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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE - Teatro Leonardo

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SCHEDA <strong>DI</strong>DATTICA<br />

<strong>SOGNO</strong> <strong>DI</strong> <strong>UNA</strong> <strong>NOTTE</strong> <strong>DI</strong> <strong>MEZZA</strong> <strong>ESTATE</strong><br />

<strong>Teatro</strong> <strong>Leonardo</strong> da Vinci – Quelli di Grock<br />

Scheda didattica a cura di<br />

Valeria Cavalli, traduttrice del testo e<br />

regista dello spettacolo con Claudio intropido<br />

Ambrogio Paolinelli, esperto di storia del teatro<br />

Ufficio Promozione Gruppi Scuola Valentina Gianuzzi – Carla Nanni<br />

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William Shakespeare<br />

(Stratdford-upon-Avon, battezzato il 26 aprile 1564 – 23 aprile 1616)<br />

L’autore<br />

William Shakespeare vive a cavallo fra il XVI e il XVII secolo, un periodo in cui si realizza il passaggio dalla<br />

società medioevale al mondo moderno. Nel 1558 sale infatti al trono Elisabetta I d'Inghilterra, inaugurando<br />

un periodo di fioritura artistica e culturale che da lei prese il nome.<br />

Nato presumibilmente il 23 aprile 1564 (ma si ha per certa soltanto la data del battesimo, avvenuto il 26<br />

aprile 1564) da John – guantaio e conciatore – e Mary (figlia del ricco agricoltore Robert Arden), è il terzo di<br />

otto figli. All’età di diciotto anni, il 27 novembre 1582, sposa a Stratdford Anne Hathaway, di otto anni più<br />

grande: un matrimonio dal quale nascono tre figli (Susannah, e i due gemelli Hamnet e Judith).<br />

- William Shakespeare -<br />

Dal battesimo di questi ultimi (1585) fino alla comparsa di<br />

Shakespeare sulla scena letteraria inglese, non si dispone di<br />

fonti che testimonino alcunché. Si deve attendere il 1592 per<br />

avere alcuni documenti che attestino il successo di<br />

Shakespeare in ambito teatrale: alcune sue opere sono già<br />

state rappresentate dalle compagnie dei conti di Derby, di<br />

Pembroke e del Sussex; il 3 marzo 1592 va in scena la prima<br />

parte dell’Enrico VI; e la sua fama è in ascesa al punto da<br />

attirarsi le gelosie dei colleghi più anziani.<br />

Dal 1594 entra nella compagnia The Lord Chamberlain's Men, ricoprendo il ruolo di amministratore,<br />

drammaturgo e attore, e diventandone poi anche azionista. Essa, soprattutto grazie all'opera di<br />

Shakespeare, acquisisce popolarità al punto che, dopo la morte di Elisabetta I e l'incoronazione di Giacomo<br />

I (1603), il nuovo monarca adotta la compagnia che può fregiarsi così del titolo di The King's Men.<br />

Intorno al 1611 Shakespeare si ritira nella sua città natale, Stratford, anche se trascorrerà alcuni periodi a<br />

Londra. Muore il 23 aprile del 1616, e viene seppellito nel coro della chiesa parrocchiale di Stratford "Holy<br />

Trinity".<br />

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Le opere principali: Enrico VI (1598), Pene d’amor perdute (1598), Enrico IV (1598-1600), Romeo e Giulietta<br />

(1599), Il mercante di Venezia (1600), Molto rumore per nulla (1600), Sogno di una notte di mezza estate<br />

(1600), Le allegre comari di Windsor (1602), Riccardo III (1602), Amleto (1603), Re Lear (1608), Otello<br />

(1622), Giulio Cesare (1623), La bisbetica domata (1623), La tempesta (1623), Macbeth (1623).<br />

Le opere di Shakespeare<br />

a cura di Ambrogio Paolinelli<br />

Le opere di Shakespeare, il maggior drammaturgo di tutti i tempi, sono state scritte per un pubblico che<br />

amava emozioni forti, vicende avventurose, vissute col desiderio inesausto di capire, di conoscere, di<br />

provare meraviglia e riassumono il senso e i valori dell’intera civiltà occidentale.<br />

Al centro della scena sta sempre l’individuo, microcosmo di inaudita complessità, le cui azioni si intrecciano<br />

con le forze del bene e del male presente nella realtà.<br />

Una ricostruzione del celebre teatro Globe di William Shakespeare<br />

Il teatro ai tempi di Elisabetta I e di Giacomo I, era caratterizzato da passioni impetuose, da una vitalità<br />

prorompente e non solo tramite testi straordinari, ma anche grazie alla capacità di stabilire una<br />

comunicazione immediata con un intero popolo, che in quei testi si riconosceva, traendone incentivi a<br />

sognare, a commuoversi, a ridere, a fantasticare.<br />

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Opere a parte, ciò che sappiano con certezza di Shakespeare si esaurisce in una serie di aride annotazioni su<br />

registri parrocchiali. Generiche testimonianze sulla sua gentilezza d’animo e sul suo garbo, oltre ad alcuni<br />

aneddoti di scarsa attendibilità e ad una quantità di congetture più o meno fantasiose. Quel che è certo è<br />

che Shakespeare nacque a Stradford, da una famiglia che oggi sarebbe definita piccolo borghese, si sposò,<br />

ebbe tre figli, andò a vivere a Londra, fece l’attore. Investì saggiamente i denari guadagnati in case, terreni<br />

e tornò nella città natia per godersi in pace una vecchiaia, troncata dalla morte quando aveva appena<br />

compiuto il cinquantesimo anno di vita. Non esiste un suo scritto, da cui risulti cosa pensasse o in che cosa<br />

credesse e non esistono, prima del 1623, testimonianza dell’impatto esercitato dalle sue opere. Si ignora,<br />

per esempio, se fosse cattolico o protestante. Si ignora del tutto come si fosse accostato al teatro e quali<br />

percorsi avesse dovuto fare prima di incominciare ad acquistarsi una certa notorietà. E non si ha nessuna<br />

informazione sulla sua vita affettiva, né sulle relazioni che aveva con i propri contemporanei. Non<br />

illuminano neppure i suoi primi sonetti a loro volta oggetto di innumerevoli interrogativi. Chi era la dama<br />

bruna? Chi era il giovane al quale sono sicuramente dedicate le prime 17 composizioni della raccolta? Quel<br />

che manca è una conoscenza reale dell’uomo, dell’intreccio delle sue vicende e dei suoi pensieri.<br />

