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Imaging del contenuto scrotale - Vincenzoalessiradiologia.It

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REGIONE SICILIANA<br />

Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale<br />

e di Alta Specializzazione<br />

P.P.O.O. “Civico e Benfratelli”, “M.Ascoli”, “G.Di Cristina”<br />

PALERMO<br />

“DIPARTIMENTO DI SCIENZE RADIOLOGICHE”<br />

Servizio di Diagnostica per Immagini<br />

e Radiologia interventistica<br />

( Primario : Prof.Vincenzo Alessi )<br />

L’ecografia <strong>del</strong> <strong>contenuto</strong> <strong>scrotale</strong><br />

Vincenzo Alessi<br />

Corsi di Ecografia Internistica c/o Istituto di Radiologia<br />

<strong>del</strong>l’Università di Palermo fino all’anno 2008


Figura 2<br />

Lo scroto è la sacca che racchiude i testicoli, gli epididimi , e la parte iniziale <strong>del</strong><br />

funicolo spermatico. È sito fra la radice <strong>del</strong>le cosce , sotto la sinfisi pubica, dietro la<br />

radice <strong>del</strong> pene. È suddiviso in due cavità (destra e sinistra) tramite un setto mediano.<br />

Sulla superficie esterna, lungo la linea mediana, si nota una sottile cresta longitudinale,<br />

detta rafe, la quale continua in avanti sulla faccia dorsale <strong>del</strong> pene, e indietro lungo il<br />

perineo fino all'ano. Il rafe corrisponde alla parte superficiale <strong>del</strong> setto <strong>scrotale</strong>.<br />

Figura 1<br />

Lo studio <strong>del</strong>la patologia <strong>scrotale</strong> è precluso alla Radiologia<br />

tradizionale, non tanto per motivi protezionistici quanto per una reale<br />

inadeguatezza di questa metodica a fornire elementi ancor di poco<br />

superiori ad un esame obbiettivo ben condotto su una regione<br />

difficile da valutare sia per la sua complessità anatomica, sia per<br />

la possibile coesistenza di particolari situazioni, quali il dolore o<br />

la presenza di idrocele, che possono rendere rispettivamente<br />

l'esame obbiettivo impraticabile<br />

2


US SCROTO<br />

Caratteristiche e potenzialita’ diagnostiche<br />

• Non invasività<br />

• Facile ripetibilità<br />

• Rapida esecuzione<br />

• Basso costo<br />

• Flessibilità<br />

• Alta definizione<br />

• Elevato contrasto<br />

•Valutazione <strong>del</strong>la vascolarizzaione<br />

O<br />

R<br />

C<br />

H<br />

I<br />

A<br />

L<br />

G<br />

I<br />

A<br />

Figura 3<br />

US SCROTO : indicazioni<br />

SCROTO ACUTO : > TORSIONE DEL FUNICOLO<br />

> FLOGOSI<br />

> TRAUMI<br />

INFERTILITA’ : > VARICOCELE<br />

TESTICOLO NON PALPABILE : > CRIPTORCHIDISMO<br />

TUMEFAZIONE<br />

PALPABILE A LENTA<br />

INSORGENZA<br />

SINDROMI ENDOCRINE<br />

CISTI<br />

NEOPLASIE<br />

Con l'ETG si è ottenuto il salto di qualità nello studio <strong>del</strong> sacco <strong>scrotale</strong> poichè questa metodica ha <strong>del</strong>le caratteristiche e<br />

<strong>del</strong>le potenzialità diagnostiche che la rendono oggi la più idonea ad essere di prima scelta e spesso anche fondamentale,<br />

con indicazioni molto ampie che comprendono in generale tutti i casi casi in cui è presente orchialgia, o infertilità o aumento<br />

volumetrico, distintamente o in associazione, condizioni che si possono riscontrare tanto nello scroto acuto vascolare, flogistico<br />

e traumatico, quanto nelle sindromi endocrine o in presenza di neoplasie. Ma va applicata anche in tutti quei casi in cui la<br />

presenza di linfoadenopatie retroperitoneali e di metastasi faccia sospettare un tumore testicolare.<br />

L’introduzione <strong>del</strong> Color-Doppler (CD) ha certamente introdotto ulteriori possibilità diagnostiche. In ecografia <strong>scrotale</strong> infatti gli aspetti<br />

prettamente ecostrutturali patologici spesso non consentono di porre una diagnosi se non sulla base <strong>del</strong> quadro clinico, che non<br />

sempre è ben definito e tale da consentire un orientamento diagnostico. Con il CD si ottiene qualche elemento in più per tentare una<br />

diagnosi, a parte il fatto che ciò vi sono situazioni patologiche di natura vascolare, nelle quali lo studio con il CD non può che essere<br />

di grande utilità.<br />

3


Figura 4<br />

I risultati dipendono dall'esperienza<br />

<strong>del</strong>l'operatore, da una corretta tecnica e<br />

metodologia, dall'impiego di un'apparecchiatura<br />

idonea.<br />

L'esame va condotto tenendo opportunamente<br />

presenti l'anamnesi, l'esame obbiettivo,<br />

i dati di laboratorio.<br />

L'approccio deve essere necessariamente<br />

multiplanare in modo da consentire uno<br />

studio completo <strong>del</strong>la regione.<br />

L'apparecchiatura deve essere provvista di<br />

una sonda lineare a definizione medio-alta,<br />

quindi da 5 Mhz in su. E' necessario inoltre<br />

una adeguata regolazione dei parametri<br />

(guadagno, filtraggio e PRF), in modo da<br />

ottenere una ottimale rappresentazione sia<br />

<strong>del</strong>l’ecostruttura <strong>del</strong>le componenti<br />

anatomiche che dei flussi vascolari lenti<br />

(almeno fino a 3 mm/sec).<br />

L'esame di norma viene condotto a<br />

paziente in decubito supino con il pene<br />

stirato in alto al fine di cranializzare lo scroto.<br />

4


SCROTO<br />

Costituenti anatomici<br />

Figura 5<br />

Epididimo con appendice<br />

Appendice <strong>del</strong> didimo<br />

Dal punto di vista anatomico la regione <strong>scrotale</strong> è costituita da una sorta d'involucro o borsa <strong>scrotale</strong>, contenente, in due<br />

distinti compartimenti, i testicoli con i rispettivi epididimi, e le eventuali appendici.<br />

La borsa <strong>scrotale</strong> si continua cranialmente in una struttura tubulare, denominata funicolo, che decorre nel canale inguinale<br />

collegandosi con la cavità addominale e contenente il deferente, i vasi arteriosi e venosi, i linfatici.<br />

didimo<br />

5


Figura 6<br />

Sezione longitudinale<br />

La borsa <strong>scrotale</strong> è costituita da una<br />

serie di strutture, così distinte<br />

dall'esterno all'interno:<br />

1.La cute<br />

2.Il Dartos, strato di tessuto muscolare<br />

liscio <strong>del</strong>lo spessore di 2 mm, che a<br />

livello <strong>del</strong>la linea mediana si accolla<br />

con quello controlaterale formando il<br />

setto <strong>scrotale</strong>, che divide dunque il<br />

sacco <strong>scrotale</strong> in 2 compartimenti<br />

separati e distinti (sia per anatomia<br />

che per patologia);<br />

3.La fascia spermatica esterna<br />

prolungamento <strong>del</strong>la fascia <strong>del</strong><br />

muscolo obliquo esterno addominale,<br />

costituita da connettivo lasso;<br />

4.La fascia cremasterica, costituita<br />

dal muscolo cremastere e dalla sua<br />

fascia;<br />

5.La fascia spermatica interna,<br />

prolungamento <strong>del</strong>la fascia <strong>del</strong><br />

muscolo obliquo interno addominale.<br />

6.La tonaca vaginale comune (o<br />

infundibular fascia o tunica fibrosa), prolungamento <strong>del</strong>la fascia trasversalis;<br />

7.La tonaca vaginale propria , membrana sierosa che riveste una cavità virtuale , costituita da un foglietto parietale e da un foglietto<br />

viscerale adeso al didimo.<br />

Questa cavità, che contiene qualche cc di liquido (idrocele fisiologico), alla nascita comunica liberamente con quella addominale<br />

(dotto peritoneo-vaginale) e si chiude dopo qualche mese.Se il dotto rimane pervio si può avere un idrocele congenito.<br />

