2-CASSIEN (I) Bolletino n°2 - Arte Mistica 2013
2-CASSIEN (I) Bolletino n°2 - Arte Mistica 2013
2-CASSIEN (I) Bolletino n°2 - Arte Mistica 2013
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<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
Giovanni CASSIANO...<br />
un Padre del deserto a Marsiglia<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
XII Congresso Europeo di Antropologia Gnostica<br />
Marsiglia, dal 5 all’11 agosto <strong>2013</strong>, Francia<br />
1
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
LE SCUOLE DEI MISTERI<br />
Nel suo glossario teosofico, Helena<br />
Petrovna BLAVATSKY indica che la<br />
parola “mistica” deriva dal termine<br />
greco “mysticos” che significa<br />
“colui che è stato ammesso a una<br />
scuola di misteri”. Queste scuole<br />
sono sempre esistite nel mondo,<br />
per aiutare lo sviluppo armonioso<br />
dell’anima e dello spirito degli<br />
esseri decisi a raggiungere<br />
l’illuminazione. Ricordiamo la<br />
scuola di misteri di Eleusi in Grecia,<br />
quella dell’Ordine della Sfinge in Egitto e tutte quelle<br />
destinate ai meravigliosi culti solari, in tutte le regioni<br />
del mondo. Ricordiamo la scuola pitagorica e i culti dei<br />
misteri di Alessandria, dove si insegnava la metafisica<br />
platonica, e gli insegnamenti dei primi gnostici cristiani<br />
(come il culto instaurato all’inizio del secolo II d.C. da<br />
BASILIDE, legato a una tradizione segreta che risale a<br />
san Pietro, con numerosi seguaci fino al secolo IV). Si<br />
potrebbe dire: "Molte scuole per molti Misteri!”.<br />
CHE COS’È UN “MISTERO”?<br />
Si tratta di un’equazione, di un processo energetico e<br />
vibratorio in cui la “facoltà del ragionamento” non può<br />
trovare una risposta immediata e soddisfacente. Per<br />
esempio: dove stavamo prima del nostro concepimento<br />
e dove saremo dopo la nostra morte? Da dove<br />
provengono le stelle, le galassie, i minerali, i vegetali,<br />
gli animali, gli atomi, gli esseri umani e tutte le forme<br />
di VITA in generale? Qual è il senso della vita? Qual è il<br />
senso della morte? Ha qualche senso la sofferenza?<br />
Perché esistono la malattia e la vecchiaia? Perché la<br />
felicità per alcuni e la disperazione per altri? Come si<br />
può rispondere a tutte queste questioni e a tante altre<br />
equazioni con molteplici incognite, che inevitabilmente<br />
sorgono nelle persone che sperimentano il processo<br />
dell’esistenza? Ogni “Mistero” è un segreto, un arcano,<br />
una runa, un koan, che può essere scoperto, esplorato,<br />
“compreso” e “risolto” solo attraverso una<br />
sperimentazione graduale, diretta e pratica, chiamata<br />
INIZIAZIONE. Secondo la “PISTIS SOPHIA” (la Bibbia degli<br />
gnostici cristiani), sono 24 i “Misteri” che l’anima dovrà<br />
scoprire, per raggiungere la sua liberazione finale. Le<br />
teorie della mente, le credenze intellettuali e i dogmi<br />
non servono per nulla in questo cammino interiore.<br />
INTRODUZIONE ALLA MISTICA<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
G<br />
S A F M<br />
Scienza - <strong>Arte</strong> - Filosofia - <strong>Mistica</strong><br />
L’ESPERIENZA DELLA VERITÀ<br />
Il Maestro Samael ci spiega che la<br />
Conoscenza (“gnosi” in greco) e la<br />
Verità o il Reale sono<br />
fondamentalmente una<br />
vibrazione, uno sdoppiamento<br />
dell’Assoluto, un movimento<br />
energetico che noi dobbiamo<br />
PERCEPIRE nei nostri fuochi<br />
interni! La povera condizione<br />
interiore attuale dell’uomo non<br />
permette la connessione con<br />
questa energia e fa sì che tutti noi<br />
siamo recettori isolati e scollegati dalle leggi superiori<br />
della natura. L’umanoide pensante è scollegato<br />
dall’energia che sta alla base (il principio fondante) dei<br />
Misteri. Dunque che cosa possiamo fare per<br />
trasformarci in recettori capaci di percepire e di<br />
captare questa vibrazione? Che cosa possiamo fare per<br />
collegarci con l’intimità della creazione? Con la<br />
divinità? La soluzione è entrare nel cammino della<br />
<strong>Mistica</strong>, che con il suo insieme di pratiche esoteriche ci<br />
invita al distacco, all’elevazione e all’incontro con il<br />
nostro Essere reale. La <strong>Mistica</strong> permette la necessaria<br />
trasformazione interiore, l’indispensabile<br />
riassestamento della nostra “macchina umana”. La<br />
<strong>Mistica</strong> è una disciplina che invita allo studio di se<br />
stessi, per raggiungere la percezione dei principi divini<br />
in tutta la natura. Questo studio conduce l’iniziato a<br />
captare l’Intelligenza che si manifesta in tutta la<br />
Creazione, come valore universale. In questo modo,<br />
possiamo dire che l’autentico mistico è un vero iniziato<br />
che PERCEPISCE i misteri. (I verbi “penetrare” e<br />
“percepire” hanno una radice e un obiettivo comune).<br />
IL QUARTO PILASTRO DELLA GNOSI<br />
Ai nostri giorni, la Scienza, la Filosofia, la <strong>Mistica</strong> e<br />
l’<strong>Arte</strong> sono separate, isolate e quindi impoverite e<br />
sprovviste di qualsiasi senso. Il congresso di Marsiglia<br />
manda un richiamo alla riconciliazione di questi 4<br />
pilastri della Conoscenza universale (gnosi). In questo<br />
mondo caotico dove la percezione dei misteri è sparita,<br />
la <strong>Mistica</strong> è il mezzo, il collegamento, il cammino reale<br />
capace di ristabilire una cultura vera, un’umanità<br />
degna, che riconosca la propria insignificanza davanti<br />
al suo Creatore. Grazie alla riconciliazione attraverso la<br />
<strong>Mistica</strong>, possiamo verificare la frase del Maestro che<br />
dice: “La Verità è una questione di esperienza mistica.<br />
E la possiamo sperimentare solo attraverso l’estasi”.<br />
2
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
L’ESTASI: LA CHIAVE DELLA VERITÀ<br />
MONDO REALE // MONDI VIRTUALI<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
Se possiamo dire che il mistico è un iniziato che<br />
percepisce i misteri dell’universo, che costituiscono il<br />
