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Mondo Dinghy

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egate<br />

dinghy<br />

<strong>Mondo</strong> <strong>Dinghy</strong><br />

di Francesca Lodigiani e Michele Tognozzi<br />

Numeri da capogiro, tanta passione, sedi ambite, due circuiti<br />

frequentatissimi, livello tecnico più che buono, veri cultori<br />

della marineria e del bon ton velico uniti ad accesi agonisti...<br />

insomma, la più longeva delle classi italiane non finisce mai di<br />

stupire. Dopo un 2010 eccezionale, ecco quindi il nostro meritato<br />

omaggio, scritto a 4 mani con una “dinghysta” autentica, a un<br />

gruppo di amici che ha trasformato una barca di 3,6 metri di<br />

legno o vetroresina in una delle realtà più solide della nostra vela<br />

I <strong>Dinghy</strong> a Bracciano<br />

per il Campionato<br />

Nazionale 2010,<br />

74esimo della serie.<br />

Nessuna classe in<br />

Italia ne vanta di più.<br />

In alto: marineria e<br />

dinghy, un binomio<br />

indissolubile<br />

foto carta (papernew.com)<br />

foto taylor<br />

084 FareVela<br />

foto carta (papernew.com)<br />

novembre 2010<br />

foto taylor


egate<br />

dinghy<br />

ravi. Sinceramente e con<br />

B la passione che condividiamo<br />

con voi, quella<br />

per la vela. Quella pura e<br />

diretta, fatta di ore e ore in mare o su un<br />

lago inseguendo una raffica. Consolidata<br />

in interminabili discussioni sulla regolazione<br />

di un dettaglio, mentre l’amicizia si<br />

rafforza e il tempo passa lieto e leggero,<br />

come certo è per tutti i dinghysti italiani<br />

che praticano il loro caro legno.<br />

Tra le tante classi che operano in<br />

Italia, il <strong>Dinghy</strong> 12 piedi merita in questo<br />

fine 2010 un articolo celebrativo. Ed è<br />

con estremo piacere che Fare Vela ospita<br />

nelle sue pagine il vostro esempio. Quello<br />

che dimostra come una barca del 1913,<br />

se accudita e amata come merita, possa<br />

essere ancora attualissima. Anzi, uno dei<br />

fenomeni più interessanti della nostra<br />

vela. Frequentata da brillanti professionisti,<br />

ottimi velisti un po’ avanti con l’età,<br />

ma anche da più giovani appassionati, il<br />

punto d’arrivo di una carriera agonistica,<br />

una dipendenza certa e incurabile per chi<br />

ha saputo trarre il meglio da una vela che<br />

naviga nel vento. Un circuito nazionale<br />

con più di 200 partecipanti, un Trofeo del<br />

<strong>Dinghy</strong> Classico che per sponsor, location<br />

e savoir faire desta l’invidia di molti.<br />

Eventi ormai celebri, la voglia di divertirsi,<br />

rivali da battere in acqua che a terra<br />

diventano gli amici di una vita. Ed è una<br />

di loro, Francesca Lodigiani, a suo dire<br />

“dinghystadipendente” oltre che brillante<br />

giornalista nautica, a introdurci ai segreti<br />

di una classe che merita lo spazio che ha<br />

saputo conquistarsi. A te la penna...<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