6


Figura 7<br />

Sezione trasversale<br />

Una cavità virtuale è posta tra il<br />

testicolo e la borsa <strong>scrotale</strong>,<br />

rivestita dai foglietti parietale e<br />

viscerale di una membrana<br />

sierosa, la tonaca vaginale<br />

propria.<br />

7


Figura 8 : sezione longitudinale<br />

Il testicolo è una struttura<br />

parenchimatosa ovoidale a<br />

funzione ghiandolare e<br />

spermio genetica. E' rivestito<br />

da una tunica di connettivo<br />

fibroso,l'albuginea,che posteromedialmente<br />

si introflette<br />

nel tessuto ghiandolare a<br />

formare l'ilo o mediastino.Da<br />

quì si dipartono dei sottili<br />

setti che suddividono il parenchima<br />

in lobuli. Nei lobuli<br />

ritroviamo gli elementi cellulari,le<br />

cellule di.Leydig e <strong>del</strong><br />

Sertoli ed i tubuli seminiferi<br />

contorti, cui seguono,entro il<br />

mediastino,i tubuli retti,che a<br />

loro volta sboccano nell'epididimo,<br />

che rappresenta la<br />

parte prossimale <strong>del</strong>la via<br />

seminale,ed è situato posterolateralmente<br />

al didimo. e<br />

comprendente la testa, il<br />

corpo e la coda.<br />

8


Figura 9 : Sezione trasversale<br />

Lo schema dimostra in sezione<br />

trasversale la disposizione <strong>del</strong>le<br />

strutture anatomiche <strong>del</strong>la borsa<br />

<strong>scrotale</strong>, <strong>del</strong>la cavità vaginale, <strong>del</strong><br />

didimo, <strong>del</strong>l’epididimo, <strong>del</strong> dotto<br />

deferente e <strong>del</strong> funicolo. Si noti la<br />

disposizione ed il decorso dei tubuli<br />

seminiferi contorti, confluente nella<br />

rete testis. Da sottolineare la posizione<br />

postero-laterale <strong>del</strong>l’epididimo rispetto<br />

al didimo.<br />

9


Figura 10<br />

Il corrispettivo ecografico <strong>del</strong>la borsa <strong>scrotale</strong> è rappresentato da una struttuara a 3 strati, dei quali il più interno iperecogeno è<br />

dato dal foglietto parietale <strong>del</strong>la tonaca vaginale propria e dalla tonaca vaginale comune o tunica fibrosa, l'intermedio ipoecogeno è<br />

dato fondamentalmente dal muscolo cremastere e dalle fasce spermatiche interna ed esterna che lo avvolgono e dal dartos, il più<br />

esterno iperecogeno dalla cute.<br />

10


Sezioni longitudinali Sezione trasversale<br />

Figura 11<br />

Il didimo ha una struttura ecografica di tipo similtiroideo con echi di media ampiezza omogeneamente distribuiti.<br />

Anche con sonde ad alta definizione non si ha alcuna dimostrazione <strong>del</strong>l'albuginea nè dei setti nè <strong>del</strong>le strutture vascolari.<br />

Una struttura che invece è possibile osservare è il mediastino (freccia) che si evidenzia come una stria fortemente ecogena,nelle<br />

sezioni longitiudionali, o coma una chiazza ecogena marginale in quelle trasversali.Si tratta di una struttura di per sè non molto<br />

importante in ecografia bidimensionale,va da tener presente,come vedremo,come punto di repere nella valutazione <strong>del</strong>l'architettura<br />

vascolare.<br />

11


Figura 12<br />

L'ecografia bidimensionale non<br />

consente, se non raramente<br />

come ad es. nella immagine in<br />

basso a sinistra, (freccia), di<br />

visualizzare i vasi. In questo<br />

caso si tratta di una vena<br />

didimaria.<br />

Nella immagine in alto si può<br />

osservare la borsa <strong>scrotale</strong><br />

ispessita (b.s.) ed il ligamento<br />

<strong>scrotale</strong>(L), che rappresenta il<br />

punto di ancoraggio <strong>del</strong> didimo<br />

alla borsa, che si evidenzia<br />

solo in presenza di un impo-<br />

nente idrocele. Nell’immagine<br />

non è possibile individuare<br />

l’albuginea. Ciò a differenza<br />

che in RM.<br />

Nell’immagine in basso a<br />

destra invece le strie<br />

iperecogene segnalate dalle<br />

frecce potrebbero essere<br />

attribuite ad un ispessimento<br />

<strong>del</strong>l’albuginea, condizione che<br />

ne consente l’apprezzabilità<br />

ecografica.<br />

Nell’immagine in basso a sn. la freccia indica una vena didimaria.<br />

12


Figura 13<br />

Figura 14<br />

Ligamento <strong>scrotale</strong> (LS) reso evidente dalla<br />

presenza <strong>del</strong>l’idrocele.<br />

La presenza di spots iperecogeni è da attribuire ad una<br />

microlitiasi <strong>del</strong> parenchima testicolare, che, pur non avendo<br />

un significato patologico immediato, va tenuta presente per<br />

l’elevato rischio di insorgenza di tumore testicolare.<br />

13


Figura 15<br />

Alla RMN il parenchima<br />

didimario è moderatamente<br />

iperintenso sia in pesatura T1<br />

che in T2. Vi è una analogia<br />

tra l’immagine ecografica e<br />

quella pesata in T1, dal<br />

momento che all’anecogenicità<br />

<strong>del</strong>l’idrocele corrisponde l’ipointensità<br />

che circonda il didimo<br />

di sinistra in questa sequenza,<br />

e non si ha alcuna apprezzabilità<br />

<strong>del</strong>l’albuginea.<br />

Nella immagine RNM in T2, a<br />

differenza che in ecografia,<br />

l’albuginea è dimostrabile sotto<br />

forma di sottile ed uniforme<br />

stria di spiccata ipointensità, a<br />

denotare la presenza di una<br />

struttura fibrosa, così come è<br />

spiccatamente ipointenso il<br />

mediastino.<br />

Idrocele<br />

14


Figura 16<br />

A sn.osserviamo la<br />

testa <strong>del</strong>l'epididimo (E) che<br />

ha una forma triangolare o<br />

semilunare,lievemente iperecogena<br />

rispetto al didimo,dal<br />

quale si distingue<br />

meglio se vi è una modesta<br />

quota di idrocele fisiologico,<br />

come nell’immagine in alto a<br />

destra.La presenza di idrocele<br />

è invece indispensabile<br />

per poter apprezzare la coda<br />

(CE).<br />

Nella immagine in alto a<br />

destra osserviamo il corpo<br />

<strong>del</strong>l'epididimo per il fatto di<br />

essere ipoecogeno, mentre<br />

quando è isoecogeno è<br />

difficilmente distinguibile a<br />

meno che non sia particolarmente<br />

sviluppato come<br />

in questo caso (tra frecce).<br />

15


DIDIMO ED EPIDIDIMO (vascolarizzazione)<br />

Arteria<br />

deferenziale<br />

(da vesc.inf.)<br />

Arteria<br />

funicolare<br />

(da epigastrica inf.)<br />

Coda<br />

epididimo<br />

Dotto deferente<br />

Arteria<br />

testicolare<br />

(da aorta)<br />

Plesso<br />

pampiniforme<br />

Testa<br />

epididimo<br />

Figura 17<br />

Le arterie che provvedono all'irrorazione <strong>del</strong>lo scroto sono rappresentate dalla cremasterica o funicolare proveniente<br />

dall'art.epigastrica inf., dalla deferenziale, ramo <strong>del</strong>l'a.vescicale inf. e dalla testicolare originantesi dall'aorta.<br />

16


Figura 18<br />

DIDIMO ED EPIDIDIMO (vascolarizzazione)<br />

L'art.cremasterica o funiculare irrora il deferente fino alla coda<br />

<strong>del</strong>l'epididimo ( dove si anastomizza con l'arteria deferenziale).<br />

L'art. deferenziale irrora il condotto deferente fino alla sua origine,<br />

ed , arrivando in corrispondenza <strong>del</strong>la coda, emette dei fini rami che<br />

irrorano il polo inferiore <strong>del</strong> didimo, quindi risale fino in prossimità<br />

