Introduzione tesi magistrale - Luca Verona
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Tesi di laurea <strong>magistrale</strong> in “Psicologia sociale, del lavoro e della comunicazione”.<br />
02 Aprile 2012<br />
SICUREZZA AEROPORTUALE: ANALISI QUALITATIVA DELL’AGENCY NELLE<br />
INTERAZIONI TRA OPERATORE E PASSEGGERO PRESSO L’AEROPORTO MARCO<br />
POLO DI VENEZIA<br />
<strong>Introduzione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Verona</strong><br />
Università degli Studi di Padova<br />
Il presente lavoro si pone l’obiettivo di analizzare l’agentività o agency organizzativa degli<br />
Operatori Aeroportuali (OA) addetti al servizio security dell’aeroporto Marco Polo di Venezia-<br />
Tessera.<br />
In un contesto organizzativo gli attori sociali che ne fanno parte devono interpretare la propria<br />
agentività o agency in termini autorali; cioè devono contribuire nella costruzione e<br />
nell’aggiornamento adattivo del proprio ambiente lavorativo, creando la propria storia lavorativa e<br />
professionale (Piccardo, Pellicoro, 2008).<br />
Ogni organizzazione ha una propria cultura che ne determina i principi, le norme, le pratiche. La<br />
libertà di scelta su come operare o comportarsi in specifiche situazioni è lasciata in diverso grado<br />
agli attori sociali e varia secondo l’ambiente e il ruolo ricoperto.<br />
Una persona presenta alta agency quando ha un’ampia libertà decisionale a differenza della bassa<br />
agency che lascia limitata facoltà di scelta al soggetto interessato.<br />
La domanda di ricerca alla quale si è cercato di rispondere è quella di capire se il livello di agency<br />
riservato agli OA addetti alla security sia sufficiente a permettere un adattamento dell’azione in<br />
modo situato per la soluzione delle criticità che quotidianamente si presentano in forme e modalità<br />
sempre nuove.<br />
Le trasformazioni che avvengono in un’organizzazione non sono lineari e meccaniche ma sono<br />
l’esito di un continuo e costante lavoro di costruzione e adattamento alle situazioni sempre nuove<br />
che vengono a crearsi. Le trasformazioni non sono affidate esclusivamente ad una norma che le<br />
decreta e istituisce e nemmeno alle singole pratiche individuali. Le modifiche organizzative si<br />
riferiscono all’affidabilità e concretezza del sistema di azioni dei soggetti, alla loro capacità di<br />
interpretarle e tradurle quotidianamente, consentendo in tal modo una loro riproduzione e<br />
disseminazione nel tempo tra gli elementi di continuità e discontinuità.<br />
L’agire degli OA nel contesto organizzativo dell’aeroporto Marco-Polo deve essere aperto ai<br />
cambiamenti delle pratiche e delle norme e prende forma attraverso il linguaggio, la sensorialità, le<br />
dimensioni emotive e affettive, gli artefatti ed ai saperi in uso (Scaratti, Stoppini & Zucchermaglio,<br />
2009).<br />
Le problematicità che l’Operatore Aeroportuale deve superare per il raggiungimento della security<br />
aeroportuale si trovano prevalentemente nell’adattamento situato all’uso degli artefatti e<br />
nell’interazione con gli altri attori sociali coinvolti nel contesto.<br />
Gli Operatori Aeroportuali devono mediare gli eventi a seconda delle diverse espressioni<br />
dell’agentività a cui di volta in volta fa capo l’azione di sé e degli altri. Nell’interazione lo scambio<br />
comunicativo e dunque la manifestazione della propria agency avviene attraverso il linguaggio.<br />
Questo comporta che “il lessico e la morfo-sintassi della lingua che è al tempo stesso azione,<br />
strumento di realizzazione e di rappresentazione dell’agire medesimo e dei soggetti coinvolti, siano<br />
utilizzati con un certo grado di consapevolezza” (Donzelli & Fasulo, 2007). La rappresentazione
dell’azione degli esseri condiziona tanto la sintassi del linguaggio, quanto la percezione dell’azione<br />
stessa per l’interpretazione della situazione.<br />
La comunicazione permette, oltre a mediare la situazione, di comprendere e dunque di apprendere<br />
nel contesto specifico, in questo caso dell’aeroporto Marco-Polo. “I contesti lavorativi sono contesti<br />
interessanti e privilegiati per la ricerca sui processi sociali di apprendimento e comunicazione”<br />
(Zucchermaglio, 2002), questo perché le persone che operano in questi ambienti entrano<br />
partecipando, in modo inizialmente periferico, in una specifica comunità di pratiche e quindi<br />
l’apprendimento in ambito organizzativo è paragonabile all’apprendistato, cioè come una pratica<br />
situata in un contesto sociale significativo di attività. Il corso di ogni azione dipende in modo<br />
peculiare dalle circostanze materiali e sociali in cui ha luogo l’azione situata; è quindi un processo<br />
sociale e situato di partecipazione a specifiche comunità di pratiche che perseguono scopi<br />
(Zucchermaglio, 2002). Apprendere significa imparare nozioni nuove e sconosciute ma anche dare<br />
un senso diverso e innovativo a conoscenze pregresse. Costantemente gli OA dell’aeroporto Marco<br />
Polo sono chiamati a modificare la propria comunità di pratiche, ad aggiornarsi sulle sempre nuove<br />
normative di sicurezza e ad apprendere forme comunicative e comportamentali diverse, per far<br />
fronte alle continue modificazioni ambientali e relazionali.<br />
Esistono diversi modi di dare senso alle parole e di interpretare un fenomeno. Quando viene a<br />
mancare la condivisione dei significati, e se non ci si può basare su una norma regolatrice per<br />
