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La nevrosi d'ansia: da Ippocrate al DSM-IV - Cultura & Libri

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CAPITOLO 2 ASPETTI GENERALI INTRODUTT<strong>IV</strong>I<br />

LA NEVROSI DÕANSIA: DA IPPOCRATE AL <strong>DSM</strong>-<strong>IV</strong><br />

_________________________________________________________________________<br />

Sotto l'influenza delle teorie dell'evoluzione di Darwin, l'ansia fu<br />

considerata come l'equiv<strong>al</strong>ente clinico della norm<strong>al</strong>e paura (ROTH et <strong>al</strong>.,<br />

1962). Le condizioni nevrotiche, comprese le ossessioni e le<br />

compulsioni, le fobie e gli stati <strong>d'ansia</strong>, furono distribuite su di un<br />

"continuum" di gravitˆ crescente. Secondo questo modello esiste un<br />

continuum di gravitˆ che va <strong>da</strong>lla norm<strong>al</strong>e paura e tensione a livelli lievi<br />

di risposta <strong>al</strong>lo stress, attraverso questi modesti livelli di ansia, qu<strong>al</strong>i<br />

quelli osservabili negli stati clinici di <strong>nevrosi</strong> <strong>d'ansia</strong>, per arrivare a gravi<br />

condizioni fobiche, come l'agorafobia. (Fig. 1)<br />

Fig. 1- Teoria dell'ansia come continuum<br />

Tensione norm<strong>al</strong>e/paure<br />

Ansia come risposta ad uno stress<br />

Nevrosi <strong>d'ansia</strong><br />

Fobie<br />

Agorafobia<br />

<strong>La</strong> teoria dell'ansia come continuum fu univers<strong>al</strong>mente sostenuta sino <strong>al</strong><br />

termine della II Guerra Mondi<strong>al</strong>e. Non era prassi comune l'uso di<br />

categorie diagnostiche psichiatriche qu<strong>al</strong>e base delle ricerche di<br />

epidemiologia clinica. I critici sottolinearono la modesta affi<strong>da</strong>bilitˆ delle<br />

v<strong>al</strong>utazioni diagnostiche e dell'<strong>al</strong>to numero di forme transitorie o miste<br />

<strong>d'ansia</strong> che si osservavano in individui posti di fronte a pericoli esterni<br />

come in combattimento o durante i raids aerei. Negli anni 60, il modello<br />

dell'ansia come continuum fu posto in discussione <strong>da</strong>gli sviluppi delle<br />

ricerche cliniche. Alcuni studi clinici furono resi possibili <strong>da</strong>lla<br />

disponibilitˆ dei computers e <strong>da</strong>lle an<strong>al</strong>isi statistiche multivariate. Altre<br />

ricerche cliniche furono rese possibili <strong>da</strong>ll'efficacia di nuovi psicofarmaci<br />

come gli inibitori delle mono aminossi<strong>da</strong>si e gli antidepressivi triciclici.<br />

Lo sviluppo delle tecniche di an<strong>al</strong>isi statistica multivariata e la<br />

disponibilitˆ di computers ad <strong>al</strong>ta velocitˆ resero applicabili queste<br />

tecniche ai <strong>da</strong>ti di psicopatologia derivati <strong>da</strong> campioni <strong>al</strong>largati. In Gran<br />

Bretagna un'ampia discussione segu“ l'uso delle tecniche multivariate, in<br />

modo particolare l'uso della funzione discriminante e dell'an<strong>al</strong>isi<br />

fattori<strong>al</strong>e, per identificare i sottotipi <strong>al</strong>l'interno della depressione. In<br />

questo lavoro vi fu una controversia tra il gruppo di Newcastle, gui<strong>da</strong>to<br />

<strong>da</strong> Roth e coll. (HELLIOTT et <strong>al</strong>., 1986), e il gruppo di Londra di Lewis<br />

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