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Tecnica di isolamento dalle vibrazioni

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

<strong>Tecnica</strong> <strong>di</strong> <strong>isolamento</strong> <strong>dalle</strong> <strong>vibrazioni</strong> meccaniche – Elementi introduttivi.<br />

Termini e definizioni<br />

Vibrazione meccanica: rappresenta il movimento oscillatorio <strong>di</strong> un corpo attorno ad una posizione <strong>di</strong><br />

equilibrio, conseguente all’azione <strong>di</strong> una forza variabile nel tempo; la forza può variare nel tempo con<br />

regolarità ovvero in modo caotico.<br />

Figura 1<br />

Caratteristica elastica: è normalmente in<strong>di</strong>viduata nella elasticità propria del materiale costituente il sistema<br />

o uno dei suoi membri, ovvero in quella <strong>di</strong> un singolo elemento del sistema stesso (i.e. una molla); la<br />

peculiarità <strong>di</strong> tale caratteristica è la tendenza a riportare il sistema nella configurazione <strong>di</strong> equilibrio statico.<br />

Tale caratteristica può essere sempre schematizzata attraverso la costante elastica k, che identifica un<br />

legame forza –spostamento ovvero un legame momento – rotazione θ.<br />

Figura 2<br />

Caratteristica <strong>di</strong>ssipativa: essa sta a rappresentare l’insorgere, con il moto del corpo, <strong>di</strong> forze che si<br />

oppongono al moto stesso ed il cui effetto è quello <strong>di</strong> limitare l’ampiezza del moto oscillatorio del sistema<br />

(smorzamento). Un sistema <strong>di</strong> smorzamento <strong>di</strong> notevole interesse applicativo è quello <strong>di</strong> tipo viscoso nel<br />

quale si schematizza che le forze che si oppongono al moto del sistema siano proporzionali alla sua velocità.<br />

Figura 3<br />

Frequenza f: in generale è il numero <strong>di</strong> volte in cui il moto del sistema si presenta con le medesime<br />

caratteristiche in un prefissato intervallo <strong>di</strong> tempo; esso rappresenta il numero <strong>di</strong> variazioni cicliche della<br />

grandezza nell’unità <strong>di</strong> tempo.<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

Figura 4<br />

Quando il moto si ripete con le medesime caratteristiche in un intervallo <strong>di</strong> tempo ben definito, detto periodo<br />

T, la frequenza rappresenta il numero delle oscillazioni complete per unità <strong>di</strong> tempo:<br />

1<br />

f =<br />

T<br />

Quando il periodo è espresso in secon<strong>di</strong>, la frequenza è espressa in s -1 ; tale unità è detta hertz, abbreviato<br />

in Hz. Un termine utilizzato per esprimere la frequenza è anche cicli per minuto (cpm), invece che Hz, in tal<br />

caso l’equivalenza tra le due unità <strong>di</strong> misura è data da 1Hz= 60 cpm. Talvolta si fa riferimento alla pulsazione<br />

ω=2πf (espressa in rivoluzioni per minuto – rpm).<br />

Frequenza naturale fn (o frequenza propria): rappresenta la frequenza con cui vibra un sistema che ha<br />

soltanto caratteristiche elastiche e non è soggetto a forze esterne attive variabili nel tempo del tipo F(t).<br />

Figura 5<br />

Frequenza eccitatrice f (o frequenza forzante): è quella dovuta all’azione esterna F(t), se presente, che<br />

agisce sul sistema con variabilità <strong>di</strong>pendente dal tempo.<br />

Figura 6<br />

Vibrazioni libere: sono da intendersi quelle concernenti un sistema che, allontanato dalla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

equilibrio statico, viene lasciato libero <strong>di</strong> oscillare in assenza <strong>di</strong> forze <strong>di</strong> eccitazione esterne F(t). Nel caso <strong>di</strong><br />

fig.5 se noi spostiamo la massa verso l’alto e poi lasciamo libero il sistema, si parlerà <strong>di</strong> oscillazioni libere, in<br />

quanto non agiscono forze esterne. In tal caso il sistema oscillerà con una determinata frequenza detta<br />

propria fn.<br />

Vibrazioni smorzate: rispetto al caso semplificato prima citato, noi sappiamo che nella realtà le ampiezze<br />

delle oscillazioni <strong>di</strong>minuiscono finchè il sistema non si arresta del tutto: questo in quanto nei sistemi reali si<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

ha uno smorzamento dovuto agli attriti interni, posseduti più o meno da tutti i corpi e <strong>di</strong>pendente dal<br />

materiale costituente gli stessi.<br />

Figura 7<br />

Vibrazioni forzate: sono intese come le <strong>vibrazioni</strong> <strong>di</strong> un sistema sottoposto all’azione <strong>di</strong> forze eccitatrici<br />

esterne F(t). Esse sono generate da elementi interni alla macchina i quali hanno una frequenza correlata<br />

con il numero <strong>di</strong> giri del motore: ad esempio il movimento <strong>di</strong> una pompa alternativa che genera all’inversione<br />

del moto una forza <strong>di</strong> <strong>di</strong>strurbo <strong>di</strong> rilevante entità.<br />

