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articola - Diocesi di Como

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QUELLO CHE HA ADESSO PIERGIORGIO WELBY<br />

Un nuovo punto <strong>di</strong> vista!<br />

C ’<br />

è un fatto che, nella vicenda<br />

<strong>di</strong> Piergiorgio<br />

Welby, non può essere<br />

colto dalla nostra socie-<br />

tà. Ed è un vero pecca-<br />

to. Ma è inevitabile, in una società<br />

secolarizzata – sazia e <strong>di</strong>sperata,<br />

per <strong>di</strong>rla con Giacomo<br />

Biffi – che ha perso completamente<br />

<strong>di</strong> vista la <strong>di</strong>mensione più<br />

autentica della vita. Mi riferisco<br />

al fatto ineluttabile per cui, giunti<br />

al termine della nostra avventura<br />

terrena, andremo dall’altra<br />

parte, e tutto ci apparirà imme<strong>di</strong>atamente<br />

chiaro. Chesterton<br />

usa l’immagine assai efficace<br />

dell’arazzo: guardato da <strong>di</strong>etro,<br />

esso appare un intrico <strong>di</strong> fili senza<br />

senso; osservato dal davanti,<br />

eccolo rivelare la bellezza e la<br />

perfezione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> senso<br />

compiuto. Noi, in questa vita,<br />

osserviamo il retro dell’arazzo;<br />

per vederlo e capirlo tutto dovremo<br />

andare <strong>di</strong> là. Perfino i cattolici,<br />

i credenti, non riflettono su<br />

questa realtà: e cioè che il povero<br />

Piergiorgio Welby, un istante<br />

dopo aver cessato <strong>di</strong> vivere, si è<br />

imme<strong>di</strong>atamente reso conto <strong>di</strong><br />

come stessero veramente le cose.<br />

In un nanosecondo ha realizzato<br />

che la Chiesa, Benedetto XVI, il<br />

catechismo, il prete dell’oratorio,<br />

e tutti quelli che gli <strong>di</strong>cevano: non<br />

chiedere <strong>di</strong> essere ucciso; tutti<br />

questi avevano ragione. Gli erano<br />

apparsi come nemici per una<br />

vita intera, e lui aveva de<strong>di</strong>cato<br />

la sua esistenza a combatterli,<br />

pronunciando parole <strong>di</strong> fuoco –<br />

addolcite dal sintetizzatore vocale<br />

del computer – contro la Chiesa<br />

e i preti, nel tripu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> applausi<br />

delle assemblee dell’associazione<br />

Luca Coscioni. E quegli<br />

altri, quelli che travestiti da buoni<br />

samaritani gli offrivano un biglietto<br />

gratis per l’altro mondo, i<br />

membri della compagnia della<br />

buona morte, quelli gli erano<br />

sembrati i suoi amici, i profeti<br />

della verità; ecco, adesso si mostrano<br />

per quello che sono veramente:<br />

becchini dei corpi e delle<br />

anime. Adesso tutto gli è chiaro,<br />

in una eucatastrofe improvvisa<br />

e sconvolgente. Adesso Piergiorgio<br />

vorrebbe tornare e spiegare<br />

a Pannella e Cappato come stanno<br />

veramente le cose, ma non<br />

può. Ed è costretto a vedersi usato<br />

ancora, anche da morto, esibito<br />

nel grande funeralone laicista<br />

dell’altro giorno a Roma, e ricordato<br />

in saecula saeculorum come<br />

martire dell’eutanasia illegale.<br />

Sì: <strong>di</strong> qui, da questa parte, la confusione<br />

regna sovrana. Una confusione<br />

seminata a piene mani<br />

dal peccato originale e coltivata<br />

dal principe <strong>di</strong> questo mondo.<br />

Colui che è stato mentitore, omicida<br />

e scimmia <strong>di</strong> Dio fin dal principio,<br />

e che si serve <strong>di</strong> molti infaticabili<br />

servitori. I ra<strong>di</strong>cali appartengono<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto a questa poco<br />

