Le Celle a Combustibile
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V1.1 2005 gpm<br />
Sviluppi delle <strong>Celle</strong> a Elettrolita Polimerico<br />
FC_2007<br />
<strong>Le</strong> PEFC presentano gravi problemi di avvelenamento da CO; questo è normalmente contenuto in piccole<br />
percentuali (circa 1%) nell’idrogeno prodotto per reforming, se non si adottano costosi sistemi di<br />
purificazione. Per avvelenare temporaneamente un catalizzatore sono sufficienti concentrazioni di CO di 10<br />
ppm (parti per milione in volume).<br />
Per risolvere i problemi di avvelenamento da CO si<br />
sono sviluppati elettrodi arricchiti in Rutenio oltre al<br />
Plaitino, con tolleranza oltre 200 ppm CO.<br />
La soluzione più radicale, anche se costosa in esercizio,<br />
è di alimentare piccole quantità di ossigeno all’anodo,<br />
con effetto di preossidare il CO a CO2. Esistono però<br />
evidenti problemi di sicurezza, in quanto localmente la<br />
miscela H2-O2 può assumere concentrazioni entro il<br />
limite di infiammabilità; l’energia di attivazione della<br />
combustione per l’idrogeno è molto bassa (è sufficiente<br />
una minima fonte di energia).<br />
L’avvelenamento da CO2 all’anodo costituisce un problema minore; la CO2 si lega ad idruri metallici legati al<br />
Platino che si formano marginalmente all’anodo, diminuendo progressivamente il voltaggio della cella.<br />
Per il futuro si tende a sviluppare celle PEFC che possano operare direttamente con metanolo liquido, senza<br />
necessità di un reforming prima dell’ingresso nella cella.