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La gestione del conflitto - Comune di Campagnano di Roma

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<strong>La</strong> <strong>gestione</strong> <strong>del</strong><br />

<strong>conflitto</strong> è la<br />

fase più<br />

<strong>del</strong>icata <strong>del</strong>le<br />

relazioni <strong>di</strong><br />

gruppo<br />

Attivare i<br />

meccanismi <strong>di</strong><br />

razionalità e<br />

alleanza per<br />

rimuovere le<br />

<strong>di</strong>verse forme<br />

<strong>di</strong> <strong>conflitto</strong>:<br />

semplice,<br />

minaccioso e<br />

catastrofico<br />

2.2.3 <strong>La</strong> <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>conflitto</strong><br />

<strong>La</strong> comunicazione interpersonale<br />

L’attenzione alla <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>conflitto</strong> è uno dei compiti principali <strong>del</strong> coor<strong>di</strong>natore <strong>di</strong><br />

un gruppo in particolare nella fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione e nel confronto tra singoli.<br />

Si devono <strong>di</strong>stinguere i conflitti personali da quelli organizzativi, interni al gruppo o<br />

tra gruppi.<br />

Il <strong>conflitto</strong> personale si manifesta quando non corrispondono le competenze<br />

in<strong>di</strong>viduali con le competenze attese o i compiti assegnati dall'organizzazione, ciò<br />

provoca insod<strong>di</strong>sfazione e demotivazione. Le cause prevalenti sono:<br />

• incompatibilità tra persona e compiti;<br />

• incompatibilità tra bisogni <strong>del</strong>la persona e obiettivi organizzativi;<br />

• richieste eccessive da parte <strong>del</strong>l'organizzazione rispetto alle reali capacità <strong>del</strong>la<br />

persona.<br />

Il <strong>conflitto</strong> tra membri <strong>di</strong> un gruppo è spesso causato da fattori legati a:<br />

• gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dei gruppi <strong>di</strong> lavoro;<br />

• gruppi eterogenei per atteggiamenti, valori, interessi, stili interpersonali;<br />

• ambienti con una elevata competitività interna.<br />

Il <strong>conflitto</strong> tra gruppi <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>versi emerge per una serie <strong>di</strong> fattori:<br />

• forte <strong>di</strong>fferenziazione tra i funzioni o progetti <strong>di</strong> una stessa organizzazione;<br />

• elevata inter<strong>di</strong>pendenza tra aree e funzioni;<br />

• risorse limitate.<br />

Ogni forma <strong>di</strong> comunicazione, relazione, gruppalità, conduce spesso a situazioni<br />

conflittuali. E’ importante verificare quando tali manifestazioni possano verificarsi.<br />

Il <strong>conflitto</strong> può manifestarsi con modalità più o meno intense.<br />

Possiamo parlare quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>:<br />

• <strong>conflitto</strong> semplice;<br />

• <strong>conflitto</strong> minaccioso;<br />

• <strong>conflitto</strong> catastrofico.<br />

Possiamo parlare <strong>di</strong> <strong>conflitto</strong> semplice quando operiamo una scelta fra 2 vie aventi lo<br />

stesso scopo. <strong>La</strong> scelta non porta l’in<strong>di</strong>viduo verso uno stato <strong>di</strong> prostrazione ne verso<br />

un sentimento <strong>di</strong> <strong>conflitto</strong> puro.<br />

E’ ovvio che la motivazione è fondamentale affinché si possa parlare <strong>di</strong> vera e<br />

propria conflittualità.<br />

Quando insieme con il <strong>conflitto</strong> si unisce l’elemento minaccia avremo un <strong>conflitto</strong><br />

minaccioso, dove, pur trattandosi sempre <strong>di</strong> operare una scelta, avremo però una<br />

scelta fra due <strong>di</strong>versi scopi, ambedue vitali. Qui una reazione <strong>di</strong> scelta non elimina il<br />

<strong>conflitto</strong> in quanto decidere è rinunziare a qualche cosa che risulta necessario<br />

almeno quanto quello che viene scelto. Rinunziare a un fine o alla sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong><br />

un bisogno è qualcosa <strong>di</strong> minaccioso e anche dopo che la scelta è stata effettuata gli<br />

effetti <strong>di</strong> minaccia persistono.<br />

Ma non mancano anche situazioni <strong>di</strong> <strong>conflitto</strong> catastrofico dove alternative non<br />

esistono.<br />

In sostanza vi sono due tipi <strong>di</strong> situazioni conflittuali o reazioni <strong>di</strong> <strong>conflitto</strong>. Quelle in<br />

cui si reagisce a una minaccia e quelle in cui non si reagisce.<br />

Un comportamento anomalo nasce dalla minaccia <strong>di</strong> frustrazione o dalla frustrazione<br />

effettiva dei bisogni fondamentali.<br />

Talvolta uscire da una situazione <strong>di</strong> <strong>conflitto</strong> è cosa ardua.<br />

Per esempio quando siamo in un ambiente <strong>di</strong> lavoro spesso ci sentiamo perseguitati<br />

dal giu<strong>di</strong>zio degli altri soprattutto quando non riusciamo ad avere una buona stima <strong>di</strong><br />

noi stessi.<br />

L’istinto spesso non frena al momento giusto le relazioni <strong>del</strong>l’uomo così, i due<br />

soggetti interessati alla <strong>di</strong>scussione, finiscono con la chiusura totale <strong>del</strong> loro<br />

rapporto.<br />

1


Cambiare la<br />

relazione<br />

conflittuale<br />

attraverso<br />

l'integrazione,<br />

la<br />

sottomissione,<br />

il dominio,<br />

l'elusione e<br />

l'alleanza<br />

<strong>La</strong> comunicazione interpersonale<br />

I meccanismi <strong>di</strong> rimozione <strong>del</strong> <strong>conflitto</strong> implicano:<br />