raccomandabile categoria, e occupano<br />

un posto <strong>di</strong> rilievo nelle<br />

nutrite schiere <strong>di</strong> coloro che sollevano<br />

dense volute <strong>di</strong> polvere<br />

per aumentare la confusione nelle<br />

coscienze. Non hanno mai<br />

mancato un appuntamento storico:<br />

<strong>di</strong>vorzio, aborto, eutanasia.<br />

Se c’è una causa ingiusta e sbagliata,<br />

loro ci sono. E’ stato così<br />

anche nella vicenda <strong>di</strong><br />

Piergiorgio Welby. Ricevuto il suo<br />

pieno consenso <strong>di</strong> militante ra<strong>di</strong>cale,<br />

lo hanno usato per benino<br />

allo scopo <strong>di</strong> scuotere l’opinione<br />

pubblica. Hanno cucinato a puntino<br />

i mass me<strong>di</strong>a e il pubblico,<br />

questuando ogni giorno il parere<br />

<strong>di</strong> un’autorità <strong>di</strong>fferente, nella<br />

speranza che ci fosse un giu<strong>di</strong>ce,<br />

un esperto <strong>di</strong> bioetica, un me<strong>di</strong>co<br />

pronto a dare loro ragione. Per<br />

loro <strong>di</strong>sgrazia – e forse per l’antica<br />

consuetu<strong>di</strong>ne del loro padro-<br />

Eppure mi resta un dubbio!<br />

Scrivo queste righe, in punta <strong>di</strong> penna, quasi togliendole dalla<br />

mia coscienza, e avvisando subito che non hanno alcun sapore<br />

polemico, ma vogliono dare un po’ d’inchiostro alle domande e<br />

alle perplessità <strong>di</strong> tanti cristiani <strong>di</strong> fronte alla decisione del<br />

Vicariato <strong>di</strong> negare i funerali religiosi a Piergiorgio Welby.<br />

È fin troppo facile segnalare che le con<strong>di</strong>zioni in cui da anni si<br />

trovava Welby pongono un essere umano in una situazione che<br />

tutto può essere considerata tranne che lucida (si dà, cioè, piena<br />

avvertenza e deliberato consenso?). A me resta qualche dubbio,<br />

sia quando leggo <strong>di</strong> desideri <strong>di</strong> morte (come nel caso <strong>di</strong><br />

Welby) sia quando leggo, invece, inni alla vita... C’è posto per<br />

gli uni e per gli altri, sia chiaro, proprio perché la situazione<br />

da cui scaturiscono è al limite della vita umana, ma è bene, in<br />

entrambi i casi, rispondere con il silenzio e la preghiera.<br />

Anche quando un caso umano è <strong>di</strong>ventato un caso politico?<br />

Questa è la domanda che ha agitato l’opinione pubblica e che,<br />

mi sembra, ha motivato la decisione del Vicariato nella <strong>di</strong>rezione<br />

<strong>di</strong> negare i funerali religiosi. Ebbene, mi si lasci <strong>di</strong>re, è<br />

stato proprio questo l’ultimo <strong>di</strong>abolico «tranello» teso dalla<br />

grancassa dei ra<strong>di</strong>cali nel loro ignobile sfruttamento del caso<br />

Welby. Ora, nelle settimane che hanno preceduto il tragico epilogo,<br />

si era sempre detto che l’errore stava proprio nell’aver<br />

trasformato un caso umano in un caso politico. Perché adesso,<br />

<strong>di</strong> fronte alla morte-suici<strong>di</strong>o-eutanasia <strong>di</strong> Welby, si è preferito<br />

dare una risposta adatta ad un caso politico invece che ad un<br />

caso umano? Non era preferibile - da un punto <strong>di</strong> vista pastorale<br />

- scegliere <strong>di</strong> accogliere in chiesa la bara <strong>di</strong> Welby e pronunciare<br />

su <strong>di</strong> essa, e davanti a parenti e fedeli (e i ra<strong>di</strong>cali,<br />

magari!) quella Parola <strong>di</strong> Dio che, sola, è in grado <strong>di</strong> salvare la<br />

misericor<strong>di</strong>a e proclamare la verità?<br />

Welby - come <strong>di</strong>ce mons. Sigalini - «è stato fatto <strong>di</strong>ventare una<br />

ban<strong>di</strong>era». Sì, ma la Chiesa non ha rischiato <strong>di</strong> continuare a<br />

sventolarla proprio con quella decisione <strong>di</strong> negargli i funerali?<br />