Si deve inoltre tener conto che nel teatro Elisabettiano l’autore era considerato una sorta di artigiano, che<br />

forniva copioni nello stesso modo in cui il calzolaio forniva le scarpe. Era un’epoca in cui di copioni ne<br />

correvano molti, ma per gli spettatori era assolutamente indifferente il nome di chi aveva immaginato le<br />

parole e le vicissitudini dei drammi che venivano rappresentati.<br />

Shakespeare era attento alle mode, preoccupato soprattutto di adeguarsi ai gusti del pubblico. Non<br />

inventava trame ma attingeva con disinvoltura dalla novellistica Italiana e Francese o ai racconti dei cronisti<br />

inglesi e dagli storici dell’antica Roma. Fino ad un certo punto rispettava i dati fornitigli dalle fonti. Quando<br />

ragioni drammaturgiche lo richiedevano, modificava la successione degli avvenimenti, concentrava in<br />

un'unica scena vicende che duravano mesi, manteneva incalzante il tempo teatrale e naturalmente<br />

metteva in bocca ai suoi personaggi il proprio linguaggio intensamente poetico.<br />

Per concludere questa introduzione, possiamo osservare che il poeta ha cercato di dar voce alle speranze e<br />

alle paure dell’uomo così come erano sentite in quel tempo, aveva visto crollare valori e credenze, e quindi<br />

il teatro attraverso parole e immagini, e, con la sua forma espressiva, rappresentava una svolta epocale.<br />

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Le commedie<br />

Le commedie di Shakespeare sono recitate a corte, nei palazzi reali di Greenwich e di Whitehall, nei collegi<br />

di giuristi, Inns of Court, nei nuovi teatri della riva sinistra e della riva destra del Tamigi e la cui architettura<br />

si ispira alle strutture delle locande dove si esibivano precedentemente gli attori.<br />

La commedia shakespeariana mette il mondo alla rovescia per fare riapparire l’armonia. Le donne si<br />

mascherano in uomini. Sul modello delle commedie di Plauto, sostituzione e dualità percorrono quelle di<br />

Shakespeare: i gemelli (La commedia degli errori, La notte dei re), i doppi (I due Gentiluomini di Verona, I<br />

due nobili cugini), la donna che si sostituisce a un’altra nel letto dell’amante (Tutto è bene ciò che finisce<br />

bene, Misura per misura). Sotto l’effetto del filtro di Obéron e delle metamorfosi di Ovidio, l’uno diventa<br />

l’altro nel Sogno di una notte di mezz’estate. La magia si scopre essere un classico stratagemma del teatro.<br />

La menzogna serve la verità, sia per denunciare il gioviale Falstaff (Le Allegre Comari di Windsor) o il<br />

sinistro Malvolio (La notte dei re). La morte è finta, e l’eroina calunniata resuscita (Molto rumore per nulla).<br />

Poiché mette in scena il linguaggio, la commedia, pur nutrendosi del tragico, ne evita i tormenti. Troverà la<br />

sua espansione nei drammi storici.<br />

Le commedie di Shakespeare, occupano uno spazio intermedio tra il fiabesco e il realistico. Ma fiabesco e<br />

realistico, anziché contrapporsi, convivono e si integrano a vicenda, tingendo di magia e di mistero le storie<br />

vicine alla vita di tutti i giorni, rendendo concreti e attendibili gli eventi in apparenza più incantati. Nessuna<br />

di esse è ambientata in Inghilterra ad eccezione per Le Allegrie Comari di Windsor. I luoghi dell’azione sono<br />

terre esotiche, che permettono all’autore di stanziarsi dalla propria materia narrativa. Non ci sono soltanto<br />

la Francia e l’Italia ma luoghi come l’illiria (La dodicesima notte) o Atene (Sogno di una notte di mezza<br />

estate). Quasi tutte raccontano, storie d’amore, destinate a concludersi, dopo varie vicissitudini nel<br />

matrimonio (fa eccezione Pene d’amore perdute). Gli intrecci si sviluppano spesso su vari piani, mescolando<br />

per esempio le schermaglie eleganti degli innamorati di più alto livello sociale, ai grotteschi giochi amorosi<br />

delle coppie popolaresche.<br />

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Johan Heinrich Fussli, titania sveglia 1793<br />

La trama<br />

La trama principale si snoda attorno alle vicende amorose di Ermia e Lisandro e di Elena e Demetrio le cui<br />

avventure sentimentali sono complicate dall'entrata in scena di Oberon e Titania, rispettivamente re e<br />

regina delle fate che, servendosi di un folletto di nome Puck, creano scompiglio ai sentimenti degli amanti.<br />

La trama secondaria narra le divertentissime vicende di Bottom e dei suoi colleghi artigiani, che si recano<br />

nella foresta per preparare la messa in scena della commedia di “Piramo e Tisbe”.<br />

Teseo, duca di Atene, annuncia pubblicamente che sposerà Ippolita, regina delle amazzoni, dopo quattro<br />

giorni. Nello svolgimento delle sue funzioni di rappresentante della legge, Egeo si lamenta che sua figlia<br />

Ermia rifiuta di sposare Demetrio, la persona che, secondo le leggi dell'epoca, egli aveva diritto di farle<br />

sposare. Il rifiuto di Ermia è motivato dall’amore ricambiato di questa per Lisandro.<br />

Teseo stabilisce che Ermia deve sposare Demetrio, oppure scegliere tra la morte o passare il resto della sua<br />

vita in convento. I due innamorati decidono quindi di fuggire da Atene scappando nella foresta. Lisandro<br />

organizza la fuga verso la casa di un suo zio e il matrimonio una volta arrivati.<br />

Elena, amica di Ermia e innamorata di Demetrio, una volta saputo delle intenzioni dei due amanti decide di<br />

informare Demetrio e di seguire l’amica insieme all’amato.<br />

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Nello stesso tempo Nick Bottom, Peter Quince, Francis Flute, Robin Starveling, Tom Snug, per festeggiare il<br />

matrimonio tra Oberon e Ippolita, decidono di preparare una recita, mettendo in scena la tragedia di<br />

“Piramo e Tisbe”.<br />

Nella foresta, Oberon litiga con Titania per via di un orfanello indiano al servizio di Titania che Oberon<br />

vorrebbe come suo paggio. Pur di avere il ragazzo Oberon ordina a Puck di farsi dare un fiore da cupido, il<br />

succo del quale versato sugli occhi di un dormiente lo farà innamorare della prima persona che vedrà al suo<br />

risveglio. Puck, quindi, riceve l'ordine di versare sugli occhi di Titania la pozione per farla distrarre<br />

dall’amore e dare la possibilità a Oberon di prendere il suo paggio.<br />

Oberon ordina a Puck di versare l'essenza magica anche sulle palpebre di Demetrio in modo che lui si<br />

innamori di lei. Dopo aver unto Titania, Puck cerca anche Demetrio, ma uno scherzo del destino o dello<br />

stesso Puck (non è ben chiaro) fa sì che lui scambi Lisandro per Demetrio. Il risultato di questo inganno è<br />

che non solo Demetrio continua ad odiare Elena, che invece lo ama, ma Lisandro al suo risveglio vede Elena<br />

e cessa di amare Ermia: tutti e quattro adesso amano la persona sbagliata.<br />

Nella foresta si svolge la sottotrama: il cast di rocamboleschi ed improvvisati attori discute su come mettere<br />

in scena il play. Il leader della compagnia è Bottom, un rozzo sempliciotto che si<br />

autostima enormemente, tanto che vorrebbe recitare tutti i ruoli della commedia. Puck, indispettito dalla<br />

sua arroganza, trasforma la sua testa in una testa di asino. I compagni di Bottom fuggono terrorizzati ma<br />

