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pdf1 - Economia

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Capitolo 15<br />

Richiami di microeconomia<br />

15.1 Le preferenze e l’utilità<br />

Nell’analisi microeconomica si può decidere di descrivere ogni soggetto attraverso<br />

una funzione di utilità oppure attraverso le sue preferenze. Le due<br />

vie non sono identiche a meno che non esistano dei vincoli particolari sulle<br />

preferenze.<br />

Avendo a disposizione due possibili panieri x ∈ R n×1 e y ∈ R n×1 (entrambi<br />

composti da n beni) si può, allora, procedere in due modi:<br />

1. stabilire una relazione di preferenza nella forma x % y, indicando con il<br />

simbolo % la preferenza debole (ovvero il fatto che tutti i beni contenuti<br />

in x non sono mai peggiori dei beni contenuti in y),<br />

2. stabilire un livello di soddisfazione derivante dal consumo dei panieri<br />

x e y che sia misurabile da una funzione di utilità U (x) e U (y)<br />

rispettivamente.<br />

Ci si domanda sotto quali condizioni i due approcci forniscono lo stesso<br />

risultato (ovvero determinano la stessa scelta per il consumatore). Il<br />

risultato che si ottiene si può riassumere come nella Proposizione 15.1.1.<br />

Proposizione 15.1.1 Se le preferenze sono un ordine (cioè complete, riflessive,<br />

transitive) e sono continue, allora esiste una sola funzione di utilità<br />

continua U : R n + → R (a meno di una trasformazione monotòna crescente)<br />

tale che<br />

x % y ⇔ U (x) ≥ U (y) .


348 15. Richiami di microeconomia<br />

Ricordo, di seguito, la definizione di razionalità che viene data nei testi<br />

di microeconomia.<br />

Definizione 15.1.1 Le preferenze deboli % sono razionali se e solo se sono<br />

un ordine (cioè complete, riflessive e transitive).<br />

Piccolo riassunto circa le tre proprietà di un «ordine»:<br />

1. completezza: su tutto il dominio delle preferenze deve valere almeno<br />

una delle due relazioni: x % y, y % x; quando valgono entrambe allora<br />

x ∼ y indicando con ∼ la relazione di indifferenza;<br />

2. riflessività: su tutto il dominio delle preferenze deve valere x ∼ x;<br />

3. transitività: su tutto il dominio delle preferenze se x è preferito (debolmente)<br />

a y e y è preferito (debolmente) a z allora deve valere che<br />

x sia preferito (debolmente) a z.<br />

N.B. 15.1.1 La riflessività vale se vale la completezza e, dunque, alcuni<br />

libri di testo non riportano la seconda condizione tra quelle necessarie per<br />

poter definire «razionali» le preferenze. Infatti, inserendo lo stesso bene<br />

nella definizione di completezza, si ha che deve valere sia x % x sia x % x<br />

ovvero x ∼ x.<br />

Le condizioni da rispettare affinché esista (almeno) una funzione di utilità<br />

in grado di descrivere le preferenze dei consumatori hanno suscitato non<br />

poche polemiche tra gli economisti. In particolare la transitività sembra<br />

essere decisamente un’ipotesi forte.<br />

Nell’ambito finanziario, la situazione diviene più complessa da un lato<br />

e più semplice da un altro. La semplificazione si ha poiché, anziché avere<br />

una pluralità di beni, si ha un bene solo che è il denaro (o la ricchezza); la<br />

complicazione deriva dal fatto che gli eventi da prendere in considerazione<br />

non sono certi ma sono delle variabili aleatorie. Osservo, nel paragrafo che<br />

segue, come affrontare questo caso.


