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Scheda 011 - Comune di Orbetello

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-<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong>- - E<strong>di</strong>fici monumentali-<br />

<strong>Scheda</strong> N°: <strong>011</strong><br />

Oggetto: PORTO,ROCCA E CENTRO STORICO DI TALAMONE<br />

mo<strong>di</strong>ficata in seguito alle osservazioni<br />

Vincoli D.LGS 42/2004: art.10 D. Lgs. 42\2004, Art.2 D. Lgs. 62 del 26\3\08 declaratoria D.M. 29\12\1970, D.M.<br />

4/10/2010 per chiesa <strong>di</strong> Santa Maria Assunta vincolo ai sensi dell’art. 136 del D. Lgs. 42\2004 e D. Lgs 63 del<br />

26\3\08apposto con D.M. 25\9\1962<br />

Visto che tutto il territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong> si trova ad alto rischio <strong>di</strong> ritrovamenti <strong>di</strong> interesse archeologico si<br />

ricorda ai sensi dell’ art .90 del D.Lgs. 42\2004, integrato dal D. Lgs. 62 del 26\3\08 che ove non sussista un vincolo<br />

<strong>di</strong>retto “chi scopre fortuitamente cose mobili o immobili in<strong>di</strong>cate nell’art.10 ne fa denuncia entro 24 ore al<br />

Soprintendente o al Sindaco…” ”Della scoperta fortuita sono informati, a cura del Soprintendente, anche i carabinieri<br />

preposti alla tutela del patrimonio culturale”<br />

Altri Vincoli:, vincolo area contigua al Parco Naturale della Maremma L.R. n. 24\94, Legge Quadro su aree protette<br />

31\07\1991, Piano per il Parco art. 13 L.R. n. 24\94 adottata dal consiglio Direttivo 29\10\07 Delibera N 60, PTC<br />

approvato dal C.R. con D. N 431 del 29\07\1977<br />

Ubicazione: <strong>di</strong> fronte al promontorio dell’Argentario<br />

Catasto Leopol<strong>di</strong>no: si trovava nella zez. A <strong>di</strong> Talamone la carta fu redatta dal geom Luigi Baglini nel 1824<br />

Strutture <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della porta <strong>di</strong> accesso:<br />

Casa, part. 120, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 47<br />

Casa per il corpo <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, part. 124, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 84<br />

Casa <strong>di</strong>ruta part. 125, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 69<br />

so<strong>di</strong>vo part. 126, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 139<br />

casa <strong>di</strong>ruta part. 127, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 48<br />

piazza part 130 prop. Comunità <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong><br />

Rocca e area circostante, cinta muraria:<br />

prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 2341<br />

piazza, part. 210, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 18009<br />

fortezza, part. 211, prop. Scrittoio I.I. e R.R. Fabbriche, braccia quadre 840<br />

scogliera part 212 prop. Comunità <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong> braccia quadre 17176<br />

so<strong>di</strong>vo part 212bis prop. Comunità <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong> braccia quadre 10596<br />

Catasto attuale: F. 5 Rocca part. 165 Demanio dello Stato, terreno circostante 166,149,133,89 Demanio dello<br />

Stato, cinta muraria e faro parte, piazza IV Novembre part 7<br />

Tipologia: centro storico<br />

Proprietà: Rocca, area circostante, cinta muraria, faro Demanio dello Stato- piazza e scogliera <strong>Comune</strong><br />

Uso attuale:centro storico e museale<br />

Epoca <strong>di</strong> costruzione: il primo interesse al luogo risale all’antichità<br />

Notizie storiche: le notizie più atten<strong>di</strong>bili fanno risalire il porto <strong>di</strong> Tèlamon all’epoca etrusca <strong>di</strong> questo parlano i<br />

greci Polibio, Stradone e Plutarco, nonché i latini Plinio e Pomponio Mela. Pare anche che verso l’anno 528 una cruenta<br />

battaglia sia stata combattuta nei pressi <strong>di</strong> Talamone fra un’orda <strong>di</strong> Galli e gli eserciti dei romani C. Attilio Regolo e L.<br />

Emilio Papo. Nell’ 666 a.C. Caio Mario, proveniente dall’Africa, vi approdò con la sua flotta per arruolare i soldati<br />

necessari ad abbattere a Roma il potere <strong>di</strong> Cinna fattosi eleggere console. Tolomeo ricorda il vicino torrente Osa e <strong>di</strong>ce<br />

che il porto si estendeva a nord poiché l’impadulamento ne ha nascosto la parte interna e ha ridotto lo specchio del porto<br />

che era capace <strong>di</strong> molte navi. 1 Inoltre l’antica Tèlamon pare fosse ubicata prima sul poggio <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong> poi su quello <strong>di</strong><br />

1


Talamonaccio. Un ponte, <strong>di</strong>strutto secondo Rutilio nel 412 d. C. dai Visigoti in ritirata, metteva in comunicazione la<br />

citta<strong>di</strong>na con la via Aurelia. Questo ponte sopravvisse comunque allo stato <strong>di</strong> rudere fino all’inizio del XIV secolo<br />

Nel 756 il re longobardo Rachis or<strong>di</strong>nò la fondazione <strong>di</strong> un Priorato o Cella a Talamone con un ospedale per i viandanti<br />

poveri nelle vicinanze dell’Osa forse nella località chiamata oggi Spedaletto.<br />

L’o<strong>di</strong>erna Talamone è <strong>di</strong> origine bassome<strong>di</strong>evale, nel 1154, secondo il Malavolti, Ildebran<strong>di</strong>no Maria, capo della<br />

Famiglia Aldobrandeschi, vendette il Porto <strong>di</strong> Talamone ai monaci <strong>di</strong> S. Salvatore <strong>di</strong> Monte Amiata, ma la trattativa non<br />

deve essere stata conclusa se nel 1251 Guglielmo Aldobrandeschi trattò con Firenze la concessione in uso <strong>di</strong> questo<br />

porto e <strong>di</strong> Porto Ercole. Certamente a questa famiglia si deve la costruzione della Rocca e delle mura, come era loro<br />

uso per presi<strong>di</strong>are i propri posse<strong>di</strong>menti, inoltre queste costruzioni rispondono alla tipologia architettonica me<strong>di</strong>oevale.<br />

Sventata dopo Montaperti la minaccia <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento fiorentino in questo tratto <strong>di</strong> Maremma, i senesi cercarono <strong>di</strong><br />

ottenere Talamone dall’Abbazia <strong>di</strong> S. Salvatore del Monte Amiata che nel 1303 ne riven<strong>di</strong>cava la formale proprietà 2 . Il<br />

porto era probabilmente utilizzato anche dai cavalieri del Monastero <strong>di</strong> S.Rabano e da esso forse partivano anche le navi<br />

