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A Francesco Massini la finale dell'Europeo Petrucci: “Per gli arbitri ...

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Campanati nel ricordo di Menegali<br />

Quel<strong>la</strong> visionatura<br />

nel<strong>la</strong> gara di Serie C<br />

di Gianfranco Menegali<br />

Mentre ero in macchina, alle dieci di<br />

domenica 30 ottobre, vengo raggiunto<br />

dal<strong>la</strong> notizia del<strong>la</strong> morte di Giulio<br />

Campanati. Ho accostato e gonfio di<br />

commozione e di tristezza ho ripercorso<br />

come in un film quasi cinquanta anni di vita<br />

associativa e non. Chi è stato e cosa ha<br />

rappresentato per l’AIA Giulio Campanati<br />

non può certo essere descritto con<br />

semplici parole di circostanza che però<br />

in qualche modo dovranno far capire ai<br />

giovani colleghi lo spirito e l’entusiasmo<br />

messo in campo dal Presidente che ci ha<br />

<strong>la</strong>sciato: ha insegnato che l’Associazione<br />

deve essere prima di tutto amicizia,<br />

colleganza, comprensione, solidarietà,<br />

tutti sentimenti che possono essere<br />

racchiusi nel più vasto concetto di<br />

umanità, quell’umanità che da sempre<br />

ha caratterizzato i comportamenti del<br />

Presidentissimo. Subito vice Presidente<br />

dell’AIA appena <strong>la</strong>sciato il fischietto nel<br />

1966, capo dell’O.T. che comprendeva<br />

A, B, C dal<strong>la</strong> stagione 1967-68,<br />

Presidente dell’AIA dal 1972 al 1990<br />

e contemporaneamente apprezzato<br />

44 n. 1/2012<br />

dirigente a livello internazionale nelle<br />

Commissioni UEFA e FIFA, dirigente<br />

benemerito FIGC dal 1994: questo è il<br />

suo palmarés. Dopo il 1990, sacrificato<br />

sull’altare di un professionismo arbitrale<br />

che nelle intenzioni avrebbe dovuto<br />

eliminare <strong>gli</strong> errori, sciocca utopia presto<br />

bocciata dal<strong>la</strong> storia, ha continuato<br />

a vivere l’Associazione le cui vicende<br />

seguiva con preoccupata attenzione<br />

per il fiorire di qualche comportamento<br />

non in linea con quanto sempre da lui<br />

professato. E’ stato il Presidente che<br />

ha traghettato l’AIA verso <strong>la</strong> modernità<br />

sia tecnica che associativa, dal<br />

periodo ingessato post-bellico a quello<br />

movimentista de<strong>gli</strong> anni ’60 ’70 quando<br />

ha promosso un rinnovamento illuminato<br />

del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse arbitrale. Porto con me<br />

il ricordo di una sua visionatura nel<strong>la</strong><br />

gara di Serie C (Derthona - Marzotto)<br />

del<strong>la</strong> stagione 1967-68, del colloquio<br />

successivo, del viaggio in macchina fino a<br />

Mi<strong>la</strong>no, del<strong>la</strong> sua promessa poi mantenuta<br />

con il mio esordio a S. Siro. Quando<br />

poi nel 1972 prende in mano anche le<br />

Una riunione conviviale pre natalizia del 1976<br />

Michelotti in piedi, Campanati presidente AIA, Ferrari Aggradi<br />

Commissario CAN, Menegali, D’Agostini componente CAN<br />

Menegali riceve da Bernardi il Premio<br />

“Galeati” davanti a Campanati<br />

sorti dell’Associazione moltiplica il suo<br />

impegno per <strong>la</strong> complessità e l’importanza<br />

del compito che avverte come una<br />

missione. E l’accantonamento del 1990,<br />

assorbito in dignitoso silenzio, non riduce<br />

il suo spirito di servizio e lo porta a e<strong>la</strong>rgire<br />

i suoi preziosi suggerimenti, straordinario<br />

ispiratore per le sue capacità e <strong>la</strong> sua<br />

esperienza, ascoltato perché mai aspro o<br />

viscerale ma sempre sereno e discreto.<br />

La sua presenza concreta si è sempre<br />

fatta sentire, anche sul piano economico,<br />

nei confronti di chi sapeva in difficoltà.<br />

Pochi sanno, infatti, del suo sostegno<br />

a un collega privo del necessario per<br />

vivere. Questo era il suo modo di essere<br />

e di sentirsi arbitro. Mancherà a molti. A<br />

me personalmente mancheranno quei<br />

contatti telefonici durante i quali tra il serio<br />

e il faceto rivangava episodi del tempo<br />

andato o <strong>la</strong>mentava, con <strong>la</strong> consueta<br />

eleganza, qualche sgarbo subito. Ma<br />

importante era <strong>la</strong> telefonata del 15 giugno<br />

per <strong>gli</strong> auguri di compleanno che subito<br />

ricambiava per il mio del 17 successivo,<br />

aggiungendo scherzosamente che così<br />

avrebbe risparmiato sul<strong>la</strong> chiamata che<br />

invece poi mi faceva puntualmente.

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