1-Storia de Marsiglia (I) Bollettino n°1 - Arte Mistica 2013

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Bollettino n°1 LA DEVOZIONE ALLA “BUONA MADRE” La storia di una città coincide con la storia dei suoi abitanti e della relazione da essi stabilita con i principi intelligenti della natura e del cosmo. Così, piuttosto che interessarci agli avvenimenti meccanici che si sono succeduti nei 26 secoli di storia di Marsiglia, analizzeremo invece le relazioni privilegiate che i marsigliesi hanno stabilito, più o meno strettamente, con l’eterno femminino o “buona Madre”. Infatti, quando si gira per questa città, è ancora oggi frequente sentire qualche marsigliese parlare nel pittoresco dialetto provenzale ed esclamare davanti a una difficoltà o un pericolo o davanti a qualcosa di sorprendente: “Oh buona Madre!”. Questa esclamazione, molto usata nella regione, è come la reminiscenza incosciente di una richiesta di aiuto o di una preghiera all’eterno femminino. Come ci ricorda il venerabile Maestro Samael in molte delle sue opere, la vita di una persona o di un popolo procede bene finché resta connesso con la Madre divina; quando se ne dimentica, quando abbandona la sua “adorabile Madre”, allora le sue attività vanno male e cade in disgrazia. La storia di Marsiglia, come la storia di un individuo o quella di un mondo, è costituita da una serie di avvenimenti e di circostanze talvolta favorevoli e talvolta sfavorevoli. A periodi di pace e di saggezza si sono alternati periodi di guerre, di carestie o di epidemie. Nelle pagine che seguono, come nei prossimi bollettini e durante tutto lo svolgimento del XII Congresso Europeo di Antropologia Gnostica, cercheremo di mettere in luce che i periodi “buoni” di questa storia coincidono con un culto o una devozione sincera e profonda per i “misteri” dell’eterno femminino e i principi intelligenti della natura e del cosmo, mentre i periodi con conseguenze nefaste coincidono con l’assenza o l’oblio della mistica. Faremo alcune osservazioni interessanti che ci permetteranno di rivedere e migliorare la nostra posizione nei confronti di Devi Kundalini, la nostra “buona Madre” interna, e dei suoi insegnamenti esoterici, iniziatici ed ermetici, affinché le nostre attività procedano bene. Marsiglia… ventisei secoli di storia. Arte e mistica : espressione del divino Stele dedicate a CYBELE UN CULTO COSTANTEMENTE RINNOVATO Grazie all’archeologia sappiamo che i culti collegati all’aspetto femminile della divinità sono sorti fin dalla fondazione di questa città e sono stati incessantemente rinnovati. Tra le rovine dell’antica Marsiglia, infatti, sono state scoperte molte piccole steli dedicate a Cibele (la dea della fertilità). La divinità frigia Cibele (che in greco antico significa “custode della conoscenza”) è stata senza dubbio una delle più grandi dee dell’antichità in Medio Oriente. Assimilata e associata nella mitologia greca a Rea, la madre degli Dei, e a Demetra, veniva presentata come “magna Mater”, la Dea Madre o Madre degli Dei. Fu lei a iniziare Dioniso ai misteri che poi portarono il suo nome. Associata principalmente alla fertilità, incarnava anche la natura selvaggia, indomabile, non condizionabile, simboleggiata dai leoni che la accompagnavano. Lei poteva guarire le malattie e proteggeva il suo popolo durante la guerra (il lavoro psicologico su se stessi). Per permettere la continuità della devozione verso l’eterno femminino, i principi intelligenti del cosmo devono rinnovare frequentemente le sue rappresentazioni fisiche, ma come ci ha insegnato il venerabile Maestro Samael, le diverse rappresentazioni della divinità sono soltanto delle varianti locali dello stesso principio eterno e universale. La differenza di forme e di culti tra queste divinità si spiega unicamente con la necessità di adattamento alle circostanze locali e alle mentalità del paese. Così, nella giovane Marsiglia, per adattarsi alla cultura celto-ligure, il culto di Cibele fu introdotto quasi contemporaneamente a quello di Artemide. Più avanti nella storia di Marsiglia, come studieremo nelle pagine seguenti, la devozione per Artemide si trasformò in quella per Diana e Iside, poi in quella per Maria e per la Nostra Signora della Confessione e Nostra Signora della Guardia, fino all’attuale Iside (che appare sulla copertina) che proteggono la città di Marsiglia. 2