Welby, in quanto persona, «è sempre tra le braccia <strong>di</strong> Dio». Vero,<br />

ma la Chiesa non dovrebbe continuare ad incarnare con la sua<br />

presenza proprio quelle braccia <strong>di</strong> Dio che, nel Natale, hanno<br />

assunto la nostra carne? Onestamente, non mi avrebbe dato<br />

fasti<strong>di</strong>o sentir <strong>di</strong>re da voci malevole che il funerale era stato<br />

fatto... per i sol<strong>di</strong>. Mi imbarazza <strong>di</strong> più sentir <strong>di</strong>re - ed è voce<br />

altrettanto malevola - che ci è mancato il coraggio della carità.<br />

don AGOSTINO CLERICI<br />

SOCIETÀ<br />

FATTIePROBLEMI<br />

TTIePROBLEMI 5<br />

IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 6 GENNAIO 2007<br />

ne a fare bene le pentole ma assai<br />

meno bene i coperchi – non<br />

ne hanno azzeccata una: hanno<br />

infilato una serie impressionante<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>nieghi da organismi<br />

laicissimi: un tribunale; l’Istituto<br />

superiore <strong>di</strong> sanità; un me<strong>di</strong>co<br />

presentato da Ra<strong>di</strong>o Ra<strong>di</strong>cale<br />

prima come “massimo esperto <strong>di</strong><br />

cure palliative”, e poi subito scaricato<br />

non appena ha spiegato<br />

che, come erede <strong>di</strong> Ippocrate, non<br />

poteva uccidere un paziente.<br />

Insomma, una penosa, laicissima<br />

via crucis della morte pietosa,<br />

che rischiava <strong>di</strong> concludersi con<br />

un imbarazzante stallo: Welby<br />

che sopravvive magari per mesi<br />

e che poi ti muore <strong>di</strong> morte naturale<br />

quando tutta la gente si occupa<br />

d’altro, del Campionato <strong>di</strong><br />

calcio o delle vacanze estive. Non<br />

sia mai. “Dobbiamo fare presto,<br />

altrimenti c’è il rischio che muoia<br />

prima dell’eutanasia”, <strong>di</strong>cevano<br />

senza pudore i profeti del nulla<br />

dai microfoni <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Ra<strong>di</strong>cale.<br />

E allora, ecco estrarre dal<br />

cilindro il jolly della <strong>di</strong>sperazione:<br />

l’eutanasia rapida eseguita<br />

da un me<strong>di</strong>co del giro ra<strong>di</strong>cale.<br />

Missione compiuta. Hanno guadagnato<br />

il sostegno <strong>di</strong> qualche<br />

persona in più nella inesorabile<br />

cavalcata verso l’eutanasia <strong>di</strong><br />

Stato. Ma hanno perso definitivamente<br />

un compagno e un<br />

iscritto: quel Piergiorgio Welby<br />

che – ne siamo sicuri – adesso<br />

non ha più niente a che fare con<br />

la Rosa nel Pugno, con i <strong>di</strong>giuni <strong>di</strong><br />

Marco, con la Ministro Bonino che<br />

al mattino fiancheggia l’eutanasia<br />

fuorilegge e al pomeriggio siede<br />

in Consiglio dei Ministri. Vorrebbe<br />

<strong>di</strong>rlo, Piergiorgio, ma come<br />

ricorda una famosa parabola del<br />

Vangelo, ormai non può più. Preghiamo<br />

per la sua anima.<br />

MARIO PALMARO<br />

mario.palmaro@iltimone.org<br />

o sono convinto che il<br />

funerale è un gesto <strong>di</strong><br />

preghiera che si fa verso<br />

Dio nei confronti <strong>di</strong><br />

una persona che è deceduta.<br />

Quin<strong>di</strong> credo che nessuno<br />

abbia messo in dubbio che<br />

per questa persona si debba<br />

pregare perché il Signore lo accolga.<br />

Il problema è che questo<br />

funerale è stato fatto <strong>di</strong>ventare<br />

una ban<strong>di</strong>era. Credo che il<br />

Vicariato si sia trovato <strong>di</strong> fronte<br />

a questa situazione, <strong>di</strong> fronte<br />

ad un gesto liturgico che appunto<br />

è stato fatto <strong>di</strong>ventare<br />

una ban<strong>di</strong>era per affermare dei<br />

principi contrari alla vita cristiana.<br />

Il Vicariato non ha<br />

espresso un giu<strong>di</strong>zio su una<br />

persona mettendosi davanti e<br />

al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> Dio nel giu<strong>di</strong>care<br />