Anche se ha toccato la<br />

boa con la randa (360°<br />

in arrivo?) Marcello<br />

Coppola sembra<br />

davvero divertirsi<br />

un mondo. E’ lui uno<br />

dei 96 timonieri che<br />

hanno preso parte al IX<br />

Trofeo <strong>Dinghy</strong> Classico.<br />

Regata su un <strong>Dinghy</strong><br />

Colombo del 2009<br />

chiamato Adriana<br />

Scrivere di <strong>Dinghy</strong> per me è una<br />

questione di vero e proprio conflitto<br />

d’interessi. Difficile mantenere il corretto<br />

distacco che dovrebbe caratterizzare<br />

il buon giornalista. Il <strong>Dinghy</strong><br />

infatti, quando praticato, tira brutti<br />

scherzi. Intanto dà assuefazione e dipendenza.<br />

Inoltre rende persone normalmente<br />

equilibrate, indipendentemente<br />

dalla professione, dall’età,<br />

dal sesso, dal censo, dalla latitudine<br />

geografica, pronte ad accapigliarsi,<br />

lottare, polemizzare ferocemente,<br />

per far passare la propria opinione<br />

su argomenti “topici” come il tipo di<br />

legno da usare o meno per realizzare<br />

la chiglia, la forma del bracciolo nello<br />

086 FareVela<br />

scafo in vetroresina, i segni di stazza,<br />

o la legittimità o meno di utilizzare il<br />

“tondino” per le sartie.<br />

Sì, perché essere dinghysta non<br />

significa solo navigare, venire a patti<br />

con una deriva bizzosa, tecnica e<br />

complessa da regolare e da far performare<br />

decentemente (ma su questo<br />

ritorneremo). Nossignore. Significa<br />

anche prender parte attiva alla<br />

vita associativa, non risparmiarsi nel<br />

confronto e nel “mugugno” ( la componente<br />

ligure è forte), intessere un’<br />

intensa vita di relazione dalla quale<br />

nascono grandi amicizie e, come<br />

sempre nella vita, anche qualche<br />

inimicizia. Una vita di relazione che<br />

novembre 2010<br />

La ranking list italiana della classe<br />

<strong>Dinghy</strong> 12 piedi ha raggiunto<br />

nel 2010 addiruttura 215 timonieri<br />

classificati. A vincerla è stato Paco<br />

Rebaudi. La classe è molto attiva<br />

anche nella comunicazione, con<br />

due siti (www.dinghy.it e www.<br />

dinghyclassico.it), una rivista per i<br />

“legni” (Il Clinker) e una newsletter<br />

settimanale. Le flotte sono presenti<br />

nei laghi del Nord, in Liguria, Trie-<br />

si declina a livello nazionale, perché<br />

sono parecchie le regate di quella<br />

categoria, compreso il Campionato<br />

Italiano e ora, sull’onda del desiderio<br />

di intessere rapporti pure oltre frontiera,<br />

la World Cup. Vita che è però<br />

molto vivace anche a livello di flotte<br />

locali, specie in alcune zone come<br />

l’Adriatico settentrionale, il Lazio, la<br />

Liguria di levante, e i laghi del Nord.<br />

Fenomeno che permette, ad esempio,<br />

a chi gravita sul Tigullio dove<br />

regna il Circolo Velico Santa Margherita<br />

Ligure, il più attivo e titolato del<br />

pianeta <strong>Dinghy</strong>, quello del King Paolino<br />

Viacava per intenderci, di far regate<br />

di alto livello tutta l’estate, anche<br />

Numeri di gran classe<br />

ste, Toscana, Veneto, Romagna,<br />

Napoli, Lazio, Sicilia. Gli eventi<br />

maggiori sono il Trofeo Bombola<br />

d’Oro dello YC Italiano a Portofino<br />

in maggio e il Campionato Italiano<br />

(che nel 2011 sarà alla Marina<br />

di Scarlino). Il circuito dei legni,<br />

Trofeo Nazionale <strong>Dinghy</strong> Classico<br />

vanta 6 tappe. Nel 2010 vi hanno<br />

preso parte ben 96 timonieri con<br />

relativi “gioielli”.<br />

Se ben armati e portati i <strong>Dinghy</strong> in<br />

vetroresina e quelli in legno si equivalgono.<br />

Lo scafo è lungo 3,66 m e<br />

largo 1,42 m. Il peso è di 130 kg<br />

con trenta barche al via. Una vita peraltro<br />

ampiamente documentata. Innanzitutto<br />

grazie al giornale on line<br />

<strong>Dinghy</strong> News, una newsletter che in<br />

piena stagione ha uscita addirittura<br />

settimanale, inventata e curata<br />

dall’energico, competente ed entusiata<br />

scrittore e giornalista Paolo Rastrelli,<br />

autore della Storia del <strong>Dinghy</strong><br />

e dei successivi sei volumi, i famosi<br />

Annuari pieni di foto, che documentano,<br />

su base normalmente annuale,<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto taylor


