
dopo che il duo "piddino" Rutelli-Veltroni<br />
si è alternato alle poltrone di Sindaco di<br />
30 eur:torrino:news<br />
permette di avere benefici diretti come sconti su<br />
spettacoli teatrali, cinema, ma anche un luogo<br />
virtuale di partecipazione dei ragazzi”.<br />
Uno dei ragazzi della scuola pone la seguente domanda<br />
al Presidente del consiglio Milana:<br />
“Presidente come intendono le istituzioni diffondere<br />
questo nuovo modo di comunicare che è internet<br />
?”<br />
Risposta del presidente del consiglio Milana:<br />
“Internet poteva creare una grossa spaccatura,<br />
molto più profonda tra paesi ricchi e poveri, ma<br />
non è stato così. Grazie alla rete sta avvenendo il<br />
contrario e il Nord del mondo si sta avvicinando<br />
al Sud, quindi una straordinaria risorsa per l’umanità<br />
di comunicare in tempo reale, ma anche e<br />
soprattutto per il lavoro. Un operario in Perù può<br />
lavorare allo stesso progetto con un operaio italiano<br />
e un indiano. Tutto ciò grazie a internet.<br />
Internet permette di comunicare, scambiare opinioni<br />
e avere amici a distanze infinite e soprattutto<br />
farlo in tempo reale. Internet, la rete: un<br />
mezzo potente e utilissimo, colonna portante del<br />
prossimo futuro, ma che dalla stessa parola rete<br />
presuppone buchi, falle, dove possono annidarsi<br />
pericoli e individui senza scrupoli. Tale strumento<br />
si può utilizzare per il bene ma anche per il<br />
Stefano De Lillo, consigliere di Forza Italia alla<br />
Regione Lazio, ha dichiarato:<br />
“L’incapacità del centrosinistra di governare lo<br />
smaltimento dei rifiuti e la crisi della Campania<br />
sta mettendo ingiustamente in crisi allevatori di<br />
bufale e produttori di mozzarella del Lazio: dobbiamo<br />
impedirlo, perché il latte di bufala della<br />
nostra regione è sano. Il problema è che i consumatori<br />
italiani ed esteri non lo sanno perché il<br />
prodotto non è conosciuto come locale dato che<br />
non esiste un marchio che identifichi la mozzarella<br />
di bufala del Lazio. Eppure la mozzarella di<br />
bufala è prodotta nella nostra Regione da tempi<br />
immemorabili, quando mandrie di bufale venivano<br />
allevate nelle paludi pontine e nella valle del-<br />
Roma e di Ministro per i Beni Culturali. Ed è bizzarro<br />
che in una città come Roma il centrosinistra<br />
che amministra la città da quindici anni non abbia<br />
pensato di fronteggiare le invasioni di immigrati<br />
clandestini che si accampano nei parchi dotando<br />
le Forze dell'Ordine di procedure e normative<br />
che consentano lo sgombero degli accampamenti<br />
già nella fase di formazione. Prendiamo atto<br />
che l'attenzione di Rutelli e Veltroni si è fissata<br />
in questi anni sui film ed ha dimenticato le<br />
cronache ed i documentari sulla realtà di Roma,<br />
prendiamo atto che lo sguardo dei due esponenti<br />
del Pd si è concentrato su Cinecittà e non è<br />
male, quindi bisogna essere bravi nel padroneggiare<br />
la rete per fini importanti ma sapendo riconoscerne<br />
i pericoli.<br />
Ascoltando i consigli delle Istituzioni come la<br />
Polizia di Stato e mettendole in pratica i rischi<br />
vengono minimizzati”.<br />
Mozzarella – De Lillo (FI): Istituire marchio mozzarella di bufala nel Lazio<br />
On. Stefano De Lillo<br />
New York Times – De Lillo (FI): Degrado Appia Antica<br />
merito del centrosinistra<br />
] a cura della Redazione [<br />
On. Guido Milana<br />
l'Amaseno, ed è quindi un prodotto autoctono,<br />
autonomo e soprattutto tipico che però non è distinto<br />
da quello della Campania. Per questo bisogna<br />
al più presto identificare non uno ma due<br />
fattori di produzione della mozzarella, e cioè area<br />
di produzione del latte e area di trasformazione<br />
in mozzarella, bisogna poi certificare filiera produttiva<br />
e controlli ed infine racchiudere il tutto<br />
in un ‘pacchetto’, il marchio, che è l'unica garanzia<br />
efficace per il mercato, Ma fin da subito è indispensabile<br />
che la Giunta si impegni con la massima<br />
efficacia a spiegare ai consumatori che il<br />
prodotto del Lazio è diverso da quello della Campania,<br />
e che la Regione è impegnata a tutelarlo”.<br />
arrivato neanche al confinante Parco dell'Appia<br />
Antica, ignorando perfino le continue denunce<br />
di Forza Italia e dell'opposizione, in particolare in<br />
IX Municipio ed in Campidoglio. Per Roma e l'Italia<br />
questo ha significato l'ennesima figuraccia,<br />
stavolta per l'incapacità di conservazione di un<br />
patrimonio archeologico e paesaggistico che tutto<br />
il mondo ci invidia: una figuraccia che purtroppo<br />
non può essere smentita visto l'effettivo e<br />
documentato degrado del Parco, e che è dovuta<br />
all'incapacità amministrativa che appare ormai<br />
connaturata al centrosinistra e al Pd e che i romani<br />
e gli italiani non meritano”.
Presentata la Gazzetta Amministrativa dei Comuni e delle Province<br />
Una sorta di Gazzetta ufficiale offrirà assistenza, informazione e formazione agli enti locali<br />
È stata presentata oggi a Roma, nella sede del<br />
Tar del Lazio, la Gazzetta Amministrativa dei<br />
Comuni e delle Province d’Italia - Sezione Regione<br />
Lazio. Realizzata da Anci Lazio con Upi,<br />
Uncem e Consiglio regionale del Lazio, essa racchiude<br />
norme regionali, ma anche sentenze di<br />
Tar, Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Una<br />
sorta di Gazzetta Ufficiale regionale, un Trimestrale<br />
di informazione e formazione giuridica dei<br />
Comuni e delle Province d’Italia in grado di dare<br />
assistenza e fornire formazione e informazione<br />
agli amministratori degli enti locali del Lazio.<br />
“La Gazzetta Amministrativa - ha commentato il<br />
presidente del Consiglio regionale del Lazio, Guido<br />
Milana, nel corso della cerimonia di presentazione<br />
- è uno strumento figlio di genialità e passione.<br />
È geniale perché è qualcosa che po teva essere<br />
pensato prima, nasce in un momento di riposizionamento<br />
dei poteri, ma è anche figlia della<br />
passione di persone che hanno lavorato per questo,<br />
per la battaglia di protagonismo degli enti locali”.<br />
“Agli enti locali - prosegue - forniamo uno strumento<br />
che aiuterà l’intero sistema a ‘soccombere’<br />
un po' meno. Sarà luogo privilegiato di confronto<br />
tra enti locali e regioni. I problemi vanno<br />
risolti là dove sorgono e la Gazzetta può essere<br />
strumento per fare tutto questo, giacché i cittadini<br />
hanno adesso un luogo per consultare documenti<br />
e atti utili alla realtà socio-economica della<br />
Regione”.<br />
Per Milana, il trimestrale costituisce uno strumento<br />
utile anche “a chi si avvicina - ha detto -<br />
alle professioni legate al diritto e anche a chi<br />
vuole costruire una carriera politica. È uno strumento<br />
nel quale i cittadini trovano un supplente<br />
alle vecchie scuole di partito. È un punto di consultazione<br />
e un luogo privilegiato di incontro e<br />
confronto con le istituzioni locali ed accompagnerà<br />
la nuova stagione di trasferimento delle<br />
funzioni agli enti locali, contribuendo ad evitare<br />
il neocentralismo regionale”.<br />
“Con questo strumento di supporto - ha aggiunto<br />
il presidente del Tar del Lazio Pasquale De Lise<br />
- vogliamo offrire un contributo utile e un quadro<br />
completo della nostra giurisprudenza alle<br />
amministrazioni locali. Il Tar del Lazio deve essere<br />
aperto alle amministrazioni”.<br />
“L’obiettivo prioritario della rivista – ha dichiarato<br />
l’avvocato Enrico Michetti, direttore del trimestrale<br />
- è quello di promuovere, nel pieno<br />
rispetto dei ruoli, una efficace collaborazione tra<br />
le autonomie locali, l’associazionismo a queste<br />
collegato, la magistratura amministrativa e contabile<br />
e gli altri organi del comparto degli enti<br />
locali. La pubblicazione è rivolta specificamente<br />
ad amministratori e dirigenti degli enti locali e<br />
viene redatta da un comitato scientifico composto<br />
da docenti universitari, magistrati, avvocati<br />
amministrativisti, dirigenti e segretari comunali<br />
che mettono a disposizione competenza ed espe-<br />
rienza acquisite sul campo, per fornire servizi più<br />
efficienti”.<br />
“Servirà a dirimere i dubbi sulle controversie di<br />
interesse degli enti locali - ha concluso il presidente<br />
di Anci Lazio Francesco Chiucchiurlotto. Si<br />
tratta di un progetto condiviso da tutte le rappresentanze<br />
dell'associazionismo e ha l’ambizione<br />
di mettere insieme, assistenza, formazione e<br />
informazione, soprattutto ai piccoli Comuni, lontani<br />
e disagiati e con poche risorse sotto il profilo<br />
umano ed economico”.<br />
Sanità, con l’odontoambulanza la prevenzione arriva nelle case dei<br />
cittadini più deboli e svantaggiati<br />
Dai volontari della Simo e i medici dell’ospedale George Eastman oltre 40 visite ad Olevano Romano<br />
L’odontoambulanza dell’ospedale George Eastman<br />
è giunta ad Olevano Romano. L’iniziativa,<br />
patrocinata dall’assessore alle politiche sociali<br />
Maurizio Bonuglia e dalla Presidenza del Consiglio<br />
regionale del Lazio, ha portato in piazza<br />
Laudenzi l’ Unità Operativa Odontostomatologia<br />
Domiciliare Regionale per una giornata di prevenzione<br />
delle malattie della bocca. Nell’arco<br />
della giornata i volontari della Simo (Società<br />
Italiana Maxillo Odontostomatologica), che<br />
lavorano in stretta sintonia con i medici dell’ospedale<br />
Eastman, hanno effettuato oltre 40 visite<br />
con diagnosi di lesioni precancerose per 5<br />
diversi pazienti. Le visite mediche sono state<br />
precedute da una conferenza tenuta dal professor<br />
Mauro Orefici e dal dottor Francesco Cianfriglia,<br />
della Simo, che hanno spiegato in modo<br />
concreto i punti salienti della corretta prevenzione<br />
attraverso visite autoguidate per prevenire<br />
le malattie tumorali della bocca.<br />
“La prevenzione – spiega il professor Orefici,<br />
presidente della Simo – ha una forte valenza<br />
anche sotto il profilo dell’economia. Il progetto<br />
di odontoiatria domiciliare, infatti, oltre a vantare<br />
il primato nella prevenzione delle malattie<br />
della bocca ha il primato del risparmio della<br />
spesa sanitaria”.<br />
“In questo momento – aggiunge il presidente<br />
del Consiglio regionale Guido Milana – in cui si<br />
è costretti a convivere con il duro piano di rientro<br />
della spesa sanitaria, iniziative di questo<br />
genere sono fondamentali perché, laddove mancano<br />
strutture pubbliche odontoiatriche, non è<br />
più il cittadino che va in ospedale ma l’ospedale<br />
che arriva nella casa del cittadino”.<br />
Particolare soddisfazione per l’arrivo dell’odontoambulanza<br />
è stata espressa dal sindaco di Olevano<br />
Guglielmina Ranaldi e dall’assessore Bonuglia<br />
il quale spiega: “si tratta del quarto appuntamento<br />
di prevenzione dopo quelli sulle malattie<br />
dermatologiche dei giovani, sulle malattie<br />
cardiache e sul tumore al seno. Contestualmente<br />
all’odontoambulanza dell’ospedale Eastman si<br />
è tenuta ad Olevano anche “Cuore di donna”, la<br />
giornata di prevenzione per malattie del cuore<br />
nelle donne”.<br />
Un tema, quello della prevenzione, che vede il<br />
comune di Olevano particolarmente impegnato<br />
anche per il futuro. “Vogliamo evitare – sottolinea<br />
Bonuglia – che sia una giornata fine a sé<br />
stessa, occorre dare continuità. È per questo che<br />
con i volontari della Simo abbiamo concordato<br />
che l’odontoambulanza tornerà in paese con<br />
cadenza periodica per effettuare visite nelle<br />
scuole, nella casa famiglia, nel centro anziani e<br />
nelle case delle famiglie appartenenti ai ceti più<br />
deboli e savantaggiati”.<br />
eur:torrino:news 31
Su e giù per il Lazio:<br />
] a cura di Marta Cecchini [<br />
Da visitare:<br />
• Porta S. Maria, particolare per due<br />
bassorilievi che rappresentano la rivolta<br />
popolare contro la famiglia di<br />
Orvieto dei Monaldeschi e che mostrano<br />
la figura del leone con la testa<br />
di un uomo tra gli artigli.<br />
• La pittoresca Piazza San Donato,<br />
con una pavimentazione a breccia<br />
mista a terriccio, che ti catapulta indietro<br />
di almeno quattrocento anni.<br />
• La romanica Chiesa di S. Donato<br />
(il Duomo), dove sono custoditi all’interno<br />
un Crocefisso ligneo del<br />
‘400, dalle proprietà miracolose, appartenente<br />
alla scuola di Donatello, e<br />
un affresco della scuola del Perugino.<br />
• La Grotta di San Bonaventura, scavata<br />
nel tufo, che è un’antica tomba<br />
a camera etrusca, posta a balcone su<br />
Civita, a strapiombo sulla valle. A<br />
questo luogo è legata la leggenda<br />
che narra la guarigione miracolosa di<br />
Bonaventura, ancora adolescente,<br />
per intercessione di San Francesco,<br />
invocato dalla madre. Commossa dal<br />
miracolo, la madre di Bonaventura,<br />
promise al Santo, la vita del proprio<br />
figlio al servizio completo di Dio: e<br />
così fu.<br />
• Il Palazzo Vescovile, un mulino del<br />
'500 e la casa di San Bonaventura.<br />
•I palazzi rinascimentali dei Colesanti,<br />
dei Bocca e il palazzo Mazzocchi<br />
caratteristici per le case basse<br />
con balconcini e scalette esterne<br />
dette “profferli”, tipiche dell’architettura<br />
viterbese del Medioevo.<br />
Prodotti tipici:<br />
Tipica del luogo, la lavorazione della<br />
carne suina: prosciutto, salsiccia, capocolli<br />
e lombetti, pancetta arrotolata<br />
con spezie e aromi, porchetta. Il<br />
piatto tipico: le fettuccine con il sugo<br />
di interiora di pollo.<br />
32 eur:torrino:news<br />
Civita di Bagnoregio<br />
…la città che muore<br />
«L'antico borgo è condannato. Pochi anni ancora, forse dieci, forse venti, forse pochi mesi, e poi la fine è sicura...<br />
Che resista ancora, appollaiato sul tufo, circondato da tutte le parti solo d'aria, come un uccello sulla punta più alta<br />
e inaridita di un paesaggio morto...che resista ancora, sbranato dai terremoti, corroso dalle acque,...<br />
è più miracolo che cosa vera, più leggenda che realtà.<br />
surreale di Civita di Bagnoregio vi trascinerà in un’epoca lontana, dove il caos cittadino e il rumore<br />
assordante delle macchine non turbano la profonda quiete di un singolare paesaggio dalle calde e fredde sfu-<br />
L’atmosfera<br />
mature. Nata su un terreno instabile, Civita sta lentamente scomparendo tra i colori tetri dei calanchi argillosi<br />
e quelli dorati del tufo. Di tutto questo splendore ne resterà solo un miraggio: il processo erosivo in corso è inarrestabile<br />
e spietato, come lo sono i due torrenti che scorrono nelle valli circostanti e la forza degli agenti atmosferici che<br />