Titania, sotto l'influsso della pozione di cupido, si innamora di lui ed ordina alle fate di curarlo, nutrirlo e<br />

venerarlo.<br />

Puck vede che Demetrio insegue Ermia che lo accusa di avere ucciso Lisandro e capisce di aver versato la<br />

pozione sugli occhi sbagliati. Adesso entrambi gli uomini amano Elena, che crede che entrambi vogliano<br />

prendersi gioco di lei, mentre Ermia accusa Elena di cospirazione nei suoi confronti.<br />

Oberon capisce che Puck ha causato questi problemi e gli ordina di far calare la nebbia così che gli amanti<br />

possano disperdersi e cadere in un sonno profondo. Questo scioglierà l'incantesimo.<br />

Una volta sciolto l'incantesimo dei quattro giovani amanti, Oberon trasforma Bottom di nuovo in essere<br />

umano e si riappacifica con Titania.<br />

Nel bosco intanto sono anche arrivati Teseo, Ippolita ed Egeo che trovano i quattro amanti addormentati.<br />

Demetrio e Lisandro informano il duca del loro amore per Elena ed Ermia. Il duca accorda a tutti il<br />

permesso di sposarsi. Bottom si sveglia e ricorda gli accadimenti della notte appena trascorsa.<br />

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Durante la cena, gli improvvisati attori si esibiscono nella tragedia di Piramo (rappresentata da Bottom) e<br />

Tisbe (da Flute): i due amanti si sussurrano parole d'amore attraverso una crepa nel muro (il muro è<br />

rappresentato da Snout). Piramo e Tisbe promettono reciprocamente di trovarsi alla tomba di Ninni ma un<br />

leone (impersonato da Snug) attacca Tisbe. Piramo arriva e trova la sciarpa e, credendo che la sua amata sia<br />

morta, si toglie la vita.<br />

In questa scena metateatrale c’è l'anticipazione del finale della tragedia Romeo Giulietta.<br />

Naturalmente la rappresentazione è goffa ma il duca concede i suoi favori agli attori, perché "quando si<br />

vede un povero spirito adoperarsi invano, bisogna giudicare dall'intenzione e non dal merito".<br />

Dopo la recita, a mezzanotte, tutti vanno a dormire e le fate appaiono ed iniziano a divertirsi con canti e<br />

balli.<br />

L’opera si conclude con l’entrata in scena di Puck che dice che se l’opera non è piaciuta al pubblico esso può<br />

far finta di aver dormito e può ritenere lo spettacolo come un prodotto dei sogni, e che se lo lasceranno<br />

fare, Puck chiederà ammenda.<br />

Frontespizio del primo quarto di Sogno di una notte di mezza estate<br />

Sogno di una notte di mezza estate<br />

analisi dell’opera<br />

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Sogno di una notte di mezza estate fu scritta con tutta probabilità tra il 1595 e il 1596. Questa commedia è<br />

una delle prime scritte da Shakespeare, certamente una delle più popolari, nonché quella più difficile da<br />

comprendere.<br />

Il tema principale della commedia-fiaba, è l'amore romantico che, a differenza degli altri play, viene quasi<br />

sbeffeggiato, deriso, senza che per questo motivo perda di significato. L'espediente del liquido del fiore<br />

che, versato sugli occhi di una persona che dorme, la farà innamorare della prima persona vista al suo<br />

risveglio, ci fa capire come l'innamoramento nasconda le qualità fisiche e morali della persona amata, per<br />

poi rivelarle una volta svanito l'incanto.<br />

Altro tema portante è quello del matrimonio. Tra gli studiosi di Shakespeare sono molti quelli che credono<br />

che questa commedia sia stata scritta come leggero intrattenimento, da rappresentare durante un<br />

matrimonio di qualche mecenate o nobile, di cui non si conosce l'identità storica.<br />

Mito, fiaba, e quotidianità si intersecano continuamente senza soluzione di continuità e questo porta a<br />

riconoscere, all’interno dell’opera, suggestioni che vanno da fonti classiche (Metamorfosi ovidiane ed<br />

apuleiane, come l’asino d’oro) al patrimonio folkloristico tipico dell’Inghilterra (fate e folletti burloni<br />

compaiono comunque anche nel trattato sulla stregoneria di R. Scott e nel romanzo francese H. De<br />

Bordeaux, tradotto da Lord Berners) sempre originalmente e genialmente contaminati e ricreati dalla<br />

fervida fantasia del drammaturgo.<br />

“Poeta è chi sa attingere ai sogni e diffondere sogni”, questa pare essere l’idea base che sottende a tale<br />

copione - illusione, dimensione onirica e follia rappresentano, del resto, l’humus su cui s’innesta l’idea<br />

stessa di creazione (concetto già platonico e, di fatto, esplicitato chiaramente dall’autore per bocca di<br />

Teseo nella prima scena dell’Atto quarto) - e davvero un gioco di chimere sembra essere questa commedia,<br />

magistrale esempio di dramma nel dramma.<br />

Fatto insolito e straordinariamente moderno è che delle varie situazioni presentate in quest’opera, quella<br />

più realistica e credibile sia quella legata alla compagnia degli attori - per antonomasia figli di un mondo di<br />

finzioni.<br />

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Il sogno dell’amore, della magia, dell’arte: ogni elemento tematico si collega qui alla dimensione onirica e,<br />

seppure possa parere audace - e forse un poco anacronistico - come è tipica tendenza della critica<br />

moderna, anche in questo caso è possibile individuare significati psicoanalitici sottesi a personaggi,<br />

situazioni, dialoghi: dalle corrispondenze contrastanti della coppie d’amanti all’idea d’amore come atto di<br />

violenza più o meno evidente, alla proiezione di aspirazioni o fantasie erotiche sul piano del favoloso e<br />

dell’indefinito magico, alla speculare creazione dei personaggi come reciproci alter ego.<br />

La peculiarità del play è quella di essere estremamente originale rispetto al resto della produzione del<br />

bardo. La maggior parte della critica è concorde nel ritenere che Shakespeare non aveva raggiunto il<br />

culmine della sua maturità artistica quando compose questo play, che rimane comunque un capolavoro<br />

assoluto, ancora oggi tra le commedie più rappresentate nei teatri di tutto il mondo.<br />

Nell’opera si fondono le vicende degli umani e degli dei. Questi ultimi partecipano alle vicende in maniera<br />

silenziosa, talora divertendosi, talora soffrendo per essi. Si può dire che il teatro dei greci e quello moderno<br />

si incontrano.<br />

Come nel teatro greco, infatti, le vicende sono mosse dagli dei, ma come nel teatro moderno anche il<br />

carattere dei personaggi ha un peso determinante. Inoltre, a differenza del teatro greco, in cui uomini e dei<br />

parlavano, litigavano, si amavano e generavano figli, nel Sogno gli umani non hanno nessuna<br />

consapevolezza diretta dell'influenza degli dei, non possono interagire né immaginare i motivi per cui le<br />

cose succedono, quando queste accadono per via dei trastulli o delle gelosie di Oberon e Titania.<br />