<strong>del</strong>la testa dove si anastomizza con i rami provenienti dall'art.<br />

testicolare.<br />

L'art testicolare, giunta al polo superiore <strong>del</strong> testicolo, dopo aver<br />

fornito qualche ramuscolo per la testa <strong>del</strong>l'epididimo, si porta<br />

posteriormente e, dopo 1-2 cm, si divide in 2 rami, uno mediale e<br />

l'altro laterale, che penetrano nello spessore <strong>del</strong>l'albuginea e,<br />

suddividendosi, danno origine alle arterie capsulari. Da queste<br />

originano <strong>del</strong>le arteriole che si approfondano nel parenchima con<br />

decorso centripeto, assumendo una distribuzuizione lobulare,<br />

denominate arterie centripete. Quest'ultime, giunte in prossimità <strong>del</strong><br />

mediastino, danno origine a dei rami ricorrenti, arterie ricorrenti,<br />

aventi un percorso inverso.<br />

Una variante anatomica di questa condizione è data dalla<br />

penetrazione <strong>del</strong>l'arteria testicolare direttamente nel parenchima a<br />

livello <strong>del</strong> mediastino, di modo che il vaso attraversando<br />

diagonalmente il parenchima, si porta verso il margine opposto per<br />

poi ramificarsi nello spessore <strong>del</strong>l'albuginea, dando successivamente<br />

origine alle arterie capsulari, e da queste alle centripete ed alle<br />

ricorrenti.Questa variante prende il nome di arteria transtesticolare<br />

o transmediastinale. La sua caratteristica oltre al decorso è la<br />

direzione centrifuga <strong>del</strong> flusso, che è di avvicinamento alla sonda e<br />

quindi codificato in rosso.<br />

17


DIDIMO ED EPIDIDIMO (vascolarizzazione)<br />

Le vene accompagnano le arterie.Nel complesso i vasi venosi che originano<br />

dallo scroto si raccolgono in 2 gruppi: un gruppo posteriore che drena i vasi<br />

provenienti dal corpo <strong>del</strong>l'epididimo e dal deferente e confluisce nella vena<br />

cremasterica, che sbocca nella epigastrica inferiore, ed un gruppo anteriore<br />

che drena i vasi provenienti dalla testa <strong>del</strong>l'epididimo e dal didimo, tributario<br />

<strong>del</strong>la vena testicolare o spermatica , che confluisce a destra nella cava ed a<br />

sinistra nella vena renale, condizione quest'ultima da ricordare per la<br />

predisposizione che da all'insorgenza <strong>del</strong> varicocele primitivo.<br />

E' da rilevare che nel funicolo i vasi arteriosi hanno una locazione centrale,<br />

mentre quelli venosi hanno una locazione periferica, disponendosi<br />

anteriormente e posteriormente al deferente ed ai vasi arteriosi. Ciò ha<br />

importanza nella torsione, la dove questa disposizione fa si che nelle fasi<br />

precocissime,ovvero nelle prime 3 ore, siano coinvolte soltanto le strutture<br />

venose.<br />

Il Color Doppler (CD) ha dato un notevole contributo nella conoscenza<br />

<strong>del</strong>l'anatomia dei vasi intradidimari migliorando le conoscenze che avevamo dagli<br />

studi angiografici.<br />

Ad es. l'esistenza <strong>del</strong>l'art. transtesticolare era nota agli studi angiografici compiti tra il<br />

1950 ed il 1970; ma in base a questi studi si riteneva che l'arteria transtesticolare<br />

fosse una variante infrequente, incidente in appena il 6% dei casi.<br />

Con il CD si è visto invece che l'arteria transtesticolare è dimostrabile in almeno il<br />

50% dei casi monolateralmente, nel 25% dei casi bilateralmente, mentre può<br />

mancare bilateralmente soltanto nel 25% dei casi.Inoltre nel 20% dei casi possono<br />

osservarsi più arterie transtesticolari:<br />

La discrepanza tra gli studi angiografici ed il CD si spiega con il fatto che in<br />

angiografia per problemi proiettivi e di visione d'insieme la realtà anatomica può<br />

essere falsata, diversamente da quanto avviene nello studio ecografico che è di tipo<br />

tomografico.<br />

Figura 20<br />

Figura 19<br />

18


Figura 21<br />

DIDIMO ED EPIDIDIMO<br />

(anatomia ETG)<br />

La possibilità di visualizzare questi vasi dipende da<br />

un lato dalla frequenza <strong>del</strong>la sonda ovvero dalla<br />

sensibilità <strong>del</strong>l'apparecchiatura a rilevare i bassi<br />

flussi, dall'altro dalla possibilità di realizzare un<br />

angolo d'incidenza <strong>del</strong> fascio US ( quì ad es. non<br />

sono visibili le capsulari in quanto l'incidenza è a<br />

90°), ed infine dalla velocità di flusso nei vasi<br />

stessi. Il chè spiega perchè abbiamo una maggiore<br />

probabilità di visualizzare le arterie transtesticolari,<br />

capsulari e centripete ed un minore probabilità di<br />

vedere le art. ricorrenti e quelle epididimarie ed i<br />

vasi venosi.<br />

Nell’immagine accanto possiamo osservare l’arteria<br />

trans testicolare (freccia), ma anche numerosi altri<br />

vasi colorati in rosso o in bleu.<br />

Il colore nei vasi non esprime altro che la direzione<br />

<strong>del</strong> flusso, senza che possa affermarsi se trattasi di<br />

vene o arterie. In questa immagine in realtà vengono<br />

dimostrate sia le arterie capsulari, che le centripete<br />

e le ricorrenti e qualche vaso venoso<br />

Per poter sapere se si tratta di una vena o di<br />

un'arteria bisogna all’analisi spettrale in modo da<br />

individuare i tipici tracciati arteriosi o venosi<br />

19


Figura 22<br />

DIDIMO ED EPIDIDIMO<br />

(anatomia ETG)<br />

In corrispondenza <strong>del</strong>lo spot di colore rosso il tracciato è di<br />

tipo arterioso e pertanto, data la sede peiferica, non può che<br />

trattarsi di una arteria capsulare.<br />

20


Residui embrionari (aspetti ETG)<br />

• Appendice <strong>del</strong> testicolo , residuo <strong>del</strong> dotto di Wolf<br />

(idatide sessile <strong>del</strong> Morgagni), presente nel 62%<br />

bilateralmente e nel 92% monolateralmente<br />

• Appendice <strong>del</strong>l’epididimo, residuo <strong>del</strong> dotto di Muller<br />

(idatide peduncolata <strong>del</strong> Morgagni),<br />

Figura 23<br />

Associati al testicolo ed all'epididimo si riconoscono frequentemente due residui embrionari che è opportuno conoscere anche<br />

perchè possibile sede di torsione che determina una vistosa sintomatologia acuta indistinguibile dalla torsione <strong>del</strong> didimo: a)<br />

l'appendice didimo o idatide sessile <strong>del</strong> Morgagni, residuo <strong>del</strong> dotto di Wolf, che quì vediamo nella immagine ETG a dx., che<br />

melle autopsie è presente nel 92% monolateralmente e nel 62% bilateralmente.; b) l'appendice <strong>del</strong>l’epididimo o idatide<br />

peduncolata di Morgagni, residuo <strong>del</strong> dotto Muller,che vedremo immagini successive.<br />

21


Residui embrionari (aspetti ETG)<br />

Figura 24<br />

Appendici <strong>del</strong>l’epididimo e <strong>del</strong> didimo. E= epididimo; IM=idatide di morgagni o appendicie <strong>del</strong>l’epididimo. E’ da notare che questa<br />

appendice va ricercata sempre anteriormente all’epididimo.<br />

E<br />

22


La torsione <strong>del</strong> testicolo, meglio definita torsione <strong>del</strong> funicolo<br />

spermatico, rappresenta una vera e propria emergenza urologica,<br />

in quanto se la diagnosi e la terapia non vengono fatte<br />

rapidamente si può arrivare alla atrofia testicolare.<br />

Approssimativamente i due terzi <strong>del</strong>le torsioni avviene tra 12 e<br />

18 anni, con una incidenza lentamente decrescente con<br />

l’aumentare <strong>del</strong>l’età, anche se la torsione può presentarsi in<br />

epoca prenatale, neonatale, e in qualunque periodo <strong>del</strong>l’età<br />

adulta.<br />

Certi pazienti sono predisposti alla torsione a causa di una<br />

anormalità <strong>del</strong>l’innesto <strong>del</strong>la tunica vaginale sul funicolo (torsione<br />

intravaginale); fattori scatenanti possono considerarsi l’eccessiva<br />

attività, i traumatismi, l’attività sessuale, sebbene in molti casi non<br />

è facile risalire ale cause.<br />

Quando il cordone spermatico si torce, cosa che avviene lungo il<br />

proprio asse, si verifica in un primo tempo il blocco venoso,<br />

seguito dall’edema e, successivamente, la perdita <strong>del</strong> flusso arterioso. Ciò perché, come si evince dalla fig 19 (pag.18), le vene sono<br />

disposte perifericamente rispetto alle arterie.<br />

Con la torsione completa i tubuli seminiferi possono subire un danno già entro 1 o 2 ore; questo peggiora dopo 4 ore, mentre il<br />

testicolo risulta non vitale spesso dopo 6 ore. Da ciò l’importanza di una diagnosi quanto più precoce possibile.<br />