finiranno per cancellare la sua immagine. Situata su uno sperone di roccia a 443 metri s.l.m., è collegata al resto del<br />
mondo da un angusto ponte di cemento di 300 metri: l’unico contatto con l’esterno. Alle origini, fortezza inespugnabile,<br />
Civita è oggi segnata dalla tragedia del primo terremoto del 1695 che ha creato ingenti danni alle abitazioni e alla<br />
struttura del borgo. Il susseguirsi di altre frane e terremoti negli anni successivi, hanno costretto la maggioranza della<br />
popolazione a lasciare la città, oggi abitata solamente da qualche nucleo familiare. Benvenuti nella città fantasma.<br />
Feste religiose e popolari<br />
Nel mese di Agosto, a Civita, si tiene la rassegna di teatro,<br />
danza e musica, Civit'arte, dove gli attori e il pubblico<br />
diventano protagonisti assoluti sopra il palcoscenico,<br />
allestito nella piazza principale. Fa parte ormai da<br />
anni della tradizione di Civita, il Palio della Tonna, che si<br />
svolge nel borgo due volte all’anno, la prima domenica di<br />
giugno e la seconda domenica di settembre: la corsa dei<br />
somari con fantino, in onore del somaro considerato, all’epoca<br />
del paganesimo, un animale intelligente. Verso la<br />
metà di Ottobre, si offrono le caldarroste ai turisti di<br />
passaggio, in occasione della Festa della castagna. Diverse<br />
sono anche le festività religiose: nel periodo natalizio<br />
fino alla Befana, il suggestivo Presepe Vivente, con<br />
oltre 50 figuranti in costume per rappresentare le vicende<br />
di Maria e Giuseppe, tra effetti scenografici straordinari;<br />
la Processione del Venerdì Santo e la Sacra rappresentazione<br />
della Passione di Cristo.<br />
Visite nel Borgo<br />
Il panorama più suggestivo è offerto dal cosiddetto “Belvedere<br />
di Peppone”, un terrazzino appartenente alla casa<br />
medievale di un abitante che durante la visita del posto<br />
troverà, sicuramente, il modo di contattarvi per ricevere<br />
in cambio la meritata piccola offerta. Vi attende<br />
uno spettacolo senza paragoni sulla Valle dei calanchi<br />
che, al tramonto, si colora di tonalità particolari.<br />
Attenzione alle escursioni azzardate tra i calanchi, che<br />
sono oggi molto pericolosi, visti i sentieri impraticabili.<br />
Informatevi presso le associazioni escursionistiche della<br />
zona e presso la Pro-loco di Bagnoregio al numero<br />
0761/780833 per partecipare alle visite guidate sul posto.<br />
I calanchi<br />
Il terreno della valle forma delle vere e proprie sculture<br />
naturali, delle esili “lame di argilla” che si ergono verso il<br />
cielo. Queste altissime guglie di tufo e argilla, svettanti,<br />
testimoniano una storia geologica antichissima che ha<br />
inizio all’era del Pleistocene inferiore. Parliamo di circa<br />
1.700.000 anni fa, quando si sarebbe formata, secondo<br />
studi geologici, la base argillo-sabbiosa di origine marina:<br />
il primo deposito che rappresenta la base dove sorge<br />
Civita. In seguito all’attività vulcanica dei Monti Vulsini<br />
(880.000 anni fa), il materiale lavico e tufaceo si è depositato<br />
formando, con il passare degli anni, alti speroni<br />
di roccia.<br />
Il borgo<br />
Veduta di Civita di Bagnoregio<br />
Leone di Porta Santa Maria
Planet Flowers ]<br />
Le Orchidee<br />
Il nome “orchidea” compare per la prima volta in<br />
un trattato di botanica farmaceutica scritto da<br />
Teofrasto, filosofo dell’antica Grecia (VI – V sec.<br />
a.C). Nella descrizione si parla di alcune piante<br />
con la caratteristica di avere, alla base delle radici,<br />
due tubercoli rotondeggianti. Il filosofo decise<br />
di battezzare la pianta con il nome "Orchis", in<br />
greco “testicoli”, per la palese somiglianza con i<br />
testicoli dell’uomo. Da qui, il nome Orchidea che<br />
nel linguaggio dei fiori è il simbolo della sensualità<br />
e dell’eleganza.<br />
L’orchidea fa parte della specie zoogama, vale a<br />
dire che dipende esclusivamente dagli insetti (o<br />
da altri animali) per l'impollinazione. I variopinti<br />
fiori di orchidea possono assumere, in virtù del<br />
loro polimorfismo, innumerevoli forme. Hanno una<br />
tipica struttura alata, con un perigonio di tre sepali<br />
superiori e tre petali inferiori; uno di questi,<br />
detto labello, si differenzia per formato dagli altri<br />
in modo da attirare gli insetti impollinatori. Le<br />
dimensioni e il colore del labello, unitamente alla<br />
forma dello sperone cavo in cui si prolunga la sua<br />
base, mutano a seconda delle diverse specie.<br />
La pianta delle orchidee può essere posizionata<br />
all’interno dell’abitazione, vicino ad una fonte luminosa,<br />
all’ombra, sempre al riparo dai raggi del<br />
sole, ed esponendola ad una giusta ventilazione.<br />
Durante il periodo invernale, tenerla dietro i vetri<br />
della finestra, al riparo dal freddo o per chi ha la<br />
34 eur:torrino:news<br />
possibilità, in serra. Ricordate di collocare il vaso<br />
sopra un vassoio con ghiaia o argilla espansa inumidita,<br />
evitando che l’acqua venga a contatto con<br />
il fondo del vaso. Nella scelta del vaso, consigliamo<br />
la plastica, per evitare una eccessiva concentrazione<br />
dei sali fertilizzanti.<br />
Dopo la fioritura delle orchidee, la pianta va tenuta<br />
a riposo per 1 o 2 mesi, bagnandola senza l’uso<br />
di fertilizzanti.<br />
Generalmente si annaffiano al mattino e frequentemente,<br />
con l’acqua a temperatura ambiente, tenuta<br />
a riposo per almeno 24 ore. Per il terriccio si<br />
usa come base il bark (corteccia di Duglas, una<br />
conifera senza resina) miscelata a torba, sabbia<br />
perlite o polistirolo espanso. Si possono utilizzare<br />
i concimi, purché siano specifici per la pianta con<br />
titoli dichiarati e con microelementi.<br />
Per la cura delle orchidee, ricordatevi di togliere<br />
dalla pianta i fiori appassiti, evitando che l’acqua<br />
e gli antiparassitari possano macchiare i fiori. Se<br />
poi la cocciniglia dovesse attaccare la pianta, usate<br />
il cotton fioc imbevuto d’alcool denaturato per<br />
rimuovere il parassita.<br />
Dal 24 al 27 <strong>Aprile</strong>, a Monteporzio Catone, si terrà<br />
la manifestazione floreale “Orchidee in centro”,<br />
una vasta esposizione di orchidee provenienti da<br />
tutto il mondo che sarà l’ospite d’eccellenza nelle<br />
vecchie cantine della città. Grandi le possibilità<br />
anche per gli acquirenti che vogliono approfittare<br />
dell’iniziativa per fare acquisti floreali nella piazza<br />
principale, tra le appetitose degustazioni locali<br />
eno-gastronomiche, offerte per l’occasione.<br />
a cura di Marta Cecchini [
TORRINO SPORTING CENTER:<br />
Paradiso dello sport e del relax<br />
IL PARADISO SPORTIVO DI 20.000 MQ a pochi passi dall'Eur, centro<br />
di riferimento per tutti coloro che desiderano dedicare del<br />
tempo prezioso alla propria salute fisica e mentale, migliorando la<br />
qualità di vita. Un lungo passato alle spalle di benessere e passione per<br />
lo sport, che risale al lontano 1988 con il calcio a 5, guadagnandosi la<br />
fama del mitico <strong>Torrino</strong> Sporting Club vincitore di 2 campionati di serie<br />
A, rimasto nella storia per le 5 coppe Italia vinte e per due partecipazioni<br />
alla Coppa dei Campioni. Da questa esperienza vincente sono iniziati<br />
i lavori per la costruzione del Centro, gioiello al servizio degli sportivi<br />
e di tutti i cittadini, inaugurato nel 1992, data d'inizio di una nuova<br />
ed entusiasmante avventura sportiva.<br />
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arredamento curato nel particolare per rendere il vostro soggiorno confortevole<br />
e rispondere alle esigenze diversificate dei soci. Il Centro,<br />
interamente climatizzato, è attualmente dotato di 5 palestre, di 5 campi<br />
in terra rossa con scuola SAT per bambini e adulti seguiti da maestri<br />
della Federazione Tennis, un campo di pallavolo e tre di calcio a 5.<br />
Durante l'estate la piscina del Centro sportivo diventa il centro estivo<br />
di riferimento delle famiglie della zona per i ragazzi dai 4 ai 14 anni.<br />
Non mancano grandi spazi dedicati anche all'intrattenimento, come il<br />
bar, il ristorante e le sale riunioni, dove è possibile organizzare colazioni<br />
di lavoro, feste ed eventi importanti. L'estensione del Centro, sede<br />
di rilevanti manifestazioni sportive come il Roma Challenger di Tennis,<br />
offre un carnet variegato di attività al passo con i tempi e con le esigenze<br />
di fitness dell'intera area, tra cui yoga, pilates matwork, aero<br />
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Regano con i suoi corsi standard, latini (Rumba, Jive, Cha-cha-cha,<br />
Paso Doble), tango argentino e balli di gruppo. Si aggiungono inoltre i<br />
corsi invernali di Lazaro Martin Diaz, che tra passi di salsa cubana, insegna<br />
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Il Salvagente<br />
Giornalino a cura dei ragazzi<br />
di ogni ordine e grado scolastico<br />
riceviamo e pubblichiamo:<br />
Villa Malta o Villa delle Rose<br />
] di Claudia Conti [<br />
La villa, romanticamente definita delle Rose, è<br />
quasi nascosta dal verde e dal muro di recinzione<br />
tra Via Sistina e Via Francesco Crispi. Il suo carattere<br />
intimo e l’essere inserita nel cuore della<br />
città, presso Trinità dei Monti e vicina a Villa<br />
Borghese, l’ha resa assai godibile e apprezzata<br />
dai numerosi ospiti stranieri che l’hanno abitata.<br />
Il primo ospite, alla fine del settecento, fu Goethe,<br />
che vi soggiornò per motivi sentimentali: la<br />
sua amica Angelica Kauffmann abitava infatti a<br />
Via Sistina. La tradizione vuole che una delle due<br />
palme poste nel giardino siano nate da Phoenix<br />
dattilifere donate da Goethe ad un amico poco<br />
prima che partisse da Roma nel 1788. Alla fine<br />
del XVIII secolo la Villa fu luogo di riunione di<br />
artisti tedeschi dimoranti a Roma, cioè il circolo<br />
artistico tedesco, attivo fino alla prima guerra<br />
mondiale. Fra le celebrità di Villa Malta ricordiamo<br />
l’ultimo re romantico Luigi I di Baviera, che<br />
pare si trovasse così bene a Roma e nella villa da<br />
esclamare: “Qui io amo, qui sento e credo, qui<br />
l’uomo vive in piena beatitudine”. Da una deliziosa<br />
veduta di Villa Malta appare in lontananza,<br />
incorniciato dal verde e dai pini, il complesso del<br />
Quirinale. La villa sorse dove esisteva un palazzetto<br />
con viridario di proprietà Orsini e nell’area<br />
degli Horti Luculliani sul Pincio; nelle piante appare<br />
come “Giardino del Pino” (per un altissimo<br />
pino esistente) o “Giardino di Malta” (perché fu<br />
dimora di un rappresentante dell’Ordine di Malta<br />
a Roma). Dal 1581 il palazzo di proprietà degli<br />
Orsini, passò a vari proprietari. I confinanti Frati<br />
Minimi della Santissima Trinità dei Monti ottennero<br />
il diritto di prelazione sulla proprietà e<br />
l’acquisirono: all’epoca la villa era composta da<br />
vari edifici, civili e rustici, ed era divisa in più orti.<br />
Risale al tempo dei Minimi la costruzione del<br />
semplice Casino a un piano con torre belvedere<br />
quadrangolare che si staglia, tuttora, su via Francesco<br />
Crispi. Dal 1611 in poi la villa passò a vari<br />
affittuari e subaffittuari che la resero famosa. Fra<br />
Influenze psicologiche nell'uso del colore<br />
] di Edoardo Petroni [<br />
38 eur:torrino:news<br />
I colori influiscono molto sulla psiche umana,<br />
ancor di più nei luoghi dove passiamo molte ore<br />
della nostra giornata. L'uso del colore dovrebbe<br />
essere diverso a seconda della sua influenza sulla<br />
psiche.<br />
La prima grande suddivisione dei colori è quella<br />
tra caldi e freddi.<br />
Ai caldi appartengono il giallo, il rosso e l'arancione,<br />
oltre a tutte le gamme intermedie di rosa,<br />
aranciati ecc. Sono colori attivi, positivi, vicini.<br />
Sono detti colori salienti perché sembrano uscire<br />
dalla superficie, e sono associati all'azione, alla<br />
sonorità e al moto continuo.<br />
I colori freddi (azzurro, blu, indaco e viola) sono<br />
calmi, passivi, negativi, lontani, spingono alla<br />
meditazione. Poiché sembrano sprofondare nella<br />
superficie sono detti rientranti. Anche la percezione<br />
della durata del tempo cambia: il rosso "al-<br />
questi la regina Maria Casimira di Polonia che,<br />
desiderando di acquistarla e avendo avuto un rifiuto<br />
da parte dei Minimi, fece costruire il famoso<br />
cavalcavia lungo Via Sistina (Arco della Regina)<br />
per poter raggiungere il giardino di Villa Malta<br />
dal Palazzo Zuccari dove abitava. Nel 1818 lo<br />
scultore svedese Bystrom migliorò la villa e i suoi<br />
giardini, facendo fare un accesso da Via Sistina<br />
mediante una strada “a cordonata”, nei giardini<br />
fu creato il motivo di un labirinto di verde. Nel<br />
1827 Bystrom cedette i suoi diritti sulla Villa a<br />
Luigi di Baviera. Villa Malta, che era stata centro<br />
di vita artistica e intellettuale, soprattutto della<br />
colonia tedesca a Roma, cominciò ad essere meno<br />
accessibile, e frequentata soltanto quando il<br />
re era presente a Roma. La proprietà reale fu venduta<br />
nel 1878 ad un principe russo che trasformò<br />
completamente l’antica semplice villetta con ampliamenti.<br />
Scomparve la torre, il grande salone fu<br />
decorato da un ricco soffitto e da un camino di<br />
marmo che il conte acquistò dagli Altemps, un<br />
pezzo di valore che non si era mai visto in una<br />
casa di campagna. I giardini furono adornati di<br />
rose, di qui il nome di Villa delle Rose. Dopo l’ultima<br />
guerra cattolica”. I Gesuiti trasformarono il<br />
salone in cappella, lasciando la decorazione del<br />
pavimento e delle pareti, mentre il camino fu trasferito<br />
nella sede della Snia Viscosa, in Via Sicilia<br />
162, dove fu adibito a fontana.<br />
lunga" il tempo, l'azzurro lo "diminuisce". Così anche<br />
le dimensioni sembrano variare: il rosso "ingrossa"<br />
gli oggetti, l'azzurro li "rimpicciolisce".<br />
Presi singolarmente, i colori comunicano sensazioni<br />
molto diverse.<br />
Verde<br />
Il verde, che dovrebbe essere un colore né caldo<br />
né freddo, per sua natura appartiene un po' di<br />
più alla seconda categoria, forse perché richiama<br />
alla mente l'acqua, la sensazione dell'umidità.<br />
Una quantità eccessiva di verde nell'arredamento<br />
può rendere l'ambiente troppo stagnante, perché<br />
è un colore che possiede un'energia molto densa,<br />
pesante. Il verde oliva incupisce l'ambiente, va<br />
quindi usato con molta moderazione. Il nero non<br />
deve mai essere accostato al verde, ne risulta<br />
un'atmosfera di tensione.