Bollettino n°1 Marsiglia... una città concepita dalla Dea-Madre ?! ORIGINI FOCESI Nel 600 a.C. due pentecontere (navi greche con cinquanta rematori) si avvicinarono alle coste galliche (le coste dell’attuale Francia) e penetrarono in una bellissima baia chiamata Lacydon (che diventerà il porto di Marsiglia). Quei marinai avevano percorso più di 2000 chilometri; arrivavano da Focea, in Asia Minore, per compiere la volontà della dea greca Artemide, che li aveva inviati fino a lì. GLI INIZI DEL CULTO DELLA “BUONA MADRE” Statua di Artémis A quell’epoca, prima di compiere qualsiasi azione, era necessario consultare gli Dei i quali dovevano appoggiare i progetti desiderati. Per le consultazioni, una delegazione di focesi si recò al grande tempio della città di Efeso, nei pressi di Focea (i focesi avevano messo la loro città sotto la protezione di Artemide di Efeso). Era in questo tempio di Efeso, conosciuto come una delle 7 meraviglie del mondo antico, eredità della grande civiltà scomparsa di Atlantide, che il culto orientale della Dea che allatta aveva preso la forma della dea greca Artemide, figlia di Zeus, associata alla luna e sorella gemella di Apollo, il Dio del sole. La rappresentazione simbolica di Artemide aveva conservato molti degli aspetti del culto indigeno d’origine, con una “polimastia” abbondante (numerosi seni nutritivi, da cui l’idea di “buona Madre” universale) e con cervi, tori e leoni nella parte inferiore del corpo. Artemide annientava le creature mostruose (simbolo degli aggregati psicologici). Arte e mistica : espressione del divino Questo è Strabone, lo scrittore e geografo greco del I secolo a.C. che parla dell’oracolo relativo al viaggio dei focesi: «Quando i focesi lasciarono la loro patria, si dice che un oracolo indicò loro di mettere a capo della loro navigazione una guida inviata da Artemide di Efeso. Appena ebbero attraccato nella città di Efeso, cercarono di sapere in che modo ottenere dalla Dea ciò che era stato loro ordinato. A quel punto, la Dea apparve in sogno ad Aristarchea, una sacerdotessa molto stimata, e le ordinò di guidare i focesi verso ovest, portando con sé un’immagine consacrata al culto di Artemide» (probabilmente una statua di legno). UN PIANO SOLARE Ma perché arrivare fino in Gallia (la Francia dell’epoca), così lontani dalla propria madrepatria? Secondo gli archeologi, a metà dell’VIII secolo a.C. le crisi politiche, la penuria di viveri, le piccole dimensioni delle città e il peso dell’aristocrazia terriera portarono le città greche d’Europa e dell’Asia minore a diffondersi in tutto il Mediterraneo, fondando nuove colonie, «come rane attorno a uno stagno», come diceva il filosofo Platone. Queste colonie divennero delle città indipendenti dalle metropoli d’origine, con le quali esistevano soltanto legami culturali, talvolta commerciali, ma mai politici. Questo è il contesto in cui l’antica città di Focea partecipò al movimento generale. Essendo le coste limitrofe già occupate, i focesi si diressero verso il Mediterraneo occidentale fin dal VII secolo, arrivando appunto a Marsiglia nel 600 a.C. Tuttavia, il Maestro Samael ci spiega nei suoi libri di antropologia che questi valorosi marinai, detentori e diffusori della sapienza solare, obbedivano a un piano cosmico elaborato nel laboratorio della natura, di cui gli archeologi moderni non hanno ancora oggi alcuna idea reale. Questa sapienza insufflata da coscienze superiori, ereditata da Atlantide e dagli educatori “maya”, doveva essere trasmessa in tutto il bacino del Mediterraneo, per poi espandersi progressivamente in tutta Europa, Africa e Medio Oriente. Il culto di Apollo e di Artemide, del Sole e della Luna, dei principi maschile e femminile, doveva permettere la diffusione dei misteri iniziatici. 3
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