La Dardagne N° 28 - Cjanive.it

**** I TEMPI****
Leggendo la “Dardagne” ho notato come parecchi articoli richiamino storie,
ricordi, tradizioni…dei tempi passati.
Storie di una volta in cui ho scoperto, riflettendo su di esse, esserci un qualcosa
in comune e di meraviglioso: infatti in quasi tutti questi articoli non solo emergono
ricordi nostalgici di un tempo vissuto e passato velocemente, ma anche e soprattutto
intensi sentimenti gioiosi per averlo vissuto.
Forse è solo una mia impressione, perché penso che anche i tempi passati presentassero
difficoltà di vita, più o meno dure, che le persone di allora dovevano affrontare
trovando varie e molte volte pesanti soluzioni per superarle.
Ma allora dove sta questa gioiosa serenità che traspare dagli articoli della
"Dardagne'"? Penso di essere sufficientemente anziano per cercare di capire e dare una risposta;
sta "in primis" nella diversità delle persone di quel tempo che si approcciavano
alla realtà certamente in un modo profondamente diversi da quello che avviene ai giorni
nostri.
Oggi ci si affida, più alla tecnica che alle proprie capacità umane; si punta più sul
virtuale che su reale, perdendo cosi di vista il vero senso della vita ed i suoi valori; questo ci
rende più deboli e meno capaci di affrontare le situazioni di difficoltà e disagi vari che incontriamo
lungo il percorso della nostra vita.
Questo può generare rapporti difficili tra le persone e nel contempo un vivere con poca
serenità.
Il tempo, in questo campo, si dimostra un gran maestro di vita, riporta nel presente un
passato, trascorso velocemente, da cui possiamo trarre importanti insegnamenti; fa capire
come la vita ci sfugga tra le mani, ma come pur sfuggendoci possiamo fermarla nei suoi
momenti più belli e significativi come raccontato negli articoli della '"Dardagne", che
fanno rivivere i tempi del passato di questa nostre comunità di Caneva e Casanova.
Emerge un mondo semplice e pieno di umanità, che va recuperato e fatto
camminare a fianco del tecnicismo di oggi; tecnicismo che dobbiamo vedere e accettare
esclusivamente come supporto, non come sostituto, del nostro umano e spirituale
che vive con tutta la sua forza dentro la nostra esterna carcassa corporea.
TARCISIO CESCATO