In realtà, quelli che nel teatro greco erano dei, si comportano esattamente come quelli che oggi chiamiamo<br />

spiriti e che in opere successive quali Amleto, Giulio Cesare, La tempesta, si manifesteranno ancora più<br />

apertamente, mostrando le loro ombre e i loro poteri agli uomini.<br />

Tra la partecipazione invisibile degli spiriti e la manifestazione agli uomini si colloca il mondo dei sogni in cui<br />

normalmente il confronto tra uomini e spiriti, tra vita e morte, avviene.<br />

Da qui trae vita l'aforisma shakespeariano per eccellenza "siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i<br />

sogni”.<br />

Una volta che l'avventura sugli argillosi sentieri della terra è terminata, la vita prosegue sotto forma di<br />

spirito e se tutto questo può spaventare il lettore, si può sempre seguire l'invito che Puck rivolge ai lettori,<br />

nel monologo conclusivo della fiaba, che invita a rifugiarsi nel mondo del sogno.<br />

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L’opera Sogno di una notte di mezza estate è una grande commedia sul tema dell’amore e sulle risposte,<br />

razionali e irrazionali agli stimoli della passione. Ci sono due luoghi d’azione. Atene dove regna Teseo che si<br />

accinge a sposare Ippolita dopo averla sconfitta in battaglia, e la foresta dove il Re delle fate Oberon<br />

governa insieme a Titania, con la quale è temporaneamente in lite e una corte con cui spicca Puck, il folletto<br />

che compie incantesimi per conto del suo Sovrano. Atene è il luogo del quotidiano, della razionalità,<br />

dell’ordine. La foresta è il luogo dove tutto diventa possibile e gli istinti si scatenano, e la realtà diventa<br />

illusoria e inaffidabile come un sogno. Dalla città alla foresta si muovono quattro innamorati, ciascuno con<br />

finalità diverse ma tutti per sfuggire ad una situazione che appare senza via d’uscita.<br />

Nel corso della notte vediamo infatti Demetrio e Lisandro dichiarare il proprio amore ad Ermia e ad Elena le<br />

due ragazze un tempo amicissime le vediamo insultarsi e aggredirsi, così come i due uomini sono sul punto<br />

di uccidersi a vicenda.<br />

Alla fine le coppie si ricompongono, ma la notte nella foresta ha rivelato loro che l’amore guarda con gli<br />

occhi e non con la fantasia, che nella passione erotica molti sono gli elementi che, non controllati, possono<br />

creare turbamento e che nel cuore umano ci sono profondità buie e inesplorate il cui affiorare mette a<br />

repentaglio le basi stesse della convivenza tra gli uomini.<br />

Al termine della commedia le due coppie si sposano. Ai matrimoni assistono con Teseo e Ippolita. Si fa<br />

notte. È però una notte in cui le passioni sono state domate e hanno trovato la loro giusta sede all’interno<br />

dell’istituzione del matrimonio. Le coppie si ritirano per consumarlo e tornano in scena Oberon, Titania e<br />

Puk a benedire la casa e i letti nuziali.<br />

La commedia, trova la sua originalità, proprio nel suo carattere composito e nella sapienza con cui in essa<br />

sono fusi tre mondi: quello delle fate, quello degli uomini artigiani e quello della tradizione.<br />

Siamo di fronte ad un universo agli antipodi della realtà, una terra di sogno che, per quanto ci si sforzi di far<br />

coincidere con i nostri ritmi quotidiani, mantiene tempi propri ben distinti. Gli abitanti del bosco sono<br />

creature mitiche, tipiche delle leggende e delle credenze popolari. In realtà si tratta di un bosco popolato da<br />

diavoli e streghe, in cui maghi e fattucchiere possono trovare senza difficoltà tutto l’occorrente per le loro<br />

pratiche.<br />

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È anche straordinaria la fulmineità dell’amore. L’incanto nasce al primo sguardo, l’ossessione amorosa al<br />

primo toccarsi delle mani. L’amore piomba addosso come un falco, tutt’intorno il mondo crolla, gli amanti<br />

non vedono che se stessi. L’amore riempie tutto l’essere, diventa ebbrezza e desiderio, e, l’intera azione di<br />

notte ardente, tutto quello che accadde in questo folle party, consiste nell’assoluta intercambiabilità dei<br />

partners amorosi.<br />

Ma la natura non è soltanto il bosco. La natura sono gli istinti che stanno dentro ognuno di noi.<br />

Nel sogno, le circostanze, i capricci, le allusioni, le delusioni, le follie di ogni sorta d’amore si danno un corpo<br />

e tessono un loro mondo così vivo e reale da trasformare tutto l’insieme in un armonico concerto teatrale.<br />

Oberon<br />

Ambrogio Paolinelli<br />

I personaggi nell’opera originale<br />

Questo personaggio viene reso famoso proprio dall’opera di Shakespeare. In realtà è il leggendario re delle<br />

fate di periodo medioevale e rinascimentale.<br />

Nell’opera è caratterizzato da una doppia personalità: da un lato è colui che si assicura che le vicende<br />

amorose avvengano nel giusto ordine, simpatizza per Elena e fa sì che il suo amore venga ricambiato;<br />

dall’altra l’opera inizia con un suo atto di prepotenza nei confronti di Titania, sua regina, alla quale vuole<br />

sottrarre il paggio solo per dimostrare la sua virilità e la forza del genere maschile contro quello femminile.<br />

Personaggio sicuro e determinato, lui è il “cervello”, che escogita le strategie che Puck mette in pratica.<br />

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Titania<br />

Marc Chagal olio su tela<br />

Titania è la consorte di Oberon e regina delle amazzoni. Non è una regina umile e sottomessa, anzi tratta il<br />

suo sposo con alterigia e superbia, non teme rimproveri per il suo comportamento. Viene coccolata dalle<br />

fate dalle quali si fa trattare come una dea, sono molto attente ai desideri della loro regina e la soddisfano<br />

in tutto. Vegliano su di lei come sentinelle devote. Non è una regina terrena, è viziata e frivola pensa più a<br />

se stessa che agli altri senza preoccuparsi di recare danno agli altri compreso Oberon suo marito.<br />

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Puck<br />

Personaggio ispirato dalla mitologia britannica. Shakespeare lo trasforma in un folletto al servizio di<br />

Oberon. Nell’opera è, sotto alcuni aspetti, il personaggio principale. Puck è colui che fa nascere, per errore<br />

o per capacità, l’azione e la segue per tutta l’opera fino a portarla al lieto fine. Sue caratteristiche sono: lo<br />

scherzo, il dispetto, che vengono usate per simboleggiare la mutevolezza dell'amore.<br />

