imp MN 18 - Mare Nostrum
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L’antica chiesa paleocristiana<br />
di San<br />
Giovanni di Sinis, edificata<br />
in due distinte<br />
fasi. Al suo interno, di<br />
grande austerità, basse<br />
arcate rette da <strong>imp</strong>onenti<br />
pilastri, antichi<br />
altarini e un fonte battesimale.<br />
52<br />
a m b i e n t e<br />
Da non perdere è una visita all’oasi di Torr’e Seu, oltre 100 ettari che per 100 anni sono stati riserva, prima di<br />
caccia e poi di salvaguardia. Segno dei tempi.<br />
I fondali antistanti la penisola del Sinis, oggi compresi nell’Area Marina Protetta del Sinis – Mal di Ventre, sono<br />
abbastanza vari con formazioni di coralligeno, blocchi granitici, pareti di rocce basaltiche ed una immensa<br />
prateria di Posidonia oceanica. Il posidonieto giunge fino alla profondità di 40 metri, indice di una trasparenza<br />
dell’acqua non comune. Nonostante in quest’area si concentri un alto numero di imbarcazioni dedite alla<br />
pesca, il più alto in Sardegna, pesci, molluschi e crostacei sono ancora numerosi. Nella zona esistono molti<br />
siti di immersione di grande interesse sia per la bellezza dei fondali che per lo stato di salute degli ambienti.<br />
Di seguito una breve descrizione di alcune immersioni rappresentative.<br />
La secca di Mezzo<br />
Fra l’isolotto del Catalano e la più grande Isola di Mal di Ventre, corre una lunga dorsale sottomarina che forma<br />
una secca molto estesa. Grande attenzione va riservata alle condizioni meteo marine, ed alla corrente che in<br />
questa zona può essere talmente forte da non consentire l’immersione. Il punto proposto si trova circa 800<br />
metri a nord del Catalano dove l’ancoraggio andrà fatto con grande attenzione sia per la natura del fondo, sia<br />
per la corrente che lo rendono spesso abbastanza difficoltoso. Si scende verso il fondo e ci si dirige a maestrale<br />
dove la profondità aumenta rapidamente fino a quota -30. Il fondale è costituito da grandi blocchi granitici<br />
percorsi da numerose fessurazioni e guglie che si elevano di qualche metro. Sembra che la zona sia<br />
molto apprezzata dalle murene che sono numerose e di grossa taglia. Verso il fondo si arriva ad una franata<br />
con grandi lastroni inclinati che va a morire sul detrito. Esplorando gli anfratti con la lampada si scorgeranno<br />
sicuramente alcune corvine e qualche cernia di piccole dimensioni.<br />
Il Carosello<br />
Il Carosello può essere considerato a buon titolo l’estrema propaggine orientale della grande “Secca di<br />
mezzo”. A circa un miglio dallo scoglio scuro del Catalano in direzione Nord-est, il fondale misto di posidonia<br />
e grotto, da quota -25 metri sale gradualmente sino a raggiungere una profondità di appena 2 metri.<br />
Durante le giornate di mare lungo è possibile individuare la secca semplicemente osservando la schiuma che<br />
si forma intorno al cappello. Una volta ancorati, facendo molta attenzione alla buona tenuta, ci si dirige a<br />
Nord-ovest raggiungendo quota -20 su un fondale caratterizzato da alte guglie che si stagliano in un’acqua<br />
l<strong>imp</strong>idissima. E’ consigliabile iniziare l’immersione contro corrente seguendo il perimetro della secca. Le pareti<br />
rocciose sono profondamente fessurate e spaccate tanto da formare vere e proprie camere. Le grandi tane<br />
sono popolate da numerose murene, corvine, saraghi maggiori e non di rado si possono vedere aragoste e cicale.<br />
Sulle volte sono frequenti piccoli rametti di corallo rosso. Tutta la zona è interessante per la presenza di<br />
pesce pelagico e spesso è frequentata dai delfini che però, sempre molto sospettosi, difficilmente si avvicinano<br />
ai subacquei.<br />
Le Cattedrali<br />
Il punto di immersione si trova a sud ovest dell’isola di Mal di Ventre. Strano nome derivante dalla storpiatura<br />
dell’antico toponimo sardo di Malu Entu, che significa vento cattivo e fa capire come la zona sia particolarmente<br />
insidiosa, con condizioni del mare che possano cambiare rapidamente creando serie difficoltà per la<br />
navigazione. Ci si ancora 300 metri a sud ovest dell’estrema propaggine sud dell’isola su un fondale roccioso<br />
di 25 metri di profondità, prestando molta attenzione alla tenuta. Sarà in ogni caso opportuno controllare l’ancora<br />
una volta raggiunto il fondo prima di iniziare l’esplorazione. Il fondo è abbastanza piatto e quasi completamente<br />
colonizzato da una bellissima prateria di Posidonia oceanica. Poco più al largo però si capisce<br />
come mai questo posto abbia il nome di “Le Cattedrali”, infatti, si iniziano a scorgere le sagome di altissime<br />
guglie che salgono verticali dal fondo arrivando fino ad 8 metri di profondità. Altri massi movimentano ulteriormente<br />
il paesaggio. Ed è proprio sotto questi massi che si potrà godere lo spettacolo ormai rarissimo di decine<br />
e decine di grossi saraghi maggiori e meravigliose corvine che nuotano lentamente nelle grandissime tane.<br />
Un altarino votivo in una<br />
delle sei stanze che compongono<br />
la struttura<br />
tardo romanica del pozzo<br />
sacro di San Salvatore.<br />
L’ipogeo venne in un<br />
primo momento utilizzato<br />
per il culto delle acque<br />
alle quali venivano attribuite<br />
proprietà terapeutiche<br />
e successivamente<br />
dedicato dai Punici al<br />
culto del dio Sid. Poi i<br />
Romani lo consacrarono<br />
ad Asclepio ma vi si adoravano<br />
anche Marte e<br />
Venere. Più recentemente,<br />
con l’introduzione<br />
della religione cristiana,<br />
al di sopra del tempio fu<br />
edificata la piccola chiesa<br />
dedicata a San Salvatore.<br />
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