I pazienti che lamentano i sintomi da meno di 24 ore hanno più probabilità di salvare il testicolo dei pazienti che hanno i sintomi da<br />

più di 24 ore.<br />

23


Si distinguono due forme di torsione.<br />

1.La torsione intravaginale o torsione<br />

propriamente detta, che è la più frequente ed<br />

avviene classicamente nell’adolescente, la cui<br />

eziopatogenesi può consistere nella inserzione<br />

alta <strong>del</strong>la tunica vaginale,nella diastasi<br />

epididimo-didimaria, o in qualche altro difetto<br />

anatomico. Possono anche esserne la causa<br />

fattori accidentali, quali la contrazione <strong>del</strong><br />

muscolo cremastere, l’esercizio fisico, l’atto<br />

sessuale, l’esposizione alle basse<br />

temperature, l’erezione durante il sonno, i<br />

traumi.<br />

2. La torsione extravaginale o torsione <strong>del</strong><br />

funicolo spermatico, che è rara ( 6-12% <strong>del</strong>le<br />

torsioni testicolari). Essa è tipica <strong>del</strong> periodo<br />

neonatale o intrauterino ed è causata da una<br />

anomalia di discesa <strong>del</strong> testicolo<br />

Il grado di torsione è variabile, ovvero inferiore<br />

o superiore a 360°<br />

Il quadro clinico è quello indicato nella tabella.<br />

Esso è molto simile a quello <strong>del</strong>l’orchioepididimite,<br />

dal quale differisce per la mancanza di febbre e di disturbi urinari. Ciò pone il propblema <strong>del</strong>la diagnosi diffrenziale, che<br />

si basa sulle metodiche sopra indicate,<br />

24


Fig 25<br />

Del quadro ecografico sopra indicato dobbiamo riconoscere che la maggior parte dei segni sono aspecifici, come ad es. l’aumento di<br />

volume <strong>del</strong> disimo e la sua ecogenicità (freccia rossa) . L’unico segno su cui fare affidamento è quello <strong>del</strong>la modificazione dei<br />

rapporti spaziali tra didimo ed epididimo, che può esserem colto soltanto se il grado di torsione e diverso dai 360°. Nel caso mostrato<br />

di rotazione a 180° relativamente alla borsa <strong>scrotale</strong> di sinistra, l’epididimo (E) si trova medialmente al didimo (D) anziché<br />

lateralmente,dando la possibilità di una diagnosi inequivocabile.<br />

25


26<br />

Di fondamentale importanza ai fini dignostici gli aspetti rilevati nella torsione acuta con il color Doppler, che dimostra l’assenza di<br />

spots vascolari nel contetso <strong>del</strong> parenchima didimario, e con la scintigrafia, che dimostra un’assenza di captazione <strong>del</strong> tracciante nel<br />

lato sintomatico (freccia)<br />

26


Caso analogo a quello <strong>del</strong>la figura<br />

precedente, che dimostra l’assenza di<br />

spots vascolari nel didimo di sn (a<br />

confronto con il destro), e la mancata<br />

captazione <strong>del</strong> tracciante radioisotopico<br />

nello stesso lato (freccia)<br />

27


In caso di torsione cronica si realizza una ipervascolarizzazione peritesticolare, cui corrisponde alla scintigrafia una ipercaptazione<br />

(freccia) che circonda l’area fredda di mancata captazione didimaria. Tale segno però non è da ripenere specifico, in quanto può<br />

ritrovarsi anche ad un ascesso, un tumore o un idrocele.<br />

Nella dignosi di torsione la scintigrafia ha una sensibilità <strong>del</strong> 97% ed una specificità <strong>del</strong> 99%, mentre il ColorDoppler ha una<br />

sensibilità <strong>del</strong> 92% ed una specificità <strong>del</strong> 99%.<br />

28


L'orchite consiste nell'infiammazione acuta o cronica di uno o di entrambi i testicoli, parte <strong>del</strong>l'apparato genitale maschile.<br />

27<br />

Le cause <strong>del</strong>l'infiammazione possono essere di origine epatica o batterica: nella maggior parte dei casi essa compare a seguito <strong>del</strong>la<br />

parotite, più raramente a seguito di sifilide, tifo, tubercolosi, gonorrea e prostatite.<br />

I sintomi <strong>del</strong>l'infiammazione sono un forte dolore locale associato in genere all'aumento di volume e di consistenza <strong>del</strong>lo scroto,<br />

tumefazione testicolare, edema e arrossamento <strong>del</strong>lo scroto, febbre tra i 37 e 38°, e disturbi urinari (disuria, piuria) Talvolta compare<br />

una lieve ematuria. Le complicazioni più gravi sono l'atrofia testicolare e la conseguente sterilità irreversibile<br />

Gli aspetti ETG sono quelli indicati nella tabella (fig.27).<br />

29


28<br />

Orchite diffusa . Aumento volumetrico ed ipoecigenicità <strong>del</strong> didimo di destra (freccia), a confronto con il contro laterale, cui<br />

corrispondende uno spiccato aumento <strong>del</strong>la vascolarizzazione intradidimaria, che denominiamo, per analogia con la tiroide, inferno<br />

testis.<br />

30


Orchite focale con idrocele (I) – Nell’immagine superiore piccoli focolai di<br />

ipoecogenicità (frecce), in quella inferiore un focolaio di ipoecogenicità (tra<br />

frecce) con rinforzo di parete posteriore (freccia vuota)<br />

31


Orchite focale. Le aree di ipoecogenicità sono più grandi ed hanno un aspetto<br />

pseudoneoplastico. Ai fini <strong>del</strong>la diagnosi si deve tener conto <strong>del</strong>la<br />

sintomatologia ( dolore, febbre, disuria,etc.) e degli esami di laboratorio. Per la<br />

D.D. può in molti casi essere necessario ricorrere alla biopsia.<br />

32


A dx. orchite ascessualizzata. La lesione (tra frecce) è divenuta anecogena con qualche<br />

tralcio e pareti parzialmente iperecogene.<br />

Sotto sarcoidosi : trattasi di aree fortemente ipoecogene ,ma senza rinforzo di parete<br />

posteriore, a testimoniarne la natura non liquida, senza alcuna specificità ai fini<br />

diagnostici. La lesione, quando specialmente è singola, non è distinguibile, in base ai soli<br />

aspetti eco strutturali, da una neoplasia. Nei casi di noduli multipli, in un contesto clinico<br />

adeguato, si ricorre alla biopsia a cielo aperto.<br />

33


Ascesso <strong>scrotale</strong> : notevole aumento volumetrico <strong>del</strong>lo scroto e <strong>del</strong> didimo, che appare ampiamente sostituito da una complex mass<br />

costituita da aree anecogene e da spessi tralci iperecogeni, con risparmio soltanto di una piccola area triangolariforme indicata dalla<br />

freccia, dove il parenchima didimario ha una ecogenicità normale.<br />

34


La Gangrena di Fournier è una forma di fascite necrotizzante,<br />

una grave infezione dei tessuti molli che colpisce gli organi<br />

genitali esterni maschili. detta anche "gangrena idiopatica <strong>del</strong>lo<br />

scroto", "gangrena <strong>scrotale</strong> streptococcica", "flemmone<br />

perineale". E’una complicanza <strong>del</strong> diabete mellito scompensato in<br />

pazienti anziani maschi [3] , ma anche in alcolisti, in individui<br />

malnutriti o negli immunodepressi. Fattori predisponenti la<br />

malattia sono annoverati anche un intervento chirurgico recente<br />

nella sede <strong>del</strong>l'infezione (per esempio la circoncisione o<br />

l'ernioraffia), i traumi locali, la parafimosi, gli stravasi periuretrali<br />

di urina e le infezioni perianali e perirettali.<br />

L'eziologia <strong>del</strong>l'infezione è polimicrobica, da germi aerobi e<br />

anaerobi, [7] con una decisa prevalenza degli anaerobi, come si<br />

può intuire dal tipico odore fetido e penetrante che esala dai<br />

tessuti infetti.<br />

La diagnosi è clinica poiché la presentazione <strong>del</strong>la malattia è<br />

tipica.<br />

All’ETG è tipico il riscontro di spots iperecogeni riverberanti in profondità da riferire a bolle di aria nel contesto dei tessuti, che<br />

impediscono una valutazione <strong>del</strong> parenchima didimario e <strong>del</strong>le borse scrotali.<br />

35


A<br />

C<br />

Epididimite <strong>del</strong>la testa . In A spiccato aumento volumetrico <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo, con aspetto omogeneamente iperecogeno; In<br />

