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la pagina del consulente S STUDIO GIANNONE ‘Valore normale’ per i benefit ai dipendenti aranno riviste le regole per la determinazione della base imponibile, ai fini Iva, per autoveicoli e telefonini cellulari assegnati in uso ai dipendenti. La ‘Legge comunitaria 2008’ rivede infatti i parametri per la definizione di tale imponibile, con la versione aggiornata del c.d. ‘valore normale’. Ad oggi quindi il ‘valore normale’ dovrebbe seguire l’intero importo che il cessionario o il committente, al medesimo stadio di commercializzazione di quello in cui avviene la cessione di beni o la prestazione di servizi, dovrebbero pagare, in condizioni di libera concorrenza, ad un cedente o prestatore indipendenti per ottenere i beni o i servizi in questione, nel tempo e nel luogo di tale cessione o prestazione. Qualora non si individuino fattispecie analoghe, si intenderà: a) Per le cessioni di beni: il prezzo di acquisto dei beni o di beni simili, o in mancanza, il prezzo di costo, determinati nel momento in cui si effettuano tali operazioni; b) Per le prestazioni di servizi, le spese sostenute dal soggetto passivo per l’esecuzione dei servizi medesimi. Sarà comunque un decreto a dover specificare i valori da prendere in considerazione per addivenire a degli imponibili congrui, che seguano la ratio della disposizione comunitaria, in modo da evitare che beni a Iva detratta possano essere oggetto di assegnazione al personale per un prezzo distante dal ‘valore normale’, così come specificato dalla disposizione stessa. In tal caso, l’Amministrazione finanziaria è autorizzata a effettuare gli adeguamenti del caso se accerta scostamenti dal valore normale, sebbene i parametri per la sua determinazione siano ancora tutti da stabilire. Considerato che, secondo quanto disposto dal D.P.R. 633/’72, la base imponibile Iva è costituita dall’ammontare dei corrispettivi pattuiti dalle parti, ogni scostamento da tale valore deve essere contenuto entro dei limiti che possano garantire il normale gettito fiscale. Pertanto, è verosimile ritenere che il prossimo decreto regolamenterà la materia stabilendo delle soglie forfettarie che determineranno la reale utilità recata dal bene a favore dell’utilizzatore. Pagina in collaborazione con Studio Giannone Consulenza Societaria e Tributaria 60
la pagina del consulente A STUDIO CASCONE Analisi e prevenzione dei rischi psicosociali: lo stress lavoro correlato lzi la mano chi di questi tempi non si sente in qualche modo “stressato”. E’ ormai luogo comune attribuire allo stile di vita frenetico a cui siamo purtroppo abituati, sul lavoro come nella quotidianità, disturbi e malesseri vari apparentemente senza una precisa origine. Ma cos’è effettivamente lo stress e, in particolare, lo stress lavoro correlato? Pur nella consapevolezza di non poter affrontare in poche righe un argomento così complesso e delicato, vale comunque la pena di focalizzare alcuni aspetti significativi, alla luce dell’importanza ed attualità che hanno assunto i cosiddetti “rischi psicosociali” (stress, mobbing, burn-out) nel processo di valutazione dei rischi lavorativi. Lo stress dovuto al lavoro può essere anche definito come “un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore” e può colpire chiunque, a qualsiasi livello, indipendentemente dal settore lavorativo e delle dimensioni aziendali. Si tratta quindi di un’esperienza soggettiva che può manifestarsi quando un individuo percepisce che le sue capacità sono insufficienti a sostenere il carico di lavoro cognitivo, emotivo e relazionale del lavoro. Sentirsi inadeguati prima ancora che essere inadeguati, può diventare motivo di innesco delle reazioni che poi sfociano nelle patologie e nelle alterazioni comportamentali stresscorrelate: insonnia, difficoltà di concentrazione, disturbi della digestione, disturbi cardiocircolatori, ansia, depressione, irritabilità, alterazioni dei comportamenti alimentari, tabagismo, alcolismo, ricorso a psicofarmaci, etc. D’altronde i cambiamenti in corso nel mondo del lavoro sottopongono i lavoratori a pressioni sempre maggiori. Si pensi al ridimensionamento delle imprese, all’esternalizzazione delle mansioni, al maggior bisogno di flessibilità in termini di impiego e competenza, all’accresciuto ricorso ai contratti a tempo determinato, alla più marcata precarietà del lavoro e all’intensificazione dell’attività lavorativa, nonché allo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. Secondo l’OSHA, l’agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro, lo stress legato all’attività lavorativa interessa quasi un lavoratore su quattro ed è responsabile del 50% di tutte le giornate lavorative perse. Le condizioni che nell’ambiente di lavoro possono favorire l’insorgenza di tale fenomeno possono essere molteplici: condizioni microclimatiche disagevoli, presenza di fattori chimici o fisici con intensità disturbante, isolamento o sovraffollamento, ritmi di lavoro elevati, ambiguità e conflitto di ruolo, scarsa trasparenza del modello organizzativo, aspettative disattese o irrealistiche, squilibrio tra responsabilità e 61 competenze, rapporti interpersonali insoddisfacenti, etc. Ai fattori ambientali ed organizzativi si associano poi le condizioni psicofisiche dell’individuo. Ciascuno di noi, infatti, reagisce in maniera diversa ai diversi stimoli cui è sottoposto. E’ nell’interesse dell’organizzazione che i rischi psicosociali vengano riconosciuti ancor prima del loro manifestarsi perché fin dal primo momento incidono sulla qualità del lavoro, sulla produzione, sul clima lavorativo e su molti altri aspetti organizzativi legati al fattore umano. Nel contesto lavorativo esistono degli indicatori attraverso i quali è possibile effettuare un’indagine preliminare per riconoscere la presenza di indizi sull’esistenza del fenomeno “stress lavorativo”, al fine di intraprendere le opportune azioni di prevenzione e contrasto, agendo sulle possibili cause scatenanti di cui si è in parte accennato. Occorre tenere ben presente tuttavia che l’argomento in questione coinvolge la sfera emotiva del lavoratore e che, pertanto, le varie azioni di indagine, analisi e contrasto del fenomeno andranno gestite sotto la supervisione di personale esperto in materia. E concludendo con una piccola variazione sul tema, in vista dell’approssimarsi delle ferie estive…cerchiamo almeno di non stressarci anche durante le vacanze! Salvatore Cascone Safety Manager - Studio Me.S.
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