<strong>di</strong>rette in Terra Santa. Nel 1303 Siena, dopo molte trattative, acquistò Talamone ed il convento della Valentina dai<br />

monaci dell'abbazia <strong>di</strong> San Salvatore conquistando finalmente l'ambito sbocco al mare. I Signori Nove crearono una<br />

balia <strong>di</strong> tre citta<strong>di</strong>ni per occuparsi dei lavori del porto, infatti nel 1305 iniziarono la sistemazione delle mura e del<br />

cassero. Questo <strong>di</strong>mostra che le opere citate dovevano essere già esistenti all'atto dell'acquisto, una mappa del 1306 3 fa<br />

riferimento a questi lavori, vi appare chiaramente la Rocca, la chiesa e, all’interno delle mura, si nota un preciso schema<br />

planimetrico che prevedeva l’inserimento delle abitazioni. Si notano inoltre tre porte <strong>di</strong> cui una centrale che potrebbe<br />

ubicarsi ove è l’o<strong>di</strong>erna porta Garibal<strong>di</strong>, una verso il porto chiamata torre <strong>di</strong> S.Lucia con cammino protetto mo<strong>di</strong>ficato<br />

in tempi successivi ed una verso il mare che era la classica via <strong>di</strong> fuga in caso <strong>di</strong> pericolo. Nel 1306 fu posta in ven<strong>di</strong>ta<br />

la gabella delle Saline e se ne approvarono i patti, inoltre venne approvato un dettagliatissimo elenco <strong>di</strong> terreni dalle<br />

<strong>di</strong>verse caratteristiche e <strong>di</strong>mensioni così da essere adatti per vari tipi <strong>di</strong> coltivazioni, situati fra Talamone, Talamone<br />

Vecchio, il Collecchio, la via Senese e la Grossetana allineati in file parallele e <strong>di</strong>simpegnati da nuove vie confinanti<br />

con il padule e le Saline. Per assegnarli furono tirati a sorte secondo un preciso progetto <strong>di</strong> colonizzazione della zona.<br />

Le nuove strade assiali <strong>di</strong> spina venivano ad incontrarsi con le secondarie ortogonali. Nel 1307 venne stabilito, secondo<br />

i nuovi statuti, che a Talamone doveva essere situata una Dogana del sale per agevolare i collegamenti con Siena.<br />

Venne inoltre costruita una nuova strada più agevole nella zona <strong>di</strong> pianura che non passava attraverso Grosseto,<br />

mantenendone così l’in<strong>di</strong>pendenza. Nel 1308, per completare la precedente, venne fatta una nuova assegnazione <strong>di</strong><br />

terreni. Nel 1309, insieme a vari miglioramenti fra i quali la costruzione <strong>di</strong> un nuovo ponte <strong>di</strong> legno per agevolare il<br />

carico e scarico delle merci, si decise <strong>di</strong> costruire una chiesa e un faro per la maggior sicurezza delle navi. Nella<br />

citta<strong>di</strong>na erano presenti tre cisterne: una all’interno della Rocca, che tutt’ora esiste, una nei pressi del porto, situata<br />

nell’attuale piazza del Littorio ed una sotto la piazza del <strong>Comune</strong> che è stata trovata durante gli ultimi lavori <strong>di</strong> restauro<br />

e che aveva una botola sulla piazza per il prelevamento dell’acqua. Nel 1311 fu stipulato un trattato fra Siena e Firenze<br />

per l’uso del porto <strong>di</strong> Talamone. L’anno successivo, con la <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong> Arrigo VIII, i senesi con l’aiuto <strong>di</strong> Pisa e dei conti<br />

<strong>di</strong> S. Fiora attaccarono Talamone, ma ne poterono riavere il possesso solo dopo due anni. Nel 1319 la citta<strong>di</strong>na fu<br />

saccheggiata dai genovesi con il pretesto <strong>di</strong> rivalsa su Siena per aver mandato gente armata ad aiutare re Roberto <strong>di</strong><br />

Napoli loro nemico. Nel 1328 il clima insalubre ed i continui attacchi convinsero i senesi ad allogare il porto a messer<br />

Te<strong>di</strong>gi del Fiesco genovese, ma questi non adempì agli obblighi, pertanto il porto fu dato in affitto ai fiorentini. Nei due<br />

trattati stipulati nel 1331 e nel 1357 con Firenze per l’uso del porto <strong>di</strong> Talamone, gravavano su Siena la costruzione <strong>di</strong><br />

banchine, fondaci e la manutenzione e vigilanza del percorso stradale. 4 Nel 1357 infatti fu costruito, in prossimità del<br />

porto, il grande fondaco all’interno delle mura così da essere in luogo protetto. Sopra si trovava il granaio e il palazzo<br />

per l’addetto al fondaco. Inoltre nel 1361, dopo la caduta dei Nove avvenuta nel 1355, i Do<strong>di</strong>ci pre<strong>di</strong>sposero un piano <strong>di</strong><br />

colonizzazione del territorio. Ci si preoccupò anche <strong>di</strong> approvvigionare d'acqua il paese e <strong>di</strong> costruire una chiesa; la<br />

terra venne ripartita fra chi decise <strong>di</strong> costruire una casa. 5 Purtroppo la malaria e le continue incursioni piratesche, che<br />

seminavano <strong>di</strong>struzione e morte, resero assai <strong>di</strong>fficoltoso lo sviluppo della citta<strong>di</strong>na, ma quando nel 1356 6 fu<br />

convogliato in questa zona parte del traffico <strong>di</strong> merci fiorentine, Pisa ne fu svantaggiata mentre Talamone ne ebbe un<br />

grosso vantaggio. Per questo e per alte ragioni si scatenò una guerra che durò fino al 1364. Questa guerra costrinse gran<br />

parte delle popolazioni locali ad abbandonare il territorio. Visto però che il conflitto non aveva portato frutti, Firenze<br />

concluse un accordo con Siena e riportò i propri commerci a Pisa. Nel 1376 i pisani attaccarono e occuparono Talamone<br />

che venne saccheggiata per due volte, la seconda con l’aiuto del Priore <strong>di</strong> Pisa frate Jacopo dei Gerosolimitani, questi<br />

cavalieri infatti occupavano già il vicino convento <strong>di</strong> S.Rabano. Pietro Piccolomini mandò un esercito in Maremma,<br />

imprigionò il Priore e decise <strong>di</strong> vendere i posse<strong>di</strong>menti dei cavalieri, questo provocò lo sdegno <strong>di</strong> Gregorio XI che<br />

mandò delle truppe in loro in soccorso. Talamone tornò sotto il dominio senese solo con l’elezione <strong>di</strong> Urbano VI. Nel<br />

