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LA FLOR A VASCOLARE - Oasicasteldiguido.It

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122<br />

IL FIORE<br />

Per definizione il FIORE è un germoglio ad accrescimento determinato composto<br />

da sporofilli (foglie modificate a funzione riproduttiva, come i carpelli<br />

e gli stami) e da foglie modificate a funzione vessillare o protettiva (come i<br />

petali, in quasi la totalità delle famiglie, o come le glume nelle Graminacee).<br />

Alle spalle di una sì semplice organizzazione ci sono milioni di anni di evoluzione.<br />

A partire da organismi vegetali pluricellulari, per gran parte della sua lunga<br />

storia, la terra è stata abitata da piante senza fiore, per lo più a riproduzione<br />

vegetativa o tramite spore (equiseti, felci arboree, muschi, gimnosperme).<br />

Successivamente, durante il Cretaceo (solo circa 125 M.a.), apparvero le<br />

Angiosperme (dal greco angeion “vaso”, sperma “seme”) che, apparentemente<br />

senza un reale motivo, ebbero in breve tempo il sopravvento su tutte le altre<br />

piante. In reltà quella loro “piccola invenzione” che è il fiore risultò senza<br />

dubbio decisiva nella selezione naturale. Per la prima volta le foglie adibite<br />

alla riproduzione (sporofilli) andavano a formare veri e propri organi con funzione<br />

unica e specializzata. In questa maniera il seme veniva protetto molto<br />

più efficacemente e “accompagnato” anche dopo la separazione dalla pianta<br />

madre grazie alla trasformazione dell’ovario nel frutto.<br />

Molte famiglie di angiosperme, trovarono notevolmente vantaggioso per una<br />

più efficente dispersione del polline, sfruttare, magari dietro l’ “offerta” di una<br />

sostanza zuccherina, insetti o più raramente uccelli (o altri animali), che fungono<br />

dunque da vettori per la pianta (pronubi). Da un semplice vantaggio<br />

reciproco, questo rapporto, si è trasformato in una vera e propria coevoluzione.<br />

Sembra infatti che la grande diversificazione degli insetti è stata direttamente<br />

correlata all’evoluzione delle angiosperme e a loro volta gli insetti<br />

influenzarono profondamente l’evoluzione delle piante.<br />

I fiori hanno dunque sviluppato sorprendenti tecniche per attrarre determinate<br />

specie di insetti, sfruttando quella che viene definita dispersione entomofila,<br />

la più comune è quella di mettere a disposizione dei propri visitatori preziose<br />

sostanze zuccherine prodotte dalle specializzate ghiandole nettarifere,<br />

per far sapere agli insetti che lì possono trovare il nettre, vengono utilizzati<br />

soprattutto colori ma anche odori.<br />

I fiori impollinati dai coleotteri sono generalmente bianchi, poco appariscenti,<br />

ma molto profumati (aromatici o simili a cattivi odori della fermentazione)<br />

poichè i loro visitatori hanno ben più sviluppato l’olfatto piuttosto che la<br />

vista. I fiori impollinati dagli imenotteri sono al contrario vistosamente colorati<br />

ma mai rosso puro; le api infatti, come anche altri insetti, sono in grado

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