Rosso<br />
Il rosso è molto eccitante e, se impiegato su larghe<br />
superfici, è meglio limitarlo alle sue sfumature<br />
più chiare: rosa corallo, salmone, pesca. Dà la<br />
sensazione di stabilità perché si stende uniformemente<br />
sulla superficie, e attenuato dà origine a<br />
moltissime modulazioni perché molto duttile. Il<br />
porpora deve essere usato quando è necessario suscitare<br />
un senso di fermezza ma non di irritazione.<br />
Arancione<br />
L'arancione è meno eccitante del rosso, meno<br />
violento, ma su grandi superfici è sempre meglio<br />
usarlo nelle sue tonalità più chiare.<br />
Giallo<br />
Il giallo è stimolante ma non eccitante e per questo<br />
colore vale la stessa regola: meglio chiaro<br />
sulle grandi superfici. Il centro sembra più carico<br />
mentre nei contorni appare più chiaro, perché è<br />
irradiante.<br />
Azzurro<br />
L'azzurro rilassa, ma in tonalità scure è deprimente,<br />
va quindi accostato ad altri colori che lo<br />
scaldino. Il turchese funge da sedativo per i soggetti<br />
mentalmente iperattivi.<br />
Andrea Palladio. Un artista da ricordare<br />
] di Claudia Conti [<br />
Andrea di Pietro della Gondola, detto Andrea Palladio<br />
nacque a Padova nel 1508 e morì a Maser<br />
(TV) nel 1580. Figlio di un mugnaio, si trasferì<br />
giovanissimo a Vicenza lavorando come lapicida<br />
nella bottega di Giovanni da Pedemuro. Il letterato<br />
Giangiorgio Trissino gli affidò la costruzione<br />
della propria villa a Cricoli e lo introdusse nei<br />
circoli culturali veneti con il nome di Palladio.<br />
Alla sua formazione contribuirono le opere di G.<br />
Falconetto, Sammicheli, Sansovino, Giulio Romano.<br />
I viaggi compiuti con Trissino a Roma gli<br />
permisero di studiare a fondo i monumenti antichi<br />
e di conoscere la produzione dei grandi architetti<br />
attivi a Roma nel ‘500. Nel 1549 il Consiglio<br />
dei Cento di Vicenza gli affidò la ricostruzione<br />
del Palazzo della Ragione, la Basilica che<br />
venne completata nel 1614. Morto il Trissino,<br />
nel 1550 Palladio si accostò al dotto prelato veneziano<br />
Daniele Barbaro, per il quale eseguì le<br />
illustrazioni di una rivista di architettura e compilò<br />
il volume “L’antichità di Roma” che ebbe<br />
molto successo. Gli vennero affidate numerose<br />
commissioni e nel 1570, fu nominato alla prestigiosa<br />
carica di Proto della Serenissima (architetto<br />
capo della Repubblica veneta), subentrando<br />
a Jacopo Sansovino, pubblicando, nello stesso<br />
anno, “I quattro libri dell’architettura”, nei<br />
quali prende in esame i fondamenti teorici, gli<br />
edifici privati, la costruzione della città e i templi.<br />
Palladio reinterpreta i monumenti antichi in<br />
un linguaggio architettonico nuovo sia a Vicenza,<br />
che nelle ville dell’entroterra veneto dove il<br />
patriziato veneziano consolida il proprio patrimonio<br />
con la rendita fondiaria. Nascono così varie<br />
ville fra cui Villa Almerico-Capra detta La Rotonda<br />
vicino a Vicenza: la pianta è quadrata con<br />
ripartizione simmetrica degli ambienti, raggruppati<br />
intorno ad un salone circolare ricoperto da<br />
Viola<br />
Il viola, se luminoso, facilita la meditazione e l'ispirazione,<br />
può essere quindi impiegato nei luoghi<br />
adatti, ma non su grandissime superfici: studi<br />
di artisti, filosofi, luoghi di culto. Leonardo<br />
da Vinci affermò: "Il potere di meditazione può<br />
essere sino a dieci volte maggiore sotto l'azione<br />
di luce violetta attraverso i vetri colorati di una<br />
chiesa silenziosa" (Amber 1983).<br />
Violetto<br />
Il violetto è utile per sedare e dominare stati violenti<br />
di follia improvvisa: modera anche l'irritabilità<br />
e gli eccessi d'ira della persona sana.<br />
Bianco<br />
Il bianco è austero, monotono e freddo, enfatizza i<br />
volumi e le forme, mettendo in risalto gli errori e le<br />
banalità costruttive; può essere usato su grandi<br />
superfici solo se accostato a molti altri colori e forme.<br />
Bisogna tener presente che la tinteggiatura<br />
bianca, molto utilizzata, si trasforma visivamente<br />
in toni grigi se non è illuminata direttamente.<br />
Nero<br />
Il nero su grandi superfici è deprimente, ma su<br />
piccole quantità rafforza i colori vicini.<br />
una cupola. In ognuna delle quattro facciate si<br />
trova un classico pronao con colonne ioniche<br />
timpano e dentelli. È pensata come luogo di intrattenimento,<br />
su modello romano, non come<br />
centro produttivo come altre ville palladiane. La<br />
cupola centrale (11 metri di luce), che nel progetto<br />
di Palladio doveva essere emisferica, fu<br />
realizzata postuma su modello differente, rievocando<br />
le linee di quella del Pantheon romano.<br />
Oltre che nelle campagne e nella città di Vicenza<br />
di cui rinnovò il volto monumentale, Palladio fu<br />
Grigio<br />
Il grigio è un colore che indica prudenza, è freddo,<br />
neutro e monotono. È utile solo come supporto<br />
ad altri colori: accostato a un colore, assume<br />
la sfumatura del suo complementare, quindi si<br />
ravviva.<br />
Beige<br />
I beige, in genere tanto amato dagli arredatori, si<br />
sporcano facilmente trasformandosi in spiacevoli<br />
grigi terrei.<br />
Marrone<br />
Il marrone rappresenta solidità e sicurezza, concretezza<br />
e costanza, ma se troppo scuro è pesante,<br />
quindi da usare con moderazione. Anche nella<br />
scelta dei legni è meglio indirizzarsi verso tonalità<br />
calde, rosse o bionde.<br />
attivo anche a Venezia, dove realizzò le grandi<br />
chiese di S. Giorgio Maggiore e del Redentore. La<br />
sua ultima impresa fu il teatro olimpico iniziato<br />
per l’accademia Olimpica e terminato dopo la sua<br />
morte da Vincenzo Scamozzi. Qui l’architettura<br />
ed i motivi del teatro classico romano, storicamente<br />
all’aperto, vengono portati all’interno di<br />
uno spazio chiuso ma al contempo aperto dalle<br />
profonde prospettive al di là dei grandi portali,<br />
in un concetto modernissimo di dinamismo spaziale.<br />
eur:torrino:news 39
La battaglia di Stalingrado<br />
] di Jacopo Scudero [<br />
Con questa battaglia, nella seconda guerra mondiale,<br />
gli Ebrei o altri sopravvissuti all’ira nazista si<br />
rallegrarono e ebbero uno spicchio di speranza in<br />
più. Insomma con questa battaglia si decisero le<br />
sorti della seconda guerra mondiale. All’inizio della<br />
battaglia (12 luglio 1942) le forze in campo sono<br />
così schierate sui due fronti contrapposti:<br />
ARMATA ROSSA WEHRMACHT<br />
divisioni<br />
12 14<br />
Soldati e ufficiali<br />
160.000 270.000<br />
Cannoni e mortai<br />
2.200 3.000<br />
Carri armati<br />
400 500<br />
Aerei da combattimento<br />
454 1.200<br />
La 52^ armata sovietica, che difenderà eroicamente<br />
Stalingrado, il 23 agosto '42 è isolata dal grosso<br />
delle forze sovietiche. All’inizio di settembre è decimata<br />
e con pochissime armi: conta infatti 54.000<br />
uomini e 110 carri armati contro i 100.000 tedeschi<br />
con 500 carri. La preparazione della controffensiva<br />
sovietica del 19 novembre richiede un trasferimento<br />
colossale di uomini e di mezzi. In soli<br />
venti giorni attraversano il Volga più di 111.000<br />
uomini, 427 carri armati e 556 pezzi di artiglieria<br />
pesante, 14 mila veicoli e circa sette tonnellate di<br />
munizioni. Al momento della controffensiva si affrontano<br />
1.103.000 uomini per l’Armata Rossa e<br />
1.011.500 da parte tedesca, e i sovietici hanno oltre<br />
1.400 carri armati contro i 675 tedeschi Secondo<br />
le stime degli storici sovietici, la Germania e i<br />
suoi alleati perdono, fra il 19 novembre 1942 e il 2<br />
febbraio 1943, più di 800.000 uomini. Complessivamente<br />
l’operazione messa in atto dai tedeschi<br />
per conquistare la città costa, tra morti, feriti e<br />
dispersi, circa un milione e mezzo di uomini, un<br />
quarto dell’insieme delle forze schierate sul fronte<br />
orientale. I morti tra le file dell’Armata rossa sono<br />
oltre 478.000.<br />
1941<br />
22 giugno<br />
La Germania invade l’Unione sovietica<br />
3 luglio<br />
Discorso di Stalin: "guerra di popolo" contro l’invasore<br />
8 settembre<br />
Comincia l’assedio di Leningrado<br />
30 settembre<br />
Offensiva contro Mosca<br />
5 dicembre<br />
Inizio della controffensiva sovietica a Mosca<br />
7 dicembre<br />
Il Giappone attacca la base americana di Pearl Harbour<br />
1942<br />
13 febbraio<br />
Militarizzazione della popolazione civile sovietica<br />
5 aprile<br />
Direttiva n. 41 di Hitler: "Conquistare il Caucaso e<br />
Stalingrado"<br />
40 eur:torrino:news<br />
11 giugno<br />
Accordo sovietico-americano di aiuto reciproco<br />
28 giugno<br />
Inizio dell’offensiva tedesca verso il Caucaso<br />
25 luglio<br />
I tedeschi penetrano nel Caucaso<br />
12 agosto<br />
Incontro di Churchill e Stalin a Mosca<br />
19 agosto<br />
Paulus ordina l’attacco a Stalingrado<br />
24 agosto<br />
Stalin ordina di tenere Stalingrado ad ogni costo<br />
2 settembre<br />
Hitler ordina di annientare la popolazione maschile<br />
di Stalingrado<br />
10 settembre<br />
La città è accerchiata<br />
13 settembre<br />
Assalto a Stalingrado<br />
14 ottobre<br />
Nuovo attacco tedesco<br />
4 novembre<br />
Sconfitta italo-tedesca a El Alamein (Africa del<br />
Nord)<br />
8 novembre<br />
Sbarco angloamericano in Africa<br />
11 novembre<br />
Ultimo assalto tedesco a Stalingrado<br />
19 novembre<br />
Inizio della controffensiva sovietica<br />
23 novembre<br />
Accerchiamento della VI Armata tedesca<br />
12 dicembre<br />
Tentativo di sfondamento di Manstein (“tempesta<br />
d’inverno”)<br />
23 dicembre<br />
L’operazione "Tempesta d’inverno" fallisce. Hitler<br />
ordina alla VI Armata di tenere Stalingrado<br />
1943<br />
8 <strong>gennaio</strong><br />
Ultimatum sovietico a Paulus<br />
17 <strong>gennaio</strong><br />
Secondo ultimatum sovietico<br />
18 <strong>gennaio</strong><br />
L’Armata Rossa rompe l’assedio a Leningrado<br />
24 <strong>gennaio</strong><br />
A Casablanca, Roosevelt e Churchill si impegnano a<br />
chiedere la resa incondizionata dell’Asse<br />
26 <strong>gennaio</strong><br />
L’Armata Rossa entra a Stalingrado<br />
31 <strong>gennaio</strong><br />
Resa di Paulus<br />
2 febbraio<br />
Fine della resistenza tedesca nel settore settentrionale<br />
della città<br />
3 febbraio<br />
La radio tedesca annuncia la fine dei combattimenti<br />
a Stalingrado<br />
Dopo questi duri scontri l’Europa venne finalmente<br />
liberata grazie anche agli aiuti degli alleati che<br />
comprendevano gli eserciti USA, Gran Bretagna,<br />
U.R.S.S., e all’ aiuto della Resistenza Partigiana.
Le orchidee. Comunichiamo con i fiori<br />
] di Valeria Mazzoli [<br />
Le piante appartenenti alla famiglia delle Orchidacee<br />
sono chiamate orchidee.<br />
Sono i fiori che più di tutti comunicano bellezza e<br />
sensualità, hanno una tipica struttura alata, con un<br />
perigonio di tre sepali superiori e tre petali inferiori;<br />
uno di questi, detto labello, si differenzia per<br />
formato dagli altri in modo da attirare gli insetti<br />
impollinatori. Le dimensioni e il colore del labello,<br />
unitamente alla forma dello sperone cavo in cui si<br />
prolunga la sua base, mutano a seconda delle diverse<br />
specie. Ogni fiore possiede organi maschili<br />
(androceo) e femminili (gineceo), riuniti in un solo<br />
corpo colonnare detto ginostemio, talvolta prolungato<br />
in un rostello carnoso. Il polline è agglutinato<br />
in masse a clava, che si attaccano mediante la<br />
base gelatinosa (retinacolo) alla testa degli insetti<br />
pronubi, permettendo così l'impollinazione dei<br />
fiori successivamente visitati.<br />
Quasi tutti i fiori di orchidea al momento dello sviluppo<br />
compiono una torsione di 180° (resupinazione),<br />
così che il petalo posteriore diviene inferiore<br />
e il sepalo anteriore diviene superiore. I sepali<br />
e i petali laterali sono quasi sempre uguali tra di<br />
loro, mentre il petalo centrale (il labello) è sempre<br />
diverso e può assumere svariate forme; nello stesso<br />
tempo può o meno contenere nettare.<br />
L'evento della resupinazione non si manifesta in<br />
tutti generi di orchidacee: in alcuni è mancante<br />
La torre di Babele (detta anche torre di mattoni) è<br />
stata costruita a Sennaar (in Mesopotamia). Secondo<br />
la Bibbia questa torre leggendaria fu innalzata<br />
dagli uomini con l’ intenzione di arrivare al<br />
cielo, dunque a Dio. La torre era simbolo di unità<br />
degli uomini: gli uni con gli altri e tutti insieme<br />
con Dio. La costruzione fu interrotta perché con la<br />
diffusione di diverse lingue ci fu scompiglio fra la<br />
gente: non si capivano tra di loro e incolparono<br />
Dio di questo fatto, di non voler essere raggiunto.<br />
Dal punto di vista archeologico la torre di Babele si<br />
fa corrispondere alla gigantesca ziqqurat iniziata<br />
dal sovrano babilonese Nabucodonosor I (XII secolo<br />
a.C.). L’ opera rimase incompiuta fino a Nabucodonosor<br />
II (VII secolo a.C.). Questa “ziqqurat” Etemenanki,<br />
così chiamata, era in onore del Dio Mar-<br />
del tutto oppure si verifica a 360°, e perciò in maniera<br />
totale.<br />
Gli stami sono generalmente:<br />
3 nella sottofamiglia Apostasioideae (Sud-Est Asiatico)<br />
2 nella sottofamiglia Cypripedioideae<br />
1 centrale nella sottofamiglia Orchidoideae.<br />
Altra caratteristica biologica importante è la necessità,<br />
per completare il ciclo biologico di alcune<br />
orchidee, della presenza di una micorriza endotro-<br />
duk, era alta 30 cubiti( circa 15,30 o 22,90 m). È<br />
stata visitata da Erodoto(storico scrittore greco),<br />
che, nonostante le distruzioni causate dal re persiano<br />
Serse I, la descrive imponente come un tempo.<br />
Per la sua mole fu scelta dagli Ebrei come simbolo<br />
dell’ arroganza umana.<br />
A confronto con i grattacieli, la Torre aveva un valore<br />
religioso mentre i grattacieli servono solo come<br />
uffici e a scopo architettonico. I grattacieli sono<br />
edifici altissimi di architettura urbana del XX<br />
secolo. Grazie a questi edifici si sviluppo<br />
l’ ascensore che divenne sempre più grande. Si inizio<br />
a costruire a Chicago negli anni Ottanta, del<br />
XIX secolo, dopo il grande incendio che distrusse la<br />
città. I grattacieli sono generalmente retti da solide<br />
intelaiature d’ acciaio, alle quali vengono solette<br />
destinate a sopportare carichi non grandi. Questa<br />
tecnica si usa per palazzi oltre i 600 metri.<br />
Manhattan è uno dei luoghi con più grattacieli del<br />
mondo, tutti diversi come il Chrysler Building in<br />
stile Art Decò. La posizione arretrata e la altezza<br />
più contenuta degli altri edifici del quartiere newyorkese<br />
si deve alle leggi introdotte nel 1916 per<br />
evitare che nelle zone di nuova costruzione non<br />
penetrasse più la luce del sole. Gli architetti europei<br />