Risonanza: nel caso in cui la frequenza <strong>di</strong> eccitazione del sistema coincide con la frequenza propria dello<br />

stesso vi è un’amplificazione delle oscillazioni con la conseguenza che le forze trasmesse all’esterno del<br />

sistema, in generale al basamento, sono molto alte.<br />

Analisi delle <strong>vibrazioni</strong> forzate<br />

Si prenda in esame lo schema <strong>di</strong> figura 8 che rappresenta il caso generale <strong>di</strong> un corpo <strong>di</strong> massa concentrata<br />

m sospeso ad una molla <strong>di</strong> rigidezza k e vincolato ad uno smorzatore <strong>di</strong> tipo viscoso il cui coefficiente <strong>di</strong><br />

smorzamento sia c, inoltre agisca sulla massa un’azione forzante esterna F(t). Si supponga che alla massa<br />

sia consentito il solo spostamento nella <strong>di</strong>rezione verticale (si considerano trascurabili gli spostamenti in<br />

<strong>di</strong>rezione trasversale), in tale ipotesi se ne vuole determinare l’equazione del moto. Va considerato che nella<br />

configurazione <strong>di</strong> equilibrio statico (senza considerare l’azione forzante F) il corpo è soggetto al suo peso P<br />

sorretto dalla reazione elastica della molla che si è deformata <strong>di</strong> δ rispetto alla sua lunghezza libera l, deve<br />

valere quin<strong>di</strong> la relazione:<br />

P = k ⋅ δ<br />

Utilizzando le equazioni car<strong>di</strong>nali della <strong>di</strong>namica, la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio del sistema nella generica<br />

configurazione si può esprimere attraverso la relazione:<br />

r r<br />

R + R<br />

dove R r sta ad in<strong>di</strong>care la risultante <strong>di</strong> tutte le forze agenti su <strong>di</strong> esso ed<br />

' =<br />

Figura 8<br />

0<br />

'<br />

R r la risultante delle forze d’inerzia.<br />

pg_3


Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

L’equazione <strong>di</strong> equilibrio alla traslazione si può scrivere:<br />

in cui le forze attive, reattive e d’inerzia sono:<br />

la forza peso P;<br />

la forza eccitatrice esterna F(t);<br />

la reazione elastica della molla − k ( x + δ)<br />

;<br />

la reazione dello smorzatore viscoso − c x&<br />

;<br />

la forza d’inerzia<br />

− m &x<br />

&<br />

P − k ( x + δ)<br />

− c x&<br />

+ F − m &x<br />

& = 0<br />

tenendo conto della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> equilibrio statico e rior<strong>di</strong>nando la relazione precedente si arriva<br />

all’equazione <strong>di</strong>fferenziale del moto nella forma:<br />

m & x&<br />

+ c x&<br />

+ k x = F<br />

che una volta integrata, ci darà la legge del moto del corpo in esame.<br />

Prima <strong>di</strong> procedere all’integrazione, dobbiamo introdurre il coefficiente <strong>di</strong> smorzamento critico:<br />

c cr<br />

= 2 k m = 2m<br />

ω<br />

avendo posto la pulsazione naturale ωn del sistema pari a:<br />

e inoltre essendo<br />

c<br />

m<br />

=<br />

c<br />

m<br />

ω n =<br />

Chiameremo, inoltre, fattore <strong>di</strong> smorzamento il rapporto<br />

k<br />

m<br />

2ωn<br />

c c<br />

⋅ = 2 ωn<br />

= 2 ωn<br />

= 2ξ<br />

ωn<br />

2 ωn<br />

2 m ωn<br />

ccr<br />

c<br />

ξ =<br />

ccr<br />

che si configura come un numero che sta ad in<strong>di</strong>care se il valore del coefficiente <strong>di</strong> smorzamento c del<br />

sistema è maggiore, eguale o minore del valore critico ccr prima citato.<br />

Se sul corpo considerato si suppone agente una forza eccitatrice F funzione del tempo secondo una legge<br />

sinusoidale del tipo:<br />

l’equazione <strong>di</strong> equilibrio alla traslazione si scrive:<br />

F = F0<br />

sin( ωt)<br />

m& x&<br />

+ cx&<br />

+ kx = F0<br />

sin( ωt)<br />

n<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

<strong>di</strong>videndo il tutto per m ed introducendo il fattore <strong>di</strong> smorzamento d e la pulsazione naturale ωn, l’equazione<br />

