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Meteorologia e climatologia II - Custodia del territorio

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GUIDA NATURALISTICA<br />

La Lomellina, agricoltura e natura come conoscenza<br />

I fattori abiotici<br />

e gli organismi<br />

Daniele Paganelli<br />

Dipartimento di Scienze <strong>del</strong>la Terra e <strong>del</strong>l’Ambiente<br />

Università di Pavia


I fattori abiotici<br />

Temperatura<br />

Acqua – Umidità<br />

Luce<br />

Nutrienti<br />

Ossigeno<br />

pH<br />

2


FATTORI ABIOTICI<br />

PER OGNI ORGANISMO L’AZIONE DEI FATTORI AMBIENTALI<br />

SOTTINTENDE RISPOSTE FISIOLOGICHE E ADATTATIVE<br />

DIVERSE DIFFICILE GENERALIZZAZIONE<br />

E’ PERO’ CERTO CHE UN NUMERO LIMITATO DI ESSI<br />

SVOLGE UN RUOLO FONDAMENTALE UNIVERSALE PER<br />

PIANTE E ANIMALI<br />

In ecologia è poco obiettivo parlare di fattori singoli si ha<br />

sempre a che fare con interazioni di diversi fattori<br />

3


I FATTORI ABIOTICI DEVONO ESSERE CONSIDERATI COME:<br />

Sincronizzatori di ritmi endogeni<br />

Induttori diretti o indiretti di ritmi esogeni<br />

I BIORITMI SONO SINCRONIZZATI DALLE VARIAZIONI CICLICHE<br />

DELL’ENERGIA RICEVUTA DAGLI ECOSISTEMI:<br />

VARIAZIONI TERMICHE<br />

VARIAZIONI DI ILLUMINAZIONE comportano:<br />

۰Variazioni nella ripartizione spaziale degli organismi<br />

۰Variazione nella attività degli organismi<br />

۰Variazioni nella produttività biologica<br />

secondo periodicita’ giornaliere e stagionali.<br />

4


DIVERSE ATTIVITA’ FISIOLOGICHE IN MOLTE SPECIE<br />

HANNO UNA PERIODICITA’ NICTEMERALE<br />

I meccanismi che inducono questi fenomeni sono detti<br />

OROLOGI BIOLOGICI (con meccanismo endogeno)<br />

RITMO CIRCADIANO = processo biologico ritmico a controllo<br />

endogeno il cui periodo medio è di 24 ore<br />

LUCE = elemento sincronizzatore<br />

5


RITMI CIRCADIANI NELL’UOMO:<br />

ALTERNANZA VEGLIA/SONNO (si basa su un meccanismo<br />

interno poco superiore alle 24 ore)<br />

RITMO DI TEMPERATURA INTERNA<br />

RITMO DI ATTIVITA’ CORTICO-SURRENALE<br />

Si preferisce riservare il termine di NICTEMERALE per i<br />

fenomeni biologici che si svolgono seguendo la successione<br />

giorno/notte<br />

ES: ritmi nictemerali di umidità, temperatura, pH, di gas<br />

disciolti nell’acqua<br />

6


RITMI A PERIODICITA’ ANNUALE NELL’UOMO:<br />

•funzionamento cardiaco<br />

•Composizi\one <strong>del</strong> sangue (pH, tenore Hb e<br />

proteine plasmatiche max in estate)<br />

•Ritmi stagionali di sensibilità alle malattie<br />

•Deriva stagionale nel ritmo circadiano di<br />

escrezione <strong>del</strong>l’H 2O e <strong>del</strong> K<br />

7


FOTOPERIODISMO<br />

Ritmo stagionale di piante ed animali, basato su una valutazione<br />

precisa <strong>del</strong>le variazioni di durata <strong>del</strong> giorno e <strong>del</strong>la notte durante<br />

l’anno.<br />

ES: ۰canto degli uccelli sempre all’alba<br />

۰migrazione degli uccelli<br />

۰diapausa negli invertebrati<br />

۰fioritura e caduta <strong>del</strong>le foglie<br />

Piante LONGIDIURNE fioriscono in primavera<br />

Piante BREVIDIURNE fioriscono in autunno<br />

E’ la lunghezza <strong>del</strong> periodo senza luce che stimola le reazioni:<br />

l’interruzione di notti lunghe con brevi periodi di luce impedisce<br />

la fioritura in piante brevidiurne, mentre l’interruzione <strong>del</strong> giorno<br />

con brevi periodi di oscurità non sembra abbia effetto. 8


Fattori limitanti<br />

e<br />

Valenza ecologica<br />

9


SISTEMI ECOLOGICI<br />

AMBIENTE FISICO<br />

Fattori ABIOTICI: gravità, pressione,<br />

temperatura, luce, acqua, sostanze<br />

inorganiche nel suolo,…<br />

Fattori BIOTICI: organismi viventi,<br />

che utilizzano energia per vincere le<br />

forze fisiche esterne<br />

FATTORE LIMITANTE<br />

Un fattore ecologico essenziale per la vita svolge un ruolo<br />

LIMITANTE quando è assente o è sotto un minimo limite<br />

critico, oppure quando eccede il massimo livello tollerabile<br />

10


LEGGE DEL MINIMO (Liebig, 1840)<br />

Lo sviluppo di un organismo è condizionato dal meno<br />

abbondante dei fattori essenziali.<br />

Es.: Zn molto raro nel suolo, richiesto in quantità<br />

piccolissime, ma indispensabile.<br />

LEGGE DELLA TOLLERANZA (Shelford, 1913)<br />

Un fattore può essere limitante anche quando è presente<br />

in eccesso<br />

Es.: eccesso di O 2 inibisce la fotosintesi.<br />

11


LEGGE DELLA TOLLERANZA<br />

12


LEGGE DEL MINIMO APPLICATA AGLI STADI DEL CICLO<br />

VITALE<br />

I limiti di tolleranza variano al variare degli stadi <strong>del</strong> ciclo<br />

