Suono&Vita n.26 - linear
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Newsletter su ricerche e tecnologie per l’udito n° 26 Maggio 2012<br />
Un aiuto a scuola<br />
per l’alunno ipoudente<br />
a pagina<br />
Ieri, oggi e domani<br />
di un’azienda all’avanguardia<br />
a pagina<br />
2<br />
4<br />
Eliminare gli acufeni<br />
mascherando il rumore<br />
a pagina 6<br />
Conoscere i più piccoli<br />
poi applicare le protesi<br />
a pagina 10
26<br />
La conchiglia del Nautilus,<br />
“fossile vivente” che abita gli abissi<br />
dell’Oceano Pacifico occidentale e<br />
nell’Oceano Indiano: alla sua elegante<br />
forma si ispira la “chiocciola”<br />
simbolo di Linear.<br />
Maggio 2012<br />
Newsletter su ricerche<br />
e tecnologie per l’udito<br />
Direttore editoriale<br />
Lucio Racca<br />
Direttore responsabile<br />
Bettina Arcuri<br />
Redazione<br />
Agenzia Giornalistica NEC<br />
Grafica<br />
Edizioni Personalizzate - Genova<br />
Sergio Muratore, Mattia Vanni<br />
Stampa<br />
Tipmeca, Recco, Genova<br />
Comitato Garanti per l’Informazione<br />
Scientifica e tecnologica<br />
Giorgio Aicardi,<br />
Federico Bianchi di Castelbianco,<br />
Luca Racca,<br />
Michele Ricchetti,<br />
Martina Gerosa<br />
Editore<br />
Linear srl<br />
Piazza della Vittoria, 15/2<br />
Genova<br />
Autorizzazione del Tribunale<br />
di Genova 3/2004<br />
per ricevere gratuitamente<br />
Suono&vita<br />
www.<strong>linear</strong>genova.it<br />
tel. 010 5704347<br />
sms 338 5067819<br />
la Community<br />
che dà ascolto<br />
Area interattiva di dialogo dal sito Linear a Suono & <strong>Vita</strong><br />
Come aiutare a scuola<br />
l’alunno ipoudente<br />
Sono maestra della scuola primaria: in classe ho<br />
una bambina di 7 anni che non sente bene e porta<br />
gli apparecchi in entrambe le orecchie. Mi sembra<br />
che ci senta benino, eppure mi accorgo che,<br />
quando interagisco direttamente con lei, non<br />
sempre capisce ciò che dico. Cerco di parlarle<br />
stando di fronte a lei, in modo che mi legga le<br />
labbra: così mi è stato detto di fare. Basta questo<br />
o devo anche parlare scandendo meglio le parole<br />
anche con le labbra? Accetto volentieri i vostri<br />
consigli di genitori e non.<br />
Aurora<br />
Provo a risponderti io (sordo grave non profondo).<br />
Prima di tutto è importante non parlare velocemente<br />
ma nemmeno al rallentatore; poi devi scandire bene<br />
le parole senza fare boccacce, altrimenti il movimento<br />
labiale non è normale. Poi sai, quando non si capiscono<br />
bene tutte le parole è automatico fare 1+1, cioè<br />
comporre il senso della frase in base a quanto sentito o<br />
letto sul labiale.<br />
Piermatteo<br />
Quello che vorrei aggiungere è di cercare di essere il<br />
più naturale e spontanea possibile e magari aiutandoti<br />
nelle spiegazioni con le illustrazioni dei libri o<br />
scrivendo i concetti basilari alla lavagna: hai detto che<br />
sembra che la bimba “senta benino” ma “sentire” è una<br />
cosa, “capire le parole” un’altra.<br />
Donatella<br />
Ho 21 anni e sono sordo sin dalla nascita con una<br />
ipoacusia neurosensoriale bilaterale profonda al 2°<br />
stadio; ho frequentato le scuole senza sostegno e con ottimi<br />
risultati , ora frequento l’università . Per quanto<br />
riguarda i consigli “ tecnici” ritengo sufficienti quelli che<br />
ti hanno dato gli altri della community... Ma di gran<br />
lunga più importante è il ruolo che tu ricopri come docente<br />
perchè hai il difficile compito di :<br />
1) far sì che la bambina si integri nel migliore<br />
dei modi nella classe e che tutti siano a conoscenza<br />
delle esigenze della bambina; quindi<br />
insegnare a tutti i bambini a comportarsi in<br />
maniera NATURALE con la loro compagna di<br />
classe al fine di evitare spiacevoli, imbarazzanti<br />
o traumatizzanti episodi.<br />
2) insegnare alla bambina a non aver il timore di<br />
richiamare l’attenzione dell’insegnante quando<br />
qualcosa le è poco chiaro e quando le rispondi. La<br />
ripetizione deve essere rivolta all’intera classe, non<br />
al singolo al fine di evitare di concentrare eccessiva<br />
attenzione sulla bambina che potrebbe sentirsi a<br />
disagio sentendosi sempre sotto controllo.<br />
3) accertarti che la bambina abbia A CASA un<br />
supporto che le permetta di completare le eventuali<br />
lacune o gli argomenti poco chiari... Questo<br />
compito può essere svolto da figure diverse, genitori<br />
compresi.<br />
4) quando sorge un problema connesso alla sua difficoltà<br />
uditiva, devi cercare di NON intervenire<br />
immediatamente, ma aspettare se la bambina riesca<br />
da sola a superare la difficoltà, così che la bambina<br />
capisca che deve cercare prima di risolvere il<br />
problema da sola, senza abusare dell’aiuto che le<br />
viene fornito!<br />
5) quando i bambini saranno più grandi comincia<br />
a insegnare che devono essere loro i primi ad<br />
aiutare la compagna nelle eventuali difficoltà; in<br />
questo senso è importante scegliere con oculatezza i<br />
suoi compagni/e di banco. Beh penso che questo papiro<br />
possa bastare.... Insomma la chiave di tutto è<br />
la NATURALEZZA DEI RAPPORTI...tutto<br />
il resto viene da sé!<br />
Michele<br />
Scrivete ai nostri esperti sul sito Lineargenova.it.<br />
il suono<br />
Lady Gaga<br />
in lingua<br />
dei segni<br />
L’artista italo-americana Lady Gaga (ai vertici<br />
delle classifiche mondiali della musica pop)<br />
avrebbe deciso di cantare anche per i fan che<br />
comunicano in lingua dei segni. Dopo avere<br />
visto su YouTube i suoi successi tradotti con<br />
le mani, la cantante ha espresso il desiderio<br />
che le sue canzoni possano giungere a tutti,<br />
senza eccezioni. Già in un concerto passato<br />
la sua canzone “Speechless” era stata tradotta<br />
in lingua dei segni americana, dedicandola al<br />
pubblico ipoudente.<br />