B ,C e D comparsa di aree anecogene nel contesto di epididimi aumentati di volume ed iperecogeni (forma in fase di<br />

ascessualizzazione) ; coesiste idrocele. Da notare in D che l’area ipoeocogena si accompagna a rinforzo di parete posteriore (freccia<br />

vuota), che ne evoca la natura liquida.<br />

B<br />

D<br />

36


Idrocele<br />

A sn Sarcoidosi <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo, che appare notevolmente aumentata di volume e disomogeneamente ipoeocogena. Da<br />

ricordare che i soggetti affetti da sarcoidosi hanno un rischio 100 volte maggiore di sviluppare un tumore a cellule germinali<br />

A dx. Epididimite <strong>del</strong> corpo, che si presenta come circoscritta area di ipoecogenicità con idrocele consensuale .<br />

37


Epididimite <strong>del</strong>la coda : in due casi spiccato aumento volumetrico e disomogenea<br />

ipoecogenicità. Nella figura in basso si nota un piccolo spot ecogeno (freccia bianca)<br />

con ombra acustica posteriore, da riferire a calcificazione (freccia verde)<br />

38


Epididimite acuta: spiccato aumento di volume con notevole aumento <strong>del</strong>la vascolarizzazione al Color Doppler. Il quadro è<br />

significativo in quanto normalmente la vascolarizzazione <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo è poco apprezzabile.<br />

39


Epididimite acuta: spiccato aumento di volume con notevole aumento <strong>del</strong>la vascolarizzazione al Color Doppler. Da notare la<br />

presenza di multiple areole di ipoecogenicità di tipo colliquativo (testa di freccia).<br />

40


Epididimite<br />

Epididimite acuta: spiccato aumento di volume con notevole aumento <strong>del</strong>la vascolarizzazione al Color Doppler. Alla scintigrafia<br />

aumento <strong>del</strong>la captazione <strong>del</strong> radio farmaco a livello <strong>del</strong> lato sintomatico (freccia).<br />

41


d<br />

A<br />

C<br />

Esiti calcifici di epididimite <strong>del</strong>la testa . Calcificazioni a chiazza (in A e D) , a guscio (in B), con ombre acustiche posteriori (frecce<br />

rosse). In C microcalcificazioni, non direttamente visibili, ma intuibili per la vistosa ombra acustica (o.a) che viene generata dal corpo<br />

<strong>del</strong>l’epididimo (ce).<br />

B<br />

D<br />

42


A B<br />

Esiti calcifici di epididimite <strong>del</strong>la coda. Calcificazioni a chiazza (in A). In B calcificazioni <strong>del</strong>la coda determinano una estesa ombra<br />

acustica.<br />

43


Si definisce criptorchidismo (dal greco κρσπτος, nascosto, e όρτσς, testicolo) la mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nel sacco <strong>scrotale</strong>.<br />

Il criptorchidismo è bilaterale in un terzo dei casi, monolaterale nei due terzi e, in questo caso, riguarda più frequentemente il testicolo destro.I<br />

testicoli criptorchidi si classificano in base alla loro posizione nel tragitto di discesa (addominale alta, addominale bassa, inguinale, sopra<strong>scrotale</strong>,<br />

<strong>scrotale</strong> alta). Diverso è il caso <strong>del</strong> testicolo ectopico, un testicolo che si localizza fuori <strong>del</strong>la fisiologica via di discesa.<br />

La mancata discesa al termine <strong>del</strong> primo anno di vita è da considerarsi patologica e richiede l'intervento chirurgico. Il suo riconoscimento e l’adeguata<br />

terapia sono importanti perché il criptorchidismo porta ad una alterazione <strong>del</strong> funzionamento <strong>del</strong> testicolo non solo in termini di produzione degli<br />

spermatozoi (riduzione) ma anche in termini di riproduzione cellulare con tendenza allo sviluppo di tumori maligni <strong>del</strong> testicolo. Sembra che ad<br />

influire negativamente sia la temperatura (il testicolo ritenuto ha una temperatura di 1 grado maggiore di quello in sede normale), bisogna quindi<br />

riposizionare il testicolo nello scroto prima <strong>del</strong>la pubertà per evitare problemi di sterilità.<br />

Nella figura a destra la TC mostra una volumicosa massa tumorale (seminoma) sviluppatosi su un testicolo ritenuto.<br />

44


Uno dei rilievi possibili con l'etg. è la mancanza <strong>del</strong> testicolo nella borsa<br />

<strong>scrotale</strong>.<br />

L'etg è certamente la metodica di primo approccio poichè ha una sensibilità <strong>del</strong><br />

90%.Le altre metodiche sono da utilizzare soltanto in caso d'insuccesso <strong>del</strong>l'ETG.<br />

A dx.. vediamo un testicolo nel canale inguinale con il suo epididimo.Ha una<br />

forma più allungata,con riduzione <strong>del</strong> diamtero A.P:.<br />

45


Testicoli ritenuti nel canale inguinale. Le immagini a sinistra rappresentano casi di testicolo ritenuto nel canale inguinale (++),<br />

senza alterazioni ecostrutturali. A dx.invece vi sono alterazioni morfologico-strutturali, di probabile natura flogistica.<br />

46


Borsa <strong>scrotale</strong> vuota (freccia verde) con criptorchidismo bilaterale. In<br />

T2 sono ben visibili i didimi iperintensi nei rispettivi canali inguinali. A dx.<br />

corrispettivo ecografico.<br />

47


T2<br />

Varicocele<br />

Testicolo soprannumerario. La RM T2 mostra a sn una formazione iperintensa (M) <strong>del</strong>imitata da un sottile orletto ipointenso, avente<br />

le stesse caratteristiche morfologiche <strong>del</strong> didimo adiacente. Coesiste dilatazione <strong>del</strong>le vene <strong>del</strong> plesso pampiniforme (varicocele).<br />

A dx. il corrispettivo ecografico : T=testicolo,M=testicolo soprannumerario.<br />

48


• TORSIONE DEL FUNICOLO<br />

• FLOGOSI<br />

• CRIPTO E POLIORCHIDISMO<br />

• VARICOCELE<br />

• PATOLOGIA DELLA VAGINALE<br />

• TRAUMI<br />

• CISTI<br />

APPLICAZIONI CLINICHE<br />

• TUMORI<br />

Varicocele : aspetti anatomici ed ETG<br />

• DILATAZIONE (>2mm) DELLE VENE<br />

DEL PLESSO PAMPINIFORME<br />

• ALTERAZIONI FLUSSIMETRICHE<br />

(Doppler) CON ACCENTUAZIONE DEL<br />

REPERTO MANOVRA DI VALSALVA E<br />

RIDUZIONE IN CLINOSTATISMO<br />

• SPESSO CONCOMITANTE IPOPLASIA<br />

DEL DIDIMO<br />

Il Varicocele è la dilatazione varicosa <strong>del</strong>le vene nello scroto. I testicoli ricevono il sangue dall'arteria testicolare che è situata all'interno <strong>del</strong>l'addome;<br />

il sangue viene quindi trasportato via attraverso una serie di piccole vene localizzate nello scroto (plesso pampiniforme). Da qui il sangue refluisce<br />

nella vena spermatica interna (vena testicolare) , che a sua volta trasporta il sangue indietro sino al cuore.<br />

La patogenesi <strong>del</strong> Varicocele non è chiaramente conosciuta; il fatto più probabile è che sia determinato da una congenita debolezza <strong>del</strong>le pareti venose<br />

associata ad una incontinenza <strong>del</strong>le valvole ; la pressione <strong>del</strong> sangue determinata dalla posizione eretta a lungo andare determina la dilatazione <strong>del</strong>le<br />

vene.<br />

Molte persone ammalate di varicocele non accusano nessun sintomo (molto spesso si accorgono di averlo perché non riescono ad avere figli!); questo<br />

dipende spesso dalle sue dimensioni. Quando le dimensioni siano sufficienti a causare sintomi questi sono sostanzialmente due:<br />

dolore<br />

problemi di infertilità<br />

49


T2W - Visione <strong>del</strong> didimo, <strong>del</strong>l’albuginea (ipointensa), <strong>del</strong>l’idrocele (*),, <strong>del</strong><br />

varicocele (freccia) , <strong>del</strong> funicolo (freccia vuota)<br />

50


In entrambe i casi clinicamente si osservava una massa “molle” palpabile a livello <strong>del</strong> polo inferiore <strong>del</strong> didimo. L’ETG in questi non<br />

serve a riconoscere il varicocele, bensì a confermarlo e a quantificarlo sia per quanto riguarda le dimensioni che il grado di<br />

dilatazione <strong>del</strong>le vene <strong>del</strong> plesso pampiniforme.<br />

51


Varicocele subclinico. L’ETG è utile invece nelle forme clinicamente non apprezzabili, perché non palpabili. A sn si tratta di un caso<br />

che si associa ad atrofia testicolare; a dx. si tratta di un varicocele intrafunicolare.<br />