vitale:<br />

LIMITI PIU’ RISTRETTI negli STADI BIOLOGICI PIU’<br />

SENSIBILI (riproduzione, uova, larve, germogli, …)<br />

Sono questi stadi che determinano la presenza/assenza di<br />

una specie in un ambiente<br />

Es.: riproduzione ancora legata ad un ambiente acquatico,<br />

per piante (PTERIDOFITE) ed animali (ANFIBI) già terrestri.<br />

13


COROLLARI DELLA LEGGE DELLA TOLLERANZA<br />

1) Gli organismi possono avere un intervallo di tolleranza ampio<br />

per alcuni fattori e limitato per altri<br />

2) Se per una specie le condizioni non sono ottimali, per un<br />

fattore ecologico, i limiti di tolleranza possono ridursi anche<br />

per altri fattori ecologici. Es.: se nel terreno l’N è limitante, si<br />

riduce la resistenza <strong>del</strong>le piante alla siccità<br />

3) INTERAZIONE dei FATTORI: l’intervallo di tolleranza relativo a<br />

un fattore può essere influenzato da altri fattori. Es.: alcune<br />

piante hanno una < richiesta di Zn quando crescono all’ombra<br />

4) Gli organismi con ampi intervalli di tolleranza per tutti i fattori<br />

sono probabilmente quelli più ampiamente diffusi<br />

14


Dal concetto di fattore limitante deriva quello di valenza<br />

ecologica, tanto più ampi sono i limiti di tolleranza tanto<br />

maggiore è la capacità di una specie di saturare ambienti<br />

differenti, cioè di accettare diverse condizioni ecologiche.<br />

EURIECIA – STENOECIA<br />

Specie EURIECIA: ad alta valenza ecologica (intervallo di<br />

tolleranza ampio)<br />

Specie STENOECIA: a bassa valenza ecologica (intervallo di<br />

tolleranza limitato)<br />

15


TEMPERATURA: euriterma – stenoterma<br />

ACQUA: stenoidrica – euriidrica<br />

SALINITA’: stenoalina - eurialina<br />

CIBO: stenofaga – eurifaga<br />

CAPACITA’ ESPANSIVA NELLA BIOSFERA: stenotopa – euritopa<br />

Specie UBIQUITARIE (Es. Musca domestica)<br />

Specie STENOECIE possono essere EURITOPE:<br />

Crostaceo Artemia salina negli<br />

ambienti sovrassalati di tutto il<br />

mondo<br />

Specie EURIECIE possono essere STENOTOPE:<br />

Es.: Mammiferi con alta valenza ecologica, ma areale di<br />

distribuzione limitato (relativamente alla loro mole), es. tundra<br />

steppa.<br />

16


VALENZA ECOLOGICA DELLA SPECIE è la somma dei diversi<br />

optimum di tolleranza<br />

Si parla di “RAZZE ECOLOGICHE”; nel caso in cui non sia<br />

dimostrabile alcuna differenza genetica, è preferibile parlare<br />

“GRUPPI ECOLOGICI” o “GRUPPI FISIOLOGICI”.<br />

17


Temperatura nell’aria<br />

19


La T <strong>del</strong>l’aria diminuisce in funzione <strong>del</strong>l’altitudine, secondo un<br />

gradiente che da 0,4 a 0,7°C per ogni 100 m di altezza.<br />

Oltre che dall’altitudine la T <strong>del</strong>l’aria è profondamente<br />

influenzata:<br />

dai rilievi<br />

dalla pendenza<br />

dall’esposizione <strong>del</strong>la stazione<br />

La T <strong>del</strong>l’aria è uno di quegli elementi che determinano CLIMA<br />

20


Importanza dei microclimi<br />

21


INFLUENZA DELLA TEMPERATURA SULLA SUCCESSIONE<br />

LATIDUNALE E LONGITUDINALE DELLE FITO E ZOOCENOSI<br />

Altri fattori ecologici intervengono a modificare la regolarità<br />

<strong>del</strong>le risposte - umidità<br />

- tipo di substrato<br />

A parità di latitudine assume importanza l’orografia con le<br />

variazioni ad essa legate<br />

A parità di orografia assumono importanza:<br />

- l’esposizione<br />

- la vicinanza dei mari<br />

- il regime dei venti<br />

il complesso dei<br />

monti e <strong>del</strong>le<br />

catene montuose<br />

di una regione o<br />

di una parte <strong>del</strong>la<br />

superficie<br />

terrestre.<br />

A parità di latitudine e orografia assume importanza<br />

(soprattutto per gli organismi vegetali) la roccia madre e il tipo<br />

di suolo<br />

22


INVERSIONE TERMICA<br />

In estate l’aria a contatto con il suolo si riscalda e risale<br />

creando una circolazione d’aria calda e fredda. D’inverno<br />

l’aria fredda non più riscaldata dal suolo non riesce a risalire<br />

in quota ed in assenza di vento, se l’ambiente è umido forma<br />

nebbie e smog.<br />

ARIA FREDDA<br />

IN QUOTA<br />

SUOLO<br />

ESTATE<br />

SUOLO<br />

INVERNO<br />

NEBBIE<br />

E SMOG<br />

ARIA CALDA<br />

ARIA FREDDA<br />

23


La temperatura di un corpo è il suo stato termico considerato<br />

in rapporto alla sua capacità di trasmettere calore ad altri<br />

corpi.<br />

E’ il fattore ecologico fondamentale perché:<br />

Correlato direttamente con tutti gli altri fattori<br />

L’organismo vivente è una macchina termica<br />

I limiti <strong>del</strong>la vita coincidono con un intervallo di temperatura<br />