1378 in occasione dei conflitti venne <strong>di</strong>strutto il castellare della Marta sul poggio <strong>di</strong> Talamonaccio. Nel 1379 una<br />

colonia <strong>di</strong> Catalani, <strong>di</strong>moranti a Pisa, concluse un accordo per lo sfruttamento del porto. Nel 1385 fu stipulato un<br />

contratto <strong>di</strong> affitto per cinque anni con una società mercantile, in seguito i senesi presero dei provve<strong>di</strong>menti per<br />

migliorare il porto. Dopo la caduta del governo senese ed il conseguente abbandono del porto, iniziò il suo imme<strong>di</strong>ato<br />

deca<strong>di</strong>mento. Verso la fine del secolo questa regressione fu contrastata grazie ai restauri che furono intrapresi nel 1407 7 .<br />

Nel 1410 re La<strong>di</strong>slao <strong>di</strong> Napoli, aiutato dai genovesi assalì Talamone e la fece capitolare, ma ritornò sotto il dominio<br />

della Repubblica senese dopo solo due mesi. Nel 1414 Siena conquistò anche <strong>Orbetello</strong> e Monte Argentario, quin<strong>di</strong><br />

Talamone non era più l’unico porto i mano ai senesi. Il catasto del 1430 8 offre la descrizione analitica delle proprietà del<br />

castrum e gli appezzamenti <strong>di</strong> terreno <strong>di</strong> proprietà della Chiesa e del <strong>Comune</strong> (queste ultime concentrate nella zona <strong>di</strong><br />

2


Fonteblanda, nel piano <strong>di</strong> Magliano e alla foce dell’Osa); le proprietà rurali sono interessanti per la toponomastica che<br />

ne consentirebbe l’in<strong>di</strong>viduazione. Nel 1436 l’uso del porto fu conferito nuovamente ai Catalani che ricevettero la visita<br />

<strong>di</strong> Alfonso d’Aragona venuto ad approvvigionarsi a loro spese. Dal 1414, si verificò un nuovo abbandono <strong>di</strong> questo<br />

porto a causa dello sviluppo <strong>di</strong> appro<strong>di</strong> alternativi sul litorale maremmano. Nel 1442 Giovanni Maffiuoli lombardo ebbe<br />

l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> costruire un rivellino, 9 la costruzione proseguì nel 1449 e nel 1456, si tratta della postazione avanzata che<br />

protegge l’ingresso al porto e che è stata malamente ricostruita dopo i bombardamenti bellici. Nel 1465, si iniziarono i<br />

lavori <strong>di</strong> restauro della cinta muraria, commissionati al maestro comasco Elia Mattei, nel 1468 furono proseguiti da<br />

Giovanni Albini, lombardo e abitante <strong>di</strong> Talamone, e da Pietro Giovanni suo socio. Nel 1474 una pestilenza fece strage<br />

della popolazione, ma il maggior danno fu arrecato dalla milizia napoletana che il re, fatta pace con Siena, vi teneva per<br />

contrastare i fiorentini. Nel 1524, gli interventi <strong>di</strong> restauro non erano stati ancora ultimati, poiché si decise <strong>di</strong> lavorare<br />

ancora alle mura, al molo e al pontile del porto; nel 1528, il capitano Matteo <strong>di</strong> Giovanni scriveva alla Balia <strong>di</strong>cendo che<br />

i bastioni realizzati due o tre anni prima erano già pericolanti; questa <strong>di</strong>chiarazione può essere considerata assai<br />

atten<strong>di</strong>bile se nella costruzione non si era tenuto conto <strong>di</strong> vari fattori negativi causati dalla presenza del mare e dalla<br />

scarsa stabilità del terreno sottostante.<br />

Nel 1526 il porto fu occupato dalla flotta pontificia comandata da Andrea Doria, ma entro breve tempo, tornò alla<br />

Repubblica. La parziale fatiscenza delle mura venne confermata nel 1532 da Baldassarre Peruzzi 10 , in visita ai porti<br />

della Maremma per conto della Repubblica senese. Varie visite ravvicinate in quel periodo denunciarono la<br />

preoccupazione per l'accordo tra Francia e Turchia, alle quali venivano a opporsi la Spagna e <strong>di</strong> conseguenza Siena.<br />

Infatti, nel 1537, la flotta turca agli or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Kajr ed-Din detto "il Barbarossa", era comparsa nello stretto <strong>di</strong> Messina<br />

determinando imme<strong>di</strong>atamente un rafforzamento dei presi<strong>di</strong> portuali. Fin dal 1538, mentre la flotta turca del Barbarossa<br />

teneva in allarme le coste tirreniche, i senesi intervennero per fortificare Talamone e gli altri porti del loro territorio. Nel<br />

1542, i restauri come quelli delle più importanti fortificazioni della zona furono seguiti da Anton Maria <strong>di</strong> Paolo Lari<br />

detto il Tozzo allievo e successore del Peruzzi; quest'opera fu vanificata dall'assalto turco del 1545. La Repubblica fu<br />

costretta allora a intervenire nuovamente nel 1546, la soprintendenza fu affidata questa volta a Pietro Cattaneo, grande<br />

esperto <strong>di</strong> architettura militare, e l'esecuzione a Antonio Parmigiano, con questo intervento si aggiunse anche un<br />

torrazzo tondo alle mura nel luogo ove esisteva la porta <strong>di</strong> fuga e probabilmente (notizia evidente in funzione dell’arte<br />

militare, ma non documentata) una troniera, come si nota in una vecchia foto ma esistente ancora oggi. 11 Ben pochi<br />

sono stati i lavori eseguiti dopo la costituzione dello Stato dei Presi<strong>di</strong>, avvenuta nel 1557; si assistette infatti a un<br />

progressivo degrado delle muraglie, dato il collasso economico e demografico della zona. In questo periodo risulta<br />

accentuata la definitiva scomparsa politica ed economica <strong>di</strong> Talamone all’interno <strong>di</strong> uno Stato dei Presi<strong>di</strong>, dominato da<br />

<strong>di</strong>verse potenze europee, ma comunque sempre governato da <strong>Orbetello</strong> ove esistevano fortezze e torri costiere ben più<br />

moderne ed efficaci. Il più antico documento cartografico dopo la pianta <strong>di</strong> fondazione della citta<strong>di</strong>na è una planimetria<br />

dell’ 8 Novembre del 1595 limitata alle opere <strong>di</strong>fensive, dove compare ancora il camminamento che collega il Cassero<br />

alla fortificazione a mare, ormai <strong>di</strong>venuto, a causa delle frane, parte del recinto esterno, in questo periodo la porta<br />

centrale risultava murata, forse per problemi <strong>di</strong> sicurezza. Successivamente, i francesi, pensarono <strong>di</strong> consolidare<br />

ulteriormente il borgo, secondo più moderni criteri <strong>di</strong>fensivi, ma i loro progetti non vennero realizzati, anche se rimane<br />

una carta risalente a quell’anno. Anche la campagna circostante, ove esisteva solo il convento <strong>di</strong> S.Bernar<strong>di</strong>no, fu<br />

abbandonata dopo i danni arrecati dall'occupazione francese del 1646.<br />

Rimane da verificare quanti e quali siano stati i provve<strong>di</strong>menti adottati e realizzati dalle autorità spagnole (e poi da<br />

quelle austriache e infine da quelle borboniche) per far sì che Talamone continuasse la sua efficace esistenza <strong>di</strong> forte<br />

militare, al punto da essere ancora in servizio all’epoca della “spe<strong>di</strong>zione dei Mille”quando vi sbarcò Garibal<strong>di</strong>.<br />