Una fata ce lo presenta in questo modo :<br />

“Tu, se dalle maniere e dal sembiante<br />

io non m’inganno, sei quel discolaccio,<br />

quel folletto bugiardo e malizioso<br />

che tutti chiamano Robin Bravomo.<br />

Non sei tu quel bizzoso spiritello<br />

che al villaggio spaventa le ragazze,<br />

che fa cagliare il latte dentro i secchi,<br />

che armeggia tra le pale del mulino,<br />

e si rende molesto alle massaie<br />

vanificando la loro fatica<br />

a sbattere la crema nella zangola?<br />

Ed altre volte a far schiumar la birra,<br />

o a far smarrire il cammino ai viandanti<br />

di notte, e ridere del loro disagio?<br />

E t’adoperi, invece, premuroso,<br />

ad aiutare nel loro lavoro,<br />

ed a portar fortuna<br />

a quelli che ti chiaman vezzeggiandoti […]”<br />

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Bottom<br />

Questo personaggio, senza dubbio la figura più divertente della commedia, è con tutta probabilità stato<br />

creato ad arte per uno degli attori preferiti di Shakespeare. Uomo buono ma estremamente presuntuoso,<br />

volgare e sgraziato, al punto da attirare su di lui l'ira di Puck. Bottom si trova nel bosco per fare le prove per<br />

uno spettacolo in onore di Teseo. Oberon gli sostituisce la testa con quella di un asino e farà sì che Titania si<br />

innamori di lui. Questo personaggio è uno dei più apprezzati personaggi comici di Shakespeare.<br />

Quince<br />

È un artigiano-attore si trova nel bosco con Bottom per fare le prove di uno spettacolo teatrale (Priamo e<br />

Tisbe) in onore del matrimonio di Teseo.<br />

Elena<br />

Questo personaggio ci mostra i capricci dell’amore e i suoi eccessi. Sapendo di rendersi ridicola continuerà<br />

a seguire Demetrio, che l’aveva rifiutata, dimostrandoci che l’amore è cieco e toglie i freni inibitori a chi<br />

ama. Questo personaggio rompe con la tradizione che vede l’uomo cacciatore ed artefice della scelta della<br />

sua conquista, mentre la donna poteva solo aspettare di conoscere l’uomo che desiderava maritarla. Elena,<br />

all’inizio dell’opera è completamente sottomessa, incarna la necessità di rivalsa femminile, la sua tenacia la<br />

porterà ad essere premiata.<br />

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Ermia<br />

Innamorata di Lisandro. I due devono affrontare grandi difficoltà per poter stare insieme e, per questo,<br />

rappresentano il simbolo dell’amore sincero. Ermia non è mai sdolcinata o patetica, il loro è un amore<br />

misurato. E’ una giovane adolescente attraverso la quale ci vengono mostrati gli slanci e le debolezze<br />

tipiche di quell’età. Quando si apre la commedia - fiaba Ermia è sotto processo perché suo padre l’ha<br />

promessa in sposa a Demetrio, che lei non ama amando corrisposta Lisandro. Tuttavia la ragazza non ha<br />

scelta poiché le leggi ateniesi del tempo facevano delle figlie una proprietà del padre e le uniche alternative<br />

per la giovane al concedersi in sposa a Demetrio sono la morte o la vita in convento. La giovane sceglierà di<br />

seguire i suoi sentimenti ed accetta la proposta di Lisandro di seguirla in un'altra città dove la legge<br />

ateniese non può perseguirla.<br />

Demetrio<br />

È il rivale in amore di Lisandro. I giovani sono entrambi innamorati di Ermia. Elena è innamorata di lui ma lui<br />

la respingerà con parole ostili. Non ha cuore, non prova pietà per la fanciulla innamorata di lui, non la<br />

consolerà mai e non userà mai un tono amichevole. Più va avanti il racconto più lui perderà la sua umanità<br />

finchè, grazie all’incantesimo, cambierà il suo comportamento.<br />

Lisandro<br />

Innamorato di Ermia, per errore Puck farà si che si dimentichi di lei per innamorarsi di Elena, mettendo così<br />

il suo amore in “crisi”. Si scontrerà con Demetrio per l’amore di Elena ma alla fine dell’opera Puck metterà<br />

le cose apposto e lui ed Ermia potranno finalmente sposarsi.<br />

Breve storia della rappresentazione<br />

Dopo il Rinascimento il sogno non fu mai rappresentato integralmente fino alla metà del XIX secolo.<br />

Nel 1692 ci fu un adattamento musicale di Henry Purcell con il titolo The Fairy Queen, una versione ridotta<br />

in cui il personaggio principale risultava essere Bottom.<br />

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In epoca Vittoriana l’opera venne rappresentata integralmente, nel 1840 a Covent Garden da Madame<br />

Vestri che inserì intermezzi musica e balletti. Lei interpretò Oberon e da allora i personaggi di Oberon e Puk<br />

furono interpretati da donne.<br />

Nel 1841 in Germania Felix Mendelssohn (musicista di diciassette anni) fu chiamato da Federico Guglielmo<br />

II, re di Prussia, che voleva vedere rappresentare opere greche e drammi shakespeariani con musiche<br />

scritte apposta per essi. Le musiche di scena per Sogno di una notte di mezza estate (Ein<br />

Sommernachtstraum in tedesco) costituiscono l'op. 61 di Felix Mendelssohn Bartholdy ma spesso il titolo<br />

viene riferito anche all'ouverture op. 21 dello stesso compositore.<br />

Il momento più atteso e commovente dell’opera – balletto è quello della cerimonia nuziale in cui la sposa<br />

avanza solennemente verso lo sposo, cadenzando il passo sulle note della famosissima “Marcia nuziale”.<br />

Harley Granville-Barker nel 1914 introdusse una nuova messa in scena eliminando il numeroso cast e la<br />

musica di Mendelssohn, sostituendola con la musica popolare dell’età elisabettiana, usò una semplice<br />

scenografia, disegnata su tela e propose le fate come degli insetti- robot simile a idoli cambogiani. La<br />

semplicità e l’enfasi sull’estro della direzione hanno continuato a prevalere negli anni successivi.<br />

1905 / 1934 Max Reinhard mise in scena Sogno di una notte di mezza estate tredici volte, con una<br />

sceneggiatura girevole. Nel 1934 la mise en scène del Sogno passa all’aperto a Hollywood Bowl. La<br />

copertura fu tolta e sostituita da una foresta piantata su una tonnellata di immondizia.<br />

Questa rappresentazione ebbe moltissimo successo così che la Warner Brothers e Reinhardt firmò un<br />

contratto per farne un film, il primo tratto da un’opera di Shakespeare dopo La bisbetica domata con alcuni<br />

attori provenienti dal mondo teatrale. Il film diventò una delle più importanti rappresentazioni<br />

cinematografiche del’opera e vinse un Academy Awards.<br />

Il 17 gennaio del 1963 debuttò al New York city center di New York un balletto in due atti e sei scene del<br />

“sogno di una notte di mezz’estate” di George Balanchine e Frederik Ashton in cui viene ripresa l’opera di<br />