molto ristretto: da -200°C a + 100°C<br />

Batteri 90°C<br />

Ditteri Ephydridae 60°C<br />

25


una temperatura di 50°C è considerata il limite superiore per<br />

la vita attiva <strong>del</strong>la maggior parte degli animali e vegetali<br />

- il limite inferiore non scende molto al di sotto degli 0°C per<br />

gli organismi vegetali e per gli animali pecilotermi.<br />

Il limite si abbassa per particolari stadi di vita inattiva<br />

(spore, cisti, semi, etc.)<br />

Es. spore di Rotiferi fino a -273°C<br />

Alcune piante legnose e certe<br />

larve di insetti sopravvivono a t<br />

comprese tra -10°C e -30 con<br />

formazione di ghiaccio<br />

all’interno dei loro corpi<br />

26


Fusione carbone 3500<br />

Fusione platino 1755<br />

Fusione Alluminio 658,7<br />

Ebollizione <strong>del</strong>l’acqua 100<br />

260 Sopportata dall’uomo se pesantemente vestito<br />

115 Tollerata dall’uomo con la faccia esposta per max 25 min<br />

93 Tollerata dall’uomo per diverse ore (clima secco ventilato)<br />

T di un suolo roccioso di un deserto nord americano 88 88 Presenza di alghe nelle sorgenti calde<br />

T superficiale di un suolo sabbioso desertico (Sudan) 85<br />

T max <strong>del</strong>l’aria (Etiopia 1922) 58<br />

T max <strong>del</strong>la superficie dei bassi fondi costieri 42<br />

T media superficiale <strong>del</strong> Mar Rosso 30-35<br />

T media superficiale in prossimità <strong>del</strong>l’equatore 27,5<br />

Solidificazione <strong>del</strong>l’acqua 0<br />

T media <strong>del</strong>la superficie <strong>del</strong>l’Oceano Antartico -1,33<br />

T minima sul fondo <strong>del</strong>l’Antartico -1,65<br />

Solidificazione <strong>del</strong>l’acqua di mare in superficie<br />

(35‰)<br />

-1,87<br />

T minima registrata (Siberia, 1892) - 68,5<br />

50 Sopravvivenza di alcune pesci nelle sorgenti calde<br />

46 Morte degli insetti (denaturazione <strong>del</strong>le proteine)<br />

43 Media <strong>del</strong>le temperature letali per le scimmie<br />

37 Temperatura media <strong>del</strong>l’uomo<br />

22 Temperatura minima per la sopravvivenza dei coralli<br />

16 Limite superiore <strong>del</strong>la zona di equilibrio termico <strong>del</strong> bestiame<br />

-62 Limite inferiore osservato per la riproduzione <strong>del</strong> pinguino<br />