Reale, allora possiamo dire che qualcuno che non<br />
riesce a percepirli vive in uno stato<br />
erroneo o illusorio (utilizzando un<br />
concetto buddista). Il primo vive<br />
nel mondo REALE e l’altro vive in<br />
un mondo VIRTUALE, costruito<br />
artificialmente e basato sulle<br />
interpretazioni erronee e<br />
deformate dei suoi 5 sensi, dei<br />
suoi istinti, delle sue emozioni e<br />
dei suoi pensieri. Questo<br />
costituisce la prigione nella quale<br />
si trova intrappolata Pistis Sophia, la nostra anima<br />
eterna e immortale. Invece di percepire, in uno stato di<br />
profonda estasi e di rapimento dell’anima, la realtà<br />
dell’universo e i Principi intelligenti che lo animano, la<br />
maggior parte degli esseri umani vaga nell’ignoranza<br />
ipnotica dei 5 sensi fisici, separata dai propri 7 sensi<br />
psichici e dai propri fuochi interni. Questo genera una<br />
specie di “infra-vita” che fa vibrare l’umanoide in una<br />
vibrazione molto inferiore rispetto a quelle originali<br />
della natura. Questo ha creato nella nostra psiche una<br />
rappresentazione mentale errata, illusoria, di tutto ciò<br />
che ci circonda; un mondo virtuale di “materia” o di<br />
“energia”, privo di “coscienza”. Un mondo distorto,<br />
dove ci identifichiamo con le sofferenze provocate nella<br />
lotta incessante per raggiungere il soddisfacimento dei<br />
nostri diversi istinti e pulsioni, nella lotta per la<br />
sopravvivenza, nei problemi causati dall’urgenza e<br />
dalla precipitazione, nelle credenze e ignoranze<br />
scettiche e pessimiste del materialismo, ecc. Il vero<br />
mistico o la vera mistica vivono ogni istante della loro<br />
vita illuminati dall’estasi... hanno una fede (ossia<br />
un’esperienza concreta e reale) religiosa intensa e<br />
intuitiva. PERCEPISCONO il REALE, e questo significa ed<br />
esige da parte loro che rinuncino al loro antico modo di<br />
pensare. Devono eliminare la “ragione razionale” (con<br />
la dialettica razionale, interpretativa o pensante).<br />
Devono allontanarsi dalla “pazzia” fantasiosa e illusoria<br />
dei propri pensieri e desideri.<br />
Il mondo reale dietro il mondo virtuale (illusioni)<br />
RITIRARSI DAL “MONDO” (VIRTUALE)<br />
Questo è ciò che VALENTINO (100-170 d.C.),<br />
l’illustre dottore gnostico della scuola dei misteri di<br />
Alessandria, “il sapientissimo” come lo chiamò san<br />
Girolamo, che consolidò<br />
l’insegnamento esoterico lasciata<br />
da Gesù ai suoi apostoli, spiegò<br />
facendo una classificazione<br />
dettagliata. Per lui gli esseri<br />
umani si dividevano in 3<br />
categorie:<br />
1: GLI ILICI si compiacevano<br />
nell’errore delle interpretazioni<br />
dei 5 sensi, prigionieri della<br />
materia e degli appetiti del corpo.<br />
2: GLI PSICHICI evolvevano verso<br />
la spiritualità, passando da una credenza all’altra, in<br />
base alla legge del pendolo, ma senza arrivare a<br />
percepire la Verità.<br />
3: GLI PNEUMATICI o GNOSTICI, pieni dei fuochi<br />
estatici del “Pneuma” (il soffio vitale dei greci), i fuochi<br />
dell’estasi del Prana indù, i fuochi del Tch’i dei cinesi,<br />
che danno loro le chiavi della Verità, si sono ritirati dal<br />
mondo virtuale delle interpretazioni dei 5 sensi. “Come<br />
l’oro conserva la sua bellezza nel seno del più nero<br />
fango senza esserne contaminato, così è lo<br />
pneumatico, perché gli atti di questo mondo illusorio<br />
non hanno alcun effetto su di lui”. Pneumatico o<br />
gnostico è colui che ha sperimentato e continua a<br />
sperimentare la penetrazione nei misteri mediante la<br />
contemplazione, l’orazione, l’introspezione, il silenzio<br />
interiore e la rinuncia agli appetiti del mondo.<br />
MORIRE PER IL MONDO = MORIRE IN SE STESSI<br />
Lo gnostico si “ritira dal mondo” per evitare i tormenti<br />
che generalmente ognuno di noi genera a causa dei<br />
propri processi egoici. Per smettere di causare danni, è<br />
necessario creare il vuoto, spogliarsi, per regolare il<br />
proprio “recettore” interiore di impressioni dei 5 sensi.<br />
Pertanto, chi desidera felicità, illuminazione interna,<br />
autorealizzazione, deve ritirarsi nelle profondità di se<br />
stesso. Esplorare i meandri della propria psiche e<br />
correggere ciò che deve essere corretto, per risvegliare<br />
le virtù della propria anima. Come Bernardo l’eremita,<br />
che viveva nella conchiglia vuota di un crostaceo<br />
morto, l’anima deve installarsi nella grotta vuota di una<br />
mente limpida, rinunciando alla sua vita passata.<br />
3
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
UNA “CARRIERA” DI PURIFICAZIONE<br />
LA “DISCIPLINA” DELLA MISTICA<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
All’inizio del II secolo d.C., BASILIDE giunse ad<br />
Alessandria per insegnare. Compose un’ode e scrisse<br />
24 libri di commenti sui diversi vangeli. Come è già<br />
stato detto nell'introduzione, creò un culto dei misteri,<br />
che fu praticato dai suoi numerosi discepoli fino al IV<br />
secolo. Sembra che sia stato lui a definire nel modo<br />
migliore la disciplina del lavoro interiore che deve<br />
essere sviluppata dall’apprendista mistico, perché<br />
riteneva che, attraverso la gnosi, la vita stessa<br />
dell’uomo consistesse in “un percorso di purificazione”.<br />
Pertanto, così come possiamo passare la nostra<br />
vita sviluppando una carriera professionale,<br />
dedicandole tutti i nostri sforzi, tutta la nostra<br />
attenzione e tutte le nostre energie, il mistico deve<br />
dedicare tutta la sua vita a liberarsi da tutti i suoi<br />
attaccamenti, illusioni e istinti della genetica karmica,<br />
nei quali è imprigionato. Deve purificarsi di istante in<br />
istante attraverso le sue pratiche costanti e incessanti,<br />
nel mezzo dei Misteri del Fuoco (“Pur” o “Pyr” in greco<br />
significa “fuoco”. “Purificarsi” significa “pulirsi per<br />
mezzo del fuoco”, cambiare vibrazione per mezzo del<br />
fuoco interiore o grazie ai fuochi dell’anima, i fuochi<br />
del cuore e quelli di Devi Kundalini). L’aspetto<br />
interessante del fatto di “intraprendere” questa<br />