Shakespeare e viene usata la musica di scena elaborata appositamente da Mensdelssohn nel 1914. Durante<br />

il primo atto si svolgono tutti i fatti dell’opera mentre nel secondo atto Balanchine lo trasforma in un<br />

divertissement interpretabile come una grande festa noziale, salvo il finale in cui c’è un breve ritorno alla<br />

foresta incantata e una ripresa del finale shakespiriano.<br />

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“In questi ultimi anni, più delle parole di Shakespeare, mi ha interessato la musica<br />

che Mendelssohn ha composto per la commedia, e penso si possa dire che il<br />

mio balletto sia stato ispirato dalla partitura”.<br />

(cit. In Balanchine’s Complete Stories of Great Ballets, 1977, p.<br />

360).<br />

1971 Peter Brook abbandonò tutte le rappresentazioni antecedenti, ambientò la scena in una scatola<br />

bianca in cui fate maschili eseguivano esercizi circensi, introdusse l’idea di un doppio ruolo: Teseo/Oberon e<br />

Ippolita/Titania, per sottolineare come il mondo degli uomini e quello delle fate si rispecchino.<br />

Nel 1982 Woody Allen fece una rivisitazione molto libera dell’opera incentrata su argomenti sessuali, il film<br />

si intitola Commedia Sexy In Una Notte Di Mezza Estate. Ambienta l’opera nei primi anni dell’novecento,<br />

l’ambientazione è pastorale. Allen satura il film di citazioni letterarie,pittoriche, cinematografiche e<br />

musicali, utilizza le musiche di Mendelssohn che marca il film con la marcia nuziale al inizio del film e come<br />

suo accompagnamento, ma userà anche altri brani dello stesso autore per tutto il film. I riferimenti<br />

cinematografici sono espliciti: Il sorriso di una notte di mezza estate e Il volto di Ingmar Bergman e la regola<br />

del gioco di Jean Renoir. Il titolo è una parafrasi del’opera di Shakespeare mentre le atmosfere sono tratte<br />

dalla pittura in particolar modo dal impressionismo e dalle illustrazioni di Edmud Dulac. In questo<br />

microcosmo Allen riporta tutte le nevrosi del uomo del novecento.<br />

Nel 1999 il regista Michael Hoffman dirige “A Midsummer Night’s Dreams” con Kevin Kline e Michelle<br />

Pfeiffer, ambienta l’opera nel diciannovesimo secolo. Hoffman è stato coofondatore dell’Idaho Shakespeare<br />

Festival nel 1980.<br />

Nel 2010 presso il <strong>Teatro</strong> Strehler con la regia di Luca Ronconi, uno degli esponenti dell’avanguardia<br />

italiana, viene rappresentata l’opera con una nuova chiave interpretativa scardina l’opera da una lettura<br />

romantica e poetica.<br />

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Il regista spiazza il pubblico con una scenografia completamente astratta, fatta con gigantesche lettere al<br />

neon che affollano e svuotano la scena costruendo il paesaggio urbano, in realtà Ronconi rielabora una<br />

vecchia usanza del teatro elisabettiano: l’uso di cartelli con scritte al posto delle scenografie. I personaggi<br />

hanno un look moderno, contemporaneo-kitsch. Ronconi vede nelle coppie Teseo e Ippolita degli alter ego,<br />

dei super-ego di Titania e Oberon.<br />

Il sogno di Quelli di Grock<br />

note di regia<br />

Valeria Cavalli e Claudio Intropido<br />

Dopo aver affrontato nella scorsa stagione un testo poco rappresentato come Le Allegre Comari di Windsor,<br />

quest’anno abbiamo invece voluto cimentarci in un classico conosciutissimo e molto amato, una delle<br />

commedie drammaturgicamente meglio congegnate di William Shakespeare. Sogno di una notte di mezza<br />

estate sembra scritta apposta per una compagnia come la nostra che, negli anni, ha affinato una poetica<br />

sfaccettata e originale che si avvale non solo del testo, e quindi della parola, ma di un grande lavoro<br />

sull’espressività corporea e di un talento visionario che il pubblico riconosce e apprezza. Siamo partiti con<br />

l’analizzare il titolo che racchiude il significato di tutta la commedia perché contiene la parola <strong>SOGNO</strong> che,<br />

da vocabolario, è “un’attività psichica caratterizzata da emozioni, percezioni e pensieri che si strutturano in<br />

immagini non regolate da logica”. Nel sogno tutto può accadere e al risveglio spesso la nostra memoria<br />

cancella ciò che abbiamo virtualmente vissuto durante il sonno. Il sogno shakespeariano avviene poi nel<br />

tempo di una notte particolare che è quella del solstizio d’estate, una notte in cui tradizionalmente il<br />

soprannaturale ha il sopravvento sul reale, in cui il popolo invisibile di spiriti, elfi e fate si palesa agli umani.<br />

Quello che dunque ci racconta Shakespeare nel suo sogno è il prodigio dell’immaginario, la potenza<br />

dell’irreale e il bisogno di abbandonarsi alla fantasia. Nel “Sogno” shakespeariano il chiaro messaggio al<br />

pubblico è quello di liberarci dalla logica e accettare che certi avvenimenti restino inspiegati e alcune<br />

domande rimangano senza risposta. Non avrà risposte il comico Bottom che viene trasformato in somaro e<br />

che, nonostante l’orribile aspetto, verrà travolto dall’estasi amorosa di Titania. Non avranno risposte i<br />

quattro innamorati che vivranno, in una notte, un delirio di passioni incrociate grazie alla quale poi, come<br />

sempre succede nelle fiabe, ci sarà un lieto fine.<br />

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L’esperienza della notte magica sarà più importante di ogni risposta logica. Ci siamo quindi lasciati anche<br />

noi guidare da Shakespeare e da tutto ciò che questo testo ci ha ispirato nella realizzazione del nostro<br />

“Sogno” . La chiave registica si basa sulla differenziazione netta dei tre intrecci che compongono la trama<br />

dell’opera. Ogni intreccio è caratterizzato da un linguaggio, da un segno, da un’intenzione precisa.<br />

La vicenda si svolge ad Atene che fu, nell’antichità, la culla del mito. Gli Dei per gli antichi Greci avevano gli<br />

stessi difetti dei mortali e i loro bisticci, le loro gelosie, le loro zuffe erano la causa di catastrofi naturali,<br />

terremoti e siccità. Anche nel “Sogno” tutto avviene per una baruffa fra Titania, regina delle Fate, e Oberon,<br />

re degli elfi, che con l’aiuto del fedele Puck sovverte, per una notte, l’ordine delle cose. Partendo proprio da<br />

un’attenta analisi della mitologia, non solo greca ma anche celtica, abbiamo scelto di allontanarci dalla<br />

classica iconografia del mondo fatato che vuole spiritelli e fatine come spesso ci vengono descritti nelle<br />

fiabe ottocentesche. Il regno di Titania e Oberon è la natura, quindi abbiamo eliminato ogni leziosità, ogni<br />

rimando romantico per dare invece spazio a una magia più primitiva e primordiale. A contrastare<br />

quest’energia forte e sanguigna c’è la leggerezza e la poesia dei quattro innamorati che coltivano lo stesso<br />

ideale di amore puro e sincero contrastato. Ermia, Demetrio, Lisandro e Elena portano in scena la<br />

delicatezza e l’ardore giovanile ma anche la bellezza delle parole che per loro ha scritto Shakespeare. Nei<br />

loro interventi c’è il gusto del teatro, del ritmo, della musicalità e dell’equilibrio delle battute.<br />