egate<br />

dinghy<br />

l’attività della Classe, riflessa anche<br />

nel rinnovato sito www.dinghy.it.<br />

Domare il <strong>Dinghy</strong>? L’operazione<br />

non è facile. Tranne che ai talenti naturali,<br />

ma di Mozart non ne nascono<br />

molti, centrare la barca, trovare la<br />

posizione corretta del piede dell’albero,<br />

riuscire a dirigere in maniera<br />

ineccepibile l’orchestra formata dalle<br />

Ma che bella virata<br />

Nei <strong>Dinghy</strong> non manca certo la tecnica...<br />

In questa sequenza il ligure Paco Rebaudi<br />

(uno dei tre soci Quantum Italia che regatano<br />

nella classe, gli altri due sono Vittorio<br />

regolazioni di scotta, vang, caricabasso,<br />

tensione della vela sul picco e<br />

base randa, in modo da ottenere l’armonia,<br />

ovvero il corretto mix, angolo<br />

di bolina/velocità, è opera ardua. Ci<br />

possono volere anni. Così come per<br />

individuare l’attrezzatura giusta,<br />

specie il picco, sul quale i guru possono<br />

intrattenerti ore dissertando<br />

foto carta (papernew.com)<br />

foto taylor<br />

D’Albertas e Filippo Jannello) esegue<br />

una perfetta ed efficace virata con rollio<br />

con cambio mano da manuale. Rebaudi<br />

ha vinto la Coppa Italia 2010, il circuito<br />

088 FareVela<br />

foto carta (papernew.com)<br />

Ubaldo Bruni, palermitano, nei primi<br />

Settanta valente finnista, è il padre<br />

di Francesco e Gabriele, ottimi velisti<br />

professionisti. Riceverà da loro<br />

qualche consiglio sul <strong>Dinghy</strong>, di cui è<br />

tra i migliori timonieri? Nel riquadro,<br />

Italo Bertacca (anche lui finnista),<br />

viareggino purosangue, dominatore<br />

del circuito 2010 dei Classici<br />

di freccia e rigidità, e arrivare a scrivere<br />

trattati. Una difficoltà che va a<br />

sommarsi a quelle di ogni regata in<br />

termini di tattica e intuizione sui giri<br />

del vento. Quando però l’armonia<br />

si produce, allora la soddisfazione è<br />

enorme. Anche se il <strong>Dinghy</strong> è un disegno<br />

che ha quasi cent’anni. Anche se<br />

dicono che non plana (ma non è vero,<br />

che raggruppa le regate nazionali della<br />

classe. Dietro a Rebaudi si sono classificati<br />

Jannello, Samele, Penagini, Schiavon, Brazzo,<br />

Tua, Durli, Cusin e Allodi (primi 10).<br />

novembre 2010<br />

foto carta (papernew.com)<br />

foto taylor<br />

La storia<br />

perché a volte in poppa con vento<br />

e mare parte e vibra e canta e vola<br />

sulle onde che è una favola, specie se<br />

non si ingavona e si rovescia a 180°).<br />

Per portare un <strong>Dinghy</strong> non è indispensabile<br />

essere giovani, atletici e<br />

robusti. Certo non guasta, ma forse<br />

qui è più importante avere testa che<br />

fisico. Non per niente l’età media è<br />

altina, con un notevole numero di<br />

master (over 60) molto performanti<br />

( Vincenzo Penagini, vincitore della<br />

World Cup 2010 e Giorgio Pizzarello,<br />

vicecampione italiano 2010 dietro a<br />

King Paolino Viacava, per esempio),<br />

e di supermaster (over 70) di razza (<br />

Giorgio Sanzini, Angelo “Pinne” Oneto<br />

e Ugo Leopaldi per esempio), che<br />

si incrociano spesso anche in trasferta.<br />

Da segnalare in proposito che Pinne,<br />

neosupermaster, tigullino doc,<br />

solo in questo 2010 è stato raggiunto<br />

da King Paolino per numero di titoli<br />

