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AXAPROST SCHEDA.pdf - Renaco

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• alcune proteine chinasi calcio-fosfolipide dipendente (<br />

PKCs);<br />

• la 5-lipossigenasi (che produce i leucotrieni, mediatori<br />

dell’infiammazione dell’asma);<br />

• la fosfolipasi A2, che degrada i lipidi di membrana<br />

generando acido arachidonico, che viene poi trasformatoin<br />

prostaglandine, coinvolte nell’infiammazione;<br />

• l’ornitina decarbossilasi (ODC) che produce le poliammine,<br />

notoriamente coinvolte nella proliferazione cellulare;<br />

• le chinasi dei fosfoinositidi PI3K e PI4P-5K, coinvolte<br />

nelle risposte proliferative innescate dalle via mitogeniche della<br />

traduzione del segnale.<br />

La quercetina inibisce a livello trascrizionale l’espressione del<br />

recettore al DHT (deidrotestosterone) e il tasso di inibizione è dose<br />

dipendente. La down-regulation del recettore al DHT a sua volta<br />

inibisce l’attività di tutti i geni androgeno-inducibili, implicati nei<br />

fenomeni di androgenizzazione anche cutanea e nello sviluppo e la<br />

progressione del carcinoma della prostata. La quercetina sinergizza<br />

con la finasteride nel ridurre l’ipertrofia prostatica.<br />

La quercetina inibisce l’attività ossidativa e riduttiva dell’enzima<br />

17beta idrossisteroido deidrogenasi tipo 5 (17β HSD), un enzima<br />

chiave nel metabolismo degli ormoni androgeni ed estrogeni.<br />

La quercetina ha una potente<br />

azione antiossidante di membrana,<br />

simil glutatione ridotto, e inibisce<br />

i danni provocati dai radicali liberi<br />

dell’ossigeno.La quercetina, combatte<br />

le malattie cardiache in due modi: prima<br />

di tutto impedendo al colesterolo LDL<br />

di ossidarsi e quindi di aderire alla<br />

pareti delle arterie, e in secondo luogo<br />

impedendo alle piastrine del sangue di<br />

aggregarsi formando pericolosi coaguli.<br />

La quercetina è da 10 a 20 volte più<br />

potente della vitamina E nel proteggere<br />

dall’ossidazione le lipoproteine a bassa densità LDL, ossidazione<br />

riconosciuta essere un potente meccanismo di innesco del<br />

processo aterosclerotico. Il rallentamento dell’ossidazione delle<br />

LDL contribuisce alla protezione del miocardio e in generale ad<br />

abbassare il rischio di malattia cardio-vascolare. L’ossidazione<br />

del colesterolo LDL è infatti il fenomeno che sta alla base della<br />

formazione delle placche aterosclerotiche e quindi del rischio<br />

cardiovascolare compreso l’infarto del miocardio. La placca<br />

aterosclerotica si sviluppa lentamente; solitamente, il processo<br />

ha inizio con un danno allo strato delle cellule endoteliali, che<br />

rivestono un’arteria. L’endotelio, così danneggiato, lascia<br />

filtrare liberamente le LDL e le piastrine provenienti dal torrente<br />

circolatorio. Le piastrine rilasciano determinati fattori di crescita<br />

che inducono le cellule della muscolatura liscia, che si trovano<br />

al disotto dell’endotelio, a moltiplicarsi ed a migrare nella zona<br />

danneggiata. Nel contempo i monociti (globuli bianchi) giungono<br />

in questa zona, si attivano e diventano macrofagi. Le cellule della<br />

muscolatura liscia e i macrofagi ingeriscono, con un meccanismo<br />

di endocitosi, una parte delle LDL, degradandole e diventando<br />

cellule schiumose. Le lipoproteine che si legano ai macrofagi<br />

non sono semplicemente le LDL circolanti, bensì le LDL ossidate<br />

che si formano quando queste interagiscono con i radicali liberi.

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