attratti da questi palazzi si trasferirono in America.<br />
A Chicago, lo studio Skidmore, Owings and<br />
Merill progettò il Jonh Hancock Center(1970) e la<br />
Sears Tower(1974), che con i suoi 443 metri fu l’e-<br />
fica che collabori in simbiosi per lo sviluppo del<br />
loro seme, il quale al momento della dispersione è<br />
privo di albume e con embrione appena abbozzato.<br />
Inoltre, a differenza della quasi totalità di fiori l'orchidea<br />
necessita di una sola fase di impollinazione<br />
da parte dell'agente fecondatore.<br />
Per far fiorire un’orchidea la cosa più importante è<br />
la luce, le concimazioni devono essere poche ma<br />
importanti,la moltiplicazione delle orchidee avvengono<br />
per talea, semi o bulbi.<br />
La torre di Babele a confronto con i grattacieli moderni<br />
] di Mario Poeta [<br />
dificio più alto del mondo per oltre vent’anni. Nel<br />
1974 l’ architetto Yamasaki Minoru firmò, insieme<br />
con Emery Roth and Sons, le famose Twin Towers(<br />
Torri Gemelle) del World Trade Center a New York,<br />
ma che vennero distrutti nel corso di un attentato<br />
catastrofico l’11 settembre del 2001. La Millenium<br />
Tower di Tokio a partire dal 1989 da Norman Foster,sarà,<br />
una volta terminata, un edificio di 170<br />
piani alto circa 800 metri; al suo interno ci saranno<br />
oltre a uffici, alberghi, centri commerciali e appartamenti<br />
privati. Benché vengano sempre considerati<br />
criticamente per il loro forte impatto ambientale,<br />
i grattacieli diventano sovente simboli di orgoglio<br />
nazionale. La corsa alla costruzione più alta<br />
ora coinvolge, oltre alle metropoli statunitensi ed<br />
europee, anche quelle asiatiche. L’edificio più alto<br />
del mondo è a Tapei (Taiwan): il Tapei Finacial Center<br />
alto 509 metri. Seguono le Petronas Tower di<br />
Kuala Lumpur, in Malaysia, progettate da César Pelli,<br />
che raggiungono i 451,9 metri.<br />
eur:torrino:news 41
(27 Dresses); Regia: Anne Fletcher; sceneggiatura:<br />
Aline Brosh Mckenna; fotografia: Peter James,<br />
A.C.S., A.S.C.; montaggio: Priscilla Nedd Friendly,<br />
A.C.E.; interpreti: Katherine Heigl (Jane), James<br />
Marsden (Kevin), Malin Akerman (Tess), Judy<br />
Greer (Casey), Edwars Burns (George); genere: romantico,<br />
commedia; produzione: Spyglass Entertainment;<br />
distribuzione: 20th Century Fox Italia;<br />
origine: USA; durata: 107’<br />
27 VOLTE IN BIANCO, nelle sale dal 21 marzo, è<br />
una commedia romantica dal ritmo agile che tratta<br />
con ironia la vita piuttosto sui generis di Jane,<br />
una ragazza fin troppo altruista che per ben 27<br />
volte riveste il ruolo di damigella d’onore ai matrimoni<br />
di parenti, amici e conoscenti. Diretto<br />
da Anne Fletcher (alla sua seconda regia dopo<br />
Step up), scritto dalla sceneggiatrice Aline Brosh<br />
Mckenna (autrice de Il diavolo veste Prada), il<br />
film ha come protagonista una brava e divertente<br />
Katherine Heigl (la dottoressa Isabel Izzie di<br />
Grey’s Anatomy o Alison di Molto incinta).<br />
Destinata ad un ruolo marginale nelle cerimonie,<br />
Jane sogna di diventare un giorno la protagonista.<br />
L’incontro con il cinico Kevin e la volontà<br />
della sorella Tess (tallone di Achille di Jane) di<br />
sposare l’uomo di cui è segretamente innamora-<br />
ta, la porteranno a<br />
mettersi in discussione<br />
e in un crescendo<br />
di emozioni<br />
contrastanti, riprenderà<br />
in mano<br />
la sua vita dando<br />
finalmente importanza<br />
ai suoi desideri<br />
più nascosti.<br />
La pellicola è contraddistinta<br />
da<br />
tutti i luoghi comuni del genere. Si rifugia difatti<br />
nei più stereotipati cliché della commedia romantica:<br />
dalla protagonista buona e dedita agli<br />
altri all’amore non corrisposto, dall’uomo cinico e<br />
inizialmente insopportabile all’happy end finale.<br />
Nonostante i continui deja vu, i personaggi sono<br />
comunque ben tratteggiati e la Heigl (vincitrice<br />
di un Emmy per “Grey’s Anatomy”) è a mio avviso<br />
meravigliosa sia quando interpreta le parti più<br />
] di Barbara Frascà [<br />
comiche che quando mostra tutta la sensibilità<br />
del suo personaggio. Conosce perfettamente i<br />
tempi della comicità dimostrando una forte immedesimazione<br />
nel suo personaggio. James Marsden<br />
intepreta in maniera credibile il giornalista<br />
ambizioso Kevin che si occupa controvoglia di<br />
una rubrica domenicale sui “Matrimoni” la quale,<br />
nonostante il suo profondo cinismo sull’istituzione<br />
stessa del matrimonio, è scritta molto bene.<br />
Sebbene sia ambientato prevalentemente a New<br />
York City, gran parte di “27 VOLTE IN BIANCO è<br />
stato girato nel Rhode Island. Tra le principali<br />
location scelte scelte a Rhode Island ci sono due<br />
famose ville di Newport, un ristorante di East<br />
Greenwich, una spiaggia di Charleston, la città di<br />
Providence, un bar per subacquei a Pawtucket.<br />
La colonna sonora tiene il passo a dei dialoghi<br />
spumeggianti, dando loro maggior vitalità. Dietro<br />
il sorriso disimpegnato è celata la forza di<br />
questo film, adatto ad un pubblico con poche<br />
pretese.<br />
eur:torrino:news 43
E’ tempo<br />
di camb iamenti<br />
] a cura di Barbara Frascà [<br />
Il degrado della qualità dei rapporti umani evidenziato<br />
dal deterioramento del rapporto tra l’adolescente<br />
e la famiglia e tra l’adolescente e le<br />
agenzie di socializzazione ostacolano lo sviluppo<br />
dei giovani, il loro inserimento armonioso nella<br />
società e l’acquisizione delle norme culturali di<br />
convivenza. L’eccessiva competitività, la sopraffazione,<br />
il desiderio di potere, l’importanza dell’apparire<br />
più che dell’essere, l’affievolirsi del<br />
senso della legalità, l’alterazione delle norme sociali<br />
e morali, il venir meno della meritocrazia, la<br />
mancanza di prospettive future si ripercuotono<br />
negativamente sui giovani, creando così individualità<br />
fragili, insicure e disorientate.<br />
Bisogna prendere in considerazione la vita affettiva,<br />
psicologica, familiare, scolare del bambino e<br />
dell’adolescente. Occorre sviluppare il dialogo e<br />
l’ascolto tra le generazioni e recuperare spazi dove<br />
i ragazzi possano dar sfogo ai loro impeti creativi<br />
e di svago.<br />
La società in cui viviamo, così individualistica,<br />
contraddittoria e piena di tensioni, pone l’accento<br />
sul profitto, sull’efficienza, insomma su ambiti<br />
meramente materiali, riservando poca attenzione<br />
alla qualità delle relazioni umane. Queste,<br />
sempre meno disinteressate, sembrano cedere il<br />
passo a relazioni opportunistiche. A farne le spese<br />
sono sicuramente i giovani, i quali rappresentano<br />
il futuro motore della società, la speranza<br />
del domani, e non possono quindi essere in alcun<br />
44 eur:torrino:news<br />
modo trascurati. La scuola e le altre agenzie educative<br />
hanno sicuramente un ruolo non indifferente<br />
in quanto devono fornire loro dei modelli di<br />
comportamento idonei per orientarsi nel mondo<br />
di oggi.<br />
La famiglia ricopre quindi oggi più che mai un<br />
ruolo da non sottovalutare. Poco importa la tipologia<br />
familiare, in quanto quello che sembra costituire<br />
un elemento imprescindibile è esclusivamente<br />
la capacità di dare amore ai propri figli.<br />
Essere genitori significa stargli vicino passo dopo<br />
passo, è insegnargli l’intelligenza emotiva, è farli<br />
crescere nel pieno rispetto di se stessi e della<br />
loro personalità, è donargli quegli strumenti<br />
fondamentali che gli serviranno per districarsi<br />
al meglio nel quotidiano, è dargli fiducia e sostegno.<br />
Probabilmente solo così potranno nascere<br />
esseri umani dotati di spiccato senso critico,<br />
generosi e capaci di dire di no a certe brutture. E<br />
fin quando esisteranno adulti che insegano ai<br />
propri figli le scorciatoie decostruttive, fin quando<br />
esisteranno adulti incapaci di risolvere le loro<br />
frustrazioni senza riversarle in famiglia, fin quando<br />
la gioventù non sarà al centro delle politiche<br />
locali, fin quando non si colmerà il divario tra le<br />
istituzioni e il paese reale, la ruota continuerà a<br />
girare nel segno sbagliato. È tempo di arrestarla,<br />
per farle cambiare direzione e finalmente aprire<br />
nuovi orizzonti di libertà.
PLANET CINEMA<br />
Appuntamento al cinema:<br />
le anteprime di maggio<br />
46 eur:torrino:news<br />
] di Francesca Colaiocco [<br />
Un amore di testimone (dal 9 maggio al cinema)<br />
Questa commedia di Paul Weiland può essere considerata la versione maschile de “Il matrimonio del mio migliore amico”,<br />
film portato al successo da Julia Roberts, Cameron Diaz e Rupert Everett. Nel racconto di Weiland, Tom (Patrick<br />
Dempsey) e Hannah (Michelle Monaghan) sono amici di lunga data e tra loro non c’è mai stato alcun legame sentimentale,<br />
anche perché le loro aspirazioni sono completamente diverse: Tom è uno “sciupafemmine” che colleziona avventure<br />
senza alcuna voglia di impegnarsi, mentre Hannah è una sognatrice che crede nel principe azzurro e nel matrimonio.<br />
Quando finalmente Hannah confida all’amico Tom di aver trovato l’uomo dei suoi sogni e gli chiede di farle da testimone<br />
al matrimonio, il ragazzo si rende conto di essere innamorato di lei. Quale stratagemma userà Tom per rivelare<br />
ad Hannah i propri sentimenti e impedire il matrimonio? Con Michelle Monaghan, Patrick Dempsey, Kevin McKidd,<br />
Sydney Pollack, Kelly Carlson, Busy Philipps, Kathleen Quinlan, Sarah Wright e Kadeem Hardison.<br />
Certamente, forse (dal 16 maggio al cinema)<br />
Will Hayes (Ryan Reynolds, già protagonista di “Smokin’ Aces” e “The Amityville horror”) è un giovane consulente politico<br />
in procinto di divorziare dalla moglie. Fulcro di questo racconto diretto da Adam Brook è il dialogo tra Will e la figlia<br />
undicenne: la bambina (interpretata da Abigail Breslin) non riesce a comprendere le motivazioni che hanno portato<br />
i genitori alla separazione, così il padre comincia a raccontarle le esperienze sentimentali e non della sua vita, dall’arrivo<br />
a New York in occasione delle primarie democratiche del ’91 passando per gli amori abbandonati e le passioni finite<br />
male. Un racconto moderno di amore, amicizia e vita ambientato nella città di Manhattan, teatro di molte commedie<br />
romantiche americane. La fotografia è di Florian Ballhaus. Con Elizabeth Banks, Isla Fisher, Kevin Kline, Kevin Corrigan,<br />
Rachel Weisz, Ryan Reynolds, Derek Luke, Abigail Breslin, Annie Parisse e Alexie Gilmore.<br />
Oltre il fuoco (dal 16 maggio al cinema)<br />
Film drammatico di Susanne Brier (candidata all’Oscar per il precedente “Dopo il matrimonio” come miglior film straniero)<br />
sul coraggio di affrontare i periodi bui della propria esistenza e ricominciare a sperare grazie alla forza del sostegno<br />
reciproco. Audrey Burke (Halle Berry) ha perso tragicamente il marito ed è rimasta sola insieme ai due figli. Le<br />
loro giornate scorrono molto tristemente, fino a quando la donna non decide di ospitare in casa Jerry (Benicio Del Toro),<br />
migliore amico del marito e avvocato con alle spalle una dipendenza dalla droga, del quale Audrey ha sempre diffidato.<br />
Comincia così il rapporto tra due estranei, accomunati dall’affetto per una persona scomparsa: “Things we lost in<br />
the fire”, titolo originale della pellicola, non è solamente l’elenco degli oggetti persi nell’incendio ma la lotta di un uomo<br />
e una donna che cercano di affrontare il presente con vicendevole forza d’animo, regalando ai due bambini l’affetto<br />
di una figura paterna. La sceneggiatura è di Sam Mendes.<br />
Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo (dal 23 maggio al cinema)<br />
Indiana Jones era scomparso dal grande schermo nel 1989, anno della sua ultima avventura. Ma l’attesa del pubblico è<br />
stata premiata: il regista Steven Spielberg è tornato alla ribalta con un film d’azione incentrato sul tema del soprannaturale.<br />
Scritto da David Koepp e prodotto da George Lucas, l’ultimo capitolo della saga è caratterizzato dalla presenza di<br />
Shia LaBeouf, eroe dei “Transformers” nel ruolo del figlio di Indiana Jones, e da Cate Blanchett che interpreta la donna<br />
del protagonista, oltre al veterano Harrison Ford. Mistero sulla presenza nel cast di Sean Connery, che per il momento<br />
non è ancora esclusa. E visto lo scarso successo degli eredi delle imprese di Indiana Jones (vedi “La Mummia” e “Il mistero<br />
dei Templari”), non resta che attendere ancora per poco l’avventura diretta dal grande Spielberg. Nel cast anche<br />
Ray Winstone, Karen Allen, John Hurt, Jim Broadbent, Alan Dale e Joel Stoffer.<br />
The Hitcher (dal 30 maggio al cinema)<br />
Remake dell’omonimo film dell’‘86 realizzato da Robert Harmon e interpretato tra gli altri da Jennifer Jason Leigh, “The<br />
Hitcher” racconta il viaggio di una coppia di collegiali (Grace Andrews e Jim Halsey) a bordo di un’automobile degli anni<br />
Settanta, in occasione delle vacanze primaverili. Durante il tragitto, l’incontro con un uomo in cerca di un passaggio<br />
finirà per trasformare la vacanza in un vero e proprio incubo, dal quale i ragazzi cercheranno in ogni modo di fuggire. Un<br />
thriller firmato, questa volta, dal regista Dave Meyers e da Michael Bay, produttore di film di enorme successo come “Armageddon”<br />
e “Pearl Harbor”. Uscito lo scorso <strong>gennaio</strong> nelle sale cinematografiche americane, il film è stato apprezzato<br />
e allo stesso tempo additato come “road movie adolescenziale” condito da scene di violenza. Nel cast anche la giovane<br />
Sophia Bush, protagonista del telefilm americano di successo “One Tree Hill”. Con Sean Bean, Zachary Knighton, Neal<br />
McDonough, Kyle Davis, Travis Schuldt, Jeffrey Hutchinson e Yara Martinez.<br />
Sex and the City: The Movie (dal 30 maggio al cinema)<br />
Ritorno in grande stile per le quattro fantastiche amiche newyorchesi, questa volta in versione cinematografica: la bionda<br />
Carrie (Sarah Jessica Parker), la spregiudicata Samantha (Kim Cattrall), la timida Charlotte (Kristin Davis) e la rossa<br />
Miranda (Cynthia Nixon) sono ancora una volta alle prese con i problemi quotidiani, così come le abbiamo lasciate. A<br />
quattro anni dall’ultima puntata trasmessa dalla rete americana HBO, la serie televisiva più amata dal pubblico femminile<br />
approda al cinema nell’usuale veste di commedia romantica, per regalare una degna conclusione alle vicende delle<br />
quattro donne in carriera accomunate dalla passione per la moda e da un problematico rapporto con gli uomini e il sesso.<br />
Il lungometraggio realizzato da Michael Patrick King darà finalmente risposta agli interrogativi rimasti in sospeso:<br />
Carrie e Big finiranno per sposarsi? Samantha continuerà ad essere felice con un solo uomo? Charlotte coronerà il sogno<br />
di diventare mamma? Miranda e Steve resteranno insieme per sempre?