precedente <strong>di</strong>venta:<br />

se si considera che il rapporto F0/m si può scrivere:<br />

2 F0<br />

& x&<br />

+ 2ξ<br />

ωn<br />

x&<br />

+ ω n x = ⋅sin(<br />

ωt)<br />

m<br />

F0<br />

=<br />

m<br />

k<br />

m<br />

F<br />

k<br />

0<br />

il fattore ∆F0=F0/k, la cui <strong>di</strong>mensione è una lunghezza, corrisponde all’«allungamento che subirebbe la molla<br />

se la forza F agisce staticamente con il suo valore massimo F0»; con tale significato lo si può definire “∆<br />

statico”. Con tali posizioni, l’equazione <strong>di</strong>fferenziale del moto si può ricondurre nella forma:<br />

= ω<br />

2<br />

n<br />

∆F<br />

2 2<br />

& x& + 2ξ<br />

ω x&<br />

+ ω nx<br />

= ω n ∆F0<br />

sin(<br />

n ω<br />

La soluzione completa della equazione precedente sarà data dalla somma della risposta in transitorio (la<br />

soluzione della omogenea associata) e dalla risposta a regime (la soluzione particolare).<br />

Se si ipotizza per la soluzione particolare ancora una forma sinosoidale della stessa frequenza dell’azione<br />

forzante, la risposta completa sarà una forma del tipo:<br />

x = A<br />

1<br />

e<br />

α1t<br />

+ A<br />

2<br />

e<br />

α 2t<br />

0<br />

t)<br />

+ Xsin(<br />

ωt<br />

+ φ)<br />

Per quanto riguarda la risposta in transitorio la soluzione dell’equazione <strong>di</strong>fferenziale potra essere posta<br />

nella forma:<br />

x = A<br />

1<br />

e<br />

α 1t<br />

+<br />

dove A1 e A2 sono le costanti da determinare in base alle con<strong>di</strong>zioni iniziali, mentre α1 e α2 sono le ra<strong>di</strong>ci<br />

dell’equazione caratteristica:<br />

il <strong>di</strong>scriminante <strong>di</strong> questa equazione è:<br />

ξ<br />

α<br />

2<br />

2<br />

ω<br />

+<br />

2<br />

n<br />

A<br />

2<br />

e<br />

2<br />

2ξ ωn<br />

α + ω n<br />

− ω<br />

2<br />

n<br />

= ω<br />

α2t<br />

( 2 2<br />

n ξ<br />

la sua forma mette in evidenza come il numero ed il tipo delle ra<strong>di</strong>ci della equazione caratteristica <strong>di</strong>pendono<br />

dall’essere ξ maggiore, uguale o minore dell’unità: ossia c maggiore, uguale o minore del coefficiente <strong>di</strong><br />

smorzamento critico ccr.<br />

Per quel che concerne, invece, la risposta a regime la ricerca della soluzione particolare risulterà agevole se,<br />

ricordando che risulta:<br />

e t jω<br />

= 0<br />

−1)<br />

= cos( ωt)<br />

+ jsen(<br />

ωt)<br />

si pone che la forza eccitatrice esterna sia la parte reale <strong>di</strong> una forma complessa:<br />

F = F0e<br />

jωt<br />

pg_5


Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

ne segue che anche per la soluzione particolare si può porre:<br />

partendo da tali pressupposti si avrà:<br />

x = X e<br />

j(<br />

ωt+<br />

ϕ)<br />

= X e<br />

x = X e<br />

jϕ<br />

e<br />

jωt<br />

x&<br />

= jω<br />

X e<br />

& x&<br />

= − ω<br />

quin<strong>di</strong> sostituendo nell’equazione <strong>di</strong>fferenziale del moto:<br />

si avrà<br />

X (<br />

2<br />

jωt<br />

X e<br />

jωt<br />

jωt<br />

= X e<br />

2 2<br />

& x& + 2d<br />

ω x&<br />

+ ω n x = ω n ∆F0<br />

sin(<br />

jωt<br />

n ω<br />

2<br />

2<br />

− ω + 2 jd<br />

ωnω<br />

+ ω n)<br />

e<br />

jωt<br />

= ω<br />

2<br />

n<br />

∆F<br />

semplificando e <strong>di</strong>videndo per ω 2 n e introducendo la definizione <strong>di</strong> frequenza ridotta<br />