27


attività (crescita)<br />

SPECIE EURITERME hanno un ampio intervallo di tolleranza nei<br />

confronti <strong>del</strong>la T<br />

SPECIE STENOTERME hanno un intervallo di tolleranza ristretto;<br />

optimum, maximum e minimum sono molto ravvicinati<br />

- organismi microtermi il loro ristretto intervallo di<br />

tolleranza si colloca verso basse temperature<br />

-organismi megatermi stenotermi che necessitano di<br />

temperature costantemente elevate<br />

stenoterme euriterme stenoterme<br />

(microterme) (megaterme)<br />

min Max min Max<br />

28<br />

temperatura


Le specie che seguono una successione latitudinale possono essere<br />

raggruppate in ampie categorie con esigenze termiche decrescenti<br />

Specie MEGATERME<br />

(tropici ed equatore)<br />

Specie MACROTERME<br />

(subtropici fino al Mediterraneo)<br />

Specie MESOTERME<br />

(zone temperate calde e medio-calde)<br />

Specie MICROTERME<br />

(zone temperate fredde fino zone sub-polari)<br />

Specie ECHISTOTERME<br />

(artico e antartico)<br />

Stenoterme<br />

Euriterme 29


I veri fattori termici limitanti sono gli scarti ovvero<br />

l’ampiezza termica.<br />

Es. per specie mesoterme una media di 15°C risultante da 10 e<br />

20°C è meglio sopportata rispetto ad una risultante da +35 e -<br />

5°C<br />

Temperatura ottimale: T alla quale lo sviluppo e le reazioni<br />

metaboliche si svolgono nel migliore dei modi<br />

Temperatura di inattivazione: precede la temperatura letale e<br />

ne costituisce una premessa necessaria e sufficiente<br />

Temperatura letale: T limite che coincide con la morte<br />

<strong>del</strong>l’organismo (>50% organismi muore)<br />

0 ecologico la più bassa temperatura esterna alla quale<br />

l’organismo può ancora svolgere le sue funzioni vitali<br />

30


Range di temperatura ottimale per una specie di acqua<br />

calda ed una di acqua fredda<br />

eggs<br />

feeding<br />

growth optimum<br />

Salmo trutta<br />

stress stress<br />

lethal lethal<br />

stress stress lethal<br />

feeding<br />

Cyprinus carpa<br />

growth optimum<br />

0 10 20 30 40<br />

temperatura<br />

31


LE VARIAZIONI TERMICHE E GLI<br />

ORGANISMI<br />

Variazioni <strong>del</strong>le funzioni metaboliche<br />

Variazioni <strong>del</strong>le funzioni di sviluppo<br />

cicli vitali diversi<br />

epoca <strong>del</strong>le nascite<br />

quiescenza e diapausa<br />

numero di generazioni<br />

Variazioni <strong>del</strong>le funzioni di riproduzione<br />

tipo di riproduzione agamica<br />

anfigonica<br />

partenogenetica<br />

cicli sessuali<br />

Variazioni <strong>del</strong>le reazioni comportamentali<br />

32


Esempi di influenza <strong>del</strong>la temperatura sul comportamento degli animali:<br />

a) Tempo di reazione <strong>del</strong> riflesso all’ombra in Balanus improvisus in<br />

funzione di T<br />

b) Durata <strong>del</strong>la reazione (dilatazione <strong>del</strong>la membrana opercolare) in Betta<br />

splendens sotto lo stimolo con zimbelli di intensità (1) e minore (2), in<br />

funzione <strong>del</strong>la temperatura 33


PECILOTERMIA<br />

la temperatura corporea segue con poche differenze quella<br />

esterna.<br />

Sono anche detti ectotermi, perché acquisiscono il calore all’ambiente esterno<br />

Accelerazione dei processi biologici ad alte t esterne<br />

Rallentamento fino all’arresto di ogni funzione a basse t ambientali<br />

SVANTAGGIO: variazioni <strong>del</strong>la velocità dei processi biologici fino a<br />

completo arresto <strong>del</strong>l’attività<br />

VANTAGGIO: sopravvivenza a basse t per periodi anche prolungati con<br />

consumi energetici ridotti<br />

34


ETEROTERMIA<br />

usato come sinonimo di pecilotermia, più correttamente<br />

dovrebbe riferirsi a quegli animali che regolano la temperatura<br />

corporea a seconda <strong>del</strong>le situazioni ambientali e dei bisogni<br />

metabolici<br />

35


OMEOTERMIA<br />

La temperatura corporea viene mantenuta elevata e pressoché costante anche<br />

quando varia quella <strong>del</strong>l’ambiente esterno<br />

Gli omeotermi sono anche detti endotermi, perché producono il calore dall’interno<br />

• Incremento <strong>del</strong> tasso metabolico e migliore isolamento termico<br />

SVANTAGGIO: il mantenimento <strong>del</strong>la t interna costante risulta energeticamente<br />

molto dispendioso e richiede, soprattutto a basse t l’ingestione di una grossa<br />

quantità di cibo<br />

VANTAGGIO: rende possibile un’attività costantemente elevata sia alle basse, sia<br />

alle alte t<br />

36


REAZIONI A CONDIZIONI TERMICHE SFAVOREVOLI<br />

MIGRAZIONI<br />

IBERNAZIONE<br />

ESTIVAZIONE<br />

DIAPAUSA (obbligatoria)<br />

QUIESCENZA (transitoria)<br />

Risultati di un’evoluzione specifica<br />

caratteristica di organismi che vivono in<br />

habitat analoghi<br />

37


REAZIONI A CONDIZIONI TERMICHE SFAVOREVOLI<br />

MIGRAZIONI = spostamenti orientati da una regione ad<br />

un’altra con un’andata ed un ritorno<br />

•Tale reazione può essere attuata solo da organismi mobili e non può<br />

quindi essere sfruttata dalle piante<br />

• Non sono influenzate solo dalla temperatura, ma soprattutto dal<br />

fotoperiodo (h luce/h buio).<br />

•Sono attuate da animali impossibilitati a limitare il loro periodo di vita<br />

38<br />

attiva ad una stagione calda troppo breve


IBERNAZIONE<br />

Soluzione per pecilotermi e anche omeotermi, la cui vita<br />

attiva non è limitata ad un’unica stagione, che restano sul<br />

posto e non hanno la possibilità di trascorrere l’inverno allo<br />

stadio di uovo o cisti.<br />

Lo stato di ibernazione è preceduto da:<br />

- fenomeni fisiologici


Il «LETARGO» degli orsi<br />

Particolare forma di sonno<br />

invernale dal quale si<br />

risvegliano facilmente.<br />

Non vanno in ipotermia<br />

estrema ma lasciano che la<br />

temperatura corporea<br />

diminuisca di pochi gradi.<br />

Durante il letargo gli orsi non<br />

mangiano ma mantengono<br />

un metabolismo quasi<br />

normale<br />

40


ESTIVAZIONE<br />

E’ una reazione simile all’ibernazione che si manifesta in animali che vivono<br />

in regioni in cui l’estate è particolarmente calda e secca.<br />

E’ preceduta dalle stesse reazioni che accompagnano l’ibernazione:<br />

- reazioni fisiologiche<br />

- ritiro in rifugi<br />

Resistenza alle alte temperature negli omeotermi<br />

Riduzione <strong>del</strong> metabolismo di base<br />

Trasferimento <strong>del</strong> calore alla periferia <strong>del</strong> corpo per vasodilatazione<br />

periferica<br />

Aumento <strong>del</strong>la traspirazione e conseguente perdita di calore per<br />