Le persone con la pelle chiara sarebbero esposte<br />
a maggiori rischi di sordità?<br />
I melanociti potrebbero avere un’azione protettiva<br />
per l’udito. Si tratta di cellule preposte<br />
alla formazione della melanina, presenti in<br />
maggiore quantità nella pelle umana dalla pigmentazione<br />
più scura. Un recente studio della<br />
Johns Hopkins University (Stati Uniti) confermerebbe<br />
l’ipotesi, almeno nelle statistiche;<br />
tuttavia i ricercatori si esprimono con cautela:<br />
occorrono ulteriori conferme.<br />
Il rischio di incorrere in una perdita uditiva<br />
precoce è più alto negli adolescenti esposti a<br />
fumo passivo: i problemi alla coclea addirittura<br />
raddoppierebbero. L’ipotesi più accreditata:<br />
la riduzione del flusso sanguigno all’interno<br />
dell’orecchio. Una recente ricerca condotta<br />
negli Stati Uniti, ha sottolineato come l’80%<br />
dei giovani intervistati tra i 12 e 19 anni, esposti<br />
a fumo passivo e con problemi di udito,<br />
non si renda nemmeno conto di avere perso<br />
sensibilità alle alte e basse frequenze.<br />
Un altro dato allarmante: il 12 per cento dei<br />
bambini a contatto con fumatori mostra una<br />
perdita dell’udito da lieve a grave, rispetto a<br />
un 8 per cento di quelli che non sono esposti<br />
al fumo di sigaretta.<br />
Il casco comunemente usato dai motociclisti<br />
potrebbe avere un ruolo nel causare danni<br />
all’udito. Alcuni scienziati inglesi hanno riprodotto<br />
in laboratorio il flusso d’aria e il rumore<br />
provocati a diverse velocità all’interno dei<br />
caschi protettivi, utilizzando un manichino<br />
nella galleria del vento. Hanno quindi inserito<br />
i microfoni in diverse posizioni all’interno del<br />
casco e dell’orecchio del manichino. Il rumore<br />
più fastidioso si verrebbe a creare sulla linea<br />
della mandibola, molto vicino ai timpani.<br />
Lo studio dovrà essere confermato su strada.<br />
In un prossimo futuro i caschi dei motociclisti<br />
dovranno essere progettati per difendere anche<br />
le orecchie?<br />
2 Maggio 2012<br />
3<br />
Sente<br />
meglio<br />
chi ha<br />
la pelle scura?<br />
delle news<br />
Fumo<br />
passivo:<br />
a rischio<br />
le orecchie<br />
Troppo<br />
rumore<br />
in moto<br />
col casco<br />
Il gene<br />
della sordità<br />
negli<br />
animali<br />
I ricercatori della Washington University<br />
School of Medicine di St. Louis hanno identificato,<br />
nel gene FGF20, la proteina necessaria<br />
per il corretto sviluppo dell’orecchio interno<br />
negli animali: la sua rimozione sembra legata<br />
alla perdita completa dell’udito, almeno nei<br />
topi. La ricerca, pubblicata lo scorso 3 gennaio<br />
on line su Plos Biology, dimostra come disattivando<br />
il gene si estinguano le cellule ciliate<br />
esterne, mentre quelle interne rimangano vitali.<br />
Si tratta del primo studio che dimostra come<br />
le cellule ciliate interne ed esterne si sviluppino<br />
in maniera indipendente le une dalle altre.<br />
La scoperta dell’importanza della proteina<br />
FGF20, legata alla crescita dei fibroplasti, capaci<br />
di guarire le ferite negli embrioni, potrebbe<br />
aprire la strada agli studi sulla rigenerazione<br />
delle cellule ciliate nei mammiferi. Per quanto<br />
riguarda gli esseri umani, bisogna ancora capire<br />
se la sordità sia legata a mutazioni dello<br />
stesso gene.
25<br />
di ricerca e innovazione<br />
4<br />
Ieri, oggi e domani di un’azienda all’avanguardia nelle tecnologie per l’udito<br />
Linear<br />
La persona al centro<br />
Intervista con Lucio Racca, fondatore e amministratore<br />
Linear compie quest’anno i suoi<br />
primi 25 anni: la storia dell’azienda,<br />
all’avanguardia in Italia sul fronte<br />
delle tecnologie per la sordità, è<br />
partita infatti nel 1987. La crescita di<br />
Linear in questi anni è caratterizzata<br />
dall’impegno nella ricerca di soluzioni<br />
sempre più avanzate sia dal punto di<br />
vista tecnologico che dell’innovativa<br />
strategia di protesizzazione.<br />
L’amministratore delegato, dott.Lucio<br />
Racca, da sempre al timone dell’azienda,<br />
ricorda: Fino a pochi anni fa nessuno avrebbe<br />
scommesso di ridurre alle dimensioni di<br />
una capocchia di fiammifero i computer da<br />
tavolo. Oggi la ricerca ci ha consentito di<br />
realizzare apparecchi acustici endoauricolari<br />
che includono computer miniaturizzati, ma<br />
non solo: tra le ultime innovazioni di Linear<br />
c’è il cannocchiale acustico, che consente di<br />
focalizzare l’ascolto sulla persona che si guarda<br />
e il rallentatore vocale.<br />
Quali le principali tappe<br />
di questo cammino?<br />
L’intuizione, già negli anni Novanta,<br />
della non-<strong>linear</strong>ità, ovvero la scelta di<br />
amplificare il suono in maniera inversamente<br />
xproporzionale alla sua potenza. E poi<br />
il crescente investimento nella ricerca che<br />
ci ha consentito di inserire le altissime<br />
potenze, proprie dei tradizionali apparecchi<br />
retroauricolari, anche negli apparecchi<br />
endoauricolari. Infine le prime esperienze di<br />
recupero uditivo con apparecchi endoauricolari<br />
per i bambini con sordità profonde, anche molto<br />
piccoli. Su questo fronte abbiamo ottenuto<br />
ottimi risultati consentendo a tanti bambini<br />
di frequentare la scuola normalmente assieme<br />
ai coetanei e di fare sport in tutta tranquillità<br />
anche a livello agonistico.<br />
Importante è stato capire che per ogni persona<br />
la risposta alla protesizzazione è diversa. Con<br />
il nostro metodo la persona con protesi acustica<br />
viene seguita nel tempo perché il suo modo di<br />
sentire si modifica, sollecitato dalla protesi. Il<br />
nostro lavoro è quindi quello di un progressivo<br />
adattamento per rispondere sempre meglio<br />
alle potenzialità di ascolto della persona.<br />
Che cosa caratterizza Linear?<br />