15.2. Preferenze sui titoli-lotterie 349<br />

15.2 Preferenze sui titoli-lotterie<br />

Nella teoria del rischio, anziché scegliere su particolari beni o panieri di<br />

beni, si devono effettuare scelte su «giochi» o «lotterie» che forniscono,<br />

come risultato, una vincita o una perdita misurabile in termini monetari (o<br />

di beni).<br />

La tipica «lotteria» dell’approccio microeconomico coincide esattamente<br />

con un qualsiasi titolo sul mercato finanziario (il prezzo del titolo, inoltre,<br />

coincide con il costo di partecipare alla lotteria). Si può, allora, riprendere<br />

l’iniziale formulazione di un mercato finanziario indicando con S (t) il prezzo<br />

di un titolo e con S (t +1,j) il prezzo del titolo, nel periodo successivo, e<br />

nello stato del mondo j.<br />

Il titolo, ovviamente, può essere l’oggetto di preferenze da parte dei consumatori<br />

i quali sono chiamati, per esempio, a scegliere quale titolo acquistare<br />

tra due possibili. Sembra estremamente conveniente, ancora una<br />

volta, come nel paragrafo precedente, cercare di tradurre le preferenze in<br />

una funzione di utilità.<br />

Se prendiamo in considerazione i singoli stati del mondo, sappiamo che<br />

quando si verifica lo stato del mondo j un soggetto ottiene l’utilità<br />

U (S (t +1,j))<br />

e questo accade con una certa probabilità che possiamo chiamare πj. Evidentemente,<br />

dunque, possiamo calcolare l’utilità attesa della lotteria come<br />

Et [U (S (t +1))]=<br />

nX<br />

πjU (S (t +1,j)) .<br />

j=1<br />

Ora ci poniamo questa domanda: esiste (almeno) una funzione di utilità<br />

per cui l’utilità di una lotteria coincide con la sua utilità attesa (detta di<br />

Von Neumann-Morgenstern)? Ovvero: esiste Û (S (t +1))tale che<br />

Û (S (t +1))=<br />

nX<br />

πjU (S (t +1,j))?<br />

j=1<br />

La risposta è affermativa ma solo sotto una condizione aggiuntiva rispetto<br />

a quelle già elencate nella Proposizione 15.1.1. Riporto di seguito<br />

il principale risultato riguardante la teoria delle scelte in condizioni di<br />

incertezza.


350 15. Richiami di microeconomia<br />

Teorema 15.2.1 (dell’utilità attesa) Se le preferenze sulle lotterie sono<br />

razionali (cioè complete, riflessive e transitive), continue e soddisfano l’assioma<br />

di indipendenza, alloraesisteunasolafunzionediutilitàcontinua<br />

U : R n + → R (a meno di una trasformazione affine crescente) tale che<br />

S1 º S2 ⇔<br />

nX<br />

πjU (S1,j) ≥<br />

j=1<br />

nX<br />

πjU (S2,j) .<br />

Che cos’è l’assioma di indipendenza (esso è anche detto «assioma di<br />

indipendenza dalle alternative irrilevanti»)? La definizione è quella<br />

che segue.<br />

Assioma 15.2.1 (indipendenza dalle alternative irrilevanti) Dati<br />

tre titoli S1, S2 e S3 eunnumerorealeα ∈ (0, 1) vale<br />

j=1<br />

S1 % S2 ⇔ αS1 +(1− α) S3 % αS2 +(1− α) S3.<br />

Questo assioma chiede che un soggetto basi le sue scelte solo sulle parti<br />

diverse di due lotterie. Nei seguenti paragrafi mostro alcuni importanti<br />

risultati riguardanti l’attendibilità dell’assioma dell’indipendenza.<br />

15.3 Il paradosso di Allais<br />

Allais propose a Von-Neumann e Morgenstern il seguente gioco per mettere<br />

alla prova la loro teoria dell’utilità attesa. Si considerino queste due lotterie:<br />

½ ½<br />

A1 =1<br />

B1 =5 B2 =1 B3 =0<br />

A =<br />

B =<br />

π1 =1<br />

π1 =0.1 π2 =0.89 π3 =0.01<br />

quale si sceglie?<br />

Secondo la teoria dell’utilità attesa si preferisce A rispetto a B se vale<br />

A % B ⇔ U (1) ≥ 0.1U (5) + 0.89U (1) + 0.01U (0)<br />

⇔ 0.11U (1) ≥ 0.1U (5) + 0.01U (0) .