italiani vinti: cioé 10.<br />

Le regate sono veramente tante.<br />

Tutto iniziò nel 1913, quando<br />

l’avvocato inglese George<br />

Cockshott lo disegnò<br />

vincendo il concorso indetto<br />

dalla Boat Racing Association.<br />

Lo scopo era di dar vita<br />

a una classe internazionale,<br />

status che il <strong>Dinghy</strong> raggiunge<br />

già nel 1919. Nel 1920 ad<br />

Amsterdam il <strong>Dinghy</strong> era<br />

già classe<br />

olimpica,<br />

esperienza<br />

che ripetè<br />

nel 1928 ad<br />

Anversa. Un<br />

italiano, il<br />

mitico Tito<br />

Nordio, fu<br />

l’azzurro che<br />

lo timonò concludendo al sesto posto.<br />

Da lì una lunga carriera, anche<br />

in Italia, dove il <strong>Dinghy</strong> arriva nel<br />

‘29 e cresce rapidamente. Il primo<br />

Campionato Italiano è a Zara, in<br />

Dalmazia (altri tempi), nel 1931 con 18 partecipanti. A vincerlo è Silvio<br />

Treleani (YC Adriaco) su Eoletto Ita 13. L’Associazione di Classe è del<br />

1969. Dal 2000 la definitiva rinascita, con ben 92 barche all’Italiano<br />

2008. Il circuito dei classici vanta anche numerosi sponsor (qui sopra<br />

la ditta fiorentina Riccardo Barthel, con la sua linea yachting). Tutta la<br />

storia del <strong>Dinghy</strong> classico è nello splendido libro di Paolo Rastrelli.<br />

Tra nazionali, zonali, locali nel 2010<br />

il calendario ne ha messe insieme<br />

quasi 100. Iniziando da Sud, si corre<br />

a Mondello, con una flotta siciliana<br />

che ha il suo baricentro tra il Circolo<br />

Vela Sicilia e il Club Canottieri<br />

Roggero di Lauria. Niente flotta, ma<br />

appuntamenti importanti, specie<br />

per i legni, a Napoli, al Savoia. Molto<br />

effervescente la Flotta Romana con<br />

oltre 30 dinghysti. D’estate si corre<br />

sul lago di Bracciano, d’inverno ad<br />

Anzio. Da segnalare però che tra Formia<br />

e Gaeta l’attività è in crescita.<br />

Vivace anche la flotta della Toscana<br />

che specie d’inverno converge in<br />

massa sul lago di Massaciuccoli. La<br />

Liguria è culla del <strong>Dinghy</strong> da sempre<br />

e il Tigullio in particolare, con Portofino,<br />

Santa Margherita e Rapallo,<br />

offre occasioni di confronto costanti.<br />

Intorno a Chioggia, patria di Roberto<br />

e Franco Ballarin, si è molto rafforzata<br />

la flotta dell’Adriatico, con nuove<br />

e temibili new entries capitanate da<br />

Cominciamo dal<br />

basso, visto che lì<br />

appare il più grande<br />

della classe:<br />

Paolo Viacava,<br />

portofinese doc,<br />

praticamente<br />

imbattibile negli<br />

ultimi 15 anni di<br />

<strong>Dinghy</strong>. Vanta 10<br />

campionati tricolori<br />

e 10 vittorie<br />

al Bombola d’Oro.<br />

Gestisce un ristorante<br />

a Portofino<br />

e quindi non può<br />

esserci sempre,<br />

ma quando c’è...<br />

sono dolori per<br />

tutti.<br />

Dall’alto: impiombature<br />

come<br />

arte marinaresca<br />

comanda sono<br />

indispensabili sui<br />

<strong>Dinghy</strong>; una targa<br />

su uno specchio di<br />

poppa; il pozzetto<br />

di un <strong>Dinghy</strong><br />

in legno, con le<br />

moltissime e fini<br />

regolazioni, corredate<br />

da tabelle,<br />

bussola tattica e<br />

quant’altro. Ogni<br />

decimo di nodo va<br />

conquistato...<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto taylor<br />