La ricerca, da sempre: il nostro primo brevetto<br />
-risponde Lucio Racca- fu un telecomando<br />
che serviva a variare a distanza alcuni<br />
parametri, tra cui volume e tonalità, di un<br />
piccolo apparecchio acustico, poi fu la volta<br />
di un altro sistema AWS (Anti wax system)<br />
che impediva ai liquidi fisiologici di entrare<br />
nell’apparecchio e rovinare il ricevitore.<br />
Col passare degli anni abbiamo proseguito<br />
sulla strada delle innovazioni con la certezza<br />
che la produzione di serie non potrà mai<br />
eguagliare il nostro punto di forza: l’alta<br />
tecnologia unita alle tecniche artigianali del<br />
liutaio. Un apparecchio acustico Linear è come<br />
un violino: è unico, costruito sulla personalità<br />
di chi lo commissiona.<br />
Quali sono i vostri partner<br />
nella ricerca?<br />
Abbiamo collaborato con l’Istituto di<br />
biofisica del Cnr di Genova, diretto dal<br />
prof. Mario Nobile, allo scopo di identificare<br />
nuovi target farmacologici per la cura del<br />
deficit uditivo; con il prof. Andrea Trucco<br />
del Dynatech dell’Università di Genova<br />
per realizzare il prototipo del cannocchiale<br />
sonoro, strumento per identificare meglio<br />
la voce umana isolandola dai rumori di<br />
fondo. Nei nostri laboratori abbiamo messo<br />
a punto il rallentatore vocale, dedicato a<br />
chi ha perso in parte l’udito, in grado di<br />
rallentare audio e video senza alterare<br />
la timbrica della voce e mantenendo<br />
la sincronia tra parlato e immagini; lo<br />
strumento è già utilizzato in Logopedia,<br />
per valutare l’apprendimento della persona<br />
in collaborazione col prof. Domenico Cuda,<br />
direttore dell’Unità di Otorinolaringoiatria<br />
dell’Ospedale G. da Saliceto di Piacenza.<br />
A Milano collaboriamo col prof. Antonio<br />
Cesarani e col Centro Ripamonti, a Roma<br />
con il Policlinico Gemelli e l’Istituto di<br />
Ortofonologia.<br />
E i prossimi obiettivi?<br />
Negli ultimi 10 anni ci siamo concentrati<br />
sul ruolo della direzionalità dei suoni<br />
e ci siamo convinti che nella maggior<br />
parte dei casi è preferibile applicare<br />
apparecchi endoauricolari, per recuperare<br />
la funzione fisiologica direzionale del<br />
padiglione acustico, disegnato in modo<br />
tale da ottimizzare la ricezione del<br />
suono soprattutto in ambienti rumorosi.<br />
Il prossimo obiettivo sarà mettere a punto<br />
una “protesi trasparente”: il progetto è<br />
già in sperimentazione e i risultati sono<br />
promettenti.<br />
Sì, la sordità avanza<br />
ma sentire è possibile<br />
A<br />
A quale età comincia il fisiologico calo<br />
uditivo che ci porta a chiedere di ripetere<br />
le parole e ad alzare il volume della<br />
televisione? Prima rispetto al passato: oggi<br />
inizia già sui 50 anni, eppure tra i 55 e i<br />
65enni solo un ipoudente su 5 ammette di<br />
avere un problema. Il 17 gennaio scorso sul<br />
quotidiano La Repubblica è uscito l’inserto<br />
Salute in primo piano, dedicato ai problemi<br />
legati al calo uditivo e alle soluzioni oggi<br />
esistenti per porre rimedio alle difficoltà<br />
conseguenti. Avanza la sordità ma ora è più<br />
facile sentire, titola il quotidiano e ancora:<br />
“Retro” o “endo” ultime frontiere degli<br />
apparecchi ultra- mini. Per ripristinare un<br />
buon ascolto oggi esistono tante protesi<br />
acustiche, diverse tra di loro, sia dal punto<br />
di vista estetico che tecnologico. Tra le<br />
diverse aziende all’avanguardia, in grado<br />
di fornire risposte concrete ai problemi<br />
uditivi, su Repubblica viene citata Linear,<br />
dando la parola all’ingegnere Michele<br />
Ricchetti, responsabile dell’area Ricerca.<br />
“Nelle retroauricolari -ha spiegato Ricchetti<br />
dalle colonne del giornale- il suono viene<br />
generato fuori dal condotto, per cui sono esaltate<br />
certe frequenze e depresse altre. Le “endo” non<br />
si vedono, hanno il microfono in una posizione<br />
naturale, all´interno del canale acustico e<br />
aiutano meglio a capire da dove arriva il<br />
suono.” A decidere quali siano le migliori,<br />
nella maggior parte dei casi -ha proseguito<br />
l’articolo- non è né il medico né il paziente.<br />
La valutazione è affidata all´audioprotesista.<br />
Che, al di là dell´azienda per la quale lavora,<br />
ha comunque il compito di “tarare” le protesi e di<br />
seguire passo passo l´adattamento individuale.<br />
Abituarsi all´apparecchio acustico, infatti,<br />
non è facile. La tecnologia, specie quella più<br />
avanzata, va riparametrata sul sistema<br />
biologico personale. Orecchio e soprattutto<br />
cervello devono familiarizzare con il nuovo<br />
sistema di amplificazione.<br />
Insieme a Ricchetti, dalle pagine di<br />
Repubblica hanno parlato Giandomenico<br />
Cuda direttore di Otorinolaringoiatria<br />
Il gruppo genovese viene citato nell’inserto Salute di Repubblica<br />
all’ospedale G. da Saliceto di Piacenza<br />
e Gianfranco Cianfrone direttore<br />
Audiologia al Policlinico Umberto I di<br />
Roma, che hanno sottolineato come il<br />
problema del calo uditivo, se non affrontato,<br />
alla lunga possa comportare problemi<br />
relazionali e sintomi di depressione; la<br />
soglia può essere considerata quel 25%<br />
di deficit, dopo il quale c’è sicuramente<br />
bisogno di rimedi acustici. Oggi gli<br />
apparecchi possono essere leggerissimi,<br />
facilmente indossabili, poco visibili,<br />
autentici piccoli gioielli di tecnologia<br />
avanzata. Tra le promozioni e le novità nel<br />
settore, l’inserto di Repubblica ha ricordato<br />
Convenzioni<br />
Linear è convenzionata con le seguenti<br />
organizzazioni del sociale:<br />
ENS Ente Nazionale Sordi<br />
ENAV Ente Nazionale<br />
Assistenza al Volo<br />
AUSER Associazione di Volontariato<br />
e di Promozione Sociale<br />
CARIGE Cassa di Risparmio<br />
di Genova e Imperia<br />