“carriera” di purificazione dell’anima consiste nel fatto<br />
che questa darà sempre i suoi frutti, anche dopo la<br />
morte del corpo fisico, mentre una carriera<br />
professionale, compresa la più prestigiosa o la più<br />
ricca, sparirà con la morte del corpo fisico.<br />
“... Questo mondo è terribilmente doloroso...” dice<br />
il Maestro Samael. “... l’unico aspetto per cui vale la<br />
pena di vivere, è l’autorealizzazione, perché tutto è<br />
vano...” (S.A.W. Tarocchi e Cabala cap. 32).<br />
I QUATTRO CAMMINI della “MISTICA”<br />
Durante le sue intense ricerche esoteriche, ermetiche e<br />
iniziatiche, il V.M. Samael Aun Weor rivelò e studiò a<br />
fondo le 4 vie proposte dal pilastro della <strong>Mistica</strong>: quella<br />
del fachiro, quella del monaco, quella dello yogi e<br />
quella del matrimonio perfetto. Tutti questi cammini<br />
devono essere esaminati correttamente (ossia, senza<br />
fanatismo religioso, che è una grave aberrazione<br />
causata dalla condizione interiore errata dell’essere<br />
umano privato del fuoco e della luce). Questi 4<br />
cammini offrono strumenti, pratiche e una disciplina di<br />
purificazione che permettono di accedere all’estasi che<br />
apre la porta all’esperienza luminosa della Verità.<br />
-CAMMINO DEL FACHIRO propone l’“ascetismo”,<br />
ossia l’esercizio di una certa austerità. La purificazione<br />
si realizza mediante la pratica di privazioni (il digiuno,<br />
la rinuncia ai beni materiali, ecc.), la mortificazione del<br />
corpo, con la possibilità di arrivare anche al martirio.<br />
L’illuminazione si ottiene trascendendo le limitazioni<br />
del corpo fisico. (Vedere “Sanyasin”).<br />
-CAMMINO DEL MONACO propone l’anacoretismo o<br />
il cenobitismo e il monachesimo. L’anacoreta, dal greco<br />
“anachôrétès” che significa “colui che si ritira”, è un<br />
religioso contemplativo che si ritira per purificarsi in<br />
solitudine (ad es. gli anacoreti della Tebaide). Il<br />
cenobita, dal greco “koinos” che significa “in comune” e<br />
“bios” che significa “vita”, è un religioso contemplativo<br />
che vive in comunità. Tutti vivono una vita di<br />
purificazione mediante l’orazione e la contemplazione.<br />
-CAMMINO DELLO YOGI propone “l’unione con il<br />
Reale”. L’estasi mistica si ottiene mediante l’unione dei<br />
fuochi del Kundalini yoga con le posizioni del corpo<br />
fisico dell’Hatha yoga o con gli esercizi respiratori vitali<br />
del Laya yoga o con il lavoro dei chakra del Raja yoga o<br />
la mente serena del Jnana yoga, o la pratica liberatrice<br />
del “Karma” yoga, o attraverso la sperimentazione<br />
estatica del Samadhi yoga, o mediante le orazioni e la<br />
devozione del Bhakti yoga.<br />
-CAMMINO DEL MATRIMONIO PERFETTO propone<br />
l’unione della coppia alchemica, la vita matrimoniale<br />
trascendente come mezzo di purificazione che conduce<br />
all’estasi e all’autorealizzazione intima dell’Essere.<br />
4
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
GIOVANNI CASSIANO “APRE” IL CAMMINO DEL MONACO<br />
Estratto della LETTERA DI<br />
CASTORE, Vescovo di APTA<br />
a Cassiano, abate di Marsiglia<br />
“Vi consideriamo l'uomo<br />
migliore del mondo istruito<br />
nella dottrina dei monasteri<br />
orientali e specialmente quelli di<br />
Egitto e Tebaide: forse non vi ha<br />
istruito la vostra presenza nei<br />
luoghi famosi per la Natività del<br />
Signore? Ma possedendo<br />
completamente i settori della<br />
scienza cattolica, sarebbe<br />
conveniente che ci<br />
abbandonaste nella nostra povertà? Io vi chiedo, nel<br />
vostro ruolo di padre, di voler spiegare con semplicità<br />
ai novizi del nostro monastero tutto ciò che avete<br />
imparato dai Padri, le istituzioni cenobitiche che avete<br />
visto affermarsi e fiorire in Egitto e in Palestina, e che<br />
avete osservato”.<br />
CHI È GIOVANNI CASSIANO?<br />
Nel 415 d.C., su richiesta del vescovo Proculo,<br />
Giovanni CASSIANO sbarca a Marsiglia con<br />
un’immagine di legno raffigurante una donna nera.<br />
Quest’uomo fu inviato in quel luogo per diffondere in<br />
occidente l’essenza della spiritualità orientale: LA<br />
FILOCALIA (°). Si trattava di perpetuare e diffondere il<br />
lascito ricevuto dai primi cristiani (i discepoli diretti dei<br />
discepoli del Maestro Gesù di Nazareth). Giovanni<br />
CASSIANO compì questa missione, perché aveva il<br />
merito di aver vissuto per 25 anni con gli eremiti e i<br />
monaci dei deserti del Libano e dell’Egitto. Sedotto dal<br />
loro ideale di perfezione, seguì i loro insegnamenti e si<br />
fece monaco.<br />
PERCHÉ CI INTERESSIAMO A LUI?<br />
Perché Giovanni CASSIANO tornò in Egitto e, su<br />
richiesta del vescovo Castore, scrisse molto. Tra i testi<br />
più conosciuti che lasciò ai suoi contemporanei, ci sono<br />
i l i b r i d e l l e " I s t i t u z i o n i<br />
cenobitiche” e "Le conferenze<br />
dei Padri”. Le sue opere ebbero<br />
un forte impatto e furono<br />
consigliate da san Benedetto ai<br />
suoi discepoli. Contengono<br />
testimonianze e indicazioni<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
preziose per coloro che veramente vogliono<br />
sperimentare al proprio interno il pilastro della <strong>Mistica</strong>.<br />
Nei suoi libri, Giovanni Cassiano descrive il modo di<br />
vivere dei monaci nei monasteri, rispecchiando ciò che<br />
aveva praticato e visto: uomini semplici che vivevano<br />
come eremiti, isolati dalla popolazione, in cerca del<br />
raccoglimento religioso. I suoi scritti diventarono la<br />
base indispensabile dei fondamenti morali che doveva<br />
seguire l’essere umano devoto che aveva scelto la vita<br />
monastica. Questo è tanto vero che tutti gli ordini<br />
monastici cristiani che sorsero poco a poco<br />
(benedettini, francescani, clarisse, ecc.) perpetuarono le<br />
regole dettate da Giovanni Cassiano, dal V secolo fino<br />
ai giorni nostri. La missione educativa da lui svolta<br />
prima in Gallia e poi in Europa fu rivoluzionaria, perché<br />
modificò i comportamenti religiosi e le relazioni umane<br />