Il divertimento, puro e sano, ci arriva invece dal gruppo dei comici: uno sgangherato quartetto di artigiani<br />

alle prese con le prove dello spettacolo che verrà rappresentato per festeggiare le nozze di Teseo e Ippolita.<br />

Shakespeare ha scritto, per questi guitti, un testo che pare quasi un canovaccio, una grande opportunità<br />

per mettere in risalto le doti attorali e comiche dei protagonisti. Si ride, dunque, sugli equivoci generati<br />

dall’incapacità, dalla dabbenaggine, dalla stupidità di questo gruppo di attori dilettanti fra i quali spicca<br />

Bottom, il capocomico.<br />

Il bosco, nella notte del solstizio d’estate, è quindi il luogo in cui “le menti di ognun furono stravolte”. I tre<br />

mondi si incontrano e le tre trame si intrecciano, si fondono per poi dividersi di nuovo. La vicenda diventa<br />

intricata per poi risolversi con l’arrivo della luce che apparentemente scioglie i dubbi, i contrasti e<br />

ristabilisce un ordine. È nella notte, infatti, che si risveglia il nostro inconscio, che si anima la nostra fantasia<br />

e che la mente può vagare fino a esplorare angoli bui.<br />

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Il nostro “Sogno” è un viaggio, un viaggio nell’onirico e nell’ombra che ciascuno ha in sé e dietro di sé ma<br />

anche un viaggio nel teatro e nelle sue magie infinite.<br />

IL MONDO MAGICO<br />

Valeria Cavalli, Claudio Intropido<br />

I tre mondi<br />

Shakespeare ha popolato il suo Sogno di elfi, fate, spiriti che arrivano direttamente dalla tradizione arcaica,<br />

tradizione che vede questi esseri magici come protettori dei quattro elementi: la terra, il fuoco, l’aria e<br />

l’acqua. In un tempo remo l’esistenza del piccolo popolo, come viene chiamato, serviva all’uomo per<br />

spiegare a se stesso le magie e i misteri della natura stessa e ad appagare il suo bisogno di fantasticare .<br />

Abbiamo perciò deciso di sottolineare il carattere soprannaturale di questo universo togliendo ogni<br />

leziosità romantica ma dando un segno più primitivo e sanguigno. Ci siamo permessi quindi di uscire<br />

dall’iconografia classica del mondo fatato facendone uscire invece l’anima più animalesca e utilizzando<br />

anche alcune proiezioni video create appositamente che regaleranno al pubblico emozioni forti e<br />

sorprendenti.<br />

OBERON<br />

Il re degli elfi, potente e forte ma capriccioso. Le sue liti con Titania, come lei stessa gli rinfaccia, causano<br />

ogni tipo di catastrofi sulla terra. Oberon, grazie al succo della viola del pensiero, stregherà gli occhi di<br />

Titania rea di non volergli concedere un fanciullo che lei vuole crescere e tenere per sé. Un pretesto futile a<br />

causa del quale però Titania perderà la testa per un somaro. Il gioco di Oberon non è però solo a danno di<br />

Titania, insieme a Puck il re degli elfi, si divertirà a sconvolgere le menti di quattro giovani amanti.<br />

TITANIA<br />

Bella e selvaggia regina delle Fate, divide il suo regno con Oberon. Il rapporto tempestoso che li lega<br />

influenza gli elementi naturali e spesso i due guerreggiano a colpi di dispetti. Al suo servizio il fanciullo<br />

indiano che Oberon pretende che lei gli ceda e gli spiriti che la proteggono, la venerano come loro regina.<br />

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PUCK<br />

E’ il servo di Oberon. La sua è una figura della tradizione celtica: la sua stirpe ha origine in Cornovaglia ed è<br />

uno spirito burlone che si diverte a giocare con gli umani.<br />

E’lui che fa da tramite fra il mondo fatato e quello dei mortali ed è l’artefice di tutti gli incantesimi che<br />

avvengono nella notte di mezza estate. E’ una figura ambigua: da un lato servitore fedele del suo padrone,<br />

dall’altro spirito ribelle e infido.<br />

GLI SPIRITI<br />

Come abbiamo già sottolineato, abbiamo immaginato gli abitanti del mondo fatato come figure provenienti<br />

dalla natura, più simili a divinità primitive che a fatine zuccherose. E della natura hanno la forza: agili come<br />

gazzelle, veloci come il vento, misteriosi come la luna. Abbiamo scelto, per sottolineare il loro aspetto quasi<br />

animalesco, di non farli mai parlare per lasciare spazio invece al linguaggio più primitivo del corpo.<br />

IL MONDO UMANO<br />

TESEO E IPPOLITA<br />

Sono il “doppio mortale” di Oberon e Titania, due figure forti e battagliere che stanno per celebrare il loro<br />

matrimonio nella notte magica del solstizio. Seguendo la mitologia sappiamo che Teseo sconfisse il<br />

Minotauro e Ippolita è a regina della Amazzoni, sono quindi due personaggi che non hanno nulla da<br />

invidiare ai due sovrani del mondo delle ombre. Questo parallelismo rende molto chiara l’immagine che<br />

Shakespeare ha voluto darci del soprannaturale e dell’umano: due regni diversi ma in fondo simili per<br />

qualità e difetti.<br />

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GLI INNAMORATI<br />

La sotto-trama degli innamorati è, drammaturgicamente, una delle meglio congegnate dal Bardo. Gli eventi<br />

che si susseguono, grazie alle stregonerie operate da Oberon e Puck, ribaltano i ruoli, sconvolgono le menti<br />

per poi riassestarsi di nuovo compiendo il miracolo di far ritrovare tutti e quattro innamorati ricambiati.<br />

I quattro innamorati coltivano l’ideale assoluto dell’amore puro che, a causa di un incantesimo, si trasforma<br />

in caos irriverente. La commedia quindi, che doveva sembrare innocua al pubblico di allora, è invece<br />

audace e provocatoria mostrando quanto l’amore sia labile e capriccioso.<br />

ELENA<br />

E’ forse il personaggio più bello di tutta l’opera. Innamorata di Demetrio che non la ricambia, nutre per<br />

Ermia una grande ammirazione e amicizia. Pur essendo bella e giovane quanto lei, Elena si sente rifiutata da<br />

chi ama con tanto fervore. Nella notte magica del solstizio, grazie a un intervento sventato di Puck, sia<br />

Demetrio che Lisandro entrambi innamorati di Ermia, si trovano persi in estasi amorosa per Elena.<br />