foto carta (papernew.com)


egate<br />

dinghy<br />

Eccola qui la nostra<br />

autrice: Francesca<br />

Lodigiani al timone<br />

della sua adorata<br />

Baffina. Validissima<br />

timoniera si gioca da<br />

anni il titolo femminile<br />

con Paola Randazzo<br />

I <strong>Dinghy</strong> possono essere in<br />

legno, vetroresina o con scafo in<br />

vetroresina e coperta in plastica.<br />

Le antenne possono essere in<br />

legno o alluminio. Tra le velerie<br />

più in voga Quantum, North,<br />

Doyle, OneSails, Ullman<br />

Azzarini, Beltrame, Brazzo, Briolini,<br />

Schiavon, per citarne alcuni utilizzando<br />

un criterio rigorosamente alfabetico<br />

a scanso di equivoci, che si<br />

aggiungono a veterani come Donaggio,<br />

Michel o Pivanti. Ci sono poi i Laghi:<br />

il Maggiore, sede della Flotta del<br />

Verbano con Enrico Negri, campione<br />

italiano 2009, Paolo Corbellini, campione<br />

Master 2010, e poi Comerio, i<br />

Ferrario, Paganini, l’ammiccante e<br />

baffuto Enrico Corsi, il cui ship chandler<br />

a Luino è un must perfino per i<br />

milanesi. <strong>Dinghy</strong> anche sul Lago di<br />

Como, dove ogni anno ci si trova per<br />

una nazionale al Circolo Vela Bellano.<br />

Su questo lago sono di casa l’Amba-<br />

Per gli scafi in vetroresina<br />

i cantieri sono Lillia,<br />

Nautica Lodi, 3Esse. Un<br />

usato recente varia tra i<br />

5.000 e i 9.000 euro<br />

sciatore della Classe Renzo Santini,<br />

il Commodoro Elio Falzotti, Alfio<br />

Valente, Corridoi Mastalli e anche<br />

Giuseppe La Scala, l’imperatore dei<br />

<strong>Dinghy</strong> Classici, quelli tutti in legno,<br />

colui che si è inventato l’attuale circuito<br />

dei legni in costante ascesa.<br />

Poi c’è il Lago di Garda con Salò,<br />

che quest’anno ha organizzato una<br />

regata nazionale di Coppa Italia e<br />

normalmente è sede di un campionato<br />

invernale. Sì invernale. Cerata stagna<br />

e via andare, perché i dinghysti<br />

non si fanno mancare niente e corrono<br />

anche col freddo: a Salò appunto,<br />

a Massaciuccoli, ad Anzio fino a<br />

dicembre e poi a Gaeta e a Mondello.<br />

090 FareVela<br />

La classe<br />

<strong>Dinghy</strong><br />

disputa<br />

un intenso<br />

calendario<br />

di eventi<br />

a carattere<br />

locale,<br />

zonale e<br />

nazionale.<br />

Nel 2010<br />

c’è stata<br />

la World<br />

Cup (nel<br />

2011 sarà a<br />

Venezia)<br />

foto carta (papernew.com)<br />

foto carta (papernew.com)<br />

E ora si mormora di possibili tenzoni<br />

tra febbraio e marzo pure in Tigullio.<br />

La hit parade? The King, è pacifico,<br />

è Paolino Viacava, che insieme al<br />

fratello Pinuccio si divide a Portofino<br />

tra i due ristoranti di famiglia: Puny<br />

e la Taverna del Marinaio. Paolino è<br />

talento allo stato puro. Tecnico, attento<br />

ad ogni “segno” sul mare, oltre<br />

ai 10 titoli italiani, ha conquistato<br />

10 Bombole d’Oro col suo Sant’Orsola<br />

Mailin. Alla faccia di chi genio<br />

non nasce e deve lavorar duro per<br />

arrancare a metà classifica, lui si<br />