Abbandono, malaria, povertà appaiono dominare la scena fino alla metà dell’ottocento, nei racconti dei viaggiatori.<br />

Infine la realizzazione della nuova Via Aurelia (1820-31), il catasto (1824) e la ferrovia, inaugurata il 15 giugno del<br />

1861, (la stazione <strong>di</strong> Talamone è situata a Fonteblanda) terminano con i lavori <strong>di</strong> bonifica del Padule <strong>di</strong> Talamone che<br />

fu iniziata, da Jader Vivarelli (1836-1904), vero e proprio genius loci e completata soltanto negli anni ’30. La bonifica<br />

fa parte del complesso <strong>di</strong> trasformazioni che hanno profondamente mutato le con<strong>di</strong>zioni abitative e agricole della<br />

Maremma. Nel 1907 anche a Talamone si volle ricordare il passaggio <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> ponendo una lapide sulla facciata<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio dove l’eroe aveva sostato, ne da notizia Etruria Nuova con un articolo intitolato festa patriottica a<br />

Talamone. 12 Infine, le <strong>di</strong>struzioni sistematiche del 1944, durante la ritirata tedesca nella seconda guerra mon<strong>di</strong>ale<br />

quando il presi<strong>di</strong>o venne minato durante l'abbandono, hanno lasciato in pie<strong>di</strong> solo la cinta muraria e la Rocca.<br />

1<br />

I.Baggiossi,Le torri costiere della Toscana, Roma 1988, p.230, F.Lenzi,I porti della Maremma Toscana, Roma<br />

,1905,pp. 5 e seguenti<br />

2<br />

ASS, Caleffo dell’Assunta, c. 598<br />

3<br />

ASS, pianta del 1306<br />

4<br />

F.Scoppola, in Storia della Città, la Rocca <strong>di</strong> Talamone, Roma, p.45<br />

5<br />

Siena,Palazzo Pubblico, 1338-40 u <strong>di</strong>pinto del Lorenzetti con “Gli effetti del buon governo”offre un’immagine dei<br />

lavori eseguiti<br />

6 ASS, Capitoli, 35 (1303-1356) quaderno relativo all’acquisto <strong>di</strong> Talamone, contenente le confinazioni del 1334<br />

Capitoli 64 (1356) tre quaderni <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> fra Firenze e Siena per regolare il traffico dei mercanti e delle merci<br />

fiorentine nel porto <strong>di</strong> Talamone<br />

3


7<br />

ASS Concistoro, 247, c.31”…In primo decti maestro Meo, Gucci et Giorgio sieno tenuti e debbino <strong>di</strong>sfare la torre<br />

maestra del decto cassaro fino al piano della volta vecchia et ine cominciare a murare et alzare el muro sodo sopra la<br />

decta volta uno braccio et mezo, el quale alzamento sia simile al muro da inde in giù, et ine su fare una risega <strong>di</strong> pietre<br />

tonda che sporti in fuore quanto sia <strong>di</strong> bisogno, su la quale risega debbino cominciare l’emposte de beccatelli e quali<br />

beccateli debbino essere alti quattro braccia et uno quarro et debbino da capo essere sporti in fuore uno braccio et<br />

sieno <strong>di</strong> pietre concie a scarpello et ponta <strong>di</strong> piccone come sono i beccatelli de la torre del Campo <strong>di</strong>Siena, et sieno con<br />

le piombatoie et con le voltarelle de gittare de le pietre, salvo però e beccatelli de canti. Et sieno tenuti decti conduttori<br />

mettere et murare in su la decta torre quattro buone lumiere <strong>di</strong> ferro, cioè una per ciascun lato………..<br />

8<br />

ASS,Viro e Terracini, 10,cc.83, O.W.Von Vacano, in “Notizie degli scavi <strong>di</strong> Antichità “(atti dell’Acc. Naz. Dei<br />

Lincei), roma 1972, pp. 278-95<br />

9<br />

ASS Concistoro, 461,c.34<br />

10<br />

ASS Carte Concistoriali ad annum,filza 48 B.Peruzzi, Ricordo all Sg.ia <strong>di</strong> Siena sopra le fortezze della Maremma,<br />

“Ancora ho visto le mura <strong>di</strong> Talamone che in parte verso Africo sonno tucte fondate, et sopra a terra alte circa da un<br />

braccio, è molto <strong>di</strong> bisogno el finirle perché è una facile scala in quella parte verso el mare à Turchi e Mori per un<br />

monte <strong>di</strong> sassi e <strong>di</strong> rovine ancorach’el sia acanto de la rocha, li pucti spesso vi saglieno et <strong>di</strong>scendono. Né vi andranno<br />

a finirle più le canne CL <strong>di</strong> muro: si che le Magnificenze Vostre proveghino ad evitare el periculo che ogni dì porria<br />

incontrare per tale mancamento…..”<br />

11<br />

T12A-a In una foto dell’Archivio Gori del 1962 si può chiaramente vedere questo torrione tondo parzialmente<br />

<strong>di</strong>strutto ma solo nella parte sommitale una parte della cinta muraria ben conservata<br />

12<br />

N.Farnioli, “Il mito dell’eroe da Garibal<strong>di</strong> ai caduti del1915-18”, in “Tra ottocento e novecento Grosseto e la<br />

Maremma alla ricerca <strong>di</strong> una nuova immagine”,Siena ,1995, p.62,63<br />

Descrizione: La rocca ha un impianto tipicamente me<strong>di</strong>oevale con struttura in pietra e paramenti ad andamento<br />

verticale. La pianta rettangolare è completamente inserita in una griglia a maglia quadrata che costituisce una vera e<br />

propria griglia metrologicia non solo per i muri principali e le torri d’angolo, ma anche per lo spessore dei muri e le<br />

<strong>di</strong>mensioni del cortile. I lati del quadrato che costituisce il modulo fondamentale corrispondono in sostanza alla misura<br />

del braccio, ma nella realtà il progetto è regolato interamente da un modulo doppio, corrispondente ad un quadrato <strong>di</strong><br />

120 x 120 cm (passetto). Questa chiarezza <strong>di</strong> impostazione del tutto eccezionale per la grande <strong>di</strong>mensione del modulo, è<br />

solo in parte contraddetta dalla torre maestra, a sua volta perfettamente rispondente al modulo, ma <strong>di</strong>sossato, nelle due<br />

