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Habermasiana 1 - Leonardo Ceppa

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procedurale di Kelsen e di Hart, alla contrapposizione di integrazione<br />

“sociale” (operante tramite consenso, valori, linguaggio e<br />

intesa) e integrazione “sistemica” (operante tramite media delinguistificati<br />

e autostabilizzantesi), alla valorizzazione della dottrina<br />

di Dworkin sulla integrità giuridica e sulla “sola risposta giusta”<br />

della prassi giurisdizionale. “Vincolare la validità del diritto alla<br />

sua genesi, scrive Habermas, significa dare al problema della razionalità<br />

una soluzione asimmetrica. Ragione e giustizia vengono,<br />

in certo qual modo, subordinate alla storia” (Fatti e norme, Milano<br />

1996, p. 241). In questa prospettiva – della separatezza e della trascendenza<br />

normativa – diventa anche comprensibile la distinzione<br />

habermasiana tra particolarismo materiale dei valori e universalismo<br />

procedurale delle norme, con conseguente polemica contro<br />

la “giurisprudenza dei valori” perseguita dalla Corte costituzionale<br />

tedesca. Così come diventa rilevante l’esperimento mentale di una<br />

socializzazione “puramente comunicativa” avanzato alla fine del<br />

capitolo settimo. Qui, nel contesto dell’ ipotesi paradossale di una<br />

società integrata soltanto dal meccanismo dell’intesa linguistica –<br />

dunque senza impiego di forza giuridica o politica – troviamo anche<br />

(in nota) un attacco frontale all’impianto monisticomaterialistico<br />

di Karl Marx (p. 384).<br />

Lo stessa trascendenza normativa consente ad Habermas, nella<br />

Replica al convegno della Cardozo Law School, di polemizzare contro il<br />

contestualismo pragmatistico di Bernstein, Michelman e McCarthy<br />

(in Solidarietà tra estranei, Milano 1996). Così come – nei saggi<br />

sullo stato-nazione e sul processo di globalizzazione raccolti in<br />

L’inclusione dell’altro, Milano 1998, e in La costellazione postnazionale,<br />

Milano 1999 – egli può permettersi di contrapporre “nazionalismo”<br />

a “repubblicanesimo”, vale a dire il momento particolaristico<br />

della tradizione e della condivisione-di-un-destino al momento<br />

universalistico del sistema dei diritti e dell’autolegislazione civica.<br />

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