evaporazione <strong>del</strong>l’acqua<br />

Aumento <strong>del</strong>la frequenza di respirazione<br />

41


SOSTANZE<br />

NUTRITIVE<br />

IBERNAZIONE ED ESTIVAZIONE NEI MAMMIFERI<br />

ESSICAZIONE SOSTANZE<br />

NUTRITIVE<br />

STIMOLI<br />

ACCUMULO GRASSI<br />

CO 2 SANGUE<br />

STIMOLI<br />

ORMONALI<br />

ESTIVAZIONE ED IBERNAZIONE SONO IL RISULTATO DI UN’EVOLUZIONE<br />

CONVERGENTE CHE AVVICINA ORGANISMI FILOGENETICAMENTE<br />

LONTANI MA CON ANALOGIE DI HABITAT<br />

42


DIAPAUSA<br />

fase di vita rallentata a carattere obbligatorio caratteristica<br />

degli invertebrati e determinata dall’insorgere di condizioni<br />

ecologiche sfavorevoli. E’ necessaria al normale svolgimento<br />

<strong>del</strong> ciclo vitale.<br />

Particolarmente studiata negli insetti dove è preceduta da una<br />

complessa preparazione fisiologica:<br />

- arresto dei processi mitotici<br />

- disidratazione dei tessuti<br />

- rallentamento <strong>del</strong>la respirazione<br />

- abbassamento <strong>del</strong> metabolismo energetico<br />

- aumento <strong>del</strong> tenore di lipidi<br />

E’ innescata per via umorale da stimoli ambientali che<br />

preannunciano un deterioramento <strong>del</strong>le condizioni climatiche,<br />

in particolare dalla diminuzione <strong>del</strong> fotoperiodo e può<br />

verificarsi allo stadio di uovo, nella larva o nell’adulto. 43


SIGNIFICATO ADATTATIVO<br />

- permette la sopravvivenza durante il periodo meno<br />

favorevole<br />

- sincronizza il ritorno alla vita attiva + la ripresa <strong>del</strong>lo<br />

sviluppo + la ripresa <strong>del</strong>l’attività sessuale con il ritorno di<br />

condizioni termiche e nutrizionali ottimali<br />

Fornisce la sopravvivenza <strong>del</strong>la specie e assicura il tasso di<br />

fertilità più elevato possibile 45


QUIESCENZA<br />

stato di riposo transitorio, caratteristico degli invertebrati,<br />

imposto dalle condizioni esterne e immediatamente<br />

reversibile al ritorno di condizioni ambientali favorevoli.<br />

Es. I bombi possono riprendere<br />

la loro attività durante l’inverno<br />

in coincidenza di periodo<br />

eccezionalmente caldi.<br />

E’ un fenomeno di origine esogena direttamente provocato<br />

dalle variazioni termiche <strong>del</strong>l’ambiente; si contrappone alla<br />

diapausa che è solo sincronizzata da queste condizioni 46


Orizzonte A<br />

Orizzonte B<br />

Orizzonte C<br />

Roccia madre<br />

Lettiera 0<br />

Strato A 1 = humus<br />

Strato A 2= lisciviazione-radici<br />

B1 la sostanza organica continua a<br />

diminuire ed aumentano i<br />

minerali secondari<br />

B2<br />

costituito dai sali minerali secondari<br />

substrato pedogenetico di partenza dal<br />

quale ha avuto origine lo sviluppo <strong>del</strong><br />

suolo<br />

47


La temperatura <strong>del</strong> suolo diminuisce con la profondità ed è<br />

funzione <strong>del</strong>la:<br />

Conduttività termica, risultante <strong>del</strong>la conduttività termica<br />

dei singoli costituenti<br />

Capacità termica, determinata da:<br />

contenuto in acqua<br />

colore<br />

struttura<br />

48


La temperatura <strong>del</strong> suolo è anche influenzata da:<br />

Esposizione<br />

Copertura vegetale<br />

Lettiera<br />

Anche nel suolo si stabilisce una zonazione termica<br />

In climi temperati: strati superficiali più caldi in estate e più<br />

freddi in inverno<br />

La stratificazione può variare e si possono verificare<br />

fenomeni di inversione termica<br />

49


La temperatura svolge in questo ambiente il ruolo di<br />

fattore biogeografico fondamentale<br />

L’acqua ha un alto calore specifico: richiede una quantità<br />

di calore per innalzare la temperatura maggiore rispetto<br />

ad ogni altra sostanza esistente sulla terra;<br />

analogamente impiega più tempo a raffreddarsi.<br />

Sia nei mari sia nei laghi non esistono temperature troppo<br />

alte o troppo basse per l’esplicarsi <strong>del</strong>la vita.<br />

La temperatura acquatica non scende mai al di sotto <strong>del</strong><br />

punto di congelamento:<br />

- in stagni e piccoli bacini mai al di sotto di 0°C<br />

- negli oceani fino a -2,5°C<br />

51


IN MARE<br />

Negli strati superficiali la temperatura oltre a variare con la<br />

latitudine segue ritmi stagionali e cicli diurni<br />

Negli strati profondi è stabile: a 3000 m è di circa 3°C. Gli<br />

organismi abissali sono infatti stenotermi.<br />

52


NELLE ACQUE INTERNE<br />

Il rapporto tra densità <strong>del</strong>l’acqua e temperatura determina qui fenomeni di<br />

stratificazione termica<br />

TERMOCLINO strato che separa le acqua superficiali sottoposte più direttamente<br />

alle variazioni termiche stagionali e nictemerali <strong>del</strong>l’aria, dalla zona più profonda<br />

termicamente più stabile<br />

53


REGIME MEROMITTICO<br />

In un lago temperato la variazione verticale <strong>del</strong>la temperatura da luogo:<br />