52


Tra le forme subcliniche anche il varicocele intradidimario, riconoscibile solo in quanto sia possibile riconoscere all’interno di aree<br />

anecogene, apparentemente cistiche, un flusso di tipo venoso.<br />

53


Le frecce vuote indicano la velocità di flusso misurabile, che è correlata alla PRF (Pulse frequency repetition). Notare come<br />

abbassando la PRF è possibile la rilevazione <strong>del</strong> flusso sotto forma di colore rosso (flusso in avvicinamento alla sonda. Pertanto per<br />

questo tipo di studi bisogna disporre di apparecchiature adeguate alla rilevazione dei flussi lenti.<br />

54


Varicocele (frecce) : variazioni <strong>del</strong> colore dei vasi, determinate dalla inversione <strong>del</strong><br />

flusso durante la manovra di Valsalva<br />

55


Varicocele (frecce) : variazioni <strong>del</strong> colore dei vasi, determinate dalla inversione<br />

<strong>del</strong> flusso durante la manovra di Valsalva, e corrispondente tracciato, che<br />

dimostra l’inversione <strong>del</strong> flusso in corrispondenza di detta manovra.<br />

56


• TORSIONE DEL FUNICOLO<br />

• FLOGOSI<br />

• CRIPTORCHIDISMO<br />

• VARICOCELE<br />

• PATOLOGIA DELLA VAGINALE<br />

• TRAUMI<br />

• CISTI<br />

APPLICAZIONI CLINICHE<br />

• TUMORI<br />

IDRO-PIO-EMATOCELE : aspetti ETG<br />

• Anecogenicità ( idrocele)<br />

• Echi di media ampiezza flutuanti o<br />

sedimentati ( pio-ematocele)<br />

• Spots ecogeni con con acustici<br />

(bolle di gas)<br />

• Tralci e sepimenti ecogeni<br />

( fase subacuta <strong>del</strong>l’ematocele )<br />

57


C<br />

A B<br />

A<br />

C<br />

In A idrocele, in B ematocele con alterazioni morfologiche ed ecostrutturali di natura traumatica <strong>del</strong> testicolo(freccia) ed<br />

ispessimento <strong>del</strong>la borsa <strong>scrotale</strong> (freccia rossa) , in C idropiocele ( disomogenea anecogenicità), in D ombra acustica da<br />

ispessimento calcifico <strong>del</strong>la vaginale per esiti di pachivaginalite.<br />

D<br />

D<br />

58


Calcoli scrotali (frecce)<br />

59


Mesotelioma con idrocele : abbondante idrocele con impiantati noduli sulla tunica vaginale.<br />

60


Schwannoma maligno <strong>del</strong>la parete <strong>scrotale</strong><br />

61


Ernia inguino<strong>scrotale</strong>. La cavità vaginale è occupata da un tessuto iperecogeno, che si mo<strong>del</strong>la sul polo superiore <strong>del</strong> didimo,<br />

da riferire al grasso mesenterico di un’ansa intestinale erniata nello scroto attraverso il canale inguinale (D=didimo, E=epididimo.).<br />

62


C.inguinale<br />

Epididimo<br />

Didimo dx.<br />

Ernia inguino<strong>scrotale</strong>. Alla TC anse intestinali erniate <strong>del</strong> canale inguinale con evidenziazione <strong>del</strong> peduncolo vascolare (freccia).Il<br />

corrispettivo ETG mostra che l’ansa erniata (freccia) è distesa da liquido e preme sull’epididimo; coesiste idrocele.<br />

63


• TORSIONE DEL FUNICOLO<br />

• FLOGOSI<br />

• CRIPTO e POLIRCHIDISMO<br />

• VARICOCELE<br />

• PATOLOGIA DELLA VAGINALE<br />

• TRAUMI<br />

• CISTI<br />

APPLICAZIONI CLINICHE<br />

• TUMORI<br />

Tipologia :<br />

Entità :<br />

Traumi<br />

- PENETRANTE<br />

- NON PENETRANTE<br />

- CONTUSIONE LIEVE<br />

- CONTUSIONE GRAVE<br />

- ROTTURA<br />

Attualmente l’ecografia può essere considerata il primo approccio diagnostico strumentale in caso di trauma sportivo<br />

o da altra causa. L’indagine è priva di discomfort per il paziente per il quale, specie se il trauma è grave, può<br />

rappresentare l’unico approccio clinico, dal momento che si tratta di uno scroto estremamente dolorante e quindi non<br />

palpabile.<br />

64


Traumi : aspetti ETG<br />

• ISPESSIMENTO DELLE BORSE<br />

(edema, ematoma)<br />

• EMATOCELE<br />

• ALTERAZIONI DEL DIDIMO :<br />

- di volume (ingrandimento)<br />

- di ecostruttura ( rime di frattura, aree ipo<br />

e/o iperecogene, disomogeneità)<br />

- di sede ( dislocazione craniale)<br />

Trauma <strong>scrotale</strong>. A parte la presenza di un ematocele si nota in entrambe i casi<br />

l’ispessimento <strong>del</strong>la borsa <strong>scrotale</strong>.<br />

65


Ematocele. T=testicolo, Notare nel contesto <strong>del</strong>la anecogenicità <strong>del</strong> liquido ematico la presenza di ecogenicità da riferire a coaguli<br />

(frecce).<br />

66


Traumi scrotali . Alterazioni <strong>del</strong>la ecogenicità <strong>del</strong> parenchima<br />

didimario da contusione <strong>del</strong> parenchima<br />

67


Traumi scrotali. A sn ispessimento marcato <strong>del</strong>la borsa <strong>scrotale</strong> (bifreccia) con presenza di raccolta ematica circoscritta (+ +) nel<br />

contesto <strong>del</strong> parenchima didimario in sede sottocapsulare. A dx. estesa iperecogenicità (frecce) da infiltrazione emorragica con area<br />

anecogena centrale (freccia verde) da liquido emorragico.<br />

68


A<br />

Traumi scrotali . In A,B e C iperecogenicittà parenchimale da infiltrazione emorragica. In<br />

B e C ematocele. In B e C fratture <strong>del</strong> parenchima didimario (frecce rosse).<br />

B<br />

C<br />

69


Ansa<br />

intestinale<br />

Ematoma<br />

Esteso ematoma <strong>del</strong> canale inguinale<br />

70


APPLICAZIONI CLINICHE<br />

• TORSIONE DEL FUNICOLO<br />

• FLOGOSI<br />

• CRIPTO E POLIORCHIDISMO<br />

• VARICOCELE<br />

• PATOLOGIA DELLA VAGINALE<br />

• TRAUMI<br />

• CISTI E SPERMATOCELE<br />

• TUMORI<br />

Cisti e Spermatocele<br />

aspetti anatomici ed ETG<br />

• Sede :<br />

- Epididimo<br />

(preferibilmente nella testa)<br />

- Funicolo<br />

• Echopattern di tipo cistico<br />

( “vuoto acustico, R.P.P.)<br />

• D.D. con Idrocele e Varicocele<br />

Cisti e spermatocele sono formazioni liquide caratterizzate da vuoto acustico (anecogenicità) all’ETG. Dal punto di vista<br />

anatomopatologico le cisti sono di natura malformativa ed hanno un <strong>contenuto</strong> sieroso. Gli spermatoceli invece sono il risultato di una<br />

ostruzione e di una dilatazione <strong>del</strong> sistema duttale e contengono sperma degradato simil-latteo ricco di spermatozoi, linfociti e detriti<br />

cellulari.<br />

Le due forme non sono ETG differenziabili tra loro in base agli aspetti strutturali; tuttavia un tentativo di differenziazione può tentarsi<br />

in base alla forma ed alla sede, rotondeggiante ed intraepididimodidimaria nelle cisti, allungata e perididimaria negli spermatoceli.<br />

Le cisti possono localizzarsi sia nel didimo che nell’epididimo.<br />

71


Cisti <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo. Nelle immagini <strong>del</strong>la serie<br />

superiore cisti di varie dimensioni, a partire da 2,5 mm di<br />

diametro, con rinforzo di parete posteriore<br />

Nella immagine accanto la cisti presenta echi di basso<br />

livello al suo interno, da riferire ad una componente<br />

emorragica o suppurativa.<br />

72


A sn (ETG) voluminosa formazione anecogena (cisti) <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo (freccia) con idrocele. A dx.(RMNT2) formazione<br />

iperintensa a margini netti (cisti) <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo con idrocele.<br />