da cui, razionalizzando, si ottiene:<br />

X = Xe<br />

jϕ<br />

in definitiva si può ricavare il modulo:<br />

e la fase:<br />

X =<br />

( 1−<br />

r<br />

2<br />

=<br />

∆F<br />

X ⎡( 1−<br />

r<br />

2<br />

) + j2<br />

ξ r⎤<br />

= ∆F<br />

⎢⎣<br />

⎥⎦<br />

2 [ ( 1 − r ) + j2<br />

ξ r]<br />

∆F0<br />

2<br />

) + ( 2ξ<br />

r)<br />

0<br />

2<br />

=<br />

( 1−<br />

r<br />

( 1 − r<br />

2<br />

)<br />

2<br />

2<br />

)<br />

∆F<br />

2<br />

+ ( 2ξ<br />

+<br />

⎛ 2ξ<br />

r<br />

= arctg ⎜−<br />

⎝ 1−<br />

r<br />

φ 2<br />

in definitiva, la soluzione particolare assumerà la forma:<br />

x =<br />

( 1−<br />

r<br />

2<br />

∆F<br />

)<br />

2<br />

0<br />

+ ( 2ξ<br />

r)<br />

2<br />

0<br />

( 2<br />

r)<br />

2<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

ξ<br />

0<br />

=<br />

r)<br />

2<br />

⋅<br />

t)<br />

0<br />

e<br />

jωt<br />

2 [ ( 1 − r ) − j2<br />

ξ r]<br />

( 1−<br />

r<br />

⋅ sin( ωt<br />

+ φ)<br />

2<br />

∆F<br />

)<br />

2<br />

0<br />

+ ( 2ξ<br />

ω f<br />

r = = si otterrà<br />

ωn<br />

fn<br />

a regime, quin<strong>di</strong>, l’ampiezza della risposta del sistema alla sollecitazione esterna, così come come lo<br />

sfasamento, <strong>di</strong>pende dal:<br />

- rapporto delle frequenze<br />

ω<br />

r = =<br />

ωn<br />

f<br />

fn<br />

r)<br />

2<br />

pg_6


- fattore <strong>di</strong> smorzamento<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

c<br />

ξ =<br />

ccr<br />

Se pren<strong>di</strong>amo in esame il seguente rapporto definito come “fattore <strong>di</strong> amplificazione”:<br />

x<br />

A =<br />

∆F<br />

=<br />

∆F<br />

0 2 2<br />

2<br />

( 1−<br />

r ) + ( 2 ξ r)<br />

il cui valore è un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> comparazione <strong>di</strong> tale risposta con il ∆ statico. L’analisi dei punti caratteristici della<br />

funzione A ( r,<br />

ξ)<br />

ci <strong>di</strong>ce che:<br />

⎧A<br />

⎨<br />

⎩A<br />

( r,<br />

ξ)<br />

( r,<br />

ξ)<br />

= 1<br />

= 0<br />

per r = 0<br />

per r = ∞<br />

0<br />

in<strong>di</strong>pendentemente dal valore <strong>di</strong> ξ<br />

Figura 9<br />

Si fa notare che in corrispondenza <strong>di</strong> r=1, per il quale si A = ∞ , si verfica il cosidetto fenomeno della<br />

risonanza, definito come quella con<strong>di</strong>zione in cui la risposta del sistema si esalta tendendo ad un’ampiezza<br />

<strong>di</strong> valore infinito; quin<strong>di</strong> nel caso la frequenza forzante fc raggiunga il valore della frequenza <strong>di</strong> vibrazione<br />

propria fn si ha la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> risonanza, cui corrisponde un’amplificazione dell’ampiezza del moto che può<br />

compromettere l’integrità del sistema vibrante.<br />

pg_7


Isolamento <strong>dalle</strong> Vibrazioni<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

Un qualsiasi sistema reale è, nella maggior parte dei casi, un sistema vincolato ad un telaio e quin<strong>di</strong><br />

all'ambiente circostante esterno. Se un siffatto sistema è soggetto a <strong>vibrazioni</strong> queste risulteranno<br />

trasmesse, attraverso i vincoli, a detto ambiente; e ciò è generalmente causa <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo. Premesso che è<br />

ovviamente impossibile pensare <strong>di</strong> poter eliminare del tutto tale circostanza, il problema dell'<strong>isolamento</strong> <strong>dalle</strong><br />

<strong>vibrazioni</strong> indotte da un sistema vibrante deve essere visto come il tentativo <strong>di</strong> ridurre il più possibile<br />

l'intensità delle forze trasmesse dal sistema al basamento intervenendo, per quanto tecnicamente possibile,<br />

sui valori dei parametri che caratterizzano il sistema ammortizzante o antivibrante (costituito da molle e<br />

smorzatori <strong>di</strong> tipo viscoso).<br />

Figura 10<br />

In ambito tecnico, la bontà del risultato dell’<strong>isolamento</strong> può essere valutata attraverso il valore assunto da un<br />

parametro specifico detto coefficiente <strong>di</strong> trasmissibilità T definito come il rapporto fra il valore massimo della<br />

forza trasmessa al basamento ed il valore massimo della forza eccitatrice esterna. Al fine <strong>di</strong> determinare il<br />

coefficiente citato, si prenda in esame lo schema <strong>di</strong> fig.11 e si ipotizzi che sul corpo vibrante agisca una<br />

forza eccitante esterna F funzione del tempo secondo una legge sinusoidale del tipo Fo sin(ωt) e che a<br />

regime il corpo sia soggetto ad un moto del tipo:<br />

x = X sin ( ωt<br />

+ φ)<br />

Figura 11<br />

La risultante delle forze agenti sul basamento FT sarà la somma <strong>di</strong> quella trasmessa dalla massa vibrante<br />

attraverso le molle e quella trasmessa attraverso lo smorzatore.<br />

Possiamo scrivere quin<strong>di</strong>:<br />

F T<br />

= c x&<br />

+ kx<br />

pg_8


Se <strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo per k, abbiamo:<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