15.3. Il paradosso di Allais 351<br />

Il giocatore, poi, viene messo di fronte a un’altra scelta (questa volta tra<br />

due lotterie vere e proprie e non degeneri)<br />

½ ½<br />

A1 =1 A2 =0<br />

D1 =5 D2 =0<br />

C =<br />

D =<br />

π1 =0.11 π2 =0.89<br />

π1 =0.1 π2 =0.9<br />

da cui C è preferito a D se vale<br />

C % D ⇔ 0.11U (1) + 0.89U (0) ≥ 0.1U (5) + 0.9U (0)<br />

⇔ 0.11U (1) ≥ 0.1U (5) + 0.01U (0) .<br />

La teoria dell’utilità attesa ci fa dunque concludere che la lotteria A è<br />

preferita a B seesoloselalotteriaC èpreferitaaD.<br />

Una tale scelta, tuttavia, non è molto comune. Infatti i soggetti sottoposti<br />

a esperimento tendono a scegliere A rispetto a B ma, posti di fronte a C<br />

e D, tendono a preferire D. Il principale problema che sorge nella percezione<br />

delle due coppie di lotterie si deve alla presenza di un guadagno certo nella<br />

prima. Questo altera significativamente il comportamento dei soggetti. La<br />

«certezza», infatti, risulta sempre assai preferita da coloro che sono avversi<br />

al rischio.<br />

Una possibile soluzione al paradosso di Allais è stata trovata indebolendo<br />

l’assioma di indipendenza. L’assioma che viene suggerito al suo posto è<br />

quello detto betweenness (che potremmo tradurre con «via di mezzo»).<br />

Assioma 15.3.1 (betweenness) Dati due titoli S1, S2 eunnumeroreale<br />

α ∈ (0, 1) vale<br />

S1 ∼ S2 ⇔ αS1 +(1− α) S2 ∼ S1.<br />

L’assioma richiede che, mischiando due lotterie indifferenti attraverso<br />

una combinazione lineare, si ottenga una lotteria anch’essa indifferente a<br />

quelle iniziali. Appare evidente come questo assioma sia un caso particolare<br />

di quello di indipendenza (basta porre z = y in quello e assumere x ∼ y).<br />

Tuttavia l’assioma dell’indipendenza non può essere tratto da quest’ultimo<br />

(il quale, evidentemente, pone delle condizioni meno restrittive). Vedremo<br />

successivamente come il meccanismo dei mercati finanziari possa contribuire<br />

a eliminare gli operatori le cui preferenze non rispettano l’assioma di<br />

indipendenza.


352 15. Richiami di microeconomia<br />

15.4 Il paradosso di Ellsberg<br />

Ci viene detto che un’urna contiene 300 palline di cui 100 sono rosse e 200<br />

sono blu o verdi. Ci vengono proposte le seguenti lotterie<br />

½ ½<br />

A1 = 1000 A2 =0<br />

B1 = 1000 B2 =0<br />

A =<br />

B =<br />

rosso non rosso<br />

blu non blu<br />

e la nostra scelta viene effettuata nei termini seguenti:<br />

A % B<br />

⇔ 1<br />

µ<br />

U (1000) + 1 −<br />

3 1<br />

<br />

U (0) ≥ P (blu) U (1000) + (1 − P (blu)) U (0)<br />

3<br />

µ <br />

µ <br />

1<br />

1<br />

⇔ − P (blu) U (1000) ≥ − P (blu) U (0) .<br />

3 3<br />

Ci viene poi data la possibilità di scegliere tra le due lotterie<br />

C =<br />

½ C1 = 1000 C2 =0<br />

non rosso rosso<br />

sulle quali la scelta implica<br />

D =<br />

½ D1 = 1000 D2 =0<br />

non blu blu<br />

C % D<br />

µ<br />

⇔ 1 − 1<br />

<br />

U (1000) +<br />

3<br />

1<br />

U (0) ≥ (1 − P (blu)) U (1000) + P (blu) U (0)<br />

3<br />

µ <br />

µ <br />

1<br />

1<br />

⇔ − P (blu) U (1000) ≤ − P (blu) U (0)<br />

3 3<br />

La conclusione è che se un soggetto sceglie A rispetto a B allora deve<br />

scegliere D rispetto a C. I soggetti a cui è stato proposto l’esperimento<br />

hanno spesso scelto A rispetto a B epoiCrispetto a D mostrando una<br />

scelta incoerente con il metodo dell’utilità attesa.<br />

La spiegazione psicologica del comportamento descritto da Ellsberg risiede<br />

nell’errata valutazione che si fa delle probabilità. In particolare si attua<br />