<strong>di</strong>rezioni, rispetto al resto della costruzione, <strong>di</strong> mezzo modulo. Ciò si può spiegare con l’esigenza <strong>di</strong> contenerne la<br />

sporgenza verso l’interno, <strong>di</strong> bilanciarne simmetricamente i lati inseriti nella mura della cortina, e <strong>di</strong> consentirne una<br />

maggiore sporgenza verso l’esterno. Tutto ciò è ovviamente conseguenza delle sue maggiori <strong>di</strong>mensioni rispetto alle<br />

altre torri cui corrisponde un maggiore spessore del muro e certamente da una proporzionata maggiore altezza. Questo<br />

in base anche alla funzione in quanto la torre maestra doveva assolvere compiti <strong>di</strong> rifugio per l’ultima <strong>di</strong>fesa che le altre<br />

torri, aperte all’interno secondo lo schema pisano, non potevano assolvere. Al piano terra dei locali erano destinati alla<br />

guarnigione mentre la grande stanza interrata era destinata alle riserve alimentari e come deposito bellico. Un’ampia<br />

cisterna assicurava la presenza dell’ acqua necessaria specialmente in caso <strong>di</strong> asse<strong>di</strong>o.<br />

La cinta muraria, per la maggior parte della sua estensione, si può considerare coeva alla rocca salvo le aggiunte <strong>di</strong><br />

epoca posteriore del rivellino a forma irregolare e del torrione circolare. Ciò si deduce dal paramento ad andamento<br />

verticale con torri a planimetria quadrilatera, adatte per una <strong>di</strong>fesa fiancheggiante o piombante con armi bianche, a corta<br />

gittata. Infatti la elementarità della configurazione <strong>di</strong>fensiva del borgo, sta appunto nel fatto che non obbe<strong>di</strong>sce ad<br />

alcuna <strong>di</strong> quelle esigenze derivanti dall’impiego delle armi da fuoco, salvo la mo<strong>di</strong>fica del tratto verso il porto ove il<br />

rinterro con bocche <strong>di</strong> volata in<strong>di</strong>cano un’epoca più tarda.<br />

La riluttanza senese ad investimenti che si erano <strong>di</strong>mostrati poco produttivi porta ad un mutamento significativo: dalla<br />

fine del secolo il Cassero, ormai superato dalle nuove tecniche fortificatorie, non appare più <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bile con successo, e<br />

comincia ad essere trascurato con vantaggio <strong>di</strong> restauri e ammodernamenti della cinta murata esterna. Questo ra<strong>di</strong>cale<br />

mutamento <strong>di</strong> funzioni svantaggia sempre più Talamone, che trovava proprio nel Cassero il suo punto <strong>di</strong> forza<br />

<strong>di</strong>stintivo, rispetto ad altre piazzeforti militari della costa maremmana, provocandone l’inevitabile omologazione ad un<br />

<strong>di</strong>segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa territoriale assai più vasto.<br />

Con i recenti lavori <strong>di</strong> restauro eseguiti si è potuto verificare la scarsa stabilità del terreno, segnalata anche dal Peruzzi,<br />

infatti sono stati consolidati dei tratti <strong>di</strong> muratura costruendo, in più zone, dei nuovi appoggi fra due punti che davano<br />

garanzia <strong>di</strong> stabilità poi è stata ricostruita la muratura, utilizzando le vecchie tecniche, ove era necessario per motivi<br />

statici. Il torrione tondo, già in parte crollato nel 1967 è attualmente ruotato verso l’esterno.<br />

L’attuale pesante manomissione della cinta muraria effettuata da privati rende la leggibilità dell’insieme assai<br />

<strong>di</strong>scutibile.<br />

Cisterne: le tre cisterne citate nei documenti sono attualmente esistenti: nel sottosuolo della fortezza il pozzo <strong>di</strong><br />

accesso si trova nel cortile, sotto la piazza IV Novembre l’accesso avveniva da una botola coperta dall’attuale<br />

pavimentazione ed è talmente grande da poter servire tutto l’abitato (l’accesso a strappo <strong>di</strong> epoca recente è stato chiuso<br />

durante gli ultimi interventi <strong>di</strong> restauro), l’altra si trova al centro della piazza del Littorio.(foto attuali N° 1001894-<br />

1897)<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione: Rocca buono ma necessita <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> manutenzione, cinta muraria già restaurata in<br />

parte necessita <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> restauro per la restante parte<br />

4


Rapporto con il contesto: centro storico con porto a <strong>di</strong>fesa della baia ed inserito nel Parco Naturale della<br />

Maremma ove si è tenuti ad osservare la massima tutela ambientale<br />

Pertinenze: da valutare nell’insieme del complesso<br />

Altro: la Rocca attualmente non è visitabile<br />

Bibliografia:<br />

F. Scoppola, in Storia della Città, la Rocca <strong>di</strong> Talamone, Roma,<br />

I.Baggiossi,Le torri costiere della Toscana, Roma 1988<br />

l.Banchi, I porti della Maremma Senese durante la Repubblica, Firenze, 1871<br />

E. Guidoni,L,Pieroni, “atlante Storico delle Città della Toscana <strong>di</strong>retto da E. Guidoni, Talamone”, Roma, 1994<br />

“Tra ottocento e novecento Grosseto e la Maremma alla ricerca <strong>di</strong> una nuova immagine”,Siena ,1995<br />

O.W. Von Vacano, Gli etruschi a Talamone, Bologna, 1985<br />

Categoria <strong>di</strong> intervento: a cura dell’ufficio <strong>di</strong> piano<br />

Prescrizioni: :per la Rocca i soli interventi consentiti sono quelli del restauro monumentale con utilizzazione<br />

consona al monumento<br />

per la cinta muraria prosecuzione del restauro conservativo con particolare attenzione alle aperture non autorizzate ed<br />

alle manomissioni <strong>di</strong> qualsiasi genere ad opera dei privati-<br />

per il centro storico inserito nel Parco Naturale della Maremma ove si è tenuti ad osservare la massima tutela<br />

ambientale ma nello stesso tempo a recuperare situazioni <strong>di</strong> degrado<br />