FT c<br />

= x&<br />

+<br />

m m<br />

ricordando le definizioni <strong>di</strong> fattore <strong>di</strong> smorzamento ξ e <strong>di</strong> pulsazione naturale del sistema ωn, si ricava:<br />

possiamo scrivere ancora:<br />

F<br />

k<br />

T<br />

F<br />

k<br />

T<br />

k<br />

m<br />

k<br />

m<br />

k<br />

m<br />

x<br />

FT<br />

2<br />

= ω n = 2ξ<br />

ωn<br />

x&<br />

+ ω<br />

k<br />

FT<br />

2<br />

= ω n = 2ξ<br />

ωn<br />

x&<br />

+ ω<br />

k<br />

Se sostituiamo in questa espressione quella <strong>di</strong> x e dx/dt che si ricavano dalla legge del moto ipotizzata, si<br />

ottiene:<br />

FT<br />

ω<br />

k<br />

2<br />

n<br />

= X<br />

2<br />

n<br />

2<br />

n<br />

2 [ ω n sin( ωt<br />

+ φ)<br />

+ 2 ξ ωn<br />

ωcos(<br />

ωt<br />

+ φ)<br />

]<br />

Introducendo la frequenza ridotta r=ω/ωn e <strong>di</strong>videndo il tutto per ω 2 n si ottiene:<br />

FT<br />

k<br />

= X<br />

[ sin( ωt<br />

+ φ)<br />

+ 2 ξ r cos( ωt<br />

+ φ)<br />

]<br />

Da tale relazione si evince che la forza complessiva trasmessa al basamento è costituita da due componenti<br />

in quadratura: la reazione della molla, infatti, è massima quando la velocità è nulla (ed è massimo lo<br />

spostamento), mentre la resistenza viscosa è massima quando è massima la velocità (ed è nullo lo<br />

spostamento). La somma <strong>di</strong> queste due componenti darà:<br />

FT 2<br />

k<br />

= X<br />

con β dato dalla somma algebrica delle fasi:<br />

1+<br />

( 2ξ<br />

r)<br />

β = φ +<br />

Se ripren<strong>di</strong>amo l’espressione FT/k vista in precedenza:<br />

F<br />

k<br />

T<br />

= X<br />

arctg( 2ξ<br />

r)<br />

1+<br />

( 2ξ<br />

r)<br />

x<br />

x<br />

sin( ωt<br />

+ β)<br />

ricordando che il modulo X nel caso <strong>di</strong> azione forzante sinusoidale in presenza <strong>di</strong> <strong>vibrazioni</strong> forzate con<br />

smorzamento viscoso:<br />

X =<br />

Il valore max <strong>di</strong> FT assumera l’espressione:<br />

( 1−<br />

r<br />

2<br />

∆F<br />

)<br />

2<br />

0<br />

2<br />

+ ( 2ξ<br />

r)<br />

2<br />

pg_9


dalla quale si ricava:<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

F<br />

k<br />

T<br />

= ∆F0<br />

⋅<br />

FT<br />

1<br />

=<br />

k ∆F0<br />

( 1<br />

( 1<br />

−<br />

−<br />

1+<br />

( 2ξ<br />

r)<br />

2<br />

r<br />

2<br />

)<br />

2<br />

r<br />

2<br />

)<br />

2<br />

+ ( 2ξ<br />

r)<br />

2<br />

1+<br />

( 2ξr)<br />

2<br />

+ ( 2ξr)<br />

2<br />

infine considerando che ∆F0=F0/k e che il valore max <strong>di</strong> FT/F0 vale:<br />