l’esatta lettura dell’evento, si viene a creare una situazione d’incertezza e ambiguità. In questa<br />
condizione le persone agiscono pensando di essere nel giusto, basandosi sulla propria impostazione<br />
valoriale e culturale, se questo non dovesse risultare efficace nella soluzione dell’ambiguità,<br />
bisognerà creare una mediazione con gli altri attori sociali coinvolti al fine di ottenere una<br />
condivisione del senso. Nel caso d’incertezza vi sarà una costante ricerca delle informazioni utili<br />
per il superamento della criticità. Nel contesto aeroportuale Marco Polo gli OA dovranno<br />
apprendere le norme e le pratiche necessarie a mediare l’interazione con il passeggero e dovranno<br />
essere in grado di veicolare le nozioni al fine di far apprendere e comprendere le modalità di<br />
controllo alle quali dovranno sottoporsi.<br />
La soluzione di situazioni ambigue, la mediazione con altri attori sociali del contesto, la<br />
comunicazione condivisa ed efficace e l’agency sono concetti che portano a creare una condizione<br />
di sicurezza dove prima questa non era presente.<br />
La percezione di sicurezza è presente sin dalla nascita delle persone (Aucouturier, 2012) ed è<br />
composta dalla sommatoria delle credenze individuali e delle esperienze vissute (Bar-Tal &<br />
Jacobson,1998). Nel concetto di sicurezza sono presenti due distinti aspetti: quelli reali legati alla<br />
probabilità riferita all’effettivo numero di fenomeni rischiosi e alle politiche di sicurezza chiamata<br />
in inglese safety, e l’aspetto legato alla percezione individuale soggettiva del “sentirsi sicuri”<br />
denominata security (Spaltro, 1996; Berra & Pristipino, 1996).<br />
Le persone percepiscono la sicurezza in base al contesto nel quale vivono. Nel contesto urbano ad<br />
esempio, individuare le variabili relative alla percezione di sicurezza risulta essere difficile poiché<br />
sono complesse e multidimensionali. E’ stato dimostrato che la presenza di Forze dell’Ordine non<br />
sia una caratteristica che incide sulla percezione di sicurezza, a differenza invece della presenza di<br />
persone considerate pericolose (Latrofa, Masciulli & Maass, 2010). Allo stesso modo,<br />
nell’ambiente aeroportuale risulta complicato individuare le variabili che incidono nel sentimento<br />
personale sulla security. La percezione di sicurezza si sviluppa e rafforza tramite le strategie di<br />
coping personali e dalle politiche sociali e istituzionali territoriali adottate.<br />
La sicurezza è definibile come “una situazione strutturale e, indirettamente, psicologica, nella quale<br />
il soggetto (individuo, gruppo, istituzione) o il sistema (territoriale, tecnologico, informatico) cui è<br />
riferita, è protetto dall’intervento di fattori esterni incontrollabili, capaci di minacciare l’identità<br />
fisica, culturale o psicologica” (Ceri, 2003).<br />
La società attuale vive un momento di costante cambiamento in ogni ambito, sia privato che sociale.<br />
In questo scenario post-moderno tali repentini cambiamenti generano nell’individuo e nella società<br />
un senso di disagio dovuto all’incapacità di gestire l’elaborazione personale di un così accelerato
flusso di eventi. Avvenimenti imprevedibili e fuori controllo provocano uno stato di non sicurezza<br />
psicologica, sociale e personale (Giossi, Sada, Crescientini & Giani, 2003).<br />
In ambito aeroportuale vi sono state molteplici violazioni alla sicurezza nel corso della storia,<br />
dovute anche a manifestazioni di terrorismo internazionale, le quali fanno sì che la security sia un<br />
ambito particolarmente sentito e di rilievo.<br />
La struttura di un aeroporto deve attenersi scrupolosamente a precise regole internazionali,<br />
nazionali e specifiche dell’organizzazione in questione. Le normative, le regolamentazioni<br />
anticipatorie o l’adattamento a contingenze inattese portano l’Operatore Aeroportuale ad essere<br />
particolarmente attento e preparato al fine di mantenere un elevato livello di sicurezza in aeroporto.<br />
Il presente lavoro è incentrato sull’analisi delle procedure di security e nello specifico, la relazione<br />
tra agency e sicurezza. Il modello metodologico utilizzato è il “modello a tre livelli del contesto<br />
sociale” di Mantovani (1993) che permette una visione completa del contesto, della quotidianità e<br />
del rapporto con l’ambiente.<br />
I tre livelli sono stati analizzati con metodologie qualitative: la costruzione del contesto è stata<br />
studiata tramite l’analisi delle Ordinanze emanate dalla Direzione Aeroportuale di Venezia e Trieste<br />
– Ronchi dei Legionari, l’interpretazione della situazione quotidiana tramite interviste svolte ad<br />
attori privilegiati, e l’interazione locale con l’ambiente attraverso i dati emersi da specifiche<br />
osservazioni etnografiche nei luoghi potenzialmente problematici riguardanti la security.<br />
Dai dati emersi è stato possibile definire il livello di agentività disponibile degli OA nella soluzione<br />
delle criticità e nell’applicazione di modalità d’azione adattive secondo i principi dell’azione situata<br />
nel contesto Marco Polo.<br />
La ricerca rientra all’interno di un più ampio progetto di ricerca curato della dott.ssa Armenti. Il<br />
progetto ASARTS “Airport Security: Artefatti Tecnologici e attori Sociali” è realizzato in<br />
collaborazione tra il laboratorio ICLAB (Interaction & Culture 9 Laboratory) del Dipartimento di<br />
Psicologia Applicata dell’Università degli studi di Padova con ENAC (Ente Nazionale Aviazione<br />
Civile).