l’Oroscopo<br />
Buon Compleanno Toro!<br />
Il Toro occupa lo spazio dello Zodiaco compreso<br />
tra il grado 30 e il grado 59. È attraversato dal<br />
Sole tra il 21 <strong>Aprile</strong> e il 20 Maggio di ogni anno.<br />
Generalmente, le persone nate sotto questo segno<br />
sono caratterizzate da un utile senso pratico.<br />
Una delle cose che sta a loro più a cuore è la conquista<br />
del benessere materiale per se stesse e per<br />
i loro cari. Amano le cose belle della vita: l’arte,<br />
la musica, i cibi gustosi, ma sono anche capaci di<br />
lavorare sodo e di sacrificarsi per i propri familiari.<br />
Con un’azione lenta, ma tenace, perseverante<br />
e costruttiva, finiscono quasi sempre per assicurarsi<br />
un’ottima posizione economica. Sul piano<br />
professionale e delle ambizioni sociali, i nati Toro<br />
non sono degli arrivisti e non hanno un’eccessiva<br />
fretta di conquistare la meta. Si accertano,<br />
prima di compiere qualsiasi passo, che il terreno<br />
sotto i loro piedi, sia veramente solido. I Toro lavorano<br />
volentieri solo se si lasciano liberi di organizzarsi<br />
i propri impegni e se si rispettano le<br />
loro abitudini. Sopportano molto bene le contrarietà<br />
della vita quotidiana, in virtù di una tolleranza<br />
e di una pazienza che non troviamo in altri<br />
nativi zodiacali; possono, peraltro, avere delle<br />
rabbiose reazioni esplosive quando qualcuno tenta<br />
di strumentalizzare la loro indulgenza. Sono<br />
leggermente possessivi sia verso le persone, che<br />
verso gli oggetti di loro proprietà. Nei rapporti<br />
umani, in genere, dimostrano di essere costanti e<br />
fedeli. A volte, i nati Toro, si compiacciono eccessivamente<br />
nella critica verso il prossimo. Un<br />
cenno a parte merita la donna del Toro per la dedizione<br />
con cui alleva i figli, per la cura che ha<br />
dell’ambiente domestico e per il suo carattere<br />
gradevole e spontaneo. Manifesta, inoltre, buon<br />
gusto nel proprio abbigliamento e nell’arredamento<br />
della sua casa.<br />
Cosignificante del Toro è la seconda casa, che si<br />
riferisce ai beni materiali e a tutto ciò che riguarda<br />
il guadagno: non si tratta soltanto del de-<br />
naro acquisito con il proprio lavoro o di quello<br />
che si spende, ma anche della mentalità con cui<br />
si considerano le questioni economiche, gli oggetti<br />
che si hanno o si desiderano e il tenore di<br />
vita in cui si è nati.<br />
Previsioni astrologiche per il mese di maggio<br />
ARIETE<br />
Dal 3 Maggio, con l’ingresso favorevole<br />
di Mercurio dai Gemelli, la<br />
vita quotidiana risulterà favorita soprattutto<br />
nel campo del lavoro, specie se al<br />
momento vi mancano le comodità che la tecnologia<br />
avanzata potrà facilmente offrirvi. Attenti<br />
a non pagare prezzi eccessivi.<br />
TORO<br />
Cedendo alle stuzzicanti sollecitazioni<br />
di Venere nel vostro<br />
segno, lasciatevi pure andare che<br />
si tratti d’amore, di sesso o di acquisti di<br />
lusso. Evitate però gli eccessi.<br />
GEMELLI<br />
Mercurio nel vostro segno vi fa risolvere<br />
un problema che vi sta a<br />
cuore. Un progetto che non avete ancora<br />
messo a segno potrebbe subire qualche<br />
mutamento a causa di positive novità. Nel lavoro<br />
la cautela è opportuna.<br />
CANCRO<br />
Marte vi lascia dal 10/5 e gli altri<br />
pianeti vi consigliano di riflettere<br />
con spregiudicatezza su ciò che non<br />
va’. Se si tratta d’amore, sforzatevi di guardare<br />
a fondo nel rapporto che state vivendo, anche<br />
a costo di pagare il prezzo. Sappiate gestire<br />
una situazione in evoluzione.<br />
LEONE<br />
Marte è dal 10 nel vostro segno<br />
dandovi maggiore autorevolezza,<br />
sia con gli amici che con la famiglia.<br />
L’importante è essere disponibile alle novità:<br />
puntate con sicurezza in alto, farete centro!<br />
VERGINE<br />
Il rigore di Saturno nel vostro segno<br />
vi esorta a riflettere con spregiudicatezza<br />
su ciò che non và. Nelle questioni<br />
di cuore fidatevi del vostro intuito e senza troppe<br />
chiacchiere muovetevi nella direzione che sentite<br />
più vostra. Le questioni di lavoro possono attendere,<br />
si risolveranno naturalmente.<br />
BILANCIA<br />
Usate tutta la vostra diplomazia per riuscire<br />
in un progetto coraggioso. Mercurio<br />
dal segno dei Gemelli e Nettuno<br />
dall’Acquario, vi sollecitano a fare chiarezza in una<br />
situazione che vi sta a cuore: capirete così qual è la<br />
direzione da prendere scoprendo, probabilmente,<br />
che sarà diversa da quella che pensavate.<br />
SCORPIONE<br />
Il favore dei pianeti dal Capricorno<br />
vi esortano ad osare sia nel lavoro<br />
che negli affari. Impegnatevi perché<br />
avrete la soddisfazione di cogliere nel segno.<br />
Nel lavoro, sforzatevi di essere più elastici.<br />
] a cura di Shanty [<br />
SAGITTARIO<br />
L’ottimismo e il buon senso, di cui<br />
siete dotati, vi aiuteranno a risolvere<br />
quasi tutti i problemi. Se invece<br />
siete incerti, significa che non avete ancora<br />
sufficienti elementi di giudizio, ma li scoverete<br />
proprio dove non vi sareste mai aspettati.<br />
CAPRICORNO<br />
Contate pure su Giove che facilita i<br />
rapporti d’amore e quelli di lavoro.<br />
Se poi riuscirete a gestire con eleganza<br />
un rapporto difficile, non sono esclusi<br />
positivi sviluppi, non facili per ora da prevedere.<br />
Farete un decisivo passo in avanti.<br />
ACQUARIO<br />
Marte all’opposizione dal 10/5 vi<br />
invita ad evitare gli eccessi, specialmente<br />
quelli verbali che potrebbero<br />
prima o poi ritorcersi contro di voi. Difendete<br />
però strenuamente i vostri princìpi,<br />
non è il caso di cedere.<br />
PESCI<br />
Umiltà e pazienza sono le vostre<br />
giuste armi per fare chiarezza in<br />
una situazione che vi sta a cuore;<br />
per venirne a capo non esitate a chiedere aiuto<br />
a qualcuno che ne sa più di voi. Fidatevi del<br />
vostro intuito.
a two-man-one-man-band…<br />
DELTAHEAD<br />
Una sera mi raccontarono di due<br />
tizi arrivati a Roma in auto da<br />
Stoccolma, percorrendo oltre 2500<br />
km, con varie tappe in Germania,<br />
Polonia, Austria. Due musicisti, si<br />
diceva, che avevano però montato<br />
sul palco del locale nel quale si sarebbero<br />
esibiti una strumentazione<br />
che colpiva per il suo effetto di<br />
scena. A vedere quanta roba era<br />
poggiata su quelle vecchie assi di<br />
legno avrei potuto dire che avrebbero<br />
suonato in dieci, e invece sarebbero<br />
stati soltanto in due gli<br />
artisti ad esibirsi in quel locale di<br />
S.Lorenzo: David Tallroth e Benjamin<br />
Quigley. I due si conoscono da<br />
anni, provenienti da generi musicali<br />
differenti e nel 2003 decidono<br />
di avviare un progetto insieme: i<br />
Deltahead, qualcosa a metà fra il<br />
country, il blues, il garage e il<br />
punk. L’incontro sul palco con loro<br />
è sconvolgente. La prima cosa che<br />
colpisce sono i pantomimici travestimenti<br />
che scelgono per presentarsi<br />
al pubblico. I loro abiti e il<br />
loro trucco conferiscono un’immagine<br />
a metà fra il clown e il lirico<br />
teatrale, figure burlesche degne<br />
quasi del visionario cinematografico<br />
britannico griffato Kubrick. Fino<br />
al momento in cui comincia l’esecuzione<br />
dei brani si intuisce poco<br />
l’utilità e le possibilità d’uso<br />
della marea di strumenti presenti<br />
sul palco. Poi è un susseguirsi di<br />
sonorità acide, distorte e ripetitive.<br />
Due grancasse e due charleston,<br />
contrabbasso distorto e chi-<br />
52 eur:torrino:news<br />
tarra elettrica, questi i principali strumenti utilizzati<br />
all’interno dei loro brani. Il duo ha il blues<br />
nel sangue, ma prova a fare di tutto per nasconderlo,<br />
utilizzando un sound che a tratti risulta<br />
eccessivo per il medio ascoltatore. Le poche pause<br />
che i loro brani veloci e ritmati consentono<br />
prevedono l’utilizzo di bottleneck e washboard<br />
che accompagnano le voci stridule e quasi continuamente<br />
distorte e in alcuni brani compare l’armonica<br />
a bocca. Le liriche costituiscono invece<br />
un capitolo a parte nella produzione della band.<br />
Difficilmente ascoltando un brano dal vivo si riesce<br />
a cogliere il senso di tutte le parole, leggendo<br />
i testi si capisce anche la ragione. In realtà<br />
i brani non contengono quasi mai più di un<br />
paio di frasi, che vengono ripetute in maniera<br />
spasmodica per tutta la durata delle variazioni<br />
cromatiche costruite sui riff che ti costringono ad<br />
assimilarne la melodia. Una sorta di minimalismo<br />
che caratterizza anche le soluzioni armoniche,<br />
ma che al livello dei testi raggiungono un risultato<br />
estremo. C’è un oggetto misterioso che<br />
caratterizza le loro esecuzioni e che troneggia<br />
giusto al centro del palco, posto a metà fra i due<br />
artisti. Loro lo chiamano ASET, che dovrebbe essere<br />
l’acronimo per Analogue Sound Expander<br />
Trunk, un’apparecchiatura costituita da un box<br />
alto quasi due metri, con due corni tipici di un<br />
grammofono montati sulla parte anteriore. Sicuramente<br />
un espediente utilizzato per nascondere<br />
i processori attraverso i quali passano i propri<br />
strumenti e le proprie voci, ma anche un forte richiamo<br />
ad uno strumento antico inventato circa<br />
un secolo fa da Luigi Russolo, ovvero la “macchina<br />
intonarumori” (strumento formato da generatori<br />
di suoni acustici che permettevano di<br />
controllare la dinamica, il volume, la lunghezza<br />
d’onda di diversi tipi di suono, cui probabilmente<br />
è dedicato il brano “This piece of machinery”).<br />
Non è un caso che il compositore e pittore italia-<br />
] a cura di Michele Torella [<br />
no sia uno degli ispiratori della loro musica, come<br />
del resto Eric Satie, Alan Lomax ed Elvis Presley.<br />
Il loro brano di punta, quello maggiormente<br />
noto al pubblico, che utilizzano per aprire i loro<br />
concerti è “My mama was too lazy to pray”, una<br />
sorta di inno slide blues dalle sonorità fortemente<br />
garage, considerato dai due artisti svedesi come<br />
la chiave per conquistare i propri spettatori<br />
ed introdurli all’interno del proprio mondo visionario.<br />
Un richiamo forte al Delta blues americano<br />
di Charlie Patton caratterizza brani come “Love<br />
me, follow me” (con un ritornello veloce e ritmato<br />
scandito da un massiccio e trascinante uso<br />
di handclap). Chissà quanti modelli si possono<br />
ancora individuare ascoltando questo gruppo, riuscendo<br />
a risalire fino a Fritz Lang o John Cage, il<br />
risultato finale è quello però di un genere di nicchia<br />
che va decisamente capito prima che ascoltato,<br />
pena la totale incomprensione.
Stambecco in mostra al Museo di Zoologia<br />
La curiosa avventura del signore delle rocce<br />
In cooperazione tra Italia e Svizzera sarà possibile<br />
conoscere i modi di vita ed ammirare<br />
rari esemplari di questo straordinario animale.<br />
Roma, aprile 2008<br />
Una storia senza confini quella dello stambecco,<br />
che approda presso il Museo Civico di Zoologia di<br />
Roma per essere raccontata in una emozionante<br />
mostra “Lo Stambecco. La curiosa avventura del<br />
Signore delle rocce”. Un’esposizione, su progetto<br />
del Museo di Zoologia dell’Università di Zurigo e<br />
del Museo della Natura dei Grigioni, che nasce<br />
dalla collaborazione tra l’Ambasciata Svizzera in<br />
Italia e il Comune di Roma.<br />
La mostra, visitabile fino al 1° giugno, è stata allestita<br />
in occasione del rilascio nella primavera<br />
del 2006 di una cinquantina di esemplari di<br />
stambecco sulle Alpi italiane. Questa operazione<br />
riveste un elevato valore simbolico, in quanto va<br />
a recuperare un piccolo “incidente di percorso”<br />
nei rapporti fra Italia e Svizzera. Infatti agli inizi<br />
del ‘900 le Autorità della Confederazione Svizzera,<br />
visto il rapido declino delle popolazioni di<br />
stambecco sul fronte alpino del loro Paese, sottrassero,<br />
con l’aiuto di bracconieri, alcuni esemplari<br />
che vivevano nella Riserva di Casa Savoia<br />
per reintrodurli sulle loro montagne.<br />
La mostra, oltre a trattare la biologia di questa affascinante<br />
specie della fauna italiana, esalta dunque<br />
l’importanza della cooperazione fra i due paesi<br />
europei, che nella catena delle Alpi trovano oggi<br />
un elemento di unione ed un ambiente comune<br />
da proteggere, anziché una mera linea di confine.<br />
In occasione della mostra il Museo Civico di Zoologia<br />
esporrà eccezionalmente al suo pubblico<br />
preziosi esemplari risalenti agli anni ’20, dono di<br />
Vittorio Emanuele III. Pannelli, giochi interattivi,<br />
rari reperti zoologici arricchiscono la mostra, illustrando<br />
i più recenti studi degli scienziati svizzeri<br />
ed italiani sulle popolazioni dello stambecco<br />
alpino. La storia “senza confini” dello stambecco<br />
non finisce comunque tra le pareti del Museo. L’esposizione<br />
è infatti accompagnata da una serie<br />
di eventi interessanti, dalle attività didattiche, a<br />
giochi interattivi, proiezioni di filmati ed incontri<br />
con esperti di livello internazionale, spaziando<br />
dall’arte alla mitologia, alla scienza, attraverso le<br />
tradizioni e le credenze popolari che vedono protagonista<br />
lo Stambecco.<br />
Una sorpresa per gli studenti: tutti quelli che interverranno<br />
alle attività didattiche correlate alla<br />
mostra potranno partecipare ad un concorso in<br />
cui verranno messi in palio due viaggi in Svizzera.<br />
Lo Stambecco<br />
La curiosa avventura del Signore delle Rocce<br />
Dove Museo Civico di Zoologia<br />
Via Ulisse Aldrovandi 18 – 00197 Roma<br />
Apertura al pubblico<br />
Fino al 1° giugno 2008<br />
Orari Dal martedì alla domenica ore 9.00 - 19.00<br />
la biglietteria chiude alle ore 18.00<br />
lunedì chiuso<br />
Biglietteria Intero € 6,00. Ridotto € 3,50. Gratuito<br />
fino ai 18 anni e oltre i 65. Gratuito per le<br />
categorie previste dalla tariffazione vigente<br />
Promossa da: Ambasciata Svizzera in Italia e Museo<br />
Civico di Zoologia - Assessorato alle Politiche<br />
Culturali del Comune di Roma, Dipartimento Cultura<br />
In collaborazione con Museo di Zoologia dell’Università<br />
di Zurigo, Museo della Natura del Cantone<br />
dei Grigioni<br />
Cura della mostra Gloria Svampa<br />
] a cura della Redazione [<br />
Organizzazione e Servizi Museali<br />
Cooperativa Myosotis; Zètema Progetto Cultura<br />
Con il contributo di Istituto Svizzero di Roma;<br />
Cisalpino; Svizzera Turismo<br />
Con il contributo tecnico del Museo di Zoologia<br />
dell’Università di Zurigo; Museo della Natura del<br />
Cantone dei Grigioni<br />
Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 22.30)<br />
www.museodizoologia.it; www.zetema.it<br />
Attività didattiche: Cooperativa Myosotis – tel.<br />
06 32609200
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La storia dell’EUR<br />
dalle origini ad oggi<br />
] a cura di Elisa D’Alto [<br />
VIII Puntata:<br />
I parchi e i giardini<br />
60 eur:torrino:news<br />
Il pregio forse più riconosciuto al quartiere dell'Eur<br />
è quello di avere molte aree verdi da offrire ai<br />
suoi abitanti. Già ai tempi dell'elaborazione del<br />
piano dell'E42 erano stati pensati molti parchi e<br />
giardini. Alcuni furono effettivamente realizzati,<br />
altri, come molti edifici di questo progetto, rimasero<br />
solo sulla carta. Tra questi ultimi rientrano la<br />
bellissima mostra del giardino italiano (che consisteva<br />
in una ricostruzione ideale del giardino italiano<br />
rinascimentale), il grande parco delle attrazioni,<br />
il parco silvano e la mostra dell'agricoltura.<br />
Molti impianti vennero realizzati solo dopo la<br />
guerra da Raffaele De Vico che si trovò a lavorare<br />
in condizioni difficoltose per completare i giardini<br />
recuperando le piante già acquistate. Nacquero così<br />
alcuni dei momenti più significativi del verde<br />
pubblico di Roma, come i due piccoli giardini degli<br />
Ulivi, che si trovano alle spalle del palazzo dello<br />
Sport, e lo stesso parco centrale. Gli spazi verdi<br />
che oggi conosciamo sono il frutto di una lunga<br />
elaborazione che coinvolse importanti architetti
in una vicenda progettuale tutt'altro che semplice<br />
e lineare. Il piano originale del 1937, realizzato<br />
con il contributo decisivo di Pagano, Rossi e Vietti,<br />
mo strava anche per la sistemazione degli spazi<br />
verdi tendenze "moderniste" espresse dal grande<br />
lago centrale, al quale era stata data forma romanticamente<br />
irregolare. Ma il progetto non era<br />
stato evidentemente gradito da Piacentini, tanto<br />
che questo, nel giro di un anno, riuscì ad allontanare<br />
il gruppo dei tre architetti e a far approvare<br />
una modifica (in realtà una vera e propria trasformazione)<br />
per la quale il lago irregolare spariva e al<br />
suo posto era previsto un bacino di forma regolare,<br />
quello che poi fu realizzato e che noi tutti oggi conosciamo<br />
come il "laghetto" dell'Eur. Nel frattempo<br />
era già al lavoro il gruppo di progettisti chiamati<br />
a far parte dell'ufficio giardini, e così nel<br />
1939, Maria Teresa Parpagliolo, Guido Roda e Alfio<br />
Susini avevano tracciato i progetti di quasi tutte le<br />
aree verdi previste dal piano. Dalle loro matite però<br />
ricompariva la tendenza alle linee serpentine e<br />