Stratificazione termica diretta in estate esiste una diminuzione <strong>del</strong>la t<br />

con l’aumento <strong>del</strong>la profondità<br />

Stratificazione termica inversa in inverno gli strati superficiali sono i più<br />

freddi e spesso gelano mentre in profondità si può avere un aumento <strong>del</strong>la<br />

t nell’ipolimnio<br />

54


REGIME OLOMITTICO<br />

Periodo di circolazione durante primavera e autunno le differenze di t e densità<br />

tra ipo ed epilimnio si annullano e si ha un rimescolamento di tutta la massa<br />

d’acqua.<br />

Conseguenza indiretta <strong>del</strong>le variazioni di temperatura è anche la formazione di un<br />

chemioclinio in seno al mesolimnio che separa masse d’acqua con caratteristiche<br />

chimiche (concentrazione di O 2) differenti<br />

55


E’ il composto più abbondante nella materia vivente ed è il<br />

composto più abbondante sulla terra<br />

L’acqua passa continuamente da un comparto all’altro per<br />

effetto dei processi di deflusso, evaporazione, condensazione<br />

e fusione.<br />

Assieme alla temperatura, l’acqua è il più importante<br />

determinante <strong>del</strong> clima; la disponibilità di acqua influenza<br />

fortemente la distribuzione <strong>del</strong>la vegetazione e controlla la<br />

produzione primaria<br />

57


Soltanto una minima percentuale <strong>del</strong>la quantità mondiale di<br />

58<br />

acqua è disponibile sotto forma di acqua dolce per gli usi umani


L’acqua è il costituente principale dei tessuti animali e<br />

vegetali sia in ambiente acquatico sia terrestre:<br />

foglie 75,85%<br />

tronco 50-60%<br />

medusa 95-98%<br />

mammiferi 63-68%<br />

lombrico 84%<br />

insetti adulti 45-65%<br />

59


Il contenuto in acqua dei tessuti animali e vegetali<br />

diminuisce con l’età<br />

72,5% 66%<br />

Per gli organismi terrestri i problemi fondamentali sono:<br />

approvvigionamento idrico<br />

la difesa contro le perdite di acqua<br />

La perdita <strong>del</strong> 1/3 <strong>del</strong>l’acqua corporea può causare la morte<br />

60


ORGANISMI IDROFILI<br />

ORGANISMI IGROFILI<br />

61


ORGANISMI MESOFILI<br />

ORGANISMI XEROFILI<br />

62


APPROVIGIONAMENTO IDRICO<br />

Gli animali possono rifornirsi di acqua in diversi modi:<br />

1) Per ingestione diretta<br />

2) Assorbendola attraverso la pelle nuda a contatto con materiali<br />

umidi come suolo e piante<br />

3) Direttamente dal cibo<br />

4) Producendola per via chimica (attraverso l’ossidazione dei grassi)<br />

nel corso <strong>del</strong> ciclo metabolico.<br />

I metodi di rifornimento idrico svolgono un ruolo fondamentale nella<br />

distribuzione geografica degli organismi.<br />

La maggior parte degli animali non è in grado di utilizzare l’acqua<br />

allo stato solido; gli organismi si vengono a trovare in mezzo a<br />

distese di acqua cristallizzata in uno stato di aridità fisiologica<br />

63


REGOLAZIONE TERMICA<br />

Il passaggio <strong>del</strong>l’acqua dallo stato liquido allo stato gassoso<br />

comporta un assorbimento di calore e rappresenta un mezzo per<br />

ridurre le temperature locali.<br />

Dato che i tessuti vegetali ed animali hanno un elevato tenore in<br />

acqua, la loro capacità termica è molto vicina a quella <strong>del</strong>l’acqua<br />

stessa, ciò costituisce un efficace mezzo di termoregolazione.<br />

Nei mammiferi la regolazione termica avviene in diversi modi a<br />

seconda <strong>del</strong>le possibilità di traspirazione:<br />

specie in grado di traspirare<br />

> t ambiente > ritmo cardiaco attivazione circolazione<br />

periferica raffreddamento <strong>del</strong> corpo la frequenza cardiaca<br />

può diminuire<br />

specie non in grado di traspirare<br />

>t ambiente vasocostrizione periferica riduzione degli<br />

scambi con l’atmosfera surriscaldata aumento <strong>del</strong>la frequenza<br />

respiratoriaaffanno da caloreaumento degli scambi respiratori<br />

64


DIFESE CONTRO LA DISIDRATAZIONE<br />

Gli accorgimenti messi in atto consistono principalmente in:<br />

1) Evitare perdite d’acqua a livello di:<br />

A - tegumenti<br />

B - organi respiratori<br />

C - organi escretori<br />

2) Sviluppare forme di resistenza in ambienti favorevoli<br />

3) Spostamenti<br />

4) Adattare il proprio metabolismo alla sintesi <strong>del</strong>l’acqua<br />