stabilite nella cristianità dell’Impero romano. Egli<br />
giunse per insegnare una didattica mistica che aveva<br />
come obiettivo l'elevazione delle vibrazioni dell’anima<br />
Estratto dalla LETTERA<br />
PREFAZIONE DI CASSIANO<br />
a Castore, vescovo di Apta<br />
“...Questa è, in effetti, la sua<br />
intenzione, stabilito in una<br />
provincia che fino ad ora<br />
ignorava il cenobitismo, le<br />
istituzioni di oriente e<br />
principalmente di Egitto...”<br />
«.“...TUTTO È QUESTIONE DI<br />
ESPERIENZA E PRATICA, E<br />
NON SOLO... ..Solo chi l’abbia<br />
applicato è un buon maestro; e<br />
non è meno incapace di<br />
entrarvi, di comprendere, se<br />
non si sforza con molto zelo e senza pietà per la sua<br />
condanna di vivere...” “... Lei mi domanda, Lei me lo<br />
chiede! Pertanto, benché la mia penna possa risultare<br />
troppo impacciata, mi impegno a raccontare i costumi<br />
che ho osservato nei monasteri di Egitto e Palestina,<br />
come i Padri me li hanno insegnati”.<br />
dei ricercatori della Verità. Egli<br />
giunse per restaurare la<br />
disciplina della ricerca<br />
interiore, che invita alla<br />
PERCEZIONE dei Principi<br />
originali.<br />
(°) La Filocalia è un’antologia di testi edificanti, la cui finalità è l’elevazione dell’anima dei<br />
5
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
IL DESERTO EGIZIO: CULLA DI “MISTICI”<br />
Giovanni Cassiano fu<br />
attratto in Tebaide per la<br />
fama della sua profonda<br />
sapienza. La Tebaide (in<br />
greco Θηβαΐδα Thēbaïda<br />
o Θηβαΐς Thēbaïs) era<br />
una regione meridionale<br />
dell’antico Egitto, vicino al<br />
Nilo. Il suo nome proviene<br />
dalla sua capitale Tebe. La<br />
parte abitata della<br />
Tebaide era circondata a<br />
est e a ovest dal deserto<br />
in cui si ritirarono i primi Tebaide<br />
eremiti e anacoreti cristiani, come MACARIO, san<br />
PACOMIO il grande e sant’ANTONIO l’eremita. Questo<br />
spiega il significato di “luogo selvaggio e isolato”,<br />
adatto per il ritiro, che la parola francese “ermitage”<br />
ebbe nel linguaggio letterario. Questi luoghi<br />
energeticamente puri che venivano scelti dagli eremiti<br />
permettevano loro di collegarsi più facilmente con la<br />
propria natura interiore, originale, selvaggia (nel senso<br />
di non condizionata dalle registrazioni meccaniche<br />
della memoria e della mente “educata”). Durante i primi<br />
secoli, nella Tebaide si decidevano le date delle feste e<br />
dei riti religiosi per tutta la cristianità, perché questa<br />
regione era conosciuta per la grande sapienza dei<br />
mistici del deserto. La Tebaide era famosa anche per i<br />
miracoli che vi si verificavano. Per esempio,<br />
un’apparizione del Cristo bambino durante un’unzione<br />
nella quale “...un monaco dubitò che il pane e il vino<br />
fossero realmente il sangue e il corpo del Cristo”.<br />
Questi anacoreti chiesero allora un segno allo Spirito di<br />
Vita e il miracolo avvenne durante l’estasi di<br />
un’assemblea...».<br />
IL LASCITO DEI “PADRI DEL DESERTO”...<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
TEBE : CROGIOLO DI SAGGEZZA<br />
TEBE: crogiuolo di sapienza: Tebe fu una delle città dellʼEgitto che ebbe il<br />
maggior numero di nomi nel corso della sua storia. Secondo Omero (poeta<br />
greco della fine del secolo VIII a.C.), il nome di Tebe "la città dalle cento porte"<br />
proviene dal greco Thēbai. Si è anche trovato Thēbai: Θῆβαι o Diospolis<br />
Διόσπολις "la città di Zeus"; Diospolis Megale: Διόσπολις μεγάλη<br />
"Diospolis la Grande" in greco; Diospolis Magna "Diospolis la Grande" in<br />
latino; Ouaset: wAst "Lo scettro" o "La Potente"; Niout-reset: njwt-rst "Città del<br />
Sud"; Niout-Amon: niwt-imn "la città di Amon" in egiziano.<br />
A metà del secolo<br />
III, in Egitto e in<br />
oriente, alcuni<br />
cristiani in cerca<br />
della Verità<br />
adottarono una vita<br />
da eremiti. Essendo<br />
sempre più<br />
numerosi, poco a<br />
poco iniziarono a<br />
organizzarsi in<br />
c o m u n i t à<br />
cenobitiche e, più<br />
tardi, in comunità<br />
monastiche,<br />
I PRIMI EREMITI CRISTIANI<br />
svolgendo nel deserto una vita di sacrificio e<br />
orazione. Oggigiorno, i principali eruditi di queste<br />
comunità religiose sono conosciuti come “i Padri del<br />
deserto”, alcuni dei quali (come sant’Antonio) furono<br />
mistici di grande levatura. Nell’anno 285, ANTONIO<br />
andò a Pispir, in pieno deserto, per vivere come<br />
eremita. Poco a poco si unirono a lui vari discepoli per<br />
ricevere i suoi insegnamenti. Con il passare degli anni,<br />
questi discepoli si raggrupparono in diversi nuclei,<br />
scegliendo il più antico tra loro, ANTONIO, come guida<br />
spirituale. Nell’anno 307 d.C., HILARIÓN gli chiese un<br />
consiglio su come organizzare un monastero. Nel 312,<br />
Antonio decise di isolarsi ancora di più nella Tebaide,<br />
spostandosi sul monte Qolzum (dove oggi si trova il<br />
monastero che porta il suo nome).<br />
Sant’Antonio che visita a san Paolo<br />
IL MIRACOLO DEL PANE QUOTIDIANO<br />
San PAOLO l’eremita (il primo eremita cristiano,<br />
secondo san Girolamo), fu uno dei fondatori del<br />
monachesimo cristiano, assieme a sant’Antonio. La<br />
tradizione racconta che PAOLO si ritirò per sessanta<br />
anni in una grotta vicino a Tebe, per sfuggire alle<br />
persecuzioni dell’imperatore Decio. Antonio, venuto a<br />
sapere di non essere il primo eremita, andò a<br />
incontrarlo e rimase con lui per qualche tempo. All’ora<br />
del pranzo, un corvo portò una doppia razione di pane<br />
ai due uomini e Paolo, molto semplicemente, gli spiegò<br />
che ogni giorno Dio gli portava da mangiare. Si dice<br />
che Paolo morì poco dopo la partenza di Antonio e il<br />
suo corpo fu sepolto in una fossa scavata da due leoni.<br />
(Il corvo e il leone sono simboli importanti nella<br />
realizzazione del Mistero alchemico rivelato dal<br />
Maestro Samael nel suo libro “Trattato di alchimia”).<br />
6
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