un processo logico diverso per valutare la probabilità che qualcosa accada<br />

rispetto alla probabilità che qualcosa non accada.<br />

15.5 Il paradosso di Machina<br />

Siano dati i seguenti eventi: A = vincere una gita a Venezia; B = vincere<br />

una videocassetta su Venezia; C = nessuna vincita. Supponiamo che le


15.6. Il paradosso di S. Pietroburgo-Menger 353<br />

preferenze di un soggetto siano: U (A) >U(B) >U(C). Adesso vengono<br />

proposte due lotterie<br />

½ ½<br />

A B<br />

A C<br />

X =<br />

Y =<br />

0.999 0.001<br />

0.999 0.001<br />

L’assioma di indipendenza ci obbliga a scegliere la prima lotteria. La<br />

vincita di A, infatti, avviene nelle due lotterie con la stessa probabilità mentre<br />

esse differiscono solo per il risultato alternativo. Poiché U (B) >U(C)<br />

ciascun agente le cui preferenze soddisfacciano l’assioma di indipendenza<br />

deve concludere che U (X) >U(Y ).<br />

Supponiamo, quindi, che l’agente scelga la lotteria X e che, con un colpo<br />

di sfortuna, non vinca il viaggio a Venezia. Potrebbe sentirsi piuttosto<br />

miserabile a guardare il documentario in videocassetta. Questo significa che<br />

prima di giocare vale U (B) >U(C) ma, una volta che si è giocato e si è<br />

perso, le preferenze si modificano.<br />

Faccio notare al lettore che questo non è propriamente un paradosso<br />

poiché si tratta di una drastica violazione dell’ipotesi che l’utilità rimanga<br />

la stessa in tutti gli stati del mondo.<br />

15.6 Il paradosso di S. Pietroburgo-Menger<br />

La lotteria che si propone qui è la seguente: si lancia una moneta fino<br />

a quando non compare croce. Quando all’ennesimo lacio compare croce,<br />

la lotteria paga una cifra xn. La probabilità di ricevere x1 è dunque 1<br />

(probabilità che esca subito croce). La probabilità di ricevere x2 è 1<br />

2<br />

2<br />

· 1<br />

2 cioè<br />

la probabilità che esca prima testa e poi croce. Lo schema della lotteria è<br />

allora il seguente:<br />

½<br />

x1 x2 ... xn ...<br />

X = ¡ ¢<br />

1 1 2<br />

2 2 ... ¡ ¢<br />

1 n<br />

2 ...<br />

L’utilità attesa di questa lotteria è<br />

∞X<br />

µ i<br />

1<br />

U (xi) .<br />

2<br />

i=1<br />

C’è da domandarsi, ovviamente, se il valore di questa utilità attesa sia<br />

finito o infinito. Nel caso, infatti, in cui tale valore sia infinito, un giocatore<br />

sarebbe disposto a pagare qualsiasi somma pur di giocare.


354 15. Richiami di microeconomia<br />

Il primo studio fatto su questo tipo di lotteria (nel 1738) risale a Daniel<br />

Bernoulli il quale ne aveva studiato la versione in cui la vincita è xn =2 n .<br />

Il valore atteso della lotteria è<br />

E [X] =<br />

∞X<br />

i=1<br />

2 i<br />

µ i<br />

1<br />

=<br />

2<br />

∞X<br />

1=∞,<br />

e quindi Bernoulli concludeva che, in teoria, qualsiasi prezzo finito avrebbe<br />

reso la lotteria un gioco vantaggioso. Tuttavia la pratica gli dava torto.<br />

I marinai di S. Pietroburgo, che giocavano veramente a questo gioco, non<br />

erano disposti a pagare cifre troppo elevate per partecipare a questa lotteria.<br />