5) Prelevare acqua dall’ambiente esterno<br />

65


A – IMPERMEABILITA’ DEI TEGUMENTI<br />

Particolarmente sviluppata in Sauropsidi e Mammiferi; molto<br />

meno negli anfibi che hanno tegumenti permeabili<br />

Comparazione <strong>del</strong> tasso di evaporazione di alcuni Vertebrati di taglia simile,<br />

sottomessi alle stesse condizioni di umidità e di temperatura ambientale<br />

Tra gli invertebrati sono soprattutto gli insetti ad avere tegumenti poco<br />

permeabili e che hanno sviluppato forme decisamente xerofile 66


B - LOCALIZZAZIONE INTERNA DEGLI ORGANI RESPIRATORI<br />

E’ presente in alcuni Crostacei Decapodi “terrestri” che grazie<br />

ad un carapace impermeabile, che copre anche lo spazio<br />

branchiale, riescono ad effettuare spostamenti relativamente<br />

prolungati lontani dall’acqua. Le branchie funzionano però solo<br />

quando totalmente ricoperte dall’acqua.<br />

Periophthalmus Procambarus clarkii<br />

Solo insetti, aracnidi, alcuni gasteropodi prosobranchi, i<br />

polmonati e i vertebrati superiori hanno sviluppato organi<br />

respiratori veramente interni.<br />

67


C – ADATTAMENTI NEI MECCANISMI DI ESCREZIONE<br />

La capacità di concentrare l’urina per eliminare<br />

prodotti catabolici sempre più secchi è un importante<br />

mezzo per risparmiare acqua.<br />

Gli organismi animali espellono tali cataboliti sotto<br />

varie forme, ma con predominanza di una in<br />

particolare: questa dipende dalla specie, dallo stadio<br />

vitale e dalle condizioni fisiologiche.<br />

68


ORGANISMI AMMONIOTELICI espellono soprattutto<br />

azoto ammoniacale. E’ il prodotto più solubile, ma<br />

altamente tossico per l’organismo stesso e richiede<br />

quindi un ambiente idrato. Sviluppato in invertebrati<br />

acquatici, Teleostei (=pesci ossei), larve di Anfibi.<br />

69


ORGANISMI UREOTELICI quelli che<br />

eliminano soprattutto urea.<br />

Questa molecola svolge un importante ruolo<br />

nell’osmoregolazione. Tipica dei Mammiferi.<br />

70


ORGANISMI URICOTELICI quelli i cui prodotti<br />

terminali sono costituiti da acido urico o dai suoi sali.<br />

L’acido urico è il meno solubile e consente il massimo<br />

risparmio di acqua. Tale adattamento è diffuso tra i<br />

Vertrebati, ma raggiunge la perfezione dei<br />

Sauropsidi.<br />

71


DIFESE CONTRO LA DISIDRATAZIONE<br />

Gli accorgimenti messi in atto consistono principalmente in:<br />

1) Evitare perdite d’acqua a livello di:<br />

A - tegumenti<br />

B - organi respiratori<br />

C - organi escretori<br />

2) Sviluppare forme di resistenza in ambienti favorevoli<br />

3) Spostamenti<br />

4) Adattare il proprio metabolismo alla sintesi <strong>del</strong>l’acqua<br />

5) Prelevare acqua dall’ambiente esterno<br />

72


2) SVILUPPO DI FORME DI RESISTENZA<br />

Reazione comune agli animali che vivono tra i muschi Nematodi,<br />

Tardigradi, Rotiferi e Protozoi le cui possibilità di vita attiva sono<br />

legate all’umidificazione dei muschi da parte <strong>del</strong>la pioggia<br />

I Molluschi, in particolare i Polmonati <strong>del</strong>le regioni secche,<br />

si disidratano nella stagione secca e tornano attivi quando<br />

le precipitazioni ripristinano l’umidità (estivazione)<br />

73


Altre specie passano la fase<br />

annuale di minima umidità con la<br />

formazione di uova con guscio<br />

impermeabile.<br />

Analogo comportamento si ritrova<br />

nelle piante che producono semi,<br />

gemmule, tubercoli<br />

Queste reazioni sono in generale il<br />

risultato fisiologico <strong>del</strong>le interazioni<br />

umidità/temperatura<br />

74


3) SPOSTAMENTI<br />

- Migrazioni<br />

- Emigrazioni = spostamenti definitivi<br />

provocati da un clima divenuto troppo arido.<br />

- Nomadismo = è il comportamento dei mammiferi che<br />

seguono lo spostamento <strong>del</strong>le aree di pascolo e <strong>del</strong>le fonti<br />

d’acqua senza tornare regolarmente al punto di partenza.<br />

Vanno considerati tali anche spostamenti di minor entità compiuti da<br />

organismi che nel periodo di massima aridità si infossano nel suolo o<br />

ricercano microclimi più umidi.<br />

Aspetto evolutivo di tale reazione di infossamento <br />

costruzione di nidi protetti da parte degli Insetti sociali.<br />

75


4) FORMAZIONE D’ACQUA A PARTIRE DAL NUTRIMENTO<br />

E’ un processo di sintesi <strong>del</strong>l’acqua attraverso l’ossidazione di<br />