la sua salvezza o meno. Se il<br />

funerale è un gesto che tiene<br />

conto <strong>di</strong> tutta un’esperienza <strong>di</strong><br />

comunità, allora non è privatiz-<br />

Ancora<br />

bocciati...<br />

C ’<br />

è il rischio <strong>di</strong> apparire<br />

monotoni.<br />

Ma i fatti sono<br />

fatti. Il rapporto<br />

Education at e<br />

Glance 2006 del settembre<br />

scorso fotografa la situazione<br />

del sistema <strong>di</strong> istruzione<br />

<strong>di</strong> trenta paesi Oecd con dati<br />

aggiornati al 2004. L’Italia<br />

spende per l’istruzione solo<br />

lo 0,2% <strong>di</strong> Pil in meno della<br />

me<strong>di</strong>a Ocse (3,6 contro 3,8),<br />

ma - e il dato meriterebbe<br />

attenta lettura - la spesa per<br />

studente è molto più alta che<br />

negli altri Paesi. Un alunno<br />

della primaria costa ogni<br />

anno 7.366 dollari, contro i<br />

5.450 della me<strong>di</strong>a Ocse; uno<br />

studente delle superiori ne<br />

costa 7.938, contro una me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> 6.962. Inoltre, il 96%<br />

del budget annuale del ministero<br />

se ne va in stipen<strong>di</strong>. Ancora:<br />

le ore <strong>di</strong> lezione sono ai<br />

livelli più alti e ad ogni insegnante<br />

italiano corrispondono<br />

molto meno allievi <strong>di</strong> un<br />

collega <strong>di</strong> altra nazionalità.<br />

La spesa aumenta, ma non<br />

garantisce buoni risultati. E’<br />

un sistema inefficiente. Un<br />

altro dato merita attenzione:<br />

la nostra scuola “<strong>di</strong> massa”,<br />

che negli anni sessanta è stata<br />

certamente il motore della<br />

crescita sociale, sembra<br />

essersi trasformata in un<br />

pericoloso meccanismo <strong>di</strong> riproduzione<br />

delle <strong>di</strong>suguaglianze.<br />

“La nostra scuola - è<br />

stato rilevato in sede <strong>di</strong> commento<br />

dei dati citati - rigida<br />

e burocratica, invasiva nei<br />

tempi ed elusiva delle responsabilità,<br />

con alti tassi <strong>di</strong> ab-<br />

zabile e assolutamente non è<br />

strumentalizzabile da un’ideologia<br />

che vuol far passare con i<br />

casi pietosi tutto un suo modo<br />

<strong>di</strong> concepire la vita. Tanto più<br />

che hanno chiesto i funerali soprattutto<br />

quelli che non hanno<br />

niente a che fare con la fede e<br />

non la vogliono nemmeno oltre<br />

che, evidentemente, la famiglia.<br />

Mi pare che nella Bibbia già<br />

Gesù Cristo stigmatizzava il<br />

fatto che c’era gente che faceva<br />

morire le persone e poi gli creava<br />

dei monumenti. A me pare<br />

che anche in questo caso c’è gente<br />

che ha voluto a tutti i costi<br />

la sua morte e poi gli hanno<br />

voluto fare un monumento. Ciò<br />

non toglie che nelle chiese si sia<br />

pregato per lui, io pure ho pregato<br />

per lui. Perché è una persona<br />

che nella vita ha sbagliato,<br />

ma il suo errore fino in fondo<br />

lo conosce soltanto Dio. Non<br />

siamo noi in grado <strong>di</strong> entrare<br />

fino in fondo nella sua coscienza.<br />

Noi ve<strong>di</strong>amo il fatto e lo condanniamo,<br />

ma la persona è<br />

sempre tra le braccia <strong>di</strong> Dio”.<br />

Mons. Sigalini, secondo<br />

lei, perché molti, anche tra<br />

i credenti non hanno capito<br />

le motivazioni <strong>di</strong> questa<br />

scelta?<br />

“Perché lentamente noi stiamo<br />

mettendo la “sor<strong>di</strong>na” a tutto.<br />

Va bene tutto, va bene il con-<br />

bandono<br />

scolastico e<br />

formativo,<br />

non è più in<br />

grado <strong>di</strong><br />