• l’uso <strong>del</strong>la razionalità rappresenta un buon meccanismo per la rimozione <strong>del</strong>lo<br />

stato <strong>di</strong> conflittualità fra 2 o più persone, ma tale stato <strong>di</strong> conflittualità è<br />

impregnato <strong>di</strong> emotività, la quale spesso impe<strong>di</strong>sce il recupero <strong>del</strong>la relazione;<br />

• l’alleanza con il nostro avversario risulta un meccanismo strategico affinché si<br />

rimuova la conflittualità.<br />

Infatti entrando nella sfera <strong>del</strong>l’atro, siamo più <strong>di</strong>sponibili a guardare anche i bisogni<br />

altrui e sod<strong>di</strong>sfarli in alcuni casi rinunciando temporaneamente alla sod<strong>di</strong>sfazione dei<br />

nostri stessi bisogni senza subirne una conseguente frustrazione.<br />

E’ interessante riflettere su come uscire fuori dagli schemi rigi<strong>di</strong> che si prefigge a<br />

priori, impostici dal ruolo stesso, cambiare totalmente il tipo <strong>di</strong> relazione conflittuale<br />

che si è creata.<br />

<strong>La</strong>sciare andare alcuni elementi è un gesto <strong>di</strong> fiducia che l’in<strong>di</strong>viduo compie nei<br />

confronti <strong>di</strong> se stesso.<br />

Come in<strong>di</strong>viduo in grado <strong>di</strong> fronteggiare e controllare una situazione nuova e <strong>di</strong><br />

fiducia anche nelle possibilità <strong>del</strong>l’altro.<br />

Per esempio in un gruppo <strong>di</strong> lavoro il leader potrebbe anche mettere in <strong>di</strong>scussione<br />

il proprio potere per cedere lo scettro all’altro<br />

Vi sono <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> possibili <strong>di</strong> <strong>gestione</strong> <strong>del</strong> <strong>conflitto</strong>:<br />

• l'integrazione implica notevole scambio <strong>di</strong> informazioni e comune volontà <strong>di</strong><br />

collaborazione. Questa modalità è appropriata nelle situazioni in cui i risultati da<br />

raggiungere sono complessi, quando è necessaria una sintesi <strong>di</strong> idee per<br />

soluzioni migliori, quando è necessaria collaborazione per raggiungere risultati,<br />

quando c'è tempo a <strong>di</strong>sposizione per risolvere il problema, quando il problema<br />

non si può risolvere da soli, quando sono necessarie le risorse <strong>del</strong>le parti. E'<br />

inappropriata nelle situazioni in cui il problema è semplice e quando necessaria<br />

risposta imme<strong>di</strong>ata;<br />

• la sottomissione è lo stile che cerca <strong>di</strong> enfatizzare la comunanza <strong>di</strong> interessi. E'<br />

appropriato nelle situazioni in cui si pensa <strong>di</strong> essere in torto, il risultato è più<br />

importante per la controparte, quando si concede qualcosa ora per ottenere<br />

qualcos'altro in futuro, quando si tratta da una posizione <strong>di</strong> debolezza, quando si<br />

privilegia il mantenimento dei buoni rapporti. E' inappropriato nelle situazioni in<br />

cui il risultato è importante per noi, quando si pensa <strong>di</strong> essere nel giusto;<br />

• attraverso il dominio si perseguono gli obiettivi ignorando quelli degli altri,<br />

spesso forzando la mano. E' appropriato nelle situazioni in cui il risultato è <strong>di</strong><br />

poco conto, quando c'è bisogno <strong>di</strong> decisioni rapide, quando c'è maggiore<br />

competenza in merito a decisioni tecniche. E' inappropriato quando il risultato è<br />

complesso, per risultati <strong>di</strong> scarsa importanza, in presenza <strong>di</strong> una controparte<br />

potente, quando non c'è fretta, quando i collaboratori hanno alto grado <strong>di</strong><br />

competenza;<br />

• con l'elusione si evita il confronto, la <strong>di</strong>sputa, accantonando la questione. E'<br />

appropriato nelle situazioni in cui il risultato è <strong>di</strong> poco conto, quando è necessario<br />

prendere <strong>del</strong> tempo per calmarsi, quando affrontare l'altro è più <strong>di</strong>sfunzionale<br />

<strong>del</strong>l'utilità <strong>del</strong> risultato. Invece risulta inappropriato nel caso in cui il risultato è<br />

importante per noi, quando è nostra responsabilità prendere una decisione,<br />

quando c'è riluttanza tra le parti nel rimandare la questione, quando il problema<br />

necessita <strong>di</strong> attenzione imme<strong>di</strong>ata.<br />

L'alleanza si ha nel caso in cui ciascuna <strong>del</strong>le controparti rinuncia a qualcosa<br />

facendo al contempo i propri interessi. E' appropriato quando gli scopi <strong>del</strong>le<br />

controparti sono a somma zero, quando le parti sono potenti alla stessa stregua,<br />

quando è impossibile raggiungere unanime consenso, quando gli stili Dominio e<br />

Integrazione non hanno avuto successo, quando è necessaria una soluzione<br />

temporanea a un problema complesso. E' inappropriato invece quando una parte è<br />

molto più potente.<br />

2

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