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Scarica la scheda in formato .pdf - Veneto Agricoltura

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<strong>in</strong>vernale, comprenda prevalentemente (o esclusivamente)<br />

<strong>in</strong>dividui di un unico genere (maschili<br />

o femm<strong>in</strong>ili). In questo caso, al<strong>la</strong> ridotta diversità<br />

genetica di un popo<strong>la</strong>mento ottenuto per via vegetativa,<br />

si aggiunge anche <strong>la</strong> ridotta (o mancata)<br />

possibilità di riproduzione gamica per gli <strong>in</strong>dividui<br />

adulti, limite evidente nel caso di comunità create<br />

per aumentare <strong>la</strong> stabilità dell’ecosistema, anche<br />

dal punto di vista naturalistico.<br />

<strong>la</strong> propagazione per seme<br />

I limiti evidenziati per <strong>la</strong> propagazione vegetativa<br />

sono superati dall’impiego di piant<strong>in</strong>e nate dal<strong>la</strong><br />

germ<strong>in</strong>azione di seme, raccolto nelle popo<strong>la</strong>zioni<br />

naturali di salice e fatto germ<strong>in</strong>are <strong>in</strong> vivaio. Anche<br />

queste piante possono essere allevate <strong>in</strong> contenitore.<br />

I tempi di produzione, a parità di dimensioni<br />

f<strong>in</strong>ali rispetto al materiale ottenuto da talea legnosa,<br />

sono più lunghi, ma dal punto di vista del<strong>la</strong><br />

varietà genetica il materiale è certamente migliore.<br />

I vantaggi del<strong>la</strong> propagazione vegetativa (moltiplicazione<br />

<strong>in</strong> vivaio di <strong>in</strong>dividui identici a quelli<br />

<strong>in</strong> natura) possono essere comb<strong>in</strong>ati con quelli<br />

del<strong>la</strong> propagazione per seme (mantenimento<br />

del<strong>la</strong> diversità genetica). Nell’ambito di progetti<br />

di conservazione di specie o di ecotipi rari, di cui<br />

un esempio per il <strong>Veneto</strong> può essere S. rosmar<strong>in</strong>ifolia<br />

del<strong>la</strong> costa (circoscritto a due località: alle<br />

foci del Tagliamento e sul litorale del Cavall<strong>in</strong>o), <strong>la</strong><br />

produzione vivaistica si pone l’obiettivo di produrre<br />

piant<strong>in</strong>e caratterizzate da maggiore variabilità<br />

genetica. Nel primo anno è possibile realizzare una<br />

collezione <strong>in</strong> vivaio che riproduce gli <strong>in</strong>dividui <strong>in</strong><br />

natura, partendo da talee raccolte su più genotipi,<br />

maschili e femm<strong>in</strong>ili nelle diverse località di crescita.<br />

Le piante orig<strong>in</strong>ate dal<strong>la</strong> radicazione delle talee<br />

potranno produrre seme a partire dal<strong>la</strong> seconda<br />

stagione vegetativa, con il beneficio dello scambio<br />

Come si è visto, i salici fanno parte di ecosistemi<br />

partico<strong>la</strong>ri, generalmente divenuti più o meno<br />

m<strong>in</strong>acciati e rari a causa delle attività antropiche.<br />

In queste situazioni i salici occupano spesso il<br />

ruolo di “specie-chiave”, ovvero di elementi centrali<br />

dell’ecosistema a cui è re<strong>la</strong>zionata <strong>la</strong> presenza di<br />

altre specie (<strong>in</strong>setti, piccoli mammiferi, uccelli),<br />

legate da complessi rapporti trofici e funzionali.<br />

Inoltre, spesso le zone umide a vegetazione arborea<br />

e arbustiva fungono da corridoio faunistico, <strong>in</strong><br />

quanto parte essenziale di una rete di collegamento<br />

fra gli ambienti naturali. Per questo <strong>la</strong> ricostituzione<br />

o <strong>la</strong> r<strong>in</strong>aturalizzazione delle comunità vegetali<br />

di questi ambienti assume rilevanza nel contesto<br />

delle strategie di conservazione del<strong>la</strong> biodiversità a<br />

livello di territorio.<br />

L’impiego dei salici per il riprist<strong>in</strong>o ambientale va<br />

collocato nell’ambito di progetti che prendono <strong>in</strong><br />

6<br />

pOssIbIlI ImpIEghI DEI salIcI<br />

Figura 9 - Piant<strong>in</strong>a di Salix g<strong>la</strong>bra ottenuta da seme.<br />

genico fra i diversi <strong>in</strong>dividui attigui nel<strong>la</strong> collezione.<br />

Dai semi, opportunamente trattati per <strong>la</strong> germ<strong>in</strong>azione,<br />

saranno allevati i semenzali <strong>in</strong> contenitore<br />

pronti per l’impiego nel terzo o quarto anno. In<br />

questo modo si produce materiale con maggiore<br />

diversità genetica sia rispetto a quello ottenibile<br />

dal<strong>la</strong> propagazione vegetativa, sia a quello ottenuto<br />

da seme proveniente da una località ristretta o<br />

da pochi <strong>in</strong>dividui.<br />

esame <strong>la</strong> vegetazione potenziale del sito, riferimento<br />

essenziale per <strong>la</strong> scelta delle specie rispetto alle<br />

caratteristiche ecologiche e sociologiche di esse.<br />

L’obiettivo dell’<strong>in</strong>tervento dovrebbe garantire, dopo<br />

l’<strong>in</strong>sediamento di una vegetazione <strong>in</strong>iziale di carattere<br />

pioniero rappresentata dal saliceto, il decorso<br />

del<strong>la</strong> successione naturale con <strong>la</strong> comparsa di specie<br />

più longeve senza eccessivi <strong>in</strong>terventi, al f<strong>in</strong>e di riprist<strong>in</strong>are<br />

un ecosistema autosufficiente per capacità<br />

rigenerativa o resistenza al disturbo. Solo <strong>in</strong> casi partico<strong>la</strong>ri,<br />

come nel<strong>la</strong> difesa delle sponde di un torrente,<br />

potrebbe essere <strong>in</strong>vece conveniente conservare,<br />

mediante periodiche ceduazioni, l’evoluzione del<strong>la</strong><br />

vegetazione a uno stadio pioniero di saliceto.<br />

L’importanza faunistica è sottol<strong>in</strong>eata dall’impiego<br />

del salice nell’apicoltura tradizionale: una pianta<br />

di grandi dimensioni (soprattutto Salicone o Salice<br />

dafnoide) veniva tipicamente collocata <strong>in</strong> prossi-

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