Materiali ammissibili: solo quelli compatibili ed assimilabili all’esistente, intonaci con malte a base <strong>di</strong> calce messi<br />

in opera senza guide, infissi in legno, coperture in coppi e tegole<br />

Coloriture: quelle della pietra locale, per gli e<strong>di</strong>fici saranno da valutare caso per caso nell’ottica <strong>di</strong> un generale<br />

recupero del centro storico<br />

Si ricorda che secondo l’art.154 del D. Lgs 63 del 26\3\08 le tinteggiature delle facciate dei fabbricati situati nelle aree<br />

contemplate dalle lettere c) e d) dell’art. 136 comma 1 o dalla lettera m dell’art. 142 comma 1 devono essere tinteggiate<br />

con un colore che armonizzi con la bellezza d’insieme<br />

Cartografia storica ASF Manoscritti 785, Pianta pura <strong>di</strong>mostrativa, ove si notano schematizzati i più importanti e<strong>di</strong>fici<br />

della zona<br />

evoluzione1 ASS pianta del 1305<br />

evoluzione 2 ASS pianta del 1595<br />

evoluzione 3 ASF pianta del 1646<br />

evoluzione 4 Catasto Leopol<strong>di</strong>no del 1824<br />

evoluzione 5 A03-b foto Archivio Gori del 1952 porto con veduta <strong>di</strong> parte della cinta muraria<br />

evoluzione 6 A05-b foto Archivio Gori del 1952 veduta <strong>di</strong> parte della cinta muraria, della troniera in parte crollata e<br />

della Rocca lato mare ove si vedono delle finestre aperte in tempi recenti che sono state richiuse durante gli interventi <strong>di</strong><br />

restauro<br />

evoluzione 7 T 06A-a foto Archivio Gori del 1955 veduta della cinta muraria merlata<br />

evoluzione 8 T11A-b foto Archivio Gori del 1955 con veduta della cinta muraria<br />

evoluzione 9 A04b foto Archivio Gori del 1958 porto con veduta <strong>di</strong> parte della cinta muraria<br />

evoluzione 10 A04a foto Archivio Gori del 1958 porto con veduta della cinta muraria<br />

evoluzione 11 T11A-a foto Archivio Gori del 1967 con veduta della cinta muraria<br />

evoluzione 12 catasto attuale<br />

Stato attuale foto 100 1779 cisterne foto N° 1001894-1897<br />

5


_11_A<br />

ASS pianta del 1305<br />

_11_B<br />

ASS pianta del 1595<br />

_11_C<br />

ASS pianta del 1646


_CL<strong>011</strong><br />

catasto Leopol<strong>di</strong>no


A03_b<br />

Evoluzione 5<br />

A05_b<br />

Evoluzione 6<br />

T06A_a<br />

Evoluzione 7


T11A_b<br />

Evoluzione 8<br />

A04_b<br />

Evoluzione 9<br />

A04_a<br />

Evoluzione 10


T11A_a<br />

Evoluzione 11


<strong>011</strong>_A<br />

stato attuale<br />

<strong>011</strong>_B<br />

stato attuale<br />

100_1779<br />

Stato attuale


100_1894<br />

Stato attuale<br />

100_1897<br />

Stato attuale


PROPRIETA’ DELLA CHIESA<br />

Catasto Leopol<strong>di</strong>no:<br />

casa part.135 Beneficio dell’Anime <strong>di</strong> Purgatorio <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 741<br />

chiesa part 172, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 320<br />

casa e pigione part 173, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 120<br />

orto part.178 Beneficio dell’Anime <strong>di</strong> Purgatorio <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 154<br />

casa part.179 Beneficio dell’Anime <strong>di</strong> Purgatorio <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 225<br />

sodo part.180 Arcipretura <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 225<br />

casa part 186, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre<br />

casa part 187, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 96<br />

casa part 188, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 144<br />

so<strong>di</strong>vo part 189, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 154<br />

so<strong>di</strong>vo part 190, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 190<br />

casa part 191, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 70<br />

orto part.196 Arcipretura <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 241<br />

canonica part.203 Arcipretura <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 533<br />

casa appigionante part 203 bis, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 164<br />

chiesa part 207, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 1260<br />

orto part.214 Arcipretura <strong>di</strong> Talamone braccia quadre 3344<br />

Catasto attuale: F. 5 chiesa part. G,F, canonica part. 172<br />

Notizie storiche: l’origine della chiesa è stata descritta nella relazione precedente. Nel catasto<br />

Leopol<strong>di</strong>no pare occupare gli stessi spazi planimetrici dell’attuale con una grande cappella laterale<br />

non più esistente, mentre la canonica era sempre ubicata ove si trova attualmente. Le pesanti<br />

<strong>di</strong>struzioni belliche hanno inciso profondamente sull’aspetto dell’e<strong>di</strong>ficio che è stato quasi<br />

totalmente ricostruito solo il campanile conserva probabilmente una parte del tessuto storico,<br />

ovunque si notano pesanti rimaneggiamenti.<br />

-<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong>- Storia ed evoluzione degli inse<strong>di</strong>amenti importanti per<br />

la valenza storica e per l’identità territoriale<br />

<strong>Scheda</strong> N°: <strong>011</strong> A<br />

EDIFICI CHE OGGI RISULTANO DI PROPRIETÀ PRIVATA E CHE PRIMA ERANO DI<br />

PROPRIETÀ DELLA CHIESA e che quin<strong>di</strong> possono avere delle preesistenze nel tessuto storico,<br />

corrispondono alle attuali particelle:<br />

112,113,114,115,122,123,134,135,144,159,172,197(?)<br />

EDIFICI DI PROPRIETA’ PRIVATA<br />

Vincoli D.LGS 42/2004: vincolo ai sensi dell’art. 136 del D. Lgs. 42\2004 e D. Lgs 63 del 26\3\08apposto con<br />

D.M. 25\9\1962<br />

Visto che tutto il territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong> si trova ad alto rischio <strong>di</strong> ritrovamenti <strong>di</strong> interesse archeologico si<br />

ricorda ai sensi dell’ art .90 del D.Lgs. 42\2004, integrato dal D. Lgs. 62 del 26\3\08 che ove non sussista un vincolo<br />

<strong>di</strong>retto “chi scopre fortuitamente cose mobili o immobili in<strong>di</strong>cate nell’art.10 ne fa denuncia entro 24 ore al<br />

Soprintendente o al Sindaco…” ”Della scoperta fortuita sono informati, a cura del Soprintendente, anche i carabinieri<br />

preposti alla tutela del patrimonio culturale”<br />

6


Altri Vincoli:, vincolo area contigua al Parco Naturale della Maremma L.R. n. 24\94, Legge Quadro su aree protette<br />