alle composizioni irregolari. Piacentini volle allora<br />
che la soprintendenza per i progetti e le realizzazioni<br />
dei giardini fosse affidata a Raffaele De<br />
Vico, dal 1923 uomo di fiducia e progettista di tutte<br />
le realizzazioni di verde pubblico a Roma. De Vico<br />
venne scelto per regolare in modo definitivo la<br />
questione dei giardini e per mediare le diverse<br />
componenti che agitavano il problema della progettazione.<br />
L'aspetto odierno di parchi e giardini<br />
dell'Eur rispecchia tutta la vicenda progettuale che<br />
li ha generati: carattere geometrico e carattere irregolare<br />
si fondono armonicamente, facendo sì che<br />
l'Eur sia oggi il quartiere romano con maggior indice<br />
di verde. Il parco più noto è sicuramente il<br />
parco centrale.<br />
Questa zona subì ben tre varianti di progetto nell'arco<br />
di pochi anni. Del '37 è il primo progetto<br />
con il lago irregolare. Nel '38, dopo l'intervento di<br />
Piacentini, si ridisegnò il bacino, di foggia più<br />
classica, e si aggiunse il palazzo dell'Acqua e della<br />
Luce, e una cascata semplice. Un'ulteriore variante<br />
arrivò nel '40, dettata molto probabilmente da<br />
ragioni di una più stretta economia in relazione al<br />
progredire della guerra, e voluta anch'essa da Piacentini.<br />
Questa seconda variante al progetto originale<br />
prevedeva un'ara celebrativa al posto del<br />
palazzo dell'Acqua e della Luce, e una cascata semplice.<br />
Ma anche questa seconda variante non venne<br />
mai realizzata a causa del blocco dei lavori del<br />
1943, dovuto alla guerra. Il lavori vennero ripresi<br />
da De Vico nel dopoguerra, e il parco venne portato<br />
a termine nel 1962, rispettando l'ultima variante<br />
del progetto che prevedeva un palazzo dello<br />
Sport, realizzato da Piacentini e Nervi, e il giardino<br />
della cascata.<br />
4<br />
eur:torrino:news 61
Romalive e IFO informano:<br />
La ricerca al servizio dei pazienti<br />
Prof.ssa Paola Muti<br />
Romalive torna assieme all’IFO (Istituti Fisioterapici<br />
Ospitalieri) per parlare del male del secolo,<br />
il cancro, attraverso un ciclo di trasmissioni<br />
su Gold Tv in diretta il mercoledì sera dalle ore<br />
22.45 per portare l’informazione scientifica di -<br />
rettamente nelle case dei cittadini. Uno spazio<br />
dedicato ad argomenti quali ricerca e prevenzione,<br />
assieme ad alcuni ricercatori dell’IRE.<br />
In questo numero riportiamo la prima parte dell’intervista<br />
alla Prof.ssa Paola Muti, Direttore<br />
scientifico dell’IRE (Istituto Nazionale Tumori<br />
Regina Elena).<br />
Intervista alla Prof.ssa Paola Muti.<br />
Come mai dalla cellula si è passati al cancro?<br />
Il cancro è una patologia dei paesi sviluppati a<br />
cultura occidentale, esposti a diversi tipi di ag -<br />
gressioni oncogeniche ambientali. Questa pa -<br />
tologia esiste anche nei paesi sottosviluppati,<br />
ma è secondaria rispetto alle patologie infettive.<br />
Perché nei nostri paesi si passa dalla cellula<br />
nor male a quella cancerogena?<br />
Perché si ac cumulano nel tempo esposizioni croniche<br />
a questi agenti, in parte ambientali e<br />
molto spesso endogeni, appartenenti al nostro<br />
stesso organismo, e che si producono come<br />
risposta ad una forma di adattamento all’ambiente.<br />
È come se il cancro rappresentasse un<br />
effetto collaterale del vivere una situazione<br />
particolarmente privilegiata, ricca di benessere,<br />
di cibo e di mezzi di comunicazione.<br />
Parliamo di ricerca sul cancro: dal passato al<br />
presente, cosa è cambiato?<br />
Questo cambiamento non vale solo per la ricerca<br />
sul cancro, ma per la ricerca in genere, visto<br />
che segue gli stessi orientamenti. La ricerca del<br />
passato era focalizzata e legata alle diverse<br />
64 eur:torrino:news<br />
scuole, quindi molto parcellizzata. Negli ultimi<br />
25 anni di storia, la ricerca è uscita dagli ambiti<br />
istituzionali locali per diffondersi e coagularsi<br />
intorno a situazioni multicentriche, dove i<br />
ricercatori tendono a collaborare insieme su<br />
diverse ipotesi.<br />
Esiste, oggi, una maggiore integrazione, non<br />
solo nell’ambito di specifiche specialità, ma<br />
anche tra i diversi aspetti della ricerca, la biologia<br />
con la medicina, la medicina con la fisica.<br />
È il grande sviluppo tecnologico che ci ha permesso<br />
di lavorare ad un livello di cooperazione<br />
maggiore.<br />
Presente alla trasmissione d’apertura “Dalla cellula<br />
al cancro”, il Dott. Giovanni Blandino, Coordinatore<br />
per la Ricerca dell’IRE.<br />
Dott. Blandino, cos’è la cellula tumorale?<br />
La cellula tumorale origina da una cellula normale,<br />
in cui si accumulano una serie di alterazioni.<br />
Per cui una cellula che normalmente svolge<br />
delle funzioni fisiologiche nel nostro organismo,<br />
a causa di una serie di alterazioni genetiche,<br />
impazzisce fino a non svolgere più le funzioni<br />
normali. La cellula tumorale è capace di<br />
proliferare in maniera incontrollata. È una cellula<br />
che non risponde più al controllo del nostro<br />
organismo ed è in grado di metastatizzare,<br />
ovvero di riprodursi a distanza rispetto all’organo<br />
originario in cui questo tumore cresce e si<br />
sviluppa.<br />
Come mai si creano le alterazioni geniche?<br />
Le alterazioni geniche sono delle alterazioni a<br />
carico dei geni che normalmente presiedono<br />
alle funzioni fisiologiche della cellula. In condizioni<br />
normali, le funzioni di questi geni sono<br />
necessarie alla vita della nostra cellula e del<br />
] a cura di Marta Cecchini [<br />
nostro organismo. In seguito a dei particolari<br />
processi, come ad esposizioni ambientali, si<br />
generano delle alterazioni che fanno impazzire<br />
ed alterare questi geni, contribuendo alla generazione<br />
del fenotipo trasformato di una cellula<br />
tumorale, con tutte le caratteristiche della cellula<br />
tumorale. È un processo che impiega un<br />
lungo arco di tempo. Per il tumore della mammella,<br />
per esempio, è stato calcolato che questo<br />
processo può anche impiegare 20 anni. Non<br />
si tratta, come molti pensano, di un processo<br />
repentino e a cui il nostro organismo assiste in<br />
maniera indifesa. Al contrario, il nostro organismo<br />
cerca di rispondere al processo di trasformazione<br />
della cellula, cercando di bloccarlo.<br />
Trascorso questo ventennio, quando ormai il<br />
processo ha raggiunto la sua completezza, si<br />
arriva alla vera e propria formazione del tumore<br />
che cerchiamo di sconfiggere.<br />
Come si può curare il tumore?<br />
Visto che il tumore è la risultante di una serie<br />
di alterazioni geniche che interessano aspetti<br />
diversi di una cellula normale, non dobbiamo<br />
immaginare che trovando un'unica molecola, un<br />
farmaco specifico, si può risolvere il problema<br />
cancro, indipendentemente se si tratti di un<br />
tumore del colon, dello stomaco, del polmone,<br />
ecc. Ci troviamo di fronte ad un nemico abbastanza<br />
complesso, peculiare nella sua perversione,<br />
perché realizza la sua estrinsecazione nei<br />
distretti dell’organismo, in maniera molto<br />
diversa. Oggi abbiamo due armi fondamentali<br />
per sconfiggere il cancro. Una è la prevenzione,<br />
ovvero agire nel corso di quel ventennio di<br />
incubazione del processo tumorale, intervenendo<br />
nel corso di queste tappe, cercando di bloccarne<br />
l’evoluzione: è il grande obiettivo della<br />
prevenzione primaria e secondaria che ha già<br />
dato risultati positivi, come per il tumore alla<br />
mammella. La seconda arma a disposizione è<br />
quella di trasferire nel tempo più rapido le<br />
informazioni che i ricercatori di base riescono<br />
ad ottenere con le sperimentazioni, al letto del<br />
paziente. Lavorando giornalmente con le colture<br />
cellulari e con gli animali, riusciamo ad<br />
entrare nelle cellule tumorali e ad identificare i<br />
meccanismi di alterazione, i bersagli molecolari<br />
che possiamo colpire attraverso l’uso di farmaci<br />
specifici. C’è una differenza notevole tra le<br />
colture cellulari e i tumori dei pazienti. Abbreviando<br />
al massimo i tempi di trasferimento<br />
delle informazioni dai laboratori alla cura del<br />
paziente, ci avvicineremo senz’altro alla vittoria<br />
nei confronti del cancro.<br />
Questa vittoria potrebbe essere la sconfitta<br />
definitiva del cancro o la convivenza. In che<br />
modo la tecnologia può aiutare i ricercatori<br />
a trovare una via d’uscita?<br />
Il problema del tumore non è solo un problema<br />
dei medici o degli oncologi. Essendo una patologia<br />
multifattoriale ha bisogno della collaborazione<br />
di diverse competenze. La tecnologia, per
esempio, ci ha permesso di creare strumentazioni<br />
alla base delle radiografie molecolari, per<br />
poter analizzare il DNA delle cellule tumorali e<br />
stabilire le alterazioni responsabili dell’insorgenza<br />
di quel tumore. Per razionalizzare i risultati<br />
di queste analisi tecnologiche complesse, è<br />
necessaria la competenza dei nostri bioinformatici<br />
e dei matematici: un supporto fondamen tale<br />
nell’approccio che stiamo portando avanti, per<br />
sconfiggere il tumore. Dalla complementarità<br />
delle diverse competenze può nascere un pro -<br />
cesso sinergico che ci permetterà di giungere a<br />
soluzioni definitive.<br />
Quindi, la matematica, l’informatica, la biologia e<br />
le varie branche che compongono la scienza devono<br />
essere messe in campo per trovare as sieme una<br />
risposta al problema, magari anche cercando altre<br />
strade?<br />
Più che cercare altre strade, direi, bisognerebbe<br />
approfondire quelle che abbiamo già percorso in<br />
maniera riduttiva, proprio perché, anni fa, non<br />
si valutavano approcci più integrati e complessi<br />
in relazione alla complessità e alla pericolosità<br />
della patologia.<br />
Questa è la speranza?<br />
Più che una speranza, siamo vicini ad una realtà.<br />
Per alcune patologie tumorali, sono stati<br />
fatti grandi passi avanti, con risultati molto<br />
positivi. Mi riferisco ad alcune patologie tumorali<br />
con le quali, oggi, si può convivere ed uscir -<br />
ne molto bene, con ampie percentuali di so -<br />
La salute degli italiani presenta molti aspetti<br />
soddisfacenti, come testimonia innanzitutto<br />
l’aspettativa di vita che ci pone ai primi posti<br />
nel mondo. È quanto rileva la Relazione sullo<br />
Stato Sanitario del Paese relativa agli anni<br />
2005-2006, inviata nei giorni scorsi ai presidenti<br />
di Camera e Senato dal Ministro della<br />
Salute Livia Turco, come previsto dal Decreto<br />
Legislativo 229 del 1999, per fornire un’informazione<br />
al Parlamento e al Paese sullo stato di<br />
salute degli italiani e sulle politiche sanitarie.<br />
Come sottolineato nel documento, si può ben<br />
sperare per l’andamento epidemiologico di alcune<br />
patologie in particolare, se si considera la<br />
risposta del Paese ad iniziative di prevenzione,<br />
che cominciano a dare i loro frutti. Ad esempio,<br />
si osserva una diminuzione costante del fumo<br />
di tabacco (noto fattore di rischio per molte<br />
patologie di tipo respiratorio, cardiovascolare e<br />
oncologico), una riduzione progressiva della<br />
Dott. Giovanni Blandino<br />
pravvivenza. Per altre patologie tumorali, invece,<br />
siamo moto indietro e dobbiamo lavorarci so pra,<br />
per raggiungere gli stessi risultati positivi.<br />
mortalità per tumore (merito delle campagne di<br />
screening e delle diagnosi fatte più precocemente,<br />
che permettono interventi terapeutici<br />
più efficaci).<br />
Tuttavia, vi sono ancora aree che possono essere<br />
migliorate: le malattie respiratorie croniche<br />
sono tuttora un problema diffuso, il consumo di<br />
alcool rimane piuttosto elevato, soprattutto<br />
nelle fasce di età più giovani, il diabete e l’obesità<br />
hanno una diffusione preoccupante, specialmente<br />
per le possibili complicazioni future.<br />
Un quadro complesso e articolato che presenta<br />
- come si legge nella relazione - molti motivi di<br />
ottimismo ma che indica anche la necessità di<br />
interventi che il Ministero della Salute ha in<br />
parte già intrapreso alla luce del programma di<br />
governo della sanità del Ministro Livia Turco.<br />
Un New Deal della Salute, a quanto stabilito dal<br />
Patto per la Salute tra Governo e Regioni siglato<br />
nel settembre 2006, che si compone di un<br />
L’intervista è stata realizzata durante la trasmissione<br />
Romalive, in onda su Gold Tv.<br />
Riduzione della mortalità per tumore,<br />
lo rivela la Relazione sullo stato sanitario del Paese<br />
accordo non solo normativo e programmatico<br />
ma anche di certezza finanziaria, e che ha portato<br />
ad offrire più risorse, più servizi, più efficienza<br />
e a combattere gli sprechi.<br />
Per quanto riguarda la prevenzione, si ricorda il<br />
programma Guadagnare salute, rendere facili le<br />
scelte salutari, voluto dal Ministro Livia Turco e<br />
approvato dal Governo con il Decreto del Presidente<br />
del Consiglio dei Ministri del 4 maggio<br />
2007, in accordo con le Regioni e Province<br />
autonome, che rappresenta il primo atto di<br />
coordinamento delle azioni e delle campagne di<br />
comunicazione tra tutti i livelli istituzionali, il<br />
mondo della scuola, dei produttori e dei consumatori<br />
per la prevenzione delle malattie croniche,<br />
per esempio i tumori, il diabete, le malattie<br />
respiratorie e cardiovascolari, attraverso l’adozione<br />
di stili di vita corretti: una alimentazione<br />
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realizzare qualcosa di nuovo e di originale insieme<br />
alle mie sorelle; qualcosa dedicato alla bellezza<br />
delle donne. La cura del corpo che le donne<br />
hanno mi ha dato lo spunto per creare un’attività<br />
del genere: si dice che le mani delle donne siano<br />
importanti e noi abbiamo colto l’occasione. Anche<br />
perché si dice che il mondo è nelle mani delle<br />
donne!<br />
Cosa offrite?<br />
In questo Centro prima di tutto offriamo la professionalità,<br />
con personale qualificato. Questo è<br />
EMANUS<br />
Centro ricostruzione unghie<br />
un punto d’incontro: la cliente si rilassa, s’in -<br />
staura un clima amichevole, il caffè al momento<br />
giusto, l’aperitivo, fanno sì che si crei un‘at -<br />
mosfera gradevole. Cerchiamo d’instaurare un<br />
rapporto confidenziale con la cliente cosicché<br />
per due ore non pensi al lavoro, ai problemi. Si ride,<br />
si scherza, magari guardando un dvd, a -<br />
scoltando buona musica. È quello di cui hanno<br />
bisogno spesso le donne. Si parla dei propri so -<br />
gni, delle proprie aspettative. Questa è la caratteristica<br />
fondamentale del Centro.<br />
Per quanto riguarda l’estetica ci sono vari trattamenti<br />
dedicati alla cura dei piedi e delle ma ni.<br />
Non trattiamo soltanto la ricostruzione in gel ma<br />
anche manicure e pedicure estetico.<br />
Organizzate anche dei corsi?<br />
Sì, organizziamo anche corsi professionali. Ab -<br />
biamo voluto ampliare questo discorso perché è<br />
un campo in cui ci sono opportunità per tut ti,<br />
soprattutto per le giovani studentesse che vogliono<br />
entrare nel mondo del lavoro e guadagna-<br />
EMANUS ESTETICA<br />
re qualcosina. I corsi sono ripartiti in 4 mezze<br />
giornate, in genere la domenica o a se conda della<br />
necessità della cliente, e vengono tenuti presso<br />
il Centro. Vanno sempre molto bene anche perché<br />
offriamo un tirocinio succesivo. La persona<br />
che partecipa al corso vie ne seguita e ogni mese<br />
viene effettuato un co n trollo per testare il livello<br />
d’apprendimento. Questo è un lavoro in cui solo<br />
con l’esperienza si riesce a diventare bravi: occorre<br />
ma nualità.<br />
provate il piacere del benessere profondo.<br />
…Un anno e mezzo fa abbiamo aperto il centro<br />
unghie Emanus, un mondo dove il fascino del<br />
bello, il gusto per l’eleganza e la fantastica professionalità<br />
delle tre sorelle: Emanuela, Stafania<br />
e Eleonora crea un’atmosfera magica.<br />
Ora Emanus si fa in due. Dal 13 Marzo, giorno<br />
dell’inaugurazione, è operativo il nuovo centro<br />
estetico che aggiunge, oltre alla bellezza, un<br />
tocco di charme e benessere.<br />
Il centro si trova in via Leonardo Umile 58 e<br />
troverete ad attendervi uno staff assolutamente<br />
professionale. Professionisti specializzati per<br />
il trucco, estetica occidentale, stetica ayurvedica,<br />
terapisti specializzati, medico nutrizionista<br />
che si avvale di nuove ecnologie. Una realtà<br />
innovativa al servizio del cliente e delle sue<br />
esigenze.<br />
Il cliente è al centro del fare e del pensare di<br />
Emanus. Ascoltato, coccolato, con un unico<br />
obiettivo: personalizzare completamente qualsiasi<br />
tipo di trattamento estetico. Un esempio?<br />
Nel fare la ceretta utilizziamo<br />
il giusto materiale<br />
che si adatta alla pelle<br />
del cliente, inoltre vengono<br />
adottate essenze<br />
con il marchio di qualità<br />
Emanus! La ricerca del<br />
bello estetico associato<br />
all’armonia interiore è il<br />
nostro obiettivo. Conoscere<br />
il cliente, distrarlo,<br />
portarlo fuori dalla routine<br />
quotidiana e coinvolgerlo<br />
nel benessere<br />
profondo. Emanus omaggia<br />
la propria clientela<br />
dal 23 aprile al 23 maggio<br />
con uno straordinario<br />
check up e scrub.