LA COSTRUZIONE EGIZIA<br />
Anche se non fu colui che introdusse la vita<br />
monastica in occidente, Giovanni Cassiano contribuì<br />
alla sua formazione e sviluppo secondo il modello<br />
egizio. Così, i monasteri più antichi d’Europa hanno un<br />
legame con i deserti della Tebaide egizia e persino<br />
certe forme architettoniche furono importate dall’Egitto<br />
dei primi tempi del cristianesimo. Nella sua descrizione<br />
delle “Istituzioni cenobitiche” egizie, Giovanni Cassiano<br />
incluse i progetti di un monastero e quelli delle celle<br />
dei monaci, che ispirarono la fondazione di due<br />
monasteri a Marsiglia, uno maschile e uno femminile.<br />
Quello maschile fu costruito nel luogo dove<br />
anticamente si trovava "La Confessione" (spazio<br />
utilizzato come catacomba all’epoca di san Lazzaro;<br />
vedi bollettino n° 1) e che fu consacrato con il nome di<br />
“Abbazia di San Vittore” (Sanctus Victor Massiliensis).<br />
Quello femminile fu consacrato con il nome di San<br />
Salvatore. Giovanni Cassiano permise che si stabilissero<br />
vari monasteri nella regione, dove arrivarono a riunirsi<br />
5000 religiosi e religiose.<br />
L’ABBAZIA: IL TEMPIO DEL “PADRE” ABATE<br />
Cassiano si ispirò anche alla regola di vita dei cenobiti<br />
egiziani, in base alla quale i monaci dipendevano<br />
dall’autorità di un patriarca, un anziano, spesso<br />
chiamato “abba” o abate (che significa “padre”), che<br />
sarebbe diventato il “Padre-Abate” di riferimento, al<br />
quale i monaci dovevano obbedienza assoluta (simbolo<br />
dell’obbedienza assoluta al nostro Intimo, al nostro<br />
Padre che è nel segreto). Grazie a questo e mentre<br />
erano ancora in vita, i monaci marsigliesi si<br />
guadagnarono una reputazione di santità in tutta<br />
l’Europa cristiana e rapidamente l’abbazia di San<br />
Vittore irradiò la sua sapienza in tutta la Gallia (la<br />
Francia di quell’epoca). La sua principale gloria fu di<br />
essere stata l’abbazia-madre di una moltitudine di<br />
monasteri, anche fuori dai confini della Gallia.<br />
L’osservanza della regola si mantenne vigorosa e le<br />
abbazie che avevano bisogno di qualche riforma erano<br />
sottomesse alle regole degli abati di San Vittore.<br />
Attualmente, si conservano ancora una chiesa e altri<br />
resti di questo antico monastero, contemplati con<br />
rispetto religioso.<br />
L’ABAZIA DI SAN VITTORE.<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
IL MONASTERO: UN LUOGO DI GRANDE ENERGIA<br />
A Marsiglia non si può tralasciare di visitare questo<br />
straordinario luogo che illuminò la vita monastica in<br />
tutta Europa. Nella cripta troveremo le pietre che<br />
furono cesellate nel secolo IV, testimoni di un passato<br />
straordinario, impregnate di memorie che ci ricordano<br />
la palpitante vita di coloro che ci precedettero nella<br />
ricerca della conoscenza spirituale. I monasteri furono<br />
sempre costruiti in luoghi di grande flusso energetico,<br />
al fine di saturare i discepoli con l’energia della forza<br />
del Fohat necessaria per il raggiungimento della<br />
serenità interiore e dell’estasi.<br />
L’Abbazia di San Vittore fu recostruita all’11o secolo<br />
UN POʼ DI STORIA: questo formidabile monastero fu ricostruito,<br />
verso lʼanno 1040, da Pans II, vescovo di Marsiglia, dopo essere<br />
stato successivamente devastato da vandali, normanni e saraceni.<br />
Nella chiesa inferiore è stata conservata la croce di santʼAndrea,<br />
prima consacrata in ferro e poi in argento; il suo nascondiglio era<br />
stato rivelato da un angelo al sacrestano di San Hugo, dopo che la<br />
croce era stata nascosta sotto terra, vicino al fiume Veaune, per<br />
paura dei saraceni. I re di Francia, Pipino, Carlomagno, Luigi IX il<br />
pio e Lotario, come anche i vescovi e i visconti di Marsiglia,<br />
arricchirono lʼAbbazia di San Vittore con beni, dignità e privilegi.<br />
UN SIMBOLO DEL TEMPIO INTERIORE<br />
L’insediamento di un tempio o di un monastero è il<br />
simbolo dell’orientamento che deve prendere la nostra<br />
pratica mistica => insediarci fermamente nella serenità<br />
e nell’attenzione alla respirazione trasmutatoria nel<br />
nostro tempio-cuore. Questa relazione costante con<br />
noi stessi poco a poco stabilisce un punto di appoggio<br />
o CENTRO DI GRAVITÀ COSCIENTE a partire dal quale<br />
sarà possibile la sperimentazione dei misteri.<br />
7
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
DELLA PURA OBBEDIENZA...<br />
Rispetto alle norme di vita religiosa, Giovanni<br />
Cassiano si basò sull’esperienza egizia ispirata da<br />
Origene (185-253 d.C.), Padre della chiesa greca e<br />
rettore della scuola di Alessandria, in Egitto, dove si<br />
erano rifugiati numerosi discepoli di Pitagora. Nelle<br />
sue conferenze, Giovanni Cassiano mostra come deve<br />
comportarsi un monaco in un monastero: deve<br />
completa obbedienza al suo superiore; deve liberarsi<br />
da tutti i pensieri e seguire una linea di<br />
condotta in perfetta armonia con gli<br />
anziani; il monaco deve essere<br />
sottomesso a una santa obbedienza,<br />
accettando la rinuncia a tutta la sua<br />
vita passata. “La prima<br />
preoccupazione dell’anziano, il tema<br />
principale delle sue lezioni, poiché si<br />
tratta di “introdurre il novizio nel<br />
sentiero che lo condurrà ai livelli di<br />
perfezione, sarà che egli impari a<br />
dominare i suoi desideri. Lo<br />
educherà con accurato zelo; e in<br />
questo punto, farà in maniera che si<br />
senta sempre più avverso alle sue<br />
inclinazioni”. Queste linee di condotta, furono<br />
adottate in tutti i monasteri durante i secoli, e<br />
san Francesco d’Assisi, con illuminata<br />
benevolenza, considera che questo<br />
“codice“, con il cuore, la misericordia e la<br />
compassione, era di grande efficacia per il<br />
risveglio dei suoi discepoli. E Giovanni<br />
Cassiano continua: “... Come vincere la<br />
superbia? Non potremo riuscirci a meno che<br />
non ci stabiliamo, per amore del Cristo, nella<br />
vera rinuncia, che consiste nello spogliarci<br />