permette di non allenarsi. Dietro<br />

di lui la situazione oggi si sta complicando:<br />

sono arrivate nuove leve,<br />

vecchie conoscenze hanno fatto un<br />

salto di qualità e altre sono tornate.<br />

Parliamo di Paco Rebaudi, che<br />

sia nel 2009 che nel 2010 ha vinto la<br />

Coppa Italia (la si vince sulla base dei<br />

risultati delle 5 nazionali + l’Italiano<br />

e uno scarto) ed è in testa alla Ranking<br />

list di 215 timonieri (sì, la Classe<br />

<strong>Dinghy</strong> ha anche questa). Di Filippo<br />

Jannello. Di Vittorio D’Albertas. Di<br />

Aldo SameleAcquaviva. Parliamo del<br />

Segretario della Classe Giorgio Pizzarello.<br />

Di Vincenzo Penagini, che oltre<br />

al Colombo in legno Spirit of Falena<br />

novembre 2010<br />

con cui ha vinto la World Cup ed é<br />

arrivato secondo nel Trofeo <strong>Dinghy</strong><br />

Classico 2010, ha vinto anche nei<br />

moderni ed è insieme a Rebaudi e a<br />

Samele, a quota due Coppe Italia.<br />

Di Italo Bertacca da Viareggio, il suo<br />

ship chandler in Via Coppino è un<br />

altro must, finnista navigato che si<br />

è aggiudicato quest’anno il circuito<br />

dei legni. Di Emanuele Tua e Fabrizio<br />

Cusin. Di Ubaldo Bruni, papà della<br />

dinastia di Francesco e Gabriele, e<br />

Marcello Coppola, entrambi master<br />

con doppia barca, legno e moderno,<br />

molto temibili. Di Marco Durli, col<br />

suo Lillia volante trasportato in furgone<br />

per evitare stress (alla barca), di<br />

Massimo Schiavon e Roberto Brazzo,<br />

in perenne confronto tra loro non<br />

solo in Adriatico. Poi ci sono quelli<br />

che non fanno trasferte, ma che a<br />

livello locale possono bastonare anche<br />

i migliori. L’elenco sarebbe lungo.<br />

Citiamo uno per tutti, Gin Gazzolo,<br />

insegnante, liutaio, e molto altro,<br />

compreso realizzatore di picchi, che<br />

corre tra Genova e il Tigullio.<br />

E le quote rosa? Ci sono anche<br />

nel <strong>Dinghy</strong>, anche se molto risicate.<br />

La Lady per antonomasia è Tay De<br />

Negri, Flotta del Tigullio, vita tra Ari-<br />

Sui <strong>Dinghy</strong><br />

si può<br />

regatare<br />

anche in<br />

due, purchèl’equipaggio<br />

sia regolarmente<br />

iscritto<br />

alla regata<br />

e resti<br />

tale per<br />

tutto il<br />

Campionato.<br />

Non<br />

è raro<br />

vedere<br />

coppie o<br />

padri-figli<br />

Per un <strong>Dinghy</strong><br />

in legno nuovo<br />

completo (circa<br />

15.000 euro)<br />

operano in Italia<br />

tre cantieri:<br />

Ercole Archetti<br />

a Montisola, LeopoldoColombo<br />

a Grandola,<br />

Ernesto Riva a<br />

Cernobbio. Ricercati<br />

sono i<br />

vecchi Patrone e<br />

i Postiglione<br />

zona e Rapallo, che con il suo legno<br />

Scignoria, realizzato dal padre per lei<br />

quando era ragazza, si è permessa di<br />

vincere nel 2007 il titolo italiano master<br />

overall. Ora a causa di una stupida<br />

spalla fuori posto è in sabbatico<br />

e si é data alle giurie, ma promette<br />

di tornare. Poi c’è Paola Randazzo,<br />

che dal 2005 è in costante lizza con<br />