Municipio XII informa<br />
] a cura del Presidente del Consiglio del Municipio Roma XII Augusto Culasso [<br />
L’agro Ostiense con le capanne<br />
L’Agro Ostiense si presentava come un immenso<br />
stagno paludoso che si estendeva intorno alla foce<br />
del Tevere, punteggiato dalle capanne dei contadini.<br />
Tutti erano al servizio del mercante di campagna<br />
che forniva ai lavoratori dell’Agro alloggio in case,<br />
capanne o grotte nella più assoluta promiscuità.<br />
Le capanne erano isolate o raggruppate in<br />
villaggi, abitate per nove mesi all’anno, il tempo<br />
in cui i lavoratori si trattenevano sui campi.<br />
Le capanne, che somigliavano a quelle preistori-<br />
Sicurezza<br />
Dobbiamo dire che a Roma il tema della sicurezza<br />
risulta essere percepito dai cittadini come un<br />
problema reale. Occorre quindi dare delle risposte<br />
con adeguate politiche di contrasto dei fenomeni<br />
di criminalità e di devianza. Servono politiche<br />
attive di prevenzione che, agendo sulla morfologia<br />
dei legami sociali, accrescano la fiducia e infondano<br />
maggior sicurezza nel cittadino.<br />
Si tratta di attivare interventi di stabilità culturale<br />
verso la “sicurezza percepita” attraverso politiche<br />
di cablaggio sociale che favoriscano la<br />
messa in rete delle insicurezze individuali in un<br />
quadro di rete sociale di comunità allargata o di<br />
vicinato che potrebbero aiutare la persona sola,<br />
fragile, diversa o povera a non sentirsi esclusa<br />
dalla Comunità dei cittadini.<br />
Tante iniziative attivate dal Comune di Roma come<br />
le Notti Bianche, le Domeniche ai Fori o le<br />
Domeniche Ecologiche, hanno in fondo questo<br />
scopo “ rifondativo “ per una città impegnata a<br />
contrastare il mugugno, l’ insicurezza, la paura,<br />
la defezione e la disaffezione al fine di accrescere<br />
e far diventare egemone il senso civico e la<br />
partecipazione ai processi decisionali della città.<br />
Sto personalmente lavorando sul concetto di<br />
identità locale che è a mio parere un elemento<br />
strutturale necessario per accrescere il senso di<br />
appartenenza che, oltre a dare un tono alla nostra<br />
esistenza quotidiana, consente ai cittadini<br />
70 eur:torrino:news<br />
che, avevano una forma circolare con il tetto a<br />
punta acuta ed erano di legno, granoturco e paglia.<br />
L’ingresso era un buco attraverso il quale si<br />
doveva entrare curvi, ma che aveva lo scopo di<br />
proteggere questi poveracci dalle intemperie e<br />
dal freddo… In pochi metri quadrati vivevano<br />
anche 20-25 persone mentre nelle capanne più<br />
grandi, rettangolari, alloggiavano fino a 150 persone.<br />
Al centro si trovava il focolare senza sfogo<br />
per il fumo ed il pavimento era la terra. Il focolare,<br />
ancora preistorico era una pietra posta al cen-<br />
di riappropriarsi attraverso la riscoperta dei luoghi<br />
della storia e della memoria dei tanti Quartieri<br />
dei nostri Municipi, del loro habitat naturale,<br />
sociale e urbano. Su tale “senso“ si può far le-<br />
tro alla quale si dava fuoco… Qui, quando la pietra<br />
era infuocata, o nel caldaio, si cucinava la focaccia<br />
di granoturco. Qualche volta si cucinava<br />
anche la carne di bestie trovate morte o disseppellite<br />
alla bisogna.<br />
I lavoratori meno fortunati alloggiavano in grotte<br />
umide, che tutt’ora a centinaia costellano la<br />
campagna romana. In ognuna di esse abitavano<br />
una quarantina di persone.<br />
Nelle paludi i villaggi di campagna si chiamavano<br />
lestre. Attorno ai villaggi lungo l’Ostiense fiorivano<br />
una serie di piccole industrie: lo sfruttamento<br />
del bosco con la raccolta delle ghiande,<br />
qualche volta usate per la panificazione, la fabbricazione<br />
del carbone, ma soprattutto per l’allevamento<br />
dei porci, dei cavalli e degli ovini. Molti<br />
vendevano i loro porodotti in città. C’erano i<br />
ranocchiari, i raccoglitori di violette, i giuncaroli,<br />
i cercatori di lumache e di more, ma anche i<br />
mignattari, cioè i raccoglitori di sanguisughe…<br />
Era tutto un sottobosco di lavoratori che in un<br />
modo o nell’altro mandavano avanti le loro famiglie.<br />
Questi lavoratori dell’agro si spostano da<br />
una tenuta all’altra formando una carovana pittoresca<br />
di uomini e di donne, con le loro povere<br />
cose sotto il braccio. Le donne recavano i lattanti<br />
in un canestro sulla testa, mentre i più piccoli<br />
seguivano la processione sgambettando attaccati<br />
alla gonna della madre. La carovana procedeva<br />
tra canti di stornelli, frizzi, lazzi, bestemmie o<br />
parolacce con le quali si intrecciavano le risate<br />
argentine degli innamorati. I lavoratori possedevano<br />
un solo vestito per tutte le stagioni. Questa<br />
era la dura e triste vita del latifondo.<br />
va per migliorare i nostri quartieri, liberandoli<br />
dal degrado e dall’abbandono, riscoprendo così il<br />
piacere dello stare insieme per costruire la vera<br />
qualità urbana.
Aprite al transito delle auto civili la città militare<br />
Decentramento<br />
Dopo la lunga stagione del decentramento che<br />
ha spostato poteri e competenze dal centro alla<br />
periferia, assistiamo ora ad un “irrigidimento“<br />
dell’amministrazione centrale nei confronti del<br />
decentramento municipale incapace di assolvere<br />
appieno all’ “onda d’urto” prodotta dalla Società<br />
reale nelle sue varie articolazioni.<br />
A mio parere non sempre ciò risulta privo di plausibili<br />
motivazioni, in quanto oggi, l’amministrazione<br />
municipale, sia nella accezione squisitamente<br />
amministrativa che in quella politica esercente<br />
il ruolo di organo di prossimità, non risulta<br />
ancora in grado a far fronte adeguatamente a<br />
quel fiume in piena rappresentato dalle innumerevoli<br />
domande espresse dalle varie nuove forme<br />
di partecipazione popolare. Oggi possiamo dire<br />
che la società della conoscenza, diventa sempre<br />
più una società della consapevolezza a cui la politica<br />
non sempre è in grado di fornire adeguate<br />
risposte, accompagnandone i processi. I quartieri<br />
romani un tempo borgate capaci di esprimere<br />
Poesia: Se potessi<br />
Se potessi cogliere quel fiore<br />
nel recinto irto di bottiglie<br />
se potessi osservare il suo colore<br />
per poterlo confrontare con il mio<br />
Se potessi mirarlo da vicino<br />
per poter risaltare le sue forme<br />
il profumo che sento da lontano<br />
quando il vento soffia da quel verso<br />
Se potessi abbattere quel muro<br />
su cui prono affaccio la mia testa<br />
con il corpo dall’altra del recinto<br />
ed il cuore sospeso su quel fiore<br />
domande a bisogni essenziali (acqua, strade, luce<br />
e fogne), si stanno trasformando in centralità<br />
di servizi e di reti cablate, in cui i bisogni sono<br />
sempre più complessi e sofisticati. La sala del<br />
Consiglio municipale,<br />
un tempo luogo<br />
di scelte e di decisioni<br />
solitarie, è un<br />
pullulare di iniziative<br />
promosse delle<br />
innumerevoli associazioni<br />
dei bisogni<br />
e organizzazioni<br />
degli interessi, che<br />
producono istan ze,<br />
domande, propo ste ai<br />
quali la sgan -<br />
gherata organizzazione<br />
municipale, e -<br />
spressione di un rap -<br />
sodico decentramen-<br />
Augusto Culasso<br />
Sono anni che i cittadini residenti nei quartieri<br />
limitrofi alla Città Militare sono costretti a subire<br />
spesso file estenuanti per raggiungere le proprie<br />
abitazioni, le scuole i servizi o gli uffici.<br />
Infatti, nonostante l’espansione verso il mare<br />
della città di Roma che soprattutto nel quadrante<br />
Ovest porterà all’edificazione di molti nuovi<br />
insediamenti edilizi, non c’è nessun segnale di<br />
“comprensione” verso i tanti cittadini, costretti<br />
ad aggirare la Città Militare per potersi spostare.<br />
Chi abita alle Cecchignola, sull’Ardeatina, a Castel<br />
di Leva, a Fonte Meravigliosa o lungo la Laurentina<br />
(oltre 70.000 abitanti), è fortemente penalizzato<br />
da una realtà che un tempo periferica,<br />
si trova oggi inserita nella città consolidata costituendo<br />
di fatto una vera e propria barriera architettonica.<br />
Credo che si debba fare qualcosa per risolvere<br />
questo problema più volte segnalato dai nostri<br />
concittadini del Municipio.<br />
Un suggerimento mi permetto di darlo: aprire al<br />
transito delle auto civili, via dell’Esercito, oppure<br />
in alternativa aprire via dei Genieri.<br />
to amministrativo non può far fronte spesso<br />
neanche sul piano formale. È un discorso complesso<br />
che attiene agli istituti del decentramento!<br />
eur:torrino:news 71
Una mamma per amica: da “Rosa e Celeste” a “I vanitosi”<br />
Da oltre dieci<br />
anni è presente<br />
nella zona<br />
del <strong>Torrino</strong> un negozio<br />
amico dei bimbi, colorato,<br />
pieno di abiti meravigliosi che allietano il loro<br />
viso e i mille momenti di innocenti che crescono.<br />
È un luogo particolare, rilassante, familiare, pieno<br />
di vitalità. La signora Anna Maria Berna l’ha<br />
messo su con tanti sacrifici, tanto amore, e il<br />
piacere di essere utili alla comunità.<br />
Signora Anna Maria, cosa l’ha spinta ad iniziare<br />
tale avventura?<br />
Oltre 10 anni fa ho deciso di iniziare un’avventura<br />
meravigliosa nel settore dell’abbigliamento. La<br />
moda, la passione per gli abiti, il contatto con la<br />
gente, sono state le spinte decisive. Certo, ho affrontato<br />
molti sacrifici e ho dovuto adeguarmi<br />
anche ai continui cambiamenti che sono avvenuti<br />
nella zona dell’Eur, e in particolare del <strong>Torrino</strong>.<br />
Cambiamenti che continuano anche oggi.<br />
Come ha ge stito l’attività e in che modo ha<br />
contattato la clientela?<br />
Inizialmente la clientela è arrivata soprattutto<br />
tramite il passaparola, facendo pubblicità mirate<br />
su riviste di quartiere, volantini, e qualche cartellone<br />
pubblicitario. Una volta che la clientela<br />
entra nel negozio bisogna capirla e personalizzare<br />
il servizio. La passione per le pubbliche relazioni<br />
mi ha aiutata, e tramite l’ascolto, interpretando<br />
i gusti e quindi, come dicevo, personalizzando<br />
il servizio, siamo riusciti nella fidelizzazione<br />
del cliente, che ritorna spinto dalla qualità<br />
dell’offerta.<br />
Quali sono stati i punti di forza nell’interfaccia<br />
prodotto-cliente?<br />
Ho puntato sul rapporto qualità/prezzo. Ho puntato<br />
su prodotti all’avanguardia ad un prezzo accessibile<br />
per bimbi 0/16, ma a volte anche degli<br />
adulti si sono rivolti a noi.<br />
Perché da “Rosa e Celeste” ha cambiato nome<br />
e oggi si chiama “I Vanitosi”?<br />
Mia figlia Valentina da bambina veniva con me al<br />
negozio, e nel tempo gli ho trasmesso la passione<br />
per il bello, il gusto, la moda e l’attenzione ai<br />
particolari. Crescendo e notando la sua voglia di<br />
mettersi in gioco, ho deciso di cedergli il negozio,<br />
e lei, interpretando i segni dei tempi che<br />
cambiano, ha deciso di cambiare nome, infatti<br />
oggi l’attività si chiama “I Vanitosi”.<br />
Valentina, come mai ha cambiato nome al negozio?<br />
Ho cambiato il nome perché è bello vedere i bimbi<br />
felici anche nel modo di vestire e io ho<br />
un figlio di tre anni. Sono subentrata,<br />
più che ad una mamma, ad un’amica<br />
che continua a starmi vicino e senza interferire<br />
mi aiuta nelle piccole e grandi cose. Da bambina,<br />
vedendo mia madre al lavoro, ho imparato quanto<br />
è importante ascoltare il cliente, consigliarlo<br />
con delicatezza senza mai essere frettolosi nel<br />
farlo scegliere. Far scegliere al cliente ciò che desidera<br />
è il modo per fidelizzarlo. Il cliente che<br />
desidera sogna, e la realizzazione di un sogno è<br />
un attimo di felicità. Mamma è stata una maestra<br />
e un’amica, e grazie a lei ho imparato ad amare e<br />
ad avere passione per questo mondo meraviglioso:<br />
quello degli abiti e della moda.<br />
Questo è il mondo di “Rosa e Celeste” prima, e de<br />
“I Vanitosi” ora.<br />
Un’ultima informazione per tutti Voi: il negozio<br />
per bambini “I Vanitosi” si trova al <strong>Torrino</strong>, in via<br />
Siviglia 20 (angolo via della Grande Muraglia).