completamente dei nostri beni, in una povertà<br />
assoluta; inoltre, abbracciare il bene dell’obbedienza<br />
e della sottomissione, con cuore semplice e in verità,<br />
al punto da arrivare a vivere solo e unicamente sotto<br />
la volontà dell’abate (Abba o Padre). E queste cose<br />
saranno possibili solo se il monaco si considera come<br />
un morto in questo mondo, o meglio ancora, come un<br />
folle, come un pazzo, che realizza, senza discutere,<br />
tutti gli ordini degli anziani, considerandoli sacrosanti<br />
e promulgati dallo stesso Principio Creatore<br />
Originale...”.<br />
“...Colui che desideri autorealizzarsi deve essere<br />
disposto a rinunciare a tutto: ricchezza, onori, pace,<br />
prestigio...”. S.A.W.<br />
LA REGOLA MONASTICA<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
...ALLA GRANDE RIBELLIONE<br />
Per Giovanni Cassiano il monaco è un soldato di<br />
Cristo che deve lottare contro i suoi stessi “demoni”.<br />
La sua ignoranza della verità si deve a una forma<br />
erronea di pensare e di sentire; il “povero pazzo” che<br />
siamo deve ribellarsi contro tutti i suoi programmi<br />
interiori (le forme di pensiero, i desideri e la ricerca di<br />
soddisfazioni). Partendo da questa realtà, Cassiano<br />
detta l’attitudine interiore del monaco, che deve stare<br />
sempre in guardia contro le tentazioni.<br />
Per Giovanni Cassiano la lotta contro tutte le forme<br />
di vizio (deformazione energetica delle virtù originali<br />
dell’anima) è permanente; come per esempio la gola:<br />
“...Il nostro primo combattimento è contro lo<br />
spirito della gola, la lussuria della bocca..., la<br />
tristezza, l’avarizia... Il nostro terzo<br />
combattimento è contro l’avarizia, o<br />
l’amore per il denaro. Guerra esteriore,<br />
guerra estranea alla nostra natura. Nel<br />
monaco, la guerra la intraprende<br />
un’anima corrotta e<br />
addormentata nell’indolenza;<br />
spesso per un cattivo inizio nella<br />
rinuncia, che non è stata accolta<br />
con la disposizione adeguata, e che<br />
si basava su un amore tiepido<br />
verso Dio...”, la pigrizia, la<br />
vanagloria, l’orgoglio, tutto, sotto<br />
forma di 8 combattimenti. Si tratta<br />
degli 8 sentieri, o una parte della<br />
spiegazione del famoso ottuplice<br />
sentiero del Buddha. Questi sono<br />
gli 8 livelli vibratori del fuoco del Yi-<br />
King o Pa-Kua dei taoisti cinesi, che dobbiamo<br />
riconquistare, restaurando l’ordine e situando<br />
correttamente queste energie. Questa è la<br />
reintegrazione delle 8 virtù della Kundalini e la lotta<br />
contro gli 8 “peccati capitali” di cui parla Evagrio<br />
Pontico (346-399), discepolo di Origene, cioè<br />
l’eliminazione dei 7 “peccati” o delle 7 deviazioni<br />
energetiche principali, rappresentate dalle 7 teste<br />
dell’Idra di Lerna (che Ercole dovette affrontare nelle<br />
sue 12 fatiche). D’altra parte, l’eliminazione del corpo<br />
dell’Idra chiamata “demone del sud” da Evagrio,<br />
rappresenta l’8º “peccato” principale, più pericoloso<br />
anche perché cerca di farci credere, fino alla fine, che<br />
lui è l’anima. Si tratta del terribile fariseo, che sembra<br />
opporsi agli altri 7 peccati, ma che segretamente li<br />
alimenta. Questo è un aspetto molto delicato per il<br />
mistico.<br />
8
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
IL SOLDATO DI CRISTO<br />
Giovanni Cassiano vede il monaco come un guerriero<br />
che lotta contro tutte le impurità (ricordando l’idea di<br />
Basilide: intraprendere un sentiero di purificazione=><br />
ripulirsi con il fuoco (radice greca: pur) e liberarsi dalle<br />
deformazioni del fuoco o<br />
“impurità”). Pertanto, elogia la<br />
conquista della castità, che<br />
descrive come essenziale per<br />
ottenere la felicità della santità.<br />
Perché per Cassiano un buon<br />
monaco e una buona monaca<br />
sono futuri “santi uomini” o<br />
“sante donne” e arriveranno a<br />
esserlo mediante la castità. “Ma<br />
quanto più sublime e celestiale è il premio della castità,<br />
tanto più formidabili sono gli ostacoli con cui i suoi<br />
avversari la perseguitano. Manterremo certamente,<br />
quindi, un’attenzione speciale per la continenza<br />
corporale, ma anche per la contrizione del cuore, per la<br />
preghiera assidua e le suppliche. Allora, la rugiada<br />
dello Spirito Santo, scendendo nei nostri cuori,<br />
appagherà la fornace della nostra carne, che il re di<br />
Babilonia non smette di ravvivare con il soffio maligno<br />
degli eccitamenti carnali”.<br />
IL VERO CAMMINO DELL’EREMITA<br />
L’ERRORE DEL CELIBATO<br />
Questo punto cruciale della castità su cui insiste<br />
Giovanni Cassiano costituisce il grande mistero o<br />
grande Arcano della mistica e del vero esoterismo.<br />
Abbiamo davvero bisogno dei chiarimenti di un<br />
“Padre” (Abba) risveglio come il V.M. Samael Aun Weor<br />
per avanzare correttamente in questo sentiero molto<br />
stretto. Perché la castità è stata molto spesso confusa<br />
con l’astinenza sessuale, privando di luce molti dei<br />
sinceri aspiranti all’iniziazione, generando una grande<br />
quantità di incomprensioni, deviazioni, scandali e<br />
fanatismi. La pietra angolare del tempio interiore fu<br />
ottusamente rifiutata dai costruttori, istituendo il<br />
celibato di monaci, sacerdoti e monache. Questo si<br />
portò a compimento in modo progressivo, perché il<br />
matrimonio dei sacerdoti e il concubinato di monaci e<br />
monache è esistito durante tutto il primo millennio<br />
della cristianità, finché un decreto di Papa Gregorio VII<br />
(nel 1074) proibì il matrimonio e il concubinato dei<br />
religiosi, imponendo definitivamente il celibato come<br />
regola per ottenere “il diritto di accedere al paradiso”.<br />
Terribile errore che soffocò gli insegnamenti del<br />
misticismo e chiuse le porte dell’estasi e della<br />
sperimentazione della Verità. I valori esoterici cristici<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
Sigillo di San Víttore<br />
il soldato di Cristo<br />