( FT)<br />

F<br />

0<br />

max<br />

( FT)<br />

=<br />

k<br />

max<br />

k<br />

F<br />

0<br />

( FT)<br />

=<br />

k<br />

A questo punto si può ricavare la trasmissibilità T data dal rapporto:<br />

ovvero in forma estesa<br />

( FT)<br />

T =<br />

F<br />

T =<br />

0<br />

max<br />

=<br />

max<br />

1<br />

∆F<br />

2<br />

1+<br />

( 2ξ<br />

r)<br />

2 2<br />

( 1−<br />

r ) + ( 2ξ<br />

r)<br />

⎛ ω ⎞<br />

1+<br />

⎜2<br />

ξ ⎟<br />

⎝ ωn<br />

⎠<br />

2 ⎡ ⎛ ω ⎞ ⎤<br />

⎢1<br />

− ⎜ ⎟ ⎥<br />

⎢⎣<br />

⎝ ωn<br />

⎠ ⎥⎦<br />

2<br />

2<br />

⎛ ω ⎞<br />

+ ⎜2<br />

ξ ⎟<br />

⎝ ωn<br />

⎠<br />

Tale grandezza, come già accennato, rapporta l’ampiezza della forza trasmessa dall’antivibrante alla<br />

fondazione (FT) con l’ampiezza della forza che sarebbe trasmessa alla fondazione senza l’interposizione del<br />

sistema antivibrante (F0).<br />

La figura 12 riporta il <strong>di</strong>agramma della trasmissibilità T in funzione del rapporto tra le frequenze r al variare<br />

del fattore <strong>di</strong> smorzamento ξ.<br />

Si deve far notare che in<strong>di</strong>pendentemente al valore <strong>di</strong> ξ il valore T è sempre pari all’unità per :<br />

- per r = 2 = 1,<br />

41<br />

ω f<br />

- per r = = = 0<br />

ωn<br />

fn<br />

ω f<br />

E per r = = = ∞ la tramissibilità T → 0.<br />

ωn<br />

fn<br />

2<br />

2<br />

0<br />

pg_10


Inoltre per:<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

Figura 12<br />

f<br />

- < 2 → T è sempre maggiore <strong>di</strong> 1 e per ξ che tende a zero si verifica il fenomeno della risonanza,<br />

fn<br />

ossia il massimo valore <strong>di</strong> trasmissibilità, che risulta tanto più accentuato quanto minore risulta il fattore <strong>di</strong><br />

smorzamento ξ.<br />

f<br />

- > 2 → T è sempre minore <strong>di</strong> 1 per qualsiasi valore del fattore <strong>di</strong> smorzamento ξ e pertanto le<br />

fn<br />

<strong>vibrazioni</strong> risultano attenuate.<br />

Riassumendo, la trasmissibilità T risulta amplificata per r1,41 la trasmissibilità T <strong>di</strong>minuisce traducendosi in un effetto positivo nell’<strong>isolamento</strong> per la riduzione della<br />

forza trasmessa FT al basamento.<br />

Figura 13 - Curva della trasmissibilità T per ξ=0<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

In termini <strong>di</strong> frequenze, considerando i valori che assume la trasmissibilità, si può notare che per frequenze<br />

molto basse f/fn→0 , alla struttura <strong>di</strong> sostegno viene trasmessa una forza <strong>di</strong> intensità pari a quella che<br />

agisce sulla macchina. All’aumentare della frequenza della forza eccitante aumenta la forza trasmessa al<br />

basamento, che <strong>di</strong>venta infinitamente grande per f=fn. Per frequenze superiori alla frequenza naturale la<br />

forza trasmessa decresce rapidamente raggiungendo il valore della forza impressa in corrispondenza della<br />

frequenza f = 2 fn per decrescere ancora all’aumentare della frequenza forzante o eccitante. Quest’ultima<br />

zona è quella considerato utile il funzionamento dell’isolatore.<br />

In altre parole, tenendo presente quanto visto circa il fattore T, è possibile affermare che il principio base<br />

dell’<strong>isolamento</strong> consiste nello scegliere un’elemento visco-elastico tale che la frequenza propria del sistema<br />

macchina-elemento antivibrante (fn) risulti inferiore della più bassa frequenza componente lo spettro della<br />

macchina (f).<br />

Figura 14 – (frequency ratio=r)<br />

Si parla <strong>di</strong> <strong>isolamento</strong> attivo quando isoliamo la macchina che genera il <strong>di</strong>sturbo, <strong>di</strong> <strong>isolamento</strong> passivo<br />

quando si provvede ad isolare il sistema o l’elemento che subisce il <strong>di</strong>sturbo dato <strong>dalle</strong> <strong>vibrazioni</strong>.<br />

I <strong>di</strong>spositivi antivibranti elastici<br />

A titolo <strong>di</strong> esempio si prenda in esame un sistema antivibrante costituito da supporto a molla, in tal caso si<br />

può assumere il coefficiente <strong>di</strong> smorzamento c=0, o analogamente che c sia molto piccolo rispetto alla<br />

caratteristica elastica della molla e pertanto trascurarne il contributo (c


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In tal caso ricordando che la trasmissibilità T, scritta in forma estesa, vale:<br />