La risposta si trova proprio nella forma della funzione di utilità U (x).<br />

Mettiamoci nel caso di Bernoulli con xn =2n e supponiamo che l’utilità sia<br />

data dalla radice quadrata del suo argomento U (x) = √ x. In questo caso<br />

l’utilitàattesaè<br />

³ ´ i<br />

∞X √<br />

µ i<br />

1√2<br />

1 1 1 −<br />

U (x) = 2i =lim√<br />

2 i=∞ 2 1 −<br />

i=1<br />

1 √<br />

2<br />

=<br />

√ 2 −<br />

2<br />

√ =2. 414 2.<br />

2<br />

Ecco che, in questo caso, il paradosso si risolve perché un soggetto la cui<br />

utilità sia descritta da una radice quadrata non è disposto a pagare più di<br />

2.41 unità monetarie per partecipare al gioco.<br />

15.7 Il paradosso del quadrato magico<br />

Si definisce «magico» qualunque quadrato di dimensione n × n formato dai<br />

primi n 2 numerinaturalienelqualesianocostantilesommedituttele<br />

righe, di tutte le colonne e delle due diagonali 1 . Prendiamo, per semplicità,<br />

il più piccolo dei quadrati magici:<br />

4 9 2<br />

3 5 7<br />

8 1 6<br />

Il gioco che viene proposto su questo quadrato è il seguente: due giocatori<br />

estraggono a sorte un numero da una riga del quadrato a loro scelta e il<br />

1 Ricordo, per il lettore curioso, che la somma costante in un quadrato magico che<br />

contenga i primi n 2 numeri è data da n n 2 +1 /2.<br />

i=1


15.8. I mercati finanziari: uno sprone all’efficienza 355<br />

numero più alto vince. Come sono le preferenze dei giocatori sulle righe del<br />

quadrato?<br />

Lascio come esercizio per il lettore di verificare che un giocatore «razionale»<br />

preferisce la seconda riga alla prima (in questo modo si vince 5<br />

volte su 9 possibili combinazioni). Inoltre si preferisce la prima riga alla<br />

terza (ancora, ci sono 5 vincite su 9 possibili combinazioni). Dall’assioma<br />

di transitività, dunque, ci aspetterremmo di verificare che la seconda riga<br />

è preferita alla terza. Invece, facendo i conti, si conclude che la terza riga<br />

è preferibile alla seconda. Una possibile soluzione a questo paradosso (che<br />

viola l’assioma di transitività) si propone nel paragrafo successivo.<br />

15.8 I mercati finanziari: uno sprone all’efficienza<br />

Riprendo il caso del paradosso di Allais. Esso è chiaramente un caso di<br />

violazione dell’assioma di indipendenza. Coloro che violano tale assioma,<br />

tuttavia, imparano a loro spese a non violarlo più! Il meccanismo è il seguente.<br />

Supponiamo che esistano tre titoli X, Y e Z echevalga<br />

X Â Y, X Â Z,<br />

ma che, tuttavia, il soggetto in esame abbia la seguente preferenza (con<br />

α ∈ (0, 1))<br />

αY +(1− α) Z Â X,<br />

chiaramente in violazione dell’assioma di indipendenza.<br />

Un agente economico possiede il titolo X. Egli è disposto a pagare per<br />

avere, invece di X, un portafoglio di due titoli Y e Z. Valendo la transitività,<br />

tuttavia, il soggetto è disposto a vendere il portafoglio per comprare il titolo<br />

Y .PoichéX Â Y ,infine, il soggetto vende Y per comprare X.<br />

In questo modo il nostro «merlo» ha pagato inizialmente per disfarsi di<br />

X e successivamente per riacquistarlo. Un soggetto del genere non dovrebbe<br />

durare a lungo sui mercati finanziari. Egli, infatti, troverebbe istantaneamente<br />

frotte di agenti di borsa disposti a fargli il «favore» di ridurlo al<br />

fallimento facendogli pagare il servizio di vendere e ricomprare sempre lo<br />

stesso bene.<br />

Ecco, allora, che i mercati finanziari tendono a eliminare i comportamenti<br />

che siano in disaccordo con l’assioma dell’indipendenza.

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