73


La forma può indirizzarci verso una cisti ( rotondeggiante come nel caso a sn) o verso uno spermatocele (allungata come nel caso a<br />

dx).<br />

74


ECTASIA TUBULARE<br />

Ectasia tubulare (ETG ed RMT2). L’ETG mette in evidenza la presenza di numerose piccole aree di vuoto acustico (freccia), di<br />

forma rotondeggiante od allungata. Il corrispettivo RMN T2 è rappresentato da un’area triangolare di moderato aumento <strong>del</strong>l’intensità<br />

<strong>del</strong> parenchima (freccia).<br />

75


SPERMATOCELE<br />

L’aspetto allungato e talvolta tortuoso, ma extradidimario depone per uno spermatocele<br />

76


TUMORI BENIGNI<br />

classificazione ed aspetti ETG<br />

• CISTI INTRADIDIMARIE<br />

( semplice, epidermoide )<br />

• RESIDUI ADRENALI (intratesticolari )<br />

• TUMORI STROMALI<br />

( angiomi, fibromi, leiomiomi, neurofibromi )<br />

• ECOGENICITA’ INDETERMINATA<br />

( ipo, iso, iper, anecogena)<br />

• LESIONE FOCALE A MARGINI NETTI<br />

• TALVOLTA INCLUSIONI CALCIFICHE<br />

• ASSENZA DI SEGNI CD<br />

DI VASCOLARIZZAZIONE INTRALESIONALE<br />

TUMORI : esordio clinico<br />

• NODULO PALPABILE<br />

• INCREMENTO VOLUMETRICO SCROTALE<br />

• NON FEBBRE E/O DOLORE<br />

• EVENTUALI MTS<br />

• EVENTUALI SINDROMI ENDOCRINE<br />

( mascolinizzanti o femminilizzanti )<br />

I tumori <strong>del</strong> testicolo sono infrequenti, rappresentando infatti circa l'1% <strong>del</strong> totale dei tumori e circa il 6% di tutti quelli relativi<br />

all'apparato urogenitale maschile.Purtuttavia costituiscono la principale causa di decesso per neoplasia nella fascia compresa tra i 15<br />

ed i 34 anni.<br />

L'ETG bidimensionale ha certamente assolto in modo ottimale al compito di riconoscere le neoplasie e di contribuire alla stadiazione,<br />

ma non si può dire che ci abbia offerto <strong>del</strong>le buone possibilità di correlare i reperti con il tipo istologico.<br />

Le cause <strong>del</strong> tumore al testicolo sono sconosciute, ma esistono vari fattori che possono favorirne l'insorgenza. I principali fattori di<br />

rischio relativi al cancro testicolare sono i seguenti:<br />

criptorchidismo (la mancata discesa di uno dei testicoli nella borsa <strong>scrotale</strong>)<br />

77


sindrome di Klinefelter (malattia causata da un'anomalia cromosomica)<br />

storia familiare o personale di tumore testicolare<br />

sviluppo testicolare anormale (disgenesia gonadica).<br />

Dei fattori sopracitati, quello che aumenta maggiormente le probabilità di neoplasia testicolare è sicuramente il criptorchidismo;<br />

questa condizione infatti aumenta di circa 40 volte le probabilità di neoplasia testicolare rispetto alla popolazione generale; il rischio<br />

varia a seconda che il testicolo sia ritenuto nell'addome o nell'inguine; nel primo caso il rischio risulta essere più elevato. Se il<br />

criptorchidismo viene corretto entro il sesto anno di età, le probabilità di rischio diminuiscono nettamente.<br />

Anche la sindrome di Klinefelter è considerato un fattore di rischio di una certa importanza. È una patologia causata dalla presenza di<br />

un cromosoma sessuale X in più nei soggetti maschi.<br />

Il rischio di insorgenza aumenta, anche se in modo ridotto, se si ha un fratello o un padre che hanno contratto questo tipo di tumore.<br />

Anche la storia personale aumenta il rischio, infatti chi ha avuto una neoplasia testicolare ha dal 2 al 5% di probabilità di sviluppare<br />

lo stesso tipo di tumore a carico <strong>del</strong>l'altro testicolo nei 25 anni successivi al momento <strong>del</strong>la diagnosi.<br />

Sussiste un aumento <strong>del</strong> rischio anche in caso di disgenesia gonadica, una patologia di cui esistono 5 tipi (tra cui la già ci tata<br />

sindrome di Klinefelter) e che è sostanzialmente caratterizzata da un anomalo sviluppo di uno di entrambi i testicoli.<br />

Esistono due tipologie di tumore al testicolo:<br />

germinali<br />

non-germinali.<br />

I tumori germinali rappresentano circa il 95% di tutte le forme di neoplasia testicolare. Vengono generalmente distinti in seminomi e<br />

non-seminomi.<br />

I seminomi sono tumori nei quali si ha una trasformazione maligna <strong>del</strong>le cellule che producono gli spermatozoi, le cosiddette cellule<br />

germinali. Spesso i seminomi sono associati a varianti che coinvolgono cellule non seminali (tumori germinali misti).<br />

I non-seminomi vengono ulteriormente suddivisi in:<br />

carcinomi embrionali<br />

coriocarcinomi<br />

teratomi<br />

neoplasie <strong>del</strong> sacco vitellino.<br />

78


Il restante 5% dei tumori testicolari possono svilupparsi nello stroma. I tumori stromali comprendono i tumori <strong>del</strong>le cellule <strong>del</strong> Leydig e<br />

i tumori <strong>del</strong>le cellule <strong>del</strong> Sertoli. Sono entrambi tumori testicolari generalmente benigni, ma, se maligni, nei rari casi in cui generano<br />

metastasi, la prognosi diventa spesso infausta.<br />

I sintomi principali di un tumore al testicolo sono la presenza di un nodulo (generalmente indolore), l'incremento <strong>del</strong> volume<br />

testicolare, un rigonfiamento, una modifica <strong>del</strong>la consistenza o un senso di pesantezza al testicolo. Talvolta si avverte un dolore<br />

sordo (ma in altri casi la dolenzia può essere anche di tipo acuto) all'inguine o nella parte bassa <strong>del</strong>l'addome o si osserva una<br />

raccolta di liquido nella borsa <strong>scrotale</strong>. Anche quando si apprezza un rimpicciolimento <strong>del</strong> testicolo si può sospettare la presenza<br />

<strong>del</strong>la malattia.<br />

Il primo approccio diagnostico consiste nell'esame fisico e nella stesura <strong>del</strong>la storia clinica.<br />

Gli accertamenti clinici generalmente richiesti per la formulazione <strong>del</strong>la diagnosi sono l'ecografia <strong>scrotale</strong> e il dosaggio di alcuni<br />

marcatori (marker) tumorali; solitamente si richiede il dosaggio <strong>del</strong>l'alfafetoproteina (AFP), <strong>del</strong>la beta gonadotropina corionica umana<br />

(ß-HCG) e <strong>del</strong> lattato deidrogenasi (LDH). Si deve rilevare però che i marker tumorali possono dare informazioni fuorvianti, non sono<br />

rari infatti i casi in cui il range di tale marker rientra nella normalità pur con la presenza accertata di una neoplasia testicolare.<br />

Se non vi è certezza diagnostica, ma solo il sospetto, è assolutamente sconsigliata la biopsia testicolare attraverso la cute <strong>scrotale</strong>;<br />

quando vi sia dubbio diagnostico, il testicolo dovrà essere esplorato chirurgicamente dopo esteriorizzazione dalla sede <strong>scrotale</strong>;<br />

dopo l'esecuzione di un esame istologico intraoperatorio al criocongelatore (su biopsia a cuneo), nel caso il responso sia negativo, si<br />

procederà al riposizionamento <strong>del</strong> testicolo altrimenti si dovrà procedere con la rimozione totale (orchiectomia). Il motivo per cui non<br />

si deve effettuare una biopsia attraverso lo scroto è dovuto al fatto che, nel caso di presenza di cellule tumorali, esiste il rischio di<br />

una diffusione di queste ultime attraverso i vasi linfatici.<br />

Dopo l'eventuale asportazione <strong>del</strong> testicolo si dovranno effettuare la valutazione sull'estensione locale <strong>del</strong>la neoplasia e al tri<br />

accertamenti volti a verificare un'eventuale metastasizzazione.<br />

Diagnosi differenziale – La diagnosi differenziale deve essere posta nei confronti di idrocele, linfomi, spermatocele, varicocele,<br />

epididimite e torsione testicolare.<br />

79


CISTI DIDIMARIE SEMPLICI<br />

Cisti didimarie : vuoto acustico (freccia bianca) e rinforzo di parete posteriore (freccia vuota)<br />