( FT)<br />

T =<br />

F<br />

0<br />

max<br />

=<br />

⎛<br />

1+<br />

⎜<br />

⎝<br />

2 ⎡ ⎛ ω ⎞ ⎤<br />

⎢1<br />

− ⎜ ⎟ ⎥<br />

⎢⎣<br />

⎝ ωn<br />

⎠ ⎥⎦<br />

2<br />

c ω ⎞<br />

⋅ ⎟<br />

k ⋅ m ωn<br />

⎠<br />

⎛<br />

+ ⎜2<br />

⋅<br />

⎝<br />

che nell’ipotesi c


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variabile con legge quadratica della fn) che a sua volta consente, a parità <strong>di</strong> f, <strong>di</strong> incrementare il rapporto <strong>di</strong><br />

riduzione r=f/fn che, per i valori r>1,41, permette una riduzione della trasmissibilità T.<br />

Quella maggiormente significativa è la relazione per la quale la lettura dell’allungamento della molla sotto<br />

l’azione del solo peso P (in con<strong>di</strong>zioni statiche) è sufficiente per la determinazione della frequenza naturale<br />

del sistema fn. Infatti, sostituendo i valori numerici, si può ricavare che la freccia statica ∆s (espressa in<br />

millimetri) relativa alla molla compressa è legata alla frequenza propria fn (Hz) del sistema vibrante<br />

attraverso la semplice relazione:<br />

fn =<br />

15,<br />

8<br />

Da notare che tale relazione è valida in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> comportamento elastico-lineare e che il materiale<br />

dell'isolante possieda lo stesso tipo <strong>di</strong> elasticità sia nelle circostanze statiche che <strong>di</strong>namiche.<br />

In figura 15 si è rappresentata graficamente la relazione tra la frequenza propria fn (in s -1 ) e l’abbassamento<br />

statico ∆s (in cm o inch) per tale sistema lineare ad un grado <strong>di</strong> libertà.<br />

∆s<br />

Figura 16<br />

È evidente che la scelta <strong>di</strong> supporti antivibranti con valori <strong>di</strong> deflessione statica consistenti permette una forte<br />

riduzione della frequenza naturale fn e pertanto, a parità <strong>di</strong> azione forzante esterna f, e <strong>di</strong> conseguenza<br />

l’abbattimento della trasmissibilità del sistema T.<br />

Nel caso le frequenze siano espresse in cicli al minuto (si ricorda che 1Hz=60cpm), me<strong>di</strong>ante il<br />

nomogramma in scala logaritmica <strong>di</strong> fig.17 è consentita la determinazione della deflessione statica ∆s (in<br />

mm) e, nota la frequenza forzante f (in cpm), la trasmissibilità T(%); tali parametri sono correlati dalla:<br />

∆<br />

15,<br />

8 ⎛ 1+<br />

T ⎞<br />

= ⋅ ⎜ ⎟<br />

f ⎝ T ⎠<br />

s 2<br />

nella quale ∆s è espressa in mm e la frequenza forzante f (o <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo) in Hz.<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

Figura 17 – trasmissibilità vs. frequenze (per ξ=0)<br />

La trasmissibilità T, equivalentemente, può essere valutata, nota la freccia statica della molla (in mm)<br />

conseguente il carico incidente e la frequenza forzante f (Hz) , adoperando la relazione:<br />

=<br />

1<br />

T 2<br />

⎛ f ∆s<br />

⎜<br />

⎝ 15,<br />

8<br />

È opportuno informare il lettore che in quest’ambito potrà trovare, invece che la trasmissibilità T, il<br />

complemento a 100 della stessa che rappresenta l’<strong>isolamento</strong> percentuale I (%):<br />

ovvero<br />

⎞<br />

⎟<br />

⎠<br />

−1<br />

I (%) = ( 1−<br />

T)<br />

⋅100%<br />

( f fn)<br />

( f fn)<br />

2<br />

I = 2<br />

− 2<br />

⋅100%<br />

−1<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

In ambito tecnico è considerato un buon <strong>isolamento</strong> quello superiore all’80%.<br />

Figura 18 – <strong>isolamento</strong> vs frequenze (per ξ=0)<br />

Dall’esame <strong>di</strong> figura 18 è possibile riscontrare che intersecando i valori <strong>di</strong> frequenza forzante f con le linee<br />

dell’<strong>isolamento</strong> I (%), in<strong>di</strong>vidua il valore della frequenza naturale fn (ascissa) del sistema necessario per<br />

realizzare l'<strong>isolamento</strong> richiesto. È evidente che il decremento della frequenza propria fn corrisponde, a<br />

parità <strong>di</strong> frequenza forzante f, ad un incremento dell’<strong>isolamento</strong> I del sistema vibrante.<br />

Nella pratica applicativa:<br />

per ottenere con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>isolamento</strong> non particolari (normali) sono raccomandati valori <strong>di</strong> fn compresi tra<br />