31\07\1991, Piano per il Parco art. 13 L.R. n. 24\94 adottata dal consiglio Direttivo 29\10\07 Delibera N 60, PTC<br />

approvato dal C.R. con D. N 431 del 29\07\1977<br />

Ubicazione: <strong>di</strong> fronte al promontorio dell’Argentario<br />

Catasto Leopol<strong>di</strong>no:<br />

Casa attaccata all’ingresso delle mura part 122, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 412<br />

casa part. 128, prop. Biozzi Filippo <strong>di</strong> Giuseppe, braccia quadre 229<br />

casa part. 129, prop. Biozzi Filippo <strong>di</strong> Giuseppe, braccia quadre 252<br />

casa part 131, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 200<br />

casa d’abitazione part 131, prop. Carchi<strong>di</strong>o Saverio Napolone, braccia quadre<br />

casa part 131bis, prop. Stoppa Margherita nei Spinetti, braccia quadre 193<br />

casa per bottega part 132, prop. Carchi<strong>di</strong>o Maddalena e Luisa, braccia quadre 84<br />

casa d’abitazione part 131, prop. Carchi<strong>di</strong>o Saverio Napoleone Alessandro, braccia quadre<br />

casa part 132, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre<br />

casa part 133, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 204<br />

casa part 134, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 218<br />

stalla part. 136 Moria Maria Maddalena braccia quadre 104<br />

casa part. 137 Ciappetti Giuseppina braccia quadre 107<br />

casa part. 138 Mori Anastasia<br />

orto part 141, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 2023<br />

orto part 142, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 391<br />

pastura part 143, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 1240<br />

casa part 144, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 126<br />

casa part 145 , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no e Rosa, braccia quadre 87<br />

casa part 145, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre<br />

orto part 146 , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no e Rosa, braccia quadre 45<br />

orto part 147, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 381<br />

casa e orto part 147 bis , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no e Rosa, braccia quadre 42<br />

casa part 148, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 185<br />

casa part 149 , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no e Rosa, braccia quadre 199<br />

casa part 150, prop. Stoppa Angiola, braccia quadre 241<br />

casa part 151, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 117<br />

casalone part 152, prop. Stoppa Angiola, braccia quadre 117<br />

casa e casolare part 153, prop. Stoppa Angiola, braccia quadre 218<br />

casa e casolare part 154, prop. Stoppa Angiola, braccia quadre<br />

casa part 155, prop. Stoppa Bernar<strong>di</strong>no, braccia quadre<br />

stanza part 155, prop. Stoppa Luigi, braccia quadre<br />

casa part 155, prop. Stoppa Lazzero, braccia quadre 305<br />

orto part 156, prop. Stoppa Margherita, braccia quadre 392<br />

casa part 157, prop. Giovanetti Francesco, braccia quadre 772<br />

orto part 158, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 666<br />

casa <strong>di</strong> abitazione part 159, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 406<br />

piazzetta part 160, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 333<br />

casa d’abitazione part 161, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 542<br />

casa part 163, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 190<br />

casa pigionale part 163, prop. Stoppa Luigi e Giovanni, braccia quadre<br />

casa pigionale part 163, prop. Stoppa Salvatore <strong>di</strong> Giuseppe, braccia quadre<br />

casa abitazione part 164, prop. Stoppa Luigi e Giovanni, braccia quadre 537<br />

casa abitazione part 164, prop. Stoppa Salvatore <strong>di</strong> Giuseppe, braccia quadre<br />

casa pigionale part 165, prop. Stoppa Salvatore <strong>di</strong> Giuseppe, braccia quadre 451<br />

casa e fienile part 165, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre<br />

casa part 166, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 108<br />

casa per usi agrari part 167, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 231<br />

piazzetta part 168, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 406<br />

casa per usi agrari part 169, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 575<br />

orto part 170, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 1054<br />

casa part 171, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 191<br />

7


casa d’abitazione part 174, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 364<br />

casa part. 175 prop. Lenzi Damiano <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no braccia quadre 378<br />

casa part 176, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 510<br />

casa part 177, prop. Opera della Chiesa <strong>di</strong> Talamone, braccia quadre 230<br />

casa part. 177 prop. Lenzi Damiano <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no braccia quadre<br />

orto part. 181 prop. Lenzi Damiano <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no braccia quadre 619<br />

canalone part 182, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 412<br />

casa part.184 Fumanti Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Giuseppe braccia quadre 132<br />

casa part 184, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre<br />

casalone part 185, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 84<br />

casa part 186, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre 170<br />

casa part 187, prop. Stoppa Eugenio, braccia quadre<br />

casa part 192, prop. Stoppa Margherita, braccia quadre 323<br />

casa part 192 bis, prop. Stoppa Luigi Giovanni Benedetto Lazzero, braccia quadre 360<br />

casa part 192 (3), prop. Stoppa Salvatore e Natale, braccia quadre 260<br />

so<strong>di</strong>vo part 193, prop. Stoppa Eugenio <strong>di</strong> Natale, braccia quadre 241<br />

casa part 194, prop. Vallecorsi Vincenzo, braccia quadre 627<br />

casa part 195 , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no, braccia quadre 180<br />

stanzino part 195 in parte , prop. Giovanetti Francesco <strong>di</strong> Domenico, braccia quadre<br />

casa part 195 bis , prop. Giovanetti Francesco <strong>di</strong> Domenico, braccia quadre 255<br />

casa part.197 Vallecorsi Vincenzo braccia quadre 36<br />

casa part.197 Manforti Antonio braccia quadre<br />

casa part.198 Manforti Antonio braccia quadre 468<br />

canalone <strong>di</strong>ruto part 199, prop. Stoppa Eugenio <strong>di</strong> Natale, braccia quadre 860<br />

casalone <strong>di</strong>ruto part 200, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 154<br />

orto part 201, prop. Carchi<strong>di</strong>o Michele e Giacomo, braccia quadre 3150<br />

orto part 202 , prop. Giovanetti Francesco <strong>di</strong> Domenico, braccia quadre 2266<br />

casa part 204 , prop. Biozzi Filippo, braccia quadre 218<br />

orto part 205 , prop. Fumanti Bernar<strong>di</strong>no, braccia quadre 289<br />

orto part 206, prop. Stoppa Salvatore e Natale, braccia quadre 542<br />

orto part 213, prop. Stoppa Margherita, braccia quadre 5304<br />

GLI EDIFICI CHE OGGI RISULTANO DI PROPRIETÀ PRIVATA COME LO ERANO PRIMA e che quin<strong>di</strong><br />

possono avere delle preesistenze nel tessuto storico. Corrispondono alle attuali particelle:<br />

74,79,80,81,82,91,92,95,96 parte,98,99,100,102,103,104,106,107,109,119,116,117,124,126,127,129,<br />

130,138,142,143,136,145,148,155p,156,160,161,162 p,173,240p<br />

Categoria <strong>di</strong> intervento: a cura dell’ufficio <strong>di</strong> piano<br />

Prescrizioni: nelle foto attuali del centro storico N°1001794-1795-1796, corrispondenti alle part.112,113,114,115 <strong>di</strong><br />

v. Farini, possiamo notare quanto rimane al P.T. della struttura antica. Rimangono infatti vari locali, voltati a botte<br />

ecostruiti in calcare cavernoso locale, che erano nel Catasto Leopol<strong>di</strong>no <strong>di</strong> prop. della Chiesa.<br />