Baffina, cioè chi scrive. I nostri duelli,<br />

nonostante oggi siamo anche amiche,<br />

sono all’arma bianca, ma la Gattoparda<br />

del Regno delle due Sicilie (a<br />

me chiamano la Leonessa del Tigullio,<br />

e quindi per lei Gattoparda ci sta)<br />

su cinque campionati in cui ci siamo<br />

affrontate, è sempre riuscita a sferrare<br />

la sua zampata. Quindi siamo 5 a<br />

0, anche se in un paio di occasioni...<br />

Nel frattempo altre fanciulle sono arrivate.<br />

Antonella Alberici che oltre al<br />

suo Bonaldo Serena II, ora ha anche<br />

un legno. Sara Scrimieri, giovane e<br />

temibile, allieva di Giorgio Pizzarello,<br />

del quale era la prodiera in Snipe. La<br />

fascinosa Anna Guglielminetti, che<br />

insieme al marito Emanuele ha vinto<br />

il titolo femminile alla World Cup di<br />

Bracciano nei legni.<br />

Tutto un mondo di <strong>Dinghy</strong>, chi vuol<br />

provare si affretti, c’è posto per tutti.<br />

foto taylor<br />

Il MIo DINghy<br />

Roberto Armellin, Ita 799 “Difficile,<br />

scontrosa, basta poco perché si fermi e<br />

cominci a retrocedere muovendosi di lato,<br />

si fa una fatica del diavolo a tenerla dritta,<br />

accetta solo comandi dolci e azioni suadenti.<br />

Una volta invecchiata ha bisogno di molte<br />

e costose cure per nascondere i segni del<br />

tempo, ma il suo carattere bastardo resta<br />

immutato. Continua a tradirti con grande<br />

facilità ed è così brava che fa in modo che<br />

sia tu ad attribuirtene la colpa. Ma quando<br />

si crea quell’armonia d’intenti e condizioni ti<br />

sembra di volare con lei, inebriato di gioia e<br />

soddisfazione”.<br />

Leonello Azzarini Ita 1800 “Amore a<br />

prima vista. Barca maneggevole sino a sei<br />

sette nodi, poi un autobus senza freni. Prima<br />

plastica poi legno. Ma non c’è fiberglass che<br />

tenga, il dinghy è in legno. E non un legno<br />

qualsiasi: deve essere pregiato, stagionato, lavorato,<br />

curato. E con il legno tutto di un fiato<br />

il Trofeo Nazionale. E la barca sempre pronta,<br />

in un vero giro d’Italia, lei innamorata di me<br />

e io di lei”.<br />

Italo Bertacca Ita 1365 “Ricordo la mia<br />

prima sensazione sul magnifico Flash, una<br />

bellissima barca del 1963,... il rumore dell’acqua<br />

sullo scafo e degli “scricchiolii” del<br />

legno...Adesso trovo molto difficile riuscire a<br />

farne a meno”.<br />

Giuseppe La Scala Ita 1530 “È l’unica<br />

deriva in legno che, in Italia, ha un’attività<br />

sportiva riservata (oltre a quella unitaria con<br />

il resto della Classe): essa costituisce una<br />

rivolta contro la tendenza consumistica che<br />

vede le barche da regata come attrezzi da<br />

usare e gettare dopo poche stagioni; barche<br />

alle quali talvolta nemmeno vale la pena dare<br />

un nome.<br />

Per i <strong>Dinghy</strong> 12’ e per i <strong>Dinghy</strong> 12’ di legno<br />

in particolare (che sono delle piccole opere<br />

d’ arte... alla portata però di molte tasche)<br />

non è così”.<br />

illustrazione ferron

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