lipidi che consente ad Insetti, Mammiferi ed Uccelli xerobi di<br />

vivere senza bere per periodi di tempo relativamente lunghi.<br />

In grado di sopravvivere più di 2 settimane a riposo con<br />

nutrimento secco (estate) e di resistere fino a 60 giorni in<br />

inverno.<br />

- Produce acqua metabolica e di ricava energia<br />

attraverso l’ossidazione dei lipidi immagazzinati nella<br />

gobba<br />

- Concentra il volume di urina giornaliera a 5 litri<br />

- Arresto <strong>del</strong>la traspirazione quando il tenore in<br />

acqua <strong>del</strong> corpo si riduce<br />

- tollera aumenti <strong>del</strong>la t interna fino a 6,2 °C<br />

- Elimina il calore in eccesso durante la notte con<br />

un max di vasodilatazione superficiale nelle prime<br />

ore <strong>del</strong> mattino<br />

- Spessa pelliccia in grado di aumentare<br />

l’isolamento termico<br />

- Si reidrata rapidamente appena ha nuova acqua a<br />

76<br />

disposizione


RATTO-CANGURO (Dypodomys)<br />

Unico mammifero conosciuto in<br />

grado di produrre acqua<br />

unicamente metabolica in<br />

quantità sufficiente<br />

- Concentra considerevolmente l’urina e elimina feci secche<br />

- Tollera un elevato aumento <strong>del</strong>la temperatura corporea<br />

- Non possiede ghiandole sudoripare e riduce perdite d’acqua<br />

respiratorie espirando attraverso il naso.<br />

- Presenta un ritmo di attività nictemerale molto marcato con il<br />

periodo di massima attività limitato alle ore notturne<br />

77


VALORE ECOLOGICO DELLA LUCE<br />

L’energia luminosa è all’origine <strong>del</strong> fenomeno<br />

fondamentale <strong>del</strong>la biosfera: la fotosintesi<br />

La maggior parte dei ritmi biologici esogeni ed<br />

endogeni, ossia le variazioni cicliche <strong>del</strong>l’attività degli<br />

organismi viventi sono direttamente ed indirettamente<br />

legati all’alternanza giornaliera dei periodi di luce ed<br />

oscurità, nonché alla durata relativa di<br />

questi periodi nel corso <strong>del</strong>l’anno<br />

Molti fenomeni biologici sono basati sulla luce<br />

79


PRINCIPALI FENOMENI BIOLOGICI<br />

BASATI SULLA LUCE<br />

Fotosintesi<br />

Sintesi <strong>del</strong>la clorofilla,<br />

costituzione dei cloroplasti<br />

Fototropismo e fototassia<br />

Intensità <strong>del</strong>la respirazione<br />

Germinazione dei semi<br />

Crescita vegetativa<br />

Fioritura<br />

Fotoperiodismo<br />

Orologi biologici<br />

Fenomeni citoplasmatici e<br />

nucleari<br />

Fotoattivazione-fotoinibizione<br />

Attività battericida<br />

Controllo dei cromatofori<br />

Cosa manca?<br />

Fotoricezione visiva<br />

80


Negli organismi eterotrofi la luce svolge un ruolo condizionante<br />

d’importanza minore rispetto ad altri fattori (temperatura,<br />

umidità)<br />

Organismi che vivono in assenza di luce:<br />

Organismi <strong>del</strong>le profondità marine<br />

Organismi di grotta<br />

Organismi endogei<br />

ETEROTROFI dipendono per le loro<br />

esigenze trofiche dalle forme di vita<br />

FOTOFILE<br />

81


Tutte le piante sono fotofile<br />

Differenze di: Luminosità<br />

Ritmo termico<br />

Umidità <strong>del</strong>l’ambiente<br />

Sciafili = organismi <strong>del</strong>la lettiera<br />

sciafile<br />

eliofile<br />

Eliofili = organismi di ambienti soleggiati (deserti, dune<br />

marittime, macchia mediterranea)<br />

Attenzione!! Sciafilia non ombrofilia<br />

82


Fattori abiotici – Luce<br />

slides dal corso <strong>del</strong>la Prof.Nola<br />

1.Eliofile - solo in presenza di luce forte, max. illuminazione<br />

(deserti, steppe, alta montagna (Gentiana), zone costiere<br />

(Ammophila)<br />

Gentiana clusii Ammophila arenaria<br />

83


Fattori abiotici - – Luce<br />

slides dal corso <strong>del</strong>la Prof.Nola<br />

2.Piante con optimum fisiologico illuminazione max (100%), ma<br />

tolleranti fino al 40% (rocce, praterie, macerie, colonizzatrici di<br />

suoli nudi:<br />

rovi e Artemisia: aree derivate dal taglio <strong>del</strong> bosco<br />

specie forestali (betulla e pino silvestre)<br />

84


Fattori abiotici – Luce<br />

slides dal corso <strong>del</strong>la Prof.Nola<br />

3. Sciafile - adattate all'ombra, con luce pari al 20-40%<br />

Anemone nemorosa, Oxalis acetosella<br />

85


Fattori abiotici – Luce<br />

slides dal corso <strong>del</strong>la Prof.Nola<br />

4. Sciafile estreme – solo al di sotto di una copertura vegetale<br />

densa (optimum ~ 5-10%, senza fioritura anche al 3%)<br />

piante di sotto-bosco denso (Prenanthes purpurea <strong>del</strong>le faggete<br />

e <strong>del</strong>le pinete)<br />

86


Foresta tropicale<br />

schermo quasi completo<br />

alberi disposti in più strati<br />

sp.erbacee epifite a diverse h. a seconda <strong>del</strong>la luce<br />

spesso manca uno strato erbaceo<br />

Foresta tropicale Borneo<br />

Fattori abiotici – Luce<br />

slides dal corso <strong>del</strong>la Prof.Nola<br />

Esigenze in luce <strong>del</strong>le specie e <strong>del</strong>le comunità<br />

Bromeliacee e orchidee su un<br />

ramo (Hawaii)<br />

87


ALCUNI SUGGERIMENTI<br />

http://linxedizioni.it/web-news/<br />

http://www.scienzainrete.it/<br />

88

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