Nelle foto dell’Archivio Gori si nota una progressiva e rapida ricostruzione dell’abitato, ma la tipologia prevalente è<br />

quella degli e<strong>di</strong>fici a due piani, come rimangono attualmente in varie zone. Questi e<strong>di</strong>fici sono stati recentemente<br />

intonacati e tinteggiati in modo non appropriato e necessitano inoltre <strong>di</strong> essere rior<strong>di</strong>nati nelle rifiniture che risultano<br />

spesso non consone al decoro <strong>di</strong> un centro storico, come ad esempio le finestre <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni eccessive con infissi in<br />

alluminio ano<strong>di</strong>zzato, le zoccolature in travertino o i balconi inadeguati come <strong>di</strong>mensioni e materiali.(foto stato attuale<br />

<strong>di</strong> V.Farini N°1001810-1811-1812-1813-1815-V.Gioberti N°1001848-1849-1850-1852-1854-1855-1856-1858, Piazza<br />

Garibal<strong>di</strong> 1001878-1879) dal lato opposto gli e<strong>di</strong>fici sono più alti forse per ottenere una migliore visibilità agli ultimi<br />

piani (es: V.Gioberti foto N°1857-1859- V.Farini 1805-1806-1807) in questi casi l’altezza eccessiva provoca una<br />

<strong>di</strong>sarmonia in riferimento al tessuto storico <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni. In altri casi questa <strong>di</strong>sarmonia è unita alla<br />

trascuratezza progettuale come si vede ad esempio nelle (foto 1001789-1793-1838-1841-1840-1881-1908-1909-1915).<br />

Per questi ultimi e<strong>di</strong>fici bisogna considerare anche il fatto che sono in una zona molto visibile con vista mare come<br />

quelli delle foto N° 1001900- 1901 e quin<strong>di</strong> necessiterebbero <strong>di</strong> maggior cura progettuale.<br />

Si fa osservare anche che non è strutturalmente accettabile togliere l’intonaco degli e<strong>di</strong>fici in particolar modo quando si<br />

tratta <strong>di</strong> scrostature parziali ve<strong>di</strong> foto 1001818,1819,1820.<br />

Sono altresì inadeguati i manufatti a carattere precario ve<strong>di</strong> foto 100 1911<br />

8


Materiali ammissibili: solo quelli compatibili ed assimilabili all’esistente, malte a base <strong>di</strong> calce, infissi in legno o<br />

in materiale assimilabile. Da ban<strong>di</strong>re tassativamente l’intonaco “a buccia d’arancio”<br />

Coloriture: gli e<strong>di</strong>fici saranno da valutare caso per caso nell’ottica <strong>di</strong> un generale recupero del centro storico e con un<br />

eventuale piano del colore<br />

Si ricorda che secondo l’art.154 del D. Lgs 63 del 26\3\08 le tinteggiature delle facciate dei fabbricati situati nelle aree<br />

contemplate dalle lettere c) e d) dell’art. 136 comma 1 o dalla lettera m dell’art. 142 comma 1 devono essere tinteggiate<br />

con un colore che armonizzi con la bellezza d’insieme<br />

Evoluzione: 1- A03a foto Archivio Gori del 1952 Talamone panorama<br />

Evoluzione: 2- A03b foto Archivio Gori del 1952 Talamone panorama<br />

Evoluzione: 3- T12Ab panorama foto Archivio Gori del 1955 Talamone<br />

Evoluzione: 4- A04a foto Archivio Gori del 1958 Talamone panorama<br />

Evoluzione: 5-A04 b foto Archivio Gori del 1958 Talamone porto<br />

Evoluzione: 6-T08Aa foto Archivio Gori del 1959 Talamone<br />

Evoluzione: 7 -T05B foto Archivio Gori del 1967 Talamone<br />

Evoluzione: 8-T10Ba foto Archivio Gori del 1967 Talamone<br />

Evoluzione: 9-T12B foto Archivio Gori del 1967 Talamone<br />

Foto stato attuale: DSC 0004, DSC 0006<br />

necessitano <strong>di</strong> essere rior<strong>di</strong>nati foto <strong>di</strong> V.Farini N°1001810-1811-1812-1813-1815-V.Gioberti N°1001848-1849-1850-<br />

1852-1854-1855-1856-1858, Piazza Garibal<strong>di</strong> 1001878-1879<br />

altezza eccessiva V.Gioberti foto N°1857-1859- V.Farini 1805-1806-1807<br />

trascuratezza progettuale foto 1001789-1793-1838-1841-1840-1881-1908-1909-1915<br />

maggior cura progettuale 1001900- 1901<br />

non è strutturalmente accettabile togliere l’intonaco degli e<strong>di</strong>fici 1001818,1819,1820<br />

manufatti a carattere precario foto 100 1911<br />

9


A03_a<br />

prop.privata Evoluzione 1<br />

A03_b<br />

prop.privata Evoluzione 2<br />

T12A_b<br />

prop.privata Evoluzione 3


A04_a<br />

prop.privata Evoluzione 4<br />

A04_b<br />

prop.privata Evoluzione 5<br />

T08A_a<br />

prop.privata Evoluzione 6


T05B<br />

prop.privata Evoluzione 7<br />

T10B_a<br />

prop.privata Evoluzione 8<br />

T12B<br />

prop.privata Evoluzione 9


DSC_0004<br />

Stato attuale<br />

DSC_0006<br />

Stato attuale<br />

100_1810<br />

Via Farini - rior<strong>di</strong>ne


100_1811<br />

Via Farini - rior<strong>di</strong>ne<br />

100_1812<br />

Via Farini - rior<strong>di</strong>ne<br />

100_1813<br />

Via Farini - rior<strong>di</strong>ne


100_1815<br />

Via Farini - rior<strong>di</strong>ne<br />

100_1848<br />

Via Gioberti<br />

100_1849<br />

Via Gioberti


100_1850<br />

Via Gioberti<br />

100_1852<br />

Via Gioberti<br />

100_1854<br />

Via Gioberti


100_1855<br />

Via Gioberti<br />

100_1856<br />

Via Gioberti<br />

100_1858<br />

Via Gioberti


100_1878<br />

Piazza Garibal<strong>di</strong> - rior<strong>di</strong>ne<br />

100_1879<br />

Piazza Garibal<strong>di</strong> - rior<strong>di</strong>ne<br />

100_1857<br />

Via Gioberti


100_1859<br />

Via Gioberti<br />

100_1805<br />

Via Farini<br />

100_1806<br />

Via Farini


100_1807<br />

Via Farini<br />

100_1789<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1793<br />

Trascuratezza progettuale


100_1838<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1841<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1840<br />

Trascuratezza progettuale


100_1881<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1908<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1909<br />

Trascuratezza progettuale


100_1915<br />

Trascuratezza progettuale<br />

100_1900<br />

Maggior cura progettuale<br />

100_1901<br />

Maggior cura progettuale


100_1818<br />

manca intonaco e<strong>di</strong>fici<br />

100_1819<br />

manca intonaco e<strong>di</strong>fici<br />

100_1820<br />

manca intonaco e<strong>di</strong>fici


100_1911<br />

manufatti a carattere precario

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