scomparvero dalla religione occidentale, come ci<br />
spiega il Maestro Samael: “Gesù, il divino Salvatore,<br />
consegnò al mondo l’esoterismo cristico. L’Adorabile<br />
insegnò ai suoi discepoli il sentiero del matrimonio<br />
perfetto. Pietro, il primo pontefice della Chiesa, era un<br />
uomo sposato, Pietro non era celibe, aveva una moglie.<br />
Purtroppo, il messaggio dell’Adorabile poco a poco fu<br />
alterato, al punto che seicento anni dopo la venuta del<br />
Cristo, la chiesa di Roma ritornò alle forme morte del<br />
monachesimo buddista, con i suoi monaci e le sue<br />
monache di clausura che odiano a morte il sentiero del<br />
matrimonio perfetto. Dopo seicento anni di<br />
cristianesimo, si rese necessario un nuovo messaggio<br />
riguardo il matrimonio perfetto. Allora venne<br />
Maometto, il grande predicatore del matrimonio<br />
perfetto. Naturalmente, come sempre, Maometto fu<br />
respinto violentemente dagli infrasessuali che odiano la<br />
donna. La ripugnante confraternita dei nemici della<br />
donna crede ostinatamente che si possa raggiungere<br />
Dio solo tramite il celibato, il che è un crimine<br />
(Matrimonio perfetto, cap. 8)<br />
IL SENTIERO DEL FILO DEL RASOIO<br />
L’arcano 9 dei Tarocchi ci<br />
illumina il cammino da seguire: “In<br />
principio, l’arcano 9 è l’eremita, la<br />
solitudine, però a un livello più<br />
elevato rappresenta anche la Nona<br />
Sfera, il lavoro con le energie<br />
creatrici” (cap. 9 di Tarocchi e<br />
Cabala). La descrizione di questa<br />
carta ci ricorda la vita degli<br />
anacoreti del deserto egizio. In<br />
questo arcano, vediamo una luna<br />
che si eleva sulle acque della vita.<br />
Nella parte centrale, un anziano<br />
eremita avanza sostenendo nella mano sinistra una<br />
lanterna che gli segnala il cammino: è la lanterna di<br />
Hermes, la sapienza. Con la mano destra si appoggia<br />
sul bastone dei patriarchi, che rappresenta la colonna<br />
vertebrale con le sue 7 “chiese”. L’eremita, prudente e<br />
saggio, si avvolge nel mantello protettore di Apollonio,<br />
che simbolizza la prudenza. Dietro di lui si scorge la<br />
palma della vittoria. Nella parte superiore, un sole che<br />
illumina con i suoi 3 raggi (che simbolizzano le 3 forze<br />
primarie) discende per unirsi alla luna. La luna sale e il<br />
sole scende; questo ci indica che dobbiamo<br />
trasformare la luna in sole mediante la trasmutazione,<br />
mediante l’arcano A.Z.F. dobbiamo trasformare i corpi<br />
lunari in corpi solari.<br />
LʼEREMITA<br />
9
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
I CORPI SOLARI<br />
Questo mistero dei veicoli dell’anima è essenziale<br />
per decidere il corso della nostra esistenza, perché<br />
Gesù disse a Nicodemo: “Se non nasci di nuovo, non<br />
potrai entrare nel Regno dei Cieli” (Giovanni 3:1-15).<br />
Questo significa fabbricare i corpi solari. Nessuno può<br />
entrare nel Regno se è vestito di stracci lunari. È<br />
necessario fabbricare i corpi solari e questo è possibile<br />
solo trasmutando l’energia creatrice. Nella teogonia<br />
egizia, i corpi solari vengono rappresentati dal “Sahu”<br />
egizio. Nessuno ha il diritto di sedersi alla tavola degli<br />
angeli se non è vestito con i corpi solari. Dobbiamo<br />
fabbricare il “To Soma Heliakon”, il corpo d’oro<br />
dell’uomo solare” (Tarocchi e Cabala, cap. 9)<br />
IL MANTELLO DI APOLLONIO<br />
Dobbiamo fare una distinzione fondamentale tra gli<br />
abiti comuni e correnti (i corpi lunari o corpi embrionali<br />
degli individui che non hanno mai incarnato la loro<br />
anima) e gli abiti dell’eremita, dell’anacoreta, del<br />
cenobita, del monaco, ecc. (i corpi solari o veicoli<br />
dell’anima). Come ogni mestiere ha il suo abito da<br />
lavoro, differente in base alla sua applicazione, così<br />
l’anima deve disporre di un “vestito” speciale per i suoi<br />
lavori specifici.<br />
L’ABITO DEL MONACO<br />
Nei suoi libri sulle “istituzioni cenobitiche”, Giovanni<br />
Cassiano fa una descrizione dettagliata degli abiti del<br />
monaco cercandone le radici nella Bibbia. “Visto che<br />
devo parlare delle istituzioni e delle regole monastiche,<br />
come meglio cominciare, con l’aiuto di Dio, se non<br />
dall’abito dei monaci?”. Ispirandosi alla Bibbia, Giovanni<br />
Cassiano parla della cintura e dei sandali che il monaco<br />
doveva portare: “Soldato di Cristo, sempre sul piede di<br />
guerra, il monaco doveva portare continuamente un<br />
cinto attorno ai reni” e ”Giovanni<br />
era vestito con una pelle di<br />
cammello e una cintura di pelle<br />
attorno ai reni...» (Mt 3,4). A Pietro,<br />
che era stato gettato da Erode in<br />
fondo a una prigione, alla vigilia<br />
del giorno in cui doveva uscire per<br />
essere messo a morte, apparve un<br />
angelo che gli ordinò: “Mettiti la<br />
cintura e calza i tuoi sandali”. “Ci<br />
sono alcune parti degli abiti dei<br />
monaci egizi, che non sono tanto in rapporto con le<br />
necessità corporali, quanto con le regole della morale.<br />
Essi comprendono di dover praticare l’innocenza e la<br />
semplicità, perfino nella qualità degli indumenti che<br />
indossano. Così, giorno e notte portano<br />
GLI ABITI DELL’ANIMA<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
Giovanni il Battista<br />
“coules” (cappucci) molto piccoli, che scendono dalla<br />
nuca fino alla base delle spalle, e coprono solo la testa.<br />
Imitando i bambini piccoli nel vestire, questo sarà un<br />
avvertimento per mantenere anche la loro innocenza e<br />
semplicità. Ritornati a uno stato infantile, essi cantano<br />
al Cristo ogni momento, nella verità della loro anima:<br />
“Signore, il mio cuore non è superbo, né i miei occhi<br />
alteri; non inseguo la grandezza, né cose troppo<br />
difficili per me; ma ho calmato e placato la mia anima;<br />
come un bambino svezzato nel grembo di sua<br />
madre” (Salmo 131,1-2). Usano anche il “colobium” o<br />
tunica di lino, che arriva fino alla parte inferiore del<br />
gomito, lasciando nudo il resto del braccio. La<br />
mancanza di maniche ricorda loro che hanno troncato<br />
