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Pentiti di niente 15_10_08 - Xaaraan – Il blog di Antonella Beccaria ...

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<strong>Pentiti</strong> <strong>di</strong> <strong>niente</strong> <strong>15</strong>_<strong>10</strong>_<strong>08</strong> 14-11-20<strong>08</strong> <strong>10</strong>:45 Pagina 42<br />

Ma al concessionario accade qualcosa <strong>di</strong> inusuale nel periodo<br />

che intercorre tra l’or<strong>di</strong>nazione e il ritiro del veicolo, avvenuto<br />

nel settembre 1975. <strong>Il</strong> riven<strong>di</strong>tore infatti ricorda il nome <strong>di</strong> Piar<strong>di</strong>,<br />

ma <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> non poterlo identificare per una ragione molto<br />

semplice: non l’ha mai visto in faccia. A or<strong>di</strong>nare l’auto infatti<br />

non era stato <strong>di</strong>rettamente lui, ma Brunello Puccia, il gestore <strong>di</strong><br />

un bar <strong>di</strong> via Roggia Scagna, che ne or<strong>di</strong>na anche un’altra per<br />

sé e che gli consegna il certificato <strong>di</strong> residenza <strong>di</strong> Gennaro Piar<strong>di</strong>.<br />

Ma salta fuori anche un’ulteriore auto, la terza, identica alle<br />

precedenti, acquistata da un amico del barista, Alberto Monfrini.<br />

Tutte le utilitarie sono state pagate per intero in contanti.<br />

Strano, pensano gli inquirenti, che decidono <strong>di</strong> controllare i<br />

conti correnti <strong>di</strong> Puccia e <strong>di</strong> Monfrini accorgendosi che tra il<br />

<strong>15</strong> maggio e il 17 giugno 1975 il secondo aveva effettuato un<br />

versamento <strong>–</strong> sempre in contanti <strong>–</strong> <strong>di</strong> <strong>10</strong> milioni <strong>di</strong> lire e che<br />

nello stesso periodo entrambi avevano ricevuto assegni circolari<br />

<strong>di</strong> importo simile da un tale Giuseppe Astore. <strong>Il</strong> quale a sua<br />

volta finisce nell’indagine e si vede che aveva effettuato anche<br />

versamenti a proprio favore il cui valore complessivo supera gli<br />

importi poi girati a Puccia e Monfrini.<br />

Astore sembra cascare dalle nuvole quando si ritrova indagato<br />

e nega ogni addebito: sostiene <strong>di</strong> non conoscere Monfrini e tutti<br />

i movimenti economici, che ne comprendono altri in contanti,<br />

non sono altro che un favore a Puccia con il quale ha un<br />

rapporto che rasenta la banalità: i due infatti vivono uno <strong>di</strong><br />

fronte all’altro, sullo stesso pianerottolo, in un condominio <strong>di</strong><br />

via Meucci. Astore prosegue raccontando che il <strong>di</strong>rimpettaio<br />

gli è sempre sembrata una brava persona o quanto meno uno<br />

che <strong>di</strong> casino mai ne aveva fatto e che aveva sempre risposto<br />

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