RomaLive al Vinitaly<br />
Il Vinitaly è l’evento mondiale nel settore vitivinicolo, ogni anno a Verona i produttori, le cantine, presentano i loro vini. Un momento importante contraddistinto<br />
da conferenze, confronti, premiazioni e qualche polemica. Quest’anno la parte del leone spetta alla regione Lazio con una innumerevole serie<br />
di premiazioni ai vini della regione. Grazie all’Assessore Daniela Valentini, i vini del Lazio competono con i mostri sacri nazionali e mondiali spesso vincendo<br />
la sfida. Si è contraddistinta tra le altre la Cantina Cerveteri con due premiazioni. A seguire alcuni momenti del Vinitaly e dei protagonisti presenti.<br />
Il presidente della<br />
Cantina Cerveteri Romolo<br />
Conti e Riccardo<br />
Cotarella, enologo di<br />
assoluta fama mondiale,<br />
brindano al grande<br />
successo della Cantina<br />
Cerveteri al Vinitaly.<br />
Riccardo Cotarella è<br />
anche consulente della<br />
Cantina Cerveteri,<br />
nel passato l’ha diretta<br />
e ne è stato anche<br />
l’enologo. Romolo<br />
Conti, attuale presidente<br />
della Cantina,<br />
ha portato la Cantina<br />
alla svolta con un marketing<br />
decisivo ed una continua costante innovazione nel processo tecnico, pur nel<br />
rispetto della tradizione. L’ultima grande innovazione è stata l’apertura del Caerevetus<br />
Club, un wine bar nel cuore della cantina.<br />
L’euforia per la grande affermazione dei vino e la gioia dei<br />
due grandi protagonisti e registi di tale affermazione. Il<br />
Presidente Conti ringrazia tutti i soci della cantina. Grazie<br />
a loro è stato possibile scalare vette impensabili nel panorama<br />
nazionale.<br />
Altro momento esaltante<br />
con il Commissario<br />
straordinario dell’AR-<br />
SIAL dottor Fabio Massimo<br />
Pallottini e il presidente<br />
della Cantina<br />
Cerveteri. L’arsial ne ha<br />
ben donde di brindare<br />
vista la grande affermazione<br />
dei vini della regione<br />
Lazio e il raggiungimento<br />
della vetta.<br />
Riccardo Cotarella enologo<br />
di fama mondiale<br />
parla delle nuove sfide<br />
che attendono le produzioni<br />
nostrane, le<br />
opportunità ma anche<br />
le difficoltà dei mercati,<br />
come utilizzare un<br />
marketing efficace e<br />
come competere in un<br />
rapporto giusto qualità/prezzo.<br />
Il commissario Pallottini gusta e si interessa ai vini delle Cantine<br />
che hanno scalato le vette enologiche al vinitaly.<br />
Romolo Conti e Riccardo Cotarella si scambiano opinioni<br />
sul Vinitaly e sulle sfide che attendono il mondo vitivinicolo.<br />
La competizione interna ed internazionale, la tecnologia<br />
come costante riferimento per rimanere al passo con<br />
i tempi nel rispetto delle radici e del territorio
Fabio Massimo Pallottini commissario straordinario AR-<br />
SIAL ai microfoni di Roma Live confessa la sua soddisfazione<br />
per come la regione Lazio è cresciuta.<br />
Uno dei soci della Cantina Cerveteri al Vinitaly esprime la<br />
sua soddisfazione ai microfoni di Roma Live.<br />
La grande protagonista della rimonta dei vini della regione<br />
Lazio fino al raggiungimento della vetta, stiamo parlano<br />
dell’Assessore della regione Lazio Daniela Valentini.<br />
Grazie al suo assessorato all’agricoltura, al costante dialogo<br />
con i produttori, ad un nuovo modo di intendere il<br />
mercato e la promozione, ha permesso ai vini della regione<br />
Lazio di uscire da ruolo di cenerentola per diventare attori<br />
protagonisti ai vertici.<br />
Romolo Conti, presidente della Cantina Cerveteri, parla<br />
del Vinitaly e della presenza dei soci della cantina.<br />
Un altro dei soci della cantina presenti al Vinitaly parla ai<br />
microfoni di Roma live della manifestazione.<br />
In esposizione i vini della cantina Cerveteri al Vinitaly<br />
CÆRE VETUS<br />
Club
La Regione informa<br />
Nieri e De Angelis: «Dalla Giunta Marrazzo 18 Milioni di Euro<br />
per la Videocon di Anangni»<br />
«È un provvedimento strategico a favore di una<br />
delle aziende più importanti della nostra regione,<br />
un impegno finanziario forte da parte della Giunta<br />
regionale per sostenere il rilancio industriale<br />
della Videocon di Anagni, favorire investimenti<br />
in ricerca e innovazione e salvaguardare lavoro<br />
ed occupazione».<br />
È il commento di Luigi Nieri e Francesco De Angelis<br />
– assessori rispettivamente al Bilancio, Programmazione<br />
economico-finanziaria e partecipazione<br />
ed alla piccola e media impresa, commercio<br />
e artigianato –alla delibera approvata oggi dalla<br />
Giunta regionale, che autorizza il cofinanziamento<br />
regionale al contratto di programma per la<br />
Videocon di Anagni, stipulato il 25 luglio 2007,<br />
stanziando 18 milioni e 299mila euro quale con-<br />
«La Giunta regionale del Lazio ha finanziato, nell’ambito<br />
del piano di riparto del “Fondo unico regionale<br />
per le attività produttive”, la legge regionale<br />
13 del 1997 (“Consorzi per le aree ed i nuclei<br />
di sviluppo industriale”), stanziando un milione<br />
di euro a sostegno dei cinque consorzi industriali<br />
presenti ed operanti nel Lazio».<br />
Lo rende noto l’Assessore alla piccola e media impresa,<br />
commercio e artigianato Francesco De Angelis,<br />
commentando la delibera approvata su sua<br />
proposta nell’ultima seduta della Giunta regionale.<br />
«Si tratta di un importante sostegno all’attività<br />
dei consorzi industriali, spiega De Angelis, realtà<br />
territoriali strategiche per la crescita dell’economia<br />
e dell’imprenditoria. Le risorse regionali andranno<br />
a sostenere i progetti di qualificazione e di<br />
sviluppo promossi dagli enti, la programmazione<br />
76 eur:torrino:news<br />
tributo per le attività di ricerca e sviluppo dell’azienda.<br />
«Si tratta di un intervento di straordinaria importanza<br />
– ha dichiarato De Angelis – che fa seguito<br />
ad una serie di azioni concrete a favore del<br />
rilancio di Videocon e per la tutela dei livelli occupazionali.<br />
La Giunta Marrazzo ha dimostrato<br />
nei fatti di saper mantenere appieno gli impegni<br />
assunti a sostegno dell’azienda di Anagni, un impegno<br />
totale e deciso perché siamo convinti che<br />
restituire slancio alla Videocon significa rafforzare<br />
la competitività dell’azienda sui mercati ed<br />
al contempo sostenere l’indotto delle PMI operanti<br />
nell’area». «Si tratta di un atto di estrema<br />
responsabilità da parte della Regione, ha aggiunto<br />
l’Assessore Nieri, soprattutto se pensia-<br />
«La conclusione positiva dello studio tecnico da<br />
parte del Ministero sulla validità del progetto di<br />
ristrutturazione di Videocon è una buona notizia<br />
per l’azienda e soprattutto per i lavoratori».<br />
È il commento dell’Assessore alla piccola e media<br />
impresa, commercio e artigianato Francesco De<br />
Angelis agli esiti dell’istruttoria tecnica condotta<br />
dal prof. Nicosia.<br />
«Il lavoro di sinergia avviato sin dal 2005 da Ministero<br />
e Regione sta dando buoni frutti, prosegue<br />
l’Assessore. Siamo fiduciosi che il supporto<br />
pubblico alle progettualità dell’azienda sul fronte<br />
dei programmi di ricerca e sviluppo potrà restituire<br />
slancio competitivo a Videocon. Con la decisione<br />
di oggi, il Ministero avvierà le valutazioni<br />
per l’impegno delle risorse a favore dell’azien-<br />
della loro attività, favorendo gli investimenti pubblici<br />
e privati nei territori produttivi, programmi di<br />
marketing e l’ingresso di nuove imprese nelle aree<br />
di pertinenza di ciascun consorzio industriale».Il<br />
provvedimento regionale interessa i seguenti enti<br />
consortili:<br />
– Consorzio industriale di Frosinone<br />
– Cosilam (Consorzio industriale per lo sviluppo<br />
del Lazio meridionale)<br />
– Consorzio industriale Roma-Latina<br />
– Consorzio per il nucleo industrial<br />
di Rieti-Cittaducale.<br />
– Consorzio industriale Sud Pontino<br />
mo alla carenza di risorse attualmente a disposizione<br />
dell’Amministrazione. In particolare il cofinanziamento<br />
regionale è stabilito nella misura<br />
del 30% del contributo massimo concedibile per<br />
le attività di ricerca e sviluppo». «Il sostegno regionale<br />
al piano di rilancio di Videocolor, ha concluso<br />
De Angelis, si inserisce in un ampio progetto<br />
rivolto alla provincia di Frosinone, teso a<br />
favorire linee di collaborazione pubblico-privata,<br />
a rafforzare il programma di industrializzazione<br />
delle aree produttive, attivando tutti gli strumenti<br />
destinati a potenziare le infrastrutture ed i<br />
servizi per migliorare la competitività delle<br />
aziende e determinare le condizioni perché il territorio<br />
possa attrarre investimenti e salvaguardare<br />
l’occupazione».<br />
De Angelis su Videocon: una buona notizia per l’impresa e gli occupati<br />
De Angelis: Dalla Regione un milione di Euro<br />
per lo sviluppo dei consorzi industriali<br />
] a cura della Redazione [<br />
da. E si tratta di risorse consistenti: oltre ai 136<br />
milioni di euro di investimento privato, infatti, il<br />
Ministero ha stanziato 36 milioni ed altri 18 milioni<br />
la Regione Lazio, con la delibera di Giunta<br />
approvata sabato scorso».<br />
«Oggi dunque, conclude De Angelis, è possibile<br />
guardare al futuro con più fiducia. E lo dico pensando<br />
soprattutto ai lavoratori. La Regione continuerà<br />
ad impegnarsi al fine di garantire il mantenimento<br />
del sito produttivo, il riassorbimento<br />
graduale dei cassaintegrati e la salvaguardia dei<br />
livelli occupazionali».<br />
Nella foto: On. Francesco De Angelis,<br />
Assessore alle PMI della Regione Lazio
Bufala: Valentini, nessuna traccia di diossina in allevamenti<br />
“Non c’è traccia di diossina nei nostri animali.<br />
Tutti i controlli fatti dall’Istituto Zooprofilattico<br />
negli ultimi due anni sono risultati negativi e attestano<br />
la salubrità del territorio laziale”. Ha<br />
esordito così l’assessore regionale Daniela Valentini<br />
al Tavolo con i produttori, le associazioni di<br />
categoria, sindaci e rappresentanti istituzionali<br />
di alcuni dei 39 comuni laziali dove si allevano le<br />
bufale. “Proprio per tutelare il nostro prodotto<br />
che, ribadisco, è esente da alcuna contaminazione<br />
– ha proseguito la Valentini – credo sia necessaria<br />
la creazione di un marchio di qualità che<br />
permetta di distinguere il latte prodotto sul nostro<br />
territorio da quello proveniente da altre regioni<br />
o, addirittura, Paesi dell’Est. Il marchio garantirà<br />
sia la qualità dei nostri prodotti che la loro<br />
tracciabilità”.<br />
È nato il marchio di qualità del latte Made in Lazio.<br />
Sarà il logo raffigurante il Colosseo, il simbolo<br />
di Roma più conosciuto al mondo, a garantire<br />
la qualità di tutti i tipi di latte prodotti nella<br />
regione. E sarà proprio il Colosseo a ospitare mercoledì<br />
2 aprile a partire dalle 12:30, la giornata<br />
dei prodotti caseari laziali durante la quale il logo<br />
di qualità verrà presentato.<br />
Durante l’incontro di questa mattina con le organizzazioni<br />
di categoria e della cooperazione, i caseifici<br />
e gli allevatori, Daniela Valentini, assessore<br />
regionale all’Agricoltura, ha dichiarato che il<br />
“Un polo lattiero-caseario e un marchio di qualità<br />
con un disciplinare sul latte e la mozzarella di<br />
bufala per controllare l’eccellenza del prodotto e<br />
la tracciabilità degli animali”, è questo il progetto<br />
dell’assessore regionale all’agricoltura, Daniela<br />
Valentini, per rilanciare lo sviluppo del comparto<br />
bufalino e fronteggiare la crisi che sta attraversando<br />
la Campania e rischia di travolgere<br />
anche il Lazio.<br />
Il progetto verrà discusso al Tavolo di filiera lattiero-caseario<br />
convocato per il prossimo 27 marzo.<br />
“L’allarme provocato dai rifiuti campani – prosegue<br />
la Valentini – sta infatti disorientando i con-<br />
“Saranno pubblicati sui siti degli assessorati all’Agricoltura<br />
e alla Sanità del Lazio tutti i risultati<br />
delle analisi e dei controlli effettuati negli ultimi<br />
anni dal sistema veterinario della Regione<br />
Lazio negli allevamenti e nei caseifici del nostro<br />
territorio”. Questo è quanto deciso da Daniela Valentini,<br />
assessore all’Agricoltura della Regione di<br />
concerto con Augusto Battaglia, assessore alla<br />
Sanità. “In questo modo vogliamo fornire garanzie<br />
concrete sulla salubrità, sulla qualità e sulla<br />
totale sicurezza alimentare delle mozzarelle di<br />
bufala prodotte dai caseifici laziali, le quali, come<br />
ho già ribadito ieri al tavolo di filiera, sono<br />
garantite e assolutamente prive di diossina e di<br />
qualsiasi altro contaminante chimico”.<br />
Sono 800 gli allevamenti di bufala e 50 mila i capi<br />
presenti sul territorio regionale. Di questi 20<br />
mila si trovano nella provincia di Frosinone che,<br />
insieme a Latina, produce la quasi totalità dei<br />
400-500 mila quintali di latte del Lazio, pari al<br />
20% della produzione nazionale.<br />
“È importante tutelare la salubrità di questo prodotto<br />
di eccellenza – ha proseguito la Valentini –<br />
evitando che la crisi che purtroppo sta coinvolgendo<br />
il settore lattiero-caseario possa travolgere<br />
anche il latte di bufala. Il marchio permetterà<br />
di garantire anche la mozzarella campana prodotta<br />
con il latte laziale”. Il 90% del latte regionale,<br />
infatti, viene esportato in Campania, regione<br />
dove si produce l’80% del prodotto nazionale.<br />
Valentini: Un marchio tutelerà il latte Made in Lazio<br />
marchio di qualità: “sarà un modo per ribadire la<br />
sicurezza del nostro latte, visto che i controlli effettuati<br />
negli ultimi due anni hanno dimostrato<br />
l’assenza di diossina e altri contaminanti nella<br />
produzione laziale e gli allevamenti sono completamente<br />
indenni da brucellosi, tubercolosi e leucosi.<br />
Contemporaneamente al marchio avvieremo<br />
una forte operazione di marketing e degli accordi<br />
con la grande distribuzione e i mercati rionali per<br />
la commercializzazione del nostro latte”.<br />
Il marchio di qualità aiuterà infatti anche la vendita<br />
di prodotti erroneamante penalizzati da una<br />
sumatori provocando delle conseguenze sulla<br />
commercializzazione della mozzarella di bufala;<br />
un prodotto sano e di qualità che da sempre appartiene<br />
alla tradizione gastronomica del nostro<br />
territorio. Per questo motivo – ha concluso l’assessore<br />
– vogliamo impiantare una strategia di rilancio<br />
capace di salvaguardare un settore strategico,<br />
sia per la tutela dell’ambiente sia dei posti<br />
di lavoro, e dare risposte concrete anche alla crisi<br />
che ha colpito due presidi territoriali di fondamentale<br />
importanza come la Pettinicchio e la Cisternino”.<br />
Nella foto: On. Daniela Valentini, Assessore<br />
allʼArgricoltura della Regione Lazio<br />
crisi che sta colpendo la vicina Campania e permetterà<br />
la riconoscibilità del prodotto laziale.<br />
“Chiederemo inoltre ai ministeri della Salute e<br />
dell’Agricoltura la convocazione di un tavolo nazionale<br />
per affrontare l’emergenza – ha proseguito<br />
la Valentini – dove esporremo le problematiche<br />
del Lazio, discusse durante l’incontro odierno”.<br />
Si tratta soprattutto di risolvere la questione<br />
del latte in esubero anche attraverso indennizzi<br />
economici e la dichiarazione dello stato di crisi di<br />
mercato.<br />
Valentini: Polo e marchio di qualità per rilancio bufalino<br />
Valentini: Risultati controlli presto pubblicati su sito Regione Lazio<br />
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