80


Cisti didimaria (freccia) ed ectasia tubulare (ETG). Quest’ultima è rappresentata dalla presenza di numerose piccole aree di vuoto<br />

acustico (frecce rosse), di forma rotondeggiante od allungata. La D.D. si pone con il varicocele intradidimario, che va escluso con il<br />

Color Doppler.<br />

81


CISTI EPIDERMOIDE<br />

Cisti epidermoide. L’aspetto ETG è quello tipico “a buccia di cipolla” (onion ring), ossia di quello di una cisti che presenta<br />

componenti ecogene pluristratificate a partenza dalle pareti (frecce)<br />

82


TUMORI BENIGNI A COMPONENTE STROMALE<br />

A sn formazione rotondeggiante iperecogena ( angioma ): a dx. formazione rotondeggiante moderatamente iperecogena con spots<br />

ecogeni(frecce bianche) determinanti ombre acustiche,da riferire a calcificazioni ( fibroma ). Notare la scarsa insonazione <strong>del</strong>le<br />

strutture profonde <strong>del</strong> didimo a dx. per la presenza di componenti fibrocalcifiche assorbenti gli US.<br />

83


Leiomioma <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epedidimo (M)<br />

84


Tumore adenomatoide <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo<br />

85


Tumore adenomatoide <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo (varietà pluricistica)<br />

C<br />

86


Lipoma <strong>del</strong>la testa <strong>del</strong>l’epididimo : è un esempio di come talvolta il grasso all’ETG,<br />

anziché essere iperecogeno, è invece ipoecogeno. La massa (frecce rosse) si<br />

presenta a limiti netti. Il corrispettivo RM è dato da una formazione iperintensa sia in<br />

T1 che in T2, con modesta riduzione <strong>del</strong>l’intensità <strong>del</strong> segnale in T2, tipica <strong>del</strong> grasso.<br />

La prova <strong>del</strong>la natura <strong>del</strong>la massa si ha con la sequenza T2 con soppressione <strong>del</strong><br />

grasso che dimostra in essa un vuoto di segnale. In T2 si mette meglio in evidenza la<br />

presenza di idrocele.<br />

87


Pseudotumore fibroso. ETG ed RNM. All’ETG si evidenzia una formazione anecogena (liquida) (freccia rossa) con all’interno una<br />

componente ecogena (solida) (freccia bianca) provvista di parete propria, che occupa il cavo vaginale in sede<br />

paraepididimodidimaria. Alla RM T2 si dimostra che la componente solida è notevolmente ipointensa, il che depone per la natura<br />

fibrosa.<br />

88


Residuo adrenale intratesticolare in soggetto con iperplasia surrenalica congenita. ETG ed RNM. All’ETG una formazione<br />

debolmente ipoecogena, a contorni irregolari e limiti poco netti. Alla RM T2 la formazione è ipointensa, a denotare la presenza di una<br />

importante componente fibrosa.<br />

T2<br />

89


TUMORI MALIGNI : classificazione<br />

•<br />

•<br />

FORME<br />

FORME<br />

GERMINALI<br />

GERMINALI<br />

-<br />

-<br />

pure<br />

pure<br />

:<br />

:<br />

SEMINOMA<br />

SEMINOMA<br />

CA<br />

CA<br />

EMBRIONARIO<br />

EMBRIONARIO<br />

TERATOMA<br />

TERATOMA<br />

CORION-CA<br />

CORION-CA<br />

- miste : associazione dei precedenti istotipi<br />

- miste : associazione dei precedenti istotipi<br />

•<br />

•<br />

FORME<br />

FORME<br />

NON<br />

NON<br />

GERMINALI<br />

GERMINALI<br />

:<br />

:<br />

-<br />

-<br />

T.<br />

T.<br />

a<br />

a<br />

cellule<br />

cellule<br />

di<br />

di<br />

Leydig<br />

Leydig<br />

-<br />

-<br />

T.<br />

T.<br />

a<br />

a<br />

c<br />

c<br />

ellule<br />

ellule<br />

di<br />

di<br />

Sertoli<br />

Sertoli<br />

•<br />

•<br />

FORME<br />

FORME<br />

SECONDARI<br />

SECONDARIE<br />

(<br />

(<br />

linfoma<br />

linfoma<br />

,<br />

,<br />

leucemia,<br />

leucemia,<br />

t.genito-urinari)<br />

t.genito-urinari, MTS)<br />

TUMORI MALIGNI : aspetti ETG<br />

• LESIONE FOCALE IPOECOGENA,<br />

( margini netti , sfumati o irregolari )<br />

• LESIONE FOCALE IPERECOGENA<br />

( “ BURNED- OUT TUMORS”<br />

“TUMORI ENDOCRINI”)<br />

• COMPLEX MASS<br />

• SEGNI CD DI VASCOLARIZZAZIONE<br />

INTRALESIONALE ( linfomi, tumori > 1,5 cm )<br />

Le alterazioni strutturali nel caso dei tumori, tranne che per i seminomi tipici, non consentono di solito una diagnosi circa il tipo di<br />

neoplasia. L’ecografia quindi ha soltanto l’importante ruolo di riconoscere le lesioni.<br />

90


PATTERN ETG DEI SEMINOMI<br />

C<br />

A<br />

Seminoma. Aspetti tipici in A,B e C : lesione ipo-anecogena a margini lobulati. In D una lesione multifocale non differenziabile da<br />

una orchite multifocale.<br />

B<br />

Semi<br />

noma<br />

D<br />

91


Seminoma di piccole dimensioni e ben circoscritto. Aspetto ipoecogeno all’ETG.<br />

Disomogenea ipointensità in RMT2.<br />

92


A<br />

Seminomi atipici. A : massa voluminosa con aspetto isoecogeno ; B : massa eterogenea.<br />

B<br />

93


PATTERN DEI TUMORI NON SEMINOMATOSI<br />

Quadri ETG di Teratoma : ipoecogeno (ecogenicità superiore al seminoma ), a margini netti. Si tratta <strong>del</strong>l’unico tumore benigno<br />

94


Teratomi. A sn. Ampia area di alterata ecogenicità con presenza di qualche piccola area cistica (teratoma maturo); a dx.massa<br />

cictica pluriloculare con presenza di componenti solide (teratoma immaturo).<br />

95


Teratoma immaturo. Massa complessa con componenti solide emorragiche (frecce rosse) e componenti cistiche (frecce bianche).<br />

96


Quadri ETG di carcinoma embrionario<br />

97


Choriocarcinoma : massa ad ecogenicità eterogenea, in sede polare inferiore<br />

98


Linfoma : pattern similseminoma . All’ETG massa ipoecogena spesso multicentrica<br />

99


Metastasi da tumore renale. Massa intradidimaria a limiti poco netti ad ecogenicità disomogenea<br />

100


TUMORI SECERNENTI<br />

A sn. Tumore a cellule di Leydig (leydigioma) , a dx. Tumore a cellule <strong>del</strong> Sertoli, Entrambe i tumori sono benigni e si presentano<br />

spiccatamente iperecogeni con ombra acustica per presenza di calcificazioni.<br />

101


TUMORE SPENTO<br />

Burned-out tumor (Regressed cell germ tumor ) : trattasi di tumori primitivi spenti, spesso<br />

trovati nel corso <strong>del</strong>la ricerca di un tumore primitivo metastatizzato. Ai reperti di piccole aree di<br />

iperecogenicità, talvolta calcifiche (come a sn) corrisponde una istologia negativa.<br />

102


Horstman WG : Testicular Tumors Findings with CD US, Radiology 1992 : 155, 735-737<br />

Il Color Dopller consente di ipotizzare una benignità o una malignità in base al riscontro di vascolarizzazione intralesional e. Ciò vale<br />

tuttavia soltanto per le lesioni di diametro superiore ad 1,5 cm. Nelle lesioni ipervascolarizzate resta il problema di differenziare i<br />

tumori dalle aree di orchite focale, per risolvere il quale bisogna basarsi sui dati clinici e laboratoristici.<br />

103


Lesione ipervascolare : tumore maligno o orchite focale<br />

104


Lesione avascolare di diametro < 1,5 cm : impossibilità di<br />

affermare la benignità <strong>del</strong> reperto.<br />

Lesione > 1,5 cm : si può ipotizzarne la natura benigna<br />

105


RUOLO DELL’ETG NEI TUMORI TESTICOLARI<br />

Necessità di :<br />

Riconoscimento<br />

Bilancio di estensione locale<br />

Contributo alla stadiazione<br />

Contributo alla Follw-up<br />

Integrazione con la RM per la caratterizzazione<br />

Integrazione con la TC per la stadiazione<br />

………ma per la maggior parte dei casi per la tipizzazione non<br />

è possibile fare a meno <strong>del</strong>l’istologia !!!!!!!<br />

106

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