Quest’improvvisa esplosione d’amore nei suoi riguardi insospettisce Elena, abituata a sentirsi rifiutare, al<br />

punto di credere d’essere vittima di un complotto ordito dagli altri tre. Elena rappresenta la purezza,<br />

l’onestà, la compagna, l’amica fedele e l’innamorata sincera ma, quando sospetta di essere beffata, mostra<br />

tutta la sua forza e la sua capacità di difendersi. Dopo la notte del solstizio, Elena ancora non crede fino in<br />

fondo di avere conquistato il cuore di Demetrio e ci resta il dubbio che, fra i quattro innamorati, lei sia<br />

quella più realisticamente scettica e guardi questo repentino cambio di sentimenti con giusta diffidenza<br />

tuttavia lei deciderà di non dare ascolo ai suoi dubbi per godere finalmente della devozione di Demetrio.<br />

ERMIA<br />

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Bella e contesa da Lisandro e Demetrio! L’uomo al quale è promessa. Ermia quindi, senza badare alle<br />

conseguenze, fugge con Lisandro nel bosco. Ermia ha una personalità un po’ leziosa, di un romanticismo più<br />

esteriore che realmente sentito e,quando l’incantesimo di Puck le fa perdere l’amore incondizionato del<br />

suo Lisandro, diventa una tigre. I battibecchi con Elena sono momenti in cui il linguaggio teatrale, il suo<br />

ritmo, la sua vivacità e la sua forza trascinano e affascinano il pubblico. Anche in questo caso, come si è già<br />

detto per Teseo/Oberon e Ippolita/Titania, anche le due fanciulle Ermia e Elena sono simili anche se le loro<br />

vicende sembrano ribaltate. Se all’inizio della commedia è Elena ad essere rifiutata, sarà poi Ermia a subire<br />

lo stesso destino fino a quando, attraverso il filtro magico di Puck, l’ordine verrà ristabilito.<br />

DEMETRIO<br />

All’inizio della commedia viene accusato da Lisandro di aver corteggiato Elena ma poi tutto il suo amore è<br />

per Ermia che è anche la sua promessa sposa. Inseguito come una preda da Elena, cerca di sfuggire al suo<br />

amore in modo comicamente imbarazzato. A sua volta è maltrattato da Ermia che lo detesta cordialmente<br />

e lo copre di improperi. Lo scettro fra i quattro innamorati è quindi decisamente impugnato dalle due<br />

donne che, apertamente si fanno la guerra, mentre i due uomini assistono quasi fossero spettatori a questi<br />

battibecchi.<br />

LISANDRO<br />

Lisandro è l’amoroso per eccellenza e in quanto tale spasima d’amore per Ermia, convincendola addirittura<br />

a fuggire dalla casa di suo padre. Shakespeare vuole criticare senza mezzi termini i matrimoni combinati che<br />

non tengono conto del sentimento ma solo delle convenienze e delle convenzioni sociali. Dopo essere stato<br />

stregato dal succo, che sbagliando Puck gli ha spremuto sugli occhi, ecco che Lisandro ripudia Ermia con<br />

violenza e male parole. Mentre Demetrio è quindi più diplomatico , più ligio a leggi e doveri, Lisandro<br />

rappresenta “l’amour fou” che infiamma e brucia.<br />

I COMICI<br />

La trama dei comici pare proprio un intermezzo che alleggerisce e diverte ma è invece molto importante<br />

perché, se il mondo umano di Ippolita, Teseo e degli innamorati, ha un linguaggio alto e nobili sentimenti, i<br />

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comici rappresentano il popolo, l’ingenuità e anche un’ironica presa in giro del teatro e degli attori. I comici<br />

infatti non sono attori professionisti ma impazienti di salire su un palcoscenico.<br />

La farsa di Piramo e Tisbe, tragedia scelta dai comici per le nozze di Teseo e Ippolita, ha un pretesto<br />

dissacratorio e lascia largo spazio a interpretazioni grazie anche alla possibilità di intervento sui personaggi .<br />

Nel testo originale sono sei ma noi abbiamo deciso di ridurli a quattro per rendere ancora più mal ridotta la<br />

compagnia, costretta quindi a doppi ruoli, a cambi di costume e personaggio che ne aumentano il<br />

potenziale comico.<br />

NICOLA BOTTOM<br />

Si crede il mattatore per eccellenza infatti si sente in grado di poter interpretare tutti i ruoli. Il suo desiderio<br />

di fare l’attore e la certezza nelle sue capacità, che in realtà sono invece mediocri, lo rendono un<br />

personaggio di una simpatia indicibile. Bottom è il prototipo dell’attore pessimo che però con grande<br />

volontà e energia si adopera perché lo spettacolo abbia successo. C’è in Bottom un’ingenuità quasi<br />

bambina che lo fa assomigliare a un clown che si sforza sempre di far ridere, di stupire, di emozionare<br />

mentre in realtà non è la sua supposta bravura a divertirci ma il suo dilettantismo da filodrammatico.<br />

Bottom però, diversamente dagli altri comici, incontrerà in questa notte speciale, il mondo fatato. Puck lo<br />

trasformerà in asino ed per lui che Titania, drogata dal succo della viola del pensiero, perderà la testa.<br />

Titania lo amerà, lo vizierà, lo sedurrà e al suo risveglio Bottom avrà solo un ricordo confuso di quanto<br />

avvenuto. Il vero unico sogno di Bottom resta il <strong>Teatro</strong>, trasformarsi in Piramo, eroe che si uccide per<br />

amore e ricevere gli applausi per la sua impareggiabile interpretazione.<br />

PIETRO QUINCE<br />

Il regista della compagnia che cerca disperatamente di disciplinare Bottom e compagni senza risultati<br />

apprezzabili. Quince è, teatralmente parlando, la spalla di Bottom ossia l’attore che “serve” la battuta al<br />

comico vero e proprio e che la sostiene. Quince con la sua ridicola serietà, il suo continuo arrabbiarsi e il<br />

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suo desiderio di contenere l’incontenibile Bottom, risulta un personaggio spassosissimo e amabile. Il gioco<br />

comico fra lui e Bottom, carico di fraintendimenti , diventa un leitmotiv che percorre tutta la commedia. La<br />

sua ansia di fare bella figura davanti al duca Teseo è la stessa di Bottom come uguale è la sua incapacità nel<br />

sostenere il ruolo di regista. E’ proprio grazie a questa loro disgraziata ignoranza del mestiere teatrale che<br />

nasce l’effetto esilarante dei loro “sipari”.<br />

FRANCESCO FLUTE E ROBERTINO<br />

Sono gli altri due attori dilettanti, grandi ammiratori di Bottom e della sua recitazione approssimativa,<br />

accettano di buon grado di mettere sempre lui in primo piano, accontentandosi dei personaggi minori quali<br />

Tisbe per Flute, il Leone e il Muro per Robertino. Anche loro fanno da spalla a Bottom che imperversa con il<br />

suo bisogno di protagonismo. In realtà, Flute e Robertino, sembrano gli unici consapevoli della propria<br />

incapacità attorale e preferiscono perciò stare nell’ombra dando spazio al più vanitoso Bottom.<br />

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