porsi come<br />

strumento<br />

<strong>di</strong> promozionesociale”.L’affermazione<br />

può apparire<br />

forte, eppure<br />

mi<br />

sembra<br />

con<strong>di</strong>visibile<br />

alla luce<br />

P A G I N A<br />

SCUO<br />

LA<br />

&non<br />

solo...<br />

dei dati. Come muoversi?<br />

Due le in<strong>di</strong>cazioni emerse da<br />

più parti. La prima: occorre<br />

pensare alla scuola - e alle<br />

concrete soluzioni - in un<br />

orizzonte <strong>di</strong>verso dallo<br />

stereotipo consolidato <strong>di</strong> un<br />

insegnamento formale e<br />

uni<strong>di</strong>rezionale. La seconda:<br />

attuare una reale autonomia<br />

delle scuole e nelle scuole. Il<br />

Parlamento, cioè, stabilisca i<br />

contorni (gli standard) e liberalizzi<br />

i percorsi, <strong>di</strong>a spazio<br />

e chieda conto dei risultati,<br />

premiando chi raggiunge<br />

il meglio. Se lo Stato continuerà<br />

ad essere l’unico gestore<br />

e controllore <strong>di</strong> tutto il<br />

sistema scolastico, ogni speranza<br />

<strong>di</strong> miglioramento sarà<br />

perdente in partenza! L’Ocse<br />

<strong>di</strong>ce, da anni, che spen<strong>di</strong>amo<br />

troppo e male. Come interpretare,<br />

allora, le perio<strong>di</strong>che litanie<br />

<strong>di</strong> tanti interessati “fedeli”<br />

della “scuola <strong>di</strong> stato” che<br />

invocano, appunto, più sol<strong>di</strong><br />

solo per le scuole statali”?<br />

ARCANGELO BAGNI<br />

EUTANASIA IL PARERE DI MONS. DOMENICO SIGALINI<br />

La decisione del Vicariato<br />

Il vescovo <strong>di</strong><br />

Palestrina, mons.<br />

Domenico Sigalini,<br />

commenta ai microfoni<br />

della “Ra<strong>di</strong>o Vaticana”,<br />

il <strong>di</strong>battito nato, anche<br />

tra i credenti, dopo la<br />

decisione del Vicariato<br />

<strong>di</strong> negare<br />

i funerali religiosi<br />

a Piergiorgio Welby<br />

«<br />

I<br />

trario <strong>di</strong> tutto. Io mi sarei aspettato,<br />

se avessero fatto i funerali<br />

in chiesa che qualcuno avrebbe<br />

detto: “Vedete, la Chiesa fa<br />

tanto baccano sul problema dell’eutanasia<br />

e poi alla fine le va<br />

bene anche quella, basta che le<br />

danno i sol<strong>di</strong> del funerale”. Questo<br />

sarebbe stato ancora peggio.<br />

Purtroppo l’esperienza della<br />

Chiesa è vista sempre come una<br />

sorta <strong>di</strong> commercio dovuto <strong>di</strong><br />

cose sacre, invece è un <strong>di</strong>alogo<br />

con Dio profondo, il <strong>di</strong>alogo con<br />

Dio non può essere soggetto a<br />

nessuna <strong>di</strong> queste strumentalizzazioni.<br />

Io ho dovuto in questi<br />

giorni, anche sotto Natale,<br />

rispondere alle e-mail dei miei<br />

amici che giustamente si interrogavano,<br />

si <strong>di</strong>cevano: “Ma io<br />

devo dare la stura a tutte queste<br />

lamentele oppure accetto<br />

senza ragionare?”. No, io <strong>di</strong>co<br />

che bisogna ragionarci sopra,<br />

bisogna vedere veramente che<br />

cosa significa questo esasperare<br />

un problema e voler continuamente<br />

portare la Chiesa su alcune<br />

posizioni per poi poterla<br />

infilzare. Questo mi pare che sia<br />

lo stratagemma che stanno<br />

usando tutti quelli che vogliono<br />

l’eutanasia come lo hanno usato<br />

quando c’era l’aborto. Hanno<br />

detto che c’erano milioni <strong>di</strong> aborti<br />

clandestini solo perché volevano<br />

non far ragionare la gente, la<br />

volevano commuovere e basta”.

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