1/3·f


Sistemi antivibranti<br />

Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

I <strong>di</strong>spositivi antivibranti più utilizzati sono costituiti da molle in acciaio, gomma e materiale plastico, sughero,<br />

feltro, fibre <strong>di</strong> vetro compatte, etc.<br />

Le molle metalliche sono usate spesso come isolatori <strong>di</strong> <strong>vibrazioni</strong> in quanto oltre i vantaggi legati alla<br />

resistenza meccanica consentono <strong>di</strong> risolvere problemi <strong>di</strong> <strong>isolamento</strong> a qualsiasi frequenza, perchè con<br />

questi <strong>di</strong>spositivi è possibile ottenere un vasto campo <strong>di</strong> deflessioni statiche cambiando la tipologia <strong>di</strong><br />

materiale impiegato per la costruzoine e il loro <strong>di</strong>mensionamento. Le molle avvolte ad elica presentano<br />

frequenze proprie <strong>di</strong> vibrazione modeste a causa della loro notevole proprietà <strong>di</strong> deformabilità assiale<br />

(fig.19).<br />

Figura 19<br />

Il materiale elastomerico come ad esempio la gomma si presta bene all’<strong>isolamento</strong> <strong>di</strong> macchine ed<br />

apparecchiature meccaniche nel caso sia necessario raggiungere un valore consistente dello smorzamento<br />

viscoso. I supporti antivibranti in gomma si basano sul principio che l’energia prodotta dalla vibrazione può<br />

essere <strong>di</strong>ssipata accoppiando l’elasticità del materiale alle caratteristiche <strong>di</strong> smorzamento <strong>di</strong> tipo isteretico<br />

che <strong>di</strong>ssipa una parte dell’energia accumulata sotto forma <strong>di</strong> calore. L’efficienza e la durata <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>spositivi<br />

è fortemente compromessa in presenza <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> o altri materiali corrosivi; nel caso delle gomme, la sensibilità<br />

alla luce, può favorire il fenomeno dell’invecchiamento che porta ad una deca<strong>di</strong>mento delle loro<br />

caratteristiche meccaniche. Valori tipici del fattore <strong>di</strong> smorzamento ξ sono dell’or<strong>di</strong>ne del 5%.<br />

Figura 20<br />

Il sughero che rappresenta uno dei primi materiali impiegati per l’<strong>isolamento</strong> <strong>dalle</strong> <strong>vibrazioni</strong>; gli isolatori <strong>di</strong><br />

tale tipo lavorano prevalentemente a compressione. Tale materiale non è in grado <strong>di</strong> fornire gran<strong>di</strong><br />

deflessioni statiche e quin<strong>di</strong> non è utile installarlo per impieghi in presenza <strong>di</strong> frequenza naturale <strong>di</strong> modesta<br />

entità, vale a <strong>di</strong>re per fn inferiori a 10 Hz. Valori tipici del fattore <strong>di</strong> smorzamento ξ sono dell’or<strong>di</strong>ne del 6%.<br />

Figura 21<br />

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Corso <strong>di</strong> Organizzazione e Gestione della Sicurezza Aziendale<br />

Il feltro ha forti caratteristiche <strong>di</strong> smorzamento che lo rende particolarmente adatto nel ridurre l’ampiezza<br />

delle <strong>vibrazioni</strong> quando si prevede che il sistema possa essere soggetto a risonanza (fig.22). Tale materiale<br />

presenta fattori <strong>di</strong> smorzamento ξ prossimi a quelli del sughero.<br />

Figura 22<br />

Normalmente è possibile ricorrere a soluzioni semplici attraverso l’<strong>isolamento</strong> della macchina me<strong>di</strong>ante l’uso<br />

<strong>di</strong> supporti antivibranti (fig.22)<br />

Figura 23<br />

ovvero me<strong>di</strong>ante l’ancoraggio della macchina ad una massa notevole (fig.23). Quest’ultima soluzione è<br />

ottenuta aggiungendo una massa m' alla macchina e isolando il sistema complessivo (macchina+massa<br />

aggiunta m').<br />

Figura 24<br />

Per un effettivo <strong>isolamento</strong> antivibrante è necessario che:<br />

gli isolatori siano installati simmetricamente rispetto al moto del baricentro;<br />

il centro <strong>di</strong> gravità risulti il più basso possibile al fine <strong>di</strong> evitare instabilità del sistema.<br />

Le macchine caratterizzate da urti e <strong>vibrazioni</strong> <strong>di</strong> notevole entità (i.e. gran<strong>di</strong> presse, rotative, etc.) richiedono<br />

oltre all’impiego <strong>di</strong> sospensioni antivibranti anche la realizzazione <strong>di</strong> fondazioni atte a ridurre la trasmissione<br />

delle sollecitazioni della macchina al pavimento, al fabbricato ed agli e<strong>di</strong>fici circostanti.<br />

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