con gli atti e le opere del mondo. Il lino ricorda loro<br />
che sono morti per tutta la vita terrena e fa loro<br />
comprendere ogni giorno le parole dell’apostolo<br />
quando dice: “Mortificate le membra dell’uomo<br />
terreno” (Col 3,5)».<br />
Però a causa della differenza di clima in Francia,<br />
Giovanni Cassiano suggerisce le modifiche che si<br />
devono applicare: “Tutto questo, affinché non sembri<br />
che abbia omesso nulla di ciò che concerne<br />
l’abbigliamento dei monaci egizi. Però dobbiamo<br />
mantenere solo ciò che si adatta all’ubicazione dei<br />
luoghi e alle abitudini della provincia. È chiaro che non<br />
ci possiamo accontentare solo di sandali e un<br />
“colobium”, cioè di una semplice tunica; la rigidità del<br />
clima non lo permette. Il cappuccio minuscolo e la<br />
“mélote” (tunica di pelo, stretta e corta, usata dai<br />
pastori e dai profeti), invece di edificare,<br />
provocherebbero risa”. Così Giovanni Cassiano<br />
introdusse alcune modifiche per l’abito del monaco,<br />
che venne elaborato con cappuccio, braccia coperte e<br />
tunica lunga<br />
INTRODUZIONE ALLA SCUOLA DEI MISTERI<br />
“Al suo ingresso<br />
nella comunità<br />
monastica,<br />
l’aspirante è<br />
spogliato di tutto<br />
ciò che possiede.<br />
Non gli sarà<br />
p e r m e s s o<br />
nemmeno di<br />
conservare l’abito con cui è vestito. Viene condotto in<br />
mezzo all’assemblea dei fratelli, dove gli vengono tolti<br />
i vestiti e l’abate lo vestirà, con le sue stesse mani, con<br />
abiti che appertengono al monastero”. Si tratta di un<br />
atto simbolico di morte della sua vita passata e di<br />
rinascita a una nuova vita.<br />
10
<strong>Bolletino</strong> n° 2<br />
LA DEVOZIONE AL LAVORO INTERIORE.<br />
Nei suoi scritti sulle<br />
“Istituzioni cenobitiche”,<br />
Cassiano ricorda preghiere,<br />
orazioni e salmi: “Tra i<br />
monaci d’Egitto, le orazioni e<br />
i salmi, uniti al lavoro<br />
manuale, si prolungano<br />
durante tutto il giorno, senza<br />
distinzione di ore. Le funzioni<br />
in cui rendiamo culto al<br />
Signore a diverse ore e<br />
intervalli (obbligati<br />
costantemente dall’avvertimento del fratello che bussa<br />
alla nostra porta), i monaci d’Egitto le celebrano<br />
spontaneamente ogni giorno, assieme al lavoro<br />
manuale. Di fatto, essi si dedicano ogni giorno, nelle<br />
loro celle, a un lavoro continuo, in modo tale che non<br />
smettono mai di meditare sui salmi o su altri passaggi<br />
delle scritture. In questa meditazione essi includono in<br />
qualunque momento preghiere e orazioni, consacrando<br />
così il giorno intero alle funzioni che noi celebriamo in<br />
determinati momenti. Mettono da parte gli incontri del<br />
pomeriggio e della sera; tra di loro le solennità<br />
pubbliche non si svolgono mai durante il giorno, salvo<br />
il sabato e la domenica, quando si riuniscono all’ora<br />
terza, per ricevere la sacra Comunione. Forse non vale<br />
di più il sacrificio continuo che il tributo pagato a<br />
intervalli? E il dono volontario non è più gradito di una<br />
funzione compiuta davanti a un segnale regolare? Da<br />
dove esce il sentimento che fa esultare il re Davide,<br />
quando dice: “Volontariamente ti offrirò<br />
sacrifici” (Salmo: 53,8) e “Che l’offerta volontaria della<br />
mia bocca sia gradita al Signore!” (Salmo 117.108)».<br />
IL RICHIAMO ALLA PRATICA...<br />
Questa devozione dei cenobiti egizi riflessa nella<br />
testimonianza di Giovanni Cassiano è un bell’invito a<br />
riesaminare la nostra maniera di mettere in pratica gli<br />
insegnamenti che abbiamo ricevuto. Forse dopo aver<br />
letto questo bollettino e come conclusione, potremo<br />
comprendere che ognuno di noi, isolato nella<br />
solitudine della sua pratica di meditazione quotidiana,<br />
ha il legittimo diritto di sperimentare l’estasi come<br />
l’anacoreta rifugiato nella sua grotta. Ognuno di noi,<br />
CONCLUSIONE<br />
<strong>Arte</strong> e <strong>Mistica</strong>: espressione del divino<br />
quando partecipa alle attività del centro gnostico a cui<br />
appartiene, è come un cenobita (che condivide la<br />
“Cena”, cioè il pane e il vino della sapienza gnostica,<br />
che alimenta l’anima) e ha il dovere di rispettare e<br />
ringraziare gli “Abati” straordinariamente risvegli, che<br />
ci guidano con suprema compassione (i Venerabili<br />
Maestri Samael e Litelantes e tutti i Maestri della Loggia<br />
Bianca). E se proseguiamo in questi studi interiori e in<br />
questa “carriera” di purificazione interiore, magari<br />
potremo capire che ognuno di noi ha la possibilità di<br />
formarsi in uno dei monasteri gnostici della nostra<br />
epoca, come un monaco (o una monaca) che ha il<br />
legittimo diritto al raccoglimento contemplativo,<br />
all’esperienza della verità e dell’amore incondizionato<br />
per i suoi simili, per il dono volontario e il sacrificio<br />
continuo del quale parla Giovanni Cassiano.<br />
Monastero Gnostico di Malinalco (Messico)<br />
...IL RICHIAMO DEL CONGRESSO<br />
Durante il Congresso di Marsiglia <strong>2013</strong>, la mistica (4º<br />
pilastro della conoscenza) sarà studiata<br />
profondamente, nei suoi diversi aspetti psicologici,<br />
energetici, spirituali e artistici. I responsabili del<br />
Congresso presenteranno l’opera e la Filocalia di<br />
Giovanni Cassiano in modo più approfondito rispetto a<br />
questo bollettino, e pertanto sarà utile per il nostro<br />
sviluppo mistico. Un programma specifico di<br />
conferenze e soprattutto una serie di pratiche<br />
selezionate per il risveglio della mistica (la capacità di<br />
percepire i misteri) saranno ugualmente sviluppati dai<br />
vari conferenzisti. Marsiglia è stata un faro, una luce,<br />
per la Francia dal V secolo d.C. Il comitato<br />
organizzatore spera che questo “Congresus” sia<br />
luminoso e permetta a tutti noi di diventare autentici<br />
gnostici, veri “Pneumatici” ispirati dall’alito di vita del<br />
Primo Mistero... Paz Inverencial!<br />
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