CGIL Confederazione Generale<br />
Italiana del Lavoro<br />
CNA Confederazione Nazionale<br />
Artigianato<br />
Confesercenti Liguria<br />
SPI Sindacato Pensionati Italiani<br />
COOP Liguria<br />
FIMIV Federazione Italiana Mutualità<br />
Integrativa Volontaria<br />
Sordità on line<br />
Per informazioni:<br />
- sedi Linear di Genova, Milano,<br />
Roma e Bologna<br />
- numero verde Linear 800 995974<br />
- sms Linear 329 695119<br />
- www.<strong>linear</strong>genova.com<br />
i modelli impermeabili Linear, collaudati<br />
fino a 3 metri di profondità (adottati<br />
da Luna Rossa nelle<br />
regate<br />
di Coppa America) e<br />
il “rallentatore vocale”,<br />
messo a punto nei<br />
laboratori di ricerca<br />
dell’azienda genovese. Lo strumento<br />
è in grado di rallentare il parlato di<br />
qualsiasi trasmissione televisiva, anche<br />
in diretta, senza alterare la voce di chi<br />
parla e dando maggiore possibilità di<br />
comprensione a chi ascolta. Il rallentatore<br />
vocale di Linear viene già usato per la<br />
riabilitazione in Logopedia all’ospedale<br />
di Piacenza, ma può diventare un ausilio<br />
utilissimo anche per lo studio delle<br />
lingue straniere.<br />
Maggio 2012 Maggio 2012<br />
5
Milioni di persone<br />
soffrono di acufeni,<br />
fenomeno<br />
di cui si ignorano<br />
ancora le cause Come<br />
F<br />
Fischi, ronzii, fruscii, sibili, pulsazioni e<br />
altri generi di suoni possono presentarsi a<br />
uno o a entrambi gli orecchi, in maniera<br />
spontanea ma anche dopo<br />
essere stati esposti<br />
a rumori molto<br />
intensi. Sono<br />
gli acufeni,<br />
di cui<br />
diversi milioni<br />
di italiani soffrono<br />
in maniera diversa, talvolta<br />
cronica, ovvero persistente,<br />
continua, in modo tale da interferire<br />
con la qualità della vita. Percepire un<br />
acufene è un fatto molto comune, non<br />
sempre allarmante; quando compare<br />
viene recepito come proveniente<br />
dall’ambiente esterno, in realtà<br />
si origina all’interno<br />
dell’apparato uditivo,<br />
per cause che<br />
non sono<br />
prevenire o alleviare<br />
quel rumore<br />
che senti solo tu<br />
ancora chiare. Forse originati da diversi<br />
fattori che possono intrecciarsi (ad esempio<br />
perdita uditiva, esposizione a forti rumori,<br />
stress, farmaci ototossici, ipersensibilità,<br />
traumi, diabete, tiroide malfunzionante...)<br />
gli acufeni non sono da considerarsi una<br />
patologia ma un sintomo. Per questo<br />
bisognerebbe indagare sui motivi che<br />
l’hanno scatenato; non esistono vere e<br />
proprie cure per gli acufeni, ma ci sono<br />
dei rimedi in grado di alleviare il fastidio.<br />
Gli acufeni possono manifestarsi anche<br />
sporadicamente, per breve durata (meno<br />
di 5 minuti), senza interferire in maniera<br />
pesante nella quotidianità. Nelle forme<br />
leggere vengono avvertiti quando<br />
c’è silenzio, la sera, perchè durante<br />
la giornata sono “mascherati” dai<br />
rumori ambientali. Le forme<br />
più gravi possono arrecare<br />
molto fastidio, disagio, fino<br />
a sviluppare stati fobici,<br />
isolamento, depressione...<br />
Risulta difficile stabilire<br />
con precisione il numero<br />
di persone che soffrono di<br />
acufeni, perchè la risposta<br />
individuale a tale disturbo<br />
è molto diversificata: alcuni riferiscono il<br />
sintomo in maniera allarmante, ossessiva,<br />
altri riescono a convivere, tanto che<br />
solo un’indagine approfondita ne rivela<br />
la presenza. Si calcola che il sintomo<br />
dell’acufene interessi circa il 10-14%<br />
della popolazione mondiale: negli Stati<br />
Uniti circa un milione di persone ne<br />
soffre in maniera invalidante (ma ne<br />
sarebbero interessate in forma leggera<br />
ben 10 milioni). La maggiore parte dei<br />
casi riguarda le persone di età superiore<br />
ai 65 anni, soprattutto tra la popolazione<br />
maschile. In una ricerca condotta nel Regno<br />
Unito dall’associazione britannica Action<br />
on hearing loss, viene sottolineato un<br />
aspetto curioso: quattro persone<br />
ipoudenti su dieci ignorano<br />
cosa siano gli acufeni (39%<br />
degli intervistati), scambiandoli<br />
per un’allergia ai metalli (22%).<br />
Un equivoco originato<br />
dal fatto che in latino<br />
e in inglese acufene<br />
si dice tinnitus,<br />
Risolto alla Linear un caso trentennale<br />
“Mascherare” l’acufene<br />
per liberare il paziente<br />
Se gli acufeni non possono curarsi, perchè<br />
si tratterebbe di sintomi, e non di malattie,<br />
tuttavia esistono rimedi per intervenire,<br />
previsti soprattutto nei casi in cui al disturbo<br />
si affianca una sordità leggera. Ne parliamo<br />
nella sede di Linear a Genova, dove Luca<br />
Racca direttore della filiale ha recentemente<br />
affrontato e risolto con successo il caso della<br />
signora Rita Solari.<br />
Da circa 30 anni -racconta la signora Solari- ero<br />
afflitta da un ronzio fisso, una sorta di motore nelle<br />
orecchie, come un tagliaerba acceso, che non mi<br />
lasciava in pace, sia di giorno, che di notte. Oltre<br />
tutto sono sempre stata sofferente di sindrome<br />
di Meniére (di un altro caso affrontato con<br />
successo presso la sede di Milano abbiamo<br />
parlato nel n°22 di Suono & <strong>Vita</strong>)... Ho<br />
girato tanti medici, ma mai nessuno mi ha dato<br />
alcuna speranza. Solo da due anni sono tornata<br />
a vivere: mi sono rivolta alla Linear e ho seguito<br />
un programma di protesizzazione che finalmente<br />
mi ha dato sollievo. Mi è sembrato di rinascere!<br />
erroneamente collegato a tin che significa<br />
in inglese stagno (metallo dai molteplici<br />
usi). Eppure, secondo l’associazione, il<br />
problema degli acufeni affliggerebbe<br />
in Inghilterra molte persone: almeno<br />
250.000 in maniera invalidante. L’unico<br />
Chiediamo di spiegare cosa sia successo a Luca<br />
Racca: L’acufene è un rumore, spesso un fischio<br />
“sottile” o un fruscio generato in modo autonomo<br />
dall’apparato uditivo che può essere percepito solo<br />
dalla persona che lo ha. Non è una malattia ma un<br />
sintomo di un’altra patologia che se correttamente<br />
individuata porta anche alla riduzione o alla<br />
sparizione dell’acufene. Se non è possibile curare<br />
le cause che lo provocano è possibile in alcuni casi<br />
“mascherarlo” utilizzando dei suoni particolari che<br />
creano una sorta di “illusione acustica”: riducono di<br />
molto l’intensità dell’acufene o addirittura in alcuni<br />
casi lo eliminano. Questa “illusione acustica” si può<br />
ottenere generando tramite un apparecchio acustico<br />
o un generatore di suoni un rumore simile al suono<br />
dell’acufene, detto “rumore a banda stretta”. Questo<br />
segnale attiva le cellule ciliate che generano l’acufene<br />
e quelle adiacenti, quindi per un processo fisiologico<br />
di mascheramento tale rumore “illude” il cervello che<br />
il fischio non esista. Infine, data la tipologia di suono<br />
utilizzato come mascheratore, anche quest’ultimo,<br />
dopo un breve periodo, non viene più percepito. La<br />
posizione in frequenza dell’acufene può influenzare<br />
il successo dell’applicazione. Acufeni a frequenze<br />
molto acute sono più facili da mascherare rispetto a<br />
quelli riscontrati a basse frequenze. Con pazienti<br />
ipoudenti il risultato è quasi sempre positivo,<br />
in quanto l’effetto di mascheramento si ottiene<br />
semplicemente correggendo la perdita uditiva,<br />
grazie all’amplificazione dell’apparecchio acustico<br />
nella zona interessata dall’acufene che risulta<br />
sufficiente a nasconderlo.<br />
intervento possibile -avvertono i<br />
membri dell’associazione- è quello<br />
mirato alla prevenzione: abbassare il<br />
volume quando si ascolta musica, usare<br />
i tappi di cera in discoteca e durante i<br />
concerti molto rumorosi. Attualmente<br />
sarebbero in aumento i giovani che<br />
soffrono di acufeni. “My ears are<br />
ringing, ringing like empty<br />
shells… Well, it can’t be no<br />
guitar player. It must<br />
be…convent bells”<br />
(le mie orecchie<br />
suonano, suonano<br />
come conchiglie<br />
vuote... non è il<br />
suono della chitarra<br />
ma le campane del<br />
convento) così cantava<br />
Bob Dylan nella sua canzone<br />
Call Letter Blues (1974), dandoci<br />
un’immagine poetica di quello che<br />
potrebbe definirsi un acufene. I musicisti<br />
sono fra i più colpiti da questo disturbo:<br />
sul sito di A.T.A. (American Tinnitus<br />
Association) il messaggio è chiaro:<br />
Fai musica o la ascolti? Allora sei a<br />
rischio! L’elenco degli artisti colpiti<br />
è lunghissimo: il leader dei Black<br />
Eyed Peas, 35 anni, musicista<br />
e produttore affermato (con un<br />
album degli U2), esclama: Non so<br />
più cosa sia il silenzio, la musica è<br />
l’unica cosa a darmi sollievo!<br />
6 Maggio 2012 Maggio 2012 7
G G<br />
Gli effetti dell’inquinamento<br />
acustico non hanno conseguenze<br />
solamente sulla salute degli esseri<br />
umani, ma anche su quella degli<br />
animali. Balene e delfini spiaggiati<br />
sarebbero i risultati più evidenti di come<br />
l’eccesso di rumore provocato dall’uomo<br />
anche in mare possa confondere il delicato<br />
sistema di orientamento dei cetacei. Ma<br />
anche fra gli uccelli che vivono nelle nostra<br />
città, il rumore provocherebbe mutazioni nel<br />
loro comportamento, inducendo ad esempio<br />
i pettirossi in alcune zone a cantare durante<br />
la notte invece che di giorno, distraendo i<br />
fringuelli dalla ricerca di cibo. Il cinguettio<br />
di questi animali riveste grande importanza<br />
nell’accoppiamento e nella sopravvivenza<br />
della specie. L’inquinamento acustico<br />
urbano costringe gli uccelli a cantare più<br />
forte e a una frequenza superiore rispetto<br />
agli uccelli di campagna. Fino ad oggi i<br />
ricercatori credevano che i motivi di questo<br />
mutamento fossero dovuti alla necessità di<br />
distinguere il canto dalla bassa frequenza<br />
del rumore del traffico e che cantare più<br />
forte provocasse una distorsione della loro<br />
voce. Ora un team di ricercatori danesi e<br />
britannici aggiunge una terza opzione: l’alta<br />
frequenza del cinguettio sarebbe dovuta alla<br />
maggiore possibilità di penetrare nel disegno<br />
architettonico cittadino, rendendo più facile<br />
la comunicazione. Il professor Torben<br />
Dabelsteen, del Dipartimento di Biologia<br />
presso l’Università di Copenhagen, che ha<br />
condotto lo studio insieme ai ricercatori<br />
dell’Università di Aberystwyth nel Galles,<br />
spiega: E’ noto da tempo come passeri, merli e<br />
cinciallegre siano costretti in città a cantare più<br />
forte e con un tono più alto, ma l’osservazione<br />
dei merli ci ha portato a mettere in dubbio le<br />
tradizionali spiegazioni di questo comportamento.<br />
I merli infatti si impegnano a cantare in maniera<br />
più acuta anche di notte, quando il rumore<br />
cittadino cala notevolmente. Abbiamo spiegato<br />
questo fenomeno attribuendolo alla struttura<br />
architettonica delle città: qui non c’è bisogno di<br />
8<br />
Ambiente urbano e inquinamento acustico<br />
è diverso il canto<br />
degli uccelli di città<br />
individuare i propri simili in mezzo alle fronde<br />
degli alberi; bisogna solo fare in modo che gli stridi<br />
arrivino il più lontano possibile, tenuto conto che<br />
le superfici riflettenti dei palazzi funzionano<br />
in maniera diversa da quelle degli alberi. In<br />
campagna il tono dei canti può rimanere<br />
più basso; nell’ambiente urbano anche la<br />
presenza degli edifici costringe gli uccelli a<br />
cambiare il loro modo di cantare. Altri studi<br />
dimostrerebbero come i cinguettii degli<br />
stessi individui siano flessibili e cambino a<br />
seconda dell’ambiente.<br />
Interessante concerto a Rapallo<br />
La musica più forte<br />
di ogni handicap<br />
“La musica è per tutti” è il titolo del<br />
concerto tenutosi il 28 gennaio scorso<br />
a Rapallo, presso l’Auditorium delle<br />
Clarisse, dove si sono esibiti gli allievi<br />
della professoressa Giulia Cremaschi<br />
Trovesi (nella foto in basso), decana della<br />
musicoterapia in Italia e fondatrice del<br />
modello di musicoterapia umanistica.<br />
Sul palco sono saliti la violoncellista<br />
Giulia Mazza (affetta da sordità<br />
bilaterale profonda ben compensata<br />
da protesi endoauricolari Linear) e il<br />
pianista Francesco Salinari (affetto da<br />
autismo). “La musica è per tutti”, che<br />
ha dato nome all’esibizione di Rapallo,<br />
è una frase rivolta dal maestro Edgar<br />
Willems (insigne pedagogista svizzero<br />
ideatore di un metodo musicale molto<br />
diffuso in Europa) a Giulia Cremaschi<br />
Trovesi, quando negli anni giovanili la<br />
musicoterapeuta lo incontrò ed ebbe<br />
modo di farsi apprezzare per il suo<br />
lavoro di ricerca. Spinta dalla curiosità,<br />
fin dagli esordi della sua professione di<br />
musicista, Giulia Cremaschi Trovesi<br />
si è rivolta al mondo dell’handicap, in<br />
particolare dei bambini sordi. “Sono stati<br />
i giovani sordomuti -ha dichiarato in<br />
una passata intervista a Suono & <strong>Vita</strong>- a<br />
farmi capire che non si ascolta solo con<br />
le orecchie, ma con tutto il corpo”. I suoi<br />
studi hanno rinnovato la musicoterapia; i<br />
risultati si sono potuti vedere e ascoltare<br />
sul palco: ancora una volta l’iniziativa<br />
ha dimostrato come, grazie all’aiuto<br />
della musicoterapia e di apparecchi<br />
acustici d’avanguardia, anche le persone<br />
con gravi problemi uditivi fin dalla<br />
nascita possano avvicinarsi alla musica.<br />
Testimonianze di vita raccolte da Martina Gerosa<br />
Un avvocato che sente i diritti<br />
delle persone con sordità<br />
Giovanni Polidoro è nato nel 1969 a<br />
Latina-Priverno, località di origine etrusca,<br />
dove è rimasta la sua famiglia di origine,<br />
mentre lui attualmente vive a Roma. La<br />
passione per i viaggi si unisce a una vita<br />
densa di impegni professionali.<br />
Racconta Giovanni: La mia sordità è<br />
genetica, la nonna era sordastra e poi anche<br />
miei zii, fratelli di mio padre, non sentono<br />
bene. Vivevo in un paese piccolo, di 10mila<br />
abitanti. Ho frequentato le scuole normali<br />
senza sostegno. Non è stato facile integrarmi.<br />
Non ho avuto rapporti con i sordi fino a 30<br />
anni. Oggi frequento in egual modo persone<br />
udenti, sordi oralisti e segnanti.<br />
Che lavoro fai? Lavoro da nove anni in<br />
banca, come segretario, occupandomi degli<br />
aspetti legali e commerciali legati alle società<br />
dei clienti. Prima avevo fatto la pratica in uno<br />
studio legale, appena dopo essermi laureato in<br />
giurisprudenza. Presso questo studio approdai<br />
grazie alla legge 68/99 (per l´inserimento<br />
al lavoro delle persone disabili), mentre<br />
successivamente sono arrivato alla banca<br />
facendo ricerche di lavoro senza passare per la<br />
via del collocamento mirato.<br />
La mia grande passione per la giurisprudenza<br />
mi fa continuare a collaborare con studi legali,<br />
occupandomi di tutto, dalle infrazioni del codice<br />
della strada ai contrasti nelle compravendite<br />
compresi aspetti penali...<br />
Ti occupi anche dei diritti delle persone<br />
con sordità? Sì, seguo in particolare cause<br />
legate al lavoro; mi sono laureato proprio sulla<br />
legge 68/99, che conosco profondamente sia per<br />
le sentenze, che per la dottrina! Quindi riesco a<br />
capire velocemente se la questione che mi pone<br />
la persona disabile può avere un risvolto legale,<br />
per cui possa essere portata all’attenzione del<br />
giudice.<br />
Intrattengo rapporti, offrendo consulenze<br />
legali, con le varie associazioni: Fiadda, La<br />
Chiocciolina, ENS... mi contattano da tutta<br />
Italia, anche gruppi autonomi.<br />
Cosa pensi dell’impianto cocleare? È<br />
sostenuto dai medici come frutto della ricerca<br />
Giovanni Polidoro (nella foto col braccio alzato) sul gommone da rafting durante una gita<br />
più avanzata con lo scopo di eliminare la<br />
sordità. Per quanto ne so io ci sono casi, e<br />
non pochi, d’insuccesso. In più è invasivo<br />
e non puoi praticare sport. Oltretutto chi<br />
nasce sordo è difficile possa recuperare l’udito,<br />
perché non esiste memoria uditiva, così ho<br />
letto in una ricerca del prof. Gitti sul sito di<br />
un’associazione.<br />
Come vedi questo mondo delle persone<br />
con sordità? Molto variegato! Se fosse un<br />
piatto da mangiare, lo paragonerei a un<br />
menù completo. I sordastri sono così -dice<br />
Giovanni indicando se stesso. Gli rivelo<br />
di essere stata anch’io per molto tempo<br />
definita sordastra, quand’ero bambina. Ma<br />
anche tu?! -mi dice Giovanni stupito. Sì<br />
-gli rispondo- e porto con ottimi risultati<br />
apparecchi Linear di sesta generazione. E<br />
soggiunge allora: Da quattro anni porto<br />
questi apparecchi, di cui sono molto soddisfatto<br />
anche per l’aspetto estetico oltre che pratico,<br />
però spero di poter migliorare ulteriormente,<br />
anche perché la mia sordità è profonda... la<br />
mia perdita è di 60-80 dB.<br />
Quali sono le situazioni in cui riscontri<br />
maggiori difficoltà nell’ascolto? Quando<br />
parlano più persone insieme, soprattutto se<br />
velocemente. Col telefono non riesco a parlare,<br />
ma tanto adesso ci sono i cellulari, oltre al<br />
Servizio ponte che oggi funziona anche con<br />
gli sms. Poi ci sono le mail e le chat. Skype e<br />
Messenger attualmente vengono soppiantati<br />
da Facebook... ci sono tutti i modi possibili per<br />
comunicare.<br />
A proposito del mio impegno a favore delle<br />
persone sorde, assieme all’Associazione<br />
Coscioni ho promosso una campagna per<br />
introdurre i sottotitoli nei cinema di Roma.<br />
Abbiamo rivolto un’interrogazione al sindaco<br />
Alemanno, che però non ha risposto.<br />
Ora faccio parte di un Gruppo Facebook in cui<br />
si chiede l’adeguamento del contributo pubblico<br />
per gli apparecchi acustici, dato l’elevato<br />
costo delle protesi di ultima generazione. Gli<br />
impianti cocleari ben più costosi sono pagati<br />
interamente dallo Stato, mentre per le protesi<br />
acustiche, che possono garantire un elevato<br />
livello di qualità uditiva, permane un tetto di<br />
spesa di 1.350 euro (a coppia), oltre il quale<br />
occorre pagare di tasca propria!<br />
Ecco i contatti dell’Avv. Giovanni<br />
Polidoro:<br />
cell. 3497885748 (solo sms)<br />
email: giovanni.polidoro@hotmail.it<br />
Facebook: Giovanni Polidoro<br />
Maggio 2012 Maggio 2012<br />
9
L<br />
La sede Linear di Milano si trova in<br />
centro, in via Statuto; è un insieme di spazi<br />
ampi, luminosi, un ambiente accogliente<br />
con persone sorridenti che rispecchia dal<br />
primo impatto l’inclinazione all’incontro<br />
e all’ascolto. Questa volontà di accoglienza<br />
riassume un progetto ben preciso, cui<br />
hanno lavorato dal 2003 il direttore della<br />
filiale Matteo Racca (audioprotesista) e<br />
la moglie Francesca Buovolo (formatasi<br />
in Scienze dell’Educazione): Volevamo<br />
dare un’impronta nostra a questa sede, con<br />
l’obiettivo -racconta Francesca- di farne<br />
un punto di riferimento per le famiglie.<br />
Qui vengono tanti bambini con difficoltà<br />
uditive (lavoriamo in collaborazione col<br />
Centro Ripamonti di Milano Cusanino);<br />
i genitori hanno bisogno di informazioni,<br />
di contatti, anche fra di loro, per conoscersi<br />
e scambiare esperienze.<br />
Occuparsi di bambini richiede particolari<br />
attenzioni? Ho sempre lavorato coi più<br />
piccoli e conosco molto da vicino (per motivi<br />
famigliari) il metodo di Zora Drežančić: il<br />
cardine di questo grande metodo logopedico<br />
consiste anche nel creare un affiatamento tra<br />
famiglie con bambini ipoudenti. Qui nella<br />
nostra sede ci piacerebbe dare loro possibilità<br />
di incontrarsi, creando occasioni per parlare<br />
di protesizzazione, di come crescere i figli; mi<br />
sembra che di questo ci sia molto bisogno.<br />
Come vengono seguiti i giovanissimi?<br />
Se si decide per la protesizzazione, si procede<br />
a seconda dell’età: nel primo anno di vita<br />
vengono proposti apparecchi retroauricolari<br />
costruiti su misura per loro, in fibra di<br />
carbonio, praticamente indistruttibili; se sono<br />
più grandi proponiamo gli endoauricolari.<br />
I bambini vanno seguiti con controlli<br />
periodici e adattamenti che affiancano la<br />
crescita: sia nel guscio che nella regolazione,<br />
perchè il loro modo di sentire si affina. Via<br />
via che diventano più grandi, aumenta<br />
la consapevolezza del loro ascolto. Gli<br />
apparecchi infine vanno adattati a seconda<br />
dell’ambiente che frequentano (scuola,<br />
palestra, feste di compleanno...). Questo<br />
lavoro attento e costante va sempre proposto<br />
senza forzature, cercando di rispettare al<br />
massimo la serenità di un bambino.<br />
10<br />
Visita al Centro Linear di Milano in via Statuto<br />
Conoscere i più piccoli<br />
poi applicare le protesi<br />
L’attenzione va anche ai genitori?<br />
Ogni famiglia è un mondo a sé: un<br />
bambino che ha problemi di udito non è<br />
solo, alle spalle ci sono i genitori, ognuno<br />
con capacità (e limiti) diversi. Tramite<br />
l’ascolto vorremmo cercare di dare aiuto:<br />
talvolta facciamo da tramite con la<br />
scuola, con chi si occupa di riabilitazione,<br />
di logopedia... Ci rendiamo conto che le<br />
situazioni famigliari cambiano negli<br />
anni e risulta sempre più difficile per i<br />
genitori avere il tempo e le energie per<br />
affrontare con serenità i problemi. Anche<br />
in questo senso può essere utile un nostro<br />
contributo.<br />
Ascolto: non solo<br />
una questione di udito<br />
da sinistra Daniele Gambini, Andrea Calatti Forte, Eliana Liotta, Matteo Racca, Tullia Gianoncelli<br />
Esperti di diverse discipline, insieme a<br />
un pianista “che ascolta con le dita”, si<br />
sono dati appuntamento il 30 marzo<br />
scorso presso la Palestra Forte, in<br />
via Statuto 4 a Milano, nello stesso<br />
palazzo della sede meneghina di Linear.<br />
Obiettivo dell’incontro esplorare<br />
dimensioni poco conosciute di un tema<br />
di vitale importanza come l’ascolto.<br />
Hanno partecipato Matteo Racca,<br />
audioprotesista direttore della sede<br />
milanese di Linear, Tullia Gianoncelli,<br />
antropologa sonora, tutor all’Università<br />
Milano-Bicocca, Andrea Calatti Forte,<br />
dottore in scienze motorie e insegnante<br />
Feldenkrais Palestra Forte; l’incontro è<br />
stato moderato dalla giornalista Eliana<br />
Liotta, vicedirettore del settimanale<br />
Oggi e direttore di OK Salute e benessere;<br />
il musicista Daniele Gambini ha<br />
intrattenuto il pubblico al pianoforte:<br />
pianista e compositore, ha saputo<br />
superare i limiti della grave ipoacusia<br />
di cui è affetto, grazie a una capacità di<br />
ascolto affinata nel tempo e ad apparecchi<br />
acustici endoauricolari personalizzati, ad<br />
alta potenza. Dopo l’incontro presso la<br />
Palestra si è tenuto un aperitivo presso la<br />
sede Linear di Milano, con possibilità di<br />
visitare il laboratorio.<br />
Continuano gli spettaColi di li.Fra a Milano antepriMa di un Corto<br />
di elisabetta sgarbi<br />
Se Mangiafuoco<br />
non fa più paura<br />
Per la prima volta in scena<br />
un Mangiafuoco dolce e con<br />
un sorriso per tutti... Nella<br />
foto Matteo Racca (direttore<br />
sede Linear di Milano)<br />
applaudito insieme agli attori<br />
del Pinocchio di Li.Fra,<br />
spettacolo per bambini accessibile<br />
a tutti, andato in<br />
scena a Milano e in giro per<br />
l’Italia. L’avventura di Li.Fra<br />
continua, anche grazie al<br />
contributo di Linear. Dal 20<br />
al 25 marzo a Roma, presso<br />
il Teatro Eutheca, ha debuttato<br />
Fata Delcine, favola teatrale<br />
accessibile anche alle<br />
L’esigenza di fare chiarezza<br />
sulla diffusione e sull’applicazione<br />
del Metodo creativo,<br />
stimolativo e riabilitativo della<br />
comunicazione orale e scritta<br />
con le strutture musicali di<br />
Zora Drežančić, ha condotto le<br />
autrici, Anna Basili, Consuelo<br />
Lanzara e Mirella Zanobini a<br />
dare alle stampe una guida sul<br />
metodo, nato per supportare il<br />
persone con disabilità sensoriale.<br />
Liberamente tratto dal<br />
romanzo “La bambina che<br />
raccontava i film” di Hèrnan<br />
Rivera Letelier, lo spettacolo<br />
è interpretato dall’attrice cilena<br />
Patricia Rivadeneira. La<br />
storia di una bambina che<br />
racconta i film in un povero<br />
villaggio di minatori nel deserto<br />
di Atacama è stata resa<br />
accessibile grazie all’impegno<br />
di Li.Fra, patrocinata<br />
dal Consiglio Regionale del<br />
Lazio insieme all’Ambasciata<br />
del Cile e sostenuta da<br />
Linear.<br />
lavoro di terapisti e famiglie<br />
al fianco di bambini audiolesi.<br />
Due elementi di novità, alla<br />
base della sua comprovata efficacia,<br />
distinguono il metodo:<br />
le prime proposte sono rivolte<br />
a una fascia di età molto precoce<br />
(zero – tre anni), con un<br />
approccio che, diversamente<br />
rispetto ad altri tipi di intervento,<br />
tiene conto delle em-<br />
Quando lo sguardo<br />
sostituisce le parole<br />
Lo scorso 6 marzo, allo Spazio<br />
Oberdan, nell’ambito della rassegna<br />
“Sguardi Altrove Film Festival”<br />
a regia femminile, c’è stata<br />
l’anteprima milanese di Sono<br />
rimasto senza parole, un film di<br />
Elisabetta Sgarbi. Si tratta di un<br />
documentario, sottotitolato, bello<br />
e interessante, accolto con favore<br />
da un numeroso pubblico. è stato<br />
presentato dal giornalista Armando<br />
Besio, insieme alla regista e ai<br />
suoi protagonisti nella sezione del<br />
Festival dedicata alla recente produzione<br />
italiana di cortometraggi<br />
e documentari intitolata “Sguardi<br />
Incrociati”. Proprio attraverso<br />
un incontro intessuto di sguardi,<br />
parole e gesti i due personaggi<br />
Un libro sul metodo Zora Drežancic<br />
Aiutare dalla nascita i piccoli audiolesi<br />
brionali capacità del bambino<br />
e si aggancia alla sua motivazione.<br />
Secondariamente, il<br />
metodo - pur focalizzato sul<br />
linguaggio, con un programma<br />
che ne segue le normali tappe<br />
di sviluppo - non trascura<br />
la globalità del processo evolutivo<br />
ed è volto a potenziare<br />
più ampiamente le componenti<br />
relazionali e cognitive<br />
di “Sono rimasto senza parole”<br />
si raccontano l’uno all’altro: uno<br />
il pittore Antonio Stagnoli, sordo<br />
fin da giovanissimo, e l’altro<br />
lo scrittore Pino Roveredo, figlio<br />
di genitori sordi. Si intrecciano<br />
le storie di due persone vessate<br />
dai colpi della vita, che trovano<br />
nell’arte la strada per superare<br />
gli ostacoli nella comunicazione<br />
legati alla sordità. Sono storie del<br />
passato, quando ancora non c’erano<br />
gli ausili delle attuali tecnologie<br />
per udire. Ma testimoniano come<br />
l’essenziale bisogno di comunicare<br />
possa far maturare capacità ed<br />
abilità innate in ciascuna persona<br />
che abbia un deficit come quello<br />
uditivo.<br />
in giappone una riCerCa di genova<br />
Meno depressione<br />
se migliora l’udito<br />
Ipoacusia e sintomi di depressione nei pazienti<br />
anziani? Il nesso è stato dimostrato<br />
grazie a uno studio condotto presso il DIMI<br />
all’Ospedale S.Martino di Genova, Istituto<br />
di Gerontologia, cui ha collaborato anche<br />
Linear. Abbiamo già presentato i risultati<br />
sorprendenti di tale studio (in Suono&<strong>Vita</strong><br />
n.°19, 2009): fin dal primo mese di applicazione<br />
delle protesi acustiche i sintomi<br />
depressivi erano diminuiti del 30%. Ora<br />
l’articolo che illustra la ricerca ha ricevuto un<br />
riconoscimento internazionale, con la pubblicazione<br />
su Geriatrics and Gerontologist<br />
International, rivista scientifica giapponese.<br />
Il titolo: Hearing loss and depressive<br />
symptoms in elderly patient,s a firma di<br />
Raffaella Boi, Luca Racca, Antonio Cavallero,<br />
Veronica Carpaneto, Matteo Racca,<br />
Francesca Dall’Acqua, Michele Ricchetti,<br />
Alida Santelli e Patrizio Odetti.<br />
del bambino. Il volume, edito<br />
da Giunti e corredato di un<br />
DVD, ha un’impostazione<br />
mista teorico-pratica, in linea<br />
con la modalità con cui la stessa<br />
Drežančić ha sempre organizzato<br />
i suoi corsi, dove la<br />
presentazione dei fondamenti<br />
della pedagogia era sempre accompagnata<br />
dall’applicazione<br />
diretta con i bambini.<br />
Maggio 2012 Maggio 2012<br />
11
Genova Bologna<br />
Piazza della Vittoria, 15/2<br />
tel 010 5704347<br />
fax 010 592723<br />
SMS 3385067819<br />
genova@<strong>linear</strong>genova.it<br />
ORaRiO<br />
Lunedì-Venerdì<br />
8.30-12.30 / 14.30-18.00<br />
c/o Centro Symphony<br />
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tel e fax 051 309570<br />
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Lunedì-Venerdì<br />
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SMS 3318716038<br />
milano@<strong>linear</strong>genova.it<br />
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Lunedì-Venerdì<br />
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Lunedì e Mercoledì<br />
9-13 / 14-20<br />
Martedì - Giovedì